Le strategie di sicurezza antincendio. ed allarme incendio. Come si applica la normativa sugli impianti di rivelazione. Piergiacomo Cancelliere

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1 Come si applica la normativa sugli impianti di rivelazione ed allarme incendio Piergiacomo Cancelliere L abstract Gli impianti di rivelazione degli incendi nascono con l obiettivo principale di rivelare un incendio quanto prima possibile e di lanciare l allarme al fine di attivare le strategie tecniche - impianti automatici di spegnimento, di compartimentazione, di evacuazione dei fumi e del calore, etc. - e procedurali - piano e procedure di emergenza e di esodo - progettate e programmate in relazione all incendio rivelato ed all area ove tale principio di incendio si è sviluppato rispetto all intera attività sorvegliata. Il presente articolo ha lo scopo di illustrare un metodo per la corretta applicazione della normativa sugli impianti di rivelazione ed allarme incendio. 14 antincendio Le strategie di sicurezza antincendio per la protezione delle persone e dei beni sono una combinazione di misure di prevenzione e di protezione nei confronti del rischio incendio. Le misure di protezione si dividono, inoltre, in misure di protezione passiva ed in misure di protezione attiva. Queste ultime sono formate da quell insieme di sistemi, attrezzature, impianti e mezzi antincendio che, con la loro attivazione, che può essere automatica o manuale, consentono di limitare gli effetti di un incendio attraverso il controllo o l estinzione della combustione, la gestione o lo smaltimento dei prodotti della stessa ed, infine, la diffusione di segnali di allarme agli occupanti dell attività. Tutte le misure di protezione attiva necessitano, pertanto, di un elemento sensibile che sia in grado di rivelare la presenza di un principio di incendio in un ambiente, in modo da poter esercitare l azione di mitigazione in relazione al grado di protezione previsto in fase di progettazione della sicurezza antincendio. L elemento sensibile per le attrezzature ed i mezzi di protezione attiva di tipo manuale, come ad esempio l estintore o la stessa rete idranti, è rappresentato dall uomo, mentre nei sistemi ed impianti automatici l elemento sensibile, tranne che per gli impianti sprinkler, è svolto dall impianto di rivelazione ed allarme incendio. Per questo motivo i sistemi di rivelazione ed allarme incendio rappresentano l elemento imprescindibile da cui dipendono tutte le misure di protezione attiva di tipo automatico. Nelle attività soggette, la recente emanazione del D.M. 20/12/2012 [1], ha stabilito come e dove deve essere considerata la misura di rivelazione ed allarme incendio [2]. In linea con le previsioni del D.M. 20/12/2012, ogni volta che una regola tecnica verticale prevede la misura di rivelazione ed allarme incendio, sarà necessario proteggere l attività con il relativo impianto. Per le attività prive di regola tecnica, sarà cura del progettista antincendio stabilire, sulla base delle indicazioni del titolare dell attività ed a valle della valutazione del rischio, la necessità di installare un impianto di rivelazione ed allarme incendio. In questa ultima circostanza, in una eventuale fase di approvazione del progetto antincendio (attività di tipo B e C presenti nell alsettembre 2014

2 L Autore Piergiacomo Cancelliere - Ingegnere elettrotecnico, dottore di ricerca in conversione dell energia elettrica. Dopo le prime esperienze lavorative in industrie del settore elettrico e di automazione, entra nel 2001, nel gruppo di ricerca Convertitori, Macchine ed Azionamenti elettrici dell Università degli Studi di Cassino. Nel 2006 è nel C.N.VV.F. e viene assegnato alla Direzione Centrale per la Prevenzione e Sicurezza Tecnica, Area VI Protezione Attiva, dove si occupa di impianti e sistemi per la rivelazione incendi e impianti elettrici nelle attività soggette. Nel 2008 è assegnato al Comando di Frosinone, dove si interessa di attività industriali a Rischio di Incidente Rilevante. Nel 2010 torna all Area VI, dedicandosi ai sistemi ed impianti di rivelazione incendi e impianti elettrici nei luoghi a maggior rischio in caso di incendio ed esplosione. Svolge attività di formazione nel settore della prevenzione incendi. Partecipa alla stesura delle regole tecniche e degli atti di indirizzo di prevenzione incendi per le attività soggette alle visite ed ai controlli dei VV.F. È autore di più di 30 pubblicazioni su atti di convegni internazionali, riviste nazionali ed internazionali ed è membro del CT72 Rivelazione Incendi dell UNI e dei CT 82, CT 64C e CT 31 del CEI. legato I al D.P.R. 151/2011), il competente Comando Provinciale dei Vigili del fuoco, in fase istruttoria, potrà richiedere l installazione dell impianto di rivelazione ed allarme. Questa prescrizione, dovrebbe essere, di norma, giustificata da parte del funzionario istruttore del Comando che, in relazione alla valutazione del rischio effettuata dal professionista, sulla base di elementi di analisi del rischio incendio, quale la complessità della attività, la presenza di inneschi efficaci, la necessità di allertare un gran numero di persone, richiederà al progetto antincendio la necessaria presenza della misura di un impianto di rivelazione e segnalazione di allarme ed incendio. Pertanto, lo strumento della valutazione del rischio incendio sta alla base della scelta di installazione di una misura di protezione antincendio ed, in particolare, della previsione di un impianto di rivelazione ed allarme incendio a protezione di un attività. Lo strumento della valutazione del rischio incendio ( fire risk assesment ), costituito da un processo documentato organizzato, in grado di consentire al professionista antincendio che lo sviluppa, sulla base delle indicazioni del titolare dell attività, di identificare sia i pericoli di incendio sia gli occupanti che potrebbero coinvolti da un incendio, tenendo altresì conto della geometria e della complessità dei luoghi e dell edificio ove l attività a rischio di incendio viene svolta, permette di stabilire la previsione di una misura di protezione ed, in particolare, la necessità di installare un impianto di rivelazione ed allarme incendio. Di conseguenza, solo dopo il processo di fire risk assesment, il professionista antincendio avendo individuato come misura di mitigazione del rischio incendio l installazione a servizio dell attività di un impianto di rivelazione ed allarme incendio, si rivolge alla regola dell arte per la corretta progettazione, esecuzione e manutenzione dell impianto stesso. In Italia, cosi come indicato anche nel D.M. 20/12/2012, la norma tecnica di riferimento per la progettazione, esecuzione e manutenzione degli impianti di rivelazione ed allarme incendio è la UNI 9795:2013 Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme d incendio - Progettazione, installazione ed esercizio [3]. Nel prosieguo, dopo una sezione dedicata ad illustrare la struttura delle norma UNI 9795 e le modalità per la corretta interpretazione ed utilizzo nelle fasi di progettazione, realizzazione e manutenzione di un impianto di rivelazione incendi, verranno analizzate, nello specifico, le modalità per la corretta realizzazione delle funzioni di rivelazione e della funzione di diffusione degli allarme incendio. Struttura della norma UNI 9795 A livello Europeo, la norma per gli impianti di rivelazione ed allarme incendio (di seguito IRAI) non è ancora stata armonizzata: per questi impianti, contrariamente a quanto verificatosi per gli impianti sprinkler con la norma UNI EN [4], ciascuna nazione stabilisce le modalità e le caratteristiche che devono possedere i sistemi di rivelazione ed allarme incendio. rilevazione e allarme antincendio 15

3 Figura 1 - Funzioni di base di un IRAI In ogni modo, alla base di ciascuna norma di impianto non possono non essere considerate le disposizioni sui componenti e su alcune modalità di realizzazione espresse dalle norme armonizzate della serie EN 54. Anche la norma UNI 9795 nell ultima edizione dell ottobre del 2013, tiene conto, nella sua revisione, degli aggiornamenti normativi delle norme armonizzate europee ed, in particolare, della norma UNI EN 54-1 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d incendio - Parte 1: Introduzione [5]. La norma UNI EN 54-1, identifica e stabilisce tutte le funzione cui è chiamato a rispondere un impianto di rivelazione ed allarme incendi. La norma n. 1 della serie EN-54 fissa la configurazione base di un IRAI, stabilendo che sia sempre costituita dagli elementi che Figura 2 - Funzioni ed azioni di controllo effettuate da un IRAI assolvono alle 4 funzioni principali di un impianto di rivelazione ed allarme incendio, segnatamente: Funzioni A: rivelazione Automatica dell incendio Funzione B: Funzione di Controllo e segnalazione (La Centrale) Funzione D: Rivelazione Manuale dell incendio Funzione L: Funzione di Alimentazione di sicurezza. Le relazioni che devono intercorrere fra le funzioni di base sono riportate nella Figura 1. La norma UNI 9795 prevede che la rivelazione di un incendio possa essere affidata anche alla sola funzione D, ovvero alla rivelazione manuale dell incendio; per contro, se la configurazione dell impianto prevede la rivelazione automatica, dovranno essere sempre presenti anche pulsanti per la rivelazione manuale dell incendio. L impianto IRAI, rappresenta il cuore di un Sistema di Sicurezza Antincendio che, nella sua configurazione estesa, deve essere completato con gli elementi di attuazione delle funzioni di messa in sicurezza richieste, come il comando di eventuali serrande tagliafuoco, la chiusura di elementi di compartimentazione, l attivazione di sistemi per l evacuazione di fumi e di calore, l invio dell allarme incendio, l attivazione di impianti di spegnimento. La norma EN 54-1, raggruppa le funzioni di un IRAI in quattro livelli, il primo livello è rappresentato dalla configurazione 16 antincendio

4 di base (rivelazione e segnalazione), al livello immediatamente superiore, il livello 2, vengono individuate le azioni di controllo, al livello 3 sono raggruppate le funzioni Locali ed, infine, al livello 4 le funzioni Remote, così come rappresentato nella Figura 2. Il raggruppamento in quattro livelli delle funzioni ed azioni di controllo di un IRAI operato dalla norma EN 54-1, riflette il ruolo di primaria importanza svolta da un impianto di rivelazione ed allarme incendio, la centrale è chiamata a coordinare tutte le azioni di Controllo, e, fra queste la funzione C di diffusione degli allarmi, per passare a tutte quelle funzioni che consentono di verificare ed attivare sistemi di spegnimento automatici, attivare i sistemi di evacuazione di fumo e calore, comandare gli elementi di compartimentazione come le serrande tagliafuoco o i magneti di rilascio per le porte resistenti al fuoco, senza trascurare le funzioni di sorveglianza che la centrale di un IRAI è chiamata a svolgere attraverso le funzioni per il controllo della presenza di eventuali guasti e la trasmissione sia locale sia remota dei guasti stessi, per arrivare ad impianti complessi e distribuiti che necessitano delle funzioni di buiding managment al fine di riportare lo stato e la gestione di tutti gli impianti tecnologici e di servizio presenti in un edificio complesso alla verifica ed al controllo operato dalla centrale dell impianto IRAI. La Tabella 1, estratta dalla norma EN 54-1, riporta la descrizione delle funzioni e delle azioni di controllo di un impianto di rivelazione e segnalazione allarme incendio.

5 C E F G H J K M N O Funzione di allarme incendio Funzione di trasmissione dell allarme incendio Funzione di ricezione dell allarme incendio Funzione di comando del sistema o attrezzatura di protezione contro l incendio Sistema o impianto automatico di protezione contro l incendio Funzione di trasmissione dei segnali di guasto Funzione di ricezione dei segnali di guasto Funzione di controllo e segnalazione degli allarmi vocali Funzione di ingresso e uscita ausiliaria Funzione di gestione ausiliaria (building management) Scambio di informazioni tra funzioni Tabella 1 - Descrizione delle Funzioni ed azioni di controllo di un IRAI La configurazione e l articolazione delle funzioni che devono essere assegnate ad un IRAI per la sorveglianza e la protezione di una attività non sono prescritte nella norma UNI 9795, la quale si limita solo a stabilire le configurazioni minime con le 4 funzioni fondamentali. Il fire risk assessment effettuato sull attività, consentirà al progettista dell impianto di individuare la configurazione e la stratificazione di tutte le funzioni richiesta dall IRAI in relazione agli obiettivi ed alle prestazioni di sicurezza dell attività che si deve proteggere: le norme contengono le indicazioni tecniche per realizzare a regola d arte le funzioni che l impianto è chiamato a svolgere, ma non stabiliscono quali debbano essere le funzioni che devono essere implementate, questa informazione deve scaturire dall analisi del rischio incendio dell attività. Scelta ed implementazione della funzione di rivelazione automatica d incendio La funzione di rivelazione automatica si basa sulla capacità offerta da un sensore di percepire gli effetti di un incendio, quali, ad esempio, il fumo, il calore ed altri prodotti della combustione, in modo da rivelare il prima possibile la presenza di un incendio. Il sensore deve offrire, inoltre, una affidabilità nei confronti della caratteristica che rileva, in modo da non generare falsi allarmi rispondendo a fenomeni legati al normale funzionamento dell attività. Il campo delle tecnologie di rivelazione incendi è in continua evoluzione, sia per le modalità di realizzazione dei sensori che per l effetto cui rispondono per la rivelazione di un principio di incendio [6], si passa da sensori puntiformi multi criterio, sensibili sia alla temperature che al fumo o ai prodotti della combustione come la CO 2, a sensori distribuiti come le barriere lineari, i sistemi ad aspirazione ASD ed i cavi termosensibili. Sono presenti, inoltre, sensori specifici per le fiamme degli incendi, orientati maggiormente alla protezione di ambienti industriali, che basano il loro funzionamento su tecnologie tradizionali (Optical Fire Detector OFD) o su tecnologie innovative basate sull analisi video delle immagini (Video Image Detection VID) il cui stato di sviluppo è riportato, ad esempio, in [7], [8] e [9]. Si può affermare, pertanto, che non tutti i sensori rivelano i possibili principi di incendio ed alla stessa maniera. La EN 54-1, per la funzione di rivelazione automatica, riporta una descrizione delle tecnologie di rivelazione e delle relative norme di prodotto cui riferirsi per la scelta dei prodotti da utilizzare. L estratto delle informazioni contenute nella 18 antincendio

6 EN 54-1 per la funzione A di rivelazione automatica è riportata nella Tabella 2. Per una lista sempre aggiornata della revisione delle norme di prodotto della serie EN54 e dei nuovi progetti di norma si rimanda alla pagina del Comitato Tecnico CEN/TC 72 - Fire detection and fire alarm systems, disponibile sul sito del Comitato Europeo per la Standardizzazione, CEN ( La norma UNI 9795, per la progettazione della funzione di rivelazione automatica dell incendio, al punto 5.3, afferma che: Nella scelta dei rivelatori devono essere presi in considerazione i seguenti elementi basilari: le condizioni ambientali (moti dell aria, umidità, temperatura, vibrazioni, presenza di sostanze corrosive, presenza di sostanze infiammabili che possono determinare rischi di esplosione, ecc.) la natura dell incendio nella sua fase iniziale, mettendola in relazione con le caratteristiche di funzionamento dei rivelatori, dichiarate dal fabbricante e attestate dalle prove la configurazione geometrica dell ambiente in cui i rivelatori operano, tenendo presente i limiti specificati nella presente norma le funzioni particolari richieste al sistema (per esempio: azionamento di una installazione di estinzione d incendio, esodo di persone, ecc.). Ancora una volta, la regola dell arte indica quali devono essere i criteri ed il processo da seguire per la corretta individuazione dei sensori di incendio a protezione dell attività, senza imporre o limitare le scelte progettuali. Gli elementi indicati sopra, possono trovare una descrizione compiuta solo attraverso rilevazione e allarme antincendio 19

7 Funzione Esempio di prodotti Norme che svolgono la Funzione di prodotto Rivelatori di Fumo puntiformi (smoke detectors) EN 54-7 Rivelatori lineari che utilizzano EN un raggio ottico luminoso Rivelatori di fumo ad aspirazione (Aspirating Smoking Devices ASD) EN Sensori di fumo per condotte (Duct Smoke Detector) EN Sensori puntiformi di temperatura EN 54-5 Sensori lineari di temperatura EN Sensori lineari di temperatura non resettabili EN A Rivelazione Automatica Rivelatori puntiformi di fiamma EN dell incendio (Automatic Fire Rivelatori di CO 2 EN Detection Function) Multi-Sensor Fire Detectors: Sensori puntiformi sensibili ai fumi ed al calore EN Sensori puntiformi sensibili al calore ed alla CO 2 EN Sensori puntiformi di calore sensibili al fumo, EN alla CO 2 ed al calore Dispositivi di ingresso per funzioni EN di rivelazione ausiliare tipo: Attivazione impianti sprinkler Dispositivi di ingresso per la connessione di dispositivi secondari di rivelazione ai circuiti principali di rivelazione Tabella 2 - Funzione A rivelazione automatica secondo la EN antincendio una conoscenza approfondita dell attività da proteggere e dalla imprescindibile presenza del documento di valutazione dei rischi di incendio dell attività: questi elementi condurranno ad una scelta corretta della funzione di rivelazione. Ad esempio, stabilito che un reparto dell edificio da proteggere debba essere sorvegliato da rivelatori puntiformi, se nella valutazione del rischio è presente l informazione che in quel reparto saranno prodotti fumi legati alle normali attività di processo, il progettista dovrà orientarsi verso la scelta di sensori puntiformi di calore, al fine di evitare segnalazioni intempestive di incendio. Stabilita la tecnologia e la tipologia della rivelazione, la norma UNI 9795 va ad indicare i criteri per la corretta predisposizione dei sensori, come i raggi di copertura per i rivelatori puntiformi di fumo o temperatura, che sono funzione dell altezza e della configurazione della copertura del locale da proteggere, i criteri per il dimensionamento dei sensori lineari ottici, le cosiddette barriere lineari rispondenti alla norma UNI EN 54-12, oppure i sistemi di rivelazione ad aspirazione, ASD, rispondenti invece alla norma UNI EN Altri criteri e modalità di installazione vengosettembre 2014

8 no forniti nella sezione della norma UNI 9795 per i Rivelatori lineari di calore di tipo non resettabile, ovvero i cavi lineari termosensibili ad azione unica, coperti ancora da un progetto di norma Europeo, la pren che risulta essere ad un livello avanzato di condivisione e maturazione, tanto che è possibile reperire sul mercato prodotti che rispondono ai requisiti richiesti dal progetto di norma stesso. La UNI 9795 contiene, inoltre, anche una sezione interamente dedicata alle modalità di scelta ed installazione dei rivelatori di fiamma, segnatamente il paragrafo 5.4.7, oltre alla sezione dove vengono trattati i criteri per i Rivelatori puntiformi che utilizzano fenomeni di rivelazione combinati. Scelta ed implementazione della funzione di diffusione degli allarmi incendio Un recente studio condotto dalla UL [10], riporta una sperimentazione effettuata su due stanze che, a parità di carico di incendio, sono state allestite una con mobilia ed elementi di arredo tradizionali (fibre di legno e fibre naturali quali la lana o il cotone per i mobili imbottiti), e l altra, sempre delle stesse dimensioni, allestita invece, utilizzando mobili ed arredi costituiti da materiali plastici non aventi alcuna caratteristica di reazione al fuoco. Dal confronto degli esperimenti condotti, si è osservato che il tempo al Flashover della stanza tradizionale risulta essere di circa 30 minuti contro i soli 4 minuti della stanza allestita con materiale plastico non classificato ai fini della reazione al fuoco (un ordine di grandezza di differenza). L analisi di questo dato conferma, ancora una volta, che la riduzione del tempo al Flashover dovuto all utilizzo sempre più diffuso di arredi e complementi d arredo di derivazione plastica, richieda all impianto di rivelazione incendi di accorgersi velocemente della presenza di un incendio e, soprattutto, di riuscire a diffondere in maniera efficace l allarme incendio in modo che tutti gli occupanti possano percepirlo ed attivarsi per l esodo in sicurezza. La norma n.1 della EN 54, come riportato nella Tabella 1, per la diffusione dei segnali di allarme incendio, offre la funzione C e la più recente funzione M Funzione di controllo e segnalazione degli allarmi vocali. La funzione C, ripresa e trattata dalla norma UNI 9795, deve essere realizzata tenendo conto, oltre che della geometria degli ambienti e dei luoghi ove diffondere il segnale di allarme incendio, anche della natura e della capacità di percezione degli occupanti. Per trasmettere gli allarmi, pertanto, si potrà ricorrere alle cosiddette sirene, coperte dalla norma Europea EN 54-3, oppure da diffusori ottici di allarme che invece devono rispondere alla più recente e molto severa norma EN Dispositivi visuali di allarme incendio. Non sono da escludere poi elementi innovativi di trasmissione dei segnali di allarme rivolti a persone con ridotte capacità sensoriali, uditive o visive, ricorrendo a dispositivi che, vibrando, possano allarmare gli occupanti dell attività. Tutte le misure di protezione attiva hanno bisogno di un elemento sensibile capace di rivelare la presenza di un principio di incendio in un ambiente, in modo da esercitare l azione di mitigazione in relazione al grado di protezione previsto in fase di progettazione 22 antincendio

9 Figura 3 - Visual Alarm Device (VAD) rispondente alla norma UNI EN Sino alla emanazione nell aprile del 2010 della norma EN relativa ai dispositivi visuali di allarme incendio, l unico riferimento normativo di prodotto era rappresentato dalla norma EN 54-3 Dispositivi sonori di allarme incendio. I produttori, pertanto, hanno sviluppato dispositivi, denominati targhe acusto-ottiche per allarme incendio dove le prestazioni certificate risultavano essere solo quelle relative alle prestazioni sonore della funzione di diffusione dell allarme, mentre le prestazioni ottiche venivano stabilite da ciascuno, sulla base del proprio expertice e know-how tecnologico. L entrata in vigore della norma EN per i Visual Allarm Devices (VAD), ha comportato un adeguamento in termini di prestazioni ottiche dei dispositivi visuali di allarme, in quanto lo standard va a stabilire il livello di intensità luminoso che il dispositivo è chiamato a diffondere introducendo il concetto di volume di copertura oltre che le caratteristiche della radiazione luminosa diffusa. La norma EN definisce, inoltre, tre categorie di VAD, la prima relativa a dispositivi montati a soffitto, la seconda per quelli montati a parete e la terza categoria destinata ai dispositivi montati all aperto. Questi dispositivi, essendo destinati a funzionare dopo la rivelazione dell incendio, richiedono ai materiali che li costituiscono prestazioni di resistenza all incendio medesimo. La norma EN prescrive, dunque che le Flammability of materials, debbano essere determinate attraverso le prove della norma IEC Fire hazard testing - Part 11-10: Test flames - 50 W horizontal and vertical flame test methods. Questa procedura di prova classifica le prestazioni di partecipazione all incendio di un materiale con un grado crescente indicato dalla lettera V, seguita da un numero che va da 1 a 3; per i VAD viene richiesta la Classe V-2 se il dispositivo è alimentato da una tensione minore o uguale a 30 V RMS o 42,4 V DC (corrente continua) con un assorbimento inferiore ai 15 W. Se le tensioni di alimentazioni o gli assorbimenti di potenza risultano superiori, il test di flammability diventa EN Fire hazard testing - Part 11-20: Test flames W flame test methods, e la classe richiesta per i materiali del VAD non devono essere inferiori a 5VB. La Figura 3 riporta un VAD rispondente alla norma UNI EN Per attività complesse, svolte all interno di aree molto ampie e distribuite in diversi edifici, come ad esempio policlinici, parchi di divertimento, centri commerciali, le funzioni di diffusione di allarme incendio possono essere svolte ricorrendo alla funzione M della EN 54-1 Funzione di controllo e segnalazione 24 antincendio

10 degli allarmi vocali. È stato dimostrato, infatti, che la progettazione e l attuazione delle procedure di esodo in edifici complessi mediante la diffusione vocale degli allarmi comporta una riduzione del tempo necessario per la consapevolezza della situazione di emergenza degli occupanti da 11 minuti (diffusione tradizionale acustica o visiva) a 30 secondi. La norma UNI 9795 per la progettazione, installazione, esercizio e manutenzione dei sistemi di allarme vocali, richiama la UNI ISO :2010 Sistemi di allarme Vocale per scopi di Emergenza. Lo scopo di questa norma di impianto è quello di definire i requisiti di prestazione per i sistemi elettroacustici al fine di consentire, in caso di emergenza, la diffusione di informazioni a tutela dell incolumità degli individui in una o più aree specifiche. Il sistema audio, pertanto, in situazioni di emergenza deve consentire la diffusione delle informazioni comprensibili sulle azioni che devono essere intraprese al fine di proteggere gli occupanti nell ambito di una o più aree specifiche. Il sistema di emergenza vocale deve essere sempre in grado di trasmettere simultaneamente segnali di attenzione e messaggi vocali ad una o più aree contemporaneamente; il primo messaggio dovrà essere preceduto da un segnale di attenzione di durata compresa tra i 4 e i 10 secondi mentre i segnali o messaggi successivi dovranno continuare fino a quando saranno modificati secondo le procedure di evacuazione, oppure silenziati manualmente. L intervallo tra i messaggi successivi non dovrà superare i 30 secondi. I messaggi trasmessi dovranno avere prestazioni specifiche in termini di Intelligibilità vocale e della comprensibilità del parlato, oltre che riferirsi alle specifiche aree di copertura. La norma di impianto prescrive, inoltre, che i prodotti impiegati per le funzioni richieste dall impianto vocale in emergenza siano rispondenti ai requisiti contenti nella norma Figura 4 - Altoparlante per sistemi di allarme vocale d emergenza rispondente alla norma UNI EN (gentile concessione dell azienda FBT Elettronica, ) EN per gli altoparlanti, ed alla norma EN Apparecchiatura di controllo e segnalazione per i sistemi di allarme vocale per le centrali. La norma di prodotto EN stabilisce che gli altoparlanti facenti parte di un sistema di allarme vocale, devono essere in grado di fornire un avvertimento intelligibile agli occupanti che si trovano all interno o nelle vicinanze di un edificio nel quale si è verificata un emergenza dovuta a un incendio e di consentire, nel contempo, a tali persone di prendere misure appropriate rispetto a un piano di evacuazione predeterminato. Nella norma, quindi, si richiede agli altoparlanti per allarme vocale di raggiungere una prestazione acustica minima, unitamente a requisiti di costruzione e ambientali, per essere idonei all utilizzo in sistemi di rivelazione e di segnalazione di incendio. Infine, gli altoparlanti conformi alla EN 54-24, vengono classificati secondo la categoria ambientale di applicazione: altoparlante di tipo A: Altoparlante previsto principalmente per applicazioni al chiuso altoparlante di tipo B: Altoparlante previsto principalmente per applicazioni all aperto. 26 antincendio

11 Figura 5: VACIE conforme alla norma UNI EN (gentile concessione dell azienda FBT Elettronica, rilevazione e allarme Anche per questo componente per il quale è richiesto un funzionamento ed una garanzia di prestazione anche dopo la rivelazione dell incendio da parte dell IRAI, devono essere previste le stesse prestazioni al fuoco dei materiali richieste anche per i VAD: Classe V-2 secondo la norma IEC EN , se il dispositivo è alimentato da una tensione minore o uguale a 30 V RMS o 42,4 V DC (corrente continua) con un assorbimento inferiore ai 15 W Classe 5VB secondo la IEC EN , per altoparlanti alimentati a tensioni superiori ai livelli indicati sopra o con assorbimenti maggiori ai 15 W. La Figura 4 riporta un esempio di altoparlante conforme alla norma UNI EN Idranti a muro Materiale pompieristico Idranti sopra e sottosuolo Impianti Sprinkler Raccorderia scanalata Materiali intumescenti Tranquilli, c è Ziggiotto. Ziggiotto & C. srl Viale del Lavoro Ronco all'adige (VR) ITALY tel fax ziggiotto@ziggiotto.it web: antincendio 27

12 Le Apparecchiature di controllo e segnalazione per i sistemi di allarme vocale (voice alarm control and indicating equipment, VA- CIE) rispondenti ai requisiti della norma EN 54-16, devono svolgere funzioni di coordinamento, supervisione, controllo e convogliamento dei messaggi da trasmettere in caso di emergenza. Esse risultano essere dispositivi elettronici molto complessi, cui è spesso richiesto l assolvimento di funzioni ausiliarie alla stessa stregua delle centrali degli impianti IRAI, che, come noto, rispondono alla norma EN I VACIE possono infatti essere realizzati in configurazione autonoma separata, oppure essere integrati nella centrale IRAI; in ogni caso deve essere garantito il collegamento e lo scambio di informazioni fra la centrale dell impianto di rivelazione e la VACIE. La Figura 5 riporta una centrale VACIE rispondente alla norma UNI EN Negli ultimi anni, la letteratura di settore ha approfondito, non solo aspetti legati alla early detection, ma anche tutti gli elementi salienti per una efficace ed efficiente comunicazione e diffusione di un allarme incendio. Per questo motivo, i sistemi di comunicazione vocale in emergenza, sono pienamente considerati sistemi di protezione attiva e per essi è possibile progettare la tipologia più appropriata rispetto alla attività da proteggere e realizzare configurazioni con componenti certificati e qualificati per poter diffondere messaggi di evacuazione ed allarme in condizioni di emergenza. Le conclusioni Nell articolo sono stati illustrati gli strumenti necessari alla corretta applicazione ed interpretazione della norma UNI 9795 per la progettazione ed installazione degli impianti di rivelazione ed allarme incendio. È stato messo in evidenza come la norma di impianto prenda in considerazione le norme europee della serie EN 54, elaborate dal Comitato Tecnico 72 del CEN Fire detection and fire alarm systems, ed in particolare, sviluppi ed implementi la stratificazione in funzioni fondamentali ed accessorie cui è chiamato a rispondere un impianto di rivelazione ed allarme incendio. Infine sono state analizzate le modalità ed il processo progettuale necessario alla corretta predisposizione della funzione di rivelazione automatica d incendio e della funzione di diffusione degli allarmi, approfondendo, per quest ultima, anche gli impianti di diffusione sonora dei messaggi di allarme attraverso sistemi ad altoparlante da utilizzare al posto o in combinazione con i tradizionali diffusori sonori o visivi. Bibliografia Decreto Ministeriale 20 dicembre 2012 Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale N. 3 del 4 Gennaio 2013, entrato in vigore il 04 aprile 2013 Gli impianti di protezione attiva: come incidono nel procedimento di prevenzione incendi, Piergiacomo Cancelliere, Rivista Antincendio - edizione Dicembre 2013 UNI 9795:2013 Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme d incendio - Progettazione, installazione ed esercizio UNI EN 12845:2009 Installazioni fisse antincendio - Sistemi automatici a sprinkler - Progettazione, installazione e manutenzione UNI EN 54-1:2011 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d incendio - Parte 1: Introduzione Review of Recent Developments in Fire Detection Technologies, Zhigang Liu & Andrew K. Kim, Journal of Fire Protection Engineering May 2003 vol. 13 no Video Image Detection and Optical Flame Detection for Industrial Applications, Daniel T. Gottuk, Joshua B. Dinaburg, Fire Technology, n. 49 pag , 2013 Video-based smoke detection with histogram sequence of LBP and LBPV pyramids, Feiniu Yuan, Fire Safety Journal, Volume 46, Issue 3, April 2011, Pages Fire detection in video sequences using a generic color model, Turgay Çelik, Hasan Demirel, Fire Safety Journal, Volume 44, Issue 2, February 2009, Pages Analysis of Changing Residential Fire Dynamics and Its Implications on Firefighter Operational Timeframes, by Stephen Kerber, 28 antincendio

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