Dossier socio economico Cuneo 2016

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1 Dossier socio economico Cuneo 2016 La congiuntura dal livello europeo a quello provinciale 13 giugno 2016 A cura del Centro Studi MOD. CS Rev.1

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3 Nota metodologica Il Centro Studi della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, nell ambito della propria funzione di analisi e anticipazione, realizza periodici dossier relativi all evoluzione della situazione socio economica della provincia di Cuneo, nel più ampio quadro nazionale ed europeo, dedicando particolare attenzione al tema della crisi e dei suoi effetti a livello locale. I Dossier sono presentati in occasione delle principali adunanze del Consiglio Generale della Fondazione, al fine di mettere a disposizione degli Organi elementi conoscitivi utili alla propria attività di indirizzo e programmazione. Ogni numero è anche disponibile sul sito della Fondazione. I Dossier, che si basano sulle più autorevoli fonti internazionali, nazionali e locali, raccolgono in forma sintetica le principali informazioni e dati derivanti dalle analisi congiunturali e previsionali riguardanti l Europa, l Italia, il Piemonte e la provincia di Cuneo. Il presente Dossier offre un aggiornamento relativo all anno 2015 e, ove possibile, ai primi mesi del Si segnala che, sia nell individuazione sia nell analisi degli indicatori considerati significativi, non tutti i dati provenienti dalle fonti ufficiali sono disponibili al livello provinciale e/o non tutti i dati declinati sul territorio locale sono aggiornati agli anni recenti. Si è quindi operata una selezione degli indicatori da inserire nel documento, anche sulla base della disponibilità dei dati disaggregati fino al livello della provinciadicuneo,perilperiodocompresofrail2008eiprimimesidel2016. In calce del documento sono indicati i riferimenti bibliografici da cui sono stati tratti i dati. Per ulteriori approfondimenti sulla situazione socio economica della provincia di Cuneo, in relazione ai settori di riferimento della Fondazione, si ricorda che sono disponibili le ricerche promosse dal Centro Studi e i relativi Quaderni pubblicati in forma cartacea e on line( Per qualsiasi informazione sul Dossier si può fare riferimento a Elena Bottasso e Stefania Avetta del Centro Studi (tel ; centro.studi@fondazionecrc.it). Notachiusail10giugno2016alleore

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5 Uno sguardo all economia mondiale: la crescita secondo il Fondo Monetario Internazionale Annuali Proiezioni Produzione mondiale 3,4% 3,1% 3,2% 3,5% Paesi avanzati 1,8% 1,9% 1,9% 2,0% Paesi emergenti e in via di sviluppo 4,6% 4,0% 4,1% 4,6% Volume del commercio mondiale (beni e servizi) 3,5% 2,8% 3,1% 3,7% Prezzo del petrolio (dollari) -7,5% -47,2% -31,6% -17,9% Prezzi al consumo (Paesi avanzati) 1,4% 0,3% 0,7% 1,5% Prezzi al consumo (Paesi emergenti e in via di sviluppo) 4,7% 4,7% 4,5% 4,2% Tabella 1. Prospettive dell economia mondiale: sintesi delle proiezioni (valori in percentuale) Fonte: FMI, World Economic Outlook, aprile 2016 Secondo l ultimo rapporto del Fondo Monetario Internazionale (FMI), nel 2016, la previsione di crescita dell economia mondiale dovrebbe continuare a migliorare anche se a un ritmo moderato. Questo rallentamento rischia di renderla maggiormente esposta ai fattori di pericolo e alle minacce provenienti dal difficile contesto geopolitico internazionale. In generale, si stima che la crescita a livello globale sarà del 3,2% nel 2016 edel 3,5% nel 2017:previsioni in linea con quanto ipotizzato nel 2015, ma inferiori di 0,2 punti percentuali rispetto all aggiornamento di gennaio 2016(tab. 1). La ripresa nei Paesi avanzati è ostacolata dalla mancata crescita della produttività e dalla debolezza della domanda interna, quest ultima dovuta a sua volta alla pesante eredità lasciata dalla crisi economica. Il FMI stima una crescita dell 1,9%, confermando l andamento registrato nel 2015(tab. 1). Negli Stati Uniti la crescita dovrebbe attestarsi al 2,4% nel 2016 e registrare un lieve aumento nel In particolare, dovrebbe aumentare la domanda interna, favorita dal miglioramento delle finanze pubbliche e dal calo del prezzo del petrolio. Nell UE 28, invece, l elevato tasso di disoccupazione, la frenata degli investimenti e il dissesto delle finanze pubbliche di molti Paesi dovrebbero influire su una crescita modesta (secondo le stime, 1,5% quest anno e 1,6% nel 2017). Anche in Giappone la crescita sarà più modesta di quanto annunciato a gennaio, principalmente a causa di un crollo dei consumi privati. I Paesi emergenti nel 2016 faranno ancora la parte del leone nella crescita globale, anche se le prospettive di crescita risultano più contenute rispetto a quanto previsto dal FMI negli ultimi vent anni. La crescita dovrebbe attestarsi al +4,6% nel 2016, dopo il +4,1% rilevato nel 2015(tab. 1). In particolare si prevede un rallentamento dell economia dei Paesi esportatori di petrolio, a causa del calo del prezzo del greggio, e della Cina, ancora alla ricerca di un percorso sostenibile ed equilibrato di sviluppo. In difficoltà appare anche l economia del Brasile, a causa dell elevata inflazione, e della Russia, sulle cui prospettive di crescita pesano le tensioni geopolitiche internazionali. Al contrario, l India continua a crescere così come le economie dei Paesi ASEAN. 5

6 Unione Europea: un contesto in modesta ripresa, con notevoli differenze fra Paesi La congiuntura a livello internazionale In base al più recente bollettino Eurostat (maggio 2016), nel primo trimestre del 2016 il PIL è cresciuto dell 1,8% nell area euro e del 2% nell UE 28 rispetto allo stesso periodo del 2015 (tab. 2), mentre è aumentato dello 0,6% nell area euro e dello 0,5% nell UE 28 rispetto al trimestre precedente. Nel primo trimestre 2016, le previsioni di crescita dell Eurozona sono state riviste al ribasso rispetto al trimestre precedente: si stima una crescita del PIL dell 1,6% per il 2016 e dell 1,8% per il 2017(tab. 2). Secondo le previsioni, nel 2016 il PIL della Spagna sembra destinato a crescere del 2,6%, grazie al miglioramento del mercato del lavoro e a politiche di accesso al credito più favorevoli per le aziende. Anche per la Germania e la Francia si prevede una crescita nell anno in corso, rispettivamente del 1,6% e dell 1,3%, trainata principalmente dalla domanda interna. Anche in Gran Bretagna la crescita del PIL (+1,8% nel 2016 secondo le previsioni) continuerà a essere sostenuta principalmente dalla tenuta dei consumi privati. Fra i Paesi invece che hanno avviato politiche di risanamento del debito, si prevede che il PIL registri una flessione del -0,3% in Grecia, mentre torni a crescere in Italia(+1,1%)(tab. 2). Variazioni Variazioni Indicatore Periodo congiunturali tendenziali +0,6% su IV +1,8 su I trimestre PIL I trimestre 2016 trimestre Produzione -0,8% su gennaio +0,8% su febbraio feb-16 industriale ,0% su marzo -0,2% su aprile Inflazione apr Tabella 3. Andamento di alcuni indicatori economici dell area euro. Maggio 2016 Fonte: Eurostat Germania 1,7% 1,6% 1,6% Grecia -0,2% -0,3% 2,7% Spagna 3,2% 2,6% 2,5% Francia 1,2% 1,3% 2,7% Gran Bretagna 2,3% 1,8% 1,9% Italia 0,8% 1,1% 1,3% Area euro 1,7% 1,6% 1,8% UE 28 2,0% 1,8% 1,9% USA 2,4% 2,3% 2,2% Tabella 2. Variazioni tendenziali del PIL e previsioni in alcuni Paesi dell UE e negli USA. Maggio 2016 Fonte: Eurostat A febbraio 2016, la produzione industriale, nel confronto con lo stesso mese del 2015, è cresciuta dello 0,8% sia nell area euro sia nell UE 28. Rispetto a gennaio 2016 è invece calata, sia nell area euro (-0,8%) sia nell UE 28 (- 0,7%)(tab.3). L inflazione annuale nell Unione Europea è pari al-0,2% a aprile 2016, invariata rispetto al valore registrato a marzo. L anno precedente il dato era pari a -0,1% sia nell area eurosianell UE28(tab.3). Le aspettative sull inflazione del primo trimestre sono state riviste al-0,2%(dallo 0,5% del trimestre precedente) peril2016ea1,4%(dall 1,5%)peril

7 Mercato del lavoro nell UE: tasso di disoccupazione in calo in 25 Paesi Membri Figura 1. Tasso di disoccupazione nei Paesi europei. Aprile 2016 Fonte: Eurostat Secondo le stime Eurostat, ad aprile 2016 l UE 28 conta 21,2 milioni di disoccupati, di cui 16,4 nell area euro. Nel confronto con lo stesso periodo nel 2015, il numero si è ridotto di 2,1 milioni di persone nell UE 28 e di 1,3 milioni nell area euro. Il tasso di disoccupazione ad aprile 2016 si è attestato sul valore di 10,2% nell area euro, stabile rispetto al mese precedente e in calo rispetto ad aprile 2015 (11%). Nell UE 28, ad aprile 2016, il tasso è dell 8,7%, in calo rispetto al mese precedente (8,8%) e nel confronto annuale (9,6% ad aprile 2015)(fig. 1). In generale, rispetto a un anno fa, il tasso di disoccupazione è calato in 25 Stati Membri su 28 e rimasto stabile in 3 (Estonia, Lettonia, Belgio). Le diminuzioni più significative si sono verificate a Cipro (dal 15,7% al 11,6%), Bulgaria (dal 10% al 7,1%) e Spagna (dal 22,7% al 20,1%). Il tasso di disoccupazione più basso si registra in Repubblica Ceca (4,1%), che porta così la Germania in seconda posizione dopo un lungo «primato» (4,2%). Grecia (24,4 % a gennaio 2016) e Spagna (20,4%) segnano i tassi più elevati. L Italia si colloca al 6 posto tra i 28 Paesi UE con un tasso di disoccupazione dell 11,4%, un valore ben al di sopra della media dell UE 28(8,8%) e superiore alla media dell area euro(10,2%)(fig. 1). Per quanto riguarda la disoccupazione giovanile (meno di 25 anni), ad aprile 2016 si contano 4,2 milioni di giovani in cerca di lavoro nell Unione Europa, di cui 2,9 nell area euro. Il tasso di disoccupazione giovanile è pari al 18,8% nell UE 28 e del 21,1% nella zona euro, mentre si attestava rispettivamente al 20,7% e al 22,5% nell aprile Ad aprile 2016, i tassi più bassi si registrano in Germania (7,0%), Malta (8,9%) e Repubblica Ceca (9,5%), i più alti in Grecia (51,4% a febbraio 2016), Spagna (45%), Croazia(38,9%) e Italia(36,9%). Le previsioni sul livello di disoccupazione nell UE presentano qualche miglioramento nel prossimo triennio prevendendo un tasso dell 8,9%peril2016edell 8,5%peril

8 BOX. Investimenti Diretti Esteri (IDE) e imprese multinazionali estere (MNE): Paesi europei meno attrattivi, numerosi casi di disinvestimento BOX. Investimenti diretti esteri e imprese multinazionali estere Flussi di IDE, globali e per gruppi di economie, (milioni di dollari) Fonte: Unctad, World Investment Report 2015 Nel 2014 il flusso globale di investimenti diretti esteri (IDE) in entrata ha subito una flessione del 16%, scendendo a 1,23 trilioni di dollari. Tra i principali elementi che influenzano le scelte degli investitori vi sono la fragilità economica internazionale e il clima di incertezza geopolitica. I flussi di IDE verso le economie in via di sviluppo hanno raggiunto il livello storicamente più elevato con 681 miliardi di dollari(+2% sul 2013). Nel 2014, per il terzo anno consecutivo, i Paesi sviluppati hanno registrato una flessione in termini di investimenti diretti esteri, segnando un -28% rispetto al valore registrato nel I Paesi asiatici in fase di crescita economica sono il gruppo che ha investito di più. Per quanto riguarda il settore di attività, si conferma lo slittamento di investimenti in attività di servizi, un fenomeno in corso da oltre 10 anni in risposta alla liberalizzazione del settore e alla crescente diffusione delle catene del valore su scala globale. Il volume di produzione delle imprese multinazionali estere (MNE) è in fase di espansione. Nel 2014 le filiali estere delle MNE hanno occupato globalmente 75 milioni di addetti. Gli IDE in Europa nel 2014 rappresentano il 24,8% sul totale e hanno registrato una flessione dell 11% rispetto al In Europa il Paese che ha attratto più IDE nel 2014 è stato il Regno Unito(72,2 miliardi $, +51,5%), seguito dai Paesi Bassi (30,3 miliardi $, - 5,6%). L Italia ha registrato 11 miliardi di dollari di IDE in entrata nel 2014 (25 miliardi nel 2013). In termini di IDE in uscita, ha investito 23 miliardi di dollari nel 2014(31 miliardi nel 2013). 8

9 La congiuntura italiana al I trimestre 2016: una ripresa al rallentatore La congiuntura in Italia Figura 2. PIL trimestrale italiano valori concatenati e destagionalizzati, in milioni di euro. Periodo Anno di riferimento 2010 Fonte: Lavoce.info Nel confronto con il I trimestre 2015, il valore aggiunto dell industria ha registrato una crescita in tutti i comparti, in particolare: industria in senso stretto (1,9%), settore credito, assicurazioni, attività immobiliari (1%), altre attività di servizi(0,8%), agricoltura(0,7%) e costruzioni(0,2%). A maggio 2016 l indice dei prezzi al consumo (stime preliminari Istat) è aumentato dello 0,3% rispetto al mese precedente, ma in diminuzione del - 0,3% nel confronto con l anno precedente. L inflazione acquisita per il 2016 è pari a -0,3%. I prezzi del cosiddetto «carrello della spesa» (alimentare, beni per la cura della casa e della persona) registrano un aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente e restano sostanzialmente invariati rispetto all anno precedente(-0,2%). Secondo recenti inchieste su famiglie e imprese, nel mese di maggio 2016 il clima di fiducia registra rispetto ad aprile - un lieve calo fra i consumatori (da 114,1 a 112,7), mentre migliora lievemente fra le imprese (da 102,7 a 103,4), sebbene i settori manifattura, costruzioni e commercio al dettaglio siano più pessimisti. Nel 2015 la situazione economica dell Italia è stata caratterizzata da una crescita moderata, con un aumento del PIL registrato durante tutto l anno, anche se più limitato nel III eivtrimestre(fig.2). Nei primi mesi del 2016 prosegue la crescita moderata del PIL, grazie alla crescita della domanda interna, sostenuta in particolare da consumi e investimenti. Nel I trimestre del 2016 il PIL è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell 1% nei confronti del I trimestre del La variazione acquisita del PIL per il 2016 è pari a 0,6%(tab.4). Rispetto allo stesso periodo dell anno precedente, nel I trimestre 2016 sono cresciuti gli aggregati principali della domanda interna: consumi finali (1,4%) e investimenti fissi lordi (1,8%). In crescita anche le importazioni (1,2%), a differenza delle esportazioni(-0,4%)(tab. 4). VARIAZIONI % INDICATORE congunturali I trim / IV trim tendenziali I trim / I trim PIL 0,3 1,0 Importazioni di beni e servizi fob -0,9 1,2 Consumi finali nazionali 0,2 1,4 Investimenti fissi lordi 0,2 1,8 Esportazioni di beni e servizi fob -1,5-0,4 Tabella 4. Conto economico delle risorse e degli impieghi - I trimestre Italia. Variazioni % principali indicatori economici Fonte: ISTAT 9

10 Il commercio estero italiano: si interrompe il trend positivo La congiuntura in Italia Figura 3. Partner commerciali più e meno dinamici per esportazioni e importazioni. Marzo 2016/marzo 2015, variazioni percentuali Fonte: ISTAT Secondo il più recente bollettino Istat sul commercio estero, in termini congiunturali, a marzo 2016 diminuiscono sia le esportazioni (- 1,5% rispetto al mese precedente) sia le importazioni(-2,4%). Anche in termini tendenziali a marzo 2016 si registra una flessione sia delle esportazioni(-1,1% rispetto all anno precedente), sia delle importazioni (-5,9%) entrambe motivate quasi totalmente dalla riduzione del commercio con i Paesi extra Ue (-5,2% per l export e -11% per l import). Il calo dell export è determinato esclusivamente dalla diminuzione delle vendite verso i mercati extra Ue (-5,2% rispetto all anno precedente) e ha interessato in particolare i prodotti energetici (- 21,7%)eiprodottiintermedi(-2,6%). Anche la flessione dell import è ascrivibile quasi esclusivamente al calo degli acquisti dai Paesi extra Ue (-11%). In calo significativo gli acquisti di petrolio greggio (-38,9%), prodotti petroliferi raffinati (-33,7%) e gas naturale (-21,2%). In rilevante aumento l import di autoveicoli (+16,5%). La flessione tendenziale delle esportazioni (-1,1%) è attribuibile in larga misura alla riduzione delle vendite verso i Paesi MERCOSUR(-28,5%), i Paesi OPEC(-21,6%), Turchia(-11,2%), Paesi ASEAN(-8,1%) e Svizzera(-4,4%). La diminuzione dell import (-5,9%) è sostenuta dalla riduzione degli acquisti da Russia (-18,1%), Cina (-15,1%), Svizzera (-10,9%), Paesi OPEC (-6,9%) e Austria(-6,3%)(fig.3). 10

11 Il mercato del lavoro in Italia: occupati, disoccupati in un anno La congiuntura in Italia Figura 4. Tasso di occupazione in Italia dal 2005 ad aprile 2016 Fonte: ISTAT, maggio 2016 Nel mese di aprile si conferma la crescita degli occupati su base annua, attribuibile interamente ai lavoratori permanenti; in calo, invece, sia i dipendenti a termine sia gli indipendenti. Il più recente aggiornamento Istat relativo alla situazione occupazionale in Italia, rileva che nel mese di aprile 2016 gli occupati sono 22 milioni 634 mila, 51 mila in più rispetto al mese precedente (+0,2%) e 215 mila in rispetto al 2014 (+1%). Il tasso di occupazione, pari al 56,8%, resta sostanzialmente invariato rispetto al mese precedente (+0,1%) e cresce dello 0,8% nel confronto con lo stesso mesedel2015(fig.4). La crescita più consistente riguarda la fascia d età dei più giovani (15-24enni, +8,1%) e gli ultra50enni (+3,5%), stabile per i 25-34enni (+0,1%), in calo per i 35-49enni (- 1,2%). INDICATORI (aprile 2016) Val. ass. (x1.000) Var. congiunturali % (su marzo 2016) Var. tendenziali % (su aprile 2015) Occupati ,2 1,0 Il numero di disoccupati, pari a 2 milioni 986 mila, risulta in Disoccupati ,7-3,0 crescitadel+1,7%(+51mila)sulmeseprecedente,maincalodel Inattivi anni ,8-2,1 3% su base annua (-93 mila). Il tasso di disoccupazione ad aprile Valori % è pari al 11,7%, stabile su marzo 2015 (+0,1%) e in calo dello Tasso occupazione 0,7% rispetto ad aprile ,9 0,2 0, anni Ad aprile 2016, il tasso di disoccupazione dei 15-24enni è pari al Tasso di 11,7 0,1-0,7 36,9%, in aumento dello 0,2% sul mese precedente e in calo del disoccupazione 4,5% nel confronto con aprile 2015 (tab. 5). I disoccupati tra i 15 Tasso disoccupazione 36,9 0,2-4,5 e i 24 anni sono 578 mila e su tutta la popolazione di quell età anni rappresentano il 9,8%. Tasso inattività 35,4-0,3-0,6 Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni, pari a anni milioni 600 mila persone, rappresenta il 35,4%(tab. 5). Tabella 5. Italia. Tassi e valori di occupazione, disoccupazione e inattività - dati destagionalizzati Fonte: ISTAT, maggio

12 BOX. La povertà in Italia: un fenomeno diversificato e complesso Una lettura attraverso i dati Caritas BOX. La povertà in Italia Utenti per macrovocedi richiesta e cittadinanza (anno 2014, % sul totale delle persone intervistate, risposta multipla) Fonte: Caritas Italiana, Rapporto Povertà 2015 Il Rapporto 2015 di Caritas italiana sulla povertà, dal titolo «Povertà plurali», sottolinea non soltanto l aumento del fenomeno in termini quantitativi, ma anche la crescente diversificazione d dei percorsi, delle modalità e delle cause che contraddistinguono le povertà. Se si considera il profilo delle persone che si sono rivolte ai Centri di ascolto Caritas, si tratta prevalentemente di stranieri (58,1%), soprattutto donne (52,2%), coniugati(48,6%), disoccupati (61,7%), con domicilio(78,4%) e con figli(70,4%). In crescita l incidenza degli utenti italiani (+4,1punti percentuali) e delle famiglie monogenitoriali (+10,2 punti). Il problema più frequente segnalato dalle persone assistite riguarda la povertà economica (54,6%). Seguono i problemi di lavoro(41%) e abitativi(18,2%). Tra le richieste più frequenti si citano beni e servizi materiali (58%), l erogazione di sussidi economici (27,5%), la ricerca di lavoro(17,4%). Il disagio abitativo si conferma essere un fenomeno drammatico: il 53,6% delle persone ascoltate vive in abitazioni «strutturalmente danneggiate»; il 68,9% segnala grandi difficoltà nel pagare l affitto, il mutuo o le spese di mantenimento; il 15% è in condizione di sfratto o pignoramento giudiziario e, di questi, il 40% vive con minorenni. 12

13 L andamento economico in Piemonte nel 2015: confermata la ripresa dopo tre anni di recessione, trainata in particolare dall export La congiuntura a livello regionale e provinciale Figura 5. La congiuntura industriale in Piemonte. Indice destagionalizzato della produzione industriale (2010=100) Fonte: Unioncamere Piemonte A livello piemontese, nel 2015, la congiuntura economica ha mostrato segnali di ripresa incoraggianti, anche se all interno di un contesto che presenta numerose criticità e fattori di rischio che potrebbero comprometterne il consolidamento. Nel corso dell anno si registra una modesta crescita del sistema manifatturiero regionale, con una variazione tendenziale della produzione dell industria manifatturiera pari al +0,7%(fig. 5). L aumento della produzione è stato possibile grazie ai risultati ampiamente positivi realizzati dalle vendite sul mercato estero (+7%), migliore rispetto alla performance italiana(+3,8%). Continua a trainare il mercato UE (che rappresenta il 54,6% dell export piemontese), anche se negli ultimi tre anni ha subito una forte contrazione pari a tre punti percentuali. Considerando i dati dell ultima indagine congiunturale relativa al IV trimestre del l aumento, seppur lieve, della produzione industriale rispetto all anno precedente (+1%) ha riguardato in misura variabile i settori di attività economica: crescono, più degli altri, i settori della chimica e dell abbigliamento (+2,9% e +2,7%), seguiti da quello dei metalli (+1,9%). In crescita, anche se in misura minore, l industria alimentare e quella dei mezzi di trasporto (+0,8%). Variazione leggermente positiva per le industrie elettriche ed elettroniche (+0,6%), mentre i livelli produttivi delle industrie meccaniche rimangono sostanzialmente stabili. Negative le performance delle industrie del legno e del mobile(-1,5%). Tra gli altri indicatori congiunturali con segno positivo troviamo gli ordinativi esteri, aumentati del +4,3% rispetto al IV trimestre 2014, confermando l andamento positivo del trimestre precedente, e il fatturato totale (+1,1%, stabile rispetto all anno precedente). La crescita di quest ultimo valore è trainata dall aumento della componente estera (+2,5%). Anche gli ordinativi interni crescono leggermente rispetto all anno precedente(+0,5%). 13

14 Il mercato del lavoro in Piemonte nel 2015: risultati incoraggianti con crescita degli occupati e calo della disoccupazione La congiuntura a livello regionale e provinciale Rispetto al mercato del lavoro, i dati a livello piemontese risultano positivi: nel 2015 gli occupati in Piemonte sono pari a unità, con un incremento dell 1,5%, rispetto al 2014(circa 26 mila occupati in più), il miglior risultato tra le regioni del Nord Italia. Le persone in cerca di occupazione sono circa 200 mila, in calo del 9,3% sull anno precedente. Nel2015iltassodioccupazione(20-64anni)èparial68,1%,inaumentodell 1,4%rispettoal2014. Il tasso di disoccupazione si attesta al 10,2%, in diminuzione su base annua dell 1,1%, pur rimanendo il più alto nel Settentrione. Rimane ancora allarmante la situazione dei giovani, con un tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) pari al 38,1%, ma in calo rispetto al 2014 del 4,2%. In quest area, tuttavia, aumenta l inattività. Guardando agli standard pre-crisi, il Piemonte risulta ancora lontano dal colmare il gap che si è creato in questi anni: la variazione di occupati tra il 2008 e il 2015 risulta ancora del -3,3% (62 mila posti di lavoro in meno), mentre la quota di persone in cerca di occupazionetrail2008eil2015èraddoppiata. Nel 2015 il ricorso delle imprese piemontesi alla CIG è risultato in diminuzione, confermando l andamento del Le ore complessivamente autorizzate sono ammontate a , registrando un calo del-31,8% rispetto al La diminuzione ha riguardato tutte le tipologie: la CIG ordinaria(-20,6%), la CIG in deroga(-47,4%) e la CIG straordinaria(-34,9%). Positivo il trend delle assunzioni effettuate nel 2015 da parte dei datori di lavoro piemontesi, che evidenzia un significativo aumento: +12,4% rispetto al 2014, pari a unità(fig. 6). Si consolida quindi la dinamica positiva già registrata nel 2014, dopo la flessione del biennio Aumentano sia i contratti a tempo indeterminato, anche grazie agli incentivi della Legge di Stabilità 2015, sia i contratti altamente flessibili, in particolare le missioni di somministrazione al lavoro e soprattutto i voucher (9,5 milionidibuonivendutinel2015afrontedi5,8nel2014). Figura 6. Dinamica assunzioni in Piemonte Fonte: Osservatorio Regionale Mercato Lavoro 14

15 L andamento economico in provincia di Cuneo nel 2015 (1): si conferma la ripresa, ma il sistema imprenditoriale è ancora in contrazione La congiuntura a livello regionale e provinciale Nel 2015 la produzione industriale cuneese cresce complessivamente dell 1,4%, a valori correnti, confermando l andamento positivo registrato nel 2014 (pari all 1,7%), a seguito del biennio di recessione Guardando l andamento del valore aggiunto in una prospettiva di più lungo periodo, risulta tuttavia evidente come si sia ancora lontani dal raggiungere i livelli pre-crisi(fig. 7). Nel 2015 Cuneo si conferma anche la provincia piemontese con il più alto valore aggiunto pro-capite, pari a una media di , collocandosi in 26esima posizione rispetto alla graduatoria delle province italiane. Nell ambito della ripresa generale degli ultimi due anni, il sistema imprenditoriale cuneese evidenzia ancora delle difficoltà, chiudendo l anno con un numero di imprese cessate maggiore rispetto alle nuove avviate (-0,18%), seppure con un numero inferiore rispetto al La situazione è in linea con il Piemonte (- 0,11%) e in controtendenza nel confronto con il livello nazionale(+0,75%). Figura 7. Variazione del valore aggiunto a valori correnti. Cuneo, Piemonte e Italia Fonte: CCIAA Cuneo su dati Unioncamere, Ist. Tagliacarne, Rapporto Cuneo 2016 Considerando l ultima indagine congiunturale disponibile di Unioncamere Piemonte (IV trimestre 2015), Cuneo è la provincia piemontese che mostra la dinamica industriale più vivace rispetto allo stesso periodo dell anno precedente(+3,6%)(fig. 8). Figura 8. La produzione industriale per provincia. Variazione percentuale IV trimestre 2015/IV trimestre 2014 Fonte: Unioncamere Piemonte 15

16 L andamento economico in provincia di Cuneo nel 2015 (2): l export si ridimensiona rispetto alla crescita del 2014 La congiuntura a livello regionale e provinciale Per quanto riguarda l export, nel 2015 il valore delle esportazioni è cresciuto, ma solo dello 0,7% rispetto al 2014, anno in cui il balzo in avanti era stato pari al 7,6%. Il calo è dovuto in particolare alla flessione nell ultimo trimestre del 2015 rispetto all andamento migliore della prima metà dell anno. La debole crescita dell export cuneese si inserisce in un quadro particolarmente positivo per il Piemonte, con un incremento del 7%, e dell Italia, che cresce del 3,8%. Occorre tenere presente che i dati sull export nel 2014 erano trainati in modo particolare dalle esportazioni di materiale rotabile e ferroviario, non confermate nel 2015: le vendite dei mezzi di trasporto nel 2014 avevano infatti registrato un aumento del 42,2%, a frontediunaflessionedel4,7%nel2015(tab.6). Molto differenziati i settori: alimentari e bevande +3%, prodotti alimentari +5,1%, gomma e plastiche +5,3%, agricoltura stabile con +0,1%.Incalolegnoeprodottiinlegno(-4,3%)emetalli(-3,4%)(tab.6). Anche nel 2015 si evidenzia la preponderanza delle vendite verso i Paesi europei (pari al 66% delle esportazioni) rispetto a quelli extra UE, a differenza di quanto accade in Piemonte. Tuttavia, l incremento dell export nel 2015 è determinato dalla crescita delle vendite verso i mercati extra UE (+8,3%) a fronte della contrazione sui mercati UE(-2,8%), in particolare a causa delle flessioni registrate in Polonia e Belgio. Tabella 6. Esportazioni della provincia di Cuneo per principali prodotti Fonte: CCIAA Cuneo, Rapporto Cuneo

17 Il mercato del lavoro in provincia di Cuneo nel 2015 (1): si conferma la ripresa evidenziata nel 2014, ma senza ulteriori miglioramenti La congiuntura a livello regionale e provinciale Nel 2015, in provincia di Cuneo risulta stabile la situazione del mercato del lavoro che, dopo la fase negativa del , nel 2014 aveva evidenziato una fase di ripresa. Rispetto al tasso di disoccupazione, nel 2015, Cuneo risulta nella posizione migliore a livello piemontese e al terzo posto nella classifica delle province italiane. Tuttavia, tra il 2014 e il 2015, non si registra nessuna diminuzione, a differenza di altri territori in cui si manifesta un progressivo miglioramento. INDICATORI LAVORO 2015 Tasso occupazione anni CUNEO PIEMONTE ITALIA 72,4 68,1 60,5 Tasso di disoccupazione 5,3 9,5 11,9 Tasso di disoccupazione anni Tasso di disoccupazione anni 17,1 38,1 40,3 9,2 15,7 17,8 Tabella 7. Indicatori forze lavoro. Italia, Piemonte, Cuneo Fonte: Osservatorio Regionale Mercato Lavoro su Istat Per quanto riguarda le assunzioni, nel 2015 si sono registrati procedure, con un incremento del 9,6% rispetto al 2014 (+12,4% la media piemontese) (fig.9). Anche a livello provinciale crescono soprattutto i contratti a tempo indeterminato, da una parte, e quelli altamente flessibili dall altra. Rispetto ai settori, l industria in senso stretto evidenzia l incremento maggiore di assunzioni (+18,5%), a seguire i servizi (+8,2%) e infine l agricoltura(+3,4%). Glioccupatinel2015risultano257mila,0,4%inmenorispettoal2014 (paria1.000unità),annoincuieranocresciutidi6.000unità. Le persone in cerca di occupazione sono , pari allo 0,7% in più del 2014(100 unità). Il tasso di occupazione, relativo alla fascia anni (tab. 7), rimane stabile al 72,4%, e il tasso di disoccupazione si mantiene al 5,3%. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni), che a livello piemontese e italiano mantiene quote molto elevate, in provincia di Cuneo è al 17,1%, in diminuzione dell 1,5% rispetto al 2014(tab. 7). La variazione tra il 2008 e il 2015 in provincia di Cuneo evidenzia una contrazione degli occupati pari all 1,5% (quasi unità) e un aumento delle persone in cerca di occupazione del 54,3%(5.100 unità). Figura 9. Provincia Cuneo. Dinamica assunzioni Fonte: Osservatorio Regionale Mercato Lavoro 17

18 Il mercato del lavoro in provincia di Cuneo nel 2015 (2): nel 2015 le assunzioni crescono su tutti i bacini territoriali, ma non tutti recuperano i livelli pre crisi La congiuntura a livello regionale e provinciale Considerando la distribuzione territoriale delle assunzioni, nel 2015 si registra una crescita maggiore di avviamenti rispetto al 2014 nel bacino di Mondovì, che è anche il territorio che ha subito la contrazione maggiore nel periodo In termini assoluti, tuttavia, il monregalese non raggiunge ancora i numeri di avviamenti registrati nel Dinamica simile per i territori di Fossano e Cuneo, con una variazione percentuale positiva nel 2015 rispetto all anno precedente, ma con un volume di avviamenti ancora inferiore al periodo pre crisi. Alba evidenzia una buona crescita di assunzioni nell ultimo anno rispetto al precedente, che permette di recuperare la contrazione registrata nel periodo di crisi e superare il numero di assunzioni del Il Saluzzese segna il miglior risultato nel confronto con il 2008, con un aumento di avviamenti dell 11%, anche grazie alla crescita registratatrail2014eil2015,inparticolarepereffettodelsettoreagricolo(figg.10e11). Figura 10. Provincia Cuneo. Dinamica assunzioni per CPI. Var. % e Fonte: Osservatorio Regionale Mercato Lavoro Figura 11. Provincia Cuneo. Dinamica assunzioni per CPI. Var. ass e 2015 Fonte: Osservatorio Regionale Mercato Lavoro Per quanto riguarda la CIG, nel 2015 si registra una contrazione del 36,3% di ore autorizzate rispetto al 2014, frutto della riduzione pertutteetreletipologie.tuttavia,lavariazionepercentualedioredicigautorizzatetrail2008eil2015siattestasu+108%. 18

19 La congiuntura a livello regionale e provinciale Qualità della vita in provincia di Cuneo secondo la classifica del Sole24Ore Da 25 anni, il Sole24Ore stila una classifica sulla qualità della vita nelle province italiane attraverso una serie di indicatori tematici. Nel 2015, Cuneo si colloca al 7 posto nella classifica nazionale (con 561 punti complessivi), guadagnando tre posizioni rispetto al 2014, e prima fra le piemontesi, ma con punti di maggiore e minore forza in ogni ambito, come evidenziano i grafici radar relativi ai punteggi specifici per ogni indicatore preso in considerazione. Buoni soprattutto gli indicatori relativi ad Affari e lavoro (696 punti), Popolazione (641 punti) e Servizi e Ambiente (641). Meno alti i punteggi per Ordine pubblico (392) e Tempo libero(362). Popolazione Tenore di vita Affari e lavoro Servizi e ambiente Ordine pubblico Tempo libero 19

20 Bibliografia e sitografia generale / 1 Banca Centrale Europea(BCE) Bollettino Economico 02/ Previsioni economiche I trimestre The ECB Survey of Professional Forecasters 1st Quarter of 2016, 2 nd Quarter of Riferimenti bibliografici Banca d Italia Bollettino economico BCE, n. 02/2016, marzo Rapporto annuale BCE Camera di Commercio di Cuneo Rapporto Cuneo 2016, giugno Caritas Italiana, Rapporto Povertà 2015 Povertà plurali, ottobre Commissione europea European Economic Forecast Winter European Economic Forecast Spring Confindustria, Scenari economici, n. 25, dicembre Confindustria Piemonte, PiemonteImpresa, aprile Eurostat Statistiche sull occupazione e la disoccupazione maggio Eurostatistics, Data for short-term economic analysis - Issue number 04/

21 Bibliografia e sitografia generale / 2 Fondo Monetario Internazionale, World Economic Outlook - aprile IRES Piemonte I-trend. Monitoraggio sull andamento delle imprese piemontesi Relazione annuale sulla situazione economica, sociale e territoriale del Piemonte. Anno 2014 AbburràL., Donato L., Nanni C., Le province del Piemonte al vaglio della crisi, Torino, IRES, Riferimenti bibliografici Il Sole 24 Ore, Qualità della vita ISTAT Nota mensile sull andamento dell economia italiana, maggio 2016 Statistiche flash: Commercio estero maggio 2016;Fiducia dei consumatori e delle imprese, aprile 2016, Occupati e disoccupati, aprile 2016(dati provvisori); Prezzi al consumo (dati provvisori), aprile 2016; Produzione industriale, maggio 2016; Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società IV trimestre 2015, aprile ISTAT - COEWEB, Data warehouse commercio estero, marzo Lavoce.info, PIL trimestrale italiano Regione Piemonte, Osservatorio Regionale sul Mercato del Lavoro UNCTAD United Nations Commission on Trade and Development, World Investment Report Unioncamere Piemonte Piemonte congiuntura: IV Trimestre 2015 e anno 2015 in Piemonte, marzo 2016; Indagini congiunturali e previsionali sull industria manifatturiera in Piemonte. I trimestre

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