P.A.T. R 10 VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE. Provincia di Treviso Comune di Treviso. Regione Veneto. Piano di Assetto del Territorio

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1 Regione Veneto Provincia di Treviso Comune di Treviso P.A.T. Piano di Assetto del Territorio R 10 VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE GRUPPO DI PROGETTAZIONE arch. Giuseppe Cappochin CAPOGRUPPO - Pianificazione urbanistica urb. Roberto Rossetto Coordinamento generale arch. Leopoldo Saccon Pianificazione urbanistica arch. Fernando Tomasello Pianificazione urbanistica CONTRIBUTI SPECIALISTICI IL SINDACO Gian Paolo Gobbo dott. For. Stefano Reniero Sostenibilità ambientale VAS e VINCA Assessore all'urbanistica arch. Sergio Marton Direttore Generale dott. Otello Paraluppi Responsabile del procedimento Settore Pianificazione Territoriale ed Urbanistica arch. Stefano Barbieri ing. Federico Zannantonio Valutazione dei trasporti e viabilità ing. Giuliano Marella Valutazioni estimative dott. Luca Romano Indagini socio-economiche Adottato Approvato ing. Giuseppe Baldo Urbanistica partecipata Codice Elaborato W d Febbraio 2013

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3 INDICE 1 PREMESSA GENERALITÀ OBIETTIVI ED ARTICOLAZIONE DELLO STUDIO FASE 1 PIANO DIRETTAMENTE CONNESSO O NECESSARIO ALLA GESTIONE DEL SITO FASE 2 - DESCRIZIONE DEL PIANO AREE INTERESSATE E CARATTERISTICHE DIMENSIONALI DURATA DELL ATTUAZIONE E CRONOPROGRAMMA (ADOZIONE, APPROVAZIONE, COSTRUZIONE, FUNZIONAMENTO) DISTANZA DAI SITI DELLA RETE NATURA 2000 E DAGLI ELEMENTI CHIAVE DI QUESTI INDICAZIONI DERIVANTI DAGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA Piano Territoriale Regionale di Coordinamento Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico (P.AI.) del Bacino del Sile e della Pianura tra Piave e Livenza Piano Ambientale del Parco Naturale Regionale del Fiume Sile Piano Territoriale Coordinamento Provinciale di Treviso (P.T.C.P.) Piano Regionale dei Trasporti Piano di gestione ZPS IT DESCRIZIONE DELLE PREVISIONI DEL PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO Scelte che generano impatti positivi sull ambiente Azioni strategiche UTILIZZO DELLE RISORSE FABBISOGNO NEL CAMPO DEI TRASPORTI, DELLA VIABILITÀ E DELLE RETI INFRASTRUTTURALI EMISSIONI, SCARICHI, RIFIUTI, RUMORI, INQUINAMENTO LUMINOSO ALTERAZIONI DIRETTE E INDIRETTE SULLE COMPONENTI AMBIENTALI (ARIA, ACQUA, SUOLO) 38 PAG.1

4 3.10 IDENTIFICAZIONE DI TUTTI I PIANI, PROGETTI E INTERVENTI CHE POSSONO INTERAGIRE CONGIUNTAMENTE FASE 3 - VALUTAZIONE DELLA SIGNIFICATIVITÀ DELLE INCIDENZE DEFINIZIONE DEI LIMITI SPAZIALI E TEMPORALI DELL ANALISI Limiti spaziali dell analisi Limiti temporali dell analisi IDENTIFICAZIONE DEI SITI DELLA RETE NATURA 2000 E DESCRIZIONE Inquadramento geografico - paesaggistico Habitat di interesse comunitario Specie di interesse comunitario IDENTIFICAZIONE DEGLI ASPETTI VULNERABILI DEI SITI CONSIDERATI Habitat e specie di interesse comunitario presenti nelle aree di incidenza delle azioni di piano Vulnerabilità degli habitat di interesse comunitario Vulnerabilità delle specie di interesse comunitario IDENTIFICAZIONE DEGLI EFFETTI CON RIFERIMENTO AGLI HABITAT, HABITAT DI SPECIE E SPECIE IDENTIFICAZIONE DEGLI EFFETTI SINERGICI E CUMULATIVI IDENTIFICAZIONE DEI PERCORSI E DEI VETTORI ATTRAVERSO I QUALI SI PRODUCONO GLI EFFETTI EFFETTI DEL PIANO SULLA RETE NATURA Perdita di superficie di habitat o di habitat di specie Frammentazione di habitat o di habitat di specie Perdita di specie di interesse conservazionistico Perturbazione delle specie della flora o della fauna Diminuzione della densità di popolazione Alterazione della qualità delle acque, dell aria e dei suoli Interferenze con le relazioni ecosistemiche principali che determinano la struttura e la funzionalità dei siti PAG.2

5 5 FASE 4 SINTESI DELLE INFORMAZIONI RILEVATE E DELLE DETERMINAZIONI ASSUNTE BIBLIOGRAFIA PAG.3

6 1 PREMESSA 1.1 GENERALITÀ La concretizzazione sul territorio della rete ecologica Natura 2000 rappresenta uno dei risultati di maggior rilievo della politica comunitaria in materia di protezione dell ambiente e, in particolare, di conservazione della biodiversità. La biodiversità, ossia, semplificando, la varietà delle specie viventi nell ambiente, può essere colta, o definita, almeno a tre livelli: a livello di individui o popolazioni, a livello di specie ed a livello ecosistemico. A questo ultimo livello la diversità biologica è espressione del fatto che ogni sito del pianeta rappresenta un ambiente del tutto peculiare, a causa dell elevata varietà delle possibili interazioni fra i fattori ecologici di litosfera, idrosfera e atmosfera, e ospita una sua propria comunità di organismi, che è probabilmente unica in quanto a composizione, a numero di specie e a tipi di interazione fra di esse. In questo senso, la tutela più idonea della diversità biologica si attua, probabilmente, a livello di ecosistema, preservando la variabilità degli ambienti sul territorio. La conservazione statica dell ambiente mediante l istituzione di aree protette, che era sembrata in un primo tempo la migliore strategia per salvaguardare la biodiversità, presenta dei limiti oggettivi legati al fatto che le riserve biogenetiche possono essere delle isole naturali immerse in un contesto completamente artificializzato. Le zone tutelate, al contrario, devono essere inserite in un sistema reticolare in grado di sostenere gli scambi genetici tra le varie riserve. L acquisizione di questa consapevolezza ha portato ad un approccio globale alla conservazione che ha prodotto programmi ed iniziative, a livello internazionale ed europeo, che hanno sempre più utilizzato prospettive di integrazione tra le singole azioni di conservazione all interno di un quadro di sinergie e coerenze riassumibile nel concetto di Rete Ecologica (APAT, 2003), tra le quali spicca la Rete Ecologica di livello continentale denominata Natura Essa ha l obiettivo di garantire la conservazione della varietà di paesaggi, habitat, ecosistemi e specie di rilevanza europea. Gli strumenti legislativi sui quali si fonda Natura 2000 sono la Direttiva Europea n. 147/2009/CEE, nota col nome di Direttiva Uccelli e la Direttiva Europea n. 92/43/CEE, conosciuta anche come Direttiva Habitat. Direttiva CEE 147/2009 del 30 novembre 2009 o Direttiva Uccelli : è incentrata sulla conservazione a lungo termine di tutte le specie di uccelli selvatici attraverso la designazione, da parte degli stati membri, di Zone di Protezione Speciale (ZPS) e la tutela degli uccelli migratori, considerati PAG.4

7 patrimonio comune a tutti i cittadini europei. L Allegato I indica le specie di uccelli che necessitano di misure di conservazione degli habitat e i cui siti di presenza richiedono l istituzione di zone di protezione speciale ; Direttiva CEE 92/43 o Direttiva Habitat : si prefigge la conservazione di tutte le specie selvatiche di flora e fauna e del loro habitat. Ogni nazione individua delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC), attualmente denominate Siti di Importanza Comunitaria (SIC), e predispone dei piani di gestione volti a conciliare la salvaguardia dei siti con le attività economiche e sociali al fine di attuare una strategia di sviluppo sostenibile. L Allegato I indica gli habitat naturali o seminaturali e, tra questi, quelli da considerarsi prioritari; l Allegato II elenca le specie animali e vegetali i cui siti di presenza richiedono l istituzione di zone speciali di conservazione. L Allegato IV elenca le specie animali e vegetali che necessitano di una protezione rigorosa. La costituzione di una rete ecologica coerente, formata da Zone di Protezione Speciale e Zone Speciali di Conservazione, denominata Natura 2000, costituisce la pietra angolare della politica comunitaria in materia di conservazione della natura. All articolo 6 della Direttiva Habitat sono riportate le disposizioni per la conservazione e gestione dei siti Natura 2000 ed in particolare, nei paragrafi 3 e 4, sono individuate le disposizioni procedurali per la Valutazione di Incidenza Ambientale. A questo proposito, la normativa comunitaria prevede che qualsiasi piano/progetto, che possa avere delle incidenze sugli habitat o le specie degli elementi della rete ecologica Natura 2000, debba essere sottoposto ad una procedura di valutazione per verificare che vi siano alterazioni significative dello stato e/o della qualità delle specie e/o degli ambienti per i quali l area è stata definita meritevole di conservazione. Per valutare l incidenza del piano in esame nei confronti degli habitat e delle specie presenti nei siti della rete Natura 2000, è stato svolto uno specifico studio sulla base di una conoscenza attenta sia delle caratteristiche del sito interessato, con particolare riferimento alla sua collocazione geografica rispetto ad aree naturalistiche di importanza europea, sia agli elementi di piano, in tutte le specifiche ripercussioni e sfaccettature. In particolare, lo studio è mirato a valutare la presenza o meno di incidenza ricordando che nell interpretazione del concetto di significatività è necessaria l obiettività che, tuttavia, può essere separata dalle condizioni ambientali del sito protetto cui si riferisce il progetto, tenendo particolarmente conto degli obiettivi di conservazione del sito medesimo (Commissione Europea, 2000). In altri termini la definizione della significatività di una determinata incidenza deve essere necessariamente correlata alle particolari ed uniche caratteristiche del singolo sito la cui analisi dal punto di vista naturalistico - ecologico assume un importanza fondamentale. PAG.5

8 1.2 Obiettivi ed articolazione dello studio Il presente studio si riferisce alla valutazione dei potenziali effetti sui siti della rete ecologica Natura 2000 legati al nuovo Piano di Assetto del Territorio (PAT) del Comune di Treviso. La necessità di una Valutazione di Incidenza Ambientale deriva dalla presenza, all interno del territorio comunale dei seguenti siti appartenenti alla rete ecologica Natura 2000: SIC IT Fiume Sile dalle sorgenti a Treviso Ovest SIC IT Fiume Sile da Treviso est a San Michele Vecchio ZPS IT Fiume Sile morto e ansa a San Michele Vecchio La Regione Veneto ha individuato la modalità di presentazione dei relativi studi e le autorità competenti alla verifica degli stessi con D.G.R. 4 ottobre 2002, n Attuazione Direttiva Comunitaria 92/43/CEE e D.P.R. 357/1997. successivamente modificata con D.G.R. del 10 ottobre 2006, n Nuove disposizioni relative all'attuazione della direttiva comunitaria 92/43/CEE e D.P.R. 357/1997. Guida metodologica per la valutazione di incidenza. Procedure e modalità operative. La metodologia procedurale proposta nella guida è un percorso di analisi e valutazione progressiva che si compone di quattro fasi principali: Livello I: screening - processo d individuazione delle implicazioni potenziali di un progetto o piano su un sito Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, e determinazione del possibile grado di significatività di tali incidenze; Livello II: valutazione appropriata - considerazione dell incidenza del progetto o piano sull integrità del sito Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, tenendo conto della struttura e funzione del sito, ché dei suoi obiettivi di conservazione. In caso di incidenza negativa, si aggiunge anche la determinazione della possibilità di mitigazione; Livello III: valutazione delle soluzioni alternative - valutazione delle modalità alternative per l attuazione del progetto o piano in grado di prevenire gli effetti passibili di pregiudicare l integrità del sito Natura 2000; Livello IV: valutazione in caso di assenza di soluzioni alternative in cui permane l incidenza negativa - valutazione delle misure compensative laddove, in seguito alla conclusione positiva della valutazione sui motivi imperanti di rilevante interesse pubblico, sia ritenuto necessario portare avanti il piano o progetto. Nello specifico, il presente studio rappresenta il primo livello di valutazione (fase di screening) al termine del quale sarà possibile determinare se gli effetti del piano possono oggettivamente essere considerati irrilevanti o meno. PAG.6

9 L articolazione della relazione riprende quanto proposto dalla Guida metodologica alle disposizione dell articolo 6, paragrafi 3 e 4, della direttiva Habitat 92/43/CEE prodotta dalla Divisione Ambiente della Commissione Europea e dalla citata Guida Metodologica per la Valutazione di Incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE in allegato A alla Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n del 10 ottobre La fase di valutazione di screening si articola in quattro parti fondamentali: determinare se il piano è direttamente connesso o necessario alla gestione del sito; descrivere il piano unitamente alla descrizione ed alla caratterizzazione di altri progetti o piani che insieme possono incidere in maniera sul sito Natura 2000; identificare la potenziale incidenza sul sito natura 2000; valutare la significatività di eventuali effetti sul sito Natura FASE 1 PIANO DIRETTAMENTE CONNESSO O NECESSARIO ALLA GESTIONE DEL SITO Perché un piano possa essere considerato direttamente connesso o necessario alla gestione del sito, la gestione si deve riferire alle misure gestionali ai fini di conservazione, mentre il termine direttamente, si riferisce a misure che sono state concepite unicamente per la gestione a fini conservazionistici di un sito e in relazione a conseguenze dirette e indirette su altre attività (COMMISSIONE EUROPEA - DG AMBIENTE, 2001). Nel caso in esame è possibile affermare che il Piano di Assetto del territorio del comune di Treviso è direttamente connesso o necessario alla gestione dei siti della rete Natura 2000 presenti nel territorio indagato. Con riferimento al Decreto del Ministero dell Ambiente 17 ottobre 2007 e ss.mm.ii, avente per oggetto Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS), si evidenzia che le previsioni del PAT di Treviso contrastano in alcun modo con le disposizioni della norma. Va peraltro evidenziato che sono previsti interventi di trasformazione diretta del territorio all interno dei confini dei siti Natura PAG.7

10 3 FASE 2 - DESCRIZIONE DEL PIANO 3.1 AREE INTERESSATE E CARATTERISTICHE DIMENSIONALI Il Piano di Assetto del Territorio coinvolge l intero territorio comunale e, di conseguenza, è potenzialmente interferente con i siti della rete Natura 2000 che ricadono parzialmente all interno del confine amministrativo. Il Piano, peraltro, si articola in diverse azioni strategiche per ognuna delle quali è possibile definire le specifiche zone di intervento e la relativa area di incidenza potenziale. L argomento sarà approfondito al successivo nel quale saranno individuati gli habitat e le specie di interesse comunitario presenti nelle aree interessate dalle azioni di piano. 3.2 DURATA DELL ATTUAZIONE E CRONOPROGRAMMA (ADOZIONE, APPROVAZIONE, COSTRUZIONE, FUNZIONAMENTO) La previsione di durata del PAT è di 10 anni. La redazione del Piano è stata preceduta dalla predisposizione di un Documento Preliminare (L.R. 11/2004, articolo 3), quale documento strategico predisposto da parte della Giunta Comunale, in cui sono stati riportati gli obiettivi generali che si intendevano perseguire con il Piano e le scelte strutturali di assetto del territorio anche in relazione alle previsioni degli strumenti di pianificazione di livello sovraordinato e le indicazioni per lo sviluppo sostenibile e durevole del territorio. Il Documento Preliminare ha rappresentato la piattaforma programmatica sulla quale, in attuazione dei principi di sussidiarietà e concertazione, si è avviato il confronto di consultazione (LR., articolo 5) e si sono sviluppate le strategie e le azioni del Piano. È così stato dato avvio alla fase di consultazione con gli Enti pubblici territoriali, con le Amministrazioni preposte alla cura degli interessi pubblici coinvolti, con le Associazioni Economiche, Sociali ed Ambientali, ché con Gestori di servizi pubblici o di uso pubblico. Tale attività è stata espletata mediante più incontri coinvolgendo, inoltre, la cittadinanza sui contenuti dello schema di documento. In contemporanea alla formazione del PAT è stata avviata anche la predisposizione del Quadro Conoscitivo, costruito sulla base degli indirizzi dati dalla Regione Veneto, con lo scopo di analizzare lo stato del territorio e i processi che lo caratterizzano. Ai sensi dell articolo 4 della L.R. n.11/2004 il PAT è stato sottoposto alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS), al fine di promuovere uno sviluppo sostenibile e durevole ed assicurare un elevato livello di protezione dell ambiente. La VAS ha valutato gli effetti derivanti dall attuazione del PAT, evidenziando la congruità delle scelte dello strumento rispetto agli obiettivi di sostenibilità dello stesso, alle possibili sinergie con gli altri strumenti di pianificazione individuando, altresì, le alternative assunte nella PAG.8

11 elaborazione del piano, gli impatti potenziali, le misure di mitigazione e/o di compensazione da inserire nel piano. Gli obiettivi enunciati nel Documento Preliminare, condivisi e confermati a seguito della fase di consultazione (L.R., articolo 5), approfonditi con le analisi del Quadro Conoscitivo, valutati dalla Valutazione Ambientale Strategica, trovano espressione grafica principalmente nelle 4 tavole del PAT e gestionale nelle norme tecniche. Dalla consegna definitiva degli elaborati costituenti il PAT si prevedono i seguenti passaggi: l adozione degli stessi da parte del Consiglio Comunale di Treviso; la convocazione della Conferenza di servizi per l esame delle osservazioni e l approvazione del Piano; la ratifica da parte della Giunta Regionale. 3.3 DISTANZA DAI SITI DELLA RETE NATURA 2000 E DAGLI ELEMENTI CHIAVE DI QUESTI Il territorio comunale comprende, almeno parzialmente, tre siti appartenenti alla rete ecologica Natura 2000: SIC IT Fiume Sile dalle sorgenti a Treviso Ovest ; SIC IT Fiume Sile da Treviso est a San Michele Vecchio ; ZPS IT Fiume Sile morto e ansa a San Michele Vecchio ; A nord-est del confine comunale, in comune di Villorba, è presente il SIC IT Fontane Bianche di Lancenigo. PAG.9

12 Inquadramento sovra comunale dei siti appartenenti alla rete ecologica Natura PAG.10

13 Inquadramento a livello comunale dei siti appartenenti alla rete ecologica Natura Nel territorio comunale, la ZPS IT risulta completamente inclusa all interno del SIC IT In particolare, quest ultima area protetta comprende anche il corso del PAG.11

14 Fiume Storga e l omonimo parco situato nei pressi della sede provinciale di Sant Artemio. 3.4 INDICAZIONI DERIVANTI DAGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO Il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento della Regione Veneto è stato adottato con D.G.R. n 372 del 17/02/2009, unitamente al Rap porto Ambientale. Questo prende in considerazione le componenti fisiche e strutturali che vanno a costituire il sistema regionale, in particolare: la conservazione dell acqua, la riduzione degli inquinamenti di Paesaggio: la valenza paesaggistica attribuita al P.T.R.C. contribuisce ad esplicitare lo stretto legame esistente tra paesaggio e territorio, e fa comprendere come sia oggi impensabile scindere la pianificazione territoriale da quella paesaggistica. Città: tra gli obiettivi di fondo del P.T.R.C. esiste quello di delineare percorsi coerenti con le specificità dei territori che ospitano le grandi città metropolitane, ideare una strategia di rafforzamento dell armatura urbana regionale, migliorare la qualità ambientale del territorio per attirare capitale umano dall esterno e trattenere quello esistente e rafforzare il sistema infrastrutturale. Uso del suolo: il Piano mira a gestire il processo di urbanizzazione attraverso misure specifiche per proteggere gli spazi aperti, la buona terra e la matrice agricola del territorio, interventi di tutela per gli spazi montani e collinari, azioni volte alla salvaguardia dei varchi liberi da edificazione ed un estesa opera di riordino territoriale e di insediamento sostenibile. Biodiversità: il Piano sostiene la tutela e l accrescimento della diversità biologica, attraverso misure specifiche per potenziare il contributo delle attività agricole alla biodiversità, tutelare i prati, pascoli e praterie esistenti ed individuare le aree urbano-rurali di cui valorizzare le caratteristiche di multifunzionalità. Viene individuata una Rete ecologica regionale, della quale fanno parte, nel Comune di Treviso, aree nucleo e corridoi ecologici. Energia ed altre risorse naturali: il Piano mira a razionalizzare e migliorare l uso delle risorse, anche per contrastare il cambiamento climatico. Gli interventi proposti comprendono: l uso di risorse rinnovabili per la produzione di energia, il risparmio e suolo, aria e acqua ed il riordino dei principali corridoi energetici. Mobilità: risulta necessario governare il rapporto tra le infrastrutture ed il sistema insediativo, cogliendo l opportunità di razionalizzare il territorio urbanizzato sulla base della presenza dei corridoi plurimodali, del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR) e dell asse viario della PAG.12

15 Pedemontana. La Regione riconosce nel sistema aeroportuale Venezia Treviso un polo primario per lo sviluppo promuovendo a tal fine specifici progetti strategici ai sensi dell art. 26 della LR 11/04. Sviluppo economico: il Piano tende ad aumentarne la portata e la competitività. Gli interventi proposti includono la valorizzazione dei parchi polifunzionali e commerciali di rango regionale e l invenzione di nuovi nodi di servizio in grado di affiancare le imprese nelle loro attività produttive. Si vuole poi valorizzare e tutelare i diversi turismi, ridefinendo il legame tra ospitalità ed armatura culturale ed ambientale del territorio. Crescita socio-culturale: il Piano delinea possibili scenari per disegnare il Terzo Veneto. Nelle piattaforme di Treviso e Vicenza si individuano due specializzazioni di eccellenza, la prima legata a metodi lenti di fruizione del territorio attraverso l acqua, la natura e il gusto, la seconda legata alla creazione di luoghi dei giovani e dell armonia. Si individuano inoltre gli interventi strutturali della nuova organizzazione spaziale regionale e le misure volte a potenziare i percorsi ciclopedonali. Emerge come uno dei problemi del territorio sia quello della forte erosione di superficie agricola utilizzata, causata soprattutto dall accentuato sviluppo insediativo che caratterizza il Veneto. Forte è quindi la conflittualità tra l attività agricola e lo sviluppo insediativo, sia nelle aree in cui si concentra l agricoltura specializzata sia in quelle con una spiccata prerogativa residenziale. Il P.T.R.C. ha quindi affrontato il governo del processo di urbanizzazione occupandosi dell interfaccia tra lo spazio urbano e lo spazio agrario - rurale essendo il sistema metropolitano veneto fondante la sua sostenibilità economica, sociale ed ecologica su un rinnovato intreccio degli spazi a questi dedicati ed in particolare all industria e al terziario, alla residenza, al territorio aperto e agricolo e alle risorse ambientali. Si sono quindi distinte diverse categorie di spazio rurale, individuate in base ai loro diversi caratteri e al loro essere interessate da differenti processi evolutivi, che sono: Aree di agricoltura periurbana, ovvero quelle aree nelle quali l attività agricola viene svolta a ridosso dei centri abitati e che svolgono un ruolo di cuscinetto tra i margini urbani, l attività agricola produttiva, i frammenti del paesaggio storico e le aree aperte residuali. Aree agropolitane, caratterizzate da un attività agricola specializzata nei diversi ordinamenti produttivi, in presenza di una forte utilizzazione del territorio da parte della residenza, del produttivo e delle infrastrutture. Aree ad elevata utilizzazione agricola, ovvero quelle nelle quali l attività agricola è consolidata e il territorio è strutturato e caratterizzato dalla presenza di contesti figurativi di particolare valore dal punto di vista paesaggistico. PAG.13

16 Aree ad agricoltura mista a naturalità diffusa, ovvero quelle in cui l attività agricola svolge un ruolo indispensabile di manutenzione e presidio del territorio e di mantenimento della complessità e della diversità degli ecosistemi naturali e rurali. Prati stabili, quali risorse per il paesaggio e la biodiversità. Va mantenuto il loro valore naturalistico e va limitata la perdita di superficie prativa dovuta allo sviluppo urbanistico. Il Piano regionale prescrive per questa tematica il perseguimento di processi di riqualificazione e trasformazioni territoriali col minor consumo possibile di suolo. Il territorio comunale di Treviso, secondo quanto indicato nell Atlante Ricognitivo degli Ambiti del Paesaggio del P.T.R.C., ricade all interno degli ambiti 21 Alta Pianura tra Brenta e Piave e 22 Fascia delle risorgive tra Brenta e Piave. Sul territorio sono presenti aree agropolitane in pianura e aree di agricoltura periurbana. Con D.D.R. n.15 del 6/04/2012 sono stati adottati il Documento Preliminare e il Rapporto Ambientale Preliminare per la Variante Parziale n.1 al P.T.R.C. con attribuzione della valenza paesaggistica e sono state avviate le procedure di concertazione e consultazione. Tale variante ha lo scopo di integrare quanto espresso dal P.T.R.C. adottato nel 2009 con le attività e le indicazioni emerse successivamente nell ambito dei lavori del Comitato Tecnico per il Paesaggio (C.T.P.), in particolare per quanto riguarda i beni paesaggisticamente tutelati ché altre tematiche che rivestono interesse paesaggistico. Come si legge nei nuovi documenti di Piano il paesaggio, come patrimonio dei beni comuni e dei luoghi identitari della nostra collettività, intreccio tra natura e cultura, forma e funzione, svolge un ruolo d interesse culturale, ecologico, ambientale e sociale, oltre che costituire una risorsa favorevole allo sviluppo economico. Riconoscendo al paesaggio questi significati e una possibile funzione di valore aggiunto per il nuovo modello di sviluppo che si intende delineare per il Veneto, il piano paesaggistico nella sua articolazione diventa lo strumento essenziale per individuare strategie volte ad accrescere la competitività della Regione e a fare di questa un polo di attrazione di capitali e risorse PIANO STRALCIO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO (P.AI.) DEL BACINO DEL SILE E DELLA PIANURA TRA PIAVE E LIVENZA Il Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico del Bacino del Sile e della Pianura tra Piave e Livenza è stato approvato con D.C.R. n. 48 del 27/06/2007. Questo si configura come uno strumento che attraverso criteri, indirizzi e norme consenta una riduzione del dissesto idrogeologico e del rischio connesso ed intende PAG.14

17 definire e programmare le azioni necessarie a conseguire un adeguato livello di sicurezza del bacino del fiume Sile e della pianura tra Piave e Livenza, oltre che avviare il recupero dell ambiente naturale e la riqualificazione delle caratteristiche del territorio stesso. Il Comune di Treviso ricade, in particolare, nel Bacino del Sile; al suo interno sono individuate: aree soggette a rischio di allagamento alcune aree a pericolosità idraulica per idazione media e moderata alcune aree a rischio idraulico elevato, medio e moderato Gli interventi ammessi nelle aree di pericolosità idraulica ovvero di pericolosità geologica, oggetto di delimitazione del P.A.I., devono essere definiti negli strumenti urbanistici comunali sulla base delle indicazioni del Piano di Assetto Idrogeologico, in maniera graduata in relazione con il grado di pericolosità individuato e tenuto conto delle indicazioni degli articoli del P.A.I. stesso PIANO AMBIENTALE DEL PARCO NATURALE REGIONALE DEL FIUME SILE Con L.R. 8/1991, è stato istituito il Parco Naturale Regionale del Fiume Sile, per il quale è stato approvato, con D.G.R. n.22 del e modificato con varianti di settore approvate con D.G.R. n.58 del , il relativo Piano ambientale. Il Piano Ambientale, redatto ai sensi della legge regionale 16 agosto 1984 n. 40 e della legge 6 dicembre 1991 n. 394, è strumento di valorizzazione e tutela dell ambiente e di supporto allo sviluppo economico e sociale dell intero territorio del Parco Naturale Regionale del Fiume Sile. Ai sensi dell articolo 6 della legge regionale istituiva 28 gennaio 1991 n. 8 il Piano Ambientale ha valenza paesistica ed efficacia di piano di area regionale. Tra le finalità del Piano Ambientale rientra la fruizione del Parco in funzione ricreativo - turistica, educativa, culturale e sociale da parte del pubblico. Il Piano detta a tale scopo una precisa regolamentazione finalizzata al rispetto e alla tutela delle caratteristiche storiche, monumentali, ambientali e naturalistiche proprie del Parco. Il Piano fornisce, nell art. 39, i seguenti indirizzi per la pianificazione urbanistica di livello comunale: a) in sede di formazione di un nuovo strumento urbanistico, revisione e/o variante generale dovrà essere incentivato il contenimento della capacità insediativa che sarà orientata, prevalentemente, al soddisfacimento dei bisogni pregressi della popolazione residente nell area del Parco, privilegiando il recupero del patrimonio edilizio esistente e limitando l edificazione sparsa e isolata; PAG.15

18 b) la forma della struttura urbana sarà definita da perimetri e limiti continui al fine di limitare il consumo ed il depauperamento di suoli agricoli; c) lo strumento urbanistico generale avrà come obiettivo prioritario la tutela dell ambiente in tutte le sue componenti e il perseguimento di un equilibrato rapporto tra sviluppo delle aree urbane, mantenimento e sviluppo delle aree destinate a verde. Il Piano ha effettuato un azzonamento del Parco, individuando le seguenti aree: A. ZONA DI RISERVA NATURALE GENERALE, articolate in: 1. Zona delle risorgive; 2. Zone a riserva naturale orientata; 3. Zone di ripristino vegetazionale, forestale e delle praterie; B. ZONE AGRICOLE, divise in: 1. Zone agricole di tutela paesaggistica; 2. Zone agricole ad orientamento colturale; C. ZONE DI PROTEZIONE PER LA TUTELA DELLE RISORSE IDROPOTABILI D. ZONE AD URBANIZZAZIONE CONTROLLATA E. ELEMENTI PUNTUALI Attualmente la Giunta Regionale Veneta ha sottoscritto un Protocollo d'intesa con l'ente Parco Regionale del Fiume Sile, per la redazione del nuovo Piano del Parco. Il nuovo Piano, oltre a costituire una rivisitazione del vigente Piano ambientale, dovrà definire un quadro di riferimento normativo e pianificatorio, capace di conferire efficienti ed efficaci tutela e valorizzazione dei valori storici, culturali, naturalistici, paesaggistici e ecosistemici presenti sul territorio del Parco del fiume Sile. PAG.16

19 Individuazione cartografica con evidenziato in verde il Parco Naturale Regionale del fiume Sile all interno del Comune di Treviso (fonte: Piano Ambientale del Parco Naturale Regionale del Fiume Sile) PIANO TERRITORIALE COORDINAMENTO PROVINCIALE DI TREVISO (P.T.C.P.) Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Treviso, approvato in data 23/03/2010 con Delibera della Giunta Regionale n. 1137, guida la trasformazione del territorio trevigiano con lo scopo primario di favorire lo sviluppo e il riordino attraverso PAG.17

20 l adozione di politiche di governo locale che preservino il territorio da un ulteriore degrado del sistema delle risorse locali. Lo strumento si articola in relazione ai diversi settori, considerando: uso del suolo, biodiversità, energia e risorse, mobilità, sviluppo economico, crescita culturale e sociale. Sulla base di tali presupposti sono individuati i temi strategici e gli atti di sviluppo relativi ai settori di trasformazione: Aree produttive: Il Piano prevede una riorganizzazione e/o riconversione dei distretti produttivi esistenti; inoltre sono individuate alcune aree produttive ampliabili. Per l area denominata Treviso Servizi, si ipotizza una destinazione di Polo Tecnologico, ovvero aree ritenute idonee alla creazione di nodi di interscambio tra i diversi sistemi di trasporto. Infrastrutture e la mobilità: E previsto il tracciato della tangenziale di collegamento fra Feltrina e Castellana "Tangenziale di Treviso IV Lotto, SR 53/SR 348", oltre alla viabilità d interesse provinciale identificata in località Sant Angelo. Beni culturali: Vengono definite le modalità attraverso apposite direttive volte al recupero ed al mantenimento e valorizzazione dei siti o situazioni di particolare bellezza. Residenza: Viene posta attenzione sul recupero delle aree dismesse più che sullo sviluppo di nuove aree residenziali, ipotizzando nuove regole volte alla trasformazione e al recupero del patrimonio esistente, anche definendo il regolamento edilizio tipo che dovrà fornire ai comuni indicazioni omogenee. Biodiversità: In relazione alla Rete Natura 2000 promossa dalla Regione Veneto, i temi della biodiversità e delle reti ecologiche trovano ampio spazio nella redazione del P.T.C.P.. Sul territorio comunale di Treviso sono presenti S.I.C. e Z.P.S.. Energia: Partendo da una analisi della quantità e della qualità delle fonti rinnovabili ricavabili nella Regione, si perviene alle considerazioni conclusive presentando azioni che possono condizionare il consumo di energia in termini di risparmio. Mediante la bioedilizia applicata alle abitazioni, ed attraverso l impulso impartito per la promozione delle fonti rinnovabili, si potrà conseguire il contenimento ed il risparmio energetico. Sistemi culturali territoriali: La Regione promuove la costituzione di un sistema culturale diffuso rappresentato dalla rete delle Città murate medioevali e rinascimentali del Veneto, così come appoggia un sistema culturale diffuso rappresentato dalla rete delle dimore storiche del Veneto. A tal fine Le Ville Venete sono considerate patrimonio artistico della cultura veneta. PAG.18

21 Sistema città: La Regione riconosce alle città e ai sistemi di città venete un ruolo strategico dello sviluppo del Terzo Veneto anche in relazione alle potenzialità offerte dai corridoi europei plurimodali, tra i quali riconosce nella Rete di Città la piattaforma metropolitana dell ambito centrale (Vicenza, Padova, Venezia, Treviso). Il Piano demanda inoltre ai Comuni l individuazione dei criteri di progettazione per le nuove aree e l adozione di innovativi criteri di progettazione con obiettivi di qualità nell inserimento territoriale e del paesaggio con idonea dotazione di spazi pubblici PIANO REGIONALE DEI TRASPORTI Il 1 Piano Regionale dei Trasporti (PRT), è stato approvato nel Il 2 PRT è stato adottato dalla Giunta Regionale con provvedimento n del 5 luglio 2005 e pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione (BUR) n. 73 del 2 agosto Il Piano Regionale dei Trasporti del Veneto si sviluppa sulla base del presupposto che esso stesso sia da considerare come un semplice piano settoriale, dal momento che deve relazionarsi con tre distinti ambiti, per i quali la Regione esercita rilevanti competenze: il territorio, l economia, l ambiente. Lo scenario complessivo all interno del quale il Piano si articola è quello della dimensione europea: la Regione è chiamata oggi a giocare un ruolo di primo piano all interno dei processi di trasformazione e sviluppo che coinvolgono il proprio territorio su scala nazionale e internazionale. Sulla base di tali assunti, e recependo i principi definiti a livello internazionale riguardo allo sviluppo sostenibile e i diritti individuali e collettivi Libro Bianco dei Trasporti il piano recepisce il quadro internazionale definendo le priorità locali, gli indirizzi di sviluppo e le opere infrastrutturali primarie che coinvolgono il Veneto. La rete è definita su più livelli e in riferimento alle diverse modalità di trasporto, nell ottica della realizzazione di un sistema gerarchizzato basato sulla creazione di maglie strutturate sulla base delle scale di relazione e di nodi funzionali. Le opere principali si articolano su: livello autostradale rete stradale primaria Sistema ferroviario Alta Velocità/Alta Capacità SFMR Sistema della logistica (porti, aeroporti, interporti) Sistema idroviario. PAG.19

22 Il sistema infrastrutturale di scala territoriale che si sviluppa all interno del territorio comunale è interessato in particolare dal potenziamento della rete ferroviaria, attraverso il progetto del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR). Con riferimento alla mobilità si segnala che attualmente è in fase di redazione da parte del Comune di Treviso - Settore Pianificazione Territoriale ed Urbanistica - il Piano di Rischio Aeroportuale, che ha lo scopo di rafforzare i livelli di tutela nelle aree limitrofe all aeroporto A. Canova, tenendo conto delle caratteristiche operative dell aeroporto stesso. Tale documento dovrà essere sottoposto a parere da parte di ENAC PIANO DI GESTIONE ZPS IT All interno del territorio comunale ricadono tre aree appartenenti alla rete ecologica Natura 2000: SIC IT Fiume Sile dalle sorgenti a Treviso Ovest SIC IT Fiume Sile da Treviso est a San Michele Vecchio ZPS IT Fiume Sile morto e ansa a San Michele Vecchio Come previsto dalla D.G.R del 2006, per la ZPS IT è stato predisposto il Piano di Gestione secondo le indicazioni operative formulate dalle Giunta Regionale con D.G.R. n del Con tale provvedimento l Amministrazione Regionale ha ribadito che il procedimento di formazione del Piano di Gestione si svolge nel rispetto dei principi di concertazione e partecipazione previsti dalla Legge Regionale sulla pianificazione urbanistica (L.R. 11/2004). Il citato provvedimento, inoltre, identifica le procedure di approvazione. I Piani di Gestione hanno l obiettivo di garantire uno stato di conservazione soddisfacente degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche di interesse comunitario per i quali il sito è stato individuato. Per conseguire questi risultati, il piano è articolato in una sequenza di passaggi logici che partono dalla descrizione delle caratteristiche del sito (fisica, biologica e socioeconomica), per poi definire i fattori di pressione cui sono sottoposti habitat e specie fino ad individuare obiettivi, strategie di gestione e le conseguenti azioni volte alla conservazione degli elementi di interesse comunitario. Va rilevato che, allo stato attuale, la pianificazione della Rete Natura 2000 è priva di efficacia ed anche gli strumenti adottati dai soggetti incaricati risultano vigenti. PAG.20

23 3.5 DESCRIZIONE DELLE PREVISIONI DEL PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO I principali obiettivi del PAT sono schematizzati nella tabella che segue: SETTORE Utilizzo del territorio OBIETTIVI Contenere l'impatto urbano sull'ambiente e lo sfruttamento di risorse attraverso il riuso e la riorganizzazione di suoli già urbanizzati Impiego di risorse pubbliche orientate verso progetti di trasformazione diretti verso modelli di vita di impronta comunitaria e di recupero del senso dell'abitare Partecipazione attiva degli attori urbani (pubblico, privato economico, privati collettivi) ai processi di trasformazione Orientamento verso un modello di mobilità sostenibile con sistemi di trasporto collettivo, incentivazione della mobilità ciclo-pedonale e promozione dell'intermodalità tra modi di trasporto a scapito del trasporto privato Tutela delle risorse naturalistiche e integrità del paesaggio Sistema ambientale e difesa del suolo Zona agricola Individuazione delle aree di valore naturale e ambientale, con conseguente definizione degli obiettivi di valorizzazione in coerenza con il PTCP e di interventi di miglioramento per la realizzazione della rete ecologica. Difesa del suolo attraverso la prevenzione dei rischi e della calamità naturali previa individuazione delle aree a rischio dissesto idrogeologico, le aree esondabili e quelle a maggior rischio sismico come stabilito dal PTCP. Conservazione e salvaguardia e valorizzazione del territorio agricolo, delle attività agricole e dei valori storico architettonici Conservazione /ricostruzione del paesaggio agrario e della biodiversità Salvaguardia/costruzione dei processi naturali degli equilibri idraulici e idrogeologici PAG.21

24 SETTORE Paesaggio Urbano Sistema insediativo residenziale Sistema insediativo produttivo Sistema infrastrutturale, connettivo urbano e percorsi ciclo-pedonali OBIETTIVI Individuazione e classificazione degli elementi qualitativi del paesaggio urbano: centri ed elementi storici, corsi d'acqua, elementi vegetazionali, ville storiche, grandi giardini e parchi privati Individuazione di fattori di abbandono, degrado sociale/ambientale Rigenerazione sostenibile della città esistente attraverso l'applicazione del principio del riuso dei brownfield cioè delle aree già urbanizzate, anziché edificare sugli spazi liberi (greenfield) Riconversione del patrimonio edilizio esistente connotato da bassa qualità tecnologica, architettonica e funzionale attraverso accordi pubblico-privati e accordi di programma Favorire all'interno delle città una composizione maggiormente mista, invertendo pericolosi processi di polarizzazione sociale. Definizione dell assetto fisico e funzionale degli ambiti specializzati per attività produttive, quantificando il fabbisogno di aree e dei relativi servizi Definizione del dimensionamento e la localizzazione delle aree di sviluppo, con riferimento alle caratteristiche locali e alle previsioni infrastrutturali Definizione di standard di qualità dei servizi che si intendono perseguire per ottimizzare il rapporto tra attività di produzione, servizi tecnologici e qualità ambientale Recepimento delle previsioni e programmazioni della pianificazione sovraordinata Definizione della rete di infrastrutture e dei servizi per la mobilità di maggiore rilevanza, al sistema dei parcheggi e agli spazi di interscambio tra le diverse modalità di trasporto Individuazione delle opere necessarie alla sostenibilità ambientale e paesaggistica e alla funzionalità rispetto al sistema insediativo residenziale e produttivo Individuazione del sistema della viabilità locale e della mobilità ciclabile/pedonale PAG.22

25 SETTORE OBIETTIVI Valorizzazione del sistema ferroviario Rafforzamento del sistema di trasporto pubblico Incentivazione della mobilità lenta attraverso il completamento della rete ciclabile e l espansione della rete bike sharing Le previsioni del PAT di Treviso che ne conseguono possono essere distinte in due categorie: Scelte che generano impatti positivi sull ambiente Azioni strategiche SCELTE CHE GENERANO IMPATTI POSITIVI SULL AMBIENTE Attraverso l elaborazione delle cartografie di progetto e delle Norme Tecniche Attuative sono stati individuati alcuni elementi che consentono di perseguire obiettivi di tutela e conservazione del territorio, in particolare attraverso il recepimento dei vincoli (tavola 01 e Titolo III capo I delle NTA), l individuazione di invarianti (tavola 02 e Titolo III capo II delle NTA) e di aree soggette a fragilità (tavola 03 e Titolo III capo III delle NTA). Tavola 01 - Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale La tavola dei vincoli rappresenta il quadro dei limiti all uso del territorio presenti a Treviso. In particolare gli elementi individuati sono i seguenti: VINCOLI CULTURALI, PAESAGGISTICI, AMBIENTALI E GEOLOGICI: Vincoli sui beni culturali (D. Lgs. 42/2004 art. 10) Vincolo sismico (O.P.C.M. n 3274/2003) Vincoli paesaggistici (D. Lgs. n 42/04 artt e 142): Aree di notevole interesse pubblico, Ambiti corsi d acqua vincolati, Vincolo Paesaggistico e di destinazione Agro-Silvo-Pastorale Usi Civici, Parchi e riserve nazionali/regionali BIODIVERSITÀ: Siti di importanza comunitaria (S.I.C.) e zone di protezione speciale (Z.P.S.) VINCOLI DERIVANTI DA PIANIFICAZIONE DI LIVELLO SUPERIORE: Centri storici (P.T.R.C. art P.T.C.P. art. 43 e seguenti) PAG.23

26 Ambiti naturalistici di livello regionale (P.T.R.C. art. 19) Aree a rischio idraulico in riferimento alle opere di bonifica (art. 23 L.R. 12/2009) Aree a pericolosità idraulica identificate dal P.A.I. - (L. 267/98 L. 365/00) Aree a rischio idrogeologico in riferimento al P.T.C.P Zone di interesse archeologico (art. 142 lettera m) D. Lgs. n 42/2004 art. 27 N.T.A. P.T.R.C.) Aree ricomprese nel P.R.R.A ai sensi dell'art. 12 del PTRC - Zona vulnerabile di origine agricola Limite delle risorgive (artt P.T.C.P.) Ambiti per l'istituzione di parchi naturali-archeologici ai sensi dell'art.33 del PTRC 1992 ELEMENTI GENERATORI DI VINCOLO, FASCE DI RISPETTO E ZONE DI TUTELA: Idrografia Viabilità fasce di rispetto Limite centri abitati Rete ferroviaria e tranviaria esistente Elettrodotti fasce di rispetto Impianti di comunicazione elettronica Cimiteri fasce di rispetto Depuratore fasce di rispetto Zone militari Metanodotti Allevamenti intensivi Stabilimenti a rischio di incidente rilevante Fasce di tutela dei pozzi di prelievo idropotabile Aeroporti Elisuperfici ALTRI VINCOLI Vincolo di destinazione forestale ai sensi degli artt della L.R. 52/78 PAG.24

27 Ville Venete Tavola 02 Carta delle invarianti. La carta delle invarianti contiene gli elementi areali, lineari e puntuali che per le loro caratteristiche naturalistico - ambientali, storiche, paesaggistiche, geologiche, sono tali da renderli meritevoli di tutela ed impedirne ogni trasformazione ed alterazione. Le classi o categorie o tipi di invarianti individuate e definite sono: INVARIANTI DI NATURA GEOLOGICA Risorgive Corpi idrici a prevalente alimentazione dalle risorgive INVARIANTI DI NATURA PAESAGGISTICA Coni visuali Contesti figurativi Itinerari di interesse storico, testimoniale e paesaggistico Itinerari fluviali Itinerari locali INVARIANTI DI NATURA AMBIENTALE Idrografia principale Ambiti dei Parchi (Parco naturale del fiume Sile; Parco naturale dello Storga) Zone umide Biotopi Rete ecologica comunale (Aree nucleo (core areas); Ambiti di connessione naturalistica; Corridoi ecologici principali; Corridoi ecologici secondari; Isola ad elevata naturalità (stepping stones); Varchi infrastrutturali) INVARIANTI DI NATURA STORICO-MONUMENTALE Centri storici Edifici di valore storico testimoniale Pertinenze scoperte da tutelare Ville Venete Manufatti di archeologia industriale PAG.25

28 Aree e manufatti di archeologia industriale Mulini e Manufatti idraulici Mura Itinerario monumentale Luoghi della Grande Guerra e Luoghi dell''archeologia Aree a rischio archeologico Tavola 03 Carta delle fragilità La tavola delle fragilità è un elaborato cartografico soprattutto di tipo geologico. Al suo interno infatti è rappresentata la classificazione delle penalità ai fini edificatori, ovvero gli ambiti in base alle cui caratteristiche geologiche è possibile edificare o meno. Inoltre nella cartografia sono indicate le aree a dissesto idrogeologico e le zone omogenee in prospettiva sismica. Gli elementi contenuti sono i seguenti: COMPATIBILITÀ GEOLOGICA Terreni idonei Terreni a condizione A: in aree con falda sub-affiorante, a morfologia relativamente elevata e costituite in prevalenza da depositi ghiaiosi e sabbiosi Terreni a condizione B: in aree con falda sub-affiorante e possibilità di allagamenti, a morfologia relativamente elevata (dossi) e costituite in prevalenza da depositi sabbiosi Terreni a condizione C: in aree con falda sub-affiorante, a morfologia relativamente depressa (bassure) e costituite in prevalenza da depositi argillosi Terreni idonei a condizione D: in aree con falda sub-affiorante e in corrispondenza di ex-cave ripristinate Terreni idonei AREE A DISSESTO IDROGEOLOGICO Aree esondabili o a ristagno idrico Aree di risorgiva Impatti positivi sull ambiente sono inoltre generati dalle scelte espresse all art. 25 delle NTA Tutela ed edificabilità del territorio agricolo, che detta le direttive, le prescrizioni ed i vincoli per il territorio agricolo. In particolare il PAT individua le tipologie e le caratteristiche costruttive per le nuove edificazioni, le modalità d intervento per il PAG.26

29 recupero degli edifici esistenti e gli ambiti di buona integrità paesaggistico - ambientale - agronomica. Inoltre nell art. 26 Sostenibilità delle Norme Tecniche Attuative sono indicati degli indirizzi per la sostenibilità ambientale degli interventi, con particolare riguardo a corridoi ecologici, infrastrutture, allevamenti, inquinamento luminoso. Nello stesso articolo è anche specificato l obiettivo di allacciare alla rete fognaria e di depurazione, nell arco di 28 anni, dell 80% degli utenti a fronte dell attuale 30%. Le scelte espresse negli elaborati suddetti sono principalmente di tutela e valorizzazione delle risorse naturali e paesaggistiche e hanno quindi ricadute positive sull ambiente, o comunque presentano interazioni significative con le componenti ambientali che caratterizzano il territorio e con i Siti della Rete Natura 2000 presenti. Per tutte queste azioni considerate positive nei confronti dei SIC/ZPS è prevista un ulteriore analisi delle incidenze e quindi saranno riprese nei paragrafi che seguono AZIONI STRATEGICHE Le azioni strategiche del PAT sono rappresentate nella Carta delle trasformabilità (tavola 04) e definite nel Titolo III capo IV delle Norme Tecniche Attuative. In particolare l art. 20 azioni strategiche riguarda i seguenti aspetti: Ambiti di urbanizzazione consolidata Ambiti di edificazione diffusa Ambiti di trasformazione di saturazione del PRG vigente Ambiti di riqualificazione e riconversione Contesti territoriali destinati alla realizzazione di programmi complessi che attingono dal dimensionamento strategico Limiti fisici all espansione Attività produttive/commerciali in zona impropria Sportello unico per le attività economiche in variante al P.R.C. Agli artt. 21, 22 e 23, sono trattate le azioni riguardanti, rispettivamente: servizi ed attrezzature di interesse comune di maggiore rilevanza (art. 21) infrastrutture del sistema della viabilità (art. 22) percorsi ciclo-pedonali esistenti e di progetto (art. 23) PAG.27

30 Le azioni appena elencate, ad eccezione della n. 8 dell art 20, relativa allo Sportello unico per le attività economiche in variante al P.R.C., saranno sottoposte a valutazione degli impatti sul sistema ambientale. Va osservato che gli ambiti individuati dal Piano e le aree di sviluppo insediative si intendono solo potenzialmente trasformabili. L estensione delle aree interessate dallo sviluppo insediativo e i parametri per l edificazione verranno stabiliti nel PI, nel rispetto del dimensionamento dell ATO di appartenenza, degli obiettivi generali di contenimento del consumo di suolo, dei vincoli e tutele del PAT, e avendo avuto cura di verificare che siano alterati l equilibrio ambientale, in particolare in riferimento agli aspetti di particolare tutela e di particolare vulnerabilità e fragilità. Si riporta ora una tabella di sintesi che fornisce una breve descrizione delle azioni strategiche del PAT di Treviso, estratta dagli articoli 20, 21, 22 e 23 delle Norme Tecniche di Attuazione, alle quali si rimanda per una descrizione più dettagliata. PAG.28

31 Azione strategica Art. NTA Descrizione Interventi previsti Ambiti di urbanizzazione consolidata Ambiti di edificazione diffusa Rappresentano i contesti territoriali di completamento dotati delle principali opere di urbanizzazione; rappresentano inoltre tutte le aree di espansione previste dal P.R.G., già convenzionate al momento dell adozione del P.A.T. Categorie: - Ambiti di urbanizzazione consolidata a prevalente destinazione residenziale - Ambiti di urbanizzazione consolidata a prevalente destinazione produttiva - commerciale - Aree produttive esistenti ampliabili Comprendono aggregazioni edilizie in contesto periurbano o rurale caratterizzate da: riconoscibilità dei limiti fisici dell aggregato rispetto al territorio agricolo produttivo circostante; adeguata viabilità già dotata delle principali opere di urbanizzazione; frammentazione fondiaria con presenza di edifici prevalentemente residenziali funzionali all attività agricola di imprenditori a titolo principale. Il P.I., sulla base di una approfondita analisi della effettiva consistenza e destinazione d uso degli edifici presenti nei vari ambiti di edificazione diffusa, All interno sono sempre possibili interventi di nuova costruzione e di ampliamento di edifici esistenti, ché interventi di riqualificazione e riconversione, la cui puntuale definizione, modalità di intervento, destinazioni d uso e indici edilizi, vengono definiti dal P.I. Il P.I. provvede a: a) individuare le unità minime di intervento, le destinazioni d uso e gli indici edilizi; b) individuare le aree in cui gli interventi sono subordinati alla predisposizione di P.U.A. o di comparti urbanistici; c) definire le modalità di intervento sul patrimonio edilizio da salvaguardare; d) definire le modalità per l attuazione degli interventi di riqualificazione e riconversione anche mediante la determinazione di crediti edilizi; e) individuare le eventuali trasformazioni da assoggettare ad interventi di valorizzazione e sostenibilità ambientale; f) prevedere l integrazione delle opere di urbanizzazione eventualmente carenti. In tali ambiti il P.A.T. definisce i seguenti obiettivi, da perseguire attraverso il P.I., al fine di migliorare la qualità della struttura insediativa, il rapporto degli insediamenti con l ambiente rurale e, coerentemente con quanto previsto dall art. 1 delle N.T. del P.T.C.P., frenare la tendenza alla dispersione edilizia indifferenziata: integrazione delle opere di urbanizzazione eventualmente carenti; integrazione degli insediamenti con aree per parcheggi pubblici e/o privati ad uso pubblico; individuazione di soluzioni per migliorare le condizioni di sicurezza della viabilità, con particolare riferimento agli accessi carrai con sbocco diretto sulla strada, favorendo le condizioni per la realizzazione di percorsi ciclo-pedonali; riordino morfologico e percettivo dell edificato e delle aree scoperte anche mediante la formazione di apparati vegetali quali filari alberati, siepi e macchie arbustive e arboree; integrazione e riorganizzazione dell edificazione diffusa esistente e prossima ad ambiti di urbanizzazione consolidata ed a ambiti di sviluppo insediativo tramite la correlazione degli ambiti e l integrazione delle urbanizzazioni e delle infrastrutture; eventuali interventi di nuova edificazione, ristrutturazione, ricostruzione e ampliamento devono perseguire il miglioramento del contesto dell insediamento mediante il recupero, riuso, ristrutturazione edilizia e urbanistica, con particolare riguardo alle aree già interessate da attività dismesse e devono essere indirizzati prevalentemente alle esigenze abitative di ordine famigliare con la previsione di delimitati e puntuali interventi di nuova edificazione ad uso residenziale nel rispetto dei parametri di dimensionamento dei singoli A.T.O.. La disciplina dei nuclei residenziali in ambito agricolo dovrà prevedere: - limitazione della dilatazione degli insediamenti esistenti consentendo, esclusivamente per una sola volta e allo scopo di rispondere a problemi abitativi di carattere familiare, PAG.29

32 Azione strategica Art. NTA Descrizione Interventi previsti documentata in apposita scheda, individuerà, all interno di questi, eventuali nuclei residenziali in ambito agricolo che potranno ricomprendere anche aree ed edifici esistenti contigui agli ambiti di edificazione diffusa. Il P.A.T. individua come ambiti di edificazione diffusa anche i nuclei diffusi classificati dal vigente P.R.G. per i quali il P.I. potrà ridefinire i parametri edificatori, adeguandoli a quelli indicati per i nuclei residenziali in zona agricola. l individuazione di lotti liberi di testa che, alla data di adozione della prima variante al P.I., risultino di proprietà di persone residenti o proprietarie di una superficie di terreno tale da consentire un lotto edificatorio all interno del relativo nucleo residenziale; - all interno dei singoli nuclei residenziali in ambito agricolo, potrà essere prevista l individuazione di lotti con capacità edificatoria unitaria superiore a m 3 500, per una variazione della volumetria residenziale complessiva, esistente alla data di adozione del P.A.T., superiore al 25%; sono consentiti comunque interventi sugli edifici esistenti di cui alle lettere a), b), c), d) dell art. 3 del D.P.R. 380/01 e, in ogni caso, sempre gli ampliamenti fino ad un massimo di m Il conseguente aumento di volumetria residenziale riferito alle nuove edificazioni, andrà quindi previsto sulla base della volumetria residenziale contemplata dal P.A.T. nel dimensionamento residenziale dell A.T.O. corrispondente; - in tali nuclei residenziali è ammesso creare una seconda fila di lotti; nel caso essa sia già esistente, le nuove edificazioni potranno avvenire solo al fine di saturare l edificazione attraverso la previsione di nuovi lotti in adiacenza a lotti in seconda fila già edificati; - che debba essere inoltre evitata la formazione di corridoi urbanizzati su entrambi i lati delle strade, mantenendo la discontinuità dell edificato e l intercomunicazione visiva con il paesaggio agrario. A tal fine e per favorire una effettiva saturazione dei nuclei a scapito di una dilatazione lineare, potranno essere ricomprese all interno dei nuclei residenziali in ambito agricolo, le fasce di terreno agricolo di ampiezza superiore a 100 m ove siano presenti abitazioni; - che la volumetria relativa alle eventuali attività in zona impropria rilevate all'interno dell'ambito, possa concorrere alla determinazione degli indici precedentemente citati necessari per la definizione dei nuclei residenziali in ambito agricolo ; - che nella scheda relativa al singolo ambito di edificazione diffusa debbano essere indicati gli edifici che risultino più funzionali alla conduzione del fondo. La superficie coperta ed il volume degli edifici più funzionali alla conduzione del fondo, come rilevanti alla data di adozione della prima variante al P.I. ed eventualmente integrati in sede di osservazioni al P.I., potranno essere conteggiati al fine del conseguimento dei parametri necessari per l individuazione dei nuclei residenziali in ambito agricolo. Non potrà invece essere considerato il volume degli edifici più funzionali alla conduzione del fondo, al fine del calcolo dell eventuale 25% del volume esistente, destinato alle nuove edificazioni. Il volume degli edifici più funzionali alla conduzione del fondo, deve infatti essere calcolato all interno del volume concesso in ampliamento al fabbricato esistente; - che nella scheda relativa al singolo nucleo residenziale in ambito agricolo, il P.I. possa individuare nuove attività di servizio e/o compatibili con la residenza, che siano compatibili con il contesto rurale e residenziale di riferimento. Le N.T.O. del P.I. dovranno elencare le attività ritenute compatibili per l insediamento all interno dei nuclei residenziali in ambito agricolo, la cui volumetria dovrà essere ricompresa all interno del limite del 25% della Ambiti di trasformazione di 20.4 Sono limitate alle aree di espansione previste dal P.R.G. vigente, ancora convenzionate. volumetria residenziale esistente alla data di adozione del P.A.T., già citati in precedenza. L individuazione del perimetro delle aree di espansione da effettuarsi nel P.I. è ordinata dalle seguenti regole: PAG.30

33 Azione strategica Art. NTA Descrizione Interventi previsti saturazione del PRG vigente La localizzazione dei nuovi insediamenti residenziali dovrà seguire i seguenti criteri di scelta prioritaria: 1. aree trasformabili ricadenti in vuoti urbani e dotate o facilmente dotabili di opere di urbanizzazione primaria e secondaria e di servizi, secondo gli standard di qualità previsti dal P.A.T. e dal P.I.; 2. aree trasformabili significative poste all'interno del limite fisico alla nuova edificazione da individuarsi in coerenza con gli ambiti di sviluppo insediativo, secondo le indicazioni del P.A.T.; 3. altre aree trasformabili interessate né prossime a vincoli, ambiti di tutela, invarianti, fragilità (aree di trasformazione meno significative ed interventi di completamento di dimensione limitata). la nuova espansione può superare i limiti fisici della nuova edificazione fatte salve variazioni di assestamento previste dall art. 20.7; l organizzazione urbanistica, infrastrutturale ed architettonica dei nuovi insediamenti deve interfacciarsi, relazionarsi ed integrarsi organicamente con gli insediamenti esistenti per quanto riguarda le funzioni, la scena urbana e le relazioni viarie e ciclopedonali; la nuova espansione edilizia deve essere prevista, coerentemente con gli ambiti di sviluppo insediativo sulla scorta dei criteri e modalità di applicazione della perequazione urbanistica ; tutte le nuove aree di espansione dovranno essere soggette a P.U.A.; nell attuazione delle possibili espansioni contigue agli edifici tutelati del centro abitato, devono essere previsti opportuni elementi di mitigazione e tipologia e metodi costruttivi in sintonia con l edificato esistente. Ambiti di riqualificazione e riconversione Contesti territoriali destinati alla realizzazione di programmi complessi (che attingono dal dimensionamento strategico) Categorie: - A prevalente destinazione residenziale - A prevalente destinazione commerciale, direzionale e ricettiva - A prevalente destinazione produttiva Parti del territorio in cui il P.I. può prevedere interventi di trasformazione edilizia e urbanistica, nel rispetto del dimensionamento del Piano, anche mediante la demolizione totale delle preesistenze, individuando, oltre al perimetro dell area, la destinazione d uso e gli indici edilizi. In tali ambiti la trasformabilità è condizionata all adempimento di obblighi e/o impegni bilaterali tra pubblica amministrazione e soggetti proponenti finalizzati alla riqualificazione e/o alla riconversione dei contesti territoriali interessati. Attività incoerenti in essere da dismettere, di notevole consistenza, ubicate in contesti strategici, o nei casi in cui le complessità urbanistiche ed ambientali richiedono la predisposizione anche di più piani e/o programmi attuativi. Regole: la riqualificazione e riconversione di rilevanza strategica deve rispettare gli indirizzi formulati negli elaborati del P.A.T.; tutte le aree di riqualificazione devono essere soggette a P.U.A.. Il P.I. dovrà normare gli interventi secondo due tipologie prevalenti: - la riconversione, che prevede la demolizione degli immobili esistenti e la ricostruzione di volumi con destinazioni d uso compatibili (oppure il cambio d uso degli immobili esistenti di qualità) - la riqualificazione/ripristino del sito, anche per destinazioni insediative (a verde, agricole, sportive o altro) coerenti con il contesto in cui è inserito, a fronte di una compensazione mediante credito edilizio da trasferire altrove. Il P.I., mediante accordi tra soggetti pubblici e privati di cui all art. 6 della L.R. 11/04, individua gli interventi di riqualificazione e riconversione, ché le modalità di trasferimento delle attività incoerenti in essere. Sono da attuarsi mediante P.U.A., nel rispetto del dimensionamento del Piano. Tutti gli interventi realizzati in tali contesti dovranno assicurare un alto grado di sostenibilità e qualità che dovrà essere quantitativamente e qualitativamente definito in sede di Accordo. In tale sede dovrà essere altresì definito un sistema di monitoraggio per l'attuazione dell'intervento che consenta di verificare il conseguimento degli obiettivi e di individuare eventuali azioni correttive in caso di criticità. Ai fini dell assoggettamento alla procedura V.A.S., detti programmi complessi PAG.31

34 Azione strategica Art. NTA Descrizione Interventi previsti dovranno essere sottoposti, ai sensi dell art. 12 del D. Lgs. 152/2006, alla verifica dell assoggettabilità. Limiti fisici all'espansione Attività produttive / commerciali in zona impropria Servizi ed attrezzature di interesse comune di maggior rilevanza Infrastrutture del sistema della viabilità Limiti fisici per lo sviluppo degli insediamenti residenziali, produttivi, commerciali e direzionali, all interno dei diversi A.T.O. Attività produttive/commerciali esistenti in zona impropria da ampliare, bloccare o trasferire sulla scorta dei criteri: a) consistenza, tipologia specifica di attività, rumorosità, inquinamento; b) compatibilità con il contesto; c) condizioni di accessibilità ed effetti sul traffico; d) dotazione di opere di urbanizzazione. Attrezzature e servizi destinati a funzioni diverse quali aree per l istruzione, per attrezzature di interesse comune, impianti e poli sportivi, parchi urbani, parcheggi. Categorie: - Consolidati - Di progetto: - Fb (aree per le attrezzature di interesse comune) - Fc (aree per le attrezzature a parco e per il gioco e lo sport) - Fd (aree per parcheggi) - Parcheggi scambiatori di carattere strategico Infrastrutture della viabilità esistente e programmata. Categorie: - Viabilità principale esistente - Viabilità principale di progetto - Viabilità principale da riqualificare - Linee ferroviarie - Trasporto pubblico a guida vincolata (TPGV) - Fermate del trasporto pubblico a guida vincolata - Stazioni SFMR Il P.I., all interno dei limiti individuati dal P.A.T., precisa gli ambiti nei quali è possibile attuare nuovi interventi, distinguendo quelli riservati all incremento delle attività residenziali, produttive, commerciali, direzionali e delle attività ad esse connesse, da quelli riservati all insediamento di attrezzature e servizi a supporto e completamento dei singoli sistemi insediativi e dei diversi ambiti funzionali. Il P.I. indica: le attività da trasferire in quanto incompatibili con il contesto; le attività esistenti da confermare, relativamente alle quali il P.I. definisce la specifica normativa, la possibilità di ampliamento, comunque superiore all 80% della superficie coperta esistente con il limite di m , escludendo in ogni caso la possibilità di demolizione e ricostruzione, aumento del numero delle unità immobiliari e l inserimento di ulteriori e diverse attività, rispetto a quelle regolarmente insediate alla data di adozione del P.A.T.. Il P.I. può stabilire inoltre, in relazione agli interventi ammissibili ed allo stato dei luoghi, l integrazione delle opere di urbanizzazione, la riqualificazione dell area pertinenziale, le opere di mitigazione degli impatti di varia natura nei confronti del contesto circostante. Il P.I. provvede a: definire e localizzare le opere ed i servizi pubblici; disciplinare gli interventi ammissibili, le modalità di trasformazione urbanistica e le destinazioni d uso ed i parametri edificatori, anche utilizzando gli strumenti della perequazione urbanistica, del credito edilizio e della compensazione, degli accordi pubblicoprivati e di programma, definendo gli ambiti. Per le attrezzature esistenti il P.I. potrà prevedere interventi di miglioramento qualitativo delle strutture, con possibilità di potenziamento delle stesse. Miglioramento e razionalizzazione della rete esistente locale, in particolare per adeguarla a ottimali livelli di efficienza e sicurezza. In generale la nuova viabilità dovrà rispettare quanto previsto dal C.d.S. e relativo Regolamento, dal D.M. 05/11/2001 Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade ; per le nuove intersezioni quanto previsto dal D.M. 19/04/2006 Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali ; in particolare qualora siano a rotatoria dovranno essere garantite le dimensioni minime previste dalle linee guida per la progettazione e la verifica delle intersezioni a rotatoria approvate dall amministrazione provinciale. Le previsioni di nuovi tracciati e il potenziamento di quelli esistenti recepiscono obiettivi e PAG.32

35 Azione strategica Art. NTA Descrizione Interventi previsti Percorsi ciclopedonali esistenti e di progetto 23 Classificazione tipologica delle criticità viabilistiche: - Dorsale di riordino urbano - Strade parco Tracciato preferenziale dei principali itinerari ciclopedonali che compongono il sistema delle relazioni ciclo-pedonali del territorio comunale della città di Treviso, al fine di aumentare le connessioni territoriali, migliorando le connessioni tra centro storico e quartieri periferici, ottimizzando l accessibilità alle aree di pregio ambientale e ai servizi. previsioni della pianificazione del Piano della Viabilità Provinciale e del P.R.G. vigente. La nuova viabilità sarà inoltre provvista di un sistema di stoccaggio delle acque di prima pioggia che, prima del loro scarico sui corpi recettori, dovranno essere opportunamente trattate. Le piste ciclabili devono preferibilmente essere realizzate in sedi protette e dotate di idonea segnaletica logica e coerente, di eventuali punti panoramici e spazi di sosta, di opportune piantumazioni lungo il percorso, ché muniti di adeguate opere di mitigazione e di messa in sicurezza della mobilità ciclopedonale. La segnaletica dovrà essere di ambito almeno provinciale ed informare sulle direzioni, le principali mete storico-culturali, le storicità dei paesaggi, le informazioni sui centri storici attrezzati, i luoghi di accoglienza turistica per l alloggio, la ristorazione, ché i punti vendita dei prodotti tipici enogastronomici e dell artigianato artistico. I percorsi ciclopedonali di progetto eventualmente previsti all interno dei siti della rete Natura 2000 dovranno essere realizzati nel massimo rispetto delle peculiarità naturalistiche dei luoghi coinvolti, preservando habitat e specie di interesse comunitario da fenomeni di alterazione ed evitando interferenze con le funzioni ecosistemiche delle aree protette. PAG.33

36 Come evidenziato in tabella e nelle NTA, i Contesti territoriali destinati alla realizzazione di programmi complessi (che attingono dal dimensionamento strategico) dovranno essere sottoposti, ai sensi dell art. 12 del D. Lgs. 152/2006, alla verifica dell assoggettabilità. Contestualmente sarà attivata una procedura per la Valutazione di Incidenza Ambientale al fine di verificare, in ragione di dati di maggior dettaglio, l effettiva interferenza sulla rete Natura 2000, delle trasformazioni che saranno eventualmente proposte. Nel seguito, pertanto, i Contesti territoriali destinati alla realizzazione di programmi complessi sono esclusi dalla trattazione. Le aree di riconversione e riqualificazione (art. 20.5) sono situate all interno dell urbanizzato consolidato e, pertanto, gli effetti di queste previsioni sul sistema ambientale risultano inglobati in quelli previsti per gli Ambiti di urbanizzazione consolidata (art. 20.2). Lo stesso vale per le grandi strutture di vendita. Anche questi ambiti sono trattati esplicitamente nella valutazione. 3.6 UTILIZZO DELLE RISORSE Si riporta di seguito una tabella in cui viene indicato l utilizzo delle risorse, in particolar modo per quel che riguarda l occupazione di superfici, per le azioni strategiche del PAT. Azione strategica Ambiti di urbanizzazione consolidata Norma NTA art Ambiti di edificazione diffusa art SÌ Ambiti di trasformazione di saturazione del PRG vigente e Limiti fisici all'espansione Ambiti di riqualificazione e riconversione Attività produttive / commerciali in zona impropria Servizi ed attrezzature di interesse comune di maggior rilevanza art art art art art. 21 SÌ SÌ UTILIZZO DELLE RISORSE Occupazione di superficie Occupazione di aree adiacenti a superfici già urbanizzate e comunque interne alla struttura insediativa consolidata Occupazione di aree adiacenti a superfici già edificate Occupazione di aree adiacenti alle aree di urbanizzazione consolidata NO Interventi su aree già urbanizzate NO Interventi su aree già urbanizzate SÌ Occupazione di nuove aree adiacenti a superfici già urbanizzate PAG.34

37 Azione strategica Norma NTA UTILIZZO DELLE RISORSE Occupazione di superficie Infrastrutture del sistema della viabilità (mobilità) art. 22 SÌ Occupazione di nuove aree adiacenti a superfici già urbanizzate Riqualificazione di tracciati già Percorsi ciclopedonali esistenti e di progetto art. 23 SÌ esistenti e occupazione di nuove aree con interventi a basso impegno territoriale Gli interventi strategici del PAT si realizzano prevalentemente in aree già urbanizzate o in adiacenza alle medesime senza comunque determinare la trasformazione dell uso dei suoli all interno delle superfici afferenti alla Rete Natura I Percorsi ciclopedonali esistenti e di progetto coinvolgono anche delle aree poste all interno dei perimetri delle aree Natura 2000 come nel caso delle piste che corrono parallelamente al corso del fiume Sile. Gli itinerari ciclopedonali, che nelle aree protette sono realizzate con tecniche poco impattanti e conformi al contesto di inserimento, coinvolgono comunque habitat di interesse comunitario. 3.7 FABBISOGNO NEL CAMPO DEI TRASPORTI, DELLA VIABILITÀ E DELLE RETI INFRASTRUTTURALI Si riporta una tabella in cui è indicata la necessità o meno di realizzare nuove infrastrutture in corrispondenza della realizzazione degli interventi proposti dal PAT e presi in considerazione nel presente studio: Azione strategica Norma NTA Ambiti di urbanizzazione art consolidata sì Ambiti di edificazione diffusa art sì Ambiti di trasformazione di art saturazione del PRG vigente e sì art Limiti fisici all'espansione Ambiti di riqualificazione e art riconversione no Attività produttive / commerciali in art zona impropria no FABBISOGNO DI NUOVE INFRASTRUTTURE In alcuni casi potrebbero essere necessarie nuove infrastrutture In alcuni casi potrebbero essere necessarie nuove infrastrutture In alcuni casi potrebbero essere necessarie nuove infrastrutture Interventi su aree già infrastrutturate Interventi su aree già infrastrutturate PAG.35

38 Azione strategica Norma NTA FABBISOGNO DI NUOVE INFRASTRUTTURE Servizi ed attrezzature di interesse comune di maggior rilevanza art. 21 sì In alcuni casi potrebbero essere necessarie nuove infrastrutture Infrastrutture del sistema della viabilità (mobilità) art. 22 sì Le proposte di piano consistono nella realizzazione di nuove infrastrutture lineari Le proposte di piano Percorsi ciclopedonali esistenti e di progetto art. 23 sì consistono nella valorizzazione dei percorsi esistenti e nella realizzazione di nuovi tracciati Gli interventi di tipo insediativo (residenziale, commercial e produttivo, sono realizzati prevalentemente in aree già urbanizzate o in adiacenza ad esse, per cui nella maggior parte dei casi si prevede la necessità di realizzare nuove infrastrutture di rilevanti dimensioni. In alcuni casi potrebbero essere necessarie delle nuove limitate infrastrutture di collegamento con quelle già esistenti. I nuovi interventi afferenti al sistema infrastrutturale proposti dal PAT coinvolgono direttamente i siti della rete Natura Per gli itinerari ciclopedonali, vale quanto detto in precedenza. Si tratta di opere di limitato impegno territoriale ed a ridotto impatto ambientale. 3.8 EMISSIONI, SCARICHI, RIFIUTI, RUMORI, INQUINAMENTO LUMINOSO Si riporta una tabella in cui sono evidenziati le emissioni, gli scarichi, i rifiuti e l inquinamento luminoso derivanti dagli interventi proposti dal PAT, in fase di cantiere ed in fase di esercizio: Azione strategica Norma NTA EMISSIONI, SCARICHI, RIFIUTI, RUMORI, INQUINAMENTO LUMINOSO fase di cantiere fase di esercizio Aumento nella Emissione di polveri e produzione di rifiuti e Ambiti di inquinanti in atmosfera, della luminosità urbanizzazione art emissioni sonore, artificiale, scarichi consolidata produzione di rifiuti dalle controllati nelle reti lavorazioni fognarie Ambiti di art Emissione di polveri e Aumento nella PAG.36

39 Azione strategica edificazione diffusa Ambiti di trasformazione di saturazione del PRG vigente e Limiti fisici all'espansione Ambiti di riqualificazione e riconversione Attività produttive / commerciali in zona impropria Servizi ed attrezzature di interesse comune di maggior rilevanza Infrastrutture del sistema della viabilità (mobilità) Percorsi ciclopedonali esistenti e di progetto Norma NTA art art art art art. 21 art. 22 art. 23 EMISSIONI, SCARICHI, RIFIUTI, RUMORI, INQUINAMENTO LUMINOSO fase di cantiere fase di esercizio inquinanti in atmosfera, produzione di rifiuti e emissioni sonore, della luminosità produzione di rifiuti dalle artificiale, scarichi lavorazioni controllati nelle reti fognarie Aumento nella Emissione di polveri e produzione di rifiuti e inquinanti in atmosfera, della luminosità emissioni sonore, artificiale, scarichi produzione di rifiuti dalle controllati nelle reti lavorazioni fognarie Emissione di polveri e inquinanti in atmosfera, Contenimento delle emissioni sonore, emissioni produzione di rifiuti dalle lavorazioni Emissione di polveri e inquinanti in atmosfera, Contenimento delle emissioni sonore, emissioni produzione di rifiuti dalle lavorazioni Emissione di polveri e Produzione di rifiuti, inquinanti in atmosfera, rumori, aumento della emissioni sonore, luminosità artificiale, produzione di rifiuti dalle scarichi controllati nelle lavorazioni reti fognarie Emissione di polveri e Emissione di polveri e inquinanti, rumori, inquinanti in atmosfera, scarichi degli inquinanti emissioni sonore, produzione di rifiuti dalle lavorazioni Emissione di polveri e inquinanti in atmosfera, emissioni sonore, produzione di rifiuti dalle in appositi impianti di trattamento, aumento della luminosità artificiale Nessuna variazione in fase di esercizio rispetto allo stato attuale PAG.37

40 Azione strategica Norma NTA EMISSIONI, SCARICHI, RIFIUTI, RUMORI, INQUINAMENTO LUMINOSO fase di cantiere fase di esercizio lavorazioni La fase di cantiere degli interventi proposti con le azioni del PAT comporta il trasporto dei materiali e la movimentazione degli automezzi nell area di lavoro, provocando emissioni sottoforma di gas di scarico e polveri. Allo stesso modo la movimentazione di automezzi e mezzi meccanici, come anche le attività di demolizione, producono emissioni sonore. La fase costruttiva determina altresì la produzione di rifiuti e di materiali di scarto e risulta che, se riutilizzabili, saranno conferiti ai siti di smaltimento. In fase di esercizio i diversi interventi producono effetti diversificati: quelli che prevedono la nuova edificazione provocano la produzione di rifiuti, che sono recuperati in buona parte tramite la raccolta differenziata e/o smaltiti in discarica, l aumento della luminosità artificiale e lo scarico controllato delle acque reflue nella rete fognaria. Gli interventi infrastrutturali comportano principalmente l emissione di polveri e inquinanti e di rumore, l aumento della luminosità artificiale e gli scarichi controllati degli inquinanti in appositi impianti di trattamento (acque di prima pioggia). Per quanto riguarda invece le azioni di riqualificazione e riconversione del tessuto insediativo, volte allo sviluppo di soluzioni urbanistiche ed architettoniche maggiormente sostenibili anche dal punto di vista energetico, si rileva che queste comportano un complessivo contenimento delle emissioni rispetto alla situazione attualmente rilevabile. 3.9 ALTERAZIONI DIRETTE E INDIRETTE SULLE COMPONENTI AMBIENTALI (ARIA, ACQUA, SUOLO) Si riporta a seguire una tabella nella quale sono riassunte le potenziali alterazioni a carico delle componenti ambientali derivanti dalla realizzazione delle azioni del PAT. PAG.38

41 Azione strategica Norma NTA ALTERAZIONI SULLE COMPONENTI AMBIENTALI ARIA ACQUA SUOLO Emissione di polveri e Ambiti di urbanizzazione art inquinanti limitata alla fase No: scarichi controllati consolidata di cantiere Impermeabilizzazione Ambiti di edificazione diffusa art Emissione di polveri e inquinanti limitata alla fase No: scarichi controllati Impermeabilizzazione di cantiere Ambiti di trasformazione di art saturazione del PRG vigente e art Limiti fisici all'espansione Ambiti di riqualificazione e art riconversione Attività produttive / commerciali art in zona impropria Servizi ed attrezzature di interesse comune di maggior art. 21 rilevanza Emissione di polveri e inquinanti limitata alla fase No: scarichi controllati Impermeabilizzazione di cantiere Emissione di polveri e inquinanti limitata alla fase di cantiere; in fase di No esercizio riduzione delle emissioni Emissione di polveri e inquinanti limitata alla fase di cantiere; in fase di No: scarichi controllati esercizio riduzione delle emissioni Emissione di polveri e inquinanti limitata alla fase No: scarichi controllati di cantiere No: interventi su aree già urbanizzate No: interventi su aree già urbanizzate Impermeabilizzazione Infrastrutture del sistema della art. 22 Emissione di polveri e No: scarichi controllati Impermeabilizzazione PAG.39

42 ALTERAZIONI SULLE COMPONENTI AMBIENTALI Azione strategica Norma NTA ARIA ACQUA SUOLO viabilità (mobilità) inquinanti in fase di cantiere e di esercizio Emissione di polveri e Percorsi ciclopedonali esistenti art. 23 inquinanti limitata alla fase No: scarichi controllati No e di progetto di cantiere PAG.40

43 Gli interventi associati alle azioni strategiche proposte dal PAT provocano sostanziali alterazioni alle componenti ambientali del territorio. La qualità dell aria potrebbe essere alterata dall emissione dei gas di scarico delle macchine operatrici o dalla dispersione di polveri in fase di cantiere. Tuttavia, in considerazione della temporaneità degli interventi e del fatto che la maggior parte delle aree in cui saranno realizzati sono già antropizzate o poste a distanza dai SIC/ZPS, è possibile escludere che le sostanze gassose e le polveri emesse nel corso dei lavori possano causare qualsiasi alterazione agli elementi che costituiscono la Rete Natura Gli unici interventi che prevedono un alterazione della qualità dell aria anche in fase di esercizio sono quelli legati alla realizzazione di opere infrastrutturali. In particolare, la realizzazione delle tratte stradali provocherà un aumento delle emissioni; in corrispondenza dei nuovi tratti. Ciò è parzialmente compensato dal fatto che la nuova viabilità determinerà una redistribuzione del traffico sul territorio comunale generando una riduzione delle emissioni su altre zone. In ogni caso, gli effetti sulla qualità dell aria degli interventi inerenti la mobilità sono tali da comportare una variazione dei parametri in grado di influire in alcun modo sullo stato di conservazione di habitat e specie dei siti Natura Per quanto riguarda le alterazioni sulla componente acqua, esse sono considerate nulle per ciascun intervento, in quanto in ogni caso sono previste apposite misure. In particolare, le Norme del Piano prevedono che gli interventi di sviluppo insediativo, sia di tipo residenziale che produttivo, siano subordinati all allacciamento degli stessi alla rete fognaria o alla realizzazione di altro sistema previsto dal D.Lgs. 152/06. Anche la realizzazione delle nuove infrastrutture viarie prevede alterazioni sostanziali alla qualità delle acque. Nello specifico, per gli interventi più rilevanti è prevista la realizzazione di un sistema di trattamento delle acque di prima pioggia. Infine, la qualità dei suoli sarà alterata in alcune situazioni a causa dell impermeabilizzazione conseguente all edificazione di superfici attualmente occupate da terreni agricoli. Si ribadisce comunque che tali superfici interessate da fenomeni di impermeabilizzazione sono esterne ai SIC/ZPS presenti nel territorio comunale. Gli interventi, inoltre sono caratterizzati dall invarianza idraulica per cui l impermeabilizzazione di alcune aree avrà ripercussioni indirette sulla dinamica dei corsi d acqua. PAG.41

44 3.10 IDENTIFICAZIONE DI TUTTI I PIANI, PROGETTI E INTERVENTI CHE POSSONO INTERAGIRE CONGIUNTAMENTE I Piani che possono interagire congiuntamente al PAT sono: PAT e PRG dei Comuni contermini; Piano Territoriale di Coordinamento Regionale (PTRC); Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) di Treviso; Piano Ambientale del Parco Naturale Regionale del Fiume Sile. Allo stato attuale si rilevano interazioni significative con i PAT dei comuni limitrofi che propongono per i SIC/ZPS e per gli altri ambiti di valore ambientale e paesaggistico interventi di tutela e conservazione. La pianificazione sovraordinata ha assunto indirizzi di tutela, rispetto e recupero dell area trevigiana e tali previsioni vengono riprese dal Piano di Assetto del Territorio di Treviso secondo quanto previsto dalla normativa regionale vigente, per cui si esclude possano verificarsi sovrapposizioni degli effetti dei diversi piani. 4 FASE 3 - VALUTAZIONE DELLA SIGNIFICATIVITÀ DELLE INCIDENZE 4.1 DEFINIZIONE DEI LIMITI SPAZIALI E TEMPORALI DELL ANALISI LIMITI SPAZIALI DELL ANALISI L area interessata dal Piano Urbanistico in esame è rappresentata dal territorio comunale di Treviso. Lo studio analizza anche i territori contermini al fine di verificare eventuali effetti della pianificazione a livello comunale sui siti della rete Natura 2000 posti esternamente al confine amministrativo. Le aree oggetto dell analisi sono comunque rappresentate dai seguenti siti della rete Natura 2000 parzialmente ricadenti nel territorio comunale: SIC IT Fiume Sile dalle sorgenti a Treviso Ovest SIC IT Fiume Sile da Treviso est a San Michele Vecchio ZPS IT Fiume Sile morto e ansa a San Michele Vecchio Nello specifico, i limiti spaziali dell analisi coincidono con gli ambiti territoriali appartenenti alla rete ecologica Natura 2000 che possono eventualmente essere interessate da alterazioni ambientali in quanto coinvolte da trasformazioni o ricadenti all interno delle aree di incidenza potenziale associate alle azioni strategiche del Piano. Al fine di individuare l area di incidenza potenziale sono stati considerati, principalmente, i seguenti fattori: PAG.42

45 localizzazione degli interventi rispetto al sito Natura 2000 preso in considerazione nella presente relazione; tipologia degli impatti previsti tipologia ambientale dei luoghi direttamente interessati dalle opere caratteristiche geomorfologiche ed orografiche del territorio analizzato L obiettivo che ci si propone è quello di individuare una fascia entro la quale si potranno propagare i fenomeni di incidenza a carico degli elementi della rete ecologica Natura 2000, nella consapevolezza che, allontanandosi dalle aree direttamente interessate dai lavori, si assisterà ad una attenuazione dei meccanismi di alterazione provocati dagli interventi conseguenti all attuazione delle azioni di Piano. Alcune incidenze, quali la riduzione di superficie di habitat, si esauriscono nell area di effettiva presenza dell opera, mentre i fenomeni perturbativi a carico di habitat o specie si possono manifestare anche a distanza. Per la definizione dell area di impatto potenziale (ovvero del limite spaziale dell analisi) è stato preso in considerazione il fattore di alterazione che si propaga a maggior distanza dal punto di generazione del disturbo e che è costituito dalle emissioni sonore della fase realizzativa/di cantiere. Rumore In considerazione dei mezzi che saranno impiegati in cantiere, è stata valutata la distanza entro la quale il rumore prodotto dai macchinari decade al disotto della soglia di disturbo per la fauna che, secondo uno studio del 1986 di Reijnen e Thissen (Dinetti, 2000), si attesta sul valore di 50 db(a). L attenuazione dovuta alla distanza (Att dist) tra la sorgente sonora e il ricettore (dba), considerando una propagazione di tipo semisferico in campo libero, è data dalla formula: Att dist = 20 * log (r/ro) 3 Dove: Att dist = attenuazione dovuta alla distanza (dba); r = distanza tra sorgente e recettore (m); ro = distanza di riferimento, in genere 10 m. Nella seguente tabella sono riportati i dati di attenuazione del rumore all aumentare della distanza in campo libero. Sono stati considerati alcuni dei mezzi che Sono tipicamente utilizzati negli interventi previsti con l emissione sonora alla fonte più elevata. Valori di attenuazione atmosferica del rumore in funzione della distanza dei principali macchinari impiegati nelle lavorazioni (in campo libero) PAG.43

46 Macchina Rumore alla fonte (dba) Rumore attenuato a distanza dalla sorgente Attenuazione Autocarro Escavatore Pala meccanica Ruspa mini E opportuno sottolineare che i dati sopra riportati si riferiscono ad una propagazione sonora in campo libero, nella realtà, invece, il livello sonoro decade col crescere della distanza più rapidamente di quanto previsto dalle relazioni matematiche. Le cause principali di questo fenomeno sono: presenza di vegetazione tra sorgente e ricevente; effetti di natura meteorologica; barriere artificiali o naturali. Come riportato da Agostoni e Marii (1987), la presenza di ampie masse di vegetazione tra la sorgente sonora e il ricettore permette l attenuazione di 5-6 dba per ogni 100 m di massa vegetale. L attenuazione associata alla presenza di edifici è ancora più in quanto questi costituiscono delle vere e proprie barriere. In considerazione delle caratteristiche del comune si è ritenuto opportuno considerare comunque un attenuazione nell ordine dei 5 dba che determina i valori sintetizzati di seguito. PAG.44

47 Valori di emissione sonora dei principali macchinari impiegati nelle lavorazioni in funzione della distanza in condizioni di presenza di ostacoli naturali e artificiali (vegetazione, edificato, ecc) tra sorgente e ricevente Macchina Rumore alla fonte (dba) Rumore attenuato a distanza dalla sorgente Attenuazione 13, ,5 87 Autocarro Escavatore 90 76, Pala meccanica 75 61, ,5-12 Ruspa mini Ciò premesso, per la definizione del limite spaziale si è scelto di considerare una distanza pari a 300 m dal punto di generazione delle incidenze. A questa distanza, il livello sonoro del rumore prodotto dai cantieri per la realizzazione degli interventi previsti decade al di sotto della soglia dei 50 db(a) LIMITI TEMPORALI DELL ANALISI I limiti temporali dell analisi sono quelli di validità del piano, ossia 10 anni. 4.2 IDENTIFICAZIONE DEI SITI DELLA RETE NATURA 2000 E DESCRIZIONE Nel territorio comunale ricadono, almeno parzialmente, tre siti appartenenti alla rete ecologica Natura 2000: SIC IT Fiume Sile dalle sorgenti a Treviso Ovest SIC IT Fiume Sile da Treviso est a San Michele Vecchio ZPS IT Fiume Sile morto e ansa a San Michele Vecchio PAG.45

48 Inquadramento sovra comunale dei siti appartenenti alla rete ecologica Natura PAG.46

49 Inquadramento a livello comunale dei siti appartenenti alla rete ecologica Natura Nel territorio comunale, la ZPS IT risulta completamente inclusa all interno del SIC IT In particolare, quest ultima area protetta comprende anche il corso del Fiume Storga e l omonimo parco situato nei pressi della sede provinciale di Sant Artemio. PAG.47

50 Nel seguito, in conformità a quanto riportato nella Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n del 10 ottobre 2006, si mettono in relazione gli elementi distintivi del piano con la caratterizzazione delle aree o dei siti nel loro insieme in cui è possibile che si verifichino effetti. La descrizione delle caratteristiche dei siti è tratta, principalmente, dalla scheda e cartografia dei siti reperibili presso la banca dati Regionale dei Siti Natura La definizione delle peculiarità ambientali dell area deriva, inoltre, dalla sintesi di informazioni reperite in bibliografia e da quanto emerso nel corso di specifici sopralluoghi INQUADRAMENTO GEOGRAFICO - PAESAGGISTICO Le aree protette appartenenti alla rete ecologica Natura 2000 che ricadono nel territorio comunale di Treviso sono sostanzialmente associate all ambito fluviale del Sile e di alcuni suoi affluenti. II Sile, che con i suoi circa 95 chilo-metri di lunghezza e uno dei più importanti fiumi di risorgiva del Veneto, prende origine da un insieme di risorgive in un'area ai confini tra le province di Padova e Treviso. II corso del fiume può essere suddiviso in tre parti diverse per caratteristiche idrauliche, fisiche e paesaggistiche: la prima parte dolce, dalle sorgenti a Quinto di Treviso; ii tratto intermedio, da Quinto fino alla città di Treviso, dove il suo corso si allarga per la presenza di cave abbandonate e di una serie di opere idrauliche che rallentano il corso sfruttando i dislivelli per produrre energia elettrica I'ultimo tratto, ampio e profondo, navigabile fino alla laguna veneta, caratterizzato da numerose anse che ne rallentano il corso. Le aree naturalistiche qui considerate sono comprese nel tratto intermedio. Rispetto al passato, soprattutto negli ultimi 30 anni, il territorio del Sile ha subito un forte impoverimento degli ambiti di risorgiva, determinato dall'abbassamento della falda freatica, le cui cause sono numerose e vanno dall'abbassamento del rnedio corso dei fiumi alpini a causa delle escavazioni di ghiaia, all'aumento degli emungimenti dalle falde per le attività agricole, industriali e civili, all'urbanizzazione del territorio (Buffa e Lasen, 2010). Secondo gli stessi Autori, la vegetazione naturale risulta oramai confinata all'interno dei corsi d'acqua e lungo le loro sponde. In questi ristretti ambiti si conservano tuttavia delle comunità di pregio quali zone a torbiera, cenosi a Cladium mariscus (riconducibile all habitat 7210) e praterie umide da fieno create dall uomo e riferibili al Plantagini altissimae-molinietum caeruleae. PAG.48

51 Le formazioni arbustive sono costituite soprattutto da boscaglie ripariali a salice cinerino (Salix cinerea), mentre le formazioni arboree più evolute, quali i boschi ad ontano nero (91EO*) e, soprattutto, i querco-carpineti planiziali (91LO) sono presenti in frammenti di dimensioni alquanto ridotte La fauna costituisce una forte componente dell'ecosistema fluviale e le specie legate alle zone umide costituiscono le emergenze di maggior valore. Per quel che riguarda l erpetofauna, si ricorda la notevole presenza della Rana di Lataste (Rana iatastei) che si rinviene all'interno delle formazioni boschive ripariali e la diffusione della Testuggine palustre (Emys orbicularis) che tuttavia è particolarmente sensibile alle modificazioni del suo habitat elettivo. L'avifauna è ben rappresentata dagli ardeidi nidificanti con I'Airone cenerino (Ardea cinerea), la Nitticora (Nictycorax nictycorax) e la Garzetta (Egretta garzetta). Tra gli anatidi si ricorda la Moretta (Aythya fuligola). Di seguito si riportano alcune informazioni tratte dai formulari standard riguardanti i singoli siti della rete Natura 2000 SIC IT Fiume Sile dalle sorgenti a Treviso Ovest Il sito in questione ha un area di 1490 ha, e si colloca all interno della regione biogeografica continentale; l altitudine varia da 15 a 30 metri. In questo sito sono presenti risorgive, tratti di corsi d acqua di pianura a dinamica naturale, paludi, torbiere e praterie igrofile, canneti e boschi ripariali, boschi igrofili e frammenti di bosco planiziale a querceto misto. L importanza del sito è dovuta alla presenza di un elevato numero di tipi rari o endemici, tra cui alcuni fortemente minacciati, con Erucastro-Schoeneto nigricantis, Plantagini altissimae, Molinietum coerulae, Cladietum marisci, Ranuncolo Sietum erecto Submersi. La vulnerabilità è determinata da modificazioni idrodinamiche, attività agricole, estrazione di torba e bonifiche. Le macrocategorie ambientali che costituiscono il sito e la loro copertura percentuale sono riportate nella tabella seguente. PAG.49

52 Categorie ambientali del SIC IT Fiume Sile dalle sorgenti a Treviso Ovest Tipi di habitat % coperta Corpi d acqua interni (acque stagnanti e correnti) 65 Torbiere, stagni, paludi, vegetazione di cinta 25 Praterie umide, praterie di mesofite 5 Altri (inclusi abitati, strade, discariche, miniere e aree industriali) 5 Copertura. Tot. habitat 100 SIC IT Fiume Sile da Treviso Est a San Michele Vecchio Il sito in questione ha un area di 753 ha, e si colloca all interno della regione biogeografica continentale; l altitudine varia da 0 a 20 metri. Il sito si caratterizza dalla presenza di tratti di corsi d'acqua di pianura a dinamica naturale, caratterizzati da sistemi di popolamenti fluviali spesso compenetrati, tipici di acque lente e rappresentati da vegetazione sommersa del Potamogeton pectinati, da lamineti (Myriophyllo-Nupharetum e Lemnetea minoris) da cariceti e canneti (Magnocaricion elatae e Phragmition). Sono inoltre presenti boschetti riparii inquadrabili nei Salicetea purpureae e Alnetea glutinosae. Le anse abbandonate dal corso d'acqua principale sono caratterizzate dalla presenza di canneti, cariceti, vegetazione a idrofite sommerse e natanti e da boschetti ripariali. Nell'insieme è un sito caratterizzato dalla qualità dell'acqua (origine risorgiva) e dall integrità lito-ripariale. La vulnerabilità è determinata da interventi per l assetto idrogeologico, modifiche in alveo e colturali, graduale antropizzazione. Di seguito si riportano i tipi di ambiente rinvenibili nel sito e la relativa copertura percentuale. PAG.50

53 Tipi di habitat SIC IT Fiume Sile da Treviso Est a San Michele Vecchio Tipi di habitat % coperta Corpi d acqua interni (acque stagnanti e correnti) 50 Torbiere, stagni, paludi, vegetazione di cinta 10 Praterie umide, praterie di mesofite 5 Colture cerealicole estensive (incluse le colture in rotazione con maggese regolare 22 Praterie migliorate 5 Arboreti (inclusi frutteti, vivai, vigneti e dehesas) 3 Altri (inclusi abitati, strade discariche, miniere e aree industriali) 5 Copertuta tot. habitat 100 ZPS IT Fiume Sile: Sile Morto e ansa a S. Michele Vecchio Le peculiarità del presente sito sono dovute alla presenza di tratti di corsi d'acqua di pianura a dinamica naturale, caratterizzati da sistemi di popolamenti fluviali spesso compenetrati, tipici di acque lente e rappresentati da vegetazione sommersa del Potamogeton pectinati, da larnineti (Myriophyllo-Nupharetum e Lemnetea niinoris) da cariceti e canneti (Magnocaricion elatae e Phragmition). Sono inoltre presenti boschetti riparii inquadrabili nei Salicetea purpureae e Alnetea glutinosae. Le anse abbandonate dal corso d'acqua principale sono caratterizzate dalla presenza di canneti, cariceti, vegetazione a idrofite sommerse e natanti e da boschetti ripariali. L'area è di fondamentale importanza per alcune specie di ciconiformi (Nyctycorax nyctycorax, Ardeola ralloides, Ixobrychus minutus) e per i rallidi (Porzana sp. pi., Rallus aquaticus) e quale zona di corrente migratoria N-S. Si tratta di un sistema di popolamenti fluviali compenetrati, tipici di acque lente. Importante è la presenza di entomofauna palustre relitta. Notevole anche il ruolo dell area come sito di svernamento di passeriformi silvicoli e paludicoli e per i rapaci diurni. I fenomeni che potrebbero minacciare l integrità del sito sono: inquinamento ed eutrofizzazione, alterazione delle sponde per attività di cava ed eccessiva presenza antropica, urbanizzazioni in aree adiacenti, coltivazioni. Nella seguente tabella si elencano le tipologie ambientali presenti nel sito e la loro copertura percentuale. PAG.51

54 Tipi di habitat ZPS IT Fiume Sile: Sile Morto e ansa a S. Michele Vecchio Tipi di habitat % coperta Corpi d acqua interni (acque stagnanti e correnti) 10 Torbiere, stagni, paludi, vegetazione di cinta 30 Praterie umide, praterie di mesofite 15 Colture cerealicole estensive (incluse le colture in rotazione con maggese regolare 23 Praterie migliorate 10 Arboreti (inclusi frutteti, vivai, vigneti e dehesas) 10 Altri (inclusi abitati, strade discariche, miniere e aree industriali) 2 Copertura tot. habitat HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO Per la definizione degli habitat di interesse comunitario presenti nelle porzioni dei Siti ricadenti nel territorio comunale di Treviso, si è fatto riferimento alla cartografia degli habitat approvata con DGR n del 30 dicembre Per ogni sito preso in considerazione si riporta una tabella di sintesi nella quale si evidenziano: gli habitat di interesse comunitario (individuati in allegato I della Direttiva 92/43/CEE Habitat ) cartografati; la superficie dei medesimi habitat sull intero territorio del sito Natura 2000; la superficie dell habitat nella porzione del sito Natura 2000 all intero territorio comunale; la percentuale di habitat ricadente nel territorio comunale rispetto al totale. PAG.52

55 IT superficie habitat superficie habitat Habitat nel Sito Natura nel comune di % 2000 (ha) Treviso (ha) E0* Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi o argillosolimosi (Molinion caeruleae) Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae) 11,25 6,94 62% 25,16 5,76 23% IT superficie habitat superficie habitat Habitat nel Sito Natura nel comune di % 2000 (ha) Treviso (ha) E0* Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi o argillosolimosi (Molinion caeruleae) Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae) 13,20 6,94 53% 29,90 5,76 19% Habitat 6210(*) IT superficie habitat nel Sito Natura 2000 (ha) Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte superficie habitat nel % comune di Treviso (ha) da cespugli su substrato 1,39 calcareo (Festuco-Brometalia) 1,39 100% (*stupenda fioritura di orchidee) PAG.53

56 IT superficie habitat Habitat nel Sito Natura 2000 (ha) Praterie con Molinia su terreni superficie habitat nel % comune di Treviso (ha) 6410 calcarei, torbosi o argillosolimosi 69,78 4,39 6% (Molinion caeruleae) 6430 Bordure planiziali, montane e 1,29 alpine di megaforbie idrofile 0 0% Paludi calcaree con Cladium 7210* mariscus e specie del Caricion 3,50 0 0% davallianae 7230 Torbiere basse alcaline 1,16 0 0% Foreste alluvionali di Alnus 91E0* glutinosa e Fraxinus excelsior 126,59 (Alno-Padion, Alnion incanae, 1,63 1% Salicion albae) 91L0 Querceti di rovere illirici 1,27 (Erythronio-Carpinion) 0 0% Come anticipato, il sito ZPS IT Fiume Sile morto e ansa a San Michele Vecchio è completamente incluso nel SIC IT Fiume Sile da Treviso est a San Michele Vecchio. Le superfici di habitat appartenenti ai siti citati e ricadenti all interno del territorio comunale sono, quindi, le medesime. Ciò premesso, di seguito, si riportano gli habitat di interesse comunitario che, secondo la cartografia degli habitat approvata con DGR n del 30 dicembre 2008 sono presenti nelle porzioni dei siti Natura 2000 all interno del comune di Treviso. PAG.54

57 Comune di Treviso Habitat superficie habitat nel comune di Treviso (ha) IT IT IT (*) E0* Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee) Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi o argilloso-limosi (Molinion caeruleae) Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae) 1,39 X 11,33 X X X 7,40 X X X La localizzazione geografica degli habitat di interesse comunitario è riportata nella tavola A24 Carta degli Habitat in scala 1: e nelle Appendici 1 e SPECIE DI INTERESSE COMUNITARIO Per la caratterizzazione della comunità animale presente nel territorio analizzato sono stati condotti specifici rilievi faunistici, ma si è ritenuto opportuno individuare quali sono le specie che potenzialmente frequentano la zona interessata, sulla base di considerazioni ecologiche e sulla scorta di informazioni bibliografiche. Le specie di interesse comunitario potenzialmente presenti nell area di indagine sono state individuate facendo riferimento, principalmente, alle seguenti fonti: tabelle 3.2 e 3.3 delle scheda dei formulari standard dei siti Natura 2000 presi in considerazione nel presente studio (ZPS IT ; SIC IT ; SIC IT ) atlanti faunistici della Provincia di Treviso e della Regione del Veneto, individuando quelle specie segnalate nei quadranti coincidenti con il territorio comunale. Gli elenchi sono stati verificati sulla base degli ambienti effettivamente rilevati nell area analizzata in considerazione delle caratteristiche eto-ecologiche delle singole specie. In considerazione delle finalità del presente studio, la lista è stata ulteriormente scremata prendendo in considerazione le specie segnalate negli allegati della Direttiva Uccelli e della Direttiva Habitat concentrando solo su di queste l analisi delle incidenze. PAG.55

58 In tabella si riportano le specie di interesse comunitario suddivise per gruppo tassonomico di appartenenza. Sono inoltre individuati i codici dei siti Natura 2000 presi in considerazione nei quali sono segnalate le specie. Per ogni specie, inoltre, sono evidenziate le norme di livello nazionale ed internazionale che ne garantiscono la tutela. Le suddette norme sono indicate in tabella con delle abbreviazioni il cui significato è di seguito esplicitato. Legge del 11 febbraio 1992 Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio L. 157/92 art. 2 specie specificatamente protette all art. 2; L. 157/92 L. 157/92 specie protette dalla legge del 157/92 Direttiva 147/2009/CEE Uccelli del 30 novembre 2009 concernente la conservazione degli uccelli selvatici Uccelli CE Ap. I Allegato I della Direttiva 147/2009/CE Uccelli Uccelli CE Ap. II/A Uccelli CE Ap. II/B Uccelli CE Ap. III/A Uccelli CE Ap. III/B Allegato II/parte A della Direttiva 147/2009/CE Uccelli Allegato II/parte B della Direttiva 147/2009/CE Uccelli Allegato III/parte A della Direttiva 147/2009/CE Uccelli Allegato III/parte B della Direttiva 147/2009/CE Uccelli Convenzione sulla conservazione della vita selvatica nell'ambiente naturale in Europa, adottata a Berna il 19 settembre 1979 BERNA Ap.2 Allegato 2 della Convenzione di Berna del 19 settembre 1979 BERNA Ap.3 Allegato 3 della Convenzione di Berna del 19 settembre 1979 Regolamento CE n. 2724/2000 della Commissione del 30 novembre 2000 che modifica il regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio relativo alla protezione di specie della flora e fauna selvatiche mediante il controllo del loro commercio CITES All. A Allegato A del Regolamento CE n. 2724/2000 CITES All. B Allegato B del Regolamento CE n. 2724/2000 CITES All. D Allegato C del Regolamento CE n. 2724/2000 Convenzione sulla conservazione delle specie migratorie appartenenti alla fauna selvatica adottata a Bonn il 23 giugno 1979 BONN Ap.1 Allegato 1 della Convenzione di Bonn del 23 giugno 1979 BONN Ap.2 Allegato 2 della Convenzione di Bonn del 23 giugno 1979 Direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche HABITAT Ap.II Allegato II della Direttiva 92/43/CEE: specie animali e vegetali PAG.56

59 HABITAT Ap.IV HABITAT Ap.V d'interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione. Allegato IV della Direttiva 92/43/CEE: specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa. Allegato V della Direttiva 92/43/CEE: specie animali e vegetali di interesse comunitario il cui prelievo nella natura e il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione. Convenzione per la protezione del Mar Mediterraneo dai rischi dell'inquinamento adottata a Barcellona il 16 febbraio 1976 e ratificata con Decisione del Consiglio Europeo n. 99/800/CE del 22 ottobre Allegato 2 della Convenzione di Barcellona del 16 febbraio BARCELLONA all ENDEMICA CHECKLIST Specie il cui areale di distribuzione è rispettivamente limitato all'italia o si estende anche ai territori limitrofi specie minacciate tratte dalla CHECK LIST delle specie della fauna italiana, (M = minacciata; R = Rara) Categoria IUCN (International Union for Conservation of Nature) EX extint estinto; EW extint in the wild estinto in natura; CR critically endangered gravemente minacciato; E endangered minacciato; V - vulnerable vulnerabile; LR lower risck a minor rischio; IUCN cd conservation dependent dipendenti dalla conservazione; nt near threatened - quasi a rischio; lc least concern a rischio relativo; DD data deficient dati insufficienti; NE not evalued valutato). PAG.57

60 Uccelli elencati in Allegato I della Direttiva 79/409/CEE (attualmente sostituita dalla 147/2009CEE) Codice Nome latino A229 A029 A024 A021 A196 A081 A082 A084 Alcedo atthis Ardea purpurea Ardeola ralloides Botaurus stellaris Chlidonias niger Circus aeruginosus Circus cyaneus Circus pygargus Nome italiano Martin pescatore IT IT IT L. 157/92 art. 2 L. 157/92 147/2009CEE Ap.I 147/2009CEE Ap.II/A 147/2009CEE Ap.II/B PAG /2009CEE Ap.III/A 147/2009CEE Ap.III/B X X X x x x Airone rosso X X X x x x Sgarza ciuffetto X X X x x x Tarabuso X X X x x x Mignattino X X X x x x Falco palude Albanella reale Albanella minore di X X X x x x x x X X X x x x x x X x x x x x A122 Crex crex Re di quaglie X x x x x A022 Ixobrychus minutus Tarabusino X X X x x x BERNA Ap.2 BERNA Ap.3 CITES All. A CITES All. B CITES All. D BONN Ap.1 BONN Ap.2 HABITAT Ap.2 HABITAT Ap.4 HABITAT Ap.5 BARCELLONA all. 2 ENDEMICA CHECKLIST IUCN VU A1ac

61 Codice Nome latino Nome italiano IT IT IT L. 157/92 art. 2 L. 157/92 147/2009CEE Ap.I 147/2009CEE Ap.II/A 147/2009CEE Ap.II/B 147/2009CEE Ap.III/A 147/2009CEE Ap.III/B BERNA Ap.2 BERNA Ap.3 CITES All. A CITES All. B CITES All. D BONN Ap.1 BONN Ap.2 HABITAT Ap.2 HABITAT Ap.4 HABITAT Ap.5 BARCELLONA all. 2 ENDEMICA CHECKLIST IUCN A073 A023 A094 A072 A026 A119 A338 A053 Milvus migrans Nycticorax nycticorax Pandion haliaetus Pernis apivorus Egretta garzetta Porzana porzana Lanius collurio Anas platyrhynchos Nibbio bruno X X X x x x x x Nitticora X X X x x x Falco pescatore Falco pecchiaiolo X X X x x x x x X x x x x x Garzetta X X x x x Voltolino X X x x x Averla piccola Germano reale X x x x X x x x x PAG.59

62 Uccelli elencati in Allegato I della Direttiva 79/409/CEE (attualmente sostituita dalla 147/2009CEE) Codice Nome latino Nome italiano IT IT IT L. 157/92 art. 2 A118 Rallus aquaticus Porciglione X X X A055 Anas querquedula Marzaiola X X X X X X A336 Remiz pendulinus Pendolino X X X X X A004 Tachybaptus Tuffetto ruficollis X X X X X A086 Accipiter nisus Sparviere X X X X X A054 Anas acuta Codone X X X X X A056 Anas clypeata Mestolone X X X X X A052 Anas crecca Alzavola X X X X X A051 Anas strepera Canapiglia X X X X A028 Ardea Airone cinerea cenerino X X X X A221 Asio otus Gufo comune X X X X X A288 Cettia cetti Usignolo di X X X L. 157/92 147/2009CEE Ap.I 147/2009CEE Ap.II/A 147/2009CEE Ap.II/B PAG /2009CEE Ap.III/A 147/2009CEE Ap.III/B BERNA Ap.2 BERNA Ap.3 CITES All. A CITES All. B CITES All. D BONN Ap.1 BONN Ap.2 HABITAT Ap.2 HABITAT Ap.4 HABITAT Ap.5 BARCELLONA all. 2 ENDEMICA CHECKLIST IUCN

63 Codice Nome latino Nome italiano IT IT IT L. 157/92 art. 2 L. 157/92 147/2009CEE Ap.I 147/2009CEE Ap.II/A 147/2009CEE Ap.II/B 147/2009CEE Ap.III/A 147/2009CEE Ap.III/B BERNA Ap.2 BERNA Ap.3 CITES All. A CITES All. B CITES All. D BONN Ap.1 BONN Ap.2 HABITAT Ap.2 HABITAT Ap.4 HABITAT Ap.5 BARCELLONA all. 2 ENDEMICA CHECKLIST IUCN A208 Columba palumbus fiume Colombaccio X X X A214 Otus scops Assiolo X X X X X A235 Picus viridis Picchio verde X X X A005 Podiceps cristatus Svasso maggiore X X X PAG.61

64 Mammiferi elencati in Allegato II, IV e V della Direttiva 92/43/CEE Codice Nome latino Nome italiano IT IT IT L. 157/92 art. 2 L. 157/92 147/2009CEE Ap.I 147/2009CEE Ap.II/A 147/2009CEE Ap.II/B 147/2009CEE Ap.III/A 147/2009CEE Ap.III/B BERNA Ap.2 BERNA Ap.3 CITES All. A CITES All. B CITES All. D BONN Ap.1 BONN Ap.2 HABITAT Ap.2 HABITAT Ap.4 HABITAT Ap.5 BARCELLONA all. 2 ENDEMICA CHECKLIST IUCN Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros 1324 Myotis myotis Ferro di cavallo maggiore Ferro di cavallo minore Vespertilio maggiore X X X X X X X X LR/cd X X X X X X X X X X X X X LR/nt VU A2c PAG.62

65 Anfibi e Rettili elencati in Allegato II, IV e V della Direttiva 92/43/CEE Codice Nome latino Nome italiano IT IT IT L. 157/92 art. 2 L. 157/92 147/2009CEE Ap.I 147/2009CEE Ap.II/A 147/2009CEE Ap.II/B 147/2009CEE Ap.III/A 147/2009CEE Ap.III/B BERNA Ap.2 BERNA Ap.3 CITES All. A CITES All. B CITES All. D BONN Ap.1 BONN Ap.2 HABITAT Ap.2 HABITAT Ap.4 HABITAT Ap.5 BARCELLONA all. 2 ENDEMICA CHECKLIST IUCN Rana latastei Emys orbicularis Triturus carnifex Rana di Lataste Testuggine d'acqua Tritone crestato italiano X X X X X X X M LR/nt X X X X X X LR/nt X X X X PAG.63

66 Pesci elencati in Allegato II della Direttiva 92/43/CEE Codice Nome latino Nome italiano IT IT IT L. 157/92 art. 2 L. 157/92 147/2009CEE Ap.I 147/2009CEE Ap.II/A 147/2009CEE Ap.II/B 147/2009CEE Ap.III/A 147/2009CEE Ap.III/B BERNA Ap.2 BERNA Ap.3 CITES All. A CITES All. B CITES All. D BONN Ap.1 BONN Ap.2 HABITAT Ap.2 HABITAT Ap.4 HABITAT Ap.5 BARCELLONA all. 2 ENDEMICA CHECKLIST IUCN Cobitis taenia Sabanejewia larvata Lethenteron zanandreai Salmo (trutta) marmoratus Cobite X X X X X Cobite mascherato Lampreda di ruscello Trota marmorata X X X X X X LR/nt X X X X X X X X X DD EN B1+2c PAG.64

67 Invertebrati elencati in Allegato II della Direttiva 92/43/CEE Codice Nome latino Nome italiano IT IT IT L. 157/92 art. 2 L. 157/92 147/2009CEE Ap.I 147/2009CEE Ap.II/A 147/2009CEE Ap.II/B 147/2009CEE Ap.III/A 147/2009CEE Ap.III/B BERNA Ap.2 BERNA Ap.3 CITES All. A CITES All. B CITES All. D BONN Ap.1 BONN Ap.2 HABITAT Ap.2 HABITAT Ap.4 HABITAT Ap.5 BARCELLONA all. 2 ENDEMICA CHECKLIST IUCN 1092 Austropotamobius pallipes Gambero di fiume X X X X X X VU B2bce+3bcd 1088 Cerambyx cerdo X X X X X X VU A1c+2c PAG.65

68 Altre specie importanti di flora e fauna Gruppo Codice Nome latino Nome italiano M 1341 Muscardinus avellanarius Moscardino X X X M Neomys fodiens Toporagno d'acqua X X X M 1312 Nyctalus noctula Nottola comune X X X M 1358 Mustela putorius Puzzola X M 1329 Plecotus austriacus Orecchione meridionale X R Zootoca vivipara Lucertola vivipera X I Agonum versutum X X I Emmericia patula X X X P Allium suaveolens X P Butomus umbellatus X P Carex davalliana X P Carex hostiana X P Cladium mariscus X P Epipactis palustris X P Eriophorum latifolium X P Festuca trichophylla X P Hippuris vulgaris X P Hottonia palustris X X X P Leucojum aestivum X X P Menyanthes trifoliata X P Ophioglossum vulgatum X X P Orchis laxiflora X P Orchis morio X P Parnassia palustris X P Potamogeton coloratus X P Ranunculus lingua X P Ranunculus sceleratus X X P Senecio doria X P Senecio paludosus X P Serapias vomeracea X P Spiranthes aestivalis X P Thelypteris palustris X P Utricularia australis X X IT IT IT PAG.66

69 4.3 IDENTIFICAZIONE DEGLI ASPETTI VULNERABILI DEI SITI CONSIDERATI HABITAT E SPECIE DI INTERESSE COMUNITARIO PRESENTI NELLE AREE DI INCIDENZA DELLE AZIONI DI PIANO Nel presente paragrafo vengono identificati in modo specifico gli habitat e le specie di interesse comunitario ricadenti entro i buffer definiti attorno alle aree soggette agli interventi previsti dal Piano di Assetto del Territorio. Nel territorio comunale di Treviso, all interno dei siti della rete Natura 2000, sono segnalati gli habitat e le specie descritte nel precedente capitolo 4.2. Nessuna azione di piano interferisce direttamente con i SIC/ZPS determinando delle trasformazioni dell uso del suolo all interno di queste aree protette. I siti della rete ecologica Natura 2000 possono, invece, essere soggetti ad impatti di tipo indiretto (principalmente fenomeni perturbativi legati al disturbo) che si esauriscono nell area di incidenza delle azioni di piano definita in precedenza ( 4.1.1). Ciò premesso, di seguito, si riportano delle immagini nelle quali sono evidenziate le aree di incidenza potenziale delle singole azioni strategiche prese in considerazione sovrapposte al perimetro dei SIC/ZPS. PAG.67

70 Area di analisi degli Ambiti di edificazione consolidata. PAG.68

71 Area di analisi degli Ambiti di edificazione diffusa. PAG.69

72 Area di analisi degli Ambiti di trasformazione di saturazione del PRG vigente e Limiti fisici all'espansione PAG.70

73 Area di analisi dei Servizi ed attrezzature di interesse comune di maggior rilevanza di progetto PAG.71

74 Area di analisi delle Infrastrutture del sistema della viabilità PAG.72

75 Area di analisi dei Percorsi ciclopedonali esistenti e di progetto Dall analisi delle immagini sin qui esposte emerge che l area di analisi associata alle azioni strategiche del PAT coinvolge gran parte delle superfici ricadenti nella rete Natura 2000 e, di conseguenza, interessa gli habitat e le specie segnalate in questi ambiti. PAG.73

76 Vale tuttavia la pena evidenziare ancora una volta che l interferenza tra le azioni di piano e le aree protette è di tipo indiretto, mentre sono previsti interventi di trasformazione di questi contesti. Ne consegue che si possono comunque escludere fenomeni di perdita di superficie di habitat di interesse comunitario e, più in generale, di cenosi vegetali spontanee all interno dei siti Natura VULNERABILITÀ DEGLI HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO Gli habitat di interesse comunitario che, secondo la cartografia degli habitat approvata con DGR n del 30 dicembre 2008 sono presenti nelle porzioni dei siti Natura 2000 all interno del comune di Treviso sono i seguenti Habitat superficie habitat nel comune di Treviso (ha) IT IT IT (*) E0* Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee) Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi o argilloso-limosi (Molinion caeruleae) Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion 1,39 X 11,33 X X X 7,40 X X X incanae, Salicion albae) La vulnerabilità degli habitat di interesse comunitario è stata definita in ragione dei seguenti parametri: l inclusione degli ambienti presi in considerazione tra gli habitat prioritari (sensu Direttiva 92/43/CEE); il grado di conservazione degli habitat; le problematiche degli habitat a livello locale. Habitat prioritari Sono prioritari i tipi di habitat naturali che rischiano di scomparire nel territorio europeo e per la cui conservazione la Comunità ha una responsabilità particolare a causa dell'importanza della parte della loro area di distribuzione naturale compresa nel confini dell Unione (art. 1 Direttiva 92/43/CEE). PAG.74

77 Stato di conservazione Lo stato di conservazione di un habitat naturale è l'effetto della somma dei fattori che influiscono sull'habitat naturale in causa, ché sulle specie tipiche che in esso si trovano, che possono alterare a lunga scadenza la sua ripartizione naturale, la sua struttura e le sue funzioni, ché la sopravvivenza delle sue specie tipiche nel territorio della Comunità europea (art. 1 Direttiva 92/43/CEE). Lo «stato di conservazione» di un habitat naturale è considerato «soddisfacente» quando la sua area di ripartizione naturale e le superfici che comprende sono stabili o in estensione, la struttura e le funzioni specifiche necessarie al suo mantenimento a lungo termine esistono e possono continuare ad esistere in un futuro prevedibile e lo stato di conservazione delle specie tipiche è soddisfacente. Per la definizione dello Stato di conservazione è possibile fare riferimento a quanto proposto in Allegato A della Dgr n del Specifiche tecniche per l individuazione e la restituzione cartografica degli habitat e degli habitat di specie della Rete Natura 2000 della Regione del Veneto che riprende quanto proposto dalle Note Esplicative del Formulario standard per la raccolta dei dati. Lo stato di conservazione comprende tre sottocriteri: grado di conservazione della struttura grado di conservazione delle funzioni: possibilità di ripristino Grado di conservazione della struttura: dovrebbe essere correlato al manuale di interpretazione degli habitat dell'allegato I, che fornisce una definizione, un elenco delle specie caratteristiche e altri elementi pertinenti. Comparando la struttura di un dato tipo di habitat presente nel sito con i dati del manuale d'interpretazione (ed altre informazioni scientifiche pertinenti) e perfino con lo stesso tipo di habitat in altri siti, si dovrebbe poter stabilire il sistema di classificazione seguente, ricorrendo al "miglior giudizio di esperti": I: struttura eccellente II: struttura ben conservata III: struttura mediamente o parzialmente degradata. Grado di conservazione delle funzioni: può essere difficile definire e misurare le funzioni di un particolare tipo di habitat sul sito definito e il loro stato di conservazione, e questo indipendentemente dagli altri tipi di habitat. PAG.75

78 Di conseguenza, "la conservazione delle funzioni" va intesa nel senso di prospettive (capacità e possibilità), per il tipo di habitat del sito in questione, di mantenimento futuro della sua struttura, considerate le possibili influenze sfavorevoli, ché tutte le ragionevoli e possibili iniziative a fini di conservazione. I: prospettive eccellenti II: buone prospettive III: prospettive mediocri o sfavorevoli. Possibilità di ripristino: viene utilizzato per valutare fino a che punto sia possibile il ripristino di un dato tipo di habitat nel sito in questione. Il primo aspetto da valutare è la fattibilità da un punto di vista scientifico: le attuali conoscenze consentono di stabilire cosa deve esser fatto e in che modo La risposta implica una completa conoscenza della struttura e delle funzioni del tipo di habitat, dei concreti interventi necessari per il ripristino, ossia per stabilizzare o accrescere la percentuale di copertura di questo tipo di habitat, ristabilirne la struttura specifica e le funzioni necessarie alla sua sopravvivenza a lungo termine e al mantenimento e al ripristino di uno stato di conservazione favorevole alle sue specie tipiche. Secondariamente si può appurare se il ripristino è economicamente giustificato dal punto di vista della conservazione della natura, tenendo conto del grado di minaccia e di rarità del tipo di habitat. Ricorrendo al "miglior giudizio di esperti", il sistema di classificazione dovrebbe essere il seguente: I: ripristino facile II: ripristino possibile con un impegno medio III: ripristino difficile o impossibile La combinazione dei tre sottocriteri determina la definizione del grado di conservazione secondo il seguente schema: conservazione eccellente struttura eccellente indipendentemente dalla notazione degli altri due sottocriteri. struttura ben conservata ed eccellenti prospettive indipendentemente dalla notazione del terzo sottocriterio. buona conservazione struttura ben conservata e buone prospettive indipendentemente dalla notazione del terzo sottocriterio. PAG.76

79 struttura ben conservata, prospettive mediocri/forse sfavorevoli e ripristino facile o possibile con un impegno medio. struttura mediamente o parzialmente degradata, eccellenti prospettive e ripristino facile o possibile con un impegno medio. struttura mediamente/parzialmente degradata, buone prospettive e ripristino facile. conservazione media o ridotta tutte le altre combinazioni. Problematiche Le problematiche evidenziano i principali fattori di minaccia, naturali o di origine antropica che possono determinare delle alterazioni delle caratteristiche strutturali e funzionali degli habitat di interesse comunitario Nella seguente tabella si riportano sinteticamente le informazioni sopra elencate riferite agli habitat di interesse comunitario presenti nell area indagata. Habitat Prioritario Stato di conservazione Problematiche Habitat 6210(*) Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco- Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee) SÌ Buono Perdita diversità floristica e degrado per invasione di infestanti; Perdita diversità floristica e degrado per abbandono attività di manutenzione tradizionali Habitat 6410 Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi o argilloso-limosi (Molinion caeruleae) NO Medio o ridotto Perdita diversità floristica e degrado per abbandono attività di manutenzione tradizionali PAG.77

80 Habitat Prioritario Stato di conservazione Problematiche Habitat 91E0* Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion SÌ Medio o ridotto Alterazione della composizione per Invasione specie alloctone incanae, Salicion albae) Dall analisi dei dati sintetizzati nella precedente tabella emerge che gli habitat ricadenti nell area di analisi, dei quali due sono prioritari, sono contraddistinti da livelli di vulnerabilità elevati VULNERABILITÀ DELLE SPECIE DI INTERESSE COMUNITARIO Per la definizione della vulnerabilità delle specie è stato calcolato l indice di vulnerabilità (VuS) di Storie (Storie R. E., 1976; Koreleski K., 1988, in Arillo, s.d.). Il metodo di Storie consente il calcolo di vari indicatori tra i quali, ai fini del presente studio, è stato calcolato l indicatore Vulnerabilità della specie (VuS). Tale indicatore stima il rischio che una specie possa slittare verso uno status di conservazione peggiore dell attuale. Valori elevati di VuS indicano specie che, in presenza di inidonei modelli gestionali del territorio, vanno incontro a pericolose perdite di areale, o a gravi danni allo status di conservazione delle popolazioni. Pertanto, secondo Arillo (s.d.), l indicatore può essere calcolato sulla base dei seguenti parametri: A2, fattore categoria diffusione - frequenza/abbondanza della specie; A5, fattore tipologia di sensibilità e di rischio (fragilità) - fragilità della specie. La vulnerabilità di una specie (VuS) è funzione della sua frequenza e della sua fragilità; una specie è tanto più vulnerabile quanto più è rara e fragile. L'indicatore è calcolato come distanza dall'origine in uno spazio euclideo individuato da assi che rappresentano i parametri individuati. Dato che i parametri variano tra i valori 1-5 e volendo riportare tale misura di distanza in un campo 1-5, la formula da utilizzare è la seguente: PAG.78

81 Nelle seguenti tabelle sono riportati i criteri per attribuire il valore dei fattore A2 e A5 alle singole specie. Criteri per l attribuzione del punteggio al fattore A2, categoria diffusione Fattore categoria diffusione punteggio diffuso e comune 1 diffuso in tutto il territorio regionale, ma raro oppure comune nella Regione considerata, ma ivi diffuso solo in areali 2 ristretti noto per più di 10 località della regione considerata; 3 oppure raro in Italia per numero/consistenza di popolazioni noto per più di 10 località italiane; oppure le popolazioni presenti nella Regione considerata sono le uniche 4 popolazioni italiane noto per più di 10 località europee; 5 oppure raro in assoluto a livello globale Criteri per l attribuzione del punteggio al fattore A5, tipologia di sensibilità e di rischio (fragilità) Fattore tipologia di sensibilità e di rischio (fragilità) nessuno o sconosciuta 1 sensibile a processi di evoluzione naturale 2 sensibile a pressioni antropiche 3 sensibile a alterazioni ambientali a causa di: isolamento genetico; oppure a rischio per eccessivo prelievo a scopi collezionistici, oppure minacciato di estinzione perché sensibile a modificazioni ambientali che sono in costante espansione a livello regionale punteggio minacciato di estinzione in Italia perché sensibile a modificazioni 5 ambientali che sono in costante espansione La vulnerabilità specifica VuS, calcolata secondo il metodo esposto in precedenza, può assumere valori compresi tra 1 e 5, secondo la seguente codifica: Vulnerabilità delle specie Punteggio Dato qualitativo Scala cromatica 1,00 <= VuS < 2,00 Bassa 2,00 <= VuS < 3,00 Media 3,00 <= VuS < 4,00 Alta 4,00 <= VuS <= 5,00 Molto Alta 4 PAG.79

82 Vulnerabilità delle specie di interesse comunitario potenzialmente presenti nel territorio comunale. Nome latino Nome italiano VuS Alcedo atthis Martin pescatore 1,71 Bassa Anas platyrhynchos Germano reale 1,71 Bassa Ardea purpurea Airone rosso 2,58 Media Botaurus stellaris Tarabuso 2,58 Media Chlidonias niger Mignattino 2,58 Media Circus aeruginosus Falco di palude 2,58 Media Circus cyaneus Albanella reale 3 Alta Circus pygargus Albanella minore 2,58 Media Egretta garzetta Garzetta 2,41 Media Ixobrychus minutus Tarabusino 2,41 Media Lanius collurio Averla piccola 2,58 Media Milvus migrans Nibbio bruno 2,58 Media Nycticorax nycticorax Nitticora 2 Media Pandion haliaetus Falco pescatore 1,71 Bassa Pernis apivorus Falco pecchiaiolo 1,71 Bassa Porzana porzana Voltolino 3 Alta Crex crex Re di quaglie 3 Alta Accipiter nisus Sparviere 2,58 Media Ardea cinerea Airone cenerino 2,58 Media Asio otus Gufo comune 2,58 Media Columba palumbus Colombaccio 1,71 Bassa Otus scops Assiolo 2 Media Picus viridis Picchio verde 2,41 Media Podiceps cristatus Svasso maggiore 1,71 Bassa Tachybaptus ruficollis Tuffetto 2,58 Media Anas acuta Codone 2 Media Anas clypeata Mestolone 2,58 Media Anas crecca Alzavola 2,58 Media Anas querquedula Marzaiola 2 Media Anas strepera Canapiglia 2,58 Media Cettia cetti Usignolo di fiume 2 Media Rallus aquaticus Porciglione 1,71 Bassa Remiz pendulinus pendolino 2 Media PAG.80

83 Nome latino Nome italiano VuS Myotis myotis Vespertilio maggiore 1,71 Bassa Rhinolophus ferrumequinum Ferro di cavallo maggiore 2,58 Media Rhinolophus hipposideros Ferro di cavallo minore 2 Media Rana latastei Rana di Lataste 2,58 Media Triturus carnifex Tritone crestato italiano 2,58 Media Emys orbicularis Testuggine d'acqua 2,58 Media Lethenteron zanandreai Lampreda di ruscello 2,58 Media Sabanejewia larvata Cobite mascherato 2,58 Media Salmo marmoratus Trota marmorata 2,58 Media Cobitis taenia Cobite 2,58 Media Austropotamobius pallipes Gambero di fiume 2,58 Media Cerambyx cerdo 2 Media Muscardinus avellanarius Moscardino 2 Media Mustela putorius Puzzola 2 Media Neomys fodiens Toporagno d'acqua 2,58 Media Nyctalus noctula Nottola comune 2,41 Media Plecotus austriacus Orecchione meridionale 1 Bassa Zootoca vivipara Lucertola vivipera 2,41 Media 4.4 IDENTIFICAZIONE DEGLI EFFETTI CON RIFERIMENTO AGLI HABITAT, HABITAT DI SPECIE E SPECIE Nella tabella che segue si riporta un analisi degli effetti potenziali che le azioni del PAT possono avere nei confronti degli habitat, habitat di specie e delle specie: Azione strategica Ambiti di urbanizzazione consolidata Ambiti di edificazione diffusa Norma NTA art art Potenziali impatti a carico dei siti della Rete Natura 2000 Disturbo in fase di cantiere dovuto all'emissione di polveri e altre sostanze inquinanti, ed alle emissioni sonore Impermeabilizzazione dei suoli Disturbo in fase di cantiere dovuto all'emissione di polveri e altre sostanze inquinanti, ed alle emissioni sonore Impermeabilizzazione dei suoli PAG.81

84 Azione strategica Ambiti di trasformazione di saturazione del PRG vigente e Limiti fisici all'espansione Ambiti di riqualificazione e riconversione Attività produttive / commerciali in zona impropria Servizi ed attrezzature di interesse comune di maggior rilevanza Infrastrutture del sistema della viabilità (mobilità) Percorsi ciclopedonali esistenti e di progetto Norma NTA art art art art art. 21 art. 22 art. 23 Potenziali impatti a carico dei siti della Rete Natura 2000 Disturbo in fase di cantiere dovuto all'emissione di polveri e altre sostanze inquinanti, ed alle emissioni sonore Impermeabilizzazione dei suoli Disturbo in fase di cantiere dovuto all'emissione di polveri e altre sostanze inquinanti, ed alle emissioni sonore Disturbo in fase di cantiere dovuto all'emissione di polveri e altre sostanze inquinanti, ed alle emissioni sonore Disturbo in fase di cantiere dovuto all'emissione di polveri e altre sostanze inquinanti, ed alle emissioni sonore Impermeabilizzazione dei suoli Disturbo in fase di cantiere dovuto all'emissione di polveri e altre sostanze inquinanti, ed alle emissioni sonore Impermeabilizzazione dei suoli ed emissioni associate al traffico veicolare Disturbo in fase di cantiere dovuto all'emissione di polveri e altre sostanze inquinanti, ed alle emissioni sonore Aumento del carico antropico In fase di cantiere si possono verificare fenomeni di disturbo che si possono tradurre nell allontanamento temporaneo delle specie dalle aree interessati dagli interventi I fenomeni di disturbo sono legati al trasporto dei materiali e alla movimentazione degli automezzi nell area di lavoro, che provocano emissioni sottoforma di gas di scarico, polveri e rumore. In considerazione della temporaneità degli interventi e delle caratteristiche ambientali delle aree in cui saranno realizzati, si possono escludere effetti significativi a carico di habitat e habitat di specie. In fase di esercizio gli effetti potenziali a carico di habitat e habitat di specie e delle specie di flora e fauna sono pressoché nulli e si limitano ad un aumento del disturbo antropico dovuto all incremento della frequentazione delle aree interessate dagli interventi, localizzate in ogni caso in adiacenza ad aree già urbanizzate, dove quindi i fenomeni di disturbo sono già in atto. PAG.82

85 Con riferimento agli interventi riguardanti la mobilità, essi sono localizzati ad una distanza dai siti Natura 2000 tale da escludere che le alterazioni ambientali ad essi associate possano determinare effetti a carico di habitat e specie di interesse comunitario. Una valutazione approfondita dei potenziali effetti del piano sugli habitat e specie dei siti Natura 2000 è riportata al 4.7, nel quale vengono utilizzati degli specifici indicatori per valutare la significatività degli effetti. 4.5 IDENTIFICAZIONE DEGLI EFFETTI SINERGICI E CUMULATIVI Per l identificazione degli aspetti sinergici e cumulativi si devono considerare due aspetti: i possibili effetti determinati dalla sinergia tra le singole azioni di piano e quelli derivanti dall interazione tra il piano e la pianificazione sovraordinata. Dal punto di vista interno al piano, le varie azioni previste potrebbero determinare degli effetti sinergici e cumulativi nel momento in cui gli effetti del singolo intervento si andassero a sommare a quelli di altri interventi limitrofi. Nel caso specifico comunque, in considerazione dell entità degli interventi previsti e della localizzazione degli stessi all interno del territorio comunale, si può ragionevolmente escludere che possano generarsi effetti sinergici e cumulativi che agiscano sulla Rete Natura Si tratta infatti di azioni che singolarmente manifestano particolari effetti di riduzione o disturbo degli habitat e/o specie presenti, e che comunque rimangono circoscritte in ambiti territoriali diversi e spesso localizzati a notevole distanza dai siti considerati. Per quanto riguarda la pianificazione sovraordinata, gli strumenti di pianificazione vigenti in grado di determinare effetti sommativi sui siti esaminati sono stati analizzati al 3.4. Il PAT si adegua a quanto previsto dalle indicazioni degli strumenti di pianificazione sovraordinata per cui si manifestano effetti cumulativi e sinergici tra gli interventi previsti dai diversi piani. 4.6 IDENTIFICAZIONE DEI PERCORSI E DEI VETTORI ATTRAVERSO I QUALI SI PRODUCONO GLI EFFETTI In base alla tipologia di azioni previste dal piano si ipotizza che i possibili fattori di pressione a carico della Rete Natura 2000 siano quelli normalmente riconducibili ad interventi di nuova edificazione, di riqualificazione dell esistente e di potenziamento della viabilità locale e degli itinerari paesaggistici. Tali interventi, soprattutto in fase di cantiere, possono determinare una serie di effetti tra i quali si possono individuare: occupazione di suolo sia durante la fase di cantiere che di esercizio; PAG.83

86 emissioni di gas combusti e polveri derivanti dai mezzi e dai macchinari utilizzati in cantiere, e dagli autoveicoli dei fruitori delle nuove strutture in fase di esercizio; emissioni sonore e vibrazioni soprattutto nella fase di cantiere; aumento del carico antropico sia durante la fase di cantiere che di esercizio. Di seguito si riporta una tabella nella quale si mettono i relazione i fattori di pressione sopra indicati, il potenziale effetto ad essi associato e, se identificabile, il vettore attraverso il quale questi ultimi si producono. Identificazione dei percorsi e dei vettori attraverso i quali si producono gli effetti Fattore di pressione Potenziale effetto Vettore Occupazione di suolo Emissione di gas combusti e polveri Emissioni sonore e vibrazioni Aumento del carico antropico Perdita di superficie di habitat e di habitat di specie Frammentazione di habitat e di habitat di specie Diminuzione della densità di popolazione Alterazione della qualità delle acque, dell aria e dei suoli Perturbazione alle specie della flora e della fauna Perdita di superficie di habitat e di habitat di specie Diminuzione della densità di popolazione Interferenze con le relazioni ecosistemiche principali che determinano la struttura e la funzionalità dei siti 4.7 EFFETTI DEL PIANO SULLA RETE NATURA 2000 atmosfera atmosfera Riguardo gli effetti del progetto sui siti Natura 2000 e la loro significatività, la Guida Metodologica per la Valutazione di Incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE, all Allegato A della Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n del 10 ottobre 2006, propone alcuni tipi di incidenza e la valutazione della significatività di questi ultimi attraverso l utilizzo di opportuni indicatori di importanza. PAG.84

87 Tipo di incidenza potenziale Perdita di superficie di habitat e di habitat di specie Frammentazione di habitat e di habitat di specie Perdita di specie di interesse conservazionistico Perturbazione alle specie della flora e della fauna Diminuzione della densità di popolazione Alterazione della qualità delle acque, dell aria e dei suoli Interferenze con le relazioni ecosistemiche principali che determinano la struttura e la PH FH PS Per Indicatore di importanza Percentuale della perdita (particolarmente per habitat prioritari o habitat di specie prioritarie) Grado di frammentazione, isolamento, durata o permanenza in relazione all estensione originale Riduzione nella densità di specie Durata o permanenza (in relazione alla fenologia delle specie), distanza dai siti DDP Tempo di resilienza AQ PH Variazioni relative ai parametri chimicofisici, ai regimi delle portate, alle condizioni microtermiche e stazionali Percentuale della perdita di taxa o specie chiave funzionalità dei siti Le diverse tipologie di incidenza rappresentano gli esempi delle possibili influenze della realizzazione del piano sulla rete ecologica Natura 2000 e sulle componenti ambientali dei siti. Di seguito, si riportano i criteri per la quantificazione dell incidenza impiegati nelle valutazioni dei successivi paragrafi. La significatività dell incidenza può assumere i seguenti valori: nulla bassa media alta Nella seguente tabella si riportano i criteri utilizzati per la quantificazione della significatività delle tipologie di incidenza. PAG.85

88 Tipo di incidenza potenziale Perdita di superficie di habitat e di habitat di specie Frammentazione di habitat e di habitat di specie Significatività dell'incidenza nulla bassa media alta nulla bassa media Criteri per la definizione della significatività L'intervento determina alcuna riduzione della superficie degli habitat. L'intervento comporta una piccola riduzione della superficie complessiva dell'habitat all'interno dell'area di analisi. La trasformazione ha effetti rilevanti sulle dinamiche evolutive dell'habitat L'intervento determina una riduzione della superficie complessiva dell'habitat all'interno dell'area di analisi. La perdita di superficie di habitat determina una riduzione del grado di conservazione dell'habitat L'intervento determina una riduzione dell'habitat all'interno dell'area di analisi. La perdita di superficie di habitat causa una riduzione del grado di conservazione dell'habitat L'intervento determina una riduzione dell'habitat all'interno dell'area di analisi. La perdita di superficie di habitat compromette seriamente la conservazione del medesimo a livello locale L'intervento causa alterazione della connettività del territorio L'intervento causa la riduzione della connettività del territorio mediante la realizzazione di barriere invalicabili per la fauna L'intervento causa l'interruzione della connettività del territorio mediante la realizzazione di barriere che, pur essendo invalicabili, possono causare la perdita di specie per mortalità diretta degli individui L'intervento causa l'interruzione della connettività del territorio mediante la realizzazione di barriere invalicabili per la fauna terrestre caratterizzata da scarse PAG.86

89 Tipo di incidenza potenziale Perdita di specie di interesse conservazionistico Perturbazione alle specie della flora e della fauna Significatività dell'incidenza alta nulla bassa media alta nulla bassa media Criteri per la definizione della significatività capacità di movimento (anfibi, rettili e piccoli mammiferi) L'intervento causa l'interruzione della connettività del territorio mediante la realizzazione di barriere invalicabili per tutta la fauna terrestre L'intervento comporta la perdita di specie L'intervento comporta la perdita di specie di interesse ma si può verificare la perdita di alcuni individui L'intervento comporta la perdita di specie di interesse ma determina un diminuzione del grado di conservazione delle specie stesse L'intervento comporta la perdita di specie di interesse comunitario L'intervento comporta la perdita di specie di interesse comunitario considerate prioritarie L'intervento determina alcuno stato di alterazione dell'equilibrio chimico-fisico nella struttura e nel funzionamento degli ecosistemi. L'intervento determina uno stato di alterazione dell'equilibrio chimico-fisico nella struttura e nel funzionamento degli ecosistemi. Eventuali effetti temporanei sono completamente reversibili a breve termine L'intervento determina uno stato di alterazione permanente dell'equilibrio chimico-fisico nella struttura e nel funzionamento degli ecosistemi. Eventuali effetti temporanei sono reversibili a medio - lungo termine L'intervento determina uno stato di alterazione permanente dell'equilibrio chimico-fisico nella struttura e nel funzionamento degli ecosistemi. Non sono coinvolte specie di interesse comunitario PAG.87

90 Tipo di incidenza potenziale Diminuzione della densità di popolazione Significatività dell'incidenza alta nulla bassa media alta Criteri per la definizione della significatività considerate prioritarie L'intervento determina uno stato di alterazione permanente dell'equilibrio chimico-fisico nella struttura e nel funzionamento degli ecosistemi. Sono coinvolte specie di interesse comunitario considerate prioritarie L'intervento comporta alcuna eliminazione diretta di esemplari di flora e fauna di interesse comunitario né fenomeni di allontanamento L'intervento comporta l'eliminazione diretta di esemplari di flora e fauna di interesse comunitario. Diminuzioni della densità si possono registrare a livello locale solo temporaneamente per effetto di fenomeni perturbativi completamente reversibili a breve termine L'intervento comporta l'eliminazione diretta di esemplari di flora e fauna di interesse comunitario. Diminuzioni della densità si possono registrare a livello locale solo temporaneamente per effetto di fenomeni perturbativi reversibili a medio - lungo termine L'intervento comporta l'eliminazione diretta di esemplari di flora e fauna di interesse comunitario. A livello locale si osserva una diminuzione della densità di popolazione che può comportare una riduzione del grado di conservazione della specie nell'area di analisi. L'intervento comporta l'eliminazione diretta di esemplari di flora e fauna di interesse comunitario. La diminuzione della densità di popolazione può avere effetti sulla conservazione della specie all'interno dell'area di analisi PAG.88

91 Tipo di incidenza potenziale Alterazione della qualità delle acque, dell aria e dei suoli Interferenze con le relazioni ecosistemiche principali che determinano la struttura e la funzionalità dei siti Significatività dell'incidenza nulla bassa media alta nulla bassa Criteri per la definizione della significatività L'intervento causa un'alterazione della qualità delle acque, dell aria e dei suoli L'intervento provoca un'alterazione della qualità delle acque, dell aria e dei suoli i cui effetti sono associati a fenomeni temporanei reversibili a breve termine che alterano lo stato di conservazione di habitat e/o specie di interesse comunitario L'intervento provoca un'alterazione della qualità delle acque, dell aria e dei suoli a causa di fenomeni temporanei reversibili a medio - lungo termine. Le alterazioni causano una riduzione dello stato di conservazione di habitat e/o specie di interesse comunitario nell'area di analisi L'intervento provoca un'alterazione irreversibile della qualità delle acque, dell aria e dei suoli. Le alterazioni causano una riduzione dello stato di conservazione di habitat e/o specie di interesse comunitario nell'area di analisi. L'intervento provoca un'alterazione irreversibile della qualità delle acque, dell aria e dei suoli. Le alterazioni possono avere effetti sulla conservazione degli habitat e/o delle specie all'interno dell'area di analisi L'intervento interferisce direttamente o indirettamente con le relazioni ecosistemiche che determinano la struttura e la funzionalità dei siti. I processi evolutivi naturali che caratterizzano gli ambienti coinvolti subiscono alterazioni L'intervento interferisce direttamente con le relazioni ecosistemiche che determinano la struttura e la funzionalità dei siti. I processi evolutivi naturali che caratterizzano gli ambienti coinvolti subiscono alterazioni L'intervento interferisce direttamente con le PAG.89

92 Tipo di incidenza potenziale Significatività dell'incidenza media alta Criteri per la definizione della significatività relazioni ecosistemiche che determinano la struttura e la funzionalità dei siti mediante fattori temporanei reversibili a breve termine L'intervento interferisce direttamente con le relazioni ecosistemiche che determinano la struttura e la funzionalità dei siti mediante fattori temporanei reversibili a medio - lungo termine L'intervento comporta delle interferenze irreversibili con le relazioni ecosistemiche che determinano la struttura e la funzionalità dei siti. Nella tabelle che seguono i diversi tipi di incidenza vengono messi in relazione con gli interventi di Piano potenzialmente in grado di determinarle. A seguire sarà poi svolta un analisi per ciascuna tipologia di incidenza. Azione strategica Ambiti di urbanizzazione consolidata Norma NTA Tipo di incidenza significatività art PH Nulla FH Nulla PS Nulla Per Non DDP Nulla AQ Non IRE Nulla Ambiti di edificazione diffusa art PH Nulla FH Nulla PS Nulla Per Non DDP Nulla AQ Non IRE Nulla Ambiti di trasformazione di saturazione del PRG vigente e Limiti fisici all'espansione art art PH FH PS Nulla Nulla Nulla PAG.90

93 Azione strategica Ambiti di riqualificazione e riconversione Attività produttive / commerciali in zona impropria Servizi ed attrezzature di interesse comune di maggior rilevanza Infrastrutture del sistema della viabilità (mobilità) Percorsi ciclopedonali esistenti e di progetto Norma NTA Tipo di incidenza significatività Per Non DDP Nulla AQ Non IRE Nulla art PH Nulla FH Nulla PS Nulla Per Non DDP Nulla AQ Non IRE Nulla art PH Nulla FH Nulla PS Nulla Per Non DDP Nulla AQ Non IRE Nulla art. 21 PH Nulla FH Nulla PS Nulla Per Non DDP Nulla AQ Non IRE Nulla art. 22 PH Nulla FH Non PS Nulla Per Non DDP Nulla AQ Non IRE Nulla art. 23 PH Nulla FH Nulla PS Nulla Per Non DDP Nulla AQ Non IRE Nulla PAG.91

94 4.7.1 PERDITA DI SUPERFICIE DI HABITAT O DI HABITAT DI SPECIE Gli interventi previsti dal PAT interesseranno principalmente ambiti localizzati esternamente rispetto ai confini dei Siti Natura 2000 ad eccezione degli itinerari ciclopedonali che coinvolgeranno anche superfici poste all interno del perimetro dei SIC/ZPS, senza tuttavia coinvolgere direttamente habitat di interesse comunitario. Le proposte di piano, potranno quindi determinare alcuna riduzione di habitat o habitat di specie di interesse comunitario Incidenza nulla FRAMMENTAZIONE DI HABITAT O DI HABITAT DI SPECIE La frammentazione rappresenta una trasformazione del territorio che implica la riduzione di un vasto habitat in aree più piccole. Essa può essere definita come il processo che genera una progressiva riduzione della superficie degli ambienti naturali e un aumento del loro isolamento: le superfici naturali vengono, in questo modo, a costituire frammenti spazialmente segregati e progressivamente isolati, inseriti in una matrice territoriale di origine antropica (APAT, 2003). Come specificato nel punto precedente, gli interventi interessano principalmente ambiti localizzati esternamente rispetto ai confini dei siti appartenenti alla Rete Natura 2000 e, in questo senso, potranno determinare alcuna alterazione riconducibile alla frammentazione a carico degli habitat di interesse comunitario segnalati dalla cartografia approvata con DGR n del 30 dicembre Per quel che riguarda il territorio esterno, è stata verificata l interferenza sulla connettività del territorio a seguito della realizzazione dei nuovi tratti viari in ambito agricolo. I tracciati dei nuovi percorsi proposti coinvolgono delle fasce di territorio poste a considerevole distanza dai siti della rete Natura 2000 e separati dalle aree protette da barriere areali e lineari che escludono rapporti di ordine strutturale e funzionale. Le infrastrutture di trasporto proposte, inoltre, interferiscono con le principali direttrici ecologiche del territorio rappresentate dal sistema fluviale del Sile (Est-Ovest) e dal sistema fluviale dello Storga (Nord-Sud). Gli effetti sulla connettività del territorio sono tali da compromettere lo stato di conservazione delle specie. Ciò premesso tale tipologia di incidenza si considera PERDITA DI SPECIE DI INTERESSE CONSERVAZIONISTICO Le interferenze dirette delle previsioni di piano con i siti Natura 2000 sono sostanzialmente limitate agli itinerari ciclopedonali. Né questi interventi né quelli realizzati esternamente al perimetro dei siti determinano fenomeni di eliminazione diretta degli individui tali da deprimere la densità di popolazione a livelli tali da compromettere la conservazione delle specie nel sito. PAG.92

95 Anche considerando gli effetti indiretti (perturbazione dell habitat), si riscontrano alterazioni in grado di comportare la perdita di specie di interesse conservazionistico. Incidenza nulla PERTURBAZIONE DELLE SPECIE DELLA FLORA O DELLA FAUNA La perturbazione rappresenta uno stato di alterazione nella struttura e nel funzionamento dei sistemi ambientali. Uno stato di alterazione è prodotto dal disturbo, che, secondo White e Pickett (1985, in FARINA, 2001) può essere definito come qualsiasi evento discreto nel tempo che altera la struttura degli ecosistemi, delle comunità e delle popolazioni, modifica il substrato e l ambiente fisico. In altri termini, la perturbazione può essere considerata una conseguenza del disturbo causato dagli interventi antropici. Gli eventi di disturbo prodotti dall uomo che determinano le perturbazioni di maggiore violenza sono l emissione di gas inquinanti derivati dall ossidazione dei combustibili fossili e lo scarico di sostanze nocive nelle acque superficiali e profonde. A questi si possono aggiungere l inquinamento acustico e le vibrazioni, l inquinamento elettromagnetico, ma anche il disturbo derivante dalla fruizione turistico ricreativa delle aree naturali, con fenomeni di calpestio e asportazione di risorse. Alcuni degli interventi previsti che si localizzano in prossimità dei confini dei SIC/ZPS o all interno dei medesimi nel caso della previsione di nuovi itinerari ciclopedonali, possono determinare, soprattutto durante la fase di cantiere, alcune perturbazioni a carico di habitat e specie di interesse comunitario. I fenomeni di perturbazione, legati prevalentemente all impiego di macchinari in fase di cantiere, hanno una durata e una permanenza limitate. Nella peggiore delle ipotesi gli interventi possono provocare un temporaneo allontanamento di alcuni individui presenti nella zona disturbati prevalentemente dall inquinamento sonoro. Per quanto riguarda invece le perturbazioni in fase di esercizio si può considerare un aumento del disturbo antropico. Per quel che riguarda l ampliamento degli insediamenti, si considera comunque che gli interventi previsti interessano prevalentemente superfici già urbanizzate o comunque soggette alla presenza umana. La localizzazione di questa tipologia di interventi in relazione ai siti Rete Natura 2000 consente in ogni caso di escludere che l incremento del disturbo in fase di esercizio possa generare una riduzione del grado di conservazione di habitat di specie o specie. La realizzazione di nuovi itinerari ciclopedonali lungo i corsi d acqua ricompresi nei siti Natura 2000 riguarda sostanzialmente il completamento della rete tuttora esistente e l incremento della frequentazione di queste aree rispetto allo stato attuale costituisce un fattore rilevante di alterazione. In ragione delle considerazioni sopra esposte tale tipologia di incidenza si può considerare. PAG.93

96 4.7.5 DIMINUZIONE DELLA DENSITÀ DI POPOLAZIONE La densità di popolazione è semplicemente il rapporto tra il numero di individui di una determinata specie e la superficie su cui è distribuita la popolazione. Quanto detto a proposito della perdita di specie di interesse conservazionistico ed in merito alla perturbazione alle specie medesime, permette di escludere effetti rilevanti sulla densità delle popolazioni animali e vegetali presenti nell area. Le specie di interesse comunitario presenti nei Siti Natura 2000 possono essere disturbate dalle attività di cantiere ed essere indotte quindi a spostarsi temporaneamente in aree limitrofe soggette a disturbi. Tali perturbazioni, come visto nel paragrafo precedete, sono comunque temporanee e reversibili nel breve periodo permettendo, quindi, un veloce ritorno delle specie di interesse comunitario alle aree di partenza. L incidenza di tale fattore si può pertanto considerare ALTERAZIONE DELLA QUALITÀ DELLE ACQUE, DELL ARIA E DEI SUOLI Le possibili alterazioni alla qualità delle acque, dell aria e del suolo sono legate principalmente agli scarichi nei corpi recettori, alle emissioni di polveri derivanti dalla movimentazione dei mezzi di lavoro in fase di cantiere e all impermeabilizzazione di superfici attualmente urbanizzate. Per quel che riguarda quest ultimo aspetto, il PAT prevede l invarianza idraulica consentendo di escludere che le trasformazioni possano causare alterazioni rilevanti a carico degli elementi che costituiscono i siti Natura Per quanto concerne le emissioni associate alle attività in fase di cantiere, le modalità operative comunemente adottate consentono di limitare gli effetti sull ambiente circostante con riferimento ad habitat e specie di interesse comunitario, le eventuali alterazioni temporanee dei parametri possono in ogni caso generare un peggioramento dello stato di conservazione. Per quel che riguarda gli scarichi ai corpi recettori, le norme del PAT prevedono che la realizzazione dei nuovi insediamenti, sia residenziali che produttivi, sia subordinata all allacciamento degli stessi alla rete fognaria o altro sistema previsto dal D.Lgs. 152/06 escludendo. Si valuta quindi che tale tipologia di incidenza a carico della Rete Natura 2000 sia INTERFERENZE CON LE RELAZIONI ECOSISTEMICHE PRINCIPALI CHE DETERMINANO LA STRUTTURA E LA FUNZIONALITÀ DEI SITI Le relazioni ecosistemiche che determinano la struttura e la funzionalità dei siti sono definite dallo scambio reciproco di materiale ed energia tra i diversi ambienti appartenenti alla rete ecologica Natura 2000 e tra questi stessi ambienti ed il territorio circostante. Questi scambi si fondano sulla presenza di elementi della rete ecologica locale. Per la definizione di questo tipo di incidenza sembra quindi opportuno fare PAG.94

97 riferimento ai potenziali impatti dell opera su eventuali elementi di connessione ecologica presenti nel territorio in esame. La localizzazione degli interventi previsti, esterna ai siti considerati, oppure in aree già antropizzate, permette di escludere che la concretizzazione delle azioni possa avere interferenze con le relazioni ecosistemiche principali che determinano la struttura e funzionalità dei siti stessi. 5 FASE 4 SINTESI DELLE INFORMAZIONI RILEVATE E DELLE DETERMINAZIONI ASSUNTE Denominazione del piano Descrizione del piano SINTESI Piano di Assetto del Territorio del comune di Treviso Per una descrizione dettagliata del PAT del comune di Treviso si rimanda al 3 SIC IT Fiume Sile dalle sorgenti a Treviso Ovest Codice e denominazione dei siti Natura 2000 SIC IT Fiume Sile da Treviso est a San Michele Vecchio ZPS IT Fiume Sile morto e ansa a San Michele Vecchio Piano direttamente connesso o necessario alla gestione del sito (se applicabile) Descrizione di altri piani o progetti che possano dare effetti combinati Come determinato al 2 il Piano è direttamente connesso o necessario alla gestione dei SIC/ZPS Non si è a conoscenza di altri piani o progetti che possano concorrere ad incrementare l entità dell impatto all interno dei siti Natura 2000 PAG.95

98 VALUTAZIONE DELLA SIGNIFICATIVITÀ DEGLI EFFETTI Descrizione di come il piano (da solo o per azione combinata) incida sui siti Natura 2000 Consultazione con gli Organi e Enti competenti e risultati della consultazione DATI RACCOLTI PER L'ELABORAZIONE DELLA VERIFICA Luogo dove Livello di Responsabili della possono essere Fonte dei dati completezza delle verifica reperiti e visionati i informazioni dati utilizzati Banca dati Regione Sito internet Veneto Dott. For. Stefano Regione Veneto Adeguato Reniero Rilievi durante Nexteco srl sopralluoghi diretti PAG.96

99 TABELLA DI VALUTAZIONE RIASSUNTIVA Codice Habitat/specie Nome IT IT IT Presenza nell area oggetto di valutazione Significatività negativa delle incidenze dirette Significatività negativa delle incidenze indirette Presenza di effetti sinergici e cumulativi 6210(*) * Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee) X sì nulla no Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi o argilloso-limosi (Molinion X X X sì nulla no caeruleae) Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile X no Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del Caricion davallianae X no Torbiere basse alcaline X no Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e 91E0* Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion X X X sì nulla no incanae, Salicion albae) 91L0 Querceti di rovere illirici (Erythronio- Carpinion) no A229 Alcedo atthis Martin pescatore X X X sì no PAG.97

100 TABELLA DI VALUTAZIONE RIASSUNTIVA Codice Habitat/specie Nome IT IT IT Presenza nell area oggetto di valutazione Significatività negativa delle incidenze dirette Significatività negativa delle incidenze indirette Presenza di effetti sinergici e cumulativi A029 Ardea purpurea Airone rosso X X X sì no A024 Ardeola ralloides Sgarza ciuffetto X X X sì no A021 Botaurus stellaris Tarabuso X X X sì no A196 Chlidonias niger Mignattino X X X sì no A081 Circus aeruginosus Falco di palude X X X sì no A082 Circus cyaneus Albanella reale X X X sì no A084 Circus pygargus Albanella minore X sì no A122 Crex crex Re di quaglie X sì no A022 Ixobrychus minutus Tarabusino X X X sì no A073 Milvus migrans Nibbio bruno X X X sì no PAG.98

101 TABELLA DI VALUTAZIONE RIASSUNTIVA Codice Habitat/specie Nome IT IT IT Presenza nell area oggetto di valutazione Significatività negativa delle incidenze dirette Significatività negativa delle incidenze indirette Presenza di effetti sinergici e cumulativi A023 Nycticorax nycticorax Nitticora X X X sì no A094 Pandion haliaetus Falco pescatore X X X sì no A072 Pernis apivorus Falco pecchiaiolo X sì no A026 Egretta garzetta Garzetta X X sì no A119 Porzana porzana Voltolino X X sì no A338 Lanius collurio Averla piccola X sì no A053 Anas platyrhynchos Germano reale X sì no A118 Rallus aquaticus Porciglione X sì no A055 Anas querquedula Marzaiola X X X sì no PAG.99

102 TABELLA DI VALUTAZIONE RIASSUNTIVA Codice Habitat/specie Nome IT IT IT Presenza nell area oggetto di valutazione Significatività negativa delle incidenze dirette Significatività negativa delle incidenze indirette Presenza di effetti sinergici e cumulativi A336 Remiz pendulinus Pendolino X X X sì no A004 Tachybaptus Tuffetto X X X sì ruficollis no A086 Accipiter nisus Sparviere X sì no A054 Anas acuta Codone X sì no A056 Anas clypeata Mestolone X sì no A052 Anas crecca Alzavola X sì no A051 Anas strepera Canapiglia X sì no A028 Ardea cinerea Airone cenerino X sì no A221 Asio otus Gufo comune X sì no A288 Cettia cetti Usignolo di fiume X sì no PAG.100

103 TABELLA DI VALUTAZIONE RIASSUNTIVA Codice Habitat/specie Nome IT IT IT Presenza nell area oggetto di valutazione Significatività negativa delle incidenze dirette Significatività negativa delle incidenze indirette Presenza di effetti sinergici e cumulativi A208 Columba palumbus Colombaccio X sì no A214 Otus scops Assiolo X sì no A235 Picus viridis Picchio verde X sì no A005 Podiceps cristatus Svasso maggiore X sì no 1304 Rhinolophus ferrumequinum Ferro di cavallo maggiore X X X sì no 1303 Rhinolophus hipposideros Ferro di cavallo minore X sì no 1324 Myotis myotis Vespertilio maggiore X X sì no 1215 Rana latastei Rana di Lataste X X X sì no 1220 Emys orbicularis Testuggine d'acqua X X X sì no PAG.101

104 TABELLA DI VALUTAZIONE RIASSUNTIVA Codice Habitat/specie Nome IT IT IT Presenza nell area oggetto di valutazione Significatività negativa delle incidenze dirette Significatività negativa delle incidenze indirette Presenza di effetti sinergici e cumulativi 1167 Triturus carnifex Tritone crestato X sì italiano no 1149 Cobitis taenia Cobite X X X sì no 1991 Sabanejewia larvata Cobite mascherato X X X sì no 1097 Lethenteron Lampreda di ruscello X X sì zanandreai no 1107 Salmo (trutta) Trota marmorata X sì marmoratus no 1092 Austropotamobius Gambero di fiume X X X sì pallipes no 1088 Cerambyx cerdo X X X sì no 1341 Muscardinus Moscardino X X X sì avellanarius no Neomys fodiens Toporagno d'acqua X X X sì no 1312 Nyctalus noctula Nottola comune X X X sì no PAG.102

105 TABELLA DI VALUTAZIONE RIASSUNTIVA Codice Habitat/specie Nome IT IT IT Presenza nell area oggetto di valutazione Significatività negativa delle incidenze dirette Significatività negativa delle incidenze indirette Presenza di effetti sinergici e cumulativi 1358 Mustela putorius Puzzola X sì no 1329 Plecotus austriacus Orecchione meridionale X sì no Zootoca vivipara Lucertola vivipera X sì no Agonum versutum X X sì no Emmericia patula X X X sì no Allium suaveolens X sì no Butomus umbellatus X sì no Carex davalliana X sì no Carex hostiana X sì no PAG.103

106 TABELLA DI VALUTAZIONE RIASSUNTIVA Codice Habitat/specie Nome IT IT IT Presenza nell area oggetto di valutazione Significatività negativa delle incidenze dirette Significatività negativa delle incidenze indirette Presenza di effetti sinergici e cumulativi Cladium mariscus X sì no Epipactis palustris X sì no Eriophorum X sì latifolium no Festuca trichophylla X sì no Hippuris vulgaris X sì no Hottonia palustris X X X sì no Leucojum aestivum X X sì no Menyanthes trifoliata X sì no Ophioglossum X X sì vulgatum no Orchis laxiflora X sì no PAG.104

107 TABELLA DI VALUTAZIONE RIASSUNTIVA Codice Habitat/specie Nome IT IT IT Presenza nell area oggetto di valutazione Significatività negativa delle incidenze dirette Significatività negativa delle incidenze indirette Presenza di effetti sinergici e cumulativi Orchis morio X sì no Parnassia palustris X sì no Potamogeton coloratus X sì no Ranunculus lingua X sì no Ranunculus sceleratus X X sì no Senecio doria X sì no Senecio paludosus X sì no Serapias vomeracea X sì no Spiranthes aestivalis X sì no PAG.105

108 TABELLA DI VALUTAZIONE RIASSUNTIVA Codice Habitat/specie Nome IT IT IT Presenza nell area oggetto di valutazione Significatività negativa delle incidenze dirette Significatività negativa delle incidenze indirette Presenza di effetti sinergici e cumulativi Thelypteris palustris X sì no Utricularia australis X X sì no PAG.106

109 ESITO DELLA PROCEDURA DI SCREENING Dalla valutazione delle incidenze a carico della rete Natura 2000 nel suo insieme e dei singoli Siti di Importanza Comunitaria coinvolti dal piano in esame, è emerso che vi saranno modificazioni ambientali in grado di alterare in modo significativo lo stato di conservazione degli habitat e le dinamiche naturali delle popolazioni di specie presenti. DICHIARAZIONE FIRMATA DEL PROFESSIONISTA In relazione alla procedura indicata nella guida metodologica per la Valutazione di Incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE della Regione Veneto, di cui al D.G.R.. n del 10 ottobre 2006 e in considerazione delle indagini effettuate si conclude che, con ragionevole certezza scientifica, si può escludere il verificarsi di effetti significativi negativi sui siti della rete Natura Thiene, febbraio 2013 dott. for. Stefano Reniero AUTOCERTIFICAZIONE DI IDONEITÀ Secondo quanto disposto dalla d.g.r. n.3176 del 10 ottobre 2006, ai sensi e per gli effetti del d.p.r. n. 445/2000, il sottoscritto tecnico Stefano Reniero incaricato della redazione della relazione di incidenza ambientale per il Piano di Assetto del Territorio del comune di Treviso, dichiara di essere in possesso della esperienza specifica e delle competenze in campo biologico, naturalistico ed ambientale necessarie per la corretta ed esaustiva redazione di valutazione di incidenza, in relazione al piano trattato. Thiene, febbraio 2013 dott. for. Stefano Reniero PAG.107

110 PAG.108

111 Appendici Appendice 1: Sovrapposizione Carta degli Habitat Carta della Trasformabilità. Sito IT Appendice 2: Sovrapposizione Carta degli Habitat Carta della Trasformabilità. Siti IT IT BIBLIOGRAFIA BRESSAN S. et al., Strumenti e Indicatori per la salvaguardia della biodiversità. Regione del Veneto Giunta Regionale, Segreteria Regionale all Ambiente e Territorio Servizio Rete Natura BON M., PAOLUCCI P., MEZZAVILLA E, DE BATTISTI R., VERNIER E. (EDS.), Atlante dei Mammiferi del Veneto. Lavori Società Veneziana di Scienze Naturali BONATO L., FRACASSO G., POLLO R., RICHARD J,. SEMENZATO M., Atlante degli anfibi e dei rettili del Veneto. Nuovadimensione ed. BUFFA G., LASEN C., Atlante dei siti Natura 2000 del Veneto. Regione del Veneto Direzione Pianificazione Territoriale e Parchi. Venezia, pp. 394 BULGARINI F., CALVARIO E., FRATICELLI F., PETRETTI F., SARROCCO S. (Eds.), Libro Rosso degli animali d Italia. Vertebrati. WWF Italia, Roma. CALVARIO E., SARROCCO S. (EDS.), Lista rossa dei vertebrati italiani. WWF Italia. Settore Diversità Biologica. Serie Ecosistema Italia. DB6 DEL FAVERO R. (a cura di), Biodiversità e Indicatori nei tipi forestali del Veneto. Commissione Europea Regolamento (CEE) n. 2052/88; Regione del Veneto Giunta Regionale Direzione Foreste ed Economia Montana; Accademia Italiana di Scienza Forestali. DEL FAVERO R., ANDRICH O., DE MAS G., LASEN C. & POLDINI L. (a cura di), La Vegetazione Forestale del Veneto Prodromi di Tipologia Forestale. Regione del Veneto Assessorato Agricoltura e Foreste, Dipartimento Foreste. DIETL W., LEHMANN J., JORQUERA M., (A CURA DI SCOTTON M.), 2005., Le graminacee prative. Bologna. Patron Editore. GRUPPO NISORIA, 1997, Atlante degli uccelli nidificanti nella provincia di Treviso. Gilberto Padovan Editore, Vicenza. GRUPPO NISORIA, Atlante degli Anfibi e dei Rettili della provincia di Vicenza. Padovan Ed., Vicenza, 203 pp. MASUTTI L., BATTISTI A. (a cura di), La gestione forestale per la conservazione degli habitat della Rete Natura Regione del Veneto, Accademia Italiana di Scienze Forestali, (Venezia). SUSMEL L., Principi di Ecologia Fattori Ecologici, ecosistemici, Applicazioni. Collaborazione di F. Viola. CLEUP Editore, Padova. PAG.109

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