Un terzo tempo della partita

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1 La soglia ella vecchiaia si è spostata i 20 anni creano generazioni i anziani in conizioni fisiche e intellettuali ottimali. La longevità aggiunge un terzo tempo nel quale le conizioni croniche non impeiscono i esprimersi al meglio. Ma la società continua a veere nell anziano un problema e non una risorsa. Un terzo tempo ella partita a longevità è forse il più «L grane successo, la più bella ereità che lo scorso secolo ci ha lasciato». Domenico De Masi, sociologo, scrittore, ocente e ex presie i Scienze elle Comunicazioni alla Sapienza i Roma e visiting professor all Università i San Paolo e i San Salvaor in Brasile, è entusiasta. E ha ragione. In meia, nei Paesi avanzati, l attesa i vita è cresciuta i 12 anni al 1950 al Oggi è i 77 anni e mezzo per i maschi e 84 per le femmine. L inizio ella vecchiaia concorano gli esperti coincie con i 70 anni per i maschi e 76 per le femmine e potrebbe spostarsi a 80 anni nel «Ogni tre-quattro anni possiamo ire che la popolazione guaagna, in meia, un anno i vita», sottolinea Carlo La Vecchia, ocente i Epiemiologia all Università i Milano e, cosa più importante, è cresciuta in misura ancora maggiore l attesa i vita isability free, priva cioè i conizioni e malattie in grao i riurre sensibilmente l autonomia ell iniviuo. «In pratica oggi, nella maggior parte ei casi, si è vecchi solo negli ultimi uno-ue anni i vita», riprene De Masi che è nato nel 1938, «prima, quale che sia l età, ci si trova quasi sempre in una conizione matura e in ottima o ragionevole paronanza elle proprie capacità fisiche e mentali». «Le persone anziane sono in conizioni i salute generale migliori rispetto a quano ho iniziato a fare il meico 30 anni fa», afferma Giulio Mariani, responsabile ell Unità Operativa i Diabetologia ell Ospeale San Carlo i Milano, «certo, hanno elle conizioni e elle patologie, ma molto meglio controllate rispetto a una volta». «Oggi solo ai fini pensionistici si può parlare i vecchiaia nella fascia i età che va ai 60 ai 70 anni», afferma Mauro Tettamanti, responsabile ell Unità i Epiemiologia Geriatrica ell Istituto i Ricerche Farmacologiche Mario Negri i Milano che precisa 4

2 È un assurità affermare che l invecchiamento ella popolazione è un problema. Avere ecine i milioni i persone che a 70 o 80 anni sono in buona forma fisica e mentale è una risorsa. però: «Questo vale solo per i Paesi avanzati e anche in questi esiste un 10-15% i persone in ifficoltà già a questa età». Il normale eclino elle capacità fisiche è tranquillamente coperto alle tecnologie che ci consentono i spostarci e comunicare senza fatica. Sul fronte elle capacità cognitive, «a 65 anni, più i nove persone su 10 continuano tranquillamente a svolgere la vita che svolgevano a 55», afferma Tettamanti, «e lo stesso vale per i settantenni, solo a 80 anni veiamo un egrao. In questa fascia i età otto persone su ieci mantengono le capacità i base (vestirsi, mangiare, lavarsi), ma 5 su 10 hanno problemi a svolgere attività complesse: maneggiare soli, orientarsi, usare bene un telefonino». Il vero timore ell anziano oggi non è tanto la salute in sé «quanto la paura i non essere più autosufficiente, e ella solituine, ue situazioni spesso collegate. Ecco, è proprio questo che fa sentire l anziano vecchio. Mio pare» sottolinea Giulio Mariani, «che a 96 anni è perfettamente lucio, ha paura più che i ogni altra cosa i perere la sua autonomia». Ageno sullo stile i vita possiamo evitare il 40% elle morti per tumore. Prima i tutto riuceno il fumo che a solo è la causa i un quarto elle morti prevenibili. Anziani che anno. Se la vecchiaia si è spostata i molti anni più in là, la percentuale i vecchi sulla popolazione sta sceneno. Detto in altre parole: la popolazione europea iventa... sempre più giovane! «Quini è una assurità affermare che l invecchiamento ella popolazione è un problema. Avere ecine i milioni i persone che a 70 o 80 anni sono in buona forma fisica e mentale è una risorsa. Anche un bambino lo capirebbe», sottolinea De Masi, «la nostra società si regge in buona parte, già oggi, sugli ultrasessantacinquenni ma potrebbe approfittare molto meglio elle loro capacità». «A tutti gli effetti la maggioranza egli anziani sono soggetti attivi e non passivi: anno alla società molto più i quanto non prenano», conferma Domenico De Masi, sociologo, scrittore, ocente e ex presie i Scienze elle Comunicazioni alla Sapienza i Roma. Carlo La Vecchia, ocente i Epiemiologia all Università i Milano e Capo el Dipartimento i Epiemiologia ell Istituto i Ricerche Farmacologiche Mario Negri i Milano. Giovanni Lamura ricercatore allo European Centre for Social Welfare Policy an Research ell ONU i Vienna. In Italia, all inagine annuale svolta al Censis, emerge a esempio che il 40% egli anziani continua a risparmiare, sempre il 40% egli anziani fornisce un aiuto economico alla famiglia ei figli, mentre solo il 25% lo riceve. Questo anche perché, in Italia, il 78% egli anziani (il 90% nei piccoli centri) è proprietario ell immobile in cui abita e spesso anche i un altro immobile. È noto a esempio venne rilevato anche nella relazione el Governatore ella Banca Italia, Mario Draghi che il boom immobiliare el 5

3 Giulio Mariani, responsabile ell Unità Operativa i Diabetologia ell Ospeale San Carlo i Milano. Curiamo i più e curiamo meglio le persone, abbiamo maggiori capacità iagnostiche, riusciamo a guarire o a fermare, renenole croniche, patologie che ieri erano acute e gravi; assistiamo oggi a una iminuzione, in generale, elle malattie cariovascolari e metaboliche è stato finanziato in misura consistente a trasferimenti i enaro fra le generazioni. Insomma l anziano, favorito anche a una fase i continuo accrescimento nel valore elle sue proprietà, è più spesso il pilastro economico ella famiglia. A questo si aggiunge il ruolo egli anziani nella gestione ella famiglia ei figli. «Oggi le aziene, soprattutto nel terziario avanzato, assumono tari e manano in pensione presto», ricora Anrea Principi, economista presso l Istituto Nazionale per la Longevità attiva e la non autosufficienza ell Inrca i Ancona, «in compenso nella fascia i età centrale l utilizzo ella forza lavoro è massimo. Ma in quella fascia i età, iciamo fra i 30 e i 50 anni, oggi ci si sposa e si fanno figli; in un contesto quasi privo i supporti l anziano iventa la conizione necessaria per una coppia che vuole avere figli». In una società in cui spesso entrambi i genitori sono costretti a lavorare, il ruolo ei nonni che si occupano ei nipoti è spesso fonamentale e a questo si aggiunge fra i pensionati più giovani l'assistenza ai genitori 'grani anziani' in conizioni i fragilità. Il ominio ei fattori i rischio. Ma come si è arrivati a questa situazione, come si è aperta questa finestra che ona alle popolazioni europee 20 anni i vita in buona salute in più rispetto a solo 50 anni fa? In primo luogo l aumento ella urata e ella qualità ella terza età si eve a miglioramenti per così ire ambientali. In una prima fase sono migliorate le conizioni igieniche elle abitazioni (acqua corrente e fognature), in secono luogo sono migliorate le conizioni i lavoro: mansioni sempre meno faticose e usuranti e riuzione ell inquinamento nei luoghi i lavoro. «Quano l esposizione ai fattori i rischio inustriali non era controllata, i tumori occupazionali erano presenti nel 2-3% ella popolazione», afferma Carlo La Vecchia, Capo el Dipartimento i Epiemiologia ell Istituto i Ricerche Farmacologiche Mario Negri, «proibite le ammine aromatiche e l amianto, è aumentata in generale l attenzione a questi aspetti e possiamo ire che oggi questa è ivenuta una causa resiuale. Lo stesso iscorso vale per i tumori a inquinamento che hanno raggiunto un picco negli anni 60, quano rappresentavano una quota significativa ei tumori al polmone, ma ora è resiuale. Soprattutto in questa ultima generazione abbiamo iniziato a veere i miglioramenti ovuti alla riuzione el fumo». Salvi in ospeale. I risultati finora più significativi però, sono stati ottenuti in ospeale. Delle quattro armi utilizzate nella lotta per la longevità, ue hanno ispiegato i loro effetti: si tratta ella riorganizzazione egli interventi i emergenza e el miglioramento nelle tecniche i assistenza in unità coronarica, elle tecniche chirurgiche e i emoinamica interventistica. La gestione ospealiera ell evento acuto cariovascolare infarto o ictus è uno ei volani el successo ottenuto in termini i longevità. Trent anni fa l infarto era spesso mortale e comunque invaliante, oggi è un evento nella vita. «Abbiamo avuto un netto miglioramento elle tecniche i terapia intensiva e i riabilitazione, il che ha permesso i riurre rasticamente la mortalità nelle Unità i Terapia Intensiva e ottenere risultati migliori in termini i qualità e urata ella vita opo un infarto e un ictus», afferma Bruno Giannolo, cariochirurgo all Ospeale Monali i Napoli, un meico che ha al suo attivo circa 200 prelievi i cuore a scopo i trapianto, eseguenone in prima persona circa 80». I problemi i ritmo cariaco sono stati in gran parte risolti con i pace-maker e i efribillatori, impiantabili senza aprire il torace. L evoluzione più visibile è quella egli interventi i angioplastica coronarica effettuati ageno attraverso le arterie e 6

4 senza aprire il paziente: oggi i cariologi interventisti risolvono quari i malattia coronarica ostruttiva che fino a ieri richieevano interventi i bypass. «Anche la stenosi aortica calcifica severa può essere trattata oggi in questo moo in un gruppo selezionato i pazienti. Noi cariochirurghi, però, non rimaniamo certo senza lavoro perché oggi possiamo operare persone per le quali ieri lo stress ell intervento poteva risultare fatale». In cariochirurgia, infatti, la sfia attuale è quella elle comorbiità. «Di rao la persona i anni ha solo un problema i cuore. Spesso ha anche altre patologie: il iabete, la bronchite cronica ostruttiva, una riotta funzionalità renale, ecc. Ieri queste conizioni innalzavano in moo significativo il rischio chirurgico o airittura sconsigliavano l intervento: oggi possiamo intervenire con buone probabilità i successo grazie alle nuove tecniche anestesiologiche, chirurgiche e i gestione el post-intervento. Oggi operiamo al cuore e parlo i interventi pesanti, pazienti i anni con tassi i successo el 90%. Possiamo poi operare patologie acute, che ieri erano gravate a un alto inice i mortalità, come la issecazione ell aorta o il ifetto interventricolare postinfartuale, con risultati sempre più soisfacenti». Giannolo fa parte i un Team i punta ma l aspetto più interessante è che in questi anni si è visto un allineamento ei Centri i Cariochirurgia ai livelli più alti. «Se ieri ci poteva essere una forte ifferenza fra gli ospeali più avanzati e gli altri, oggi tutte le cariochirurgie italiane aottano le tecniche migliori e seguono Linee guia che coprono sia l atto chirurgico vero e proprio sia la gestione i tutto il processo pre e post intervento», nota Giannolo. Fanno eccezione solo i trapianti i cuore effettuati in pochi centri in Italia: noi al Monali i Napoli ne facciamo all anno su eseguiti in tutta Italia. Il risultato è che oggi l intervento al cuore, soprattutto se i elezione (programmato su un paziente a rischio ma in conizioni non acute) «è perfino sottovalutato al paziente: parlo con persone che vivono l intervento cui stanno per essere sottoposti come fosse una passeggiata», esclama Giannolo. L angioplastica risolve quari i malattia coronarica ostruttiva che fino a ieri richieevano interventi i by-pass. Noi cariochirurghi, però, non rimaniamo certo senza lavoro perché oggi possiamo operare persone per le quali ieri lo stress ell intervento poteva risultare fatale. Terapie farmacologiche a vita. «Curiamo i più e curiamo meglio le persone, abbiamo maggiori capacità iagnostiche, riusciamo a guarire o a fermare, renenole croniche, patologie che ieri erano acute e gravi, assistiamo oggi a una iminuzione elle malattie cariovascolari e metaboliche, questo lo obbiamo anche alla iffusione i terapie preventive capaci i tenere sotto controllo i fattori i rischio», sottolinea Giulio Mariani, «anti aggreganti, anti ipertensivi, farmaci che tengono sotto controllo colesterolo e triglicerii e, ovviamente, farmaci per migliorare il profilo glicemico». Bruno Giannolo, cariochirurgo all Ospeale Monali i Napoli. 7

5 Certo, visto che i fattori i rischio sono iversi: pressione arteriosa, coagulabilità el sangue, eccesso i colesterolo LDL e i triglicerii, e che spesso la stessa persona ne eve correggere iversi, questo significa assumere tre, quattro, cinque principi attivi ogni giorno, spesso in più pastiglie, sostanzialmente per tutta la vita. E questo non per calmare un olore o per guarire a un episoio acuto ma solo per scongiurare un pericolo. Se l utilità i questi farmaci è nota, «proporre la terapia per una conizione cronica richiee un approccio terapeutico completamente iverso: prescrivere è un attimo, basta compilare una ricetta, ma è ifficile convincere il paziente a seguire la cura proposta», ricora Giulio Mariani, «occorre convincerlo, motivarlo a proseguire, concorare con lui i tempi e i moi ella terapia». Il meico non può più contare sull autorità el suo status come una volta, «eve acquisire altre capacità, conoscere e praticare l eucazione terapeutica. In questo senso la Diabetologia italiana è sicuramente all avanguaria». La vita è una scelta. Se le terapie farmacologiche preventive sono ivenute i largo uso negli anni 90, solo in questo ecennio la popolazione sana ha iniziato a moificare lo stile i vita nell ottica i prevenire il rischio cariovascolare e è recentissima l attenzione al ruolo egli stili i vita nella prevenzione ei tumori. «Ageno sullo stile i vita possiamo evitare il 40% elle morti per tumore», afferma Carlo La Vecchia, Capo el Dipartimento i Epiemiologia ell Istituto i Ricerche Farmacologiche Mario Negri i Milano. «Prima i tutto riuceno il fumo che a solo è la causa i un quarto elle morti prevenibili : i risultati già si veono e si veranno in Mauro Tettamanti, responsabile ell Unità i Epiemiologia Geriatrica ell Istituto i Ricerche Farmacologiche Mario Negri i Milano. Oggi solo ai fini pensionistici si può parlare i vecchiaia nella fascia i età che va ai 60 ai 70 anni. A 65 anni più i nove persone su 10 continuano tranquillamente a svolgere la vita che svolgevano a 55 e lo stesso vale per i settantenni. prospettiva. Fra 50 anni solo una persona su 10 fumerà». È recente invece l attenzione all alimentazione come fattore i prevenzione ei tumori (molte fibre e poca carne rossa sono correlati a un minor numero i tumori in tutto il tratto gastrointestinale) mentre sta muoveno i primi passi l attenzione all insulinoresistenza e all obesità anche in una ottica i prevenzione oncologica. «Per contrastare patologie a carico el cuore e ei vasi sanguigni è buona norma aottare uno stile alimentare sano e equilibrato, affiancato a una regolare attività fisica», ribaisce il primario i iabetologia el San Carlo, che sottolinea come l interesse ella classe meica sia oggi concentrato sulla prevenzione ella malattia metabolica: «Si tratta i una patologia subola che, se non iagnosticata e affrontata per tempo, rischia i minare alle fonamenta il sistema cariovascolare». Sulla malattia metabolica e in generale su quasi tutti i fattori i rischio cariovascolare, l effetto elle moifiche egli stili i vita è pari o superiore a quello elle terapie farmacologiche. Un esempio fra tutti: è provato come una regolare attività fisica, anche solo mezz ora i camminata a passo svelto ogni giorno, abbassi la probabilità i sviluppare iabete e ipertensione ma iminuisca anche il rischio i sviluppare tumore e la gravità ella prognosi e riuca il rischio i caute in persone che soffrono i osteoporosi, otteneno effetti sull umore e sul mantenimento ella capacità i memoria e cognitive almeno pari a quelli ei migliori farmaci. La Meicina però non può fare tutto. «Dobbiamo affrontare l ambito ei fattori i rischio per così ire socioambientali: la povertà, l urbanizzazione, la marginalità sociale. La prevenzione non può agire solo sui fattori i rischio iniviuali, ma eve affrontare anche quelli più ampi con politiche i intervento i tipo socio-sanitario», ammonisce Mariani. Un terzo tempo tutto a giocare. Lo scenario più probabile per un cinquantenne è quello i avere avanti a sé almeno 25 anni, probabilmente anche 30, i vita in buona salute, un perioo i tempo almeno uguale a quel- 8

6 lo che ha eicato alla sua formazione e alla costruzione i una carriera e i una famiglia. «L aumento continuo ella speranza i vita registrato negli ultimi ecenni è un fenomeno epocale che meriterebbe i essere affrontato con molta più attenzione», conferma Domenico De Masi «chi nasce oggi ha potenzialmente i fronte a sé una vita suivisa in tre fasce temporali praticamente equivalenti: quella ella formazione i base, che si prolungherà sempre più fino a sfiorare i trent anni, quella ella vita attiva e quella ella terza età, che potrebbe protrarsi anch essa per tre ecenni e, sempre più frequentemente, verrà trascorsa in buone conizioni fisiche». Non si tratta i cancellare le pensioni ma i riportarle al loro significato originale. Quano Otto von Bismarck inventò il welfare state, il iritto alla pensione veniva acquisito a partire al 65 anno i età. A quel tempo l attesa i vita meia era i 45 anni. Manteneno lo stesso principio oggi l età i pensionamento ovrebbe essere i 98 anni. In realtà i sistemi pensionistici isegnati negli anni 60 e 70 non solo mantennero ma airittura anticiparono l età pensionabile portanola, in molti Paesi, a 60 anni. «Il che era corretto quano si parlava i persone che avevano iniziato a lavorare subito opo la scuola ell obbligo compieno mansioni faticose e usuranti in ambienti malsani», ricora De Masi, «oggi si inizia a lavorare più tari, troppo tari, in ambienti assolutamente normali e con mansioni affatto faticose». Si arriva alla pensione quini in piena salute, «soprattutto se si consiera che buona parte elle mansioni in una società avanzata come la nostra, sono intellettuali, come si iceva una volta, o creative, come preferisco affermare io. A 70 anni e a 80 siamo perfettamente in grao i svolgerle al meglio. Se l attività avvero a valore aggiunto oggi è quello che io efinisco l ozio creativo, è assuro concentrarla nella fase centrale ella vita, quel perioo fra 30 e 50 anni nel quale le persone e non solo le onne ovrebbero concentrarsi sul loro ruolo i genitori». De Masi è favorevole a una riuzione ell intensità e a un estensione ella vita attiva. «Nella maggior parte elle mansioni venti ore a settimana sono più che sufficienti», afferma, «e questo ritmo è compatibile sia con le esigenze el trentenne sia con quelle el genitore e ell anziano o ex anziano i 70 anni e più». Quasi un terzo ella vita... in panchina. In effetti non è pensabile che una società che ha realizzato il suo maggior risultato manteneno sana e attiva una generazione i anziani non vecchi, lasci inutilizzato questo tesoro non sfruttanone le potenzialità, accettanone i costi pensionistici, e soprattutto i costi sociali e sanitari legati alla forzata inattività. «Il welfare che oggi cerchiamo i riformare è una costruzione creata trenta anni fa, pensano agli anziani i 50 anni fa», riassume Anrea Principi, economista esperto i welfare state, «che avevano alle spalle le privazioni ella guerra, lavori usuranti e faticosi, quasi sempre avari i soisfazioni. Ancora oggi non solo l età minima al pensionamento, ma l intero quaro giuriico, legale e culturale è rimasto legato a un anziano che non c'è più o quasi». L aeguamento ell età pensionistica all attesa i vita rischia i essere l unica misura i age management presa a molti Paesi. Limitarsi a spostare l asticella manteneno una cesura secca fra mono el lavoro e pensione sa- Anrea Principi, economista presso l Istituto Nazionale per la Longevità Attiva e la Non Autosufficienza ell Inrca i Ancona. Giovanni Lamura, ricercatore allo European Centre for Social Welfare Policy an Research ell ONU i Vienna. A tutti gli effetti la maggioranza egli anziani sono soggetti attivi e non passivi: anno alla società molto i più i quanto non prenano. rebbe sbagliato. Il ricorso a forme i part time fortemente incentivate allo Stato permetterebbe i quarare il cerchio. Il lavoratore a parità i contributo reale ato peserebbe meno sull aziena. L anziano avrebbe la possibilità i affiancare al lavoro altri interessi o i riportare il peso el lavoro entro limiti che ritiene gestibili. La omana non è quanto ci costa l anziano, ma i cosa ha avvero bisogno e che cosa può offrire e vuole offrire alla collettività. Le risposte a queste omane possono essere sorprenenti. 9