LE ENERGIE RINNOVABILI A BIOMASSE AGROFORESTALI
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1 LE ENERGIE RINNOVABILI A BIOMASSE AGROFORESTALI di Francesco Zecca * Uno degli obiettivi specifici dell azionechiave di ricerca relativamente all ecosistema rurale, forestale e montano portata avanti dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali è costituito dalla messa a punto di tecniche in grado di ottimizzare i processi di produzione, trasformazione e conversione delle biomasse in termini economici energetici ed ambientali. In questo quadro è stato approvato il Programma nazionale biocombustibili ( Probio ) con il quale si contribuisce alla realizzazione degli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto e la cui applicazione impegna il Governo italiano ad una politica atta a soddisfare le esigenze energetiche attraverso l incremento dell apporto da parte di fonti rinnovabili. One of the specific objectives of the key action of the research on the rural, mountain and forest ecosystem brought forth by the Minister for agricultural and forest policy is constituted by the improvement of those techniques able to optimise production processes, the transformation and conservation of bio-masses in economical, environmental and energetic terms. In this perspective a national programme related to biological fuel ( Probio ) with which there is an active contribution to the objectives delineated by the Kyoto Protocol and whose application forces the Italian government to a policy apt to satisfy energetic requirements through the increment of the contribution through renewable sources has been approved. Aseguito dell applicazione del Protocollo di Kyoto, il Governo italiano è stato chiamato all attuazione di politiche atte a soddisfare parte delle esigenze energetiche della popo- * Dirigente POSR IV Ricerca e sperimentazione agraria - Direzione Generale Politiche Strutturali e Sviluppo Rurale - Dipartimento della qualità dei prodotti agroalimentare e dei servizi del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali 143
2 144 lazione attraverso l incremento dell apporto da parte di fonti rinnovabili la cui disponibilità è per definizione illimitata. L energia producibile attraverso l utilizzo di biomasse costituisce una quota parte importante di detto contributo. Il consumo d energia da fonti rinnovabili dovrebbe arrivare a rappresentare, entro il 2010, circa il 14% del totale nazionale, mentre le biomasse utilizzate dovrebbero ammontare a 8-10 Mtep/anno entro il Uno dei freni allo sviluppo del settore è rappresentato dal differenziale di costo esistente tra combustibili di origine fossile e di origine vegetale. L agricoltura rappresenta la fonte principale in termini di produttività sia per quanto riguarda l utilizzazione di residui sia per quanto concerne la produzione degli stessi. Il Ministero delle politiche agricole e forestali allo scopo di contribuire in modo significativo, quale protagonista istituzionale della problematica, alla realizzazione degli obiettivi sopra esposti, ha approvato il Programma nazionale biocombustibili ( Probio ) finanziandolo per un triennio a partire dall esercizio 1999, in coerenza con quanto contenuto sia nel Programma nazionale energia rinnovabile da biomasse (PNERB) del 24 giugno 1998, sia nel conseguente Programma nazionale per la valorizzazione delle biomasse agricole e forestali (PNVBAF) del 18 giugno La valenza programmatica di PNERB e PNVBAF assume importanza per effetto dei provvedimenti successivamente intrapresi in materia di energie rinnovabili e di energia da biomasse in particolare. L Amministrazione attraverso l attuazione del Probio ha dato luogo all implementazione d attività dimostrative e divulgative con forte caratterizzazione territoriale, portate avanti con l obiettivo di stimolare sia gli Enti locali che gli imprenditori agricoli ed industriali verso uno sviluppo dell uso energetico delle biomasse. Le tematiche prioritarie hanno riguardato i biocombustibili liquidi, derivati dagli oli vegetali e dalla fermentazione alcolica e i biocombustibili solidi. Nel 1999 sono stati finanziati nell ambito del Probio otto progetti di cui sei regionali e due interregionali; nel 2000 sono stati finanziati
3 ancora otto progetti, tutti regionali, mentre nel 2001, a fronte di 18 progetti presentati, sono stati finanziati cinque progetti di cui tre regionali e due interregionali. Come fatto notare nel rapporto sullo stato della bioenergia in Italia del 2001, prodotto dal gruppo di supporto bioenergia istituito presso il MIPAF, l aumentata partecipazione delle Regioni al Probio ha rappresentato di per sé un risultato corretto, dal quale però è discesa la necessità di mettere a punto una metodologia adeguata di valutazione delle proposte presentate. In linea generale occorre sottolineare come, soprattutto negli anni più recenti, le Amministrazioni regionali siano state sempre più protagoniste d azioni energetiche sul proprio territorio anche con iniziative autonome. La situazione si presenta diversamente articolata tra Regione e Regione per motivi d ordine economico, dimensionale e amministrativo che si riflettono nei diversi approcci nella pianificazione energeticoambientale. L attività di ricerca e sperimentazione sono stata promossa e finanziata anche attraverso l attivazione d iniziative specifiche quale ad esempio il progetto Prisca (Progetto ricerca sulle colture alternative) che aveva come obiettivo l identificazione e valutazione delle specie vegetali dotate di maggiore potenziale energetico. I risultati della ricerca hanno portato all individuazione di tre gruppi di specie su cui si è lavorato per il miglioramento genetico. La sperimentazione condotta nell ambito del progetto Tisen (Tecniche innovative sostenibili di produzione e trasformazione di colture energetiche e non food) di durata triennale finanziato dal MIPAF nel corso del 2001) ha dimostrato che è possibile contare a fini energetici su un discreto numero di ibridi di girasole ad alto contenuto oleico molto competitivi ed ha evidenziato l elevata potenzialità della colza nella misura in cui l offerta varietale consente di ottimizzare il collocamento della coltura in ciclo autunno-primaverile, con possibilità di valorizzare aree anche marginali con poche risorse idriche. È auspicabile un approfondimento di questi studi soprattutto in relazione alle interazioni pianta - terreno - acqua - aria delle specie indi- 145
4 viduate ed alla valutazione dei benefici in termini di dissesto idrogeologico. Complessivamente il progetto ha dimostrato che le colture energetiche non sono ancora economicamente competitive se confrontate con fonti energetiche di altra origine e che pertanto occorre: - aumentare le rese attraverso azioni mirate; - far partecipare la componente agricola alla fase di prima trasformazione del prodotto al fine di poter fruire di una quota parte del valore aggiunto prodotto; - sviluppare politiche d incentivo alla produzione. Il ricorso a biomasse dedicate derivanti da coltivazioni energetiche dipende pertanto da provvedimenti d incentivazione che possano favorirne la diffusione contenendo il costo di fornitura. Senza leggi d incentivazione il costo della biomassa agroforestale risulta generalmente troppo elevato per essere competitivo con altre opportunità di fornitura presenti sul mercato. 146 Stato dell arte Allo stato attuale la messa a punto di tecniche in grado di ottimizzare i processi di produzione, trasformazione e conversione delle biomasse in termini economici energetici ed ambientali rappresenta uno degli obiettivi specifici dell azione chiave di ricerca relativamente all ecosistema rurale, forestale e montano, portata avanti dal Ministero nell ambito della propria attività di programmazione. Al fine di finalizzare in modo concertato le diverse iniziative di ricerca è stata attivata una Commissione congiunta paritetica comune al Ministero delle Politiche Agricole e al Ministero dell ambiente. Obiettivo comune delle due istituzioni è quello di rendere più incisive le azioni intraprese attraverso : - l incremento delle risorse da dedicare a progetti di ricerca e sperimentazione di particolare interesse; - il miglioramento della qualità della ricerca e della sperimentazione; - la realizzazione di un Osservatorio nazionale sulle biomasse per l energia; - l ottimizzazione delle risorse destinate all impiego energetico delle
5 biomasse; - lo sviluppo di progetti pilota e dimostrativi. Al fine di dare attuazione alla direttiva comunitaria 2001/77 riguardante il percorso da attuare per incrementare il soddisfacimento del fabbisogno energetico con energia pulita il Governo ha emanato il decreto legislativo 387/2003 che all articolo 5 prevede disposizioni specifiche per la valorizzazione energetica delle biomasse. L art. 5 prevede l istituzione presso il MIPAF di una Commissione interministeriale supportata da esperti che predisponga un documento tecnico su tutti gli aspetti connessi alla valorizzazione energetica da biomasse da cui far scaturire idonei disposti legislativi. In particolare il documento tecnico riguarda i seguenti tematismi: a) distretti produttivi nei quali sono prodotti rifiuti e residui di lavorazione del legno non destinati rispettivamente ad attività di riciclo o riutilizzo, unitamente alle condizioni tecniche, economiche, normative ed organizzative, nonché alle modalità per la valorizzazione energetica di detti rifiuti e residui; b) condizioni tecniche, economiche, normative ed organizzative per la valorizzazione energetica degli scarti della manutenzione boschiva, delle aree verdi, delle alberature stradali e delle industrie agro alimentari; c) aree agricole, anche a rischio di dissesto idrogeologico e le aree golenali sulle quali è possibile intervenire mediante messa a dimora di colture da destinare a scopi energetici nonché le modalità e le condizioni tecniche, economiche, normative ed organizzative per l attuazione degli interventi; d) aree agricole nelle quali sono prodotti residui agricoli non destinati all attività di riutilizzo, unitamente alle condizioni tecniche, economiche, normative ed organizzative, nonché alle modalità per la valorizzazione energetica di detti residui; e) incrementi netti di produzione annua di biomassa utilizzabili a scopi energetici, ottenibili dalle aree da destinare, ai sensi della legge 1 giugno 2002, n. 120, all aumento degli assorbimenti di gas a effetto serra mediante attività forestali; f) criteri e modalità per la valorizzazione energetica dei gas residuati 147
6 dai processi di depurazione e del biogas, in particolare da attività zootecniche; g) condizioni per la promozione prioritaria degli impianti cogenerativi di potenza elettrica inferiore a 5MW; h) innovazioni tecnologiche eventualmente necessarie per l attuazione delle proposte di cui alle precedenti lettere. Attraverso le attività programmate il legislatore ha inteso perseguire i seguenti obiettivi: - individuazione dei siti idonei all implementazione della filiera energia con approvvigionamento di materia prima totalmente interno al processo produttivo; - individuazione delle colture energetiche adeguate ad ogni sito; - sviluppo della tipologie di impianto ottimali; - certificazione della filiera agricoltura - biomasse - energia; - individuazione delle migliori modalità di supporto e incentivo agli agricoltori. Allo scopo di promuovere la ricerca e la diffusione delle fonti rinnovabili il decreto prevede inoltre l attuazione di un accordo quinquennale di programma con l ENEA mirante a favorire lo sviluppo e l industrializzazione d impianti per la produzione di energia elettrica. Ciò al fine di arrivare a mettere a punto tecnologie competitive con livelli di efficienza accettabili. 148 Considerazioni conclusive Per quanto attiene alle condizioni tecniche, economiche, normative ed organizzative ai fini di una compiuta valorizzazione delle biomasse agroforestali appare prioritario il raggiungimento delle seguenti finalità: - fornire maggiori incentivi alle proposte accompagnate da un accordo di programma con le realtà del territorio; - dare priorità alle proposte che prevedono non solo di realizzare l impianto, ma che organizzano un sistema di raccolta sul territorio (ritiro ma anche manutenzione boschiva, potature, ecc.); - dare precedenza a proposte di distretto produttivo dove si integrino
7 diverse opzioni finalizzate a usare al meglio i diversi tipi di risorsa disponibili. Per quanto attiene agli incentivi per le coltivazioni energetiche e gli scarti è necessario verificare la compatibilità delle iniziative individuate con la riforma di medio termine della PAC che per le colture energetiche prevede al momento un sostegno pari a 45 /ha ed un investimento pari ad un massimo di ettari, con produzioni allocabili solo se oggetto di un contratto tra l agricoltore e l industria di trasformazione salvo il caso in cui la trasformazione sia effettuata dall agricoltore stesso nell azienda. L individuazione dei soggetti beneficiari non nei singoli agricoltori ma nei Consorzi o associazioni di produttori, dovrebbe consentire di dare maggior forza all impatto dell iniziativa. In questo senso appare opportuna la necessità di ragionare in termini di filiera energetica, nel senso di filiera globalmente energetica con approvvigionamento di materia prima totalmente interno al processo produttivo e come tale coinvolgente tutti i soggetti della filiera. Il prodotto ottenuto si fregerebbe del vantaggio competitivo determinato dal fatto che solo ad esso verrebbero ad essere assegnati incentivi in forma diretta o indiretta attraverso la defiscalizzazione dell accisa. In sintesi, la filiera sarebbe integrata e nazionale attraverso: 1) produzione di materia prima nazionale con idonee caratteristiche e prima trasformazione effettuata da parte di associazioni ad hoc; 2) seconda trasformazione (industria) ambientalmente compatibile; 3) defiscalizzazione solo a vantaggio di coloro che si approvvigionano di materia prima Nazionale ed utilizzano il processo produttivo di cui al punto 2. Riguardo alla tipologia delle centrali adottabili parrebbe opportuno puntare su impianti che consentano di soddisfare le esigenze legate alla costituzione di una filiera integrata attraverso la limitata accentuazione dei punti di debolezza legati ai costi delle infrastrutture, dei trasporti e dell impatto ambientale. L ubicazione degli impianti dovrebbe essere baricentrica rispetto all area di raccolta e tenere conto oltre che del possibile sviluppo delle 149
8 coltivazioni nelle pertinenze stradali e nelle zone ad esse assimilabili anche delle potenzialità che le aziende agricole potrebbero produrre. La promozione su larga scala in una prospettiva di medio-lungo termine delle ipotesi avanzate dovrebbe contribuire a soddisfare lo scenario di riferimento ipotizzato (Libro bianco, 1999) che prevede un incremento entro il 2010 a circa 75TWh dell energia prodotta da fonti rinnovabili. Bibliografia AA.VV La politica energetica nel nuovo contesto Internazionale, Ideazione Editrice, Roma. AA.VV Le biomasse legnose un indagine sulle potenzialità del settore forestale italiano nell offerta di fonti di energia. AA.VV Colture annuali da biomassa per energia di possibile coltivazione in Italia, Rivista Agro-industriale, gennaio-aprile 2005, vol. 4, n. 1. CESI, CENTRO ELETTROTECNICO SPERIMENTALE ITALIANO Status e prospettive di utilizzo delle biomasse per la produzione di energia elettrica in Italia. COMMISSIONE EUROPEA Energia per il futuro: le fonti energetiche rinnovabili, Libro Bianco per una strategia e un piano d azione della Comunità. D AMORE G., Le biomasse per usi energetici: il Programma nazionale bio-combustibili, in Bollettino dell Osservatorio politiche strutturali per l Agricoltura a cura di INEA, n. 21. GRUPPO DI SUPPORTO TECNICO-SCIENTIFICO BIO-ENERGIA MIPAF, 2002: Rapporto sullo stato della bio-energia in Italia al
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