Gestione Rifiuti urbani

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1 Gestione Rifiuti urbani L obiettivi di servizio è tutelare e migliorare la qualità dell'ambiente, in relazione al sistema di gestione dei rifiuti urbani attraverso il perseguimento dei seguenti target: Riducendo la quantità dei rifiuti urbani smaltiti in discarica dai 304,8 Kg procapite a 230 Kg Aumentando dal 10,6% al 40% la quota dei rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata Incrementando dal 2,3% al 20% la quota di frazione umida trattata in impianti di compostaggio Indicatore S.07 - Rifiuti urbani smaltiti in discarica kg di rifiuti urbani smaltiti in discarica per abitante all'anno Note * Dati 2009 provvisori anticipati, per le sole regioni del Mezzogiorno, attraverso la Convenzione DPS-ISPRA ** L'indicatore si avvicina al target quando il suo valore diminuisce nel tempo *** inoltre la percentuale dei rifiuti urbani smaltiti in discarica (sul totale dei rifiuti urbani) non può essere superiore al 50% **** La percentuale di distanza colmata rispetto al target è calcolata come distanza coperta tra il valore di partenza e il target al 2013 Contatti: Regione Campania - Settore Piani e Programmi via S. Lucia, Napoli pianieprogrammi@regione.campania.it tel fax

2 CAMPANIA Evoluzione indicatore S07 Anni Indicatore Base line % distanza Valore Target colmata rispetto attuale 2013 al target * S07 - Rifiuti urbani smaltiti in discarica (in Kg) 304,8 293,0 359,1 353,6 291,0 230Kg - S07 - Fonte: elaborazioni DPS su dati ISPRA *La percentuale di distanza colmata rispetto al target è calcolata come distanza coperta tra il valore di partenza e il target al Trend indicatore S07 400,0 350,0 300,0 250,0 200,0 150,0 100,0 50,0 0,0 359,1 304,8 353,6 293,0 291, Fonte: nostra elaborazione Contatti: Regione Campania - Settore Piani e Programmi via S. Lucia, Napoli pianieprogrammi@regione.campania.it tel fax

3 Indicatore S.08 - Raccolta differenziata dei rifiuti urbani percentuale di rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata sul totale di rifiuti urbani raccolti Note * Dati 2009 provvisori anticipati, per le sole regioni del Mezzogiorno, attraverso la Convenzione DPS-ISPRA. ** L'indicatore si avvicina al target quando il suo valore aumenta nel tempo *** La percentuale di distanza colmata rispetto al target è calcolata come distanza coperta tra il valore di partenza e il target al 2013 CAMPANIA Evoluzione indicatore S08 Anni Indicatore Base line % distanza Valore Target colmata rispetto attuale 2013 al target * S08 - Raccolta differenziata dei rifiuti urbani (%) 10,6 11,3 13,5 19,0 29,3 40% 29% Fonte: ISPRA *La percentuale di distanza colmata rispetto al target è calcolata come distanza coperta tra il valore di partenza e il target al Trend indicatore S08 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 29,3 19,0 11,3 13,5 10, Fonte: nostra elaborazione Contatti: Regione Campania - Settore Piani e Programmi via S. Lucia, Napoli pianieprogrammi@regione.campania.it tel fax

4 Primo rapporto Obiettivo di Servizio: Gestione dei rifiuti urbani Settembre 2011 Revisione 30 novembre 2011

5 Indice 1. GLI INDICATORI DELL OBIETTIVO DI SERVIZIO GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI EVOLUZIONE TEMPORALE DEI DATI: INDICATORI S07-S08-S CONFRONTI CONFRONTO TRA LA CAMPANIA E LE ALTRE REGIONI DEL MEZZOGIORNO E TRA LA CAMPANIA E LE AREE DEL NORD E DEL CENTRO LA RACCOLTA DIFFERENZIATA NELLE PROVINCE DELLA CAMPANIA APPROFONDIMENTO SULLA PRODUZIONE DI RIFIUTI E SULLE PECULIARITA TERRITORIALI REGIONALI IL CONFRONTO TRA LA CITTÀ DI NAPOLI E LE ALTRE METROPOLI ITALIANE...28

6 1. GLI INDICATORI DELL OBIETTIVO DI SERVIZIO GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI 1.1 EVOLUZIONE TEMPORALE DEI DATI: INDICATORI S07-S08-S09 In questo documento si rappresenta ed analizza l evoluzione temporale degli indicatori che descrivono il sistema di gestione dei rifiuti urbani in Campania approfondendo alcuni aspetti che incidono sul perseguimento dei valori target finali nel La tabella che segue sintetizza l andamento degli indicatori relativi allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani in Campania tra il 2005 ed il I dati sono quelli pubblicati sul sito del dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (DPS), nella sezione obiettivi di servizio. Tabella 1: Andamento degli indicatori relativi allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani dal 2005 al 2009 Indicatore e relativa descrizione Baseline (2005) Verifica intermedia (2008) Ultimo dato disponibile (2009) Target finale (2013) S.07 1 Rifiuti urbani smaltiti in discarica. Quantità pro-capite di rifiuti urbani smaltiti in discarica all anno (kg/ab*anno) 304,8 353,6 291,0 230,0 S.08 Raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Percentuale di rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani (%) 10,6% 19,0% 29,3% 40,0% 2 S.09 Percentuale di frazione umida trattata in impianti di compostaggio in rapporto alla frazione di umido nel rifiuto urbano totale per la produzione di compost di qualità (%) 2,3% 1,4% 0,9% 20,0% Fonte: dati DPS 1 Nella regione Campania è stata inserita anche la quota di rifiuti proveniente dagli impianti di trattamento meccanico-biologico che, in mancanza della disponibilità di impianti per il recupero, è stata annualmente stoccata in attesa di essere avviata allo smaltimento (anche fuori regione). 2 L obiettivo stabilito dalla delibera CIPE 82/2007 risulta inferiore ai limiti imposti della finanziaria 2007 (legge 296/2006) che ha quantificato le percentuali minime di raccolta differenziata da raggiungere a livello di ambito territoriale omogeneo entro come pari al 60%. Va però tenuto presente il complesso quadro normativo nazionale e regionale brevemente sintetizzato alla pag. 10 del presente documento. 3

7 La tabella mostra che in Campania, con riferimento all ultimo dato disponibile (del 2009), uno dei tre indicatori scelti rappresenta una situazione peggiorata rispetto al Infatti, il dato dell indicatore S09 - quantità di frazione umida trattata in impianti di compostaggio, relativo all annualità 2009, decresce ulteriormente rispetto al dato già rilevato per la verifica intermedia. I dati relativi al 2009 fanno registrare, invece, un netto miglioramento degli indicatori S07 e S08. Dettaglio evoluzione indicatore S07: l indicatore è dato dal rapporto tra il quantitativo di rifiuti urbani smaltiti annualmente in discarica espressi in kg e la popolazione residente nel contesto territoriale di riferimento (regione). L informazione inerente la popolazione proviene dalle banche dati ISTAT e si riferisce alla popolazione residente al 31 dicembre dell anno di riferimento, mentre quella relativa ai rifiuti smaltiti è prodotta da ISPRA. Ai sensi della delibera CIPE 82/2007, rispetto a questo indicatore il target si compone di due condizioni che devono essere contemporaneamente soddisfatte affinché la premialità sia erogabile ovvero: ciascuna regione non deve superare 230 kg procapite di rifiuti urbani smaltiti in discarica; la percentuale di rifiuto urbano smaltito in discarica sul totale del rifiuto prodotto non può essere superiore al 50%. Su scala nazionale, l indicatore S07 è calcolato portando in conto il solo rifiuto realmente conferito in discarica, mentre le ecoballe sono considerate combustibile derivato dai rifiuti e pertanto sono equiparate a rifiuti valorizzati. Tuttavia, dato il persistere della situazione emergenziale in Campania che impedisce di utilizzare in modo consono le ecoballe, nella delibera CIPE 82/2007 si è ritenuto necessario correggere il dato campano sommando, solo per la nostra regione, alla quantità di rifiuto smaltito in discarica quello proveniente dagli impianti di trattamento meccanico-biologico e non termovalorizzatore. Secondo le stime diffuse dal DPS, la quantità stoccata è stata pari a tonnellate per il 2002, tonnellate per il 2003, tonnellate per il 2004, tonnellate per il 2005, tonnellate per il 2006, tonnellate per il 2007, tonnellate per il 2008 e tonnellate per il

8 Le tabelle che seguono, ottenute elaborando gli stessi dati presenti sul sito del DPS, sezione obiettivi di servizio e già utilizzati per redigere la tabella 1, mostrano: come si siano evoluti i due parametri stoccaggio in ecoballe e smaltimento in discarica dal 2005 al 2009 sia in termini assoluti che in termini di rifiuto pro capite stoccato e smaltito; il valore che l indicatore S07 avrebbe assunto in Campania se si fosse riusciti a portare correttamente a termine il ciclo di termovalorizzazione delle ecoballe. Tabella 2: stoccaggio in ecoballe e smaltimento in discarica dei rifiuti solidi urbani dal 2005 al Valore assoluto Totale (Kg) Stoccaggio in ecoballe (Kg) Smaltimento in discarica (Kg) = Totale stoccaggio in ecoballe Fonte: elaborazione su dati DPS Tabella 3: stoccaggio in ecoballe e smaltimento in discarica dei rifiuti solidi urbani dal 2005 al Valore procapite 2005 ( ( ( ( ( ab.) ab.) ab.) ab.) ab.) TOTALE (Kg/ab) 304,8 Kg/ab 293,0 Kg/ab 359,1 Kg/ab 353,6 Kg/ab 291,0 Kg/ab Stoccaggio in ecoballe (Kg/ab) 166,5 Kg/ab 162,0 Kg/ab 173,6 Kg/ab 103,7 Kg/ab 61,6 Kg/ab Smaltimento in discarica (Kg/ab) 5 138,3 Kg/ab 131,0 Kg/ab 185,5 Kg/ab 250,0 Kg/ab 229,4 Kg/ab Fonte: elaborazione su dati DPS 3 La quantità è stata ottenuta moltiplicando il dato presente sul sito istituzionale del DPS, nella sezione obiettivi di servizio e relativo al conferimento in discarica pro-capite per il numero di abitanti residenti in Campania in ciascun anno di riferimento. Il dato sulla popolazione proviene dal sito istituzionale dell ISTAT. 4 Il dato è presente sul sito istituzionale del DPS, nella sezione obiettivi di servizio. 5 Questo sarebbe il valore che l indicatore S07 avrebbe assunto in Campania tra il 2005 ed il 2008 se si fossero correttamente incenerite tutte le ecoballe prodotte. 5

9 Segue un grafico che mette a confronto il trend di questo indicatore dal 2005 al 2009 ed il target da raggiungere al Lo stesso grafico mostra anche quale sarebbe stato il trend regionale tra il 2005 ed il 2008 se il dato fosse stato calcolato al netto delle ecoballe, ovvero quale potrebbe essere stata la situazione regionale se si fosse riusciti ad utilizzare tali rifiuti come combustibile. I dati utilizzati per produrre il diagramma sono quelli già riportati nelle tabelle 1, 2 e 3. Grafico 1: Analisi del trend per S07 Kilogrammi procapite di rifiuti solidi urbani smaltiti in discarica e stoccati in ecoballe kilogram m i sm altiti e stoccati ecoballe (Kg/ab) discarica (Kg/ab) totale (Kg/ab) target anno di riferimento Fonte: elaborazione su dati DPS 6

10 Dettaglio evoluzione indicatore S08: l indicatore misura la percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani raccolti. Il D. Lgs 152/2006 e s.m.i dà la seguente definizione di raccolta differenziata (articolo 183, comma 1, lettera f): la raccolta idonea a raggruppare i rifiuti urbani in frazioni merceologiche omogenee compresa la frazione organica umida, destinate al riutilizzo, al riciclo ed al recupero di materia. La frazione organica umida è raccolta separatamente o con contenitori a svuotamento riutilizzabili o con sacchetti biodegradabili certificati. Nella pratica, a tali frazioni merceologiche omogenee vengono assegnati codici identificativi che accompagnano il rifiuto durante tutto il processo di smaltimento e ne consento la tracciabilità attraverso i MUD (modelli unici per le dichiarazioni ambientali). Iter di elaborazione del dato relativo alla raccolta differenziata comunale Secondo la pratica corrente, il Comune trasmette il MUD alla Camera di Commercio entro il 30 aprile di ogni anno (i Comuni possono comunque inviare il MUD fino al 30 Giugno previo pagamento di una mora). La Camera di commercio una volta acquisiti i MUD (spesso in forma cartacea) li trasferisce alla società ECOCERVED con sede operativa a Padova che li rende disponibili e li sistematizza su di una area informatica riservata, dove le sezioni regionali del Catasto possono scaricare il dato. Quindi, le ARPA estraggono il dato e provvedono ad un attività di bonifica dei dati secondo criteri nazionali. Per ciò che concerne i criteri di calcolo della percentuale di raccolta differenziata non essendo stato emanato il decreto previsto dall art. 205, c. 4 del d.lgs. n. 152/2006, necessario per la determinazione la metodologia e i criteri di calcolo delle percentuali a livello nazionale, ad oggi ogni Regione ha un proprio regolamento di calcolo. Al fine di uniformare i dati a livello nazionale l ISPRA e l Osservatorio Nazionale Rifiuti hanno definito un metodo di calcolo nazionale pubblicato su Rapporto Rifiuti. Anche in Campania esiste un regolamento di calcolo regionale che si discosta lievemente da quello utilizzato da ISPRA e che costituisce motivazione alle lievi differenze esistenti su la quasi totalità delle percentuali di raccolta differenziata tra ARPAC ed ISPRA. L equazione per il calcolo della raccolta differenziata e le frazioni che costituiscono i rifiuti urbani vengono di seguito indicate. La formula è quella riportata nel rapporto rifiuti 2008 edito da ISPRA ed utilizza ai sensi dell accordo DPS-ISPRA per gli obiettivi di servizio. 7

11 Σi RDi RD (%) = *100 (Σi RDi+RUind+i+Srd) Spiegazione Formula Σi i RD: sommatoria dei quantitativi delle diverse frazioni che compongono la raccolta differenziata, al netto degli scarti, tipicamente rappresentate da: frazione organica (umido + verde); imballaggi (carta, plastica, vetro, legno, metalli). Tale quota include le frazioni derivanti da raccolta multimateriale, al netto degli scarti, ripartite sulla base dei coefficienti comunicati dai Soggetti gestori o dagli Enti territorialmente competenti o, in assenza di tali informazioni, sulla base dei coefficienti medi calcolati secondo il seguente ordine di priorità: provinciale, regionale, nazionale; altre tipologie di rifiuti di carta (codice CER: ); rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche di origine domestica; ingombranti a recupero (vetro, plastica, metalli, legno, ingombranti in materiali misti); abiti usati e rifiuti tessili; raccolta selettiva (pile e accumulatori, farmaci scaduti, contenitori T/F, inchiostri, vernici oli, altri rifiuti urbani pericolosi). RUind: rifiuti urbani indifferenziati (codice CER: ) e rifiuti da spazzamento stradale (200303). I: ingombranti a smaltimento (200307). SRD: scarti della raccolta differenziata (ad esempio: scarti derivanti dalla raccolta multimateriale, quantificati sulla base dei coefficienti comunicati dai Soggetti gestori o dagli Enti territorialmente competenti o, in assenza di tali informazioni, sulla base dei coefficienti medi calcolati secondo il seguente ordine di priorità: provinciale, regionale, nazionale). NB: non sono computati tra i rifiuti urbani e i rifiuti inerti, anche se derivanti da demolizioni in ambito domestico, in quanto rifiuti speciali ai sensi della normativa vigente. Il trend regionale dell indicatore S08 dal 2005 al 2009 in relazione al target da raggiungere al 2013 è indicato nel grafico 2. Il grafico è stato ottenuto elaborando i dati disponibili sul sito del dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (DPS) nella sezione obiettivi di servizio e presentati nella tabella 1. 8

12 Grafico 2: andamento della raccolta differenziata in Campania dal 2005 al 2009 Andamento della raccolta differenziata in Campania 45,0 40,0 percentuale di rifiuti solidi urbani raccolti in maniera differenziata 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 percentuali di raccolta differenziata valore target , anno di riferimento Fonte: elaborazione su dati DPS Dal grafico si può notare come il livello di raccolta differenziata in Campania è cresciuto progressivamente dalla baseline del 2005 all ultimo dato disponibile, quello del Nonostante questo trend positivo, il raggiungimento del target medio regionale dista ancora circa una decina di punti percentuali. Si fa notare che il meccanismo degli ODS ha fissato per il livello regionale il target da raggiungere al 40%. Tuttavia la normativa spinge i comuni e gli ATO a raggiungere target più elevati pena l assoggettamento a sanzioni. Il quadro normativo si riporta nella tabella seguente. 9

13 Percentuali minime di raccolta differenziata secondo la vigente normativa regionale e nazionale Norma in vigore sull intero territorio nazionale Norma in vigore solo in Campania Percentuali minime di raccolta differenziata Sanzioni previste Art. 11, comma 5 D.L. 196/2010 convertito, con o 25% entro il ; Il Prefetto diffida il comune inadempiente a mettersi in regola con modificazioni, dalla legge n. 26/2010 e successivamente integrato dalla legge 1/2011 o 35% entro il ; il sistema della raccolta differenziata, assegnandogli il termine perentorio di sei mesi e, decorso inutilmente tale o 50% entro il termine, nomina un commissario ad acta. o 25% entro il ; Maggiorazione della tariffa comunale Decreto Legge n. 90 del convertito in Legge, con modificazioni, o 35% entro il ; di smaltimento dei rifiuti indifferenziati pari rispettivamente al 15%, al 25% e al 40% dell importo stabilito per ogni dalla L. n. 123 del o 50% entro il tonnellata di rifiuto conferita agli impianti di trattamento e smaltimento o 35% entro il Art. 205 D. Lgs , n. 152 Misure per incrementare la raccolta differenziata e s.m.i ; o 45% entro il ; o 65% entro il Addizionale del 20% al tributo di conferimento dei rifiuti in discarica a carico dell autorità d Ambito che provvederà a ripartire l onere sui comuni inadempienti. o 40% entro il Art. 1, comma 1111 legge , n. 296 (Finanziaria 2007) ; o 50% entro il ; o 60% entro il Nomina, da parte della Regione, di un commissario ad acta per garantire il corretto governo della gestione dei rifiuti a livello di ambito territoriale ottimale

14 Dettaglio evoluzione indicatore S09: l indicatore rappresenta la quota di frazione umida (frazione organica e verde) trattata in impianti di compostaggio per la produzione di compost ex. D. Lgs. n. 217/2006 sulla frazione di umido nel rifiuto urbano totale. Il dato relativo alla quantità di umido trattato viene raccolto a livello di singolo impianto di compostaggio mentre quello relativo alla quota di frazione umida contenuta nel rifiuto urbano viene determinata sulla base della composizione merceologica media di tale rifiuto e tiene conto anche della frazione umida che finisce nell indifferenziato. Il grafico che segue è stato ottenuto elaborando i dati disponibili sul sito del DPS nella sezione obiettivi di servizio già esposti in tabella 1 e mostra che la frazione umida trattata annualmente in impianti di compostaggio è molto bassa rispetto al target medio regionale da raggiungere al Tra quelli inerenti i rifiuti, questo è l indicatore che presenta le maggiori criticità poiché la Campania è molto lontana dal target ed il trend è altalenante. Probabilmente queste difficoltà sono dovute alla limitata presenza di impianti pubblici di compostaggio funzionanti. Infatti nel periodo di rilevamento è stato costantemente attivo il solo impianto di Teora (AV), mentre quello di Molinara (BN) è stato posto sotto sequestro perché privo delle necessarie autorizzazioni ambientali. Il calcolo di questo indicatore non rientra nella produzione corrente e la prima elaborazione è stata effettuata nel Pertanto si può ritenere che ci sia ancora la necessità di approfondire le conoscenze in materia di composizione merceologica del rifiuto urbano su scala locale per consentire un progressivo miglioramento della qualità del dato. 11

15 Grafico 3: andamento dell indicatore S09 in Campania dal 2005 al 2009 Andamento dell'indicatore S09 in Campania Percentuale di umido trattata in impianti di compostaggio 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 percentuale di umido trattato in impianti di compostaggio valore target Fonte: elaborazione su dati DPS 12

16 2. CONFRONTI 2.1. CONFRONTO TRA LA CAMPANIA E LE ALTRE REGIONI DEL MEZZOGIORNO E TRA LA CAMPANIA E LE AREE DEL NORD E DEL CENTRO Dettaglio confronto S07. L indicatore che misura il volume pro-capite di rifiuti annualmente smaltito in discarica, ha un target al 2013 pari a 230 kg/abitante*anno. La dinamica registrata dalle regioni del Mezzogiorno tra il 2002 e il 2009 è riassunta nella tabella 4 la quale evidenzia che, secondo gli ultimi dati pubblicati dal dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (DPS), solo la Sardegna ha fatto meglio della Campania raggiungendo il target già nel 2009 e che la nostra regione si pone ben al di sopra della media delle regioni del Mezzogiorno. Il confronto con le altre realtà nazionali secondo i dati 2009 per le regioni che non concorrono agli obiettivi di servizio ed è sintetizzato nella tabella 5. Da tale confronto emerge che, rispetto a questo indicatore, la Campania ha un comportamento più virtuoso della media delle regioni dell Italia centrale ma ancora distante da quello delle regioni più virtuose del nord-ovest e del nord-est e da quello medio nazionale. 13

17 Tabella 4: andamento dell indicatore S07 nelle regioni del Mezzogiorno Abruzzo 381,8 415,8 406,2 398,5 432,2 419,1 419,4 311,6 Molise 321,1 270,7 292,1 395,1 373,8 397,2 379,2 373,6 Campania 6 358,9 380,7 338,1 304,8 293,0 359,1 353,6 291,0 Puglia 416,0 420,8 449,6 453,1 464,9 480,5 417,8 387,2 Basilicata 311,5 326,7 298,3 235,2 238,0 300,5 308,8 302,2 Calabria 383,4 351,9 350,7 394,7 317,2 257,4 261,5 306,8 Sicilia 466,9 464,7 484,8 473,2 507,4 496,5 467,9 456,4 Sardegna 370,8 435,3 384,4 389,6 339,0 302,1 264,6 210,5 Mezzogiorno 399,0 409,3 402,7 395,3 393,0 404,4 381,1 347,8 Fonte: dati DPS. I dati 2009 sono provvisori e sono stati anticipati, per le sole regioni del Mezzogiorno, attraverso la Convenzione DPS-ISPRA. Tabella 5: andamento dell indicatore S07 in Campania e nelle altre ripartizioni nazionali Campania 7 358,9 380,7 338,1 304,8 293,0 359,1 353,6 291,0 Nord-ovest 239,8 216,6 197,9 179,7 186,1 156,5 140,5 133,8 Nord-est 268,6 239,3 223,2 221,5 211,2 186,2 175,5 149,4 Centro 427,6 410,9 430,4 420,6 441,5 426,6 428,3 393,8 Centro-Nord 304,3 281,3 274,7 263,8 269,9 246,4 237,4 216,6 Italia 338,3 327,1 320,3 310,3 313,3 301,8 287,4 262,1 Fonte: dati DPS 6 Nella Regione Campania è stata inserita anche la quota di rifiuti proveniente dagli impianti di trattamento meccanico-biologico che, in mancanza della disponibilità di impianti per il recupero, è stata annualmente stoccata in attesa di essere avviata allo smaltimento (anche fuori regione). 7 Nella Regione Campania è stata inserita anche la quota di rifiuti proveniente dagli impianti di trattamento meccanico-biologico che, in mancanza della disponibilità di impianti per il recupero, è stata annualmente stoccata in attesa di essere avviata allo smaltimento (anche fuori regione). La quantità stoccata è: tonnellate per il 2002, tonnellate per il 2003, tonnellate per il 2004, tonnellate per il 2005, tonnellate per il 2006; tonnellate per il 2007, tonnellate per il 2008 e tonnellate per il

18 Dettaglio confronto S08. L indicatore S08 misura la quota di rifiuti raccolti in modo differenziato sul totale dei rifiuti urbani prodotti. Le tabelle 6 e 7 riassumono i dati pubblicati dal dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (DPS) nella sezione obiettivi di servizio. In particolare emerge che la Sardegna ha già raggiunto e superato il target nel 2009 ed è l unica regione del Mezzogiorno ad aver fatto meglio della Campania. Inoltre si nota la difficoltà nella quale versano quasi tutte le regioni del Mezzogiorno, che rimangono lontane sia dall obiettivo del 40% previsto dagli obiettivi di servizio per il 2013 sia dalla media nazionale e soprattutto del nord, dove la raccolta differenziata già supera il 40% in ottemperanza a quanto disposto dalla normativa nazionale. Tabella 6: andamento dell indicatore S08 nelle regioni del Mezzogiorno Abruzzo 6,1 8,9 10,8 11,3 14,1 15,6 16,9 18,6 21,9 24,0 Molise 2,3 2,8 3,5 3,7 3,6 5,2 5,0 4,9 6,5 10,3 Campania 1,8 6,1 7,3 8,1 10,6 10,6 11,3 13,5 19,0 29,3 Puglia 3,7 5,0 7,6 7,2 7,3 8,2 8,7 8,9 10,6 14,0 Basilicata 3,4 4,9 5,0 6,0 5,7 6,5 7,8 8,1 9,1 11,3 Calabria 1,1 3,2 7,0 8,7 9,0 8,6 8,1 9,1 12,7 12,4 Sicilia 1,9 3,3 4,3 4,4 5,4 5,7 6,6 6,2 6,7 7,3 Sardegna 1,7 2,1 2,8 3,8 5,3 9,9 19,8 27,8 34,7 42,5 Mezzogiorno 2,4 4,7 6,3 6,7 8,1 8,8 10,2 11,6 14,7 19,1 Fonte: dati DPS. 15

19 Tabella 7: andamento dell indicatore S08 in Campania e nelle altre ripartizioni nazionali Campania 1,8 6,1 7,3 8,1 10,6 10,6 11,3 13,5 19,0 29,3 Nord-ovest 25,3 29,1 30,3 33,4 35,7 37,7 39,5 41,5 43,9 45,5 Nord-est 23,3 27,9 31,0 33,6 35,2 38,3 40,4 43,7 47,6 51,4 Centro 11,4 12,8 14,6 17,1 18,3 19,2 20,0 20,8 22,9 24,9 Centro-Nord 20,3 23,5 25,4 28,1 29,8 31,6 33,2 35,2 38,0 40,4 Italia 14,4 17,4 19,2 21,1 22,7 24,2 25,8 27,5 30,6 33,6 Fonte: dati DPS 16

20 Dettaglio confronto S09 L indicatore S09 misura la quantità di frazione organica avviata al trattamento in impianti di compostaggio, rispetto alla frazione di umido nel rifiuto urbano totale. Con la sola eccezione di Abruzzo e Sardegna, le regioni del Mezzogiorno sono ancora lontane dal raggiungere il target del 20% fissato, in modo cautelativo, a livelli molto inferiori rispetto alle percentuali di compostaggio registrate nel nord e nel centro del paese. La Campania è penultima in questo elenco seguita solo dalla Basilicata che fa registrare valori nulli di trattamento in impianti di compostaggio. Questa evidenza contraddice le speranze riposte dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica che, nella delibera 82/2007, auspicava un rapido miglioramento di questo indicatore. Infatti la delibera citata riporta testualmente Bisogna sottolineare che nel Mezzogiorno esiste già la potenzialità tecnica per aumentare la quantità di recupero di materia tramite la produzione di compost (complessivamente nel 2005 la capacità utilizzata degli impianti di compostaggio attivi nel Sud è circa il 25%, ad eccezione della Sardegna che utilizza al massimo i propri impianti); pertanto l aumento della raccolta differenziata e della separazione della frazione umida alla fonte potranno avere velocemente un impatto positivo sui valori di questo indicatore già a partire dai prossimi anni. Anche quando si confronta l andamento regionale con le medie nazionali la regione appare molto arretrata sia rispetto alla media del Mezzogiorno che a quella del nord e del centro. 17

21 Tabella 8: andamento dell indicatore S09 nelle regioni del Mezzogiorno. Regione Abruzzo 6,3 11,0 13,6 12,7 12,1 10,9 14,3 19,6 22,7 Molise 1,6 2,5 1,1 0,0 1,1 0,8 0,9 7,5 12,4 Campania 14,6 3,8 4,4 2,3 2,3 1,8 1,0 1,4 0,9 Puglia 16,8 13,9 12,3 1,0 1,8 6,0 4,8 10,8 16,1 Basilicata 0,0 0,0 0,0 1,2 0,1 0,3 0,0 0,0 0,0 Calabria 4,3 4,7 0,9 5,7 0,8 10,1 8,1 11,9 15,4 Sicilia 0,0 0,5 1,9 1,1 1,3 1,5 7,9 6,4 7,7 Sardegna 0,2 0,3 0,8 1,4 4,5 15,2 11,8 28,2 58,3 Mezzogiorno 8,1 5,0 5,1 2,6 2,6 4,9 6,0 9,2 13,4 Fonte: dati DPS. Tabella 9: andamento dell indicatore S09 in Campania e nelle altre ripartizioni nazionali Campania 14,6 3,8 4,4 2,3 2,3 1,8 1,0 1,4 0,9 Nord-ovest 22,3 24,4 26,6 31,7 32,6 32,2 41,2 49,9 56,1 Nord-est 38,2 37,4 35,5 40,6 41,8 44,4 55,4 63,0 64,1 Centro 10,7 10,6 14,4 12,1 14,2 14,0 15,4 17,4 22,4 Centro-Nord 23,1 23,7 25,2 27,7 29,1 29,6 36,4 42,6 47,0 Italia 18,3 17,6 18,6 19,5 20,5 21,6 25,2 30,7 35,2 Fonte: dati DPS 18

22 3. LA RACCOLTA DIFFERENZIATA NELLE PROVINCE DELLA CAMPANIA I grafici che seguono sono esemplificativi della situazione dell indicatore S08 nei vari comuni delle cinque province campane al 2009 secondo le stime ISPRA pubblicate sul sito del dipartimento per la coesione e lo sviluppo economico (DPS) nella sezione obiettivi di servizio. Se ne deduce una forte variabilità all interno di ciascuna provincia anche se macroscopicamente si può notare come le province di Salerno ed Avellino presentino i valori mediamente più alti e Caserta presenti i valori più bassi. Inoltre, in tutti e cinque i casi, all interno della stessa provincia coesistono realtà molto virtuose che hanno già superato il valore target del 40% con realtà molto arretrate in cui la differenziata si attesta a meno del 15%. 19

23 Grafico 4: Percentuale di raccolta differenziata nei vari comuni irpini nel 2009 Fonte: elaborazione su dati ISPRA 20

24 Grafico 5: Percentuale di raccolta differenziata nei vari comuni sanniti nel 2009 Fonte: elaborazione su dati ISPRA 21

25 Grafico 6: Percentuale di raccolta differenziata nei vari comuni casertani nel 2009 Fonte: elaborazione su dati ISPRA 22

26 Grafico 7: Percentuale di raccolta differenziata nei vari comuni partenopei nel 2009 Fonte: elaborazione su dati ISPRA 23

27 Grafico 8: Percentuale di raccolta differenziata nei vari comuni salernitani nel Fonte: elaborazione su dati ISPRA 24

28 La tabella che segue è derivata dai dati ISPRA 2008 e 2009 e riporta, per ogni provincia, il numero e la percentuale di comuni che sono sotto la soglia del 5% di raccolta differenziata, ovvero per i quali si può ritenere che il meccanismo della raccolta differenziata sostanzialmente non si applica, quelli in cui tale valore è compreso tra il 5% ed il 14%, ovvero quelli per cui si può ritenere che la raccolta differenziata sia, in qualche modo praticata, ma per i quali esiste ancora un grosso gap da colmare, quelli compresi tra il 14% ed il 40%, ovvero quelli in cui il meccanismo della differenziata è in atto ma va potenziato e quelli con valori superiori al 40%, ovvero quelli in cui si può ritenere che la raccolta differenziata dei rifiuti sia praticata in maniera efficace. La comparazione tra le annualità 2008 e 2009 conferma per singola provincia, il trend positivo del dato regionale. Tabella 10: quadro di sintesi delle percentuali di raccolta differenziata raggiunta nei vari comuni delle province campane. Anno R D < 5% RD (5%< 14%) RD (14%< 40%) RD > 40% Avellino 2008 nessun comune (0) 2 comuni (2%) 44 comuni (37%) 73 comuni (61%) 2009 nessun comune (0) 1 comuni (1%) 30 comuni (25%) 88 comuni (74%) Benevento comuni (3%) 17 comuni (22%) 45 comuni (58%) 14 comuni (18%) comuni (1%) 5 comuni (7%) 47 comuni (60%) 25 comuni (32%) Caserta comuni (18%) 48 comuni (46%) 32 comuni (31%) 5 comuni (5%) comuni (6%) 32 comuni (31%) 52 comuni (50%) 14 comuni (13%) Napoli comuni (7%) 29 comuni (32%) 38 comuni (41%) 19 comuni (21%) comuni (2%) 8 comuni (9%) 46 comuni (50%) 36 comuni (39%) Salerno comuni (1%) 17 comuni (11%) 62 comuni (39%) 77 comuni (49%) comuni (1%) 0 comuni (0%) 36 comuni (23%) 121 comuni (77%) Fonte: elaborazione su dati DPS La tabella che segue riporta sia per il dato 2008 che quello 2009 e mostra chiaramente come i piccoli comuni, cioè quelli con meno di abitanti, siano maggiormente capaci di attuare efficaci sistemi di raccolta differenziata. Infatti, al 2009, ben il 58% dei comuni campani con meno di abitanti presenta percentuali di raccolta differenziata superiori al 40%, mentre questa quota scende progressivamente al 46%, al 33% ed la 26% quando si analizzano i comuni con un numero di abitanti rispettivamente ricompreso tra e , tra e e superiore a La città capoluogo di regione, che per le sue dimensioni va considerata una città metropolitana, si colloca nel range tra 14% e 40% con una percentuale di raccolta differenziata al 2009 del 18,3% rispetto al 9,6% del Anche dalla comparazione tra le annualità 2008 e 2009, è possibile rilevare un trend positivo costante per i comuni appartenenti ai diversi agglomerati. Tabella 11: quadro di sintesi delle percentuali di raccolta differenziata raggiunta nei vari comuni campani in funzione delle loro dimensioni Anno R D < 5% RD (5%< 14%) RD (14%< 40%) RD > 40% < ab comuni (5%) 45 comuni (13%) 133 comuni (40%) 140 comuni (42%) comuni (2%) 18 comuni (6%) 113 comuni (34%) 194 comuni (58%) < ab < comuni (3%) 44 comuni (29%) 62 comuni (41%) 40 comuni (26%) comuni (0%) 17 comuni (11%) 66 comuni (43%) 70 comuni (46%) < ab < comuni (11%) 16 comuni (35%) 19 comuni (41%) 6 comuni (13%) comuni (2%) 8 comuni (17%) 22 comuni (48%) 15 comuni (33%) > ab comuni (16%) 7 comuni (37%) 8 comuni (42%) 1 comune (5%) 25

29 (città medie) comuni (11%) 3 comuni (16%) 9 comuni (47%) 5 comune (26%) Napoli (> ab) 2008 NAPOLI 2009 NAPOLI Fonte: elaborazione su dati DPS 4. APPROFONDIMENTO SULLA PRODUZIONE DI RIFIUTI E SULLE PECULIARITA TERRITORIALI REGIONALI Nel seguito si riportano e si commentano le serie storiche della produzione totale di rifiuti in Campania insieme al confronto con le altre realtà nazionali così come desunte dal rapporto rifiuti 2009 edito da ISPRA. Tabella 12: serie storica della produzione di rifiuti urbani in Campania. Regione 2004 (t) 2004 (Kg/ab) 2005 (t) 2005 (kg/ab) 2006 (t) 2006 (Kg/ab) 2007 (t) 2007 (kg/ab) 2008 (t) 2008 (kg/ab) Campania Fonte: dati ISPRA Rapporto rifiuti La tabella 12 mostra che tra il 2004 ed il 2007 si è verificato un costante aumento della produzione di rifiuti urbani nella nostra regione e questo sia rispetto alla produzione totale che alla produzione pro-capite. Il dato del 2008 appare, invece, in contro tendenza sia in termini assoluti che pro-capite. Passando ad analizzare la situazione nazionale negli stessi anni si evince la situazione rappresentata nella tabella 13. Tabella 13: produzione pro-capite di rifiuti urbani in Campania e nelle ripartizioni nazionali. Regione 2004 (kg/ab) 2005 (kg/ab) 2006 (kg/ab) 2007 (kg/ab) 2008 (kg/ab) Campania Nord Centro Sud Italia Fonte: dati ISPRA Rapporto rifiuti

30 Dal confronto tra le tabelle 12 e 13 risulta che: la Campania è una regione virtuosa in materia di produzione dei rifiuti urbani in quanto, nell intero periodo di riferimento, la produzione regionale pro-capite si pone al di sotto sia della media nazionale che della media delle tre ripartizioni nazionali (nord, centro e sud). Questo dato chiaramente si riverbera positivamente sull indicatore S07 perché diminuisce la quantità di rifiuti che potenzialmente finisce in discarica; tra il 2007 ed il 2008 si assiste ad una diminuzione del valore del rifiuto prodotto pro-capite in tutte le realtà nazionali esaminate. Per capire le ragioni di questo fenomeno può essere utile fare riferimento, ancora una volta, al rapporto rifiuti 2009 dell ISPRA il quale spiega che l andamento della produzione dei rifiuti urbani è legato ai seguenti fattori: o la correlazione tra andamento della produzione dei rifiuti urbani ed il trend degli indicatori socio economici, quali prodotto interno lordo e spese delle famiglie residenti. In particolare, tra il 2007 ed il 2008 si registra un calo pari all 1% circa sia per quanto riguarda le spese delle famiglie che per quanto attiene al prodotto interno lordo. Soprattutto il primo dei due indicatori può rappresentare un parametro utile per una valutazione dell andamento della produzione dei rifiuti urbani di natura domestica. Infatti, una maggiore o minore tendenza all acquisto da parte delle famiglie può tradursi in una maggiore o minore tendenza alla produzione di rifiuti; o la tendenza, più o meno marcata nei diversi contesti territoriali e a livello di singolo comune, ad assimilare ai rifiuti urbani stessi, diverse tipologie di rifiuti speciali derivanti dai circuiti produttivi. Questi rifiuti, in accordo con i regolamenti comunali, vengono in diversi casi raccolti nell ambito dei sistemi di gestione dei rifiuti provenienti dal ciclo urbano e sono, dunque, computati tra i rifiuti urbani, incidendo in maniera non trascurabile sul dato di produzione annuale di questi ultimi e sul loro andamento complessivo. Le disposizioni normative di cui al D. Lgs 4/2008 hanno previsto una serie di limitazioni alla possibilità di assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani 8 per cui l incidenza di tale fattore è destinata a diminuire nel tempo; o l attivazione di misure di prevenzione da parte delle amministrazioni specie di quelle più avanzate in termini di organizzazione del sistema integrato dei rifiuti che operano al fine di incentivare la prevenzione e la minimizzazione della produzione di rifiuti; o la progressiva sostituzione dei tradizionali shopper in plastica con sacchetti in plastica biodegradabile, oppure in carta, o in tessuto riutilizzabili, nonché la diffusione dell utilizzo delle cosiddette borse-carrello dotate di ruote. Sempre nel rapporto rifiuti 2009 si legge che le province di Avellino, Benevento e Salerno risultano tra le province più virtuose di Italia, ovvero quelle in cui tra il 2006 ed il 2008 si è prodotto meno di 450 Kg di rifiuto per abitante, in particolare Avellino e Benevento producono addirittura meno di 400 Kg di rifiuto pro-capite ed il dato è in diminuzione tra il 2007 ed il Affinché il valore in contro tendenza misurato in Campania e nelle province di Avellino, Benevento e Salerno nel 2008 possa segnare l inizio di un trend positivo di diminuzione del rifiuto prodotto che perduri indipendentemente dalle negative congiunture economiche del momento, è necessario intervenire efficacemente sulle misure di prevenzione di cui agli ultimi due punti del precedente elenco. 8 Articolo 195, comma 2 del D.Lgs 152/2006: Sono inoltre di competenza dello Stato: [ ] e) la determinazione dei criteri qualitativi e quali-quantitativi per l assimilazione, ai fini della raccolta e dello smaltimento, dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, derivanti da enti e imprese esercitate su aree con superficie non superiore ai 150 metri quadri nei Comuni con popolazione residente inferiore a abitanti, o superficie non superiore a 250 metri quadri nei Comuni con popolazione residente superiore a abitanti. Non possono essere di norma assimilati ai rifiuti urbani i rifiuti che si formano nelle aree produttive, compresi i magazzini di materie prime e di prodotti finiti, salvo i rifiuti prodotti negli uffici, nelle mense, negli spacci, nei bar e nei locali al servizio dei lavoratori o comunque aperti al pubblico. Articolo 195, comma 2 del D.Lgs 152/2006, così come modificato dal D.Lgs 4/2008: Sono inoltre di competenza dello Stato: [ ] e) la determinazione dei criteri qualitativi e quali-quantitativi per l assimilazione, ai fini della raccolta e dello smaltimento, dei rifiuti speciali e dei rifiuti urbani. Ai rifiuti assimilati, entro un anno, si applica esclusivamente una tariffazione per le quantità conferite al servizio di gestione dei rifiuti urbani. [ ] Non sono assimilabili ai rifiuti urbani i rifiuti che si formano nelle aree produttive, compresi i magazzini di materie prime e di prodotti finiti, salvo i rifiuti prodotti negli uffici, nelle mense, negli spacci, nei bar e nei locali al servizio dei lavoratori o comunque aperti al pubblico; allo stesso modo, non sono assimilabili ai rifiuti urbani i rifiuti che si formano nelle strutture di vendita con superficie due volte superiore ai limiti di cui all articolo 4, comma 1, lettera d), del decreto legislativo n.114 del Per gli imballaggi secondari e terziari per i quali risulti documentato il non conferimento al servizio di gestione dei rifiuti urbani e l avvio a recupero e riciclo diretto tramite soggetti autorizzati, non si applica la predetta tariffazione. Con decreto del Ministro dell ambiente e della tutela del territorio e del mare, d intesa con il Ministro dello sviluppo economico, sono definiti, entro 90 giorni, i criteri per l assimilabilità ai rifiuti urbani. 27

31 4.1 IL CONFRONTO TRA LA CITTÀ DI NAPOLI E LE ALTRE METROPOLI ITALIANE La Campania annovera tra i suoi capoluoghi anche una delle quattro città metropolitane individuate a livello nazionale nel rapporto rifiuti ISPRA 2009 come quelle città con una popolazione residente superiore a abitanti, ovvero Torino, Milano Roma e Napoli. Questa considerazione risulta rilevante poiché le città metropolitane ed i maggiori centri urbani si caratterizzano per valori pro capite di produzione dei rifiuti generalmente superiori rispetto alla media nazionale ed alle medie dei relativi contesti territoriali di appartenenza. Infatti va considerato che la produzione dei rifiuti nei centri più popolosi è inevitabilmente influenzata dagli afflussi turistici e da fenomeni di pendolarismo che generano forti incrementi della popolazione fluttuante. Per quanto detto, si ritiene utile riportare nella tabella e nel grafico che seguono il dato ISPRA relativo agli anni che sintetizza la produzione di rifiuti nelle quattro città metropolitane. Tabella 14: confronto dell evoluzione della quantità di rifiuto prodotto nelle città metropolitane italiane tra il 2003 ed il 2008 popolazione 2008 rifiuti 2003 (t) rifiuti 2004 (t) rifiuti 2005 (t) rifiuti 2006 (t) rifiuti 2007 (t) rifiuti 2008 (t) Torino = 576,75 Kg/ab Milano = 577,40 Kg/ab Roma = 648,21 Kg/ab Napoli = Kg/ab Fonte: elaborazione su dati ISPRA, rapporto rifiuti 2008 e rapporto rifiuti

32 Grafico 9: Confronto sulla quantità di rifiuto prodotto nelle città metropolitane italiane tra il 2003 ed il ,00 Quantità di rifiuto pro capite prodotto nelle città metropolitane rifiuto prodotto (kg per abitante) 700,00 600,00 500,00 400,00 300,00 200,00 Torino Milano Roma Napoli 100,00 0, anno di riferimento Fonte: elaborazione su dati ISPRA, rapporto rifiuti 2008 e rapporto rifiuti 2009 Il confronto tra la città metropolitane al 2008 restituisce una situazione in cui Torino e Milano si attestano entrambe intorno a 577 Kg/ab avendo subito piccole variazioni tra il 2003 ed il 2008, mentre Roma e Napoli superano i 630 Kg/ab anche se Roma ha costantemente diminuito la propria produzione di rifiuti tra il 2005ed il 2008 mentre Napoli l ha incrementata tra il 2007 ed il Alla luce di quest ultimo dato si evince come la buona performance regionale nel contesto nazionale vada imputata sostanzialmente al comportamento virtuoso delle province di Avellino, Benevento e Salerno. Per migliorare il quadro della città metropolitana risulta interessante comparare la performance di Napoli rispetto alle altre città metropolitane anche con riferimento all indicatore S08. La tabella ed il grafico sottostanti, ricavati dai dati ISPRA riportati nei rapporti rifiuti 2008 e 2009, mostrano come in tre delle quattro città ci sia un trend positivo che ha visto costantemente aumentare la percentuale di raccolta differenziata tra il 2003 ed il 2008 anche se in termini assoluti Torino ha superato il 40%, Milano si attesta ben al di sopra del 30% e Roma supera il 17%. La quarta città, ossia Napoli ha aumentato la propria percentuale di raccolta differenziata tra il 2003 ed il 2007 per peggiorare di nuovo nel 2008 mantenendosi sempre e comunque al di sotto del 12%. Tabella 15: confronto dell evoluzione della percentuale di raccolta differenziata nelle città metropolitane italiane tra il 2003 ed il RD 2003 (%) RD 2004 (%) RD 2005 (%) RD 2006 (%) RD 2007 (%) RD 2008 (%) Torino Milano Roma Napoli Fonte: elaborazione su dati ISPRA, rapporti rifiuti 2008 e

33 Grafico 10: Confronto sull evoluzione della percentuale di raccolta differenziata nelle città metropolitane italiane tra il 2003 ed il Raccolta differenziata nelle città metropolitane % di rifiuto raccolto in meniera differenziata 45,00 40,00 35,00 30,00 25,00 20,00 15,00 10,00 Torino Milano Roma Napoli 5,00 0, anno di riferimento Fonte: elaborazione su dati ISPRA, rapporto rifiuti 2008 Volendo inquadrare la situazione del capoluogo campano nel contesto delle città metropolitane anche con riferimento ai parametri che influenzano l indicatore S09 può essere di aiuto la tabella sottostante, ricavata dai dati ISPRA riportati nei rapporti rifiuti 2008 e 2009, che mostra in termini assoluti e percentuali la quantità di frazione organica raccolta nelle quattro città metropolitane italiane nel 2007 e nel Dalla tabella si nota come nelle città metropolitane l incidenza percentuale della frazione umida sul totale in peso della raccolta differenziata sia consistentemente inferiore al valore medio nazionale che si attesta al 32% e che, anche in questo caso la performance di Napoli si pone al di sotto di quella raggiunta da altre città ad essa comparabili per dimensioni e funzioni sia in termini di valore assoluto raggiunto sia perché è l unica città metropolitana che ha fatto registrare un peggioramento tra il 2007 ed il Tabella 16: confronto della quantità di umido raccolto nelle città metropolitane italiane nel 2007 e nel Quantità di frazione organica Quantità di frazione organica Percentuale in peso della frazione umida sul Percentuale in peso della frazione umida sul raccolta per persona nel 2007 raccolta per persona nel 2008 totale della raccolta differenziata nel 2007 totale della raccolta differenziata nel 2008 Torino 52 Kg/per persona Kg/per persona 22.3 % 23.78% Milano 27.9 Kg/per persona Kg/per persona 15.3 % % Roma 12.4 Kg/per persona Kg/per persona 11.3 % % Napoli 10.4 Kg/per persona 4.64 Kg/per persona 15.0 % 7.6 % Fonte: elaborazione su dati ISPRA, rapporto rifiuti

34 Primo dossier Obiettivo di Servizio: Gestione dei rifiuti urbani Luglio 2011

35 Indice 1. IL CICLO INTEGRATO DEI RIFIUTI URBANI PRINCIPI NORMATIVI SOGGETTI COINVOLTI NEL PROCESSO DI GOVERNANCE DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI PROGRAMMAZIONE REGIONALE INDICATORE S07 RIFIUTI URBANI SMALTITI IN DISCARICA INDICATORE S08 RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI INDICATORE S09 QUANTITÀ DI FRAZIONE UMIDA TRATTATA IN IMPIANTI PER LA PRODUZIONE DI COMPOST AZIONI CHE IMPATTANO SUI TRE INDICATORI ATTI DELIBERATIVI REGIONALI STATO DI ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI E FONTI FINANZIARIE INDICATORE S07 RIFIUTI URBANI SMALTITI IN DISCARICA INDICATORE S08 RIFIUTI URBANI SMALTITI IN DISCARICA INDICATORE S09 QUANTITÀ DI FRAZIONE UMIDA TRATTATA IN IMPIANTI PER LA PRODUZIONE DI COMPOST AZIONI CHE IMPATTANO SUI TRE INDICATORI... 19

36 1. IL CICLO INTEGRATO DEI RIFIUTI URBANI Il presente lavoro è stato redatto con lo scopo di di sistematizzare e sintetizzare il complesso corpus normativo che regola la gestione dei rifiuti urbani e le azioni poste in campo dalla Regione che impattano anche sul raggiungimento dei target degli indicatori S07 1, S08 2 ed S09 3. Il lavoro è aggiornato a luglio Principi normativi La normativa nazionale, recependo le direttive europee, disegna un sistema di gestione dei servizi di igiene urbana che mira a promuovere la valorizzazione economica dei rifiuti come materiali recuperabili o come fonte di energia, ricorrendo allo smaltimento in discarica solo in via residuale rispetto alle diverse possibilità di trattamento finalizzate al recupero. La gestione dei rifiuti, attraverso una rete integrata di impianti di trattamento, recupero, smaltimento e una pianificazione regionale di tutte le fasi della filiera, deve assicurare: a) la prevenzione dell inquinamento attraverso la riduzione alla fonte della quantità e pericolosità dei rifiuti; b) lo sviluppo di impianti di trattamento e recupero appropriati dal punto di vista tecnologico compatibili sotto il profilo ambientale anche per limitare il ricorso allo smaltimento finale previsto esclusivamente per i rifiuti non recuperabili; c) la copertura integrale dei costi del servizio attraverso l applicazione del regime tariffario nonchè attraverso la valorizzazione economica dei rifiuti visti come materiale recuperabile o fonte di energia; d) la ripartizione delle responsabilità e delle competenze fra tutti i soggetti coinvolti nel ciclo di vita dei prodotti: enti locali, imprese, utenti (principio di responsabilità condivisa); 1 S07: rifiuti urbani smaltiti in discarica. Quantità pro-capite di rifiuti urbani smaltiti in discarica all anno (kg/ab*anno). Target 2013 < 230 Kg/procapite 2 S08: raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Percentuale di rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani (%).Target 2013 > 40% 3 S09: percentuale di frazione umida trattata in impianti di compostaggio in rapporto alla frazione di umido nel rifiuto urbano totale per la produzione di compost di qualità (%).Target 2013 > 20% 3

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