Rural Business Management

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1 Rural Business Management Studio di fattibilità del Circolo Rurale dell Appennino Bolognese Elaborato descrittivo Anno

2 Realizzato da Agri 2000 Via Marabini 14/A, Castel Maggiore (BO) Tel fax

3 Sommario PREMESSA QUADRO CONOSCITIVO SUL SETTORE AGRICOLO, DELL ARTIGIANATO E DEL COMMERCIO DELL AREA DI COMPETENZA DEL GAL DELL APPENNINO BOLOGNESE Obiettivi e metodologia di lavoro Descrizione delle imprese agricole secondo il Censimento ISTAT Imprese agricole e agrituristiche: risultati dell indagine Situazione produttiva e potenzialità: analisi per comparti produttivi Comparto frutticolo Comparto orticolo Comparto viticolo Comparto zootecnico da carne Comparto lattiero-caseario Analisi delle aziende agricole per comparti produttivi: una sintesi Mercati di sbocco e canali commerciali Offerta agrituristica Altre imprese Grado di interesse per il Circolo Rurale dell Appennino Bolognese Conclusioni del Quadro Conoscitivo DEFINIZIONE DEL QUADRO DI RIFERIMENTO Aziende disponibili ad aderire al Circolo Rurale: produzioni servizi offerti e mercati di riferimento Analisi di case history di aggregazioni di imprenditori con attività di commercializzazione di prodotti agricoli L Agriristoro dei contadini bolognesi Buongusto Veneto Enoarkè Produttori Agricoli Parco del Ticino Consorzio Agrituristico Mantovano Verdi Terre d Acqua Conclusioni case history

4 2.4. Analisi delle forme aggregative e proposta di una forma aggregativa per il Circolo Rurale Forme giuridiche di aggregazione Ipotesi di forma associativa per il Circolo Rurale dell Appennino Bolognese Proposte logistico-distributive Modi e tipologie di collaborazione con imprese e soggetti locali Mercato di riferimento e canali commerciali Prodotti del Circolo Rurale e strategia di pricing Pricing dei prodotti del Circolo Sinergie fra il Circolo Rurale e la promozione del servizio agrituristico delle aziende aderenti BUSINESS PLAN Mercato di riferimento e value proposition Scelte operative Organizzazione del Circolo e bilancio previsionale CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA SITOGRAFIA

5 PREMESSA Il Gruppo di Azione Locale dell Appennino Bolognese ha incaricato Agri2000 di realizzare uno studio di fattibilità finalizzato alla creazione di un aggregazione di imprenditori agricoli e di altri settori, denominata Circolo Rurale, per la commercializzazione dei prodotti e la promozione dei servizi dell Appennino Bolognese. Lo studio ha previsto una prima fase di indagine di interviste telefoniche e face to face volta a verificare la situazione produttiva e i mercati di sbocco delle imprese agricole, artigiane e dei commercianti dell area. Nella seconda fase l attenzione si è focalizzata sulla definizione di una proposta per la creazione del Circolo Rurale, nella quale sono state individuate le soluzioni organizzative e la strategia commerciale più idonea per le caratteristiche delle imprese del territorio analizzato. Questa proposta è stata costruita a partire da: - un analisi delle potenzialità produttive delle imprese agricole disponibili ad aderire alla proposta progettuale (condotta per comparto produttivo e per classi di produzione) e dei loro principali mercati e canali commerciali; - un analisi di case history di aggregazioni funzionanti costituite da imprenditori agricoli per la commercializzazione dei prodotti e del servizio turistico, con l individuazione dei relativi fattori critici di successo. Sulla base dei dati raccolti è stato redatto un business plan del Circolo Rurale, nel quale sono state date indicazioni operative in merito a tutti gli elementi di una strategia di marketing: caratteristiche di valore dei prodotti del Circolo, posizionamento di prezzo dei prodotti, leve di comunicazione e canali commerciali. Infine, sulla base delle evidenze delle case history è stato stimato un conto economico previsionale relativo ai primi tre anni di attività del Circolo. L analisi di esperienze concrete di aggregazioni fra imprese ha consentito di fornire indicazioni operative e di rendere la proposta progettuale quanto più possibile percorribile dalle imprese del territorio. Le considerazioni emerse dai casi studio hanno permesso di delineare non solo un modello organizzativo da prendere come riferimento ma soprattutto di specificare le condizioni di fattibilità per il Circolo Rurale, senza le quali un iniziativa di aggregazione fra imprese con finalità commerciali non può costituirsi e consolidarsi nel tempo. 4

6 1. QUADRO CONOSCITIVO SUL SETTORE AGRICOLO, DELL ARTIGIANATO E DEL COMMERCIO DELL AREA DI COMPETENZA DEL GAL DELL APPENNINO BOLOGNESE 1.1. Obiettivi e metodologia di lavoro Il seguente lavoro di indagine denominato Studio di Fattibilità del Circolo Rurale dell Appennino Bolognese, rientra tra le attività previste dal Piano d Azione Locale (PAL) del GAL Appennino Bolognese Asse IV Misura 411 Azione 7 Operazione 1 Studio di fattibilità e azioni di animazione e promozione del Circolo Rurale dell Appennino Bolognese del Programma di Sviluppo Rurale e ha come obiettivo principale quello di verificare le condizioni per la realizzazione di un associazione/società finalizzata alla promozione, valorizzazione, commercializzazione e distribuzione di servizi e prodotti locali, costituita da imprenditori agricoli e di altri settori quali l artigianato e il commercio. L area di indagine è rappresentata dal territorio del GAL dell Appennino Bolognese (Figura 1.1) il quale comprende 16 comuni (di cui 3 Monte San Pietro, Pianoro e Sasso Marconi parzialmente inclusi) della provincia di Bologna suddivisi in quattro zone: 1) Reno 2) Samoggia 3) Santerno 4) Savena Idice. 5

7 Figura 1.1 Area GAL Lo studio ha coinvolto sia imprese del settore agricolo (ditte individuali e cooperative) sia imprese a valle della filiera quali artigiani, commercianti e gruppi di acquisto solidali (GAS), operanti all interno dell area GAL. L indagine è stata strutturata in tre parti principali, ciascuna delle quali con obiettivi specifici. In particolare: 1 Quadro Conoscitivo, volto a definire attraverso un indagine di campo condotta tramite interviste ad un campione di aziende, il contesto produttivo dell area, gli attuali canali di commercializzazione delle imprese nonché il grado di disponibilità delle imprese ad aderire all iniziativa progettuale; 2 Quadro di Riferimento, volto ad individuare organizzazione e strategia commerciale del Circolo Rurale dell Appennino Bolognese ; 3 Business Plan per la stima di un conto economico previsionale del Circolo nei suoi primi tre anni di attività. 6

8 Nell ambito del Quadro Conoscitivo e prima dell inizio dell indagine di campo sono stati effettuati quattro incontri preliminari rivolti a opinion leader dell area operanti nei vari settori produttivi, ed individuati in collaborazione con le principali Organizzazioni professionali di categoria, con l obiettivo di raccogliere indicazioni utili per un miglioramento degli strumenti di indagine ed una più efficace finalizzazione dello studio. Gli incontri sono stati svolti: il 25 giungo 2012 a Vergato (Zona Reno) presso l agriturismo Fattoria Le Piane; il 26 giugno 2012 a Castello di Serravalle (Zona Samoggia) presso l agriturismo Fattoria La Quercia; il 2 luglio 2012 a Monterenzio (Zona Savena-Idice) presso l agriturismo Prato degli Angeli; il 3 luglio 2012 a Imola (Zona Santerno) presso l agriturismo Poggio Pollino. Durante gli incontri sono stati: presentati obiettivi e struttura del progetto; acquisiti indicazioni relative all offerta di prodotti agroalimentari e servizi agrituristici del territorio; ottenuti suggerimenti utili a strutturare i questionari utilizzati nella successiva indagine di campo. Inoltre è stata condotta un analisi preliminare allo scopo di inquadrare in modo più dettagliato il sistema economico e imprenditoriale del territorio del GAL utilizzando, anche come elemento di verifica, i dati relativi al 6 Censimento Generale dell Agricoltura (2010), pubblicati dall ISTAT nel luglio scorso. Pe svolgere l indagine di campo sono stati realizzati questionari da sottoporre alle quattro categorie di soggetti intervistati (imprese agricole, cooperative agricole, artigiani, e commercianti, GAS). Ogni questionario è stato suddiviso in cinque sezioni (Dati aziendali, Capacità produttiva, Mercati di riferimento, Interesse e disponibilità alla proposta) con domande specifiche su: Capacità produttiva; Incrementi produttivi potenziali; Mercati di riferimento; Prodotti ad alto potenziale commerciale e relativi prezzi; Grado di interesse e disponibilità delle aziende alla proposta. Inoltre, attraverso i questionari relativi ai commercianti e agli artigiani è stato possibile analizzare la richiesta, da parte di questi soggetti, di prodotti provenienti dalla zona dell Appennino Bolognese e gli eventuali rapporti di fornitura che intercorrono con i produttori locali. 7

9 L indagine è stata condotta con metodo CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing). Riguardo al Quadro di Riferimento, per l individuazione delle strategie e delle modalità organizzative del Circolo Rurale dell Appennino Bolognese, sono stati individuati dei case history ossia delle esperienze di aggregazioni fra imprenditori del settore agroalimentare, operanti sul territorio nazionale. L analisi delle loro modalità organizzative e delle loro strategie commerciali, insieme ai risultati emersi dal quadro conoscitivo sono stati utilizzati per trarre indicazioni utili alla formulazione della proposta progettuale per il Circolo Rurale in merito a: Forma aggregativa; Organizzazione logistica e distributiva; Mercati e canali di riferimento; Listino dei prodotti maggiormente significativi per il Circolo con relativi prezzi; Collaborazioni con altre imprese e soggetti locali; Manifestazioni di interesse per il Circolo e suoi potenziali acquirenti; Strategia di comunicazione. Nell ambito del Business Plan, sulla base dell analisi dell ambiente competitivo, sono stati individuati gli obiettivi, le strategie da attuare nel medio periodo e le modalità organizzative del circolo. E stato quindi realizzato un piano economico del Circolo Rurale dell Appennino Bolognese per i primi tre anni di attività. Al termine dell indagine sono stati organizzati 4 incontri di divulgazione volti a comunicare i risultati dello studio. Gli incontri sono stati svolti: il 29 novembre 2012 a Monteveglio presso la Sala Polivalente Sonoveglio del Comune di Monteveglio; il 29 novembre 2012 a Vergato presso la nuova sala della Comunità Montana di Vergato; il 30 novembre 2012 a Pianoro presso il Museo delle Arti e dei Mestieri; il 4 dicembre 2012 a Fontanelice presso la Sala del Consiglio del Municipio di Fontanelice Descrizione delle imprese agricole secondo il Censimento ISTAT 2010 Secondo i dati dell ultimo Censimento Generale dell Agricoltura (2010) nel territorio GAL Appennino Bolognese sono presenti aziende agricole su un territorio di ha di SAU. La SAU media aziendale, pari a circa 12 ha, è superiore alla corrispondente superficie media nazionale (7,9 ha) e di poco inferiore a quella relativa al territorio regionale e a quello della provincia di Bologna (Tabella 1.1). 8

10 Tabella 1.1 Numero di aziende, SAU e SAU media delle aziende agricole nell area GAL, in provincia di Bologna, Emilia Romagna e Italia (2010) AZIENDE AGRICOLE N. aziende SAU Ha SAU media Ha Universo aziende area GAL ,4 Provincia BO ,1 Emilia Romagna ,5 Italia ,9 Fonte: Censimento Agricoltura ISTAT, 2010 Tuttavia andando ad analizzare il dato per classi di superficie emerge che circa il 42% delle aziende dalla zona GAL Appennino Bolognese presenta una superficie pari o inferiore a 5 ettari; a dimostrazione che il territorio del GAL Appennino Bolognese è caratterizzato da un comparto agricolo fortemente frammentato e con una prevalenza di realtà aziendali di piccole dimensioni (Tabella 1.2). L 86% delle aziende possiede solo il 32% della SAU. Tabella 1.2- Distribuzione percentuale delle aziende per comparti e per classi di SAU Classi di superficie N. aziende % SAU Ha % Fino a 5 ha Da 5 a 10 ha Da 10 a 20 ha Oltre i 20 ha Fonte: Censimento Agricoltura ISTAT, 2010 L indirizzo produttivo prevalente è il seminativo con aziende pari al 40% delle aziende (Grafico 1.1) mentre il 37% delle aziende ha un orientamento zootecnico. Inoltre, il 7% ha adottato e certificato un metodo di coltivazione biologico e il 9% realizza prodotti con certificazione di origine DOP/IGP. 9

11 Grafico 1.1 Composizione percentuale delle aziende per indirizzo produttivo 29% 40% seminativi coltivazioni legnose 31% prati permanenti e pascoli Fonte: Censimento Agricoltura ISTAT, 2010 In merito ai canali commerciali il dato ISTAT evidenzia che, tra i vari canali, quello più diffuso risulta essere la vendita diretta ai consumatori, praticata da quasi la metà delle aziende dell area (47%), seguita dalla vendita ad altre aziende agricole (41%), dalla vendita ad imprese commerciali (35%), dalle vendite o conferimenti ad organismi associativi (31%), mentre la vendita alle industrie viene effettuata solo dal 7% delle aziende (Grafico 1.2). Grafico 1.2 Composizione percentuale delle aziende area GAL per canale commerciale 31% 47% Vendita diretta Vendita ad altre aziende agricole 35% Vendita industrie 41% Vendita imprese commerciali 7% Vendita o conferimento ad organismi associativi Fonte: Censimento Agricoltura ISTAT,

12 Infine delle 558 aziende che svolgono anche attività connesse a quella agricola 112 aziende, (pari al 3,4% delle aziende dell area), hanno un attività agrituristica. Fra le attività connesse l agriturismo è la seconda maggiormente diffusa, dopo la silvicoltura Imprese agricole e agrituristiche: risultati dell indagine L indagine di campo è stata effettuata su un campione di aziende che potremmo definire ragionato rispetto all universo di riferimento delle tremila censite dall ISTAT in quanto costituito da imprese che, secondo le valutazioni delle rispettive organizzazioni professionali, possono essere considerate fra le più strutturate e gestite da imprenditori più propositivi. In particolare fra le aziende agricole dell area sono state coinvolte nell indagine solo quelle con attività di vendita diretta e/o attività agrituristica, in quanto considerate potenzialmente più interessate a partecipare ad una struttura associativa di commercializzazione dei prodotti e promozione dei servizi agrituristici dell area. Complessivamente sono state contattate 355 aziende; di queste 60 sono state intervistate direttamente, previo appuntamento, presso l azienda stessa, mentre le restanti 295 sono state contattate telefonicamente (anche in maniera reiterata). Di queste 153 aziende sono state intervistate in maniera completa. Rapportando il numero di aziende contattate per telefono (295) e quelle intervistate si ottiene un tasso di risposta pari al 42%, che dimostra da parte delle aziende una generale scarsa propensione alla collaborazione, nonostante siano state avvisate dello svolgimento dell indagine tramite una lettera spedita dal GAL nei giorni precedenti l inizio dell indagine. Complessivamente sono state intervistate 216 aziende, di cui 60 tramite intervista diretta e 156 telefonica. Il campione risulta così costituito: 180 agricoltori; 12 artigiani; 9 cooperative; 9 commercianti; 6 GAS. Per quanto riguarda il settore agricolo, le 180 aziende intervistate sono rappresentate per un 59% da aziende con vendita diretta e per il restante 41% da aziende con agriturismo come attività prevalente. 11

13 Il campione di aziende agricole ha SAU media di 40 ha, molto più elevata rispetto a quella rilevata dall ISTAT sull universo di imprese dell area GAL, a conferma che il campione di aziende agricole utilizzato per l indagine comprende quelle più strutturate dell area Situazione produttiva e potenzialità: analisi per comparti produttivi Sull intero campione di aziende agricole intervistate è stata condotta un analisi specifica per ogni comparto produttivo individuato; in particolare: frutticolo; orticolo; zootecnico da carne; lattierocaseario e viticolo. Di ogni comparto sono state analizzate: numero di aziende per indirizzo produttivo prevalente; produzione di ogni comparto; numero di aziende per classi di produzione; mercati di sbocco e canali commerciali. Inoltre sulla produzione totale per comparto è stata calcolata la quota prodotta dalle aziende agrituristiche e quella destinata a soddisfare le esigenze dell agriturismo. Dalla differenza fra la produzione totale e quella autoconsumata dall attività agrituristica è stato calcolato l ammontare destinato ad essere commercializzato (indicato in seguito come quota destinata a vendita ). Sulla base delle quantità prodotte e dei prezzi dei prodotti applicati dalle aziende ai propri canali di vendita, rilevati tramite questionario e di quelli di mercato pubblicati dalla rivista Agrisole nel mese di ottobre 2012, è stato stimato il valore della produzione relativo a ciascun comparto. Sulle aziende agricole con agriturismo è stata condotta un analisi che ha permesso di individuare: la consistenza dell offerta agrituristica del campione, i principali servizi offerti, la clientela ed i principali fornitori. Si riportano di seguito i risultati emersi dall analisi per comparto Comparto frutticolo L indagine effettuata ha permesso di individuare 36 aziende che hanno come principale indirizzo produttivo quello frutticolo: di queste, 13 producono mediante metodi biologici certificati e altre 10 realizzano produzioni DOP/IGP. Volendo analizzare il dato rispetto all intero campione, si può notare che il numero di produttori con produzioni frutticole sia in realtà più alto rispetto alle aziende con indirizzo produttivo prevalente frutticolo, questo perché vi sono molte imprese che pur avendo un indirizzo produttivo prevalente diverso da quello frutticolo, hanno parte dei terreni investiti a frutteto. La produzione frutticola totale nel 2011 è stata di quintali (Tabella 1.3) costituiti da: ciliegie (967); albicocche (2.701); pesche (1.882); susine (1.569); castagne (1.367). A questa produzione 12

14 si affiancano anche le confetture ottenute con frutta della zona per un ammontare di circa 60 quintali. Della produzione frutticola totale registrata nel 2011 il 97% è destinato alla commercializzazione. Tabella 1.3 Numero di produttori e quantità prodotte nel comparto frutticolo (2011) N. produttori totali con produzioni frutticole Ciliegie Albicocche Pesche Susine Castagne Marmellate Totale Produzione Totale q.li Quota prodotta da agriturismi q.li Quota destinata a agriturismo q.li Quantità prevista nei prox 3 anni q.li QUANTITA DESTINATA A VENDITA Fonte: Agri 2000, indagine diretta Classificando le aziende per classi di produzione, è stata effettuata una segmentazione del comparto, individuando le imprese con le maggiori produzioni (Tabella 1.4). Nel comparto frutticolo si può notare che le aziende con le produzioni più rilevanti nel loro complesso contribuiscono ad oltre il 50% della produzione totale di ogni singolo prodotto (ciliegie, albicocche, ecc.). Tuttavia è necessario precisare che anche le aziende che appartengono a classi di produzione più elevate in realtà presentano una superficie a frutteto di pochi ettari. Questi dati evidenziano pertanto un comparto frutticolo fortemente frammentato, caratterizzato da una produzione diffusa e modeste dimensioni in termini quantitativi. Tabella 1.4 Segmentazione delle aziende frutticole per classe di produzione Aziende con maggiori produzioni Ciliegie Albicocche Pesche Susine Castagne Marmellate Classi di produzione q.li >50 >100 q.li > 100 > 100 >50 >5 Quantità prodotta 2011 q.li Quota % su totale 2011 q.li 59% 91% 86% 72% 73% 69% Aziende con minori produzioni Classi di produzione q.li <50 <100 <100 < 100 <50 < 5 Quantità prodotta 2011 q.li ,5 261, ,5 Quota % su totale 2011 q.li 41% 9% 14% 28% 27% 31% Fonte: Agri 2000, indagine diretta 13

15 Il valore del comparto frutticolo (relativo al campione intervistato) riferito all anno 2011 è stato di ; questo risulta ripartito quasi a metà fra vendita diretta e altri canali commerciali (Tabella 1.5 a e b). Tabella 1.5 Stima del valore della filiera frutticola (a) e composizione percentuale per canale di vendita (b) a) q.li /kg* Valore della produzione Ciliegia di Vignola 595 3, Marrone biondo Marrone di Castel del Rio Marmellate/confetture Albicocche Ciliegie 372 3, Susine/prugne , Pesche , Castagne 236 3, Totale b) % Fatturato totale delle aziende del comparto Fatturato da vendita diretta (B to C) Fatturato da altri canali (B to B) Fonte: Agri 2000, indagine diretta Comparto orticolo Nel campione sono state individuate 31 aziende a prevalente indirizzo produttivo orticolo, di cui 10 biologiche e 3 con produzioni DOP/IGP: la produzione totale realizzata nel 2011 è stata di quintali, di cui circa il 70% è rappresentata da patate. Di questa il 95% è destinata alla commercializzazione (Tabella 1.6). 14

16 Tabella Numero di produttori e quantità prodotte nel comparto orticolo (2011) Ortaggi Patate Totale N. produttori totali Produzione Totale q.li Quota prodotta da agriturismi q.li Quota produzione destinata a agriturismo q.li Quantità prevista nei prox 3 anni QUANTITA' DESTINATA A VENDITA Fonte: Agri 2000, indagine diretta Le aziende più strutturate sono cinque, tre specializzate nella produzione di ortaggi e 2 nella produzione di patate: queste aziende realizzano più del 60% della produzione totale dei due prodotti considerati (Tabella 1.7). Tabella Segmentazione delle aziende orticole per classe di produzione Ortaggi Aziende con maggiori produzioni 3 2 Patate Classi di produzione q.li ;> 200 > 500 Quantità prodotta 2011 q.li Quota % su totale 2011 q.li 68% 61% Aziende con minori produzioni 18 8 Classi di produzione q.li < 100 < 500 Quantità prodotta 2011 q.li Quota % su totale 2011 q.li 32% 39% Fonte: Agri 2000, indagine diretta Secondo le stime effettuate il valore della produzione totale nel 2011 è stato di (Tabella 1.8) di cui solo il 19% deriva da vendita diretta. Questo dato è probabilmente motivato dal fatto che la quasi totalità delle patate (pari al 70% della produzione orticola totale) è venduta in canali diversi da quello della vendita diretta (ingrosso e dettaglio alimentare). 15

17 Tabella Stima del valore della filiera orticola (a) e composizione percentuale per canale di vendita (b) a) q.li /kg Valore della produzione Orticole Patate , Totale b) % Fatturato comparto totale Fatturato da vendita diretta (B to C) Fatturato da altri canali (B to B) Fonte: Agri 2000, indagine diretta Comparto viticolo Nel comparto viticolo sono state individuate 54 aziende, di cui 7 biologiche e 34 che producono vini a denominazione di origine: la produzione di vino di queste aziende nel 2011 è stata di quintali (Tabella 1.9). Tra i vari vini prodotti, il principale è il Pignoletto che, sempre nel 2011, ha fatto registrare una produzione di quintali, pari al 35% dell intera produzione viticola del campione. Tabella Numero di produttori e quantità prodotte nel comparto viticolo (2011) Totale Vino Pignoletto Barbera Altro N. aziende a prevalente indirizzo viticolo 54 Produzione totale 2011 q.li Quantità prevista nei prox 3 anni q.li Quota prodotta da agriturismi q.li Quota destinata a agriturismo q.li 352 QUANTITA' DESTINATA A VENDITA Fonte: Agri 2000, indagine diretta Delle 54 aziende vitivinicole del campione 8 sono quelle più strutturate con il 45% della produzione totale (Tabella 1.10). Il valore della produzione del 2011 si stima di (Tabella 1.11); di questo quasi il 70% proviene da canali di vendita diversi dalla vendita diretta, quali altre imprese (rappresentate in questo caso dall Ho.Re.Ca e da cantine cooperative). 16

18 Tabella Segmentazione delle aziende viticole per classe di produzione Aziende con maggiori produzioni 8 Classi di produzione q.li ; >1.000 Quantità prodotta 2011 q.li Quota % su totale 2011 q.li 45% Aziende con minori produzioni 46 Classi di produzione q.li < 600 Quantità prodotta 2011 q.li Quota % su quantità prodotta totale 2011 q.li 55% Fonte: Agri 2000, indagine diretta Vino Tabella Stima del valore della filiera viticola (a) e composizione percentuale per canale di vendita (b) a) q.li /l Valore della produzione Vino , b) % Fatturato comparto totale Fatturato da vendita diretta (B to C) Fatturato da altri canali (B to B) Fonte: Agri 2000, indagine diretta Comparto zootecnico da carne Le aziende del campione specializzate in questo comparto sono 34, di cui 14 biologiche e 7 con produzioni DOP/IGP (Tabella 1.12): la produzione totale nel 2011 è stata di quintali (peso morto). 17

19 Tabella Numero di produttori e quantità di carne prodotta nel comparto zootecnico da carne (2011) Totale N. Produttori totali 34 Produzione totale 2011 q.li Quantità prevista nei prox 3 anni Quota prodotta da agriturismi q.li 993 Quota produzione destinata a agriturismo q.li 668 QUANTITA' DESTINATA A VENDITA Fonte: Agri 2000, indagine diretta La segmentazione delle aziende ha evidenziato che quattro aziende rappresentano la metà della produzione del campione (Tabella 1.13). Questa produzione in valore ammonta a , di cui il 51% proviene da vendita diretta (Tabella 1.14). Tabella Segmentazione delle aziende zootecniche da carne per classe di produzione Aziende con produzioni maggiori 4 Carne Classi di produzione q.li > 200 Quantità prodotta 2011 q.li Quota % su quantità prodotta totale % Aziende con produzioni minori 27 Classi di produzione q.li < 200 Quantità prodotta 2011 q.li Quota % su quantità prodotta totale % Fonte: Agri 2000, indagine diretta Tabella Stima del valore della filiera zootecnica da carne (a) e composizione percentuale per canale di vendita (b) Valore della a) q.li /kg produzione Carne , b) % Fatturato comparto totale Fatturato da vendita diretta (B to C) Fatturato da altri canali (B to B) Fonte: Agri 2000, indagine diretta 18

20 Comparto lattiero-caseario Nel comparto lattiero-caseario sono state individuate 20 aziende specializzate nella produzione di latte destinato alla vendita diretta mediante distributori automatici, formaggi e derivati del latte (costituito per la maggior parte da yogurt). Tra queste, 5 sono biologiche e 3 hanno produzioni a denominazione di origine. La produzione totale del 2011 è stata di quintali, dove una parte importante è rappresentata (circa il 57%) da yogurt. La quasi totalità della produzione è destinata alla commercializzazione (Tabella 1.15). Tabella Numero di produttori e quantità prodotte nel comparto zootecnico da latte (2011) Prodotti lattiero caseari Latte* Derivati Formaggi Totale N. produttori totale Produzione Totale q.li Quantità prevista nei prox 3 anni Quota prodotta da aziende agrituristiche q.li Quota produzione destinata a agriturismo q.li QUANTITA' DESTINATA A VENDITA Fonte: Agri 2000, indagine diretta *Le quantità riportate in tabella si riferiscono al latte destinato a vendita diretta tramite distributore automatico. La segmentazione è stata fatta solo sulle aziende produttrici di formaggi e derivati; tra queste sono presenti 4 aziende che insieme realizzano l 80% della produzione totale (Tabella 1.16). Tabella Segmentazione delle aziende lattiero-casearie per classe di produzione Formaggi Aziende con produzioni maggiori 4 Classi di produzione q.li > 100 Quantità prodotta 2011 q.li 950 Quota % su quantità prodotta totale % Aziende con minori produzioni 5 Classi di produzione q.li < 100 Quantità prodotta 2011 q.li 237 Quota % su quantità prodotta totale % Fonte: Agri 2000, indagine diretta 19

21 I valori di fatturato derivanti dalla vendita di formaggi e yogurt ammontano a ripartiti quasi in parti uguali fra derivati del latte (yogurt) e formaggi. Rispetto al canale commerciale il 57% del fatturato di questo comparto deriva da canali business-to-business in quanto gran parte dello yogurt e una parte dei formaggi sono venduti prevalentemente all ingrosso (Tabella 1.17). Tabella Stima del valore della filiera zootecnica da latte (a) e composizione percentuale per canale di vendita (b) Valore della a) q.li /kg produzione Derivati latte (yogurt) , Formaggi (freschi e stagionati) Totale b) % Fatturato comparto totale Fatturato da vendita diretta (B to C) Fatturato da altri canali (B to B) Fonte: Agri 2000, indagine diretta Analisi delle aziende agricole per comparti produttivi: una sintesi Mettendo a confronto i quantitativi rilevati nei vari comparti produttivi e le stime sul valore delle produzioni emerge che il campione di 180 aziende agricole ha una produzione totale il cui valore si aggira intorno ai 9 milioni di euro. Di questi il 42% proviene dal comparto vitivinicolo che rappresenta quello più importante per l area di studio sia in termini quantitativi che di valore. Dal punto di vista della capacità produttiva, dopo il comparto viticolo, seguono il frutticolo e il lattiero caseario (Tabella 1.18), mentre in termini di valore quello zootecnico da carne e quello lattiero caseario contribuiscono ognuno al 18% del valore complessivamente realizzato dal campione di aziende analizzato. 20

22 Tabella 1.18 Produzioni e valore per comparto del campione di aziende agricole intervistate Comparto Produzione 2011 Valore produzione** q.li % Frutticolo ,8 Orticolo* ,1 Viticolo ,0 Zootecnico da carne ,6 Lattiero Caseario ,7 Totale ,0 Fonte: Agri 2000, indagine diretta *il comparto orticolo è costituito per il 70% da patate. **il valore delle produzione è stato stimato sulla base dei prezzi indicati dalle aziende e di mercato. Nella tabella 1.19 sono riportate le aziende con le produzioni maggiori, rilevate nei vari comparti con i quantitativi di prodotto corrispondenti e la loro quota percentuale rispetto alle produzioni totali del campione. Questi dati mostrano che il comparto lattiero-caseario è quello nel quale sono presenti le aziende più rilevanti dal punto di vista dimensionale, dato che 4 aziende producono ben l 80% della produzione totale del campione. Al contrario nel comparto frutticolo alla stessa quota di produzione contribuiscono 21 aziende; esso si conferma dunque il più frammentato in termini produttivi. In maniera analoga si può affermare che i comparti zootecnico da carne e orticolo sono quelli nei quali sono presenti realtà produttive di dimensioni maggiori. In una situazione intermedia si trova il comparto orticolo, nel quale 8 aziende producono insieme poco meno della metà della produzione. Tabella 1.19 Aziende con le produzioni maggiori per comparto e loro quota percentuale rispetto alla produzione totale del campione Zootecnico Lattiero Frutticolo Orticolo Viticolo da carne caseario n. Aziende Classi di produzione >50 < 100 > 200 > 100 > 600 Quantità prodotta 2011 q.li Quota % su quantità prodotta totale % 63% 48% 80% 45% Quantità destinata a vendita q.li Quantità prevista nei prox 3 anni q.li Var. % della produzione nei prox 3 +4% +8% +5% +24% +4% Fonte: Agri 2000, indagine diretta 21

23 Mercati di sbocco e canali commerciali L indagine ha evidenziato chiaramente che oltre l 80% delle aziende ha, come mercato di sbocco principale, quello relativo alla Provincia di Bologna, seguito dal resto delle province dell Emilia- Romagna (Grafico 1.3). Grafico 1.3 Quota percentuale di aziende per mercato di sbocco e comparto produttivo 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Frutticolo Orticolo Zootecnico da carne Lattiero caseario Viticolo Provincia Bologna Altre province Emilia Romagna Toscana Altre province Italiane Altri Paesi Tra i canali di vendita si nota come la vendita diretta al consumatore sia quello praticato da oltre l 90% delle aziende, indipendentemente dal comparto produttivo. Delle differenze emergono fra i comparti in merito agli altri canali commerciali: il secondo canale di vendita più utilizzato è quello dei mercati all ingrosso per i comparti frutticolo e lattiero-caseario e il canale Ho.Re.Ca. per il comparto viticolo (Grafico 1.4). 22

24 Grafico 1.4 Quota percentuale di aziende per canale commerciale sul mercato di Bologna e comparto produttivo 100% 90% Consumatore finale 80% 70% Agriturismo 60% 50% Dettaglio tradizionale 40% 30% 20% 10% 0% Frutticolo Orticolo Zootecnico da carne Lattiero caseario Viticolo Mercato ingrosso Ho.Re.Ca. Altre imprese (cooperative, consorzi) Nelle commercializzazione dei loro prodotti, le aziende agricole considerano come difficoltà maggiori (Grafico 1.5) le limitate produzioni in termini quantitativi (30%) e l assenza di persone con adeguata professionalità nella fase commerciale. Grafico 1.5 Principali difficoltà nella commercializzazione dei prodotti per le aziende agricole con vendita diretta 23

25 1.4. Offerta agrituristica Fra le 180 aziende agricole intervistate 73 svolgono anche l attività agrituristica. L offerta agrituristica di queste aziende è rappresentata da 791 posti letto e posti a sedere per il servizio di somministrazione pasti. In media gli agriturismi intervistati hanno 14 posti letto e circa 52 posti a sedere per la somministrazione dei pasti; si tratta quindi di agriturismi in genere con una limitata capacità ricettiva soprattutto per la parte di ospitalità. In 49 agriturismi è presente anche un punto di vendita diretta dei prodotti realizzati in azienda. Nel grafico 1.6 sono suddivisi gli agriturismi in base alla tipologia di servizio ricettivo (ospitalità e somministrazione pasti, solo ospitalità, solo somministrazione pasti, somministrazione colazione); la tipologia di agriturismo più rappresentata è quella che offre il servizio di ospitalità insieme a quello di somministrazione pasti (55% pari a 40 aziende), seguita da un 22% (pari a 16) che offre solo il servizio di somministrazione pasti. Grafico 1.6 Composizione degli agriturismi del campione per tipologia di servizio ricettivo Ospitalità e somministrazione pasti 55% Ospitalità 12% Ospitalità e somministrazione colazione (B&B) 11% Somministrazione pasti 22% Oltre ai servizi ricettivi, il 26% degli agriturismi realizza degustazioni di prodotti tipici e corsi di cucina, mentre il 23% svolge anche attività didattica. La maggior parte della clientela degli agriturismi intervistati è di tipo nazionale, infatti, per il 68% delle aziende agrituristiche circa l 80% del fatturato proviene da clienti italiani. Per rilevare i rapporti esistenti fra aziende agricole e agriturismi è stato chiesto alle aziende agricole di indicare la provenienza dei fornitori ai quali le stesse fanno riferimento per le esigenze dell agriturismo. 24

26 Secondo quanto rilevato circa il 90% degli agriturismi si rifornisce da aziende localizzate nell Appennino Bolognese; mentre il 18% dal aziende della Provincia di Bologna (Grafico 1.7). Grafico 1.7 Quota percentuale di aziende agrituristiche per localizzazione dei fornitori Come indicato nel grafico 1.8. le 73 aziende agricole con agriturismo (fra cui sono comprese anche quelle che insieme all agriturismo svolgono anche la vendita diretta in azienda) indicano come principali difficoltà nella commercializzazione del servizio agrituristico la scarsa visibilità dei servizi offerti (20) attraverso le attività di promozione e marketing attuate e una limitata attrattività del territorio per il cliente finale (15). 25

27 Grafico 1.8 Principali difficoltà nella commercializzazione dei prodotti per le aziende agrituristiche L 80% degli agriturismi del campione (pari a 59 aziende) ha svolto negli ultimi 5 anni attività di promozione; fra queste le più frequenti sono la creazione di un sito internet (52 aziende) e l scrizione ha motori di ricerca (29). Per svolgere le attività di promozione della propria azienda e dei servizi offerti queste aziende spendono annualmente in media circa all anno Altre imprese Oltre alle aziende agricole, sono state effettuate interviste anche ad altri soggetti economici presenti nella zona GAL Appennino Bolognese, più precisamente: 9 cooperative (3 ortofrutticole, 2 lattiero casearie, 1 distribuzione alimentare, 1 apicoltori, 1 prodotti del bosco, 1 vitivinicola); 12 artigiani (6 forni/pasticcerie, 2 macellerie, 1 caseificio, 1 pasta fresca/gastronomia, 1 mulino, 1 prodotti a base di soia); 9 commercianti (4 alimentari, 2 gastronomie, 2 ristoranti, 1 macelleria); 6 GAS. 26

28 Lo scarso numero di imprese con cui è stato possibile effettuare una intervista è indicativo di una generale scarsa disponibilità a collaborare, probabilmente motivata da un minore interesse verso la costituzione di una struttura di commercializzazione dei prodotti dell Appennino Bolognese. di queste categorie rispetto alle imprese agricole. Per ciascuna di queste tipologie sono di seguito descritte (Tabelle 1.20, 1.21, 1.22) alcune delle caratteristiche emerse dall indagine tra cui i dati relativi ai loro fornitori. Questo aspetto è stato esaminato al fine di verificare se le imprese del campione a valle della filiera hanno istaurato rapporti commerciali con le imprese agricole operanti nel territorio. Le cooperative intervistate per la metà hanno un fatturato inferiore ai 5 milioni di euro (5 cooperative); un terzo hanno fatturati compresi fra 5 e 15 milioni (3 cooperative) e 1 cooperativa oltre 15 milioni. Fatta eccezione per Conapi che opera non solo sul mercato nazionale ma anche su quello estero; per le restanti cooperative i mercati principali sono quelli della Provincia di Bologna e delle altre provincie dell Emilia-Romagna; mentre, tra i canali commerciali relativi al mercato di Bologna, prevalgono la vendita diretta, la GD e l ingrosso (Tabella 1.20). 27

29 Tabella Dati delle cooperative agricole intervistate Classi di fatturato totale Mercati sbocco: n. < > Canali commerciali sul mercato di Bologna: provincia BO 6 altre province 4 Toscana 1 altre province Italia 2 altri Paesi 1 consumatore finale 5 agriturismo 1 dettaglio 1 ingrosso 3 Ho.re.ca. 1 GD 4 Altre imprese 1 TOTALE 9 Fonte: Agri 2000, indagine diretta Le 12 interviste presso artigiani evidenziano che 7 di essi usano rifornirsi presso imprese localizzate nell Appennino Bolognese mentre 8 hanno fra i propri fornitori aziende agricole. Solo 2 degli artigiani intervistati trasformano materie prime anche per conto di terzi e sempre 2 artigiani si dichiarano disponibili a trasformare per conto di altre imprese, non utilizzando al momento l intera capacità produttiva delle proprie strutture produttive (Tabella 1.21). 28

30 Tabella 1.21 Dati delle imprese artigiane intervistate n. Fornitori da Appennino Bolognese 7 Canali acquisto: aziende agricole 8 Trasformazione per conto terzi 2 Disponibilità a trasformare per terzi 2 Mercati sbocco: Canali commerciali sul mercato di Bologna: provincia BO 11 altre province 2 Toscana 3 altre province Italia 2 consumatore finale 7 dettaglio 4 ingrosso 4 Ho.re.ca. 2 GD 3 Altre imprese 1 TOTALE 12 Fonte: Agri 2000, indagine diretta Il dato sui canali commerciali evidenzia che il mercato principale per quasi tutti gli artigiani intervistati è quello di Bologna, e i canali commerciali principali sono la vendita diretta (11), il dettaglio (4) e l ingrosso (4). Le 9 interviste a commercianti hanno evidenziato che vi è consuetudine di acquistare carne e salumi, prodotti lattiero-caseari, tartufi, funghi pane e castagne dall Appennino Bolognese. Circa la metà dei commercianti intervistati acquistano anche da aziende agricole, oltre che da grossisti e artigiani (Tabella 1.22). 29

31 Tabella Dati dei commercianti intervistati n. Prodotti acquistati da Appennino bolognese carne e salumi, formaggi, tartufi, funghi, pane, castagne Canali acquisto: aziende agricole 4 industrie agroalimentari 1 commercianti ingrosso 2 artigiani 2 altre imprese 1 TOTALE 9 Fonte: Agri 2000, indagine diretta Infine insieme alle altre imprese sono stati intervistati anche 6 Gruppi di Acquisto Solidale di cui quattro operanti all interno dell area GAL (GAS di Loiano, Marzabotto, Bazzano e Pianoro) e due nel resto della provincia di Bologna (GAS di Baricella e Castel S. Pietro Terme). Questi GAS acquistano dalle aziende agricole dell Appennino Bolognese prevalentemente carne fresca, formaggi e in misura minore ortofrutta. Nella tabella 1.23 sono riportati il numero di famiglie aderenti ai gruppi intervistati e i quantitativi ordinati settimanalmente di carne e ortofrutta 1, secondo quanto indicato dai referenti dei gruppi stessi, nel corso delle interviste. Tabella 1.23 Dati relativi ai GAS intervistati GAS ISCRITTI N. FAMIGLIE (con acquisto bisettimanale) QUANTITATIVI ORDINATI AL MESE PER FAMIGLIA (KG) ORTOFRUTTA GAS Loiano GABOTTO di Marzabotto GASBaz GAS di Bazzano CARNE Gas di Pianoro GAS di Barricella GAS di Castel San Pietro Terme Fonte: Agri 2000, indagine diretta 1 I referenti dei gruppi non sono stati in grado di indicare a quanto ammontano in media in quantità gli acquisti di una famiglia per le altre categorie di alimenti (formaggi, uova e cereali). 30

32 Sulla base dei dati raccolti nel corso dell indagine è stato possibile stimare il giro di affari dei GAS operanti nella provincia di Bologna; in particolare l ammontare della spesa mensile per i soli prodotti alimentari (in genere frutta, verdura, cereali, carne, uova) per una famiglia oscilla fra gli 80 e i 100. Secondo quanto riportato nel sito della rete dei gas attivi sul territorio nazionale ( i gruppi operanti nella provincia di Bologna sono 17. Nell ipotesi che ciascuno di questi gruppi comprenda al suo interno un nucleo di una trentina di famiglie con frequenza di acquisto quindicinale e una spesa media mensile (per i soli prodotti alimentari) di 90, si può stimare che i GAS della provincia di Bologna muovano un giro di affari annuale di circa Grado di interesse per il Circolo Rurale dell Appennino Bolognese Come detto nel paragrafo inerente la metodologia di lavoro, nell ultima parte del questionario è stato verificato l interesse e la disponibilità delle imprese intervistate a partecipare al Circolo Rurale. A questo scopo agli imprenditori è stato chiesto di: - esprimere un giudizio sull interesse verso l iniziativa; - valutare una disponibilità ad aderire al Circolo; - valutare la disponibilità a sostenere economicamente il funzionamento del circolo tramite il versamento di una quota percentuale sull incasso derivante dalle vendite realizzate grazie al Circolo e di una quota di capitale sociale. Il grado di disponibilità che è stato rilevato è da considerarsi orientativo in quanto espresso rispetto ad una proposta ancora generica, soprattutto in merito ai mercati di riferimento del Circolo e alle sue modalità organizzative. I contenuti della proposta sono stati infatti definiti solo nella della fase successiva all indagine di campo, sulla base dei risultati emersi dalla stessa. Nel dettaglio, dalle risposte degli intervistati (216) emerge che il 58% ritiene la proposta interessante, ma solo il 28% (pari a 60 aziende) dichiara di essere disposto ad aderirvi. La quota di aziende disponibili a sostenere economicamente la struttura versando una percentuale sugli incassi e una quota di capitale sociale scende rispettivamente al 15% e all 8% del campione totale (Tabella 1.24). Le imprese dunque che reputano l iniziativa un opportunità di sviluppo per la propria impresa e per questo sono anche disposte ad collaborare in termini economici sono una trentina. Sebbene le 31

33 risposte siano orientative la bassa percentuale di imprese disposte a aderire al circolo evidenzia in ogni caso una sfiducia delle aziende verso iniziative di aggregazione. Questa sfiducia è giustificata dal fatto che, come la stessa indagine ha rilevato, le iniziative di promozione congiunta delle produzioni dell area svolte in passato (La strada dei vini e dei sapori, il Buon Appennino, Montagna Amica ecc ) non hanno portato alle aziende aderenti alcun vantaggio in termini economici; a questo proposito secondo le aziende intervistate i limiti maggiori che hanno causato il fallimento di queste iniziative sono stati l insufficiente pubblicizzazione/promozione delle produzioni del territorio (per il 21% degli intervistati) e il mancato svolgimento dell attività commerciale (8%). Tabella 1.24 Grado di disponibilità ad aderire al Circolo Rurale n. % sul totale Ritiene interessante l'iniziativa progettuale % Sarebbe disposto ad aderire 60 28% Sarebbe disposto a sostenere economicamente la struttura con una % sul venduto Sarebbe disposto a sostenere economicamente la struttura con una quota di capitale sociale 32 15% 18 8% Totale intervistati % Fonte: Agri 2000, indagine diretta Al fine di definire le caratteristiche organizzative e strategiche del Circolo sono stati presi in considerazione come ipotetica compagine imprenditoriale le 60 imprese che hanno dato una disponibilità di massima ad aderire alla struttura di commercializzazione. Questo gruppo di imprese è così suddiviso: 51 agricoltori; 4 commercianti (2 negozi di alimentari e 2 ristoranti); 4 artigiani (1 mulino, 2 forni/pasticcerie e 1 ditta produttrice di alimenti a base di soia); 1 cooperativa lattiero-casearia. In questo gruppo non compaiono i GAS in quanto essi hanno manifestato incertezza verso una loro partecipazione al Circolo. Tuttavia nel corso delle interviste è emerso un loro interesse verso la costituzione di una struttura di commercializzazione di imprese agricole la quale potrebbe rappresentare per i GAS sia un nuovo fornitore di prodotti che una base logistica utile a facilitare le operazioni di raccolta dei prodotti ordinati. 32

34 Nella figura 1.2 è indicato il comune di localizzazione all interno dell area di studio di queste 60 imprese, distinte per tipologia di impresa (aziende agricole, cooperative agricole, artigiani e commercianti). Figura 1.2 Localizzazione delle aziende disponibili ad aderire al Circolo Rurale Considerando la suddivisione dell area GAL nelle quattro zone indicate nella figura 1.2 le aziende disponibili risultano così distribuite: - 18 aziende nella Zona Reno; - 17 aziende nella Zona Samoggia; - 4 aziende nella Zona del Santerno; - 21 nella zona del Savena-Idice. 33

35 Nel complesso le aziende disponibili sembrano equamente distribuite in tre delle quattro zone del bolognese (Zona Reno, Samoggia e Savena-Idice). I dati evidenziano una maggiore concentrazione delle aziende nei comuni di Monteveglio, Monterenzio e Pianoro (più vicini alla città di Bologna) e una minore componente delle aziende localizzate nell area dell Imolese. Nelle tabelle 1.25 e 1.26 sono indicate le aziende disponibili suddivise per settore produttivo e localizzazione, distinta per comune e per zona. Per il settore agricolo viene indicato anche la tipologia di attività svolta da ciascuna azienda (vendita diretta, agriturismo o entrambe). 34

36 Tabella Localizzazione per comune delle aziende disponibili per settore produttivo e disponibilità a sostenere economicamente l'iniziativa AGRICOLTORI Comune n. aziende Tipologia azienda n. aziende disponibili a dare una % venduto n. aziende disponibili a dare quota capitale sociale Monteveglio 10 8 az. vendita diretta; 1 agriturismo vendita diretta; 1 agriturismo 5 2 Castello di Serravalle 3 2 az. vendita diretta; 1 agriturismo 2 0 Monte San Pietro 3 1 az. vendita diretta; 2 agriturismi vendita diretta 2 2 Savigno 1 1 az. vendita diretta; 1 0 Sasso Marconi 1 1 agriturismo vendita diretta 0 0 Marzabotto 3 3 az. vendita diretta 1 2 Grizzana Morandi 1 1 az. vendita diretta; 0 0 Camugnano 2 1 az. con vendita diretta; 1 agriturismi vendita diretta 1 0 Lizzano in Belvedere 4 3 az. con vendita diretta; 1 agriturismo vendita diretta 2 0 Gaggio Montano 1 1 az. Agricola vendita diretta 1 1 Castel D'Aiano 1 1 agriturismo vendita diretta 1 1 Pianoro 3 2 az. vendita diretta; 1 agriturismo 2 2 Monzuno 3 2 az. vendita diretta; 1 agriturismo 1 1 Monghidoro 1 1 az. vendita diretta 0 0 San Benedetto val di Sambro 3 2 az. vendita diretta; 1 agriturismo 1 0 Loiano 2 2 az. vendita diretta 2 1 Monterenzio 5 2 az. vendita diretta; 2 agriturismi con vendita diretta; 1 agriturismo 1 1 Casalfiumanese 2 2 az. vendita diretta 2 1 Fontanelice 2 2 az. vendita diretta 1 0 TOTALI AZ. AGRICOLE COOPERATIVE Gaggio Montano 1 lattiero casearia 1 1 ARTIGIANI Sasso Marconi 1 mulino 1 1 Porretta Terme 1 forno/pasticceria 1 1 Pianoro 1 produzione alimenti vegani 0 0 Monterenzio 1 pasticceria/forno 1 0 TOTALI ARTIGIANI COMMERCIANTI Marzabotto 1 alimentari 1 1 Camugnano 1 ristoranti/alberghi 1 0 Castiglione dei Pepoli 2 ristoranti; alimentari 0 0 TOTALI COMMERCIANTI TOTALE AZ. INTERVISTATE Fonte: Agri 2000, indagine diretta 35

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