«PICCOLE IMPRESE: IL PERCORSO VERSO LA CLASSE A»
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- Adriano Giovannini
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1 «PICCOLE IMPRESE: IL PERCORSO VERSO LA CLASSE A» 1
2 COSA SI INTENDE CON CLASSE «A» La classe di consumo energetico, detta anche classe di efficienza energetica, è una suddivisione della scala di consumi degli elettrodomestici normata dall'unione europea. Essa indica appunto i consumi annuali espressi in kwh di un elettrodomestico tramite lettere dalla «A» alla «D». Come classe sociale è la strutturazione ad alto livello gerarchico di uno strato della popolazione in un sufficientemente omogeneo raggruppamento, sia economico che culturale: può essere anche indicato come «elite». LE AZIENDE AL TOP SONO QUELLE CHE «CONSUMANO MENO A PARITA DI RISULTATO»: RIESCONO A GESTIRE LA FINANZA UTILIZZANDO MENO DENARO POSSIBILE! 2
3 RISPARMIARE E DI MODA! RISPARMIO ENERGETICO RISPARMIO COMBUSTIBILI RISPARMIO FINANZIARIO 3
4 DA DOVE VENIAMO.. FALLIMENTI DEPRESSIONE CREDIT CRUNCH CRISI 4
5 .FUTURO? INVESTIMENTI DENARO RIPRESA RISTRUTTURARE E RISTRUTTURARSI 5
6 RAGIONI ALLA BASE DELLE DIFFICOLTA AZIENDALI MOTIVAZIONI ECONOMICHE MOTIVAZIONI COMMERCIALI MOTIVAZIONI GESTIONALI MOTIVAZIONI FINANZIARIE 6
7 RAGIONI ALLA BASE DELLE DIFFICOLTA AZIENDALI Costi alti Margini bassi MOTIVAZIONI ECONOMICHE Scarsa qualità 7
8 RAGIONI ALLA BASE DELLE DIFFICOLTA AZIENDALI Marketing mix oneroso Mercati in contrazione MOTIVAZIONI COMMERCIALI Scarsa qualità Concorrenza agguerrita 8
9 RAGIONI ALLA BASE DELLE DIFFICOLTA AZIENDALI Carenze organizzative Investimenti onerosi MOTIVAZIONI GESTIONALI Incidenza extra gestione Sotto capitalizzazione 9
10 RAGIONI ALLA BASE DELLE DIFFICOLTA AZIENDALI Credit Crunch Dimensioni capitale circolante MOTIVAZIONI FINANZIARIE Margini bassi Sotto capitalizzazione Fisco esoso 10
11 PICCOLE IMPRESE IN CLASSE A - Vision ORGANIZZAZI ONE COMPETENZE STRUMENTI E METODI CRESCITA DELLA PICCOLA IMPRESA 11
12 PICCOLE IMPRESE IN CLASSE A - sintesi MONITORAGGIO MONITORAGGIO 12
13 PICCOLE IMPRESE IN CLASSE A - sintesi E NON SAREBBE MALE SAPERE PRIMA SE LA BANCA CI DARA OPPURE NO IL DENARO, PRIMA DI INTRAPRENDERE AZIONI ED IMPIEGARE RISORSE? QUESTA ATTIVITA SI CHIAMA MONITORAGGIO DEL MERITO CREDITIZIO 13
14 PICCOLE IMPRESE IN CLASSE A - sintesi PERDITA = SPRECO QUESTA ATTIVITA SI CHIAMA CONTROLLO DI GESTIONE ECONOMICO FINANZIARIO 14
15 DOVE C E LA NECESSITA DI MIGLIORARE? GESTIONE FINANZIARIA CONTROLLO DI GESTIONE PICCOLA IMPRESA IN CLASSE A ORGANIZZAZIONE PROCESSO DECISIONALE COMPETENZE INFORMAZIONI 15
16 MONITORAGGIO GESTIONE FINANZIARIA PERFORMAN CE RATING MERITO CREDITIZIO AFFIDAMENTI PIANI AZIENDALI FABBISOGNO LORDO FABBISOGNO NETTO AUTOFINANZIAMENTO INVESTIMENTI APPORTI CAPITALE FINANZIAMENTI AGEVOLATI 16
17 IL RISPARMIO FINANZIARIO DIMINUZIONE DEL FABBISOGNO FINANZIARIO NON RICORRERE A NUOVO CREDITO BANCARIO LIBERARE RISORSE PER INVESTIMENTI DIMINUZIONE ONERI FINANZIARI 17
18 AUTOFINANZIAMENTO RICAVI MARGINI COSTI CONTROLLO DI GESTIONE PREVISIONE MISURAZIONE VALUTAZIONE 18
19 DIMINUZIONE DEL FABBISOGNO FINANZIARIO AUTOFINANZIA MENTO VARIAZIONI FINANZIARIE ALTRE COMPONENTI UTILE DI BILANCIO ACCANTONAMENTI E SVALUTAZIONI CREDITI CLIENTI MAGAZZINO VARIAZIONI FLUSSI NON OPERATIVI PRELIEVI E DISTRIBUZIONE DI UTILI AMMORTAMENTI DEBITI FORNITORI INVESTIMENTI APPORTI DI CAPITALE 19
20 CREDITI CLIENTI E vitale per un azienda la capacità di vendere, altrettanto vitale è la capacità di vendere ai clienti giusti. Che sviluppano grossi fatturati (visione commerciale); Che sono finanziariamente solidi (visione finanziaria); Che pagano regolarmente (visione amministrativa). Il sistema di classificazione e monitoraggio per classi di rating aiuta a perseguire l obiettivo. 20
21 GESTIONE MAGAZZINO Gestire secondo la logica ABC gli articoli di magazzino; Verificare la coerenza della gestione con l importanza degli articoli; Verificare i livelli di riordino degli articoli; Avere sempre la tensione verso la riduzione dei tempi: Di approvvigionamento materiali; Di produzione; Di consegna. Non dimenticare mai di salvaguardare la qualità del prodotto ed il servizio al cliente. 21
22 GESTIONE FORNITORI Tenere sotto controllo i giorni totali di dilazione concessi dai fornitori; Valutare quali fornitori vanno mantenuti senza cambiare le condizioni, quali contattare per un aumento della dilazione, discriminando tra quelli dai quali non si può prescindere e quelli che possono anche essere persi qualora non accettino le nuove richieste; Darsi degli obiettivi su base annuale, misurare i risultati e premiare gli artefici dei risultati; Ricordare che oltre al beneficio finanziario in termini di interessi, da un aumento dei giorni di dilazione c è anche un minore assorbimento di liquidità; Non abituarsi a considerare il non rispetto dei termini di pagamento come fonte di liquidità. Le conseguenze possono essere di tre tipi: o Peggioramento dei rapporti con i fornitori; o Peggioramento del rating basato sull esperienza sui pagamenti che molte società di informazioni commerciali rilevano e poi trasmettono alle imprese che chiedono informazioni su determinati nominativi; o Per i pagamenti su Ricevuta Bancaria la traccia che rimane a livello di report bancario che può avere conseguenze sul rating. 22
23 FINANZIAMENTI AGEVOLATI Pianificare i progetti di ricerca all interno della strategia aziendale; Verificare la sostenibilità finanziaria; Avere una fonte informativa affidabile, meglio se esterna; Avere un colloquio continuo con il proprio consulente sugli investimenti da fare in modo da ottimizzare. 23
24 IL CONTROLLO DI GESTIONE FA RISPARMIARE? SI Fissare obiettivi di limiti di spesa Assegnare obbiettivi coerenti Incentivare il personale sul raggiungimento degli obiettivi Controllare il raggiungimento degli obiettivi Intervenire con azioni per rimettere la situazione «in carreggiata» 24
25 CRESCITA DELLE PICCOLE IMPRESE CONTROLLO DI GESTIONE PROCESSO DI MISURAZIONE PROCESSO DECISIONALE PROCESSO PREVISIONALE PROCESSO DI ATTUAZIONE 25
26 COSA VUOL DIRE ORGANIZZARE Saper distribuire i compiti e responsabilità Eliminare duplicazioni di lavori e responsabilità Saper gestire il processo decisionale Saper delegare Saper gestire i conflitti 26
27 IL PROCESSO GESTIONALE 27
28 IL PROCESSO DECISIONALE DA A INTUIZIONE CREATIVITA ABITUDINE ACCENTRAMENTO «QUANDO SERVE» DESTRUTTURATO METODO OPEN MINDS NOVITA DECENTRAMENTO PERIODICO ORGANIZZATO 28
29 L IMPORTANZA DELLA CONSAPEVOLEZZA INFORMAZIONI OPINIONI ABITUDINI DIVERGENZE STRATEGIA OBIETTIVI RESPONSABILITA ORGANIZZAZIONE GESTIONE CONFLITTI CONSAPEVOLEZZA DECISIONE 29
30 QUALE CONSAPEVOLEZZA? PERFORMANCE AZIENDALE MERITO CREDITIZIO BILANCIO ANALISI PER INDICI VALORE AZIENDALE CENTRALE RISCHI RAPPORTO CON LE BANCHE GAP ANALISYS REPORT DI AUTOVALUTAZIONE AUTOVALUTAZIONE AUTOVALUTAZIONE 30
31 SVILUPPARE LE COMPETENZE Avere atteggiamento aperto Inserire personale dall esterno Inserire personale «elevato» Formazione come leva strategica Motivare il personale Non perdere gli «hi potential» 31
32 OTTENERE E GESTIRE LE INFORMAZIONI Saper analizzare il business Dotarsi di strumenti evoluti Organizzare chi gestisce i dati Saper elaborare i dati Saper estrapolare le informazioni rilevanti Saperle presentare Nei tempi Nei modi Con indipendenza 32
33 PICCOLA IMPRESA IN CLASSE A..PER ARRIVARE DOVE? vs I PROBLEMI SONO SIMILI CON IMPATTI DI UGUALE PORTATA RELATIVA LE SOLUZIONI PIU DIFFICOLTOSE PER I MINORI MEZZI E POTERE CONTRATTUALE LA CONCORRENZA E AL MASSIMO LIVELLO OVUNQUE ALTE PROFESSIONALITA 33
34 UN POTENZIALE PERICOLO NELLE IMPRESE LA DISCREZIONALITA O MEGLIO. L ABUSO DELLA DISCREZIONALITA 34
35 LA DISCREZIONALITA USATA «BENE» IL «TOCCO DI CLASSE» NELLA GESTIONE GRANDI RISULTATI CON PICCOLI SFORZI IN USO A POCHI DOSI OMEOPATICHE SENSAZIONE DI GESTIONE «PRESENTE» 35
36 LA DISCREZIONALITA USATA «MALE» IN MANO A DIVERSI LIVELLI CAOS ORGANIZZATIVO CREA PRECEDENTI TUTTO DIVENTA DISCREZIONALE L ECCEZIONE DIVENTA NORMALITA CONFLITTI INEFFICIENZA SENSAZIONE DI INGIUSTIZIA DIFFUSA 36
37 UN AIUTO IMPORTANTE NELLA GESTIONE SEGMENTARE VALUTAZIONE PRELIMINARE GRANDI PROBLEMI MEDI PROBLEMI PICCOLI PROBLEMI NON PROBLEMI UTILIZZO RISORSE ADEGUATE PIANO DI AZIONE 37
38 DOVE OCCORRE INVESTIRE? PICCOLA IMPRESA IN CLASSE A CAPITALE CIVICO CONOSCENZE METODO 38
39 CAPITALE CIVICO (CIVICNESS) RAPPORTO DI BENESSERE CON LA SOCIETA VALORI FIDUCIA OTTIMISMO MOTIVAZIONE ONESTA ETICA CORRETTEZZA PUNTUALITA QUALITA AFFIDABILITA SERVIZIO PROFESSIONALITA RESPONSABILITA PRECISIONE RISULTATI 39
40 DOVE OCCORRE INVESTIRE? PICCOLA IMPRESA IN CLASSE A CAPITALE CIVICO METODO CONOSCENZE 40
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