Viticoltura: i canali di sbocco delle produzioni agricole

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1 Indagini monografiche - Agricoltura Panel Aziende Agricole Ismea Viticoltura: i canali di sbocco delle produzioni agricole Gennaio 2007 Introduzione Attraverso le aziende del Panel Aziende Agricole Ismea afferenti al settore della viticoltura è stata condotta, nel primo semestre del 2006, un indagine sui canali di sbocco della produzione aziendale, i cui risultati sono riportati nel seguente report. Composizione e caratteristiche del Panel Il campione utilizzato per l indagine è composto da 234 aziende del settore viticolo, ripartite territorialmente sulle quattro aree geografiche del Paese secondo le seguenti percentuali: il 49% delle aziende intervistate è localizzato nel Nord Italia (Nord Ovest: 14%; Nord Est: 35%), il 24% nel Centro ed il restante 27% nel Sud e nelle Isole (tabella 1). In particolare, le regioni più rappresentate nel Panel sono l Emilia Romagna e la Toscana, rispettivamente con 38 e 36 aziende. Sotto il profilo dimensionale risulta predominante la presenza di imprese di oltre 16 UDE, che rappresentano il 63% del campione; molto ridotta è, invece, la presenza delle aziende più piccole di meno di 4 UDE (9% del campione). Tabella 1 - Composizione del campione Area geografica Classi di UDE num. % num. % Nord Ovest 33 14,1 Meno di ,4 Nord Est 82 35, ,5 Centro 55 23, ,2 Sud e Isole 40 17,1 Oltre ,8 Isole 24 10, Totale , ,0 Grafico 1 Ripartizione del campione per area geografica e segmento produttivo (% di risposta) Nord Ovest Nord Est Centro Sud Isole Totale Vite per vini Doc-Docg Vite per vini Igt Vite per vini comuni

2 Il segmento produttivo prevalente, con una quota pari al 58% del totale, risulta essere quello delle uve da vite per vini di qualità Doc e Docg, maggiormente diffuso nelle regioni del Centro (in questo areale rappresentano il 74% delle aziende vitivinicole complessivamente ivi localizzate) e meno al Sud (%). Nelle Isole, d altronde, la coltivazione di uva per vini comuni si afferma più forte degli altri due segmenti produttivi considerati. (grafico 1). Dal punto di vista organizzativo, poco più del 60% delle aziende del campione ha dichiarato di appartenere a strutture associative. Tale quota è più forte nel Nord Est (73%) e al Centro (75%). Risultati dell indagine Dall analisi dei dati emerge, in primo luogo, che la tipologia di prodotto più venduto in media sul totale è l uva da vino (con una quota pari al 71%), che raggiunge performance particolarmente ragguardevoli nel Nord Est (80%) e meno brillanti al Centro (56%). Il vino sfuso è venduto dal 15% degli operatori del panel. Il confezionato, con una quota pari al 14%, si rivela quindi la tipologia meno venduta. Nell ambito dei diversi segmenti, risalta che nell ambito delle produzioni di vite per vini Doc-Docg le vendite di vino confezionato superano i valori medi nazionali e degli altri due segmenti, erodendo quote alle altre due tipologie commercializzate (sfuso/mosto e uva da vino) (grafico 2). Grafico 2 Tipologia di produzione venduta per segmento (valori medi) 20% 12% 6% 4% 14% 18% 22% 15% 69% 76% 73% 71% Vite per vini Doc- Docg Vite per vini Igt Vite per vini comuni Totale Uva da vino Vino sfuso/mosto Vino confezionato Altro Dati interessanti emergono analizzando la geografia dei mercati di sbocco (tabella 2). Nel caso del prodotto venduto come uva da vino, l areale di vendita è essenzialmente formato dalla provincia di appartenenza e/o al massimo da quelle limitrofe (dato confermato dall 87% delle aziende intervistate). L esportazione fuori dai confini italiani è intrapresa da 13 aziende su 180 che commercializzano uva da vino. Le cose cambiano nel caso delle aziende che commercializzano vino sfuso/mosto: in questo caso la percentuale delle aziende più legate ad una commercializzazione di prossimità scende al 68% e sale di ben 20 punti la frequenza di quelli che commercializzano su tutto il territorio nazionale. Rimane pressoché invariata la propensione alla commercializzazione all estero. Nel caso, invece, delle aziende che producono e commercializzano vino imbottigliato e confezionato (rappresentato principalmente da vini con denominazione V.Q.P.R.D.), la situazione si ribalta ed i mercati di sbocco, per un 54% dei casi, non sono localizzati nella stessa provincia o in province limitrofe. Invero, per un % dei casi, la clientela è sparsa su tutto il territorio nazionale, e per un 27% in vari paesi esteri. Questo dato è ancora più

3 evidente per le aziende localizzate al Centro. Tabella 2 - La destinazione geografica della produzione aziendale per modalità di vendita e segmento produttivo (%) Uva da vino Stessa Province Altre zone Paesi extra- Paesi UE provincia limitrofe d Italia UE Non so, n.r. Totale Vite per vini Doc-Docg 71,0 13,1 4,7 6,5 3,7 0,9 100,0 Vite per vini Igt 73,3 13,3 6,7 3,3 3,3 0,0 100,0 Vite per vini comuni 83,7 9,3 4,7 0,0 0,0 2,3 100,0 Totale 74,4 12,2 5,0 4,4 2,8 1,1 100,0 Vino sfuso/mosto Vite per vini Doc-Docg 42,3 23,1 23,1 7,7 3,8 0,0 100,0 Vite per vini Igt 28,6 14,3 57,1 0,0 0,0 0,0 100,0 Vite per vini comuni 75,0 12,5 12,5 0,0 0,0 0,0 100,0 Totale 51,0 18,4 24,5 4,1 2,0 0,0 100,0 Vino confezionato Vite per vini Doc-Docg 25,5 14,9,8 19,1 10,6 0,0 100,0 Vite per vini Igt 25,0 0,0 50,0 0,0 25,0 0,0 100,0 Vite per vini comuni 75,0 25,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0 Totale,1 14,5,1 16,4 10,9 0,0 100,0 Il canale di vendita prevalente per l uva da vino (63% dei casi) è l organismo associativo (Cooperativa, Associazione, Organizzazione di produttori, Consorzio). La spiegazione di ciò può essere ravvisata nel fatto che spesso queste strutture si occupano del processo di vinificazione dell uva conferita dagli associati. Relativamente, poi, alla qualità dell uva conferita, risulta che nel 57% dei casi è Doc-Docg e nel 21% Igt (tabella 3). Se si analizza anche l influenza di tale canale sulla superficie investita, risulta che questa è abbastanza circoscritta: il 58% delle aziende che lo utilizzano ha dichiarato che la superficie coltivata non ha subito modifiche in questi ultimi tre anni. In riferimento alla commercializzazione di vino sfuso/mosto, il canale preferenziale cambia e diventa la vendita diretta (quasi 40% dei casi), seguito, con molto distacco, dagli intermediari commerciali (16%). In questo segmento, infatti, dato che il vino viene direttamente lavorato in azienda e non ci si avvale di un centro di raccolta per la successiva vinificazione, gli operatori sono usi ricorrere a canali di sbocco diversi dalle strutture associate. La vendita diretta riguarda soprattutto i vini comuni senza legami con alcuna denominazione geografica (47% dei casi).tuttavia, va evidenziato che la metà delle aziende che si avvalgono del canale diretto, negli ultimi anni ha ridotto la superficie messa a coltura. Emblematico l unico caso di azienda del panel che vende prodotto sfuso alla Grande Distribuzione Organizzata: negli ultimi anni, come era prevedibile, ha visto aumentare la superficie investita. Nel caso del vino confezionato, il canale diretto copre il 23% delle vendite complessive e risulta secondo al canale HORECA, che, con una quota del 26%, si attesta principale sbocco commerciale. Risulta, inoltre, che più del 70% delle aziende che si rivolgono a questi canali (vendita diretta e HORECA) appartengono a una qualche struttura associativa. Mentre, non sembra che queste due tipologie di commercializzazione abbiano inciso sull andamento della superficie investita.

4 Tabella 3 - Principali canali di sbocco della produzione agricola, per modalità di vendita e segmento produttivo (%) Vite per vini Doc- Docg Uva da vino Vite per vini Igt Vite per vini comuni TOTALE Cooperativa, Associazione, OP, Consorzio 60,9 80,8 55,0 62,7 Industria di prima trasf.zione* 17,4 3,8 20,0 15,8 Industria di seconda trasf.zione** 8,7 0,0 2,5 5,7 Intermediari comm. *** 3,3 0,0 10,0 4,4 GDO 3,3 0,0 0,0 1,9 Dettaglio tradiz./spec. 3,3 0,0 0,0 1,9 Horeca 1,1 0,0 0,0 0,6 Vendita diretta 2,2 11,5 7,5 5,1 Altri 0,0 0,0 0,0 0,0 Non so, n.r. 0,0 3,8 5,0 1,9 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Vino sfuso/mosto Cooperativa, Associazione, OP, Consorzio 15,8 0,0 15,4 13,2 Industria di prima trasf.zione* 5,3 16,7 0,0 5,3 Industria di seconda trasf.zione** 21,1 0,0 7,7 13,2 Intermediari comm. *** 21,1 33,3 0,0 15,8 GDO 5,3 0,0 0,0 2,6 Dettaglio tradiz./spec. 5,3 0,0 15,4 7,9 Horeca 0,0 0,0 0,0 0,0 Vendita diretta 26,3 50,0 53,8 39,5 Altri 0,0 0,0 0,0 0,0 Non so, n.r. 0,0 0,0 7,7 2,6 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Vino confezionato Cooperativa, Associazione, OP, Consorzio 13,3 0,0 0,0 11,4 Industria di prima trasf.zione* 3,3 0,0 0,0 2,9 Industria di seconda trasf.zione** 0,0 0,0 0,0 0,0 Intermediari comm. *** 16,7 0,0 0,0 14,3 GDO 0,0 0,0 0,0 0,0 Dettaglio tradiz./spec. 20,0 0,0 33,3 20,0 Horeca 30,0 0,0 0,0 25,7 Vendita diretta 13,3 100,0 66,7 22,9 Altri 0,0 0,0 0,0 0,0 Non so, n.r. 3,3 0,0 0,0 2,9 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 *Vinificazione ** Imbottigliamento, distillazione, concentrazione, rettificazione *** Grossista, importatore estero, esportatore nazionale La scelta del canale di sbocco non è risultata obbligata per il 54% delle aziende. Questo è vero soprattutto per le imprese localizzate al Centro (62%) e nel Nord Est (57%). Al Sud, invece, la metà delle aziende ha compiuto una scelta obbligata. Le aziende che hanno dichiarato di essere condizionate nella scelta dello sbocco commerciale delle proprie produzioni, hanno puntualizzato (oltre un caso su quattro) che la ragione principale di tale condizionamento va ravvisata nell assenza di canali alternativi a livello territoriale.

5 In particolare, per le aziende che producono e commercializzano uva da vino, le cause più ricorrenti che hanno resa obbligata la scelta sono state, nell ordine: l appartenere a strutture associative (34% dei casi) e l assenza di canali alternativi a livello territoriale, ossia la mancanza di alternative commerciali percorribili (31% dei casi). Nel caso, invece, delle aziende che producono vino sfuso, la limitatezza della produzione e l assenza di alternative sono le cause che più incidono in senso negativo sulla scelta del canale di vendita (indicate, rispettivamente dal 32% e dal 21% degli intervistati). E soprattutto la tipologia di prodotto commercializzata, nel caso del vino confezionato, a rendere meno libera la scelta del canale commerciale (la frequenza delle risposte è del 31%). La seconda causa, in ordine, anche in questo raggruppamento, è risultata l assenza di alternative (23%). Concordanza di pareri tra gli operatori vitivinicoli dei tre segmenti (uva da vino, vino sfuso/mosto, vino confezionato) viene riscontrata in merito ai fattori che guidano la libera scelta del canale di vendita: l affidabilità del cliente risulta essere l elemento di primaria importanza nel caso dell uva da vino e del vino sfuso, fattore questo che, nel caso del vino confezionato, diventa secondo solo all elevata qualità del prodotto offerto (grafico 3). Grafico 3 Fattori che hanno favorito la scelta del canale di sbocco (%) La produzione dell'azienda è di grandi dimensioni 2 La produzione dell'azienda è limitata Affidabilità del cliente 23 Garanzia di conseguire un livello di prezzo in linea con il mercato Garanzia di continuità di assorbimento dei quantitativi prodotti Prodotti offerti di elevata qualità Scarsa qualità dei prodotti offerti Altro fattore 3 6 Non so, n.r Uva da vino Vino sfuso/mosto Vino confezionato Risposta multipla Base di riferimento: aziende non condizionate nella scelta del canale di sbocco (127 casi) Le vendite vengono effettuate in prevalenza a fronte di accordi verbali (contratti non scritti): 74% dei casi nel caso del vino confezionato, 59% nel caso del vino sfuso e 52% in quello dell uva da vino. In questo settore, un attenzione particolare deve essere rivolta al risultato in base al quale più il prodotto commercializzato è lavorato, minore è il ricorso a forme contrattuali strutturate.

6 Osservando, poi, i dati relativi alla parte minoritaria di aziende che commercializzano mediante la sottoscrizione di contratti, si evidenzia che la durata degli stessi è prevalentemente annuale, con ricontrattazione dei termini dell accordo alla scadenza. Tale tipologia di contratto è maggiormente diffusa nelle negoziazioni di uva da vino (tabella 4). Secondo le dichiarazioni degli intervistati, il prezzo di vendita viene fissato nel 41% dei casi in base alle quotazioni dei principali mercati di riferimento (locale, nazionale o estero) e, quindi, in base al prezzo di liquidazione della struttura associativa a cui l azienda cede il proprio prodotto (cooperativa/associazione/consorzio/op) (35%). Tale ordine di riferimento nel caso dell uva da vino subisce un inversione (prezzo di liquidazione: 47%, mercato di riferimento 37%). Nel caso del vino sfuso/mosto e del vino confezionato il primo sistema di determinazione del prezzo rimane quello dell intero panel di aziende vitivinicole, mentre al secondo posto si posiziona la modalità di contrattazione tra le parti. Tabella 4 - La modalità di vendita prevalente per segmento produttivo (%) Uva da vino Contratti Contratti Contratti inferiori ad pluriennali annuali un anno Senza contratto scritto Altro Non so, n.r. Vite per vini Doc-Docg 12,5 27,8 2,8 51,4 0,0 5,6 Vite per vini Igt 10,0 40,0 0,0 45,0 0,0 5,0 Vite per vini comuni 8,3 11,1 2,8 58,3 0,0 19,4 Totale 10,9 25,0 2,3 52,3 0,0 9,4 Vino sfuso/mosto Vite per vini Doc-Docg 10,5 21,1 15,8 47,4 0,0 5,3 Vite per vini Igt 0,0 16,7 0,0 83,3 0,0 0,0 Vite per vini comuni 0,0 8,3 0,0 66,7 0,0 25,0 Totale 5,4 16,2 8,1 59,5 0,0 10,8 Vino confezionato Vite per vini Doc-Docg 0,0 20,7 3,4 72,4 0,0 3,4 Vite per vini Igt 0,0 0,0 0,0 100,0 0,0 0,0 Vite per vini comuni 0,0 0,0 0,0 66,7 0,0 33,3 Totale 0,0 17,6 2,9 73,5 0,0 5,9 Prospettive future Fortissima risulta essere la propensione delle aziende del campione a non modificare la geografia dei canali di sbocco (175 su 234 aziende non intendono variare la destinazione territoriale della propria produzione), specialmente per le aziende che commercializzano uva da vino (uva da vino: 77% dei casi; vino sfuso/mosto: 67%; vino confezionato: 56%). Questo scarso orientamento al cambiamento si evidenzia, in modo lievemente più accentuato, nell intenzione di non modificare, in un futuro, i canali commerciali di sbocco (uva da vino: 79% dei casi; vino sfuso/mosto: 71%; vino confezionato: 60%). Ismea Direzione Mercati e Risk Management Unità operativa Osservatori e Panel Giovanna Maria Ferrari (+39) Valerio Torriero (+39) H

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