Musicoterapia. Centro ANFFAS Giulio Locatelli Pordenone PORDENONE

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1 PORDENONE ASSOCIAZIONE FAMIGLIE DI DISABILI INTELLETTIVI E RELAZIONALI Via Tiro a Segno n. 3/A PORDENONE - C.F P.IVA Personalità Giuridica DPR 12 settembre 2005 n. 0302/Pres Iscritta al Registro Regionale delle Organizzazioni di Volontariato al n. 175 Tel. e fax 0434/ / info@anffaspordenone.it CENTRO ANFFAS "Giulio Locatelli La musica ci coinvolge nella maniera più totale. Ciascuno di noi ha dentro di sé la propria musica: si tratterà, in terapia, di trovare musiche che ben si accordino con la personale musicalità dell individuo. Anonimo Musicoterapia Centro ANFFAS Giulio Locatelli Pordenone Famiglie Anziani Infanzia ONLUS Servizi Socio-Sanitari ed Educativi Via Forniz, Porcia (PN) Tel. 0434/ Fax. 0434/ Mail: info@coopsocialefai.it Web:

2 La musica non conosce confini di Stato, razza o religione. La musica è profezia, fa ascoltare il mondo, che a poco a poco diventerà visibile. La musica ti porta al di là della fisicità di ogni individuo, non solo è l immagine delle cose, ma il superamento del quotidiano, l annuncio del loro avvenire. Il presente lavoro è stato realizzato dalla dott.sa Michela Codognotto Centro ANFFAS ONLUS Giulio Locatelli di Pordenone Via Tiro a Segno, 3/a Pordenone Si ringrazia per la lettura delle bozze e gli utili suggerimenti S. Mazzon, referente attività di Musicoterapia F. Latino, referente attività di Musicoterapia C. Francescutti, referente attività di Musicoterapia Si ringrazia inoltre Loredana Boito per il contributo che ha dato valorizzando questo lavoro attraverso una testimonianza della sua esperienza personale e professionale. Elaborazione, collaborazione, composizione grafica Claudia Fabbro Ogni parte del presente lavoro può essere riprodotta, previo consenso della Direzione del Centro Anffas Giulio Locatelli, e citandone la fonte. Edizione 2006

3 INDICE 1. Premessa Finalità e obiettivi Il Musicoterapeuta 5 2. Metodologia L anamnesi L osservazione Il progetto e la verifica 7 3. L attività di musicoterapia Il setting terapeutico Un esperienza viva con i miei ragazzi di Loredana Boito, Musicoterapista 12

4 1. Premessa La Musicoterapia è una risorsa terapeutica che va ad integrare le discipline riguardanti la prevenzione, il trattamento e la riabilitazione di diverse forme di disabilità, come pure il campo della salute mentale. La Musicoterapia può essere definita come una tecnica che utilizza la musica e i suoi elementi (ritmo, suono, melodia, armonia) come strumenti per aprire dei canali di comunicazione. 1 In questo senso l intervento di Musicoterapia porta, oltre che ad ascoltare, anche a costruire strumenti empirici di comunicazione linguaggio verbale o non verbale/musicale, per fare in modo che i mondi a cui la persona appartiene interagiscano in modo soddisfacente e costruttivo. L idea è quella di operare mediante la relazione musicale con la persona disabile, perché il suo sistema di riferimento possa attivarsi nel modo più economico e funzionale possibile. Nel nostro caso, questo significa essenzialmente lavorare in modo diretto con il disabile. 2 Attraverso le onde sonore, qualsiasi emozione o stato d animo scaturisce fuori e dentro di noi; ognuno di questi movimenti emozionali, va visto e ascoltato, osservato con immediatezza, riconoscendo in esso la comunicazione non verbale che i pazienti vogliono esprimerci. Attraverso il suono, niente è impossibile, il più piccolo gesto, la più flebile occhiata, il più leggero sospiro, va letto come un valore culturale di quello che il paziente rappresenta e che vuole dire, senza parlare. 3 1 Ducourneau, G., Elementi di Musicoterapia, 2001, Ed. Cosmopolis. Pag. 2 e 21 2 Benenzon, R., Ambienti Sonori: progetto di Musicoterapia rivolto a disabili, Internet 3 Goti, S., Musicoterapia: un linguaggio universale, Speciale Convegno Livorno, pag. 14

5 1.1. Finalità e Obiettivi Quello che la musicoterapia si propone come obiettivo principale è il dare la possibilità alla persona di trovare la sua modalità espressiva individuale, attraverso la quale mettersi in rapporto con il mondo. La musica quindi si propone come mezzo per contribuire allo sviluppo della personalità, permettendo al paziente di scaricare le tensioni emotive. Mossi dal ritmo musicale ci rilassiamo, ci emozioniamo, e ci creiamo relazioni speciali che si ripropongono in laboratorio di Musicoterapia. Tutti noi siamo accomunati da un coinvolgimento di ritmo, relazione e gioco, in totale libertà di espressione corporea e verbale. (Sonia, referente laboratorio di Musicoterapia). All interno del confine dato dalla disabilità è possibile lavorare sul benessere, sulla socializzazione e sull integrazione, attraverso diversi ambiti di intervento: 1. Creare ambienti sonori: produrre attraverso la musica contesti e spazi di proprietà della persona disabile, in grado di gestirli e modificarli. 2. Progettare lo sviluppo della sensorialità: significa che lo sviluppo cognitivo è in stretta relazione con la sollecitazione delle facoltà sensoriali; la musica stimola sensorialmente non solo l udito ma anche il corpo, attraverso le vibrazioni. 3. Sottolineare il ruolo centrale del linguaggio: utilizzare la parola, intesa come qualunque sistema simbolico che organizzi l esperienza relazionale. La musica è un ponte comunicativo che può riuscire laddove il linguaggio ordinario è insufficiente. 4. Incentivare l attività motoria: agevolare le attività di coordinazione locomotoria come modo per vivere lo spazio fisico in funzione dello sviluppo cognitivo. 5. Procurare benessere: la musica, come spazio individuale è in grado di contenere ansie e dare armonia psicofisica al soggetto in ascolto. 4 4 ; 5 Benenzon, R., Ambienti Sonori: progetto di Musicoterapia rivolto a disabili, Internet

6 1.2. Il Musicoterapeuta Il musicoterapeuta, utilizza la musica e le sue componenti costitutive come risorse essenziali per il conseguimento di obiettivi terapeutici, tanto a livello psicologico che a livello fisico. 5 In primo luogo il musicoterapeuta deve vagliare la sensibilità musicale del soggetto, quindi scegliere il tipo di musica adatto e preparare il soggetto all ascolto, in modo opportuno. Questo permetterà al terapeuta di individuare il tempo mentale del paziente, per poi accordarvi un determinato tempo musicale o sonoro,con l obiettivo di aprire un canale di comunicazione attraverso il quale operare. 6 Tale comunicazione è di tipo non verbale, a volte semplicemente vocale (vocalizzi, ecc.), e a volte si può manifestare anche con disturbi comportamentali. Il musicoterapeuta potrà riprodurre in musica e giochi sonori, proprio le caratteristiche comportamentali del paziente. Attraverso i silenzi, ed esplorando i suoni verso cui il paziente è più attratto, potrà entrare in relazione con lui. Per questo è importante che il musicoterapeuta proponga una musica che permetta al paziente di esprimersi e di essere se stesso. 2. Metodologia In Musicoterapia, la metodologia, con le sue naturali differenziazioni, a seconda del contesto applicativo, è importantissima. 6 Ducourneau, G., Elementi di Musicoterapia, 2001, Ed. Cosmopolis. Pag. 2 e 21

7 2.1. Anamnesi S intende l analisi e la storia sonoro-musicale del paziente, sia quella remota, sia quella personale e recente. Le tradizioni musicali del luogo d origine del soggetto e dei suoi genitori, le ninne nanne ascoltate, le canzoni o i cori, sono tutti parte di quello che viene definito imprinting musicale. Riproponendo odori e luci (ad es. candele profumate o essenze), adeguati alla musica, riscopriamo le nostre emozioni, i nostri ricordi personali, e scopriamo nuove sensazioni. La cadenza di ritmi conosciuti, ci porta a rivivere gli spazi a noi familiari e le canzoni che ci hanno accompagnato nelle esperienze vissute con le persone a noi più care (Sonia, referente laboratorio di Musicoterapia) non vanno poi trascurati i suoni domestici, il rapporto con il silenzio e con la propria voce, i suoni naturali, ma anche le preferenze musicali del paziente. Si può quindi facilmente capire come, un attenta anamnesi da parte del musicoterapeuta, risulti particolarmente importante prima di intraprendere un intervento musicoterapico Osservazione E prima di tutto una tecnica che utilizza la comunicazione non verbale;può prevedere l osservazione del paziente partecipe, oppure senza interazione, ma anche la presenza di un osservatore esterno che può concentrarsi più liberamente sulla relazione. L osservazione può essere fatta secondo differenti modalità: 1. Presenza senza prendere appunti, solo osservando; 2. stesura di un protocollo di osservazione; 3. discussione del protocollo con l equipe musicoterapeutica. I tempi dell osservazione possono e devono essere decisi, anche se essa non termina mai, perché gli obiettivi possono essere di volta in volta modificati per la buona continuazione del progetto.

8 2.3. Il progetto e la verifica E un vero e proprio trattamento che prevede, per il raggiungimento degli obiettivi, la scelta della tecnica musicoterapeutica utilizzata, del setting, della musica e degli operatori coinvolti. Vi sarà, inoltre, un periodo dedicato alla programmazione e alla successiva supervisione e verifica degli obiettivi raggiunti. La verifica in particolare, potrà riguardare: - la sintomatologia, - le relazioni, - le performance sociali, - l autonomia personale, - la qualità della vita L attività di musicoterapia L intervento musicoterapeutico si avvale essenzialmente di due approcci: 1. La musicoterapia ricettiva che si muove sul fronte dell ascolto, del relax e del massaggio sonoro. 2. La musicoterapia attiva, caratterizzata da un sostanziale impiego del corpo in movimento e nella produzione sonora. All interno del laboratorio di musicoterapia, vengono utilizzati entrambi gli approcci. Attualmente le tre referenti di laboratorio (Sonia, Cristiana, Francesca), si alternano nella conduzione della seduta di musicoterapia, sempre accompagnate da un altro operatore. Vi è la presenza di 3 gruppi di musicoterapia già consolidati da lungo tempo, mentre altri 3 gruppi sono in via di definizione e di aggiustamenti. In ognuno dei tre gruppi consolidati vi sono 6 utenti e 2 operatori (1 referente di laboratorio e 1 operatore di supporto). Ognuno dei tre gruppi ha una propria storia musicale che tendenzialmente si ripropone ad ogni seduta: 7 Castrovilli, D.; De Lucia, F.; Il nuovo manuale di musicoterapia, 2004, Xenia Edizioni, Milano. P

9 1. Il primo gruppo si ritrova il lunedì mattina, e la terapia si avvale principalmente di un utilizzo attivo della musica, con un sostanziale impiego del corpo, di oggetti familiari e di strumenti musicali. È una seduta orientata maggiormente su di un versante ludicoterapeutico, che viene comunemente definita come Musicagioco. La musica in questa seduta è molto ritmata (Country e Latino-Americana), e gli obiettivi principali sono essenzialmente tre: - Relazione con lo strumento musicale, - Relazione tre i ragazzi, - Relazione con l operatore. 2. Il secondo gruppo, che si ritrova il mercoledì mattina, invece si basa su di un approccio ricettivo della musica, che induce l utente al relax e ad un massaggio sonoro. Per questo la musica utilizzata in questa seduta è molto più rilassante (Classica, New Age, o leggermente ritmata). L utilizzo di questa musica si propone per questo laboratorio una: - Relazione con l operatore. - Comunicazione dei livelli di gradimento. Entrambe le sedute, sia del lunedì che del mercoledì, sono sedute che durano circa 1 ora/1ora e 15 minuti. (musicoterapia). 3. La seduta che si tiene il giovedì pomeriggio dura circa 2 ore, è una seduta molto più lunga e più impegnativa, per questo motivo è essenzialmente divisa in due parti, separate dalla pausa per il thè. Nella prima parte viene applicato un approccio ricettivo della musica; è quindi più centrata sul rilassamento e sullo scaricare le tensioni emotive da parte dell utente La seconda parte, invece, utilizza un approccio attivo della musica (musicagioco).

10 Essenzialmente, questa lunga seduta si propone il raggiungimento di differenti obiettivi: - Socializzazione tra gli utenti, - Relazione interpersonale, - Riconoscimento del ritmo di alcuni brani musicali, - Movimento libero quindi comunicazione corporea. Specificatamente, la parte dedicata alla musicagioco si avvale anche dell utilizzo di oggetti familiari che favoriscano la relazione ed il contatto, in tre differenti modi: 1. relazione con oggetti conosciuti quotidianamente (olio, talco, ecc.) che permettano all utente di entrare in contatto con il proprio corpo e di conoscerlo. 2. relazione e contatto corporeo con l operatore attraverso l utilizzo di creme profumate e di massaggi, che l operatore fa all utente. Questo per permetter la relazione con l altro. 3. odori familiari per entrare in relazione con l ambiente. Utilizzando candele profumate, essenze e thè aromatici, si cerca di ricreare un ambiente familiare e di evocare nell utente immagini appartenenti alla sua storia personale Il setting terapeutico Il setting terapeutico va inteso come la cornice all interno della quale si dovrà svolgere la terapia; comporta delle regole di tempo, di luogo, della durata del trattamento, contatti con l operatore che rappresenta il contenitore e garantisce stabilità e sicurezza. È molto importante la preparazione che l utente ha rispetto all inizio della seduta di musicoterapia. Si è, infatti, constatato che portare i ragazzi nella stanza in cui si svolgerà la seduta, prima dell inizio della stessa, permette un migliore adattamento all ambiente, e permette all utente di passare in modo adeguato e tranquillo dalla confusione del mondo esterno alla tranquillità della musicoterapia.

11 Un altro elemento fondamentale per un setting terapeutico, è quello di individuare la posizione giusta per ognuno degli utenti che partecipano alla seduta. Questa viene definita in base a diversi criteri: 1. piacevolezza dell ambiente (con possibilità di osservare, sperimentare, ecc.) 2. situazione fisica: a seconda della diversa disabilità e della gravità della stessa, è da valutare l utilizzo di un dondolo o di un tappetino morbido. 3. favorire una possibile interazione tra i ragazzi. Ad esempio mettere vicino due persone che amano lo stesso strumento musicale, lo stesso gioco o comunque uno stesso oggetto, per favorire l interazione con l altro. Infine, si preferisce utilizzare sempre la stessa musica sia per l inizio che per la fine della seduta, in modo da creare, anche attraverso il suono, uno spazio ben definito in cui potersi esprimere e rilassare.

12 Un esperienza viva con i miei ragazzi di Loredana Boito, Musicoterapista L esperienza che vado a descrivere, è l esperienza della seduta di musicoterapia settimanale con quelli che ormai definisco i miei ragazzi, la mia grande famiglia, che una struttura come l ANFFAS mi ha dato la possibilità di fare. Ci incontriamo il venerdì pomeriggio e alla seduta di musicoterapia partecipano dei ragazzi con diverse gravi problematiche psico-fisiche che, però, non intaccano minimamente i nostri lavori, anzi sembra quasi che passino in secondo piano grazie anche alla collaborazione dei vari operatori che ciclicamente partecipano alle sedute. Lavoro utilizzando la tecnica della musicoterapia attiva ossia una attiva stimolazione del ragazzo attraverso l uso di strumenti musicali a percussione, vedi lo strumentario ORFF e l utilizzo della voce. La musicoterapia ORFF così definita è una terapia che va a stimolare tutti i sensi. L impiego dei vari strumenti, della parola in senso ritmico- fonetico, il ritmo libero e obbligato, il movimento, il melos nel linguaggio e nel canto, sono strutturati da corrispondere a tutti i sensi. Questa stimolazione multisensoriale va a intervenire anche dove un senso o più sensi sono danneggiati o mancano. Nella collaborazione che si sviluppa durante le sedute, il ragazzo si esprime liberamente, esprime le sue emozioni, le sue tensioni, usa la sua espressione attraverso lo strumento per comunicare con gli altri, quindi socializzare e stare bene con se stesso e poi con gli altri. Un grosso merito della musicoterapia in questi casi, è il suo potere socializzante. Nel gioco-suono e nel clima acustico che viene a crearsi, il ragazzo va a consolidare la propria personalità, la comprensione per l altro e quindi l integrazione sociale. L esprimersi attraverso il suono unifica, porta tutti sullo stesso piano e rende fluida e omogenea la comunicazione con l altro. Lo strumento musicale è l intermediario tra musicoterapista e ragazzo, crea il dialogo non verbale, quindi da l avvio alla comunicazione, pur mantenendo all inizio il giusto distacco per non mettersi subito in discussione. Ma veniamo ora a descrivere lo svolgimento della nostra seduta di musicoterapia. Il nostro setting è una palestra dove gli strumenti vengono sistemati in posizione centrale sopra dei tappeti così da creare una volta arrivati i ragazzi e fatti sedere o distendere in

13 cerchio attorno agli strumenti la posizione del focolare, una posizione circolare appunto che aiuta il contatto e crea una situazione di intimità fra loro soprattutto quando scelgono di suonare insieme uno strumento o di avere contatti fra loro o gli operatori. L entrata e l uscita sono caratterizzate da un momento di rilassamento dove tutti si distendono e ascoltano della musica che improvviso al flauto traverso, questo momento è molto gradito ai ragazzi dimostrato dal fatto che sono rilassati, sorridono e lo stato muscolare è elastico, sono in uno stato di benessere psico-fisico. Momento successivo l iniziare la comunicazione attraverso gli strumenti che oramai scelgono da soli e spesso vengono usati più strumenti contemporaneamente. Inizio una ritmica di base sulla quale si inseriscono insieme o individualmente a seconda del loro momento comunicazionale che intendono avviare. Presto sempre massima attenzione a ognuno di loro, a quello che mi vogliono comunicare durante il loro intervento, soprattutto quando c e l impossibilità a usare lo strumento da soli, ecco che allora lo strumento usato tramite l operatore va a coadiuvare la difficoltà oggettiva del suonare, diventando per il ragazzo un unico strumento per esprimere le sue emozioni e che lo mette sullo stesso piano degli altri. Altro momento molto bello è l utilizzo della voce supportata da esclusivi strumenti percussivi. Su base ritmica e utilizzando due intervalli discendenti e modulati con una semplice O abbiamo sostituito il canto inteso nella sua forma tradizionale, ma siamo comunque riusciti a utilizzare la voce come momento espressivo e d unione fra ritmo, corpo e voce. E un momento di rilassamento e spesso vengono chiesti massaggi o piccoli toccamenti sul corpo proprio per continuare questo stato di benessere. E molto importante il contatto fisico per far sentire che ci siamo, che siamo uniti in un momento di benessere psico-fisico. Alterno sempre momenti di crescendo ritmico a momenti melodici per non stancare i ragazzi, anche se spesso sono loro stessi a stimolare con le percussioni il momento ritmico in modo da continuare su ritmiche forti che piacciono e che li fanno stare bene non sentendo la stanchezza del percuotere gli strumenti. E un esperienza che li sta facendo crescere dal punto di vista umano, comunicazionale e emotivo, crea benessere e soprattutto da loro la possibilità di comunicare attraverso una parola che non è intesa dal punto di vista classico, ma è una parola filtrata attraverso l emozione ed espressa attraverso il suono.

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