MELAMORFOSI. FIDA-Trento, Federazione Italiana degli Artisti Centro Culturale d Anaunia, Casa de Gentili - Sanzeno. Centro Culturale d Anaunia
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- Ottavia Bossi
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2 CENTRO CULTURALE D ANAUNIA Casa de Gentili Sanzeno PROVINCIA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO DI TRENTO FIDA-Trento Federazione Italiana degli Artisti COMUNITA DELLA VAL DI NON info@fida-trento.com MELAMORFOSI Centro Culturale d Anaunia COMUNE DI SANZENO Con il patrocinio di Casa de Gentili - Sanzeno MELAMORFOSI 12 ottobre - 10 novembre 2013 FIDA-Trento, Federazione Italiana degli Artisti Centro Culturale d Anaunia, Casa de Gentili - Sanzeno cultura@comunitavaldinon.tn.it ALTA ANAUNIA MANUALE UTILIZZO LOGO VAL DI NON QUADRICROMIA 100M - 100Y 100C - 20M - 100Y - 20K 100K Progetto grafico Paolo Tomio CONSORZIO DEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI TRENTO BIM DELL ADIGE PANTONE 485 C 356 C Process Black C Finito di stampare nel mese di settembre 2013 presso Alcione - Trento BIANCO NERO POSITIVO BIANCO NERO NEGATIVO
3 SOMMARIO Saluto del Presidente della Provincia Autonoma di Trento Saluto del Presidente della Comunità della Val di Non Saluto del Centro Culturale d Anaunia Saluto del Sindaco e dell Assessore alla Cultura del Comune di Sanzeno Introduzione del Presidente della FIDA-Trento Testo critico Opere degli artisti Biografie degli artisti Indice delle opere pag. 6 pag. 8 pag. 10 pag. 12 pag. 14 pag. 16 pag. 25 pag. 81 pag
4 ALBERTO PACHER Presidente della Provincia Autonoma di Trento la storia dell arte nella nostra terra (e non solo): da Carlo Bonacina a Bruno Colorio, da Mariano Fraccalossi a Silvano Nebl, da Aldo Caron a Guido Polo, da Cesarina Seppi ad Aldo Schmid, da Luigi Senesi ad Othmar Winkler, da Carlo Sartori a Riccardo Schweizer, da Remo Wolf a Renato Pancheri. Basterebbe pensare a come un grande artista qual è stato Magritte abbia saputo collocare la mela nelle sue suggestive opere, per comprendere come si proponga a sua volta quale appuntamento colto e raffinato la proposta di Casa de Gentili a Sanzeno, promossa nell ambito della IX edizione di Pomaria e del Progetto Centro Culturale d Anaunia. Un progetto che trova il suo primo, decisivo riferimento nell Accordo di Programma - stipulato tra la Provincia autonoma di Trento e la Comunità di Valle nel maggio dello scorso anno - che punta alla promozione, valorizzazione e gestione della cultura a livello territoriale sia attraverso l allestimento del Centro Culturale d Anaunia, sia con la costruzione di una rete culturale tra comuni, associazioni e soggetti del territorio che ha proprio in Casa de Gentili, il punto di riferimento. Ed è importante e significativo che a proporre la mostra collettiva documentata da questo catalogo - che ospita 27 artisti, ognuno con due opere sia la sezione di Trento della FIDA, la Federazione Italiana degli Artisti, la cui vicenda culturale, in Trentino, è associata a donne e uomini che hanno fatto Voglio sottolineare con forza il fatto che nel solco di questi artisti vive, oggi, un esposizione chiamata ad interpretare in maniera coerente con la libertà, la creatività e la fantasia che sono il corredo imprescindibile del fare arte il filo conduttore della mela. Certo, non è un caso che sia la Valle di Non a chiamare gli artisti ad una declinazione, forse inusuale, certamente affascinante, che ruota attorno al nobile frutto. Non può non suscitare consenso, ed innegabile curiosità, una mostra che ruota attorno al concetto, alla forma, al mito, alla storia, al paesaggio, legati alla mela. E le Melamorfosi qui proposte sono la migliore testimonianza della bontà di una scelta, capace di restituirci suggestioni ed interpretazioni del tutto originali, mai scontate. Doveroso dunque il grazie a chi ha pensato ed organizzato la mostra e convinto il ringraziamento alla FIDA Trento che è oggi la più grande organizzazione artistica in provincia. Nello statuto dell associazione spicca la volontà di creare un tessuto di relazioni fra tutti gli appassionati nel mondo dell arte contemporanea, di rafforzare un organismo che favorisca il dialogo fra gli artisti e con gli artisti. Con questa incursione nel mondo delle mele si è fatto di più: si è rafforzato con efficacia il ponte con il territorio e con un pubblico più vasto, anche con chi, magari, è meno avvezzo a frequentare l arte contemporanea. Buona mostra (e buone mele) a tutti. 6 7
5 SERGIO MENAPACE Presidente della Comunità della Val di Non Con molto piacere ho il compito accanto ad altri di presentare nonché introdurre il visitatore lungo le splendide sale del centro Culturale d Anaunia Casa de Gentili a Sanzeno, per osservare, scorgere, alludere, interrogarsi e perché no, anche gustare, le ben 54 opere d arte realizzate ad hoc, oppure elette tra molte altre, da ventisette artisti, allo scopo di interpretare il titolo del percorso espositivo chiamato Melamorfosi. Non è un caso se il sostantivo mela sia stato unito per formare un unico termine con quello maschile di morfosi, come non è un caso che più istituzioni, pubbliche e private, si siano unite allo scopo di creare un evento volto a valorizzare la cultura di Valle intesa come promozione del territorio e celebrazione dell opus di alcune personalità artistiche della Federazione Italiana degli Artisti Trento (FIDA) interrogate attorno ad un tema per noi Anauniensi particolarmente caro: la mela. In quest occasione culturale-sociale, il frutto della Valle di Non per antonomasia, non è solo risorsa valorizzata dagli agricoltori ma strumento di comunicazione, di integrazione tra settori e culture, nonché punto di partenza per percorsi artistici e turistici in un unicum nel suo genere. Promosso dalla Comunità della Val di Non con il Progetto Centro Culturale d Anaunia Casa de Gentili vede al suo interno la partecipazione attiva della Provincia Autonoma di Trento, il Comune di Sanzeno, l Associazione Culturale G.B. Lampi e il BIM dell Adige e dall Associazione Strada della Mela e dei Sapori che, sempre con il Comune di Sanzeno e l Azienda per il Turismo della Val di Non, giunge nel secondo fine settimana del mese di ottobre a celebrare la nona edizione di Pomaria. La tanto auspicata rete tra Comuni - e frazioni come nel caso di Casez per Pomaria -, associazioni e organizzazioni, attività economiche, sembra essersi in tal caso avviata e rinforzata attraverso un mutamento che da fiore o progetto embrionale si è modificato crescendo in frutto nonché festa di colori, tradizioni e gastronomia. Buone Mele. 8 9
6 CENTRO CULTURALE D ANAUNIA Casa de Gentili, Sanzeno MELAMORFOSI O METAMORFOSI? Sin dai tempi più remoti l uomo ha attribuito ai frutti, ed in specifico alla mela, significati simbolici talvolta complessi, in alcuni casi ancora celati. Che sia simbolo di fecondità come nella Grecia antica, di redenzione o peccato, ad esempio, per la religione Cristiana, esso è per noi anauniensi marchio di qualità ed elemento imprescindibilmente caratterizzante la cultura della nostra Valle. La Valle di Non però, non è solo fatta di mele. Numerosi monumenti storici dislocati nel territorio, ad esempio, sono oggi splendide location deputate alla promozione e valorizzazione delle risorse culturali locali. Casa de Gentili nasce nel XVI secolo come nobile dimora rurale per compiere la sua definitiva metamorfosi nel maggio dell anno 2012 quando, giustappunto, all interno dell Accordo di Programma stipulato tra la Provincia Autonoma di Trento e la Comunità della Val di Non, diviene il luogo deputato alla promozione e allo sviluppo della cultura di Valle. Oggi più che mai è desiderio del Comitato di Gestione di tale Progetto comunicare la disponibilità a compiere la mission del Centro attraverso il coordinamento delle iniziative e delle attività al fine di fare rete tra Comuni, Istituzioni della Comunità e Case Nobiliari nonese, istituire l Archivio Storico di Valle, l Archivio delle Fonti Orali d Anaunia, e quello fotografico, con la creazione di una biblioteca storica di Valle, un punto lettura e d incontro delle Associazioni. Immutevole è l idea di rendere partecipi di questo progetto tutti coloro che desiderano farne parte agevolando la fruizione pubblica del proprio patrimonio allo scopo di creare un punto di riferimento lungi dall essere centralizzante ma volto, piuttosto, alla coesione delle risorse talvolta ancora conservate in forma di bacello. La metamorfosi deve comunque compiersi. Tra le prime proposte espositive promosse dal Centro Culturale d Anaunia riveste particolare significato la mostra Melamorfosi, allestita in concomitanza di Pomaria, collaudata manifestazione di promozione del territorio, dei prodotti e delle bellezze culturali della Val di Non. Casa De Gentili diviene così per l ennesima occasione baricentro di scambio culturale tra artisti, operatori economici e più in generale tra tutti coloro che intendono l arte come trasmissione di bellezza e crescita culturale del territorio
7 MARCELLO BONADIMAN Sindaco Comune di Sanzeno ALESSANDRO BRANZ Ass. Cultura Comune di Sanzeno Da alcuni anni Pomaria non è solo un evento molto apprezzato di valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti, ma anche un occasione di trasmissione della cultura per certi versi unica: essa infatti non si limita a far conoscere la mela e le sue ben note qualità dal punto di vista del gusto e dell estetica, ma si avventura su terreni nuovi ed affascinanti, scoprendo il lato artistico di un frutto evidentemente più complesso di quanto a prima vista si possa pensare. Di qui esposizioni di alta qualità, come quella ospitata, in questo scorcio d autunno, nelle ampie, spaziose e luminose sale di Casa de Gentili a Sanzeno. che vedesse protagonisti tutti i Comuni e le realtà associative della vallata, consapevoli come eravamo (e siamo) delle enormi potenzialità che un palazzo come questo è in grado di esprimere. Di qui una serie infinita di incontri, scambi di opinione, approcci, contatti ed accordi che hanno infine portato alla nascita del nuovo Centro Culturale d Anaunia, frutto di una convinzione mai spenta in questi anni: e cioè che la Valle avesse bisogno di un siffatto punto di riferimento e che quindi il destino di Casa de Gentili dovesse essere proprio quello di offrire alla comunità tutta un servizio in termini di diffusione e conoscenza della cultura. Potremmo dire che il più è fatto, anche se resta ancora un tratto significativo di strada da percorrere. Possiamo però sostenere, senza sicumera, che se sommiamo al nuovo ruolo di Casa de Gentili la valorizzazione che in questi anni ha visto protagonisti, per merito di vari attori, anche gli altri siti del Comune di Sanzeno (dal Santuario di S. Romedio al Museo Retico, dalla Basilica dei nostri Martiri alle varie chiese che tuttora sono in fase di restauro), a Sanzeno si sta vivendo un piccolo Rinascimento, i cui effetti però non si fermano in loco, ma riguardano positivamente l intera vallata. E Melamorfosi è un tappa molto importante di questo splendido cammino. Peraltro Melamorfosi, che si distingue non solo per il valore delle opere esposte, ma anche perché accomuna artisti di varia natura ed origine culturale, fornendo al visitatore più d una chiave di lettura, è solo l ultima delle tappe di un percorso ricco di soddisfazioni, che l Amministrazione comunale di Sanzeno sta perseguendo da anni. Risale agli inizi del nuovo secolo, infatti, l idea di fare di Casa de Gentili il punto focale di una rete 12 13
8 PAOLO TOMIO Presidente della FIDA-Trento Come spesso succede, FIDA-Trento si fa coinvolgere con le sue collettive in temi che rivestano un interesse culturale o sociale perché legati alla storia, al territorio o alla nostra identità. Ecco, quindi, la collettiva Appunti di viaggio in ricordo del pittore Renato Pancheri, quelle sulla montagna: La montagna immaginata e Magica montagna, quelle sul confronto con gli artisti russi: Senza confine 4+4 e con la cultura giapponese: Oriente-Occidente, quelle sul Trentino, terra di confine e passaggio: disorientamenti e sulle città: Le città invisibili e le città visibili, quella sull attualità e la continuità dell astratto degli artisti trentini: astrazioni 7, le due sui libri e sulla poesia visiva: Il libro che non c è e parole, parole, parole..., e infine: I have a dream, inaugurata il 21 settembre, Giornata Internazionale della Pace. Non amiamo molto le mostre in cui i soci si limitino ad esporre dei lavori privi di un filo conduttore e che non siano il punto di arrivo di un discorso comune sulla società e sul fare l artista oggi. Nel caso di questa esposizione, che si svolgerà in concomitanza con Pomaria, abbiamo proposto alla Comunità della Val di Non di misurarci su un tema che potrebbe sembrare singolare, anche banale, come quello della mela. La proposta è stata apprezzata e, già nel corso della stessa riunione, è stato creato il bel titolo Melamorfosi il quale, gio- cando sulla parola metamorfosi, sintetizzava in un neologismo i due concetti che si volevano valorizzare: la mela e la morfosi, cioè la forma nel suo divenire. Una tematica, dunque, apparentemente semplice e limitata ma rivelatasi in corso d opera intrigante e stimolante poiché, ci sembra di poter affermare che nell arte, non è il cosa che interessi, ma il come. La storia, infatti, dimostra che non esistono temi importanti e temi di secondo piano, ma solo artisti importanti e artisti di secondo piano. Vedremo come saranno giudicati i ventisette artisti della FIDA che espongono ben 54 opere attinenti al mondo della mela, frutto universalmente conosciuto che è stato trasformato in un qualcosa di nuovo e inaspettato, a seconda dell occhio dell artista che lo guardava. Certo la mela non è un soggetto inedito nell arte che, anzi, è stato rappresentato nei modi più impensati da molti grandi pittori del passato e della modernità: da Arcimboldi a Caravaggio, da Cézanne a Gauguin, da De Chirico a Warhol, da Dürer a Magritte. Infinite le mele entrate nell immaginario collettivo: la mela offerta da Eva all inconsapevole Adamo, assurta a simbolo delle tentazioni, del peccato e della colpa; il pomo di Paride che originò la discordia tra le tre Grazie; la mela centrata dalla freccia di Guglielmo Tell sulla testa del figlio; la mela che, cadendo dall albero, svelò a Isaac Newton le leggi della Natura. Oggi la mela con il segno del morso della Apple è riconosciuta a livello planetario, celeberrime sono la rossa mela avvelenata di Biancaneve della Disney, la Green apple dei Beatles e la Grande Mela simbolo di New York. Si comprende intuitivamente, poi, perché questo succoso frutto dalle forme rotonde, rosse, turgide, sia sempre stato interpretato come il simbolo stesso di salute, abbondanza e bellezza nonché della dimensione dell eros. Abbiamo iniziato parlando di una comune mela per scoprirla, man mano, onnipresente nella nostra cultura colta e popolare: negli antichi miti, nella iconografia religiosa, negli attributi fisici o sessuali, nella pubblicità ma, soprattutto, ritrovarla costantemente nell arte di tutti i tempi. Poco a poco un frutto talmente normale che, probabilmente, non notiamo neanche più, si è caricato di significati e contenuti impensati che, forse, ce lo faranno guardare e riconsiderare con un misto di curiosità e interesse, sotto una luce diversa. In conclusione, penso che per il pubblico sarà interessante scoprire come, nelle opere esposte, la mela sia stata interpretata mediante gli stili e i linguaggi più vari a dimostrazione che, in arte, non dovrebbero esistere preclusioni concettuali aprioristiche ma, sempre e solo, la capacità immaginifica di ri-vedere e ri-disegnare la realtà
9 GABRIELE LORENZONI Testo critico Malum Una mostra sulla mela non è una semplice mostra tematica, perché la mela non è un frutto ordinario e perché lo strumento d indagine scelto, quello del linguaggio artistico, non può essere, per definizione, banale o scontato. Ne risulta una sfida intellettualmente stimolante, una prova di difficile superamento, sia per gli artisti che per il pubblico: fin dall alba della cultura occidentale la mela si è infatti ritagliata il ruolo di prodotto della natura per eccellenza, veicolando una quantità di significati simbolici e metaforici di incredibile rilevanza, secondi per diffusione e importanza forse solamente a quelli dei quattro elementi naturali. La mela -malum, mali in latinoincarna in primo luogo l ambivalenza fra bene e male, che sta alla base della vita dell uomo tanto quanto l alternanza fra il giorno e la notte. Il lemma latino stesso, in un affascinante dicotomia fra oggettualità e simbolo, indica nel medesimo tempo la mela e il male. Il passo più celebre della Genesi narra del cosiddetto peccato originale, commesso disobbedendo al comando divino che imponeva ad Adamo ed Eva di tenersi lontani dall albero della conoscenza del bene e del male, unica pianta del Paradiso Terrestre, insieme all albero della vita, dei frutti del quale i due progenitori non avrebbero dovuto cibarsi. L atto di hybris della donna, che si lascia sedurre dal maligno serpente, mangiando e offrendo il boccone ad Adamo, causa la cacciata e l inizio delle fatiche della sopravvivenza per la stirpe umana. Nel testo biblico non è precisato di che albero si tratti: tutto lascerebbe però pensare ad un fico, dal momento che Adamo ed Eva, avendo scoperto le vergogne della nudità, si coprono con una foglia presa da questa pianta. Nelle traduzioni latine è invece invalso l abbinamento con il melo, proprio in virtù della coincidenza semantica poco sopra ricordata con il male, e così in tutta l iconografia cristiana la mela diviene il frutto nel quale viene affondato il morso peccaminoso che condanna l umanità alle sofferenze della vita nel mondo e della morte. L argomento è denso di rimandi (si pensi ad esempio all abbinamento iconografico del Cristo e della Vergine con la mela, molto diffuso nelle chiese delle vallate alpine, che riscatta l immagine veterotestamentaria del frutto, rendendolo simbolo di salvezza e di redenzione dal peccato originale), ma per evitare di allontanarci troppo dal torsolo (mi sia concesso il gioco di parole) della mostra in oggetto, eviteremo di proporre uno sterile elenco delle attestazioni bibliche, mitologiche e letterarie della mela, rinviando alla copiosa bibliografia, di cui in calce al testo riportiamo una breve sintesi. Non possiamo però esimerci dal fornire indizi per altre chiavi di lettura della mela come simbolo, anche per la densità d uso di queste nelle opere esposte in mostra. Nella mitologia greca, come in quella dei popoli celtici, germanici, scandinavi, i riferimenti al nostro frutto sono copiosi: le mele sono spesso un tesoro da proteggere gelosamente, custodito in un giardino inaccessibile, dove è ammesso l ingresso solamente di chi abbia i titoli per ambire all immortalità, che l ingestione del pomo riesce a donare. È questo il caso del giardino delle Esperidi, sulle pendici del monte Atlante, dove crescevano le mele d oro che solo Ercole riuscì a rubare, nonché dell isola di Avalon (dal bretone, letteralmente, Isola delle mele), sorvegliata da Morgana con altre nove fate, rifugio degli eroi defunti, dove riposa re Artù. Ma la mela non rappresenta solo immortalità e morte, lotta fra il bene e il male e ambivalenza del destino umano: è anche, e soprattutto, sensualità e carnalità. Il pomo della 16 17
10 rinascimentale di Casa de Gentili, cuore della valle di Non, apre inoltre nuovi scenari e costituisce per gli artisti che partecipano alla rassegna un ulteriore elemento di riflessione di cui è stato necessario tenere conto. La valle di Non, infatti, risulta essere naturalmente disposta come nessun altro territorio alla coltivazione della mela, resa famosa in tutto il mondo dalle caratteristiche organolettiche che solo nel microclima locale riesce ad assumere. Una vocazione antichissima: se sconfina nella leggenda la credenza che risalga addirittura all epoca romana l inizio della coltivazione delle mele in loco, certi sono i numerosi riferimenti a questa coltura nelle Carte di regola a partire dal XVI secolo. Le mele nonese erano inoltre una leccornia che veniva esportata fin nella capitale imperiale di Vienna già nell Ottocento. Una mela di elevatissima qualità, che ha saputo essere interpretata nella società contemporanea come costruttrice di economie e di benessere, per la popolazione locale e per i consumatori; e nella contemporaneità la mela ha saputo rinnovare la propria immagine, legandola alla rivoluzione musicale (la casa discografica fondata dai Beatles nel 1968, Apple Corps), sociale (New York come The Big Apple) e informatica (la celebre mela morsicata dell azienda costituita da Steve Jobs), non perdendo il proprio fascino nemmeno nei confronti di quelle generazioni di artisti che, protagonisti della stagione delle avanguardie, hanno visto cadere il mito della figurazione intesa come mimesis, ovvero imitazione della natura. Celeberrime sono le mele di Paul Cezanne, descritte in senso plastico; tale tematica fu a lui tanto cara da essere ripetuta in maniera quasi maniacale, come la montagna di Sainte Victoire. (A titolo di curiosità segnaliamo che Woody Allen, all interno di un celebre monologo del film Manhattan, cita Le incredibili mele dipinte da Cezanne come una delle cose per le quali valga la pena vivere). Nemmeno i Surrealisti, con la loro carica dissacratoria, sfuggono al fascino della mela. René Magritte, in particolare, la presenta sotto vari sembianze: pietrificata, gigantesca tanto da riempire una stanza, incombente, volante, sovrapposta al volto di una persona (o, forse, surrealisticamente, si tratta proprio di una mela-persona) e infine accompagnata dalla scritta Ceci n est pas une pomme (Questa non è una mela), motivo ricorrente dell arte di Magritte. Gli artisti aderenti alla FIDA che hanno accettato la sfida di cimentarsi con questa espodiscordia è una mela d oro, lanciata sul banchetto nuziale di Peleo e Teti da Eris, dea del conflitto, per vendicarsi del mancato invito alla festa. Sul pomo campeggiava la frase Alla più bella, motivo scatenante una lite furibonda fra Era, regina degli dei, Afrodite, dea della bellezza, e Atena, figlia di Zeus, ognuna delle quali la reclamava per sé. A Paride venne affidata l incombenza di un giudizio che nemmeno Zeus in persona si era sentito di emettere. Il finale fu tragico con Paride che favorì Afrodite, che lo ringraziò concedendogli l amore della più bella fra le mortali, Elena moglie di re Menelao: quanto bastava per scatenare la guerra di Troia. La mela è voluttuosa, profumata e nelle forme sinuose e nella pelle liscia richiama la carnalità del corpo femminile. Ecco perché viene celata in un giardino segreto e perché occorrono delle prove per accedere al suo cospetto e potersene cibare. La metafora sessuale è talmente esplicita che in molte lingue, soprattutto nelle aree francofone, l approccio amoroso viene definito mediante l uso di termini che rimandano al cibarsi della mela. Sul medesimo doppio senso è costruita la fiaba di Biancaneve (Schneewittchen), che offre un racconto legato al passaggio dalla pubertà alla maturità sessuale. La mela è il tramite allegorico che rivela i nascenti desideri amorosi della ragazza, la quale è però ancora troppo giovane e dovrà prima congedarsi dall adolescenza tramite una morte metaforica dalla quale verrà svegliata dal principe azzurro. Accanto all amor profano, quello sacro del Cantico dei Cantici, dove lo sposo si strugge per il profumo del respiro dell amata, che odora di mela. Infine, non credendo in alcun modo di esaurire l argomento, citiamo la mela come simbolo di potere: per la sua gonfia rotondità, essa era associata all orbe terrestre: fra le insegne del potere imperiale nel periodo medievale troviamo così il pomum aureum o Reichsapfel (letteralmente, mela imperiale). Mela è dunque bene, male, morte, vita, amore, potere. La contestualizzazione di tutti questi rimandi di antica origine e di elevatissimo lignaggio nella realtà contemporanea è complessa; la mela non ha infatti diminuito il proprio fascino magnetico. La collocazione della mostra odierna, ospitata presso il meraviglioso palazzo 18 19
11 sizione, nella maggior parte dei casi producendo un opera inedita, si sono misurati con una prova complessa e avvincente. Alla difficoltà data dal retaggio culturale e iconografico, va aggiunta la tematica della metamorfosi, suggerita dal gioco di parole che offre il titolo all esposizione, che rimanda ad una trasfigurazione, ad un cambiamento ulteriore, non solo sul piano del significato, ma anche su quello del significante, con la mela che diventa altro: non più frutto, non più metafora o allusione, talvolta nemmeno più oggetto, la mela si fa icona, idea, feticcio. Stefano Benedetti trasforma i vetri danzanti e tintinnanti di un suo recente video in mele, cristallizzandone la superficie e facendole muovere come vitree ballerine. L opera di Linnet Betta, nel campo dell astrazione, rimanda grazie a sensazioni coloristiche, che scaturiscono dall epidermide della superficie pittorica, al tema della mela. Matteo Boato inserisce le mele all interno del ciclo delle mani, soggetto che caratterizza la sua ricerca più recente: l intreccio è riuscito e significativo, tanto da essere capace di evocare, con ferma leggerezza, la tematica della raccolta delle mele e della durezza del lavoro dell uomo per portare alle nostre mense un frutto che, nella mitologia antica, cresceva invece naturalmente rigoglioso, senza bisogno dell intervento antropico. Diego Bridi posa una mela, quasi fosse un elemento disturbatore, all interno delle variopinte masse architettoniche che connotano le sue oniriche vedute urbane. Alessia Carli, in arte feeela, propone un opera contenente un chiaro richiamo alla tematica della maternità e un nudo femminile che suggerisce un corrispondenza cromatica con una delle più celebri varietà, la Stark Delicious. Anna Caser espone un collage e una stampa su alluminio che rimanda a una delle tematiche sopra citate, quella dell analogia fra corpo femminile e mela. Roberto Codroico porta alla nostra attenzione due fotografie del 1970, dove predomina l aspetto gestuale e quasi dissacratorio del gettare della vernice sopra una cassa contenente delle mele perfettamente mature: insieme un gesto artistico che consente di eternarle e una violenza atta a distruggerle. Se Doris Cologna propone una visione splendidamente classica del frutto, inserendosi nella tradizione delle nature morte di frutta che tanto successo ebbero fin dal tardo Cinquecento, Nadia Cultrera offre allo spettatore un opera di elevatissima intensità erotica, indugiando su un corpo fem- minile che si mostra vulnerabile e inarrivabile insieme. Fabrizia Dalpiaz ed Enrico Farina giocano sulla scomposizione e ricomposizione della mela, forse alludendo al sezionamento e alla sbucciatura, ponendo in primo piano la struttura interna del frutto. Espliciti sono i rimandi letterari contenuti nelle opere di Mirta De Simoni Lasta: ci colpisce in particolare la modalità di trattazione della tematica del giardino delle Esperidi, attualizzata e concentrata sull aspetto psicologico delle guardiane del giardino, che dopo aver subito il furto delle mele d oro, attendono il triste destino che le condannerà alla mutazione in un pioppo, un salice e un cipresso. Osservando le variopinte mele, esplicitamente pop, di Alessandro Goio ci vengono in mente le migliori prove di Mario Schifano; in netta contrapposizione cromatica con queste opere, ecco invece la tenue visione ad acquarello di Graziella Gremes. Le mele di Mauro Larcher sono contaminate da un impeto gestuale che ne corrode la forma. Lorenzo Menguzzato, in arte LOME, è l unico ad avere l ardire di proporre un oggetto d uso, per quanto elevato alla dignità di pezzo d arte, ovvero una fruttiera in vetro dipinto; interessante risulta l accostamento con la scultura in ferro, contrasto cromatico e tattile che fa risaltare la capacità dell artista di maneggiare tecniche così distanti fra loro. Bruno Lucchi espone una giunonica Eva a tutto tondo e un trittico a bassorilievo di impronta concettuale, dove la parola scritta fa da contraltare al gioco cromatico delle superfici. L indagine naturalistica condotta da Luciano Olzer utilizzando lo strumento fotografico sorprende per il nitore della visione della foglia di melo e del frutto ripreso attraverso la lente deformante dell acqua. L opera di Aldo Pancheri, in coerenza con il percorso artistico che lo ha reso artista di fama nazionale, riesce a trovare un interessante punto di equilibrio fra l astrazione geometrica degli sfondi scuri, su cui si stagliano rettangoli di colori, e la figurazione, che trova spazio all interno di alcune di queste figure geometriche: la tematica viene affrontata accostando immagini di mele a quelle di corpi femminili, riprendendo quel parallelismo che, come abbiamo sottolineato, da sempre ricorre nell arte e nella letteratura. Anche per Roberto Piazza il dualismo mela-donna viene reso esplicito dalla presenza del corpo nudo in una delle opere esposte, mentre nell altra prevale la natura selvaggia e la figura di un volatile che si avvicina predatorio a una mela per assaporarne la polpa. Gentile Polo si sofferma 20 21
12 su un aspetto molto sentito dalle genti della valle di Non, ovvero la raccolta delle mele, riportando alla memoria, anche grazie a una tecnica divisionista di grande effetto, antiche consuetudini di raccolta, ormai superate dalla tecnologia. Franco Ricci, pur non abdicando alla ricerca astrattista-costruttivista che ne caratterizza la poetica, riesce a caratterizzare i propri lavori, evocando sensazioni autunnali grazie ad accostamenti cromatici tanto riusciti da rendere non necessario il ricorso alle didascalie. Renato Sclaunich espone due opere di grafica dove nasconde, sotto un velo di ironia, riferimenti puntuali al mondo della letteratura e della musica classica. Se Silvana Todesco gioca con la sensualità della mela, Paolo Tomio ci offre invece una visione lisergica del frutto, intrappolato in una dimensione digitale che lo ha reso un globo di dimensioni, consistenza e colore sempre uguali, tanto da essere replicabile all infinito, non adatto ad una mensa umana, ma degno delle attenzioni di una divinità cibernetica. Pietro Verdini approfitta della tematica proposta per regalarci un saggio della sua capacità di evocare le atmosfere di anni ormai passati, caratterizzate da un mondo contadino fiero e semplice, geloso delle proprie tradizioni e orgoglioso delle cose fatte bene, che sapeva ancora gioire per il rinvenimento nel frutteto di una mela di dimensioni superiori alla media. Chiude la rassegna Paolo Vivian, che contamina la geometria delle forme rigidamente geometriche dei cubi lignei con la leggerezza e la freschezza di colori ispirati a mele di volta in volta tagliate, morsicate, semplicemente osservate. R. FESTI, a cura di, Le mele nell arte di Paolo Vallorz e Luciano Zanoni, catalogo della mostra di Trento (Palazzo Roccabruna, 2 dicembre gennaio 2006), Stampalith, Trento M. TOMASI, a cura di, Passione di mela. Percorsi artistici da Eva al microchip, catalogo della mostra di Don, Revò, Romeno, Sarnonico (11 luglio - 19 settembre 2004), Cromopress, Trento M. VESCOVO, a cura di, L arte, le mele, il Trentino, catalogo della mostra di Roma (Vittoriano, Museo del Risorgimento, 2-18 ottobre 1998), Selegrafica 80, Roma Bibliografia: AA.VV., La Pomme. Historie, symbolique e cusine, I. G. Domingo, Barcellona E. BALDINI, a cura di, Frutti da Museo. Arte e Scienza al servizio di Pomona, catalogo della mostra di Bologna (Accademia Nazionale di Agricoltura, 12 aprile - 12 maggio 2007), Biblioteca Universitaria, Bologna M. BORZONE, a cura di, Melart, catalogo della mostra di Firenze (Galleria Aglaia, maggio 1992), Grafiche Lunesi, Sarzana (Sp)
13 OPERE DEGLI ARTISTI Stefano Benedetti Linnet Betta Matteo Boato Diego Bridi Alessia Carli Feeela Anna Caser Roberto Codroico Doris Cologna Nadia Cultrera Fabrizia Dalpiaz Mirta De Simoni Lasta Enrico Farina Alessandro Goio Graziella Gremes Mauro Larcher Lome, Lorenzo Menguzzato Bruno Lucchi Luciano Olzer Aldo Pancheri Roberto Piazza Gentile Polo Franco Ricci Renato Sclaunich Silvana Todesco Paolo Tomio Pietro Verdini Paolo Vivian pag
14 Stefano Benedetti 26 MELAMORPH1, 2013, frame digital Art 3D su canvas e acrilico, 20x30 cm MELAMORPH2, 2013, frame digital Art 3D su canvas e acrilico, 30x20 cm 27
15 Linnet Betta 28 BUCCE DI MELA, 2013, tempera acrilica, 50x50 cm IL CUORE ROSSO DELLE MELE, 2013, tempera acrilica, 50x50 cm 29
16 Matteo Boato 30 MELAMORFOSI (1), 2013, pastelli ad olio su carta - collage, dittico 140x70 cm MELAMORFOSI (2), 2013, pastelli ad olio su carta - collage, dittico 140x70 cm 31
17 Diego Bridi 32 PURE LA FOGLIA HA LAVORATO, 2013, olio su tela, 30x42 cm SOLO UNA..MA, 2013, olio si tela, 30x42 cm 33
18 Alessia Carli Feeela 34 RED NUDE, 2011, olio su tela, 120x60 EVA DEL MONDO, 2007, olio su tela, 100x60 cm 35
19 Anna Caser 36 MELAMORFOSI 1, 2013, lambda print su alluminio edizione unica, 30x150 cm MELAMORFOSI 2, 2013, collage, 70x50 cm 37
20 Roberto Codroico 38 METAMORFOSI 1, fotografia, 1970, cm 50x70 METAMORFOSI 2, fotografia, 1970, cm 50x70 39
21 Doris Cologna 40 MELAMORFOSI 2, 2013, composizione,tecnica mnista, 160x100 cm MELAMORFOSI1, 2013, composizione tecnica mista, 130x100 cm 41
22 Nadia Cultrera 42 ORIGINI, 2013, tecnica mista su tela, 60x60 cm TENTAZIONI, 2013, tecnica mista su tela, 70x70 cm 43
23 Fabrizia Dalpiaz 44 PUZZLE, 2013, acrilico su tela, 80x80 cm SENZA TITOLO, 2013, acrilico su tela e piano in legno, 100x114 cm 45
24 Mirta De Simoni Lasta 46 ADAM S APPLE, 2013, acrilico e foglia d oro su tela su tavola, 148x55 cm ESPERIDI, 2013, acrilico su tela, 120x90 cm 47
25 Enrico Farina 48 MELAMATERIKA, 2013, tecnica mista, H. 60 diametro medio 40 cm MELAMATERIKA, 2013, tecnica mista, H. 60 diametro medio 40 cm 49
26 Alessandro Goio 50 MELE PATRIOTTICHE, 2013, acrilico su tela, 50x50 cm TRE PER DUE, 2013, acrilico su tela, 50x50 cm 51
27 Graziella Gremes 52 SINTONIA, 2013, acquerello e matita su carta, 40x40 cm ESPLOSIONE, 2013, acquerello e matita su carta, 40x45 cm 53
28 Mauro Larcher 54 POMICOTI, 2013, tecnica mista su cartone riciclato, 160x50 cm LUNA DI MELE, 2013, tecnica mista e collage su tela, 100x50 cm 55
29 Lome, Lorenzo Menguzzato 56 FRUTTIERA DEL SOLE, piatto in vetrofusione e mele, diam. 50 cm MELAGODO, scultura in ferro, H 50 cm 57
30 Bruno Lucchi 58 IO MELA MANGIO, 2013, semirefrattario in monocottura con ossidi, 3 formelle 59x30 cm EVA, 2013, semirefrattario patinato acrilico e olio, 108,5 cm 59
31 Luciano Olzer 60 FOIE DE POMAR, 2013, foto su forex, 75x75 cm ME_LA VERDE, 2013, foto su forex, 75x75 cm 61
32 Aldo Pancheri 62 ALLE RADICI DEL CUORE, 2013, Tecnica mista su tavola, 60x60 cm MONDI CONDIVISI, 2013, Tecnica mista su tavola, 60x60 cm 63
33 Roberto Piazza 64 MELA-NCOLIA, 2013, stampa calcografica monotipo intelaiata - puntasecca - acrilico, 80x70 cm COGLI LA PRIMA MELA, 2013, stampa calcografica monotipo intelaiata-xilografia-acrilico, 80x70 cm 65
34 Gentile Polo 66 IL RACCOGLITORE DI MELE, 2013, acrilico -epossidico, 72x60 cm I PRODOTTI DELLA TERRA - LA MELA REGINA, 2013, acrilico-epossidico, scagliola, foglia d oro, 72x63 cm 67
35 Franco Ricci 68 NATURA STRUTTURATA, 2013, assemblage su masonite, 50x50 cm COLORE DELL AUTUNNO, 2013, tempera su cartoncino, 30x30 cm 69
36 Renato Sclaunich 70 MELA MUSICALE, 2013, tecnica mista, 100x70 cm WAITING GODOT, 2013, tecnica mista, 100x70 cm 71
37 Silvana Todesco 72 CHE VUOL DIR MELA?, 2013, tecnica mista su tela, 80x80 cm EDEN, (melamangio), 2013, tecnica mista su tela, 100x100 cm 73
38 Paolo Tomio 74 THE GREEN GREEN APPLES OF HOME, 2013, fine art su plexiglass, 75x75 cm I FRUTTI PROIBITI, 2013, fine art su plexiglass, 75x75 cm 75
39 Pietro Verdini 76 VARDA CHE POMI NA VOLTA, 2013, sanguigna su tavola di legno, 130x77 cm LA POMONA, 2013, sanguigna su tavola di legno, cm 130x77 cm 77
40 Paolo Vivian 78 MELA 12, 2013, installazione di cubi in legno lavorato e dipinto, cad. 12x12 cm MELA 12, 2013, installazione di cubi in legno lavorato e dipinto, cad. 12x12 cm 79
41 BIOGRAFIE DEGLI ARTISTI 80 81
42 STEFANO BENEDETTI Nato a Trento nel 1962; dopo gli studi scientifici ed i corsi per operatore delle comunicazioni visive e tecnico dell audiovisivo e dell immagine computerizzata comincia la propria attività come grafico pubblicitario. Dal 1996 l attività prosegue come ditta individuale nel settore tecnico, modellazione tridimensionale, rendering statico e dinamico, settore artistico e multimediale, realizzando ricostruzioni storico-architettoniche, videografica per filmati, punti informativi, allestimenti museali multimediali. Via Endici, 26 - Trento Tel beneste@tin.it LINNET BETTA Linnet Betta nasce in India il 3 giugno 1982 e vive a Trento dal Dopo aver conseguito la maturità presso l Istituto d Arte A. Vittoria di Trento nel giugno 2002, si è diplomata in Pittura presso l Accademia di Belle Arti di Venezia nel marzo Dal 2003 partecipa a varie manifestazioni artistiche collettive e personali, nelle quali non ha smesso di esprimere le sue origini orientali. I suoi colori prendono forma e movimento sulla superficie della tela, quasi volessero vibrare e suggerire all osservatore qualcosa di misterioso ed inafferrabile. Via Milano, Trento Cell: 349/ fiorellinnet@yahoo.it DIEGO BRIDI Pittore autodidatta trentino, nasce a Gardolo il 3 settembre 1944.Diego Bridi da sempre riconosce la sua arte come dono, attitudine innata della quale essere profondamente grato. Innumerevoli sono stati gli impegni che negli anni lo hanno visto protagonista di mostre collettive e personali, sia in Italia sia all estero, dove la sua pittura solare e onirica ha incontrato l ammirazione sia della gente comune sia della critica, ripagandolo della costanza e della serietà con cui ama dipingere. Via S. Vito Cognola (TN) Tel info@diegobridi.it ALESSIA CARLI Trento, 1976, Laurea in Sociologia (Tn), MSc in Group Processes and Intergroup Relations (Canterbury-Kent Uk). Alessia è capovolta, vive e dipinge a testa in giù. Dal 2006 espone in numerose personali e collettive, organizza eventi e collabora con numerosi artisti. La sua ricerca artistica è incentrata sul concetto di rovesciamento. Attraverso la messinscena del suo mondo capovolto e la costante rappresentazione di se stessa interpreta la contemporaneità coniugando la forza potente ed estetica delle femminilità con le aspettative legate ai ruoli, la vulnerabilità e la naturalità degli eventi umani. Via Tiberio Claudio, Cles Tel carli.alessia@libero.it MATTEO BOATO Si diploma nel 1992 in chitarra classica. Nel 1997 si laurea in ingegneria civile. Nel 1998 consegue il diploma di architettura bioecologica (HSA di Torino). Nel 2001 ha scelto la via della pittura. Ha esposto in tutta Italia e all estero: Barcelona (S), Belfast (GB), Berlin (D), Bruxelles (B), Dresden (D), Edinburgh (GB), Fukuoka (J), Gabala (AZ), Glasgow (GB), Groeningen (NL), Hakone (J), Lisboa (P), London (GB), Lausanne (CH), Minamiashigara (J), Munchen (D), Odawara (J), Paris (F), Sevilla (S), Sonthoven (D), St. Andrews (GB), Tarragona (S). via Gabbiolo, Trento Tel E mail: matteoboato@gmail.com ANNA CASER Opera nel campo delle arti figurative dal 1960 con mostre personali e collettive in Europa, America, Canada, Emirati Arabi, ricevendo segnalazioni e premi. Nel 2003 e 2011 è stata invitata per una personale al Museo Italoamericano di S.Francisco. E presente al Museo di Arte Contemporanea Dino Formaggio di Teolo, al Palazzo della Regione di Milano, all ITC di Monaco, al Museo Italoamericano di S. Francisco. Dal 2009 è presidente e D.A. del Centro culturale la Firma di Riva del Garda. via Badile VERONA (VR) Tel Cell: anna.caser@fastwebnet.it sito:
43 ROBERTO CODROICO Roberto Codroico, architetto, docente universitario a contratto, autore di numerosi saggi di storia dell arte e di alcuni importanti restauri sui monumenti di Trento; sin dagli anni giovanili si è dedicato alla pittura, passando dal figurativo all astratto attraverso sperimentazioni alle quali non sono state estranee la diretta conoscenza con Hans Richter, Vlado Kristel, Kurt Kren, Otto Muehl, Alberto Mastroiani, Luciano Baldessari, Robert Scherer e altri importanti artisti contemporanei. Via San Giovanni, Trento (Italia) Tel codroico@aliceposta.it FABRIZIA DALPIAZ nasce a Trento. Chitarrista, insegnante e concertista si avvicina alla pittura per esprimere le proprie emozioni oltre che con i suoni, anche con i colori. I suoi dipinti, fatti di luci e ombre, di colori e trasparenze, di spazi e movimenti, ci mostrano anche una profondità che ci lascia liberi di spaziare oltre la tela. Via Endrici Trento cell chitfabry@tin.it sito: DORIS COLOGNA Doris Cologna è diplomata all istituto d Arte A.Vittoria di Trento. La ricerca e la sperimentazione sono parte vitale dell artista che si specializza seguendo corsi nelle città Italiane più importanti. Opera nel suo laboratorio a Cles, sa esprimersi in tutte le tecniche e con molti linguaggi tra cui anche il canto soprano a Soundscape e la Multimedialità d Avanguardia. Diverse le esposizioni: 1995 Vince il concorso Il Palazzo Immaginato Brentonico (Tn), 2011 Vince il concorso Comune di Zambana Ex Colonia Santel Zambana (Tn) Via G.B.Lampi, 6f Cles Tel 347/ doriscologna@gmail.com MIRTA DE SIMONI LASTA Nasce a Cles, vive ed ha lo studio a Volano (TN). Ha frequentato corsi all Accademia Internazionale di Salisburgo con gli artisti cinesi Zhou Brothers e partecipato ad artist residence alla Kunstlerhaus di Salisburgo. E Accademico di merito dell Accademia de i 500 di Roma. Dal 1975 ha esposto oltre 50 personali e numerosissime collettive in Italia, Europa, New York, Philadelphia, Greenville (North Carolina), Singapore e Sharjah (U.A.E ). Via Trento, Volano Tel Tel mirtadesimoni@gmail.com NADIA CULTRERA Nata a Trento nel 1974, inizia da giovanissima per vocazione naturale ad accostarsi alle arti figurative. La sua pittura è materica e monocromatica; una pittura progressive pensata e voluta essenzialmente per liberare il corpo attraverso la mente. I soggetti preferiti sono la figura femminile, nudi parzialmente svelati e volti assorti aggiornati con tecniche moderne come il dripping, ravvivati da decise macchie di colore al limite dell espressionismo astratto. Bosentino (TN) nadia.cultrera@alice.it sito: ENRICO FARINA Nato nel 1943, artista e architetto di Bolzano. Dopo le esperienze giovanili, con mostre sporadiche, dall anno 2000 si è occupato dell arte pittorica con un impegno crescente. E stato, per anni, socio dell Associazione Artisti della Provincia di Bolzano e dal 2013 è regolarmente iscritto alla FIDA di Trento. Oltre a diverse mostre personali ha partecipato a numerosi eventi espositivi anche fuori regione. Dall espressione figurativa è passato gradualmente a rappresentazioni astratte e nelle ultime opere sta indagando, creativamente, nel rapporto colore - materia. Tel ekyart@gmail.com 84 85
44 ALESSANDRO GOIO Passa i primi anni di vita, in totale libertà, a Smarano in Val di Non dove è nato. Si interessa presto alle arti figurative frequentando corsi di disegno pittura e scultura con i proff. M. Fracalossi e R. Rossi. Si dedica con discontinuità alle arti figurative fino alla laurea in architettura, quando ritorna alla pittura con maggior impegno e convinzione. Si presenta al pubblico per la prima volta a Trento a Palazzo Pretorio nel 1977 e da allora si ripropone costantemente in mostre personali e collettive. Via Alle Porte, Trento Tel 0461/ info@alessandrogoio.it GRAZIELLA GREMES Nata a Levico nel Formazione autodidatta partendo da varie sperimentazioni per giungere a prediligere la tecnica dell acquarello. Partecipa a corsi di acquarello, grafica e lavorazione artistica del rame. Frequenta circoli culturali in Germania, nella Baviera e nel Brandeburgo partecipando ad incontri in pleinair di pittura e grafica. Esposizioni collettive e personali in Italia, Germania ed in Polonia. Fraz. Brenta, 4 - Caldonazzo (Trento) Tel 0461/ graz.gremes@alice.it LOME - LORENZO MENGUZZATO Nato a Trento nel Ha frequentato nel 1983 a Venezia la Scuola Internazionale di Grafica con Riccardo Licata. Si è diplomato all Accademia di Belle Arti di Venezia, ha realizzato oltre 150 mostre in Italia e all estero, ha realizzato diversi libri/oggetto con L.Serravalli e A.Merini, dal 2003 è curatore del Bosco dei Poeti a Dolcè. Nel 2005 ha vinto il Premio Telecom Contagiare Bellezza e il Premio Morando. Nel 2011 ha curato per la FAO a Roma la mostra Forest Magic Mountain Vicolo S. M. Maddalena, Trento Tel info@boscodeipoeti.it www. lomearte.it BRUNO LUCCHI Nato a nel 1951 Levico Terme dove vive e lavora. Ha iniziato ad esporre da professionista nel 1991 ed ha al suo attivo più di 180 mostre personali in musei, sedi pubbliche e prestigiose gallerie in Italia e all estero. La sua ricerca abbraccia materiali come il bronzo, il semire, la porcellana, l acciaio corten, e il mosaico. È autore di importanti opere pubbliche di grandi dimensioni, ben quattro navi della Costa Crociere solcano i mari con le opere dello scultore trentino. Via Marconi, Levico Terme (TN) Tel. +39 (0) studio Cel info@brunolucchi.it postmaster@pec.brunolucchi.it MAURO LARCHER Nasce a Ruffrè nel A 16 anni si trasferisce a Bolzano, frequenta la scuola grafica Athesia diventando grafico specializzato in stampa e fotografia. Il suo lavoro di grafico stampatore presso Mondadori lo tiene sempre a contatto diretto con carta e colori. Negli anni 80 diventa maestro di sci e la grande passione per la montagna e la neve sarà il tema ricorrente delle sue nove mostre personali, ultima delle quali, Sublimazioni, allestita a Palazzo Trentini nell agosto Espone inoltre in circa 70 collettive. Via G.B. Lampi, Cles (TN) Tel 347/ mauro.larcher@yahoo.it LUCIANO OLZER Luciano Olzer Levico Terme (TN) 15 settembre 1953, risiede e lavora a Pergine Valsugana (TN) Particolarmente interessato alla multimedialità, in particolare nel settore audio e video ha partecipato con opere proprie, performance, installazioni audio e video interattive in vari festival e locazioni particolari, come musei, castelli, teatri, grandi parchi, ecc. Ha collaborato in spettacoli teatrali, installazioni e performance con artisti locali e stranieri. come video maker, live electronics e composizioni di brani elettronici. Via Marconi n Pergine Valsugana 86 Tel Tel olzerluciano@trentino.net 87
45 ALDO PANCHERI Nato a Trento nel 1940, diplomatosi all Istituto d Arte di Trento, si diploma nel 1962 all Accademia di Belle Arti di Bologna, alla Scuola di Virgilio Guidi. Negli anni 70 si stabilisce definitivamente a Milano ed entra in amicizia con l architetto Luciano Baldessari, artista di fama internazionale, prodigo di consigli e maestro di vita. Numerose le esposizioni in Italia e all estero con importanti contributi critici. Fra le molte altre sedi pubbliche, sue opere si trovano presso la Raccolta Bertarelli, Civici Musei del Castello Sforzesco di Milano, Museo d Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, MART. Via Panfilo Castaldi, Milano Tel aldopancheri@yahoo.it ROBERTO PIAZZA Nasce nel 1950 a Camisano (VI).ha vissuto a Marmirolo (MN) fino al 1972, risiede ed opera, da allora, Pranzo di Tenno nell Alto Garda trentino. Inizia la sua attività espositiva nel 1970, rivolgendo la sua ricerca in particolare ma non solo alla calcografia tanto da farne il suo più distintivo tramite di espressione. Ricerca che continua tuttora. Si dedica ora anche alla scultura lignea. Le sue opere, figurazioni di singolare accento metafisico, sono state presentate in numerose manifestazioni, personali e collettive nazionali ed europee. Via di val, 20 loc. Pranzo Tenno tel cell robertpiazzainc@libero.it FRANCO RICCI Nato a Genova nel 1930, si diploma al Liceo Artistico nel Negli anni successivi frequenta il corso di laurea in Architettura presso il Politecnico di Milano. Nel 1960 si trasferisce in questa città. Si occupa di grafica pubblicitaria, esegue lavori di arredamento, di disegno industriale, di disegni di tessuti di alta moda e per arredamento. Nel 1963 soggiorna in Brasile dove conosce Niemeyer. Ottiene un premio al XlI Salons Pauliste d Arte Moderna. Nel 1968 dirige l Ufficio Pubblicità di una grande azienda IRI-Finmeccanica. Ottiene premi a concorsi nazionali ed internazionali. Dal 1970 si dedica esclusivamente alla pittura. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private in Italia e all Estero. RENATO SCLAUNICH Nato a Gorizia nel 1967, è originario di Villesse, dal 1996 vive a Bolzano e altrove. Poeta, poeta visivo, musicista. E laureato in Pedagogia e diplomato in Musicoterapia. Ha conseguito un master in Clinica della Formazione e una Masterclas in regia teatrale secondo il metodo Stanislavskij. Nel 1988 è uno dei vincitori del Premio Internazionale di poesia I giovani incontrano l Europa. Dal 1989 al 1996 frequenta l Università di Padova. Viene segnalato al Genova International Poetry Festival, presieduto da E. Sanguinetti che alla Biennale di Venezia - Isola della Poesia curata da Marco Nereo Rotelli Via Nicolò Rasmo, Bolzano Cell. 328/ re.snich@libero.it GENTILE POLO Nasce a Mezzolombardo nel 1954, consegue il diploma di maturità in decorazione pittorica, nel 1976 Svolge l attività lavorativa nel campo della decorazione... In qualità di titolare di impresa partecipa all attività sindacale nell l Associazione Artigiani della PAT,e viene coinvolto nella costruzione dei tragitti formativi per i nuovi corsi di formazione professionale dove in seguito si impegnerà come docente.inizia ad esporre i suoi lavori dal 2007 con una prima personale, partecipa a mostre e performance in vari posti diversi: al Circolo Ufficiali a Trieste, Trento ed altre zone SILVANA TODESCO Si laurea nel 1979 in architettura a Venezia. Insegna presso scuole medie ed esercita la libera professione frequentando anche assiduamente corsi di pittura a olio, acquerello,tecniche antiche e tornio per la ceramica. Da sempre incuriosita e affascinata dal maschile/femminile, cerca di trasferire sulla tela le sue emozioni. Dal 2007 si dedica esclusivamente all arte. Espone in personali in Trentino e Veneto, in Fiere d Arte Nazionali ed Internazionali e numerose collettive. Partecipa a rassegne d arte, tra cui Luce-Colore-Anima, libri di poesie ( Senza Difese -Valentina Carloni) e 88 del Trentino ed in Austria Via Cembra 36/ Lavis Tel adr.polo54@gmail.com partecipa con libri oggetto e libri virtuali. Tel: info@silvanatodesco.it 89
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