A.ATO della Provincia di Cremona. Piano d Ambito. Capitolo 4. Piano degli interventi

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1 A.ATO della Provincia di Cremona Piano d Ambito Capitolo 4 Piano degli interventi

2 CAPITOLO 4 PIANO DEGLI INTERVENTI 4.1 Strategie di intervento Premessa Linee generali per la predisposizione del PdA Il Piano Regionale di Risanamento (P.R.R.A.) Il Programma di Tutela e Uso delle Acque (P.T.U.A.) Servizi di pubblico acquedotto a Contenimento della concentrazione di Arsenico entro i limiti di legge b Parametri indicatori c Schemi idrici intercomunali e comunali d Fabbisogni di risorse idriche e Copertura e qualità del servizio f Approvvigionamento di acque di superficie g Distribuzione acqua non potabile h Rinnovo reti ed impianti i Riduzione delle perdite idriche j Telecontrollo impianti idrici Servizi pubblica fognatura, collettamento e depurazione a Estensione reti di fognatura b Sostituzione di reti ed impianti c Razionalizzazione reti fognarie, reti nere, bianche, miste d Tecnologie avanzate e Collettamento f Estensione della copertura del servizio di depurazione g Adeguamento degli impianti di depurazione al D.Lgs. 152/ h Adeguamento dei depuratori alle norme sui bacini drenanti in aree sensibili i Sostituzione di impianti per obsolescenza j Estensione dei controlli sugli scarichi

3 4.1.5.k Telecontrollo impianti 4.2 Programma degli interventi Premessa Il Confronto col P.R.R.A cosi come integrato nel PTUA Il Programma Stralcio Il Programma degli Interventi L elenco analitico delle opere e le informazioni disponibili Opere non ancora individuate Dotazioni finanziarie indistinte Programma degli Interventi per la massimizzazione degli obiettivi di piano nell orizzonte temporale di 30 anni a Premessa b Obiettivi e durata di Piano Programma degli Interventi d Acquedotto a Interventi individuati Acquedotto b Interventi per l Arsenico ed altri parametri c Ulteriori investimenti Acquedotto d Riepilogo acquedotto Programma degli Interventi di Fognatura a Interventi individuati Fognatura b Ulteriori Nuove Opere Fognatura c Ulteriori Rifacimenti - Fognatura d Riepilogo Fognatura Programma degli Interventi di Collettamento a Interventi individuati Collettamento b Ulteriori Nuove Opere - Collettamento c Ulteriori Rifacimenti - Collettamento d Riepilogo Collettamento Programma degli Interventi di Depurazione a Interventi individuati Depurazione b Ulteriori Nuove Opere Depurazione 1

4 c Ulteriori Rifacimenti - Depurazione d Riepilogo Depurazione Programma degli Interventi di Servizio Idrico Integrato Osservazioni conclusive 4.3 Stima dei costi di investimento Premessa Fonti di informazione Interventi individuati puntualmente Stima degli ulteriori fabbisogni finanziari e dei fondi a destinazione non definita L impatto sui costi operativi L attuazione degli interventi Il Programma degli Interventi 4.4 Definizione dei criteri per l individuazione degli interventi prioritari del ciclo dell acqua Premessa Priorità tecnico-normativa a I contenuti della Direttiva Regionale approvata con D.G.R. n del 13/12/ b Inserimento della Direttiva nel vigente quadro normativo Ulteriori criteri di priorità Metodo per l organizzazione degli elementi di valutazione della priorità a La priorità tecnico-normativa b La priorità ambientale c La priorità legata alla compartecipazione economica d L ottimizzazione funzionale e la priorità amministrativa La gestione dell ordinamento degli interventi 4.5 Stima dei costi d investimento, caratterizzazione a scala di ambito, circondario e Comune Scheda Ambito Territoriale Ottimale Incidenza degli investimenti sui circondari 2

5 4.5.3 Incidenza degli investimenti sui Comuni Allegati al capitolo 4 - Appendice 1 Elenco interventi Acquedotto, Fognatura, Collettamento, Depurazione Schede Comunali Elenco Agglomerati - Allegato 4.01 Quadro complessivo delle Risorse necessarie per finanziare le Opere di Piano - Allegato 4.02 Ripartizione Comunale degli investimenti - Allegato 4.03 Acquedotto Stime Parametriche, Schemi di acquedotto, Stato di fatto interventi per Arsenico - Allegato 4.04 Fognatura Stime Parametriche - Allegato 4.05 Collettamento Stime Parametriche - Allegato 4.06 Depurazione Stime Parametriche - Allegato 4.07 Schede di dettaglio a livello comunale 3

6 CAPITOLO 4 PIANO DEGLI INTERVENTI 4.1 Strategie di intervento Relazione ai sensi del capitolo 6 punto 6.1 della D.G.R. 28 marzo 2003 n 7/12577 pubblicata sul B.U.R.L. del II supplemento straordinario Premessa Il presente documento descrive le Strategie di Intervento del Piano d Ambito della provincia di Cremona, definite in osservanza della Metodologia Regionale prevista ai sensi della D.G.R. n 7/12577 del 28 marzo così come specificato nel capitolo 6, punto 6.1. Le Strategie sono orientate allo svolgimento del Servizio Idrico Integrato nell area interessata nelle migliori condizioni possibili, avuto riguardo alla situazione attuale ed ai livelli obiettivo di servizio definiti nel capitolo 3 e relativi allegati. A loro volta, gli obiettivi di servizio, sono stati ipotizzati in relazione a due possibili livelli, con maggiore o minore intensità di capitale, allo scopo di consentire all Autorità di Ambito una scelta ponderata degli obiettivi realmente perseguibili dopo aver verificato la loro sostenibilità economica. Breve storia: Prima Stesura del Capitolo 4 Da questa impostazione, suggerita dalla Metodologia Regionale, sono risultate due ipotesi diverse del Programma degli Interventi, denominate rispettivamente PROPOSTA N 1 e PROPOSTA N 2, oggetto di una Prima Stesura del Capitolo 4 realizzata nel Novembre In particolare: La PROPOSTA N. 1 corrispondente a livelli di servizio massimi raggiungibili in ipotesi di assenza di vincoli sulle risorse (e quindi sulla tariffa) e nell orizzonte temporale minore (20 anni). La PROPOSTA N. 2 corrispondente a livelli di servizio allineati a quelli richiesti dalla normativa e dalle prassi comuni, a fronte di uno sforzo significativo di contenimento degli investimenti e dell onere tariffario. A tale scopo concorrevano due azioni congiunte: da un lato, l adozione di obiettivi di servizio più ragionevoli implicava il contenimento dell investimento medio annuo per

7 sostituzioni e rifacimenti; dall altro l ampliamento dell orizzonte temporale (30 anni) consentiva di diminuire l incidenza annuale degli interventi migliorativi. Le suddette proposte, sono state superate dalla: Stesura definitiva del Capitolo 4 Nel corso del mese di Dicembre 2005 e durante il 2006, gli elaborati sono stati ampiamente discussi ed approfonditi a tutti i livelli funzionali e istituzionali dell Autorità d Ambito (Segreteria Tecnica, Comitato Ristretto, Riunioni di Circondario, Conferenza dei Sindaci) ed inviati ai Gestori industriali dell Ambito. In seguito a questa fase di consultazione, alle prime verifiche tariffarie, nonché alla rapida evoluzione normativa, è emersa la necessità di pervenire ad una Stesura definitiva del Capitolo 4, licenziata nel marzo 2007 al fine di operare una parziale ridefinizione delle Strategie ed adeguare il Programma degli Interventi alle nuove istanze. E stata pertanto elaborata la cosiddetta PROPOSTA N 3, che verrà presentata nel proseguo, del Programma degli Interventi (Paragrafo 4.2.8) che supera integralmente le proposte 1 e 2, che è da ritenersi la versione definitiva, e con la quale si è inteso perseguire i seguenti principi: 1) rispetto della nuova e più recente normativa; 2) miglioramento della conoscenza circa lo stato di fatto delle opere; 3) conseguente affinamento delle politiche di intervento in modo da migliorare l allocazione delle risorse; 4) ricerca di una mediazione bilanciata tra massimi livelli di servizio e sostenibilità tariffaria Il programma degli interventi presenta un monte investimenti per un valore complessivo di euro all interno del quale è stato possibile: finanziare tutti gli adeguamenti impiantistici necessari a garantire la qualità ottimale ed il recepimento delle nuove normative aumentare ovunque gli attuali tassi di sostituzione delle reti riducendo la vita media delle infrastrutture e migliorandone dunque affidabilità ed efficienza, attraverso un piano degli interventi tarato in base all effettivo stato del territorio, potenziando i rifacimenti laddove attualmente si registrano le prestazioni più scadenti, e raggiungendo invece con maggiore gradualità livelli medi di sostituzione delle infrastrutture ancora in buone o discrete condizioni.

8 4.1.1 Linee generali per la predisposizione del PdA La Regione Lombardia con D.G.R. n. 7/12577 del 28/03/2003 ha tracciato le linee generali per la predisposizione dei Piani d Ambito in Regione Lombardia. La Metodologia Regionale stabilisce che il principale riferimento per la stesura del Programma degli Interventi debba essere costituito dal P.R.R.A e richiede che le previsioni di intervento ivi contenute vengano sottoposte a revisione ed ai necessari aggiornamenti. Essa inoltre indica come ulteriore importante riferimento per i settori fognatura, collettamento e depurazione il Programma Stralcio, predisposto dalla Provincia di Cremona ai sensi della legge 388/2000 in adempimento del D.lgs. 152/1999. Il P.R.R.A., elaborato nei primi anni 90, è stato approvato definitivamente con D.C.R. n VII/402 del , e successivamente sottoposto a successivi aggiornamenti da parte dell Autorità di Ambito, sino al marzo La delibera del Consiglio Regionale precisa quali aspetti del piano debbano essere considerati vincolanti e quali invece costituiscano soltanto riferimento indicativo per la progettazione e realizzazione delle opere. Nel seguito del presente capitolo vengono descritte le più importanti scelte strategiche, dopo aver preso in considerazione lo stato di attuazione del P.R.R.A. La più recente approvazione del Programma di Tutela ed Uso delle Acque (D.G.R. n del 29/03/2006) ha di fatto superato, inglobandone i contenuti, il succitato P.R.R.A., giustificando le scelte infrastrutturali, mediante il loro inserimento in un complesso quadro di conoscenze e scelte ambientali.

9 Il Piano Regionale di Risanamento (P.R.R.A.) Come detto, il P.R.R.A., fu elaborato nei primi anni 90, ma è stato approvato definitivamente dal Consiglio Regionale in tempi molto recenti (2002). Ciò ha determinato una relativa obsolescenza delle indicazioni ivi contenute, e dei criteri che ne sono stati ispiratori. La Delibera del Consiglio Regionale precisa che i seguenti aspetti del piano assumono carattere vincolante: gli schemi di aggregazione degli acquedotti, gli schemi di aggregazione per la depurazione ed il relativo corpo idrico recettore, l allacciamento dei terminali di fognatura agli schemi depurativi previsti. Sono stabilite deroghe ai principi precedenti in casi individuati dalla stessa delibera regionale; viene inoltre prescritto che in sede di attuazione progettuale degli schemi proposti si debbano verificare la ubicazione delle opere, il loro dimensionamento ed i trattamenti da effettuare. Tutti gli altri contenuti del piano costituiscono soltanto riferimento orientativo per la progettazione e la realizzazione delle opere. I paragrafi che seguono contengono tutte le valutazioni relative ai servizi di acquedotto, fognatura e collettamento, depurazione Il Programma di Tutela e Uso delle Acque (P.T.U.A.) Il Programma di Tutela e Uso delle Acque è stato approvato dalla Regione Lombardia con Delibera di Giunta n del 29 marzo 2006, e pertanto successivamente alla Prima Stesura del Capitolo 4 (novembre 2005). Inoltre il 24 Marzo 2006 sono stati licenziati i Regolamenti Regionali N 2, 3, 4 che recepiscono le indicazioni del piano. Si è confermato il riconoscimento della Lombardia come Area drenante di area sensibile con la conseguenza che i depuratori di maggiore dimensione devono essere dotati di trattamento terziario. Inoltre il P.T.U.A. dovendo garantire l abbattimento del 75% del carico di nutrienti, richiede valori limite più stringenti allo scarico anche per i depuratori di minori dimensioni.

10 Nel Programma degli interventi, sono incluse opere puntuali previste per far fronte a queste esigenze. In particolare, sono stati individuati gli investimenti necessari per adeguare gli impianti di depurazione al rispetto dei nuovi limiti Servizi di pubblico acquedotto Il presente paragrafo affronta i seguenti temi relativi alle opere ed al servizio di acquedotto: a. Contenimento della concentrazione di arsenico entro i limiti di legge b. Parametri indicatori c. Schemi idrici intercomunali e comunali d. Fabbisogni di risorse idriche e. Copertura e qualità del servizio f. Approvvigionamento di acque di superficie g. Distribuzione acqua non potabile h. Rinnovo reti ed impianti i. Riduzione delle perdite j. Telecontrollo impianti idrici a - Contenimento della concentrazione di Arsenico entro i limiti di legge Come già richiamato nel capitolo 3, le caratteristiche di qualità delle acque potabili di numerosi comuni della Provincia di Cremona nel corso del 2003 sono risultate insufficienti per la presenza di arsenico in concentrazione superiore al limite stabilito dal D.Lgs. 2 febbraio 2001, n 31, pari a 10 µg/l. E stata pertanto concessa dalla Direzione Generale Sanità della Regione, con Decreto n del , ai sensi dell art. 13 del D.Lgs.31/2001, la deroga, fino al 31 dicembre 2004, all applicazione del valore del suddetto parametro arsenico, pari a 10 µg/l, consentendo l utilizzo dell acqua con valori di arsenico non superiori a 50µg/l per il territorio interessato; successivamente tale deroga è stata rinnovata con Decreto Direzione Generale Sanità n del , fino al e con Decreto Direzione Generale Sanità n 8589 del , fino al

11 Si è in attesa degli ulteriori sviluppi da parte dei Ministeri competenti e della Regione Lombardia per la concessione della necessaria deroga per l anno in corso, nonché di provvedimenti aggiuntivi al fine di permettere l attuazione fisica, da parte del gestore, degli interventi risolutivi, già finanziati in buona parte dalla Regione Lombardia nella 4^ fase dell accordo di Programma Quadro, e che si protrarranno almeno fino al Il Programma degli Interventi prevede, infatti, le opere necessarie al rientro nei limiti di legge, peraltro già individuate nello stesso Decreto Regionale di deroga. Per buona parte di queste opere è stato richiesto dall Autorità d Ambito un contributo regionale nella misura del 40% dell investimento previsto (quarta fase dell A.d.P.Q.) e tale contributo è stato concesso con D.G.R. n del Dagli ultimi accertamenti effettuati risulta che la situazione è attualmente già in corso di adeguamento, come si evince dall allegato 4.01 b) Stato di fatto degli interventi previsti con Decreto n del Si evidenzia infatti che per alcuni comuni l intervento previsto è già stato realizzato, come per esempio nei comuni di Cremona e Soresina (quanto a quest ultimo, la situazione è stata riportata entro i limiti previsti con relativa facilità, dal momento che l inadeguatezza interessava solamente la frazione di Moscona). Per altri comuni invece, è in fase di attuazione (Annicco, Castelverde, Torre de Picenardi, ecc.). Pertanto allo stato attuale la popolazione interessata da valori fuori limite è significativamente ridimensionata, rispetto a quanto indicato nella citata delibera. Il Programma degli Interventi assegna la priorità agli interventi residui per l adeguamento di queste opere b Parametri indicatori Ai sensi del decreto legislativo 31/2001 sono previsti limiti nella parte C dell allegato 1 per una pluralità di elementi o composti chimici. Tali limiti assumono valore indicativo. Nella Provincia di Cremona i parametri interessati risultano essere i seguenti come riportato in allegato 4.01 c) Adeguatezza dei Parametri indicatori NH4, Fe, Mn : Ferro (14 Comuni); Manganese (40 Comuni); Ammoniaca (31 Comuni). Il Programma degli interventi definisce opere per il contenimento delle concentrazioni.

12 4.1.4.c Schemi idrici intercomunali e comunali Nella redazione del P.R.R.A. all interno del territorio della Provincia di Cremona sono stati individuati, a tutto il 2016, n 12 schemi acquedottistici, di cui 10 intercomunali e 2 comunali. Secondo tale previsione, ogni schema è costituito da una o più centrali di approvvigionamento - captazione e trattamento - stazioni di sollevamento ed un sistema di condotte adduttrici per rifornire i singoli comuni. Questa scelta fu dettata innanzitutto dalla esigenza di offrire adeguate garanzie per la qualità dell acqua distribuita e di ridurre drasticamente i costi di esercizio rispetto alla situazione preesistente, caratterizzata da forte dispersione degli impianti di prelievo e conseguente scarsa affidabilità dei numerosi impianti di trattamento. In base agli elementi esposti ed alle verifiche effettuate presso i principali Gestori si ritiene che non sussistano elementi per mettere in discussione le scelte strategiche già contenute nel P.R.R.A. Pertanto tali Scelte Strategiche vengono confermate, sia in relazione alla scelta delle fonti di approvvigionamento, sia in relazione alla definizione delle aggregazioni intercomunali, nonché all autonomia degli acquedotti di maggiori dimensioni. In particolare, il Programma degli Interventi conterrà opere orientate al completamento dell attuazione di queste scelte, fatti salvi gli adeguamenti tecnico-progettuali riguardanti dimensionamenti, ecc., come previsto dalla Delibera Regionale di approvazione del P.R.R.A n VII/402/2002. La Provincia valuterà la necessità/opportunità di inserire nel Piano Territoriale misure di salvaguardia delle fonti delle principali risorse idriche utilizzate. Peraltro, allo stato, non sono noti problemi di inquinamento delle falde correlati alle attività antropiche se non nell Area Cremasca (fino alla barriera idraulica del fiume Serio) e relativamente alla sola falda superficiale. Per quanto riguarda le opere di stoccaggio della risorsa idrica (serbatoi) previste dal P.R.R.A. occorre evidenziare come stiano perdendo gradualmente interesse man mano che vengono realizzati nuovi potabilizzatori. Per le opere residue, inoltre, vi è da tener conto dell evoluzione tecnologica che sconsiglia ormai la realizzazione di serbatoi pensili: la soluzione di vasche in terra, oltre a presentare un rapporto capacità/investimento molto superiore (da 2 a 4 volte rispetto al pensile) comporta costi di manutenzione assolutamente più contenuti.

13 4.1.4.d Fabbisogni di risorse idriche La valutazione dei fabbisogni di risorse idriche è effettuata realizzando la cosiddetta Stima della Domanda (cap. 3.1), ovvero la identificazione di una previsione del fabbisogno idrico complessivo nell arco di tempo pianificato. Nel caso della provincia di Cremona, si è pervenuti ad una stima che prevede la presenza di un trend leggermente crescente, che porterà ad un incremento molto modesto al termine del periodo (+10%). Ciò porta a concludere che le iniziative definite dalla vigente pianificazione per la riorganizzazione complessiva dell approvvigionamento idropotabile sul territorio Provinciale possono essere considerate complessivamente adeguate a fronteggiare i fabbisogni quantitativi futuri. Naturalmente potranno determinarsi in futuro situazioni puntuali e localizzate di squilibrio tra domanda ed offerta, dovute alle cause più diverse. Per fronteggiare queste evenienze potranno temporaneamente essere utilizzati gli stanziamenti non differenziati contenuti nel Piano degli Interventi, salvo rideterminazione dei fabbisogni finanziari in sede di revisione e Copertura e qualità del servizio Il Programma conterrà interventi volti ad assicurare: 1. l obiettivo di copertura tendenzialmente integrale del servizio sul territorio nell arco di validità del Piano d Ambito (allegato 3.08 Indicatori di qualità dei servizi idrici ). 2. Il mantenimento delle dotazioni minime garantite nelle reti di distribuzione (allegato 3.07 Analisi dei livelli di servizio ) f Approvvigionamento di acque di superficie Il P.R.R.A. scartava decisamente l ipotesi del prelievo e trattamento di acque superficiali; le stime dei costi di investimento e gestione effettuate in quella sede forniscono infatti valori nettamente superiori a quelli calcolati per la soluzione adottata dal piano, già descritta in precedenza (si pensi, per esempio, agli studi effettuati per il trasporto di risorsa dalle valli Bergamasche che, oltre a problemi legati alle conseguenze di variazioni climatiche sulla

14 disponibilità di invaso, hanno in ogni caso evidenziato fabbisogni di investimento di gran lunga superiori alle soluzioni adottate). Non ci sono motivi per rivedere questa decisione in sede di Piano d Ambito, anche perché, nel frattempo, è stata realizzata la gran parte dei sistemi intercomunali e delle interconnessioni previste dal P.R.R.A., raggiungendo in tal modo un grado sufficiente di affidabilità dell approvvigionamento idrico sull intero territorio Cremonese g Distribuzione acqua non potabile Per le ragioni già esposte in sede di elaborazione e discussione degli obiettivi di servizio, il Piano d Ambito non ipotizza, per ora, la creazione di un sistema acquedottistico duale per la distribuzione di acqua non potabile alle utenze produttive. Tale decisione potrà essere riesaminata in sede di revisione periodica del Piano d Ambito (ogni tre/cinque anni), qualora dovessero intervenire nuovi eventi a cambiare sostanzialmente lo scenario attuale h Rinnovo reti ed impianti Le reti e gli impianti esistenti presentano, secondo la Ricognizione I.Re.R del 2002, le seguenti età medie: 1. impianti di potabilizzazione: 11 anni 2. reti di adduzione 28 anni 3. reti di distribuzione (dato giudicato poco affidabile) 25 anni 4. impianti di sollevamento su opere di presa 23 anni 5. impianti di sollevamento sulle reti 20 anni 6. serbatoi 26 anni L allegato 3.08 Indicatori di qualità dei servizi idrici definisce due livelli di obiettivi di durata funzionale per ciascuna delle categorie sopraindicate, facendo riferimento alle indicazioni contenute nei Criteri regionali di pianificazione utilizzati per il P.R.R.A. Il Piano degli Interventi, in relazione agli obiettivi di servizio prescelti, prevede una quota annuale di investimenti da destinare al rinnovo di reti ed impianti, per ciascuna categoria.

15 4.1.4.i Riduzione delle perdite idriche Le perdite d acquedotto consistono in un volume di acqua potabile che viene immesso nella rete acquedottistica e che però non trova riscontro nei volumi erogati. Il dato delle perdite è pertanto generalmente calcolato come differenza tra i volumi immessi in rete (misurati tipicamente al serbatoio) ed i volumi erogati (volumi misurati all utenza oppure volumi fatturati). Anche in questo caso, l allegato 3.08 Indicatori di qualità dei servizi idrici definisce due alternativi livelli obiettivo, più o meno impegnativi. Obiettivo 1 = 25% Obiettivo 2 = 20% Occorre precisare che tale dato risulta sempre affetto da un consistente grado di incertezza, sia per la presenza di errori non trascurabili dei misuratori (anche quelli dei volumi immessi in rete, con conseguenti possibili sovrastime delle reali perdite in rete) sia per la presenza di distorsioni legate ai volumi erogati non misurati (fontanelle senza misuratori, scuole, ecc.) o viceversa, per i volumi fatturati ma non erogati (come per esempio le quote minime impegnate che sono in fase di progressiva eliminazione, ma che ancora oggi possono costituire un elemento di distorsione). Vi sono poi molti altri usi autorizzati che non vengono misurati e spesso nemmeno stimati (lavaggio delle condotte, sfiori dei serbatoi, ecc.). Vi sono anagrafi non sempre completamente aggiornate, ecc. Inoltre, le perdite di rete, a parità di condizioni delle reti e di capacità gestionali, sono strettamente correlate all estensione totale delle condotte (come avviene tipicamente nelle zone rurali). 1 Ne consegue che, a fini di pianificazione, può essere preso in considerazione il livello assoluto delle perdite, comunque esse vengano stimate, inteso come livello di riferimento qualitativo, più che quantitativo (soprattutto confrontato con il corrispondente dato nazionale o di altre realtà differenti). Ma poi in fase di applicazione di Piano, occorrerà una più stretta interazione con il Gestore per raggiungere quello che comunemente in letteratura viene indicato come Livello Economico di Perdita, oltre al quale gli sforzi di miglioramento tendono a diventare scarsamente efficaci e economicamente non giustificati. 1 Reti più estese comportano perdite percentuali maggiori e presentano maggiori difficoltà nel raggiungere gli obiettivi di contenimento, a parità di altre condizioni.

16 Fatta questa doverosa premessa, il decreto ministeriale 8 gennaio 1997 n 99 definisce le voci che compongono il bilancio idrico, distinguendo molteplici componenti delle perdite (per manutenzioni, per rotture e disservizi, perdite di misura, ecc.). In sintesi è possibile identificare due categorie di perdite: Perdite fisiche (o reali) Perdite di contabilizzazione (dovute alla mancata fatturazione di volumi erogati) Il Programma degli interventi prevede azioni finalizzate alla riduzione di entrambe le componenti, attraverso investimenti volti al miglioramento delle infrastrutture ma anche degli strumenti gestionali ed organizzativi j - Telecontrollo impianti idrici Non esistono dati ricavabili dalla Ricognizione I.Re.R. del 2002 circa lo stato delle attrezzature per il telecontrollo degli impianti idrici, attualmente operanti. Tuttavia, trattandosi di tecnologie a rapida obsolescenza, occorre prevedere interventi di revisione e manutenzione con una certa continuità (sia del software che degli apparati). A termine medio sarà anche indispensabile por mano al rinnovamento complessivo degli impianti stessi, che hanno solitamente una vita attiva di 8-10 anni. Il Programma degli Interventi assegna uno stanziamento destinato al rinnovamento di questi apparati Servizi pubblica fognatura, collettamento e depurazione Il Programma degli Interventi contiene la definizione puntuale di una serie di opere già individuate desunte dal Programma Stralcio debitamente aggiornato per tenere conto delle opere finanziate in base all Accordo di Programma Quadro (AdPQ), da altre iniziative di finanziamento intraprese dall Autorità d Ambito, nonché da ulteriori nuove richieste di Comuni ed Aziende. Gli interventi che sono stati individuati in parte hanno trovato una copertura finanziaria, ma in massima parte devono trovare copertura finanziaria in tariffa.

17 In particolare, nell aggiornamento del Programma Stralcio a seguito delle successive richieste di finanziamento per la 3 fase AdPQ, non potendo disporre di un maggior grado di dettaglio si è dovuto necessariamente ricorrere a metodi di approssimazione che consentissero di individuare, almeno su base comunale, gli importi necessari. Agli interventi fabbisogni di risorse così individuati, se ne affiancano altri stimati in base alle previsioni circa le necessità di rinnovo delle opere, ossia finalizzati al mantenimento dello stato funzionale delle opere esistenti nell arco della durata di piano. Infine, dopo aver fatto il punto sullo stato di attuazione della vigente pianificazione, si è provveduto a valutare gli interventi che residuano per portare a compimento le previsioni ivi contenute al 2016, e che non avevano ancora trovato spazio all interno del Piano Stralcio e successive integrazioni. Nel far ciò, si sono tenuti in considerazione i più recenti orientamenti legislativi, la recente evoluzione del sistema ed ipotesi ragionevoli per il prossimo futuro. Il presente paragrafo affronta pertanto i seguenti temi relativi alle opere ed al servizio di fognatura: a. Estensione reti di fognatura b. Sostituzione di reti ed impianti c. Razionalizzazione reti fognarie d. Reti separate e. Tecnologie avanzate f. Estensione della copertura del servizio di depurazione g. Adeguamento degli impianti di depurazione al D.Lgs. 152/06 e R.R. n. 3/2006 h. Adeguamento dei depuratori superiori a A.E. alle norme urgenti i. Adeguamento dei depuratori sino a A.E. alle disposizioni regionali j. Sostituzione di impianti per obsolescenza k. Estensione dei controlli sugli scarichi l. Telecontrollo impianti a Estensione reti di fognatura Per il settore funzionale fognature è stato individuato, nell allegato 3.08 Indicatori di qualità dei servizi idrici - tab. A2, un unico obiettivo di copertura pari al 98% della popolazione.

18 La lunghezza della rete di fognatura censita da I.Re.R. nel 2002 é nella ipotesi più restrittiva (GEO) pari a km. Poiché l'obiettivo al 2016 del PRRA é di km, il Programma degli Interventi deve prevedere nuove reti per almeno un centinaio di chilometri. Il programma degli interventi prevede investimenti per realizzare nuovi tratti di rete fognaria, per un totale di oltre 90 milioni di Euro, il che porta a stimare un estensione complessiva delle reti a fine piano non inferiore alle previsioni estrapolate dal P.R.R.A. al b Sostituzione di reti ed impianti Il Programma Stralcio individua alcuni interventi di Efficientamento e Ricostruzione di reti ed impianti esistenti. Tali interventi costituiscono tuttavia una parte minimale di quelli richiesti per il mantenimento nel tempo del valore funzionale delle Opere. In aggiunta a questi primi interventi, sono stati previsti nell arco dell orizzonte di piano numerosi interventi di sostituzione di condotte, opere civili ed impianti, al fine di fronteggiare la naturale obsolescenza delle opere; in mancanza di progetti anche di massima, tutti questi interventi sono stati stimati sulla base dei parametri regionali. Per quanto riguarda le reti di fognatura, si è scelto di adottare l obiettivo di vita utile meno stringente (60 anni) al fine di contenere il rilevante investimento di sostituzione nell arco di piano. Del resto le consultazioni con i Gestori hanno confermato la ragionevolezza e la praticabilità di tale scelta c Razionalizzazione reti fognarie, reti nere, bianche, miste Negli scorsi decenni in numerosi comuni sono state realizzate reti di fognatura, connesse in maggiore o minor misura, con la rete dei canali di scolo o addirittura con corsi d acqua superficiali. Ciò ha provocato da un lato problemi di natura idraulica e dall altro inutili incrementi dei volumi di acqua avviati ai depuratori. Interventi di costruzione o sostituzione di fognature sono già individuati con il Programma Stralcio, ma relativamente alle fognature bianche persiste il dubbio circa la finanziabilità a carico della tariffa d Ambito. Per quanto riguarda il rifacimento delle fognature bianche, attualmente la ricognizione I.Re.R. del 2002 riporta la presenza di circa 26 km di fognatura bianca, per la maggioranza di recente realizzazione (età compresa tra 3 e 20 anni). Solamente 6 km di rete bianca (Cremosano)

19 risultano con età media pari a 50 anni, e per questo tratto è stato dunque previsto un parziale fabbisogno di risorse per rifacimento. Il Programma degli Interventi, partendo da una situazione di scarsa o nulla diffusione di reti separate, si propone l obiettivo di sviluppare in misura significativa questa soluzione tecnica. Tale criterio viene adottato anche per rispettare le indicazioni del d.p.c.m. 4/3/1996 secondo il quale la soluzione separata va adottata nelle aree di espansione e nei rifacimenti, salvo impraticabilità tecnico-economica documentabile. Opere quali scolmatori di piena e vasche di prima pioggia discendono di conseguenza dalle scelte effettuate in questa fase. In particolare, i regolamenti regionali 3 e 4 del 24 Marzo 2006 prevedono indicazioni prescrittive circa la realizzazione di vasche di prima pioggia, vasche volano, sollevamenti, sfioratori d Tecnologie avanzate Il Programma degli Interventi, recependo il Piano Stralcio, prevederà anche iniziative volte a asservire al telecontrollo gli impianti di sollevamento. Qualche investimento per dotare il nuovo Gestore di idonei apparati di videoispezione è da considerarsi parimenti indispensabile e Collettamento Le opere di collettamento previste nel Programma degli Interventi sono finalizzate alla realizzazione degli obiettivi previsti dal P.R.R.A. a tutto il In larga parte si tratta di opere già inserite nel Programma Stralcio e riprese nel Programma degli Interventi f Estensione della copertura del servizio di depurazione Gli abitanti serviti dovranno raggiungere il 98% della popolazione residente (all Indicatori di qualità dei servizi idrici - tab. A3). Si ritiene che questi indici di servizio possano essere raggiunti collegando in ogni caso le reti di fognatura, come del resto prevede la legge (D.lgs. 152/1999, e ora D. lgs 152/2006) ad un adeguato impianto di depurazione, in sintonia con la definizione degli agglomerati. Anche per il servizio di Depurazione il Programma degli Interventi riprende i contenuti del Programma Stralcio arricchiti con le opere finanziate nella 1^, 2^ e 3^ fase dall Accordo di Programma Quadro, con gli interventi inseriti nei filoni di finanziamento denominati incremento

20 tariffario 5% 1 anno Comuni e incremento tariffario 5% 1 anno Aziende, con le opere dell iniziativa interventi prioritari del ciclo dell acqua in attuazione del PTUA, nonchè con l implementazione degli interventi derivanti dalle istanze pervenute in occasione del bando per la graduatoria relativa alla 3^ fase AdPQ, come pure da ulteriori nuove richieste di Comuni ed Aziende g Adeguamento degli impianti di depurazione al D.Lgs. 152/06 Tutti i depuratori esistenti, in relazione alle loro dimensioni, devono essere in primo luogo pienamente conformi alle indicazioni del D.Lgs. 152/06 artt. 101 e segg. e allegato 5 (del suddetto D.Lgs.). In numerosi casi, si rendono necessari interventi di manutenzione straordinaria e/o adeguamento funzionale. Le opere da realizzare riguardano sia i depuratori maggiori dimensioni che un buon numero di quelli piccoli. Vengono definiti puntualmente un certo numero di interventi, che vanno ad aggiungersi a quelli contenuti nel Programma Stralcio; per il resto, vengono allocati alcuni importi non ancora differenziati h Adeguamento dei depuratori alle norme sui bacini drenanti in aree sensibili Come già accennato in precedenza, nell Atto di Indirizzi per la Politica di uso e tutela delle acque, adottato dalla Giunta Regionale il 27 febbraio 2004, D.G.R. n VII/16581, ed approvato definitivamente dal Consiglio Regionale nel luglio 2004, è detto che l intero territorio lombardo costituisce parte del bacino drenante all area costiera dell Adriatico, designata sensibile dal D.Lgs. 152/99. Questo principio viene poi adeguatamente sviluppato nel Piano di Tutela. Ciò significa che in tutta la Lombardia dovranno essere adottate le misure previste per queste aree dal decreto citato all articolo 32, ripreso poi dall art. 106 del DLgs 152/06; le acque reflue devono essere sottoposte a specifici trattamenti per assicurare il rispetto dei limiti di Azoto e Fosforo contenuti, assieme alle relative scadenze temporali nel R.R. n. 3/2006. Infatti la Regione ha stabilito una graduazione dell intensità del trattamento terziario richiesto in funzione della classe di potenzialità dei depuratori; le relative tabelle, sono contenute nel Piano di Tutela. La materia è disciplinata dal Regolamento Regionale 24 Marzo 2006, n. 3 - Disciplina e regime autorizzatorio degli scarichi di acque reflue domestiche e di reti fognarie, in attuazione dell'articolo 52, comma 1, lettera a) della legge regionale 12 dicembre 2003, n. 26

21 Il Programma degli Interventi prevede i necessari interventi di adeguamento/ ristrutturazione di tutti i depuratori con potenzialità superiore a A.E. esistenti e/o previsti nell ambito. Il Piano di Tutela e Uso delle Acque stabilisce norme più restrittive di quelle statali per quanto riguarda gli scarichi dei depuratori con potenzialità compresa tra e A.E. e definisce il significato del trattamento appropriato, al quale devono essere sottoposti gli scarichi degli agglomerati inferiori a A.E. La materia è, anche in questo caso, disciplinata dal Regolamento Regionale 24 Marzo 2006, n. 3 - Disciplina e regime autorizzatorio degli scarichi di acque reflue domestiche e di reti fognarie, in attuazione dell'articolo 52, comma 1, lettera a) della legge regionale 12 dicembre 2003, n. 26. Il Piano d Ambito prevede le risorse necessarie per gli interventi di adeguamento/ristrutturazione dei depuratori con potenzialità inferiore a A.E.. Per quanto riguarda i depuratori fino A.E. si rileva che l applicazione delle previsioni di realizzare una serie di collettamenti porterà alla riduzione del numero dei piccoli depuratori, il che potrà giovare complessivamente sulla qualità degli scarichi ed in termini di costo di gestione i Sostituzione di impianti per obsolescenza L allegato 3.08, già più volte citato, contiene obiettivi di durata funzionale, relativi alla apparecchiature elettromeccaniche degli impianti di depurazione, correlati alle indicazioni dei Criteri Regionali di Pianificazione. Sulla base di questi obiettivi, il Piano degli Interventi stabilisce un importo adeguato per la sostituzione periodica di questi apparati. Per le opere civili i Criteri Regionali indicano una durata funzionale di 30 anni. Il Programma degli Interventi contiene adeguati stanziamenti per mantenere inalterato il valore funzionale delle opere j Estensione dei controlli sugli scarichi Attualmente è in fase di negoziazione tra Provincia di Cremona, ARPA, A.ATO e Gestori il protocollo sugli scarichi, che prevede autocontrolli finalizzati all attuazione della Deliberazione della Giunta Regionale n. 8/528 del 4 Agosto 2005 Direttiva per il controllo degli scarichi degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane ai sensi dell allegato 5 al d.lgs 11 maggio 1999, n. 152 e successive modifiche ed integrazioni;

22 Tali controlli dovranno essere gradualmente estesi agli impianti di minori dimensioni, in modo da assicurare la disponibilità di un quadro completo ed affidabile della situazione degli scarichi nell area Provinciale k Telecontrollo impianti Non esistono informazioni, desumibili dalla Ricognizione I.Re.R. del 2002 o da altre fonti, circa la esistenza e lo stato di questi impianti. Analogamente a quanto previsto a proposito del telecontrollo degli impianti idrici, vengono allocati nel Piano degli Interventi stanziamenti destinati alla manutenzione straordinaria ed al rinnovamento funzionale di questi impianti tecnologici. 4.2 Programma degli interventi Relazione ai sensi del capitolo 6 punto 6.3 della D.G.R. 28 marzo 2003 n 7/12577 pubblicata sul B.U.R.L. del II supplemento straordinario Premessa Il Programma degli Interventi è stato redatto seguendo la metodologia indicata al capitolo 6 della D.G.R. 7/12577 del I punti di riferimento essenziali sono forniti dalle analisi e proposte sviluppate in tema di Obiettivi del Piano d Ambito nei cap. 3.1 Stima della Domanda, 3.2 Livelli di servizio obiettivo, 3.3 Aree critiche. Il precedente capitolo 4.1 Strategie di Intervento definisce il quadro concettuale e le scelte di carattere strategico che stanno alla base dei programmi descritti nel presente documento e nei relativi allegati. Come precisato in sede di discussione degli obiettivi (cap. 3.2), si è inizialmente scelto di individuare, seguendo il suggerimento della Metodologia Regionale, due diversi Livelli di Servizio con maggiore o minore intensità (rispettivamente, obiettivo 1 e obiettivo 2).

23 Corrispondentemente, è stata messa a punto una Prima stesura del Programma degli interventi (Novembre 2005), nella quale sono state analizzate due versioni diverse, denominate rispettivamente PROPOSTA N 1 e PROPOSTA N 2, che si omettono nel proseguo del paragrafo in quanto, allo stato attuale, considerate solo come storia dell evoluzione del piano d Ambito. Successivamente, come meglio illustrato nella Premessa del citato paragrafo 4.1, si è manifestata la necessità di pervenire ad una diversa valutazione del Programma degli interventi, per la quale si è prodotta la seguente Stesura Definitiva del Programma degli interventi, ricercando una mediazione fra i livelli di servizio raggiungibili e l accettabilità della tariffa Il Confronto col P.R.R.A cosi come integrato nel PTUA Riprendiamo alcune considerazioni già svolte nel capitolo precedente, per ricordare che, secondo la Metodologia Regionale, un importante riferimento per la stesura del Piano degli Interventi è rappresentato dal P.R.R.A. Questo piano, elaborato nei primi anni 90, è stato approvato definitivamente dal Consiglio Regionale nel La delibera di approvazione stabilisce che assumano valore cogente i contenuti del Piano che definiscono le aggregazioni intercomunali per la erogazione del servizio idropotabile e di quello di depurazione. Tutte le altre indicazioni di piano hanno invece soltanto valore orientativo per la progettazione delle opere. Analoghe indicazioni sono inserite nel PTUA, che ne ha ripreso, aggiornandoli, i contenuti. Si ritiene comunque opportuno stabilire che tutte le opere previste dal Programma degli Interventi debbano attenersi, in linea di massima, alle indicazioni del PTUA, salvo nuove esigenze e/o situazioni emerse nel frattempo, che saranno documentate in sede progettuale. Lo stato di attuazione della vigente pianificazione è dunque stato verificato attraverso l analisi delle informazioni emerse dalla Ricognizione I.Re.R. del 2002, e, nei casi possibili, con ulteriori dati provenienti da altre fonti. Allo scopo di delineare un quadro il più possibile completo, come richiesto dalla Metodologia Regionale, i raffronti includono per fognatura e depurazione anche le previsioni del Programma Stralcio (Si veda più oltre). Per le ragioni già esposte, sono state analizzate con particolare attenzione le prescrizioni riguardanti i sistemi intercomunali; il risultato delle analisi è riportato in dettaglio negli allegati.

24 Per i sistemi acquedottistici si è ritenuto di integrare la rilevazione I.Re.R. con dati più aggiornati forniti dal gestore SpA. In sintesi, tutti gli schemi intercomunali previsti sono riportati nell Allegato 4.03 a); a questi si aggiungono due schemi comunali autonomi 1c e 2c per i comuni di Crema e Cremona. Ad oggi tutti gli schemi risultano sostanzialmente confermati e realizzati; fanno eccezione solo alcune opere di acquedotto (condotte di chiusura di maglie rete), che erano state ipotizzate con finalità di ulteriore miglioramento dell affidabilità degli acquedotti comunali, e che rivestono carattere di bassa priorità a giudizio del Gestore. Dal punto di vista delle interconnessioni intercomunali degli Acquedotti, SpA ha inoltre ritenuto di modificare parzialmente in qualche caso le indicazioni di piano per quanto riguarda la ubicazione dei pozzi e dei relativi impianti di trattamento. Le situazioni che hanno comportato una modifica degli schemi sono le seguenti: Comune di Castelverde dallo schema 5i allo schema 2c Comune di Bonemerse dallo schema 8i allo schema 2c Comune di Gerre de Caprioli dallo schema 8i allo schema 2c Tutti gli schemi intercomunali di Depurazione previsti dal P.R.R.A. sono già operativi o comunque già programmati, compreso, sia pure con previsione a lungo termine, quello che dovrà portare Casale Cremasca, insieme a Camisano e Castelgabbiano fino a Crema; infatti è ancora operativo il collegamento dei tre comuni al depuratore della Ditta Galbani. Non si ritiene pertanto la realizzazione di detto collettore un opera prioritaria Il Programma Stralcio La legge 388/2000 (finanziaria 2000) stabilì l obbligo per le Autorità d Ambito (sostituite dalle Amministrazioni Provinciali ove non ancora istituite) di adottare in via di urgenza un programma di interventi per i servizi di fognatura e depurazione, a stralcio del futuro Piano d Ambito. Le opere dovevano consentire di adeguare i due servizi alle prescrizioni della Comunità Europea. La medesima legge 388/2000 ha istituito una addizionale del 5% per quattro anni sui canoni di fognatura e depurazione, il cui ricavato viene destinato in modo vincolato al finanziamento dei Piani Stralcio. La Provincia di Cremona ha provveduto a redigere il proprio Programma Stralcio, approvato dal Consiglio Provinciale con deliberazione n. 77 del Il Programma individua puntualmente gli interventi per Opere di Fognatura, Collettamento e Depurazione ed attribuisce un punteggio di

25 priorità secondo criteri deliberati. Gli interventi sono altresì raggruppabili in due categorie: interventi per la realizzazione di nuove opere (ampliamento o costruzione) ed interventi su opere esistenti per adeguamento/potenziamento/ricostruzione /ristrutturazione /demolizione (definiti nel seguito anche come rifacimenti, per brevità). Il Programma Stralcio è stato costantemente tenuto aggiornato, negli anni successivi, dagli uffici della Segreteria Tecnica dell A.ATO, inserendo: le osservazioni esplicitamente fornite dai Soggetti interessati, a seguito delle richieste in tal senso avanzate dalla Segreteria Tecnica nell Ottobre 2001 e nel Giugno 2002, nell Aprile 2003 e nei successivi solleciti sino al febbraio 2005; le osservazioni al Piano Regionale di Risanamento delle Acque, presentate a partire dal 1998, sia quelle già approvate sia quelle in istruttoria; l elenco degli interventi che i Gestori hanno avanzato alla Regione sulla L.R. 23/84 per ottenere un finanziamento sulla progettazione; l elenco degli interventi finanziati, tramite l A.ATO, mediante l Accordo di Programma Quadro 1^ e 2^ fase; l elenco delle richieste di finanziamento avanzate dai Gestori (Aziende e Comuni) per l utilizzo dell introito tariffario del primo anno; l elenco dei progetti finanziati con Deliberazione del Comitato Istituzionale dell Autorità di Bacino del Fiume Po n. 27/2001 (fondi L. 183/89); l elenco degli interventi finanziati, tramite l A.ATO, mediante l Accordo di Programma Quadro 3^ fase; gli interventi richiesti dai Comuni e dalle Aziende, che non hanno avuto accesso al finanziamento, in occasione del bando della 3^ fase dell Accordo di programma Quadro; gli interventi proposti dai gestori relativamente all iniziativa interventi prioritari del ciclo dell acqua in attuazione del Programma di Tutela e Uso delle acque (Legge Regionale 26/2003, come modificata dalla Legge Regionale 18/2006), ai sensi dell art. 9 della Direttiva approvata con DGR n. VII/3789 del 13/12/2006.

26 4.2.4 Il Programma degli Interventi Il Programma degli interventi consiste in un elenco analitico di opere con determinazione dell importo delle risorse da reperire. Vi sono contenute diverse categorie di interventi, riassumibili come segue: 1) interventi già individuati (da Gestori o Programma Stralcio) 2) interventi - fabbisogni ulteriori di risorse individuati su base comunale (a seguito di aggiornamento costante del Programma Stralcio come esplicitato nel paragrafo 4.2.3) 3) l elenco degli interventi finanziati, tramite l A.ATO, mediante l Accordo di Programma Quadro 4^ fase (1 e 2 stralcio); 4) ulteriori interventi stimati su base parametrica; 5) fondi di riserva per opere finalizzate al completamento del P.R.R.A. e per imprevisti urgenti e/o miglioramenti gestionali. Il Programma degli Interventi definitivo individua gli investimenti necessari per raggiungere il massimo livello di servizio compatibile con un volume procapite di investimenti ragionevolmente sostenibile e le corrispondenti risorse necessarie per realizzarli nell orizzonte i Pianificazione maggiore (30 anni), e nel rispetto delle seguenti condizioni: innovazioni normative approfondimenti tecnici e finanziari vincoli tariffari La seguente Tabella, tratta dall Allegato 4.01, riassume i dati salienti del Programma degli interventi definitivo. Per i dettagli si rimanda all Appendice 1 ed agli Allegati da 4.01 a 4.06.

27 Valori espressi in Euro. FOGNATURA COLLETTAMENTO DEPURAZIONE FOGNATURA COLLETTAMENTO DEPURAZIONE ACQUEDOTTO INVESTIMENTI (ACQ-FOG-COLL- DEP) OPERE NON ATTRIBUIBILI AI SINGOLI COMUNI RISORSE DA REPERIRE AL NETTO DEI FINANZIAMENTI NUOVE OPERE / RIFACIMENTI 2 INDIVIDUATI / ULTERIORI NUOVE OPERE 3 (STIMA PARAMETRICA) ULTERIORI RIFACIMENTI 4 (STIMA PARAMETRICA) RISORSE DA REPERIRE con IVA 5 (PROPOSTA DI PIANO N 3: 30 ANNI) I.V.A. DEI COMUNI (STIMA) / / RISORSE DA REPERIRE senza IVA (PROPOSTA DI PIANO N 3: 30 ANNI) RIBASSO D'ASTA MEDIO AdPQ SULL'INTERO COSTO DELL'INTERVENTO 7,3% 7,3% 7,3% 7,3% 7,3% 7,3% 7,3% 7,3% RISORSE DA REPERIRE senza IVA, sotratto ribasso d'asta medio AdPQ (PROPOSTA DI PIANO N 3: 30 ANNI) ) Ampliamento / Costruzione. 2) Adeguamento /Potenziamento /Ricostruzione /Ristrutturazione /Demolozione. 3) Stima delle ulteriori necessità di finanziamento per opere non ancora individuate; comprende anche sfioratori, vasche, ed altre opere per adeguamento alle previsioni del P.R.R.A e del P.T.U.A. 4) Rifacimenti non ancora individuati relativi ad Opere Esistenti ed alle Nuove Opere che verranno realizzate (per es. parti elettromeccaniche). 5) Rispetto alla proposta 3 originale, sono stati sotratti gli studi ( ), l'intervento individuato di collettamento Crespiatica-Bagnolo Cremasco ( ) e l'ntervento stimato di collettamento attribuito a Camisano ( )

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