Da «Voiles et Voilier» N 317, pag

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1 Da «Voiles et Voilier» N 317, pag Prendo quello su cui ci sono i cibi e bevande!! Davanti a noi, due Etap 21i ormeggiate a coppia nel porto di Hyères. Sono nuove fiammanti e identiche. O quasi. Una delle due è dotata di chiglia classica, l altra ha chiglia Tandem Etap. Poichè guardando dal pontile non c è modo di sapere quali sono le loro rispettive appendici, tanto vale salire a bordo di quella in cui ci sono le provviste! Un colpo di avviamento elettrico prima di mollare le cime d ormeggio e si dà il via ad uno slalom a motore fra pontili affollati e trappe che si tuffano in acqua. A meno di 3 nodi a motore, l'etap 21i dà prova di eccellente manovrabilità : impossibile indovinare quale sia la nostra chiglia, malgrado diverse evoluzioni e giri a 360 effettuati in marcia avanti e in retromarcia. Questo sembrerebbe dovuto all efficacia della pala doppia della chiglia Tandem. Si fa ora rotta verso il largo, dove si alza una leggera brezza termica da Nord- Nord-Ovest. Con la randa issata ed il genoa srotolato, 10 nodi di vento reale cominciano ad increspare un mare senza onde lunghe e ci permettono di provare diverse regolazioni che abbiamo a disposizione. Con il trasto della randa leggermente sottovento, bordura della randa appena tesa, un membro d equipaggio sottovento: lo spidometro indica 5,2 nodi e la bussola fra 87 e 90 da un bordo all altro. All ingaggio! Andiamo a sfiorare l altro Etap che ci aspetta sullo stesso specchio d acqua. Di bolina stretta, mura a dritta, eccoci ora l una parallela all altra, lei sopravvento, noi sottovento. Si sta attenti alle raffiche, lavorando solo di stick, pratico e sensibile. Grazie ad un pelo di velocità in più, provo a orzare. Cinque, sei, sette gradi in più verso la direzione del vento perdiamo un po di velocità, ma il genoa ancora non fileggia. L altra barca, invece, non ce la fa e si ritrova con la prua al vento. Uno a zero, si vira di bordo Eccoci di nuovo di bolina sulle stesse mura, noi sopravvento e lei sottovento. Poggiando leggermente, siamo esattamente alla stessa velocità. Si prova a incurvare un po la randa, lascare un po il trasto, centrare i pesi. Niente da fare, le velocità rimangono identiche. Proviamo ad orzare. Con gli occhi fissi allo spidometro che alterna i valori 5,1 o 5,2 nodi, riusciamo a salire di quasi 10 verso la direzione del vento. Due bordi dopo, il fatto di fare una bolina leggermente più stretta si traduce in quasi dieci lunghezze di vantaggio. Non c è più dubbio, facciamo una bolina migliore, almeno con questo tipo di situazione metereologica. Due a zero, cambiamo andatura. Issiamo lo spinnaker asimmetrico! Noi issiamo quello grande, da 34 metri quadri, l altra quello piccolo, da 22.5 metri quadri. 1

2 Non ostante la differenza nelle superfici veliche, i due Etap 21i navigano alla stessa velocità, con la balumina dello spinnaker grande un po troppo lunga, quindi più difficile da «lavorare», sopratutto mano a mano ci si avvicina ad avere il vento in poppa. Il vento aumenta. Sia con mura a dritta che a sinistra, dal gran largo fino al traverso, e ritorno, impossibile trovare una netta differenza di velocità fra le due imbarcazioni. Stesso risultato per quanto riguarda la stabilità di rotta. Alla fine di una mezza giornata di navigazione, non so ancora con certezza di quale tipo di chiglia sia equipaggiata la mia 21i. Detto questo, il suo leggerissimo vantaggio nello stringere il vento nell andatura di bolina stretta mi induce a pensare che probabilmente la mia chiglia è quella classica. All ora del picnic, andiamo a gettare l ancora nell acqua cristallina di fronte alla spiaggia di Notre-Dame (Porquerolles). E nel momento in cui mi chino per osservare verso il basso dalla fiancata, per osservare più da vicino le sardine che si disputano le briciole di pane, percepisco l ombra della chiglia che si staglia sulla sabbia. Ora non c è più dubbio, si tratta sicuramente del profilo classico! Ma silenzio : Gilles, che navigava sull altra Etap, viene a sostituirmi, è ora a bordo, e gli cedo la parola. Sotto spinnaker le due imbarcazioni vanno alla stessa velocità Su, coraggio, datemi la barra! Siamo sotto spi con andatura al largo con vento di ponente navigando in direzione di Capo delle Mède. Questa volta, le due barche hanno esattamente la stessa invelatura (lo spi asimmetrico piccolo). Si accelera piano piano di bordo in bordo per una prova di velocità lungo un po più di un miglio. Si orza, si poggia, si guadagna nelle raffiche, si rilancia nelle calme : le due barche sono 2

3 e rimangono incollate l una all altra. Se una poggia, perde un po di velocità, l altra adotta la stessa direzione, e rallenta a sua volta. La prima orza di nuovo, accelera, riesce a prendersi una mezza lunghezza, subito imitata dalla compagna che si riprende la posizione. A questa andatura, la sentenza è chiara: non c è alcuna differenza di velocità fra le due barche. Impossibile svelare quale possiede la chiglia classica e quale ha invece il doppio piano antideriva, impossibile dire quale beneficia di una ipotetica maggiore resistenza all avanza - mento o maggiore velocità. La barra rimane neutra, le regolazioni sono facili anche grazie alle dimensioni non eccessive delle vele. Lo spi asimmetrico ha un bell aspetto grazie al suo punto di mura avanzato sul piccolo buttafuori ; si is sa o ammaina in un istante con l ottima attrezza - tura completa ed efficace. Sola soluzione per sapere qual è: chinarsi quando si è al richiamo per tentare d intravedere sotto l acqua se l appendice è una massa singola ed affilata, o doppia e più compatta. La seconda sfida avviene di bolina lungo la costa nord dell isola di Porquerolles. Cominciamo mura a sinistra per allontanarci dagli scogli di Mèdes. Con la versione «chiglia classica» - noi adesso abbiamo identificato le chiglie -, io riesco a fare una bolina leggermente più stretta. al punto da dover poggiare dopo alcuni minuti, per non disturbare il nostro avversario dalla posizione favorevole sottovento. Viramento di bordo. Il bordo mura a dritta viene prolungato fino ad un bell ancoraggio adatto per il picnic in un acqua color turchese.. Colà, di nuovo, c è una leggera superiorità della chiglia classica : miglior angolo di bolina e velocità, il tutto con un vento che oscilla fra 10 et 12 nodi e mare piatto. La cosa sembra stabilita, ma, nel campo della vela, non si può mai esser sicuri di niente... Poca differenza con vento forte... Quando lasciamo il nostro posticino tranquillo condiviso solo con poche altre barche (Porquerolles, in maggio, è proprio un posto benedetto...), il vento comincia a giocare nell intervallo fra 15 e 20 nodi. Eccomi ora al timone del modello equipaggiato di chiglia tandem. Mi aspetto d esser soccombente, tanto più che il nostro avversario ha già preso una mano di terzaroli. Con il fiocco molto tesato e aperto grazie ad un punto di tiro portato verso poppa, randa appiattita con scotta tesata e trasto lasciato un po sottovento, tento di mantenere la posizione. La prua gioca con le onde corte, lo sbandamento è ormai sensibile. La posizione del timoniere seduto sul paramare non è delle più confortevoli; mancano un paio di punta-piedi : la posizione naturale obbliga ad mettere il busto al di fuori della battagliola, il che non è ideale dal punto di vista della sicurezza, e la barra di scotta (rotaia del trasto) potrebbe essere mu nita di un cursore che sia manipolabile con una sola mano da parte del timoniere. Malgrado tutto, non si vede affatto un vero vantaggio per il modello a chiglia classica, ormai timonato dai nostri colleghi tedeschi della rivista Die Yacht, e sembra più dovuto alla sua navigazione con una mano di terzaroli, 3

4 che gli permette di essere più orizzontale e di passare attraverso le onde con potenza. Prendiamo una mano di terzaroli anche noi, il che è di una semplicità incredibile con il sistema ETAP della borosa continua, che ci evita di dover uscire in coperta. Una volta uguagliata la superficie velica, la prova riprende in direzione del piccolo passaggio di Porquerolles. A trenta nodi occorrono tre mani di terzaroli! Il vento ha ormai raggiunto nodi. Sorpresa, noi riusciamo a mantenere la posizione di testa ed il. leggero svantaggio precedentemente dimostrato dal modello con chiglia tandem non c è più. Pensiamo sia senz altro una questione di regolazioni. Poggiamo un po, poi, più tardi, in direzione di Hyères, con un vento che continua a crescere, quando navighiamo sottovento alla penisola di Giens, una seconda mano di terzaroli e molti giri di rolla-fiocco ci permettono di constatare che non sarebbe inutile disporre di una terza mano di terzaroli quando si è obbligati a navigare con trenta nodi di vento e che il paterazzo eviterebbe all attrezzatura di oscillare esageratamente alle andature di traverso. Pur con queste piccole osservazioni, il mio giudizio è che questa barca offre moltissimo per il prezzo a cui viene venduta. Per quanto riguarda le due versioni di chiglia, non si può certo dire che vi sia una chiara differenza in velocità, né di stabilità, né tantomeno di manovrabilità. Non ne abbiamo constatata alcuna nelle andature portanti, e, di bolina, l effetto dovuto alla diversità di chiglia è sicuramente inferiore a quello dovuto ad una regolazione approssimativa delle vele. 4

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