Un esperienza emozionante. La nostra Redazione in visita in via Solferino

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1 Periodico d informazione I Sogni di Cristallo Centro Sportivo Itinerante F&A lo sport come opportunità d integrazione A cura del Mister dott. Enrico Petracco Lo Sport ha il potere di cambiare il mondo disse una volta Nelson Mandela. La magia dello sport sta proprio, nella sua accezione positiva, nella capacità di abbattere le barriere e di parlare una lingua comprensibile da tutti. Per le persone con disabilità, quindi, l attività sportiva rappresenta un opportunità di integrazione sociale, di inclusione al di là di limiti o barriere intellettive, culturali o ideologiche. Fare sport per conoscersi, sentire il proprio corpo, sperimentare le proprie potenzialità ma anche i propri limiti, imparando a superarli, controllando aspetti depressivi legati alla frustrazione del non sentirsi capace o incanalando positivamente l aggressività. Tutto questo a patto che la persona venga accompagnata in un percorso di avvicinamento all attività sportiva e monitorata da un Mediatore sportivo unitamente a una equipe multidisciplinare. La nostra Cooperativa ha da tempo avviato un progetto di sport denominato CSID - Centro Sportivo Itinerante Disabili - costituito da un gruppo di 25 ragazzi che praticano educazione fisica e da una squadra di calcio F&A che conta circa 20 atleti, 10 dei quali, dopo un cammino intrapreso ormai 4 anni fa, stanno affrontando un campionato della Federazione Italiana Sportiva Disabili Intellettivi e Relazionali. L obiettivo è quello di offrire sempre maggiori servizi in un ambito che riteniamo importante per lo sviluppo somatico-psichico dell individuo, che unitamente ad altri insegnamenti costituisce la base dello sviluppo individuale. Inoltre la nostra Cooperativa ha recentemente ottenuto per la stagione sportiva il finanziamento del progetto Socialmente Sportivi da parte del Comune di Milano Settore Sport e Benessere. Parafrasando Mandela, possiamo sostenere che lo sport può essere importante per la salute del corpo, per facilitare la coscienza del sè e anche per raggiungere la pace della mente. Un esperienza emozionante A cura della Redazione di F&A LA GAZZA, I SOGNI E SOGNI (di Cristallo) La nostra Redazione in visita in via Solferino Ci sono sogni destinati a rimanere tali e sogni che prima o poi si avverano, desideri remoti che si spengono con l età ed altri che in maniera più o meno inaspettata diventano realtà. Sogni da grandi e da bambini, sogni infantili che resistono al tempo ed ad una sopraggiunta maturità (sic!). Per fare qualche esempio, tra i sogni destinati a rimanere nel cassetto segnaliamo: fare l astronauta, partecipare allo Zecchino d Oro (forse più un desiderio di qualche mamma, nel frattempo diventata nonna), vincere la lotteria di Capodanno, partecipare a un interminabile crociera in giro per il mondo (classe superlusso, naturalmente!). Detto tutto ciò, alzi la mano quanti tra voi lettori, ci rivolgiamo soprattutto agli appassionati di sport (ma non solo), non hanno mai sognato una visita alla redazione della Gazza. La Gazza - lo diciamo a quei pochi, saranno sì e no una mezza dozzina in tutta Italia, una rarità dunque - è la mitica Gazzetta dello Sport e noi della Redazione di Sogni di Cristallo (Essedicì, come affettuosamente chiamiamo il nostro giornale), per l occasione al gran completo, non ci siamo lasciati sfuggire questa ghiotta possibilità, complice qualche buona entratura negli uffici di via Solferino. Superato l ingresso, dove eravamo attesi, varcato il cortile attraverso il quale si accede alla redazione del Corriere della Sera (un altro pezzo di memoria storica nazionale), arrivati alla soglia dell ascensore, siamo stati accolti dalla carica umana delle nostre due guide, lo storico segretario di redazione Daniele Redaelli e dall amico, almeno per qualcuno di noi che già aveva avuto il piacere di conoscerlo, Gianluca Pasini, prototipo del giornalista moderno, poliedrico, multimediale, disposto a stare sul pezzo persino con la propria telecamera, con la quale spesso gira il mondo per i suoi servizi. A pagina 2 Nelle foto in basso, da sinistra: un immagine di Sportivamente insieme dell edizione 2012 e la foto di gruppo al Torneo di calcio a cinque Dribliamola disputato nel 2011 A colloquio con il professor Roberto Carlo Russo IN SINTONIA COn il DOLORE ALTRUI Intervista a pagina 4

2 Pagina 2 I Sogni di Cristallo Segue dalla prima pagina LA GAZZA, I SOGNI E SOGNI (di Cristallo) A cura della Redazione di F&A Prima tappa del nostro tour, non senza un certo timore reverenziale, è stata la visita alla mitica sala Palumbo (nome di uno dei più grandi giornalisti italiani, per ben sette anni, tra il 76 e l 83 alla guida del quotidiano), dove tutti i giorni, due volte al giorno, il direttore incontra i capiredattori per impostare il numero del giornale da mandare in edicola. È stata anche l occasione per farci raccontare un po di storia e sottoporre i nostri interlocutori al fuoco di fila delle nostre curiosità. Abbiamo saputo, o meglio, abbiamo avuto la conferma, che la Gazza (per i più anziani, la Rosea), con le sue 300mila copie vendute e i suoi 4 milioni abbondanti di lettori (e con un sito da un milione di contatti unici al giorno), è il quotidiano italiano più letto. La redazione consta di 140 giornalisti e un numero quasi infinito di collaboratori; undici sono le redazioni: Bologna, Firenze, Genova, Torino, Roma, Napoli, Bari, Palermo, New York, Madrid, Londra. Ma perché la Gazzetta è rosa? domanda che molti tenevano in serbo sin dalla tenera età. Nata il 3 aprile 1896, con un colore verdolino, dalla fusione di due giornali dell epoca ( Il Ciclista e La Tripletta ) si consacra al suo colore attuale nel dicembre del Le cause di una scelta così singolare sono ancora avvolte nell incertezza: un ipotesi farebbe risalire la scelta al minor costo della carta rosa (oggi non è più così, anzi, forse è vero il contrario); un altra propenderebbe per una specie di indagine di mercato fatta con i lettori del tempo, di cui però non è rimasta traccia, se non un richiamo in prima pagina datato dicembre 1898, l ultimo numero prima del colore attuale. Allora aveva solo tre uscite settimanali, con ben poche pagine. In ogni caso, dal 2 gennaio 1899 ad oggi la Gazzetta continua ad essere stampata in rosa. Con qualche rara eccezione, soprattutto negli anni della seconda guerra mondiale (quando la carta scarseggiava). Poi, è un susseguirsi di aneddoti che un intero numero di Sogni non basterebbe. Commovente il ricordo di Candido Cannavò, storico direttore per quasi un ventennio ( ), sotto la cui guida il giornale ha conosciuto uno dei momenti più fulgidi della sua storia. Uomo dal grande carisma e di straordinaria umanità, sensibilissimo al mondo della disabilità, cui ha dedicato anche un libro, è rimasto in sella fino all ultimo e il suo ricordo è ancora vivo tra quanti hanno lavorato a stretto contatto con lui. E dopo le parole, la visita alla Redazione, grandissima, bellissima. Le pagine storiche della Gazza alle pareti (ricordiamo soprattutto i due mondiali di calcio vinti nell 82, con il vecio Bearzot alla guida, e nel 2006, con Lippi come CT), non molti redattori alle loro postazioni (sono le tre del pomeriggio, il motore funzionerà a pieno regime solo tra qualche ora), ci spostiamo tra una scrivania e l altra in un silenzio carico di rispetto. Rimaniamo meravigliati dallo spazio occupato dalla redazione online (quel gruppo di giornalisti che cura il sito Daniele infatti ci conferma come siano sempre più numerosi i giornalisti che se ne occupano ( Io non mi immagino una Gazzetta ancora di carta, tra vent anni ribadisce, con un pizzico di rammarico, Gianluca). E prima di congedarci la fatidica domanda: quali sono stati gli sportivi più grandi di sempre? Difficile rispondere, ci dice Daniele, ogni giornalista darebbe una risposta diversa. Alla fine, qualche nome salta fuori: Jesse Owens (atleta di colore, vincitore alle olimpiadi del 38 di ben quattro medaglie d oro), Muhammad Alì (forse il più grande peso massimo di tutti i tempi, stiamo parlando di pugilato), il nostro indimenticabile Fausto Coppi, ed infine Diego Armando Maradona (forse non un grande esempio d uomo, ma quante generazioni ha fatto sognare con i suoi colpi magistrali). Fuori, sta per imbrunire, oramai manca poco alla convocazione dei caporedattori, il direttore sta per arrivare. Rimane il tempo per salutare e per scattare qualche foto di rito. Uscendo, ci voltiamo per un attimo indietro, con una punta di nostalgia, mista all orgoglio di esserci stati. Domani, lo sappiamo, saremo assaliti dai nostri amici che, in un misto di curiosità ed invidia, faranno a gara a chiederci: Allora, come è andata alla Gazza?. Nella foto sopra: il dott. Daniele Redaelli all interno della sala Palumbo Sotto, da sinistra: dietro un enorme biglia (tipo quella per giocare sulla sabbia), per ricordare il Giro d Italia La prima copia della Gazza

3 I Sogni di Cristallo Pagina 3 L incontro a cura della Redazione VALE ANCORA LA PENA DI CREDERE NELLO SPORT? CERTO, A CONDIZIONE CHE Conversazione con Giacomo Marinini, presidente dell Associazione Il Gabbiano - Noi come gli altri Non abbiamo la pretesa di esaurire in poche righe un discorso sullo sport, ma alla luce dell importanza della sua pratica, così come della passione che genera a livello di tifo, qualche riflessione è d obbligo. Certo, la sport costituisce un fattore di coesione, si pone come efficace portatore di strumenti di aggregazione e di inclusione, contribuisce al benessere ed alla salute psicofisica della persona. Argomentazioni che ben conosciamo: con il nostro Centro Sportivo Itinerante Disabili (in sigla C.S.I.D) da qualche anno ormai ci troviamo ad affrontare quasi quotidianamente questo tipo di situazioni. E quasi quotidianamente emergono questioni legate alle precauzioni ed all opportunità della pratica sportiva dei nostri ragazzi, in relazione soprattutto all agonismo, al confronto con i limiti che per tutti (non solo per le persone disabili) la natura impone; per non parlare dello stridente rapporto con lo sport professionistico, apparentemente non più in grado di farsi portatore di valori da trasmettere, quasi relegato ad una pura espressione di un semplice tifo campanilistico, se non becero. Ne abbiamo parlato con Giacomo Marinini, presidente dell Associazione Il Gabbiano - Noi come gli altri, che opera in zona Baggio, che è un po il papà di Sportivamente Insieme, consueto appuntamento sportivo che anche nella prossima primavera vedrà impegnate squadre composte da studenti di vari licei milanesi insieme con persone disabili. La redazione con l amico Giacomo Marinini È ancora possibile trasmettere una sensibilità sportiva legata a quei sani valori di cui lo sport si è sempre fatto portatore? Usare lo sport come mezzo di comunicazione, unendo nel nostro caso le forze dei giovani milanesi con quelle dei portatori di disabilità: è il tentativo che di anno in anno tentiamo di costruire con Sportivamente Insieme, che nel 2014 vedrà la luce grazie al fattivo contributo del Comune di Milano (a tal proposito voglio rivolgere un particolare ringraziamento alla dott.ssa Visconti dell Assessorato sport, tempo libero e qualità della Vita). Seminare lì, dove vengono formati i cittadini di domani, significa gettare le basi per una maggior integrazione di persone che hanno il diritto ad essere riconosciute come tali, in tutto e per tutto. Aggiungo che il coinvolgimento dei giovani in simili iniziative contribuisce almeno in parte a rendere meno evidente un ormai fisiologica carenza di figure di volontari giovani, una mancanza evidente sia nella città di Milano come nell hinterland. Lo sport, si dice con un affermazione condivisibile, è una palestra di vita, dove le vittorie, e soprattutto le sconfitte, determinano umori, condotte e benessere personale. È il giusto modo per intenderlo? Dobbiamo fare in modo - e qui non coinvolgo solo il mondo del sociale, estendendo il mio auspicio a tutte le società sportive, agli stessi oratori così come a tutti coloro che operano con bambini, ragazzi e giovani - che lo sport non venga inteso solo come competizione, perchè innanzitutto è gioco, avviamento gioioso alla bellezza della pratica sportiva. Se così tanti giovani hanno a cuore lo sport, sia quello praticato (in assoluto il più sano) che quello visto (in tv, allo stadio), non può lo sport stesso essere usato come mezzo di inclusione sociale, veicolo di avvicinamento nei confronti di persone con un livello di difficoltà sicuramente maggiore? È possibile, sempre tramite lo sport (il calcio, in questo caso), instaurare dei rapporti, incrementare la reciproca conoscenza, saper meglio accettare il proprio limite, che è poi essenza stessa della pratica sportiva? Non dimentichiamoci che lo sport di squadra evidenzia un appartenenza positiva, e ben sappiamo quanto sia importante anche da un punto di vista educativo il processo che tende ad appartenere a qualcosa, a qualcuno. Quante storie potrei raccontare di amicizie nate con Sportivamente Insieme. Un ultima domanda è sullo sport dei grandi. Ritiene che il mondo professionistico abbia ancora dei valori da trasmettere alle persone che lo guardano, come noi ed i nostri ragazzi? Sì, a condizione che non diventi un semplice scimmiottamento, un penoso siparietto di esultanze ripetute in maniera pedissequa. Ma la bellezza di un gesto (una rovesciata, un palleggio ripetuto più volte, un tackle pulito sulla palla, un colpo di testa in acrobazia, un tunnel, l emozione del gol, quando la palla, a volte in maniera lenta e beffarda, varca la linea bianca della porta) sono ancora emozioni impagabili, anche se poi i protagonisti di queste gesta troppo spesso non sono umanamente all altezza dei colpi da campione che riescono ad esprimere. L amicizia con l Associazione Il Gabbiano Noi come gli altri è nata alcuni anni fa quando le nostre strade si sono incontrate in una fresca primavera.ci ha uniti l evento Sportivamente Insieme e la scoperta di perseguire valori e pensieri simili, condividendo e promuovendo la passione e l entusiasmo nel camminare uniti. L accoglienza fraterna che abbiamo ricevuto ci ha permesso di scambiare emozioni ed esperienze che perdurano sino ad oggi. Come dice Giacomo, la relazione passa spesso attraverso le piccole cose, ad esempio: Ricordarsi il colore degli occhi delle persone che incontriamo. Le attività del Gabbiano L Associazione di volontariato Il Gabbiano Noi come gli altri si trova a Milano (zona Baggio) ed è attiva dal L Associazione opera al servizio di persone disabili e delle loro famiglie; è attiva prevalentemente nella zona 7 di Milano, ma è aperta a tutta la cittadinanza milanese e dei comuni limitrofi. Le attività dell Associazione legate al tempo libero si concentrano nelle giornate di sabato ed alcune domenica presso la sede di Via Ceriani 3, dove si offrono momenti occupazionali ed espressivi, culturali e ludici. Vengono inoltre organizzate gite e visite sul territorio e una vacanza nel periodo estivo. La vita dell Associazione è ricca di momenti di festa vissuti insieme, nello spirito della condivisione e della relazione. L Associazione è attiva anche nella sensibilizzazione del territorio, nella difesa dei diritti delle persone disabili e nella promozione di una cultura di inclusione sociale e solidarietà. Dal 2000 al 2005, è stata impegnata nel restauro in via Ceriani 3 della Canonica della Chiesa Vecchia di Baggio e nella costruzione di un nuovo corpo di fabbrica che oggi ospita un Centro Diurno per 25 persone disabili, una Comunità Alloggio con 10 posti letto e un Centro Ascolto. I lavori edili del complesso denominato Casa Gabbiano sono stati portati a termine nel 2005, a seguito di una raccolta fondi da parte dell Associazione e dei suoi volontari, pari a ,00 euro. Tutti i servizi hanno ottenuto l accreditamento e le autorizzazioni necessarie al funzionamento e sono attualmente operativi. Nel 2000 l Associazione ha dato vita anche alla Cooperativa di solidarietà sociale Gabbiano Servizi.

4 Pagina 4 I Sogni di Cristallo Indovina chi viene a cena Intervista al Professor Roberto carlo Russo IN SINTONIA COn il DOLORE ALTRUI A cura della Redazione Le specializzazioni hanno consentito di approfondire gli studi sulle malattie ma è cresciuto il rischio di perdere la visione dell insieme della persona Non è la prima volta che vediamo nella stessa persona modestia e sapienza camminare a braccetto. Ciò non significa una minore meraviglia, ma la semplice constatazione che esistono ancora uomini che fanno dell umiltà e della competenza la propria cifra ed il proprio spessore umano: il professor Roberto Carlo Russo non sfugge a questa regola, che avvertiamo da subito, mentre ci apre le porte del suo studio. Ci racconta un po di lei? Avevo già scelto di fare medicina sin da quando ero un piccolo boy scout. Frequentando a Milano l ospedale pediatrico, mi sono reso conto che la neurochirurgia e la psichiatria infantile erano discipline piuttosto trascurate. Perciò dopo la laurea mi sono iscritto prima a neuropsichiatria infantile, senza trascurare la pediatria, portandole entrambe a termine (siamo intorno al 1968). Approfondire gli studi sull evoluzione del bambino è stata una semplice conseguenza del mio percorso scientifico; l occasione è subito arrivata tramite la responsabilità del reparto di neuropsichiatria infantile dell ospedale di Limbiate, non lontano da Milano: 95 bambini, di un età compresa tra i 5 e i 15 anni, con situazioni per lo più drammatiche di disagio. A quei tempi, i neuropsichiatri italiani (se ne contavano solo 250 in tutta la penisola!) erano visti come dei medici assai strani. Ho avuto modo di seguire e studiare l evoluzione di circa 1600 bambini in un età compresa tra gli zero ed i quattro anni. Le mie ricerche si sono sviluppate non tanto su questa o quella specifica patologia, quanto sui disturbi motori, cognitivi e relazionali. L esercizio della professione di medico di base e di pediatra, protrattasi per ben 17 anni, ha dato un contributo decisivo alla mia formazione. Solo più tardi mi sono dedicato a tematiche più specifiche, come ad esempio l evoluzione dell equilibrio, le competenze sulla grafìa, le prassie visocostruttive e bidimensionali. Ho scritto il primo libro nel 1980, a cui ne sono seguiti altri undici (vedi la recensione di Chi sei... e cosa vuoi sul numero n. 6 del settembre 2013 di SdC). Di cosa si occupa in particolare un neuropsichiatra infantile? È un ambito enorme, che col tempo ha fatto emergere delle sottospecializzazioni, che vanno dall epilessia alla psicoterapia, dalla fisioterapia alle patologie psichiatriche, dalla logopedia ai disturbi dell apprendimento, dalle patologie organiche gravi a quelle relazionali; questo ha portato ad un ampia possibilità di differenziazioni di percorso, assolutamente positive per approfondire gli studi sulle malattie, ma forse ad una perdita di una visione d insieme dell individuo, con la conseguenza che una vera e propria presa in carico della persona e del suo problema di fatto non avviene più, considerando, ad esempio, lo svilimento della figura del medico di base. Io credo che la globalità dell essere umano sia condizione importante della ricerca in campo neuropsichiatrico. Il professor Roberto Carlo Russo con i ragazzi della Redazione Lei è direttore del Centro studi Psicomotricità Psicologia e Neuropsichiatria Infantile. Che attività svolge il suo Centro? Da cosa si distingue rispetto ad altri centri impegnati in questo settore? La scuola di terapia psicomotoria, nata nel 1972, si distingue per il suo indirizzo formativo globale, come già accennavamo prima, capace di tenere in considerazione la pluralità dei fattori che interagiscono nello sviluppo del bambino e che influenzano la sua espressività motoria. Un modello di scuola non proprio classica, impostato sulla scorta delle vecchie officine artigianali di un tempo, dove c erano il maestro e gli allievi. Per questo motivo, seguo personalmente per tutta la durata del triennio le persone che frequentano il corso. Le altre attività del centro riguardano gli interventi psicomotori, le terapie psicologiche, le psicoterapie ed il counseling, attività nelle quali sono impegnate, seppur non a tempo pieno, anche le mie due figlie (una psicologa e una neuropsichiatra infantile) e mia moglie, dottoressa Marisa Senatore, ella stessa psicoterapeuta. Il Gruppo Narrante (il nostro gruppo di ragazzi che, recandosi nelle scuole, in strutture, aziende ed associazioni racconta la tematica del sentirsi diverso attraverso storie di vita vissuta, NdR) ha spesso l opportunità di incontrare studenti delle scuole medie superiori, molti dei quali attraverso la nostra testimonianza si avvicinano per la prima volta, senza pregiudizi e con buona dose di curiosità, al mondo della disabilità. Dal suo punto di vista quanta sensibilità avverte nell ambito della società civile (ed eventualmente anche della politica) su questo problema? Avverto una forte sensibilità, ma qualche mistificazione di troppo, interessi che sfociano nel personale, quando poi non interviene la cattiva politica, e altro ancora. I giusti interessi che molte associazioni portano avanti in difesa delle persone disabili talvolta si trasformano in elite chiuse in se stesse, che finiscono per danneggiare tutto il sistema. Occorre sempre essere aperti nei confronti tanto della società, quanto delle istituzioni e delle altre realtà simili operanti sul territorio. La sappiamo sensibile al problema della relazione tra genitori e figli. Ritiene che al giorno d oggi si possa parlare di emergenza del ruolo genitoriale, e più in generale di emergenza educativa? Sicuramente. C è un bellissimo libro di un collega di Messina che si chiama Salvatore Tribulato, s intitola L educazione negata (EDAS, 2005, si trova ancora in libreria, NdR), che mette bene in evidenza la situazione odierna. La famiglia è notevolmente cambiata (basti solo pensare a quante madri lavoravano anni fa), lo stress a cui sono sottoposti i genitori, per gli elevati ritmi di lavoro di entrambi, è molto elevato, giocoforza c è meno tempo per badare ai problemi dei figli; al pari della coppia genitoriale, la situazione degli asili e delle scuole elementari vede una preparazione carente a riguardo. Secondo me, chi lavora in queste istituzioni dovrebbe innanzitutto sapere come si gestisce un gruppo, pena il dover urlare tutto il giorno per tenere a freno i bambini. Saper condurre un gruppo, avere la capacità di ascoltare è la conditio sine qua non per un qualsiasi lavoro di tipo educativo.

5 e Segue da pagina 4 Pur tuttavia, va detto che almeno una parte dell attuale corpo insegnante si è formata al di fuori della scuola in maniera forse meno tradizionale, ma sicuramente più confacente ai bisogni dei bambini di oggi. Abbiamo l impressione, facendo ancora una volta riferimento all esperienza del Gruppo Narrante, che il bullismo sia un fenomeno più esteso di quanto i giornali non ne parlino, e spesso solo ad ondate emozionali. Secondo lei, rappresenta davvero un grave problema o è semplicemente un triste segno dei tempi? Il problema è per certi versi sminuito e per certi aumentato. I bulli ci sono sempre stati, magari venivano chiamati con altri nomi. Ma l ambiente dove vivono questi soggetti, come risponde a simili atteggiamenti? Il cosiddetto bullo non nasce dalla società, ma dalla famiglia. E dunque, la società in cui viviamo come aiuta la famiglia dal punto di vista della scuola e del lavoro, di quali strumenti la dota perché si possa esprimere come soggetto qualificato? Notate bene, per darvi solo un dato, che l incidenza di disoccupazione nel mondo giovanile ha raggiunto il 30%. In questa drammatica situazione, mi sento di dire: la politica non si occupa di questo! Per cambiare una società, occorrono piani ventennali, al momento, purtroppo (lo dico senza ironia) riuscire a pianificare un semestre sembra già un impresa ardua. Come cambia la vita di un uomo, per di più un uomo di scienza come lei, il contatto quotidiano col dolore altrui? Certo, lavorando sulla relazione, l approccio è assai diverso da altri ambiti scientifici, come, che so, potrebbe essere per un chirurgo. Mio compito è entrare in sintonia con il dolore, con il disturbo del mio paziente, in maniera progressiva. Certo, il mio approccio col dolore negli anni è completamente cambiato, direi che è evoluto nell ambito di un diverso coinvolgimento, nella consapevolezza di una maggior competenza e quindi di una migliore gestione dei casi che quotidianamente mi ritrovo a dover affrontare. Grazie a Dio, non avverto più dentro la sofferenza dell altro, quel senso di impotenza che poteva cogliermi quando ero più inesperto. In uno scenario, quello del mondo in cui viviamo, che si presenta per lo più a tinte fosche, ci saranno sicuramente dei segnali positivi che non possono non essere evidenziati. Possiamo sottolinearne qualcuno, nell ambito delle sue competenze? Non è possibile usare, per quanto riguarda la storia dell uomo e della società in cui vive, unità di misura estremamente piccole (come un anno, o anche dieci anni). C è una tendenza positiva, per quanto riguarda l evoluzione del contesto in cui l uomo è chiamato a vivere. Alcuni dati incontrovertibili: solo cinquant anni fa, l 87% della popolazione mondiale era analfabeta, oggi non solo siamo in decisa controtendenza, e l avvento delle moderne tecnologie di comunicazione non potrà che favorire questo trend. La vita media dell individuo, nel 1945, era di anni, oggi di quasi 68 anni (83 anni in Italia). In sintesi: la nostra società è in continua e costante evoluzione, seppur ad alti e bassi. La somma di questi alti e bassi ci dà comunque una linea in decisa ascesa. La domanda che rivolgiamo a tutti i nostri ospiti: immagini di tornare indietro con la macchina del tempo. La sua seconda opportunità non prevede il mestiere di neuropsichiatra. Allora cosa sceglierebbe di fare, da grande? Parecchie cose. Sicuramente l archeologo. Ed anche l esploratore. A ben vedere, il lavoro che svolgo in questa vita è già di per sé di continua ricerca e costante esplorazione. La curiosità sarebbe sempre la molla che mi spingerebbe verso la ricerca. In ogni caso, ho fatto molti lavori: da giovanissimo, il pittore, in età adulta, grazie all acquisto di un terreno in campagna, il muratore, il fabbro, il falegname, l imbianchino. Diciamo che tutto ciò che per me è novità, mi suscita interesse. Odio fermarmi, l ozio mi ha sempre annoiato. Che sia un segreto per rimanere sempre giovani? (Il professor Russo ci sorride bonario ) LABORATORIO LAVORO PROTETTO L Artigiano Un possibile sbocco occupazionale Il Laboratorio nasce nell anno 2000 dall esigenza di creare una soluzione lavorativa per quella fascia di persone con disabilità intellettiva e/o psicorelazionale che, pur avendo discrete competenze e abilità psico-operative, non sono riuscite ad accedere ai normali circuiti lavorativi. La collocazione lavoro rappresenta un importante traguardo che può creare le basi per un immagine di adultità verso una maggiore integrazione sociale, permettendo di dare senso alla propria esistenza. Il Laboratorio si occupa di produzioni artigianali su commessa. Oggetti e bigiotteria di alta qualità vengono prodotti interamente a mano utilizzando materiali diversi, tra i quali argilla e legno, creando manufatti realizzati interamente a mano. È possibile inoltre ordinare la realizzazione di bomboniere per matrimoni, battesimi, cresime, feste di laurea, e di simpatiche idee regalo per aziende. Venite a conoscerci! Via Taddei, Milano Telefono: cell: tel cristalli@fraternitaeamicizia.it DIRETTORE RESPONSABILE: Raffaella Ganzetti I Sogni di Cristallo Periodico mensile di informazione on line Registrazione Tribunale di Milano n.187 del 14/06/2013 VICE DIRETTORE: Marco Mancini CAPO REDATTORE: Giancarlo Volontè LA REDAZIONE: Alessandro Boarino, Stefania Di Benedetto, Antonio Di Fazio, Sergio D Andrea, Massimiliano Rovellini, Alessandro Rho Ci vediamo a pagina 9 con... I tre allegri Barlafus

6 Pagina 6 I Sogni di Cristallo Acculturiamoci a cura della Redazione Puoi odiare un uomo per molte ragioni. Il colore non è una di queste (Branch Rickey) 42 La vera storia di una leggenda americana Vi segnaliamo questo film, recente ma poco conosciuto qui in Italia, uscito direttamente in dvd, e facile da trovare nei negozzi a noleggio. La trama è molto lineare: all indomani della seconda guerra mondiale (nella quale, va ricordato, molti afroamericani avevano servito gli Stati Uniti al fronte) il mondo del baseball americano - applicando le leggi razziali in vigore - costringeva ancora i giocatori di colore a partecipare a campionati per soli neri, impedendo loro di accedere alla massima divisione, formata di squadre di soli bianchi. Stanco di questa forma di segregazione, Branch Rickey (un invecchiatissimo Harrison Ford, a perfetto agio nel ruolo di manager capo della squadra dei Brooklyn Dodgers) promette a sé stesso di riuscire a portare un giovane americano nero nella lega professionistica; la scelta cade su Jackie Robinson (interpretato da Chadwick Boseman), allora stella dell atletica giovanile. La promessa del vecchio Branch diviene realtà il 15 aprile 1947, quando Robinson esce dal tunnel dell Ebbets Field indossando la divisa dei Brooklyn Dodgers con il numero 42 (da qui il titolo del film). Per la prima volta, un nero di origine afro-americana avrebbe varcato la soglia della più importante divisione nazionale di baseball, giocando con i giocatori bianchi. Le interpretazioni all altezza di tutti gli attori del cast, la ricostruzione precisa e puntuale dell America degli anni Quaranta e delle scene di gioco, fanno di 42 un film accattivante ed accessibile a tutti, interessante anche per chi non è particolarmente appassionato di sport, né tantomeno di baseball. Una pagina di storia americana da conoscere, oggi che un afroamericano è diventato Presidente degli States La vera storia di una leggenda americana USA 2013, Biografico, durata 96 Regia di Brian Helgeland Con Harrison Ford, Chadwick Boseman, Nicole Beharie Caccia al locale Questa volta la nostra rubrica ha l amaro sapore di una denuncia: una testimonianza di come l ignoranza e il pregiudizio possano rovinare una bella serata DISCOTECA LIME LIGHT via Castelbarco 11, Milano È venerdì sera 13 dicembre, e dopo una pizza in compagnia, i ragazzi di Fraternità e Amicizia si preparano per andare alla tanto attesa discoteca. I minuti passano velocemente e senza neanche accorgersene ci si ritrova all ingresso. Il tempo di entrare e iniziano subito le prime note dolenti: arriva un uomo dello Staff e ci comunica che La Direzione ci aveva riservato la salettina vicino alla consolle, venduta a noi come spazio privilegiato, riservato solitamente ai clienti vip ma che di fatto era uno spazio del tutto isolato. Amareggiati e delusi saliamo le scale sino al posto riservato, un piccolo e angusto spazio davanti alla consolle del DJ, oggettivamente inadeguato per poter far sì che i ragazzi potessero ballare liberamente. Qualche ragazzo tenta di scendere per andare nella pista centrale insieme agli altri ospiti del locale, come di consueto avviene quando andiamo nelle altre discoteche, ma viene subito fermato dalla sicurezza che aveva ricevuto ordini precisi: non far scendere nessuno; addirittura è stato espressamente chiesto agli operatori di accompagnare i ragazzi in bagno. Vane e ripetute sono state le richieste degli operatori di poter accedere al piano sottostante. I gestori, non rispettando gli accordi preventivamente presi, ma avendo incassato regolarmente il biglietto, ci hanno comunque tenuti relegati tutta la serata nella parte superiore della discoteca impedendoci di fatto di ballare, forse per non contaminare gli altri clienti. I ragazzi e noi operatori sempre più imbarazzati abbiamo comunque cercato di divertirci ugualmente... Quando l ora ha iniziato a farsi tarda e i primi gruppi di ragazzi sono partiti con le auto per tornare a casa, appena Giudizio: passate le due di notte, siamo stati di nuovo avvicinati dalla Direzione che, adducendo scuse inverosimili (dovevamo lasciar libera la sala perché, a detta loro, altri avrebbero prenotato lo spazio per le tre di notte... da notare che la discoteca era già quasi vuota e nell accordo non si era parlato di limite di orario), ci costringe a lasciare il locale immediatamente. Così, incazzati, infreddoliti e delusi, torniamo a casa con l impressione di aver subito un enorme torto, di esserci sentiti degli strani esseri in gabbia e il tutto per l ignoranza e il pregiudizio che purtroppo ancora esistono. La nostra indignazione è enorme e a tutti voi cari lettori chiediamo di divulgare quanto è accaduto e raccontare le umiliazioni che ancora devono subire i nostri ragazzi. Grazie! Dott. Emanuele Colli

7 I Sogni di Cristallo Pagina 7 Qua la zampa PERCHÉ BERE L ACQUA DEL RUBINETTO? di Giancarlo Volontè 1. Per ridurre i rifiuti di plastica. Gli italiani bevono una media di 195 litri a testa all anno di acqua minerale (primi in Europa e terzi nel mondo) producendo 100 mila tonnellate di plastica da smaltire. 2. Per non inquinare. L imbottigliamento e il trasporto su gomma di 100 litri d acqua che viaggiano per 100 km producono emissioni almeno pari a 10 kg di anidride carbonica. 3. Perché costa meno litri di acqua del rubinetto a Milano costano solamente 60 centesimi. 4. Perché è controllata e garantita. L acqua del rubinetto a Milano è sottoposta a controlli severissimi, sia da parte del laboratorio di MM, sia dalla Asl. 5. Perché è a km zero. L acqua del rubinetto non deve fare lunghi viaggi, ma solo alcune centinaia di metri, dalla falda sotto la città al rubinetto della nostra casa. 6. Perché è fresca. Non viene stoccata nei magazzini per lungo tempo e non rischia di essere sottoposta a condizioni ambientali (luce e calore) che ne alterano le caratteristiche organolettiche. 7. Perché è sana. L acqua del rubinetto contiene una giusta quantità di sali necessari all equilibrio salutare dell organismo. 8. Perché è sempre disponibile. 3. la Raffa Direttore dei Servizi F&A FALSI MITI SULL ACQUA in bottiglia L acqua in bottiglia è più salubre di quella del rubinetto: FALSO Anche l acqua del rubinetto è per legge soggetta a controlli che ne garantiscono la qualità e la salubrità. L acqua del rubinetto è inquinata o contaminata: FALSO L acqua del rubinetto è sottoposta a rigorose verifiche. Il laboratorio di analisi di MM effettua regolarmente controlli, con periodicità set- Raffa Le Figu di Step Raffaella, nome ereditato dalla mia amata nonna. Sono nata nel mese di aprile, fra tuoni e tempesta, che forse hanno forgiato il mio carattere. Cammino da molti anni accompagnata dalla riflessione e dalla ricerca relativa al senso dell esistenza. Da sempre sostenitrice del rispetto verso ogni forma di vita e dei diritti dei soggetti maggiormente fragili e in difficoltà. Oggi, anima nel mondo, vago alla ricerca dell essenza accompagnata da esistenze fraternamente amiche. Chi io sia non spetta a me dirlo... la parola a chi mi conosce e mi accompagna nel tortuoso ma meraviglioso percorso della vita. timanale o mensile secondo i casi. Annualmente il laboratorio effettua circa 190mila analisi. Inoltre l acqua di rete è controllata anche dall Asl. Se i controlli dovessero evidenziare la presenza di sostanze nocive, il sindaco ne dovrebbe vietare espressamente il consumo alimentare. L acqua in bottiglia ha meno sali di quella del rubinetto: FALSO Molte acque del rubinetto sono oligominerali, cioè contengono da 50 a 500 mg/litro di residuo fisso. Nel nostro territorio quasi tutta l acqua del rubinetto è oligominerale, cioè contiene pochi sali ed è povera di sodio. Bere un litro d acqua del rubinetto equivale ad assumere i sali contenuti in poco più di mezzo cracker. L acqua in bottiglia si conserva nelle bottiglie garantendo la stessa qualità dalla fonte, mentre quella dell acquedotto si contamina nei tubi: FALSO L acqua prelevata dai pozzi scorre continuamente e si rinnova ad ogni momento. L acqua, proprio perché in bottiglia, se non viene conservata correttamente, potrebbe non avere più la qualità e la freschezza che ha invece l acqua prelevata dal proprio rubinetto di casa. Il calcare fa venire i calcoli: FALSO Il calcare non ha effetti negativi sulla nostra salute. Le persone soggette alla formazione di calcoli devono bere abbondantemente e ripetutamente nel corso della giornata, senza temere che il calcio contenuto nell acqua possa favorire la formazione dei calcoli stessi (Linee Guida per una Sana e Corretta Alimentazione - Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione - Ministero delle Politiche agricole e forestali). L Organizzazione mondiale della sanità chiarisce che l acqua calcarea può incrostare gli elettrodomestici ma non è pericolosa per l organismo e non è causa di calcoli renali, anzi ha un effetto protettivo nei confronti dell insorgenza di malattie cardiovascolari. Il cloro contenuto nell acqua del rubinetto è pericoloso per la salute: FALSO Bevendo due litri d acqua al giorno, la scarsissima quantità di cloro presente nell acqua del rubinetto non ha alcun effetto sulla salute. La soglia fissata dalla legge italiana per il residuo di cloro libero dopo la disinfezione è pari a 0,2 mg/l; a Milano la quantità di cloro presente nell acqua dell acquedotto è compresa tra 0,03 e 0,05 mg/l. L acqua in bottiglia aiuta a mantenere la linea, quella del rubinetto no: FALSO Tutta l acqua ha calorie zero. Bere acqua fa bene alla linea ma soprattutto alla salute. Inoltre i sali contenuti nell acqua favoriscono l eliminazione di quelli contenuti in eccesso nell organismo.

8 Pagina 8 I Sogni di Cristallo DireFareBaciare I nostri eventi per i prossimi giorni nell area di Milano e non solo Camilla Sannazzari e la Redazione I miei occhi di terrore Il volto di graffi Le cicatrici nel mio cuore Il mio corpo esplode nella speranza di un futuro migliore Veronica 2009 Bambino Bambino, se trovi l aquilone della tua fantasia legalo con l intelligenza del cuore. Vedrai sorgere giardini incantati e tua madre diventerà una pianta che ti coprirà con le sue foglie. Fa delle tue mani due bianche colombe che portino la pace ovunque e l ordine delle cose. Ma prima di imparare a scrivere guardati nell acqua del sentimento. Alda Merini Dopo la pausa natalizia le attività di tempo libero proposte dal CENTRO DI INTEGRAZIONE SOCIALE sono riprese sabato 11 gennaio presso la sede di via Egadi 9. Partecipate numerosi alle nostre bellissime e innovative proposte. Sul prossimo numero sarà pubblicato il calendario del Centro. Il CENTRO SOGGIORNI E VACANZE Le Ali della Libertà propone, attraverso la formula dei Fuoriusciti, un week-end a fine febbraio per festeggiare insieme tutte le persone nate nel mese di febbraio. Maggiori dettagli sul prossimo numero di Sogni di Cristallo. La terza partita di campionato della Coppa Lombardia verrà disputata dagli atleti del CENTRO SPORTIVO ITINERANTE DISABILI il 15 Febbraio alle ore a Cernobbio (Co). Aspettiamo, come sempre, numerosi i supporters per condividere una giornata di sport e divertimento. Invitiamo, infine, tutte le famiglie alla presentazione di una innovativa e importante iniziativa per i nostri ragazzi presso la sede di via Egadi 9 nel pomeriggio di venerdì 7 febbraio alle ore Per ulteriori informazioni: cristalli@ fraternitaeamicizia.it, tel Verrà un giorno Verrà un giorno in cui i poeti scriveranno le leggi I folli dirigeranno il traffico Gli esclusi costruiranno le città I deboli si occuperanno d ordine pubblico Gli innamorati governeranno i processi produttivi I fanciulli educheranno gli adulti I malati canteranno in coro Gli incapaci verranno lodati Solo allora i fiori sveleranno i loro sottili segreti Il vento racconterà le sue vorticose storie La terra elargirà i suoi frutti d acqua e cristallo E del mare il lirico richiamo tornerà a infrangersi nell animo Marco Mancini L abbraccio L abbraccio è un intreccio meraviglioso di cuori, di corpi, di anime A volte le parole non servono, basta un abbraccio Proteggi l amore con un abbraccio Non farlo volar via Non aver paura di un abbraccio È un cagnolino abbi fede in lui È un bambino che crescerà nel tuo cuore Massimiliano Rovellini 2013 Poesiabile Pace I tuoi occhi blu risplendono nel mare Le tue mani soffici mi avvolgono di bene Sei l angelo dei miei sogni che mi fa compagnia nel respiro della vita. Simona Chiarioni 2013

9 I Sogni di Cristallo Pagina 9 I tre allegri Barlafus continua alla pagina seguente

10 Pagina 10 I Sogni di Cristallo continua sul prossimo numero

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