PIANO STRAORDINARIO DI GESTIONE DEL CINGHIALE

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1 PROVINCIA DI COSENZA SETTORE LEGALE PIANO STRAORDINARIO DI GESTIONE DEL CINGHIALE ELABORATO SECONDO LE INDICAZIONI FORNITE DALL ISPRA Il Funzionario Dr. Lorenzo Vitari Il Dirigente Avv. Gaetano Pignanelli - 0

2 PREMESSA Il Piano Faunistico Provinciale ha individuato fra i punti cardine la messa in atto di specifiche tecniche di gestione affinché le singole specie animali selvatiche siano presenti sul territorio a livelli di densità compatibili con la loro conservazione nel tempo e in equilibrio con le altre componenti ambientali. La strategia circa la pianificazione della gestione della presenza del cinghiale nella provincia di Cosenza considera essenziale una adeguata programmazione della prevenzione dell impatto della specie sul territorio. Al riguardo, infatti, è stato definito un apposito: DISCIPLINARE PER LA PREVENZIONE, L ACCERTAMENTO ED IL RISARCIMENTO DEI DANNI CAUSATI ALLE OPERE ED ALLE COLTURE AGRICOLE E FORESTALI DALLA FAUNA SELVATICA E DALL ATTIVITÀ VENATORIA. Nel disciplinare richiamato si forniscono, in primo luogo, le linee guida per una efficace opera di prevenzione dei danni: è prevista, infatti, la predisposizione di specifici piani che sono parte integrante dei Piani annuali di gestione degli Istituti Faunistici Pubblici. I suddetti Piani sono approvati dalla Provincia di concerto con gli Ambiti Territoriali di Caccia, sentite le Associazioni Agricole e Venatorie, e sono articolati in modo tale da consentire il controllo della fauna selvatica in misura utile a prevenire danni alle colture agricole e forestali. Nella fase preparatoria di detti Piani, pertanto, sono coinvolti oltre che gli organi gestionali anche le rappresentanze delle associazioni agricole e venatorie direttamente interessate alla gestione delle specie problematiche. Peraltro il coinvolgimento delle categorie continua anche nella fase attuativa, con i cacciatori chiamati a prestare la loro collaborazione e con gli agricoltori tenuti a partecipare alla definizione del piano di prevenzione danni con riferimento alle modalità di attuazione del medesimo, anche mediante la stipula di specifiche convenzioni. ~ ~

3 I piani di prevenzione sono parte integrante e sostanziale dei Piani annuali di gestione del cinghiale e degli Istituti Faunistici di competenza dell ATC e sono elaborati dall organo di gestione, sentiti gli agricoltori interessati. Tali piani sono articolati in modo tale da consentire il controllo della fauna selvatica in misura utile a prevenire danni alle colture agricole e forestali. Gli agricoltori sono tenuti a partecipare alla definizione del Piano di prevenzione danni con riferimento alle modalità di attuazione del medesimo. La prevenzione dei danni può essere attuata anche tramite specifiche convenzioni stipulate tra A.T.C. e agricoltori. Coloro che intendono realizzare opere o attuare accorgimenti atti a prevenire i danni arrecati dalla fauna selvatica alle opere ed alle colture agricole o forestali, possono presentare domanda di contributo agli organi di gestione faunistico venatoria competenti per territorio cioè alla Provincia o agli Ambiti Territoriali di Caccia. Sono, di norma, escluse dai contributi le recinzioni di rete metallica che possono impedire il passaggio delle specie selvatiche non oggetto dell intervento di prevenzione. Tali recinzioni non devono comunque impedire l accesso al fondo ai cacciatori, pertanto dovranno essere dotate di appositi scalandrini. Non è tuttavia consentita, in alcun caso, la trasformazione delle recinzioni oggetto di contributi in fondi chiusi; tale impegno deve essere assunto mediante scrittura privata nella forma di atto unilaterale d obbligo, comprendente anche la rinuncia ad ogni eventuale richiesta di risarcimento. L A.T.C., nell elaborazione del piano di prevenzione, può prevedere la dotazione temporanea di impianti mobili elettrificati, da mettere a disposizione degli agricoltori che ne facciano richiesta, tenendo conto delle priorità stabilite nel presente regolamento e nel piano stesso. Le richieste sopra indicate devono essere fatte entro e non oltre la data del 5 luglio di ogni anno. Alla consegna del materiale gli agricoltori interessati sono tenuti a versare la somma di 00,00 a titolo cauzionale che sarà restituita al momento della riconsegna. Nel caso la consegna del materiale non sia effettuata entro 60 giorni dal ~ 3 ~

4 termine stabilito nel documento di presa in carico, sarà addebitato il costo dell intero impianto. Gli agricoltori sono tenuti al costante controllo delle recinzioni allo scopo di verificarne il mantenimento in buono stato d efficienza. La consegna delle recinzioni elettriche per la protezione delle colture, devono avvenire con priorità per le colture di maggior pregio, nonché per i terreni che hanno subito danni negli anni precedenti. Colture soggette a protezione elettrificata: A. Vigneti e frutteti con superficie superiore a ha 0,5. B. Coltivazioni di cereali di superficie superiore a ha 3 se situati in pianura e ha 5 se posti in media collina. C. Coltivazioni di mais irriguo con superfici superiori ad ha e di mais non irriguo con superfici superiori a 3 ha. D. Coltivazioni orticole con superficie superiore ad ha 0.5. E. Le coltivazioni inferiori ai parametri espressi nei punti precedenti possono essere protette in casi particolari ed eccezionali, previa valutazione tecnica ed autorizzazione degli organi dell A.T.C. F. Colture biologiche con superfici inferiori del 30% rispetto ai parametri i sopra menzionati. La Provincia o gli Ambiti Territoriali di Caccia erogano, per le rispettive aree di competenza, i contributi per la prevenzione, di norma, sulla base di progetti coordinati con interventi complementari attuati dai Comitati di Gestione. Qualora si verifichino danni consistenti e reiterati nel tempo, previa valutazione dei costi-benefici in relazione alle colture da proteggere, possono essere concessi contributi a proprietari o conduttori di terreni agricoli, ai fini della salvaguardia delle colture da parte di ungulati, per la realizzazione di recinzioni fisse, e l acquisto di recinzioni elettriche semifisse o mobili e strumenti dissuasori ad ultrasuoni. ~ 4 ~

5 I contributi sono ammessi esclusivamente nel caso in cui si verifichino i seguenti casi: a) quando gli appezzamenti da proteggere siano ubicati in aree ad alto rischio di danni alle colture, previa dimostrazione della inefficacia di altri mezzi di prevenzione dei danni a carattere temporaneo (quali ad es. recinzioni elettriche temporanee e contenimenti). b) a condizione che le superfici non siano inferiori a quanto sopra detto. L erogazione del contributo sarà effettuata ad opera conclusa. Ai fini della liquidazione l A.T.C. si riserva la facoltà di effettuare un collaudo tecnico. Coloro che accedono al contributo per l installazione delle recinzioni fisse dovranno garantire l accesso ai cacciatori dotando la recinzione di un adeguato numero di scalandrini, in modo da consentire l esercizio venatorio. Le recinzioni non dovranno di norma superare,0 metri di altezza fuori terra e la maglia dovrà avere una dimensione minima 5 x 5 cm. L ATC ogni anno determina, con propri atti, l importo da erogare per il sostegno della spesa sostenuta dai proprietari per l installazione delle recinzioni fisse ( al metro lineare) per l acquisto di recinzioni elettriche semifisse o mobili ( al metro lineare) e strumenti dissuasori ad ultrasuoni. L A.T.C. fissa inoltre il contributo massimo che potrà essere erogato ai beneficiari per ciascun intervento. I contributi saranno erogati, mediante stipula di convenzione tra le parti (con la quale il beneficiario si impegna ad accettare le norme dettate), nei limiti degli stanziamenti specifici previsti annualmente in bilancio. Tali convenzioni possono prevedere, in alternativa al contributo, la cessione del materiale occorrente per la messa in opera della recinzione elettrica. La convenzione dovrà prevedere la rinuncia dei beneficiari alla richiesta di risarcimento, per almeno 5 anni, dei danni a qualsiasi tipo di coltura da parte degli ungulati. Le domande per ciascun esercizio finanziario dovranno essere presentate alla sede dell A.T.C. entro il 3 ottobre e valutate dal comitato di gestione entro il 30 novembre di ciascun anno. le domande non finanziate potranno essere prese in esame nelle esercizio successivo. ~ 5 ~

6 Oltre suddetti interventi esistono una serie di iniziative di carattere socio/politico/gestionale e tra queste si segnala l opportunità di una direttiva che vieti la messa in libertà a scopo di ripopolamento di cinghiali di qualsiasi provenienza e classe d età. Del resto la Provincia di Cosenza quale destinataria delle attribuzioni in materia di ripopolamento faunistici, fin dagli inizi degli anni duemila, prima della costituzione dei Comitati di Gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia, ha evitato di mettere in libertà capi di cinghiali. Oltre tale iniziativa è necessario un maggiore impegno nel controllo sugli impianti di allevamento per impedire le cessioni a scopo di ripopolamento. Tuttavia, l azione che si ritiene più importante è quella di sostenere, in sede di concertazione dei Calendari Venatori, l applicazione del dettato legislativo previsto nel secondo comma dell art.8 della legge n.57 dell //99 e dal comma 3, lettera b), dell art.4 della legge regionale n.9 del 7/5/996 e, conseguentemente, autorizzare la caccia di selezione agli ungulati a far tempo almeno dal I agosto. Le azioni così come descritte associate al controllo selettivo della specie, qualora valutato positivamente dall ISPRA, comporteranno sicuramente una diminuzione annua consistente dei danni alle colture da parte degli ungulati. Le abitudini ed i luoghi frequentati dalla specie rendono estremamente difficoltoso effettuare censimenti che diano risultati attendibili. Al fine di acquisire dati sulle popolazioni che consentano di valutarne la consistenza e/o stimarne la crescita, per ogni animale abbattuto dovrà essere compilata una apposita scheda contenente elementi relativi al giorno ed al luogo in cui è avvenuto l abbattimento, le principali caratteristiche del capo (sesso, età stimata, ecc.), dati biometrici con particolare riguardo all esame dell apparato riproduttivo delle femmine. A tale scopo saranno anche utilizzate le schede contenute nei successivi allegati. Tutti i dati ricavati dalle schede così compilate saranno riportati su un archivio informatizzato che sarà tenuto a disposizione per valutare l efficacia e ~ 6 ~

7 l efficienza delle tecniche di controllo numerico adottate e ciò per valutare ed apportare eventuali correttivi alle modalità e/o alla tempistica degli interventi. ~ 7 ~

8 PIANO DI CONTROLLO INTRODUZIONE Parallelamente alle azioni di prevenzione che si intendono attuare, appare tuttavia necessario intervenire anche attraverso l eliminazione dei cinghiali laddove il problema dei danni risulta avere un incidenza maggiore, sottolineando tuttavia come gli interventi di controllo, così come pianificati, non saranno in grado di produrre un impatto sulle popolazioni sicuramente inferiore a quello causato dall attività venatoria. Al riguardo, si ritiene che la condivisione di tali tesi con le diverse parti in causa (associazioni agricole e venatorie) rappresenti una fase essenziale per l attuazione del piano. Il coinvolgimento degli organi di gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia, delle Associazioni Venatorie riconosciute e delle organizzazioni professionali agricole avrà, senza dubbio, un effetto positivo in termini di conoscenza del problema e di collaborazione alla sua soluzione. Inoltre, solo attraverso il coinvolgimento del mondo venatorio (organi di gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia ed Associazioni Venatorie riconosciute), si potrà interrompere la pratica dei ripopolamenti, in particolare nelle aree dove si sono verificati danni. ~ 8 ~

9 IMPATTO DEL CINGHIALE SULLE ATTIVITÀ AGRICOLE Dalla lettura delle note sulla biologia e dalla conoscenza di fattori comportamentali della specie si comprendono i motivi per cui il cinghiale rappresenta una specie problematica nei confronti delle attività antropiche. Dal punto di vista biologico sono da sottolineare: a) i consistenti incrementi annuali delle popolazioni legati all elevata prolificità; b) la grande mole che comporta notevoli esigenze alimentari. Dal punto di vista comportamentale è da sottolineare: a) che essendo specie gregaria raramente entra singolarmente in un campo coltivato, mentre quasi sempre lo fa in gruppi più o meno numerosi; b) le modalità di reperimento del cibo che possono amplificare l impatto rispetto al prodotto sottratto a causa dell attività di scavo. Un aspetto che però viene spesso trascurato è che il cinghiale preferisce in larga misura alimentarsi con alimenti naturali in ambienti di macchia o forestali e che si rivolge alle colture agrarie solo se non trova fonti trofiche naturali. Questo comportamento è tanto più vero quanto più ci si trovi in presenza di popolazioni ben strutturate, costituite cioè da animali adulti dotati di esperienza nella ricerca del cibo e buoni conoscitori del territorio in cui vivono; popolazioni destrutturate con un eccesso di individui giovani sono al contrario quelle che determinano un impatto più elevato con le attività agricole a causa degli eccessivi erratismi degli animali poco esperti. La popolazione di cinghiali, nelle zone circostanti le aree protette, nella fattispecie quelle limitrofe al Parco Nazionale del Pollino, è in costante aumento. Di tanto ne sono prova i frequentissimi avvistamenti anche in zone urbanizzate o comunque antropizzate. Tale aspetto ha formato oggetto di vive proteste, oltre che di privati cittadini, anche di amministratori locali i quali si sono dichiarati estremamente preoccupati per l incolumità delle popolazioni amministrate. ~ 9 ~

10 L impatto del cinghiale sulla vegetazione naturale si esprime attraverso l attività di scavo (rooting), finalizzata alla ricerca di tuberi, rizomi e radici (ma anche organismi animali), che può comportare conseguenze importanti come una cospicua riduzione della biomassa vegetale, in genere non associata a riduzione della varietà di specie, oppure il danneggiamento del manto vegetale, con conseguenti rischi di erosione del terreno (Howe et al., 98; Singer et al., 984). L attività di rooting può esercitare un notevole impatto (diretto e indiretto) anche sulla componente faunistica degli ecosistemi, causando una riduzione della biomassa animale principalmente a carico di insetti, invertebrati e micro mammiferi (Genov, 98; Howe et al., 98; Singer et al., 984). Relativamente alla coesistenza tra attività agricole e cinghiale, il principale strumento conoscitivo a disposizione dell Ente è sicuramente il monitoraggio costante della distribuzione geografica e dell entità dell impatto del suide sulle colture. La conoscenza accurata del fenomeno danno permette, infatti, di tracciare un quadro oggettivo della situazione, fondamentale per la realizzazione mirata degli interventi ritenuti necessari. In questo senso è possibile considerare il monitoraggio dei danni come il primo atto di un accorta strategia di gestione, volta a minimizzare il conflitto con le popolazioni che vivono nelle aree interessate. La base dati a nostra disposizione, a questo momento dell analisi, è relativa a tutte le istanze di indennizzo pervenute ed evase dal 006 al 009. Si tratta di dati ricavati dagli atti in possesso dell Ente, per le annualità 006 e parte del 007, o fornite dai Comitati di Gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia per le annate successive. È da tenere presente che in alcuni casi sono riportati nell anno successivo eventi iniziati nell anno precedente per effetto dei tempi tecnici necessari all accertamento, alla quantificazione e alla liquidazione del danno. Sulla scorta di tali dati sono state elaborati i seguenti grafici che risultano, comunque, mancanti dei dati riferiti all ambito territoriale di caccia denominato CS3 i cui vertici, nonostante siano stati sollecitati, non hanno fornito gli indispensabili elementi di valutazione: ~ 0 ~

11 ANNO Incidenza eventi per AATTCC ; 3% ; % 3 37; 86% ANNO INCIDENZA ECONOMICA PER AA TT CC IN EURO.706,5 3%.08,47 % 3 738,88 76% ~ ~

12 ANNO INCIDENZA EVENTI PER AA TT CC 5 8% 5 3% % ANNO INCIDENZA ECONOMICA PER AA TT CC IN EURO 773,93 5% 43 % ,86 94% ~ ~

13 ANNO INCIDENZA EVENTI PER AA TT CC 4 7% 0 0% % ANNO INCIDENZA ECONOMICA PER AA TT CC IN EURO 4343,3 8% 0% ,6 9% ~ 3 ~

14 ANNO INCIDENZA EVENTI PER AA TT CC 6% 0 0% % ANNO INCIDENZA ECONOMICA PER AA TT CC IN EURO 557, 5% 0% ,83 95% ~ 4 ~

15 Già da un primo esame dei grafici, salta agli occhi come il maggior onere, sia in termini di eventi che in termini monetari, sia sopportato dai territori compresi nell Ambito Territoriale di Caccia denominato CS. La spiegazione nasce dalla dislocazione degli stessi territori che costituiscono l Ambito Territoriale di Caccia che, com è noto, in parte, sono circostanti al Parco Nazionale del Pollino. Il parco per una serie di fattori concomitanti fra di loro: divieto di caccia, tipo di vegetazione, collocazione dei confini, risente in modo molto accentuato dello stesso problema. Il divieto di caccia, come facilmente intuibile, costituisce certamente uno degli elementi di maggiore influenza sull aumento della popolazione di cinghiali, ma anche il tipo di vegetazione (castagneto, querceto associati a macchia mediterranea e coltivi) parimente influisce sull indice di riproduzione. È noto a tutti che le disponibilità alimentari sono direttamente proporzionali alle potenzialità riproduttive. Ultimo aspetto, ma non in ordine di importanza, è la collocazione del confine sud del parco che per lunghi tratti coincide con la parte bassa della fascia a castanetum. Questo fa si che si inneschi una sorta di effetto elastico o spugna che dir si voglia, che porta i cinghiali a rimanere nei limiti del parco in presenza di adeguate disponibilità alimentari (nel caso, in periodi in cui è aperta la caccia) mentre sono portati ad allargare la cerca di cibo e quindi fuoriuscire dai limiti del parco, quando si esauriscono le risorse alimentari (in periodo di caccia aperta). Della rilevanza che ha assunto il fenomeno è comprova la realizzazione di una serie di iniziative atte a limitare le popolazioni di cinghiale nel suo interno: si vedano: la messa in atto di trappolaggio per la cattura ed i cicli di abbattimenti selettivi - uno portato a termine ed uno in fase di avvio. La Provincia di Cosenza e quella di Potenza, nella consapevolezza del peso sociale che assume il problema, hanno svolto la fase di preparazione ed abilitazione di gruppi di cacciatori disponibili a prestare disinteressatamente la loro opera in occasione di iniziative simili. ~ 5 ~

16 Acquaformosa Albidona Amendolara Castrovillari Cerchiara di C.,00 Lungro Maierà Mottafollone Grisolia Rocca Imperiale S.Domenica T. S.Sosti Saracena Trebisacce Morano C. 4 Belvedere M. 6 S.Donato N. Castroregio 8 Oriolo C. Alessandria del C. 5 PIANO STRAORDINARIO DI GESTIONE DEL CINGHIALE In particolare, la Provincia di Cosenza ha tenuto un primo corso destinato a cacciatori residenti nell area nel parco, un secondo rivolto a tutti i cacciatori ed un terza, in fase di avvio, rivolto a cacciatori residenti sul confine sempre dello stesso parco. La formazione e la disponibilità alla collaborazione delle persone formate ha consentito all Ente Parco di portare a termine il primo dei progetti. In terreno libero, come evidenziato anche con i pregressi grafici, la maggiore incidenza si ha nei territori circostanti il perimetro meridionale del Parco del Pollino. Data questa tesi, si è proceduto ad analizzare sia il numero degli eventi verificatesi che l ammontare economico suddiviso per comuni. ANNO ENTITA' DEI RISARCIMENTI PER COMUNI COMPRESI NELL'ATC CS Serie 5 0 ~ 6 ~

17 Acquaformosa Albidona Cetraro Diamante Lungro Maierà Altomonte 3 Amendolara 3 Castroregio 3 Castrovillari 3 Morano C. Mottafollone Rocca Imp S.Sosti Trebisacce 3 Saracena 7 S.Donato N Alessandria del C 6 Oriolo 3 PIANO STRAORDINARIO DI GESTIONE DEL CINGHIALE ANNO EVENTI PER COMUNI COMPRESI NELL'ATC CS Serie ~ 7 ~

18 Acquaformosa 5,3 Albidona 594 Altomonte 8,5 Amendolara 7,8 Castroregio 679, Cetraro 44 Castrovillari 0,3 Diamante 397,3 Lungro 6 Maierà 647 Morano C. 6 Mottafollone 766,93 S.Sosti 344,6 Trebisacce 835,87 Rocca Imp 944 Saracena 33,0 Alessandria del C 58,6 Oriolo 5533,7 S.Donato N 055,7 PIANO STRAORDINARIO DI GESTIONE DEL CINGHIALE ANNO ATC CS - ENTITA' RISARCIMENTI PER COMUNE Serie ~ 8 ~

19 Altomonte; Belvedere M; Acquaformosa; 8 Albidona; 9 Cerchiara di C.; Firmo; Lungro; 3 Maierà; Grisolia; 6 Mottafollone; Orsomarso; Amendolara; 7 Castrovillari; 9 Morano C.; 9 Rocca Imperiale; 5 Roggiano G.; S.Agata d'e.; S.Domenica T.; 6 S.Sosti; 7 Trebisacce; 5 Verbicaro; Saracena; 3 Castroregio; 30 Alessandria del C; 5 Oriolo; 56 S.Donato N.; 57 PIANO STRAORDINARIO DI GESTIONE DEL CINGHIALE ANNI EVENTI PER COMUNI COMPRESI NELL'ATC CS Serie ~ 9 ~

20 ~ 0 ~

21 Per i motivi già elencati in precedenza, il periodo dell anno in cui il cinghiale arreca maggiormente danni alle colture agrarie va da primavera ad autunno. A questo si deve aggiungere un altro aspetto del problema che riguarda l incidenza del selvatico sulla circolazione stradale. È in costante aumento il numero di eventi incidentali attribuiti ai cinghiali quali causa diretta (impatto con automezzi in transito) o indiretta, incidenti causati dal veloce attraversamento della sede stradale di gruppi di cinghiali che provocano la perdita di controllo degli automezzi in transito con conseguenze facilmente immaginabili. AREE INTERESSATE Sulla base dell analisi dei dati rilevati dai verbali dei sopralluoghi esperiti per accertare ed eventualmente risarcire i danni che la specie ha arrecato alle colture agricole e dei dati messi a disposizione degli ATC per quanto riguarda i capi abbattuti in relazione alle superfici venabili per la caccia al cinghiale, la Provincia di Cosenza ritiene opportuno attivarsi, attraverso il presente piano di controllo, per ridurre percentualmente di danni accertati. In queste aree è pertanto di fondamentale importanza programmare un primo straordinario intervento di controllo della specie, per limitare le presenze sul territorio e per eliminare i soggetti palesemente incrociati con il maiale domestico (esemplari pezzati o bianchi, ecc.), al fine di limitare i danni che questi ungulati procurano alle produzioni agricole. Si rileva inoltre, che un ulteriore aumento della specie sul territorio rappresenta un rischio potenziale anche dal punto di vista sanitario, essendo un veicolo ad esempio della peste suina (classica ed africana), malattia infettiva di origine virale che può essere trasmessa agli allevamenti di suini domestici provocando gravissimi danni economici. Anche per questo motivo si ritiene di vitale importanza l attuazione del presente piano di controllo. Sulla scorta delle indicazioni ottenute ed innanzi riportate si ritiene che le aree di intervento possano essere costituite dai comuni nei quali si è verificata la maggiore incidenza sia in termini di eventi che dal punto di vista economico, posti al ~ ~

22 centro dell area e circoscritti dai comuni confinanti comunque interessati dal problema. Ad ogni buon fine è da precisare che restano escluse dall intervento le aree, seppure inglobate nelle Macroaree, ma ricadenti nel perimetro del Parco del Pollino ovvero in ZPS ovvero ancora in SIC. Alla luce di quanto enunciato sono state ricavate le seguenti cartine: ~ ~

23 ~ 3 ~

24 ~ 4 ~

25 La macroarea è estesa per ha 3464 circa, al netto dei territori ricadenti nel Parco Nazionale del Pollino. La macroarea è estesa per ha 584 circa, al netto dei territori ricadenti nel Parco Nazionale del Pollino. ENTITÀ DEL PRELIEVO La strategia prevista non si pone come obiettivo un numero di cinghiali da prelevare bensì dà prioritaria importanza alla riduzione, a regime, dei danni (del numero degli eventi e dell entità dei rimborsi erogati). La superficie provinciale interessata complessivamente dal presente piano di controllo è di circa ettari. L attività d abbattimento prevista dal piano sarà ripartita in tre anni. Per ciascun anno di intervento si provvederà a verificare l incidenza percentuale degli abbattimenti sui danni. Secondo le indicazioni dell ISPRA, presenti in letteratura, il piano di abbattimento dovrebbe prevedere il prelievo dell 80% degli animali giovani. Tenuto conto di ciò, si prevede che, per il primo anno, in assenza di dati specifici sulla struttura della popolazione oggetto di controllo, il prelievo dovrebbe comunque colpire in misura maggiore le classi giovanili, animali rossi e striati, in una percentuale corrispondente ad almeno il 60% dei capi. Il periodo previsto per gli abbattimenti è pressoché durante tutto l anno, considerato lo stato di vera e propria emergenza del fenomeno, in particolare si prevede un periodo di controllo selettivo che va da Aprile a Settembre durante il quale il prelievo sarà indirizzato ai maschi adulti ed ai giovani di ambo i sessi. Durante la stagione venatoria, in condizioni climatiche straordinarie (nevicate ecc) che possono precluderne il normale svolgimento, potranno essere previsti interventi di controllo selettivo su animali giovani e adulti di ambo i sessi. ~ 5 ~

26 PERSONALE COINVOLTO Si ritiene necessario coinvolgere in programmi di controllo della fauna, personale che abbia ricevuto un adeguata istruzione sia dal punto di vista teorico che da quello pratico. Ci si riferisce a personale che abbia seguito specifici corsi per coadiuvanti alle attività di controllo del Cinghiale già attuati dall Ente e che abbia conseguito la relativa qualifica. Il coordinamento delle singole azioni resta di competenza del Servizio Caccia dell Ente, mentre la vigilanza sarà affidata in primo luogo al Corpo di Polizia Provinciale ed agli agenti volontari di vigilanza venatoria. Ad ogni cinghiale abbattuto sarà immediatamente apposta una fascetta inamovibile, riportante un numero identificativo che dovrà essere poi richiamato nelle apposite schede di raccolta dati (in allegato) e nelle schede riguardanti l ispezione veterinaria (al riguardo si rimanda al paragrafo sulla destinazione dei capi abbattuti). METODOLOGIE APPLICABILI Gli interventi saranno effettuati mediante: ) abbattimento con carabina dotata di ottica di mira; i prelievi potranno essere effettuati alla cerca, da appostamento fisso o altane, di giorno e di notte con eventuale utilizzo di fonti luminose (fari)e pasturazione in tramogge poste in prossimità degli appostamenti; ) girata; 3) braccata, con l uso di non più di 5 cani e di non più di 0 operatori, esclusivamente secondo le seguenti modalità: - a seguito di una specifica richiesta di parere, in cui si indichino (i) le motivazioni (tipologia e quantificazione dei danni causati dai cinghiali, presenza, descrizione e valutazione dell efficacia degli interventi di prevenzione, esito degli interventi realizzati con le altre tecniche - ~ 6 ~

27 appostamento e girata-); (ii) numero di azioni che si intende effettuare); (iii) ubicazione del sito, tipo di Istituto di gestione, integrando tale descrizione con un idonea cartografia della zona; - al di fuori della aree di protezione della fauna; - nel periodo ottobre febbraio; - in situazioni ambientali di provata eccezionalità (aree caratterizzate da copertura forestale particolarmente fitta e senza soluzione di continuità per ampie superfici). DESTINAZIONE DEI CAPI ABBATTUTI Le metodologie previste per gli interventi lasciano intuire un numero di abbattimenti molto contenuto per ogni azione, per cui il trasporto presso i Centri di Lavorazione e la successiva commercializzazione si presentano difficoltosi e, nel caso, estremamente onerosi in considerazione della dislocazione degli stessi (il più vicino è attualmente localizzato fuori Regione). È stata, quindi, prevista una specifica procedura che prevede: ) un ispezione visiva iniziale, immediatamente successiva all abbattimento, effettuata dai coadiuvanti all intervento di controllo, all uopo specificatamente addestrati; la carcassa e ivisceri asportatisaranno esaminati al fine di verificare l assenza di eventuali anomalie. ) Successivamente la carcassa sarà sottoposta a visita veterinaria volta ad accertare la commestibilità delle carni. Gli esemplari abbattuti nel corso d interventi di controllo le cui carni siano state classificate come commestibili non saranno commercializzate ma saranno lasciate ai coadiuvanti che hanno effettuato l abbattimento per autoconsumo. Al fine di realizzare la procedura prevista, all autorità veterinaria competente sarà data preventiva, dettagliata comunicazione di ogni intervento programmato affinché, la stessa autorità, possa svolgere i compiti previsti sui capi eventualmente abbattuti. ~ 7 ~

28 È giusto il caso di ricordare che la Regione Calabria ha previsto apposita deroga per i suini destinati ad autoconsumo. RENDICONTAZIONE La Provincia provvederà ad inviare all ISPRA al termine di ogni anno solare, una dettagliata rendicontazione circa le attività di prevenzione attuate, l entità dei danni rilevati e i risultati delle attività di contenimento, riportando il numero di capi abbattuti, le tecniche utilizzate, gli operatori coinvolti, le aree interessate e le caratteristiche biometriche e di produttività rilevate sui capi abbattuti. ~ 8 ~

29 ALLEGATI ~ 9 ~

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Testo coordinato redatto dalla Segreteria Generale REGOLAMENTO PER LA PREVENZIONE, L ACCERTAMENTO E IL RISARCIMENTO DEI DANNI CAUSATI ALLE REGOLAMENTO PER LA PREVENZIONE, L ACCERTAMENTO E IL RISARCIMENTO DEI DANNI CAUSATI ALLE OPERE E ALLE COLTURE AGRICOLE E FORESTALI DALLA FAUNA SELVATICA Approvato con deliberazione Consiliare n. 88 del

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