Sistemi istituzionali per l'integrazione scolastica
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- Carmelo Salerno
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1 Sistemi istituzionali per l'integrazione scolastica Corso: 1 lez.venerdì 01/03 ore lez lez. mercoledì 06/03 ore ; 4 lez. venerdì 08/03 ore lez
2 Lezione n.1 Breve excursus storico-culturale Alcuni concetti chiave Lo scenario istituzionale
3 Storia dell integrazione Itard e Seguin, verso la metà del 1800, medici e pedagogisti francesi; si sono occupati dell educabilità dei cosiddetti bambini subnormali. Itard sosteneva che prima vengono le potenzialità e poi la patologia, insegnò a leggere ad un Subnormale sconfessando l equazione l inguaribile è incurabile. Maria Montessori, si ispira a questi studi, e inizia il suo lavoro con i bambini psichiatrici ( anormali ). Applica a questi bambini i metodi (pedagogia scientifica) che poi, nella Casa del bambino, estenderà anche ai normodotati. Aderisce al movimento delle scuole nuove centrato sulla scoperta del bambino.
4 Eduard Seguin maestro e poi medico; segue le esperienze di Itard e a Parigi segue fanciulli tolti dal manicomio in una piccola scuola; scrive il Trattato morale, igiene e educazione degli idioti in cui insegna a questi soggetti a comunicare, mantenere l equilibrio, saltare, interagire
5 Maria Montessori e i disabili È un medico, diventa una pedagogista Prepara i maestri ai metodi speciali per bambini frenastenici (ritardati mentali) Nel 1900 apre la prima scuola ortofrenica e nel 1907 la prima casa dei bambini
6 Principi Montessoriani porre al centro la libertà e la creatività dei bambini; far acquisire al bambino alti livelli di autonomia; valorizzare l ambiente di apprendimento e i materiali didattici; ruolo dell insegnante: organizzare l ambiente, attendere affinchè i bambini svolgano il loro compito, osservarli, rispettare i loro ritmi.
7 da M. Montessori, 1906 fu così che interessandomi agli idioti, venni a conoscere il metodo speciale di educazione per questi infelici bambini ideato da Seguin e in genere a penetrare l idea allora nascente anche tra i medici pratici dell efficacia di cure pedagogiche per varie forme morbose come la sordità, l idiozia, il rachitismo( )
8 Educabilità e disabilità Con M. Montessori inizia l attenzione ai bambini disabili che costituirà il filo conduttore del discorso pedagogico di tutto il Novecento Nel XX sec. Si diffondono istituzioni speciali per minorati psichici, ciechi e sordi
9 Le prime scuole speciali 1899 a Roma primo asilo per minorati- Sante De Sanctis- Istituti per ciechi a Bologna, Torino, Genova, Milano,Roma, Napoli, Reggio Emilia, Palermo Istituti per sordi a Napoli, Milano, Genova, Verona Le scuole sono sostenute dai Comuni e dai privati
10 Le scuole differenziali Sorgono con l art. 415 del R.D. 26/04/1928 rivolte agli alunni che presentavano atti di permanente indisciplina, tali da lasciare il dubbio che possano derivare da anomalie psichiche ; Sono a carico dei Comuni fino al 1933 poi passano allo Stato; Per queste scuole vengono assegnati maestri del Comune in possesso di titoli di studio speciali o con attitudini particolari.
11 Ciechi e sordi Nel R.D. del 1928 si prevedeva che l obbligo scolastico dei ciechi avvenisse in scuole speciali fino alla 3^ e nelle classi comuni dalla 4^ classe ( in realtà avviene solo nelle scuole speciali); Per i sordi l educazione avviene nelle scuole per minorati dell udito
12 Minorati psichici Nel T.U. n. 577 del 1928 si stabilisce che le facoltà mediche debbano studiare queste minorazioni per indicare anche modalità di assistenza Solo a partire dal 1950 si tratterà l educabilità di questi soggetti
13 Il passaggio costituzionale Art.3 l uguaglianza dei cittadini Art.34 la scuola è aperta a tutti Si inizia ad occuparsi del modello educativo dei disabili
14 Anni sessanta Legge n.12 del 26/01/1962 sostiene il funzionamento delle scuole speciali e classi differenziali; Si ribadisce la necessità di avere personale in possesso di specializzazioni per insegnare in queste scuole Legge n.1859 del 1962 istitutiva della scuola media unica prevede classi differenziali (art.12) e classi di aggiornamento (art.11) con l attenzione a costituire classi omogenee rispetto alle minorazioni; Si definiscono limiti numerici per le classi: minorati psichici da 6 a 10 alunni; differenziali da 8 a 15; per sordastri da 8 a 10; per ambliopi da 8 a 10.
15 Dagli anni 60 agli anni 70 Proliferano le scuole speciali e le classi differenziali ( es. a To da 50 nel 1962 a 500 nel 1972!) Avere un figlio minorato è vissuto come una croce e nelle grandi città emerge la necessità di supporti assistenziali Ai tecnici è richiesto definire chi è recuperabile e chi non lo è
16 Anni settanta Scarto tra ricerca scientifica (Itard- Seguin-Montessori) e la risposta istituzionale all educabilità dei soggetti in difficoltà La situazione delle scuole speciali è descritta da Luigi Cancrini in Bambini diversi a scuola (1974) che parla di: Disadattati comprendendo orfani, illegittimi, indigenti, poveri; Pluriripetenti, caratteriali, diversi in genere
17 L educabilità Importante l esperienza di Adriano Comparetti Milani ( fratello di Don Lorenzo) che sostiene : Il bambino handicappato è essenzialmente un bambino, una persona che va educata in senso ampio non trattata Occorre lavorare alla nascita psicologica oltre a quella biologica
18 Le disposizioni degli anni 70 L.444/1968 istitutiva della scuola materna statale prevede la costituzione di sezioni speciali per i bambini disabili dai 3 ai 6 anni con deficit intellettivo, menomazioni fisiche o minorazioni sensoriali, per i casi più gravi le scuole materne speciali ; L. 118/1971 art.28, l istruzione dell obbligo deve avvenire nelle classi normali della scuola pubblica salvo i casi in cui i soggetti siano affetti da gravi deficienze intellettive e da menomazioni fisiche di tale gravità da impedire e rendere molto difficoltoso l apprendimento o l inserimento nelle predette classi normali ; N.B. Questa legge trovò scarsa applicazione, solo se i Comuni fornivano educatori ci fu qualche esperienza
19 1977 La L. 517/ 77 rappresenta la svolta epocale per l integrazione scolastica; Si occupa della scuola dell obbligo (dai 6 ai 14 anni); Prevede l abolizione delle scuole speciali e delle classi differenziali; Propone l inserimento nelle classi comuni dei bambini portatori di handicap con modalità diverse; Gli inserimenti avvengono dalla famiglia o dalle scuole speciali L eliminazione delle scuole speciali è avvenuta in forme diverse : più rapida con accordo autorità scolastiche e EE.LL., più lenta laddove le scuole speciali rappresentano centri di potere.
20 Passaggi di modelli segregazione co-educazione integrazione
21 Principi di riferimento La scuola per tutti Si costruisce un sistema formativo improntato ai valori della democrazia e dell uguaglianza delle opportunità educative Le diversità diventano risorsa e non limite
22 Un esempio Don Milani Spesso gli amici mi chiedono come faccio a far scuola e come faccio ad averla piena. Insitono perché scriva per loro un metodo, che io precisi i programmi, le materie, la tecnica didattica. Sbagliano la domanda; non dovrebbero preoccuparsi di come bisogna fare per fare scuola, ma solo di come bisogna essere per poter fare scuola ( Don Milani 1957)
23 In sintesi sulla L. 517/1977 docente di sostegno inserimento dei bambini portatori di handicap nelle classi normali (elementari e medie) Attività di integrazione PEI
24 Gradi di scuola e integrazione Scuola materna C.M. 258/1983 stabilisce integrazione soggetti portatori di handicap nelle sezioni normali Sentenza della Corte Costituzionale 215/1987 assicura inserimento dei ragazzi disabili nelle classi normali per le scuole superiori
25 Principi fondamentali sent. Corte Cost. Integrazione scolastica come diritto garantito costituzionalmente per lo sviluppo della personalità del soggetto in situazione di handicap; Continuità educativa per i processi di integrazione scoalstica; Integrazione a pieno diritto anche per le persone con handicap grave.
26 Organizzazione e personale Ci si occupa dell insegnante di sostegno e dei docenti C.M. 199 del 28/07/1979 fornisce indicazioni sui compiti insegnante di sostegno e sui modelli organizzativi per l integrazione
27 Significato delle pratiche di integrazione Si passa dalla centralità sull insegnamento alla centralità dell apprendimento Si affina la conoscenza dei soggetti e delle loro aree di funzionamento Si ragiona sulla valutazione formativa Si realizza l individualizzazione degli interventi
28 Ricadute ordinamentali Nei programmi del 79 scuola media Nei programmi 85 scuola elementare Negli orientamenti 91 scuola materna Si dedica uno spazio specifico al tema delle diversità e dell integrazione
29 Persona handicappata L. 104/1992 Legge quadro. Alcuni articoli, in particolare il 3 e il 12 sono dedicati all integrazione scolastica dei disabili. Regola l integrazione e l assistenza; tutela la pari dignità, detta misure di prevenzione. Sistematizza la materia e si occupa del intero ciclo di vita di un soggetto Istituisce un sistema di governance interno ed esterno
30 Norme recenti DPR 24/02/1994 atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle unità sanitarie locali in materia di alunni portatori di handicap; DPCM 185 del 23/06/2006 Regolamento recante modalità e criteri per l individuazione dell alunno come soggetto in situazione di handicap ; L.18 del 3/03/2009 ratifica ed esecuzione della convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, con Protocollo opzionale, fatta a New York il 13/12/2006 e istituzione Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità; Linee guida per l integrazione scolastica degli alunni con disabilità del 4/08/2009
31 Lezione n. 2 Alcuni concetti chiave Appunti per un glossario
32 Concetti chiave: cos è l istruzione? Per il diritto l istruzione è una attività tradizionale finalizzata alla trasmissione della conoscenza Per lo stato di diritto è qualcosa di più: era un obbligo (risposta del XIX secolo) è un diritto-dovere (risposta del XX secolo)
33 il diritto all istruzione L. 104/92 art. 12 c. 2 E' garantito il diritto all'educazione e all'istruzione della persona handicappata nelle sezioni di scuola materna, nelle classi comuni delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e nelle istituzioni universitarie. È un diritto di seconda generazione È un diritto sociale È un diritto civico È un diritto di prestazione
34 Istruzione è un diritto civico I diritti civici garantiscono la libertà mediante lo Stato P. Calamandrei N. Bobbio (Principio eguaglianza) Sono diritti pubblici soggettivi Welfare state In primo piano c è l amministrazione, è garanzia dei dirittti Il governo amministrativo della scuola
35 I limiti dei diritti civici le scelte culturali del soggetto (I diritti civici individuano un obiettivo che tutti devono raggiungere) La disponibilità di risorse finanziarie (efficienza) La disponibilità di personale professionalmente competente (efficacia)
36 Modelli sociali di disabilità Portatore di handicap Situazione di handicap Persona handicappata Diversabilità Modello medico + modello sociale + modello bionico = inclusione
37 Concetti chiave: pedagogia speciale Si rivolge ai soggetti con bisogni educativi speciali (disabili, DSA, con svantaggio); Pone al centro il soggetto e i suoi bisogni.
38 Principi della pedagogia speciale 1) tutti i bambini possono apprendere 2) tutti i bambini sono diversi 3) la diversità è una forza personalizzazione; educazione globale della persona (superamento del concetto di individualizzazione, cioè adattamento degli strumenti didattici/educativi); valorizzazione delle potenzialità del soggetto, in tutte le sue dimensioni.
39 Inclusione il disabile entra nella comunità a pieno titolo; normalità dei bisogni educativi speciali (Marisa Pavone); non funzionano ambienti separati, la risposta ai bisogni educativi avviene la dove si trovano (Canevaro); flessibilità organizzativa.
40 Pedagogia speciale e didattica speciale Pedagogia speciale: educabilità dei bambini con bisogni speciali; finalità: riduzione dell handicap, valorizzazione del potenziale, integrazione Didattica speciale: insegnamento/apprendimento nei bambini disabili; finalità: apprendimento, crescita della persona, integrazione. Strategie: didattica individuale, individualizzata e personalizzata pluralità mediatori (simbolico, iconico, analogico, attivo) importanza dei costrutti attributivi
41 Definizione di disabilità Grande novità nel 2001 con l introduzione dell ICF (International classification of funtioning, disability and health), che ha superato la tradizionale definizione dell OMS. Prima l handicap era una condizione di svantaggio vissuto dovuta a menomazioni e disabilità; menomazioni: perdita di funzioni; disabilità: riduzione nello svolgimento di attività. ICF: modello integrato bio-psico-sociale, introduce il concetto di funzionamento; lo descrive in un ottica di interazione con l ambiente
42 Appunti per un glossario Menomazione Deficit Handicap Inserimento Integrazione Inclusione certificazione Sostegno Assistenza PEI PDF DF ICD 10 ICF
43 Ragioniamo sui termini Dalla discussione allo studio allo scenario istituzionale
44 Grazie per l attenzione!
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