Esercitazione 1. inquadramento normativo dell integrazione scolastica del disabile

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1 Esercitazione 1. inquadramento normativo dell integrazione scolastica del disabile

2 Scuola speciali Quadro normativo Fino agli anni Cinquanta: logica della separazione Art. 415 del Regolamento Generale del 1928: «Quando gli atti di permanente indisciplina siano tali da lasciare il dubbio che possano derivare da anormalità psichiche, il maestro può, su conforme parere dell Ufficiale Sanitario, proporre l allontanamento definitivo dell alunno al direttore didattico, il quale curerà l assegnazione dello scolaro alle classi differenziali o, secondo i casi, d accordo con la famiglia, inizierà le pratiche opportune per il ricovero in istituti per l educazione dei corrigendi» Disabilità come malattia che provoca deficit, delega, esclusione, affidamento a strutture specifiche. Anni Sessanta moltiplicarsi di tali strutture. Intervento dello Stato a sostegno delle strutture.

3 Classi speciali Anni Sessanta Quadro normativo Classi istituite nelle scuole statali per accogliere gli alunni con disabilità. Prevalenza dell aspetto medico (diagnosi). Attenzione al deficit (che cosa non può fare). Delega agli specialisti senza il coinvolgimento del gruppo dei docenti

4 Inserimento Anni Settanta Quadro normativo Legge 118/1971 L istruzione dei disabili deve avvenire nelle classi normali. Presenza degli alunni con disabilità nelle scuole comuni sulla base dal riconoscimento di un diritto : diritto di vedersi riconosciuto uguale agli altri. Inizi anni Settanta : chiusura delle scuole e delle classi speciali e accoglienza degli alunni con disabilità nella scuola di tutti. Ottimismo ingenuo: basta l inserimento fisico per garantire il diritto all istruzione, socializzazione come obiettivo primario

5 Integrazione Legge n. 517 /1977 Quadro normativo Sentenza n.215/87 Corte Costituzionale Affermazione definitiva del diritto all educazione e all istruzione di tutte le persone con disabilità, indipendentemente dalla situazione di gravità, come DIRITTO SOGGETTIVO PIENO esteso a tutti gli ordini di scuola compresi gli istituti superiori.

6 Integrazione Quadro normativo Legge 5 febbraio 1992, n. 104: "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate." (Pubblicata in G. U. 17 febbraio 1992, n. 39, S.O.) Nota «Il diritto all educazione della persona handicappata nelle sezioni di scuola materna, nelle classi comuni delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e nelle istituzioni universitarie» Art. 12: diritto all educazione e all istruzione Art. 13: Diritto all integrazione scolastica della persona handicappata attraverso azioni per lo sviluppo delle potenzialità nell'apprendimento. Coinvolgimento di più soggetti per garantire il diritto allo studio (ASL Enti Locali Scuola) e definizione dei compiti e degli strumenti (compresi i documenti fondamentali: DF, PDF, PEI)

7 Quadro normativo Decreto del Presidente della Repubblica 24 febbraio 1994: "Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle unità sanitarie locali in materia di alunni portatori di handicap" (Pubblicato la prima volta nella G.U 6 aprile 1994, n. 79, il D.P.R. è stato ripubblicato, dopo la registrazione alla Corte dei conti, sulla G.U. 15 aprile 1994, n. 87) Art. 1: garanzia di intervento medico cognitivo sull'alunno in situazione di handicap, necessario per le finalità di cui agli articoli 12 e 13 della legge n. 104 del 1992, da articolarsi nella compilazione: a) di una diagnosi funzionale del soggetto; b) di un profilo dinamico funzionale dello stesso; c) per quanto di competenza, di un piano educativo individualizzato, destinato allo stesso alunno in situazione di handicap.

8 Quadro normativo Art. 4. La diagnosi funzionale, essendo finalizzata al recupero del soggetto portatore di handicap, deve tenere particolarmente conto delle potenzialità registrabili in ordine ai seguenti aspetti: a) cognitivo, esaminato nelle componenti: livello di sviluppo raggiunto e capacità di integrazione delle competenze; b) affettivo-relazionale, esaminato nelle componenti: livello di autostima e rapporto con gli altri; c) linguistico, esaminato nelle componenti: comprensione, produzione e linguaggi alternativi; d) sensoriale, esaminato nella componente: tipo e grado di deficit con particolare riferimento alla vista, all'udito e al tatto; e) motorio-prassico, esaminato nelle componenti: motricità globale e motricità fine; f) neuropsicologico, esaminato nelle componenti: memoria, attenzione e organizzazione spazio temporale; g) autonomia personale e sociale.

9 Quadro normativo Profilo Dinamico Funzionale e Piano Educativo Individualizzato, secondo il DPR del 24 febbraio 1994:

10 Quadro normativo Intesa Stato-Regioni del 20 Marzo 2008 in materia di modalità e criteri per l accoglienza scolastica e la presa in carico dell alunno con disabilità: indicazione di formulare la DF alla luce dell ICF (art 2.2)

11 Esercitazione 2. documenti fondamentali: PDF e PEI

12 Alcuni principi importanti nella compilazione dei documenti Dalla DF è necessario tirare fuori la sintesi dei punti di forza /abilità e punti di debolezza/deficit al fine di identificare i "punti di contatto" tra le abilità possedute dall'alunno e alcuni obiettivi (e attività) propri del curricolo di una certa disciplina su cui stanno lavorando gli alunni di quella classe. Due criteri basilari: o o o siano a "portata di apprendimento" da parte dell'alunno, siano cioè molto vicini ai punti di forza che sono stati evidenziati; facciano parte della disciplina in questione Anche adattati alle potenzialità del bambino (quindi individualizzato e personalizzato)

13 Alcuni principi importanti nella compilazione dei documenti Come identificare i punti di contatto? o o o l'insegnante riduce e semplifica gli obiettivi. Un primo modo : tornare indietro agli obiettivi proposti per le classi precedenti, o addirittura per l'ordine di scuola precedente. L'insegnante elementare che si occupa dell'area linguistica in quarta classe può tornare indietro anche fino ai prerequisiti della lettura e della scrittura, e cioè agli obiettivi in uscita della scuola materna, se questo lo porta a individuare il punto di contatto tra situazione di sviluppo del suo alunno e obiettivi proponibili, legati al curricolo linguistico che utilizza con tutta la classe. Ridurre e semplificare gli obiettivi con task analysis In molti casi la ricerca dell'obiettivo diverso (e cioè adatto alle sue capacità) ma nel contempo uguale (a quelli su cui sta lavorando la classe) è molto difficile e richiede molta creatività da parte degli insegnanti ed una continua collaborazione tra quelli curricolari e quelli di sostegno, ma migliora l autostima dell alunno.

14 Profilo dinamico funzionale quanto quel particolare alunno sa fare e come lo fa (momento della diagnosi); quanto e come si presume e si ipotizza possa fare ulteriormente, in ambito preciso di tempo e con gli opportuni interventi scolastici e non (momento della prognosi). E' redatto preferibilmente entro i primi due mesi di frequenza scolastica. Alla sua definizione provvedono, congiuntamente con la collaborazione dei genitori del B, gli operatori dell'azienda Sanitaria Locale, l insegnante di sostegno, il pedagogista, gli insegnanti della classe e l'eventuale personale educativo.

15 Profilo dinamico funzionale La verifica E' verificato almeno due volte all'anno. E' aggiornato a conclusione della Scuola dell Infanzia, scuola primaria, secondaria ecc. Le riunioni per la sua redazione, la verifica e l'aggiornamento sono convocate dal Dirigente Scolastico in accordo con il Responsabile del Servizio Sanitario, in tempi e modi tali da favorire la partecipazione di tutti gli interessati. Il Profilo Dinamico Funzionale è la base essenziale per la successiva formulazione del Piano Educativo Individualizzato (P.E.I.).

16 Piano Educativo Individualizzato È documento nel quale vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra loro, predisposti per l'alunno in situazione di handicap, in un determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del diritto all'educazione e all'istruzione (art. 5 del DPR 24/2/1994) ed è redatto in base ai primi quattro commi dell'art. 12 della Legge 104/92. A partire dal Profilo Dinamico Funzionale, il P.E.I., è elaborato congiuntamente dagli operatori dell'azienda Sanitaria Locale (A.S.L.), dal personale insegnante curricolare e di sostegno della classe, in collaborazione con i genitori o gli esercenti della potestà parentale dell'allievo. In sintesi, esso è il frutto dell accordo intervenuto tra la Scuola, il Comune, l A.S.L. e l Amministrazione Provinciale

17 Piano Educativo Individualizzato Che cosa contiene i progetti didattico-educativo, riabilitativi e di socializzazione; le forme di integrazione tra attività scolastica ed extrascolastica; l'orario generale della scuola e di permanenza dell'alunno; l'organizzazione dei servizi di trasporto, mensa, sostegno, eventuale assistenza accompagnamento, riabilitazione; predisposizione delle strutture idonee; modalità, tempi e forme di collaborazione tra tutti i firmatari dell'accordo di Programma; raccordi con il gruppo di lavoro, di circolo o di istituto; progetti di continuità; interventi diretti all'orientamento; modalità e tempi di massima per la verifica e la ristesura del P.D.F.; predisposizione del percorso misto, del progetto sul minore, dei percorsi sperimentali.

18 Piano Educativo Individualizzato Da chi è redatto Alla sua redazione materiale provvede il personale scolastico in base alle risultanze scaturite durante le riunioni appositamente convocate per la sua formulazione. La verifica E' formulato di norma entro il 2-3 mese di scuola ed è verificato al termine di ogni anno scolastico. Può essere modificato ed aggiornato ogni qualvolta se ne ravvisi la necessità.

19 Fasi operative (modello di Ianes) 1. Sintesi dei dati della DF: punti di forza/abilità e debolezza/deficit 2. Definizione degli obiettivi a lungo termine, medio termine e breve termine (sotto-obiettivi) 3. Divergenza dell approccio di Ianes dalla definizione contenuta nell Atto di indirizzo (1994): «il prevedibile livello di sviluppo che l alunno in situazioni di handicap dimostra di possedere in tempi brevi (6 mesi) e in tempi medi (2 anni)». Approccio medico prognostico vs definizione di obiettivi ottica pedagogica e didattica 4. Definizione del PEI e tempi della sua revisione

20 Fasi operative (modello di Ianes) PEI in ottica life span: progetto di vita: coerente col modello ICF: riflessioni su attività personali, partecipazione sociale, fattori contestuali ambientali e personali 1. Educazione orientata a: Ruoli lavorativi Gestione tempo libero Gestione autonomia Sviluppo e mantenimento di una rete sociale: famiglia, contesto lavorativo, amici e vicinato, associazioni e comunità, operatori dei servizi Gestione risorse economiche Competenze affettive e sessuali Realizzazione familiare Sviluppo di un identità adulta (in senso di maturazione psicologica): valori, obiettivi, motivazioni, stili attributivi, autoefficacia, autostima

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