La Prevenzione Incendi

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1 Laurea in Tecniche di Laboratorio Biomedico - Corso integrato Biologia generale e Chimica biologica Modulo didattico: Organizzazione di laboratorio e Sicurezza SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO - 9 La Prevenzione Incendi

2 Prevenzione Incendi: Normativa La Prevenzione incendi è la funzione di preminente INTERESSE PUBBLICO, di esclusiva competenza statale diretta a conseguire gli obiettivi di sicurezza della vita umana, di incolumità delle persone e di tutela dei beni e dell ambiente. (D.lgs. 81/ art. 46, comma 1) (comma 4) continuano ad applicarsi i criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione delle emergenze nei luoghi di lavoro di cui al decreto Ministro dell Interno del 10 marzo 1998: Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro.

3 Prevenzione Incendi: Normativa alcuni aggiornamenti D.Lgs 8 marzo 2006, n. 139 «Riassetto delle disposizioni relative alle funzioni ed ai compiti del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, a norma dell'articolo 11 della legge 29 luglio 2003, n. 229.» D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151, riguardante la semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi. D.M. 3 agosto 2015 «Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi, ai sensi dell'articolo 15 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139.» Ministero dell'interno Decreto 19 marzo 2015 «Aggiornamento della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private di cui al decreto 18 settembre 2002»

4 Prevenzione Incendi: Normativa Nei luoghi di lavoro soggetti al presente decreto legislativo devono essere adottate idonee misure per PREVENIRE GLI INCENDI e per tutelare l incolumità dei lavoratori. (art. 46, comma 2 del D.lgs 81/2008)

5 Prevenzione Incendi: Normativa vigilanza Art. 13 d.lgs 81/2008 la vigilanza sull applicazione della legislazione in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro è svolta dalla azienda sanitaria locale competente per territorio e, per quanto di specifica competenza dal Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco D.Lgs 139/2006 Riassetto delle disposizioni relative alle funzioni ed ai compiti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, art. 14: la vigilanza sull'applicazione delle norme di prevenzione incendi

6 Prevenzione Incendi. Normativa: D.M. Interno del 10 marzo 1998 Art 2. La valutazione dei RISCHI DI INCENDIO e le conseguenti misure di prevenzione e protezione, costituiscono parte specifica del documento di valutazione dei rischi (di cui oggi - all art. 17 D.Lgs 81/2008) Nel documento sono altresì riportati i nominativi dei lavoratori incaricati dell'attuazione delle misure di prevenzione incendi, lotta antincendio e di gestione delle emergenze Il datore di lavoro valuta il rischio di incendio del luogo di lavoro classificandolo: a) livello di rischio ELEVATO b) livello di rischio MEDIO c) livello di rischio BASSO Per quanto specificato nell allegato I e IX del decreto ministeriale sono da considerarsi a livello di rischio ELEVATO Ospedali, case di cura e case di ricovero per anziani

7 Prevenzione Incendi. Normativa: D.M. Interno del 10 marzo 1998 In tutti i luoghi di lavoro in cui siano presenti più di 10 lavoratori o comunque soggetti all obbligo del certificato di prevenzione incendi (CPI), a tal fine il decreto ministeriale prevede che debba essere predisposto e tenuto aggiornato un PIANO DI EMERGENZA che deve contenere tra l altro: (ART. 5 Allegato VIII) le azioni che i lavoratori devono mettere in atto In caso di incendio le procedure per l evacuazione del luogo di lavoro specifiche misure per assistere i disabili L indicazione di un adeguato numero di persone incaricate di sovraintendere e controllare l attuazione delle procedure previste le disposizioni per chiedere l intervento dei V.F.

8 Prevenzione Incendi. LA SQUADRA DI EMERGENZA «Il Datore di Lavoro designa preventivamente i lavoratori incaricati dell attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro e comunque di gestione dell emergenza» (art. 18, d.lgs 81/2008). I lavoratori incaricati ricevono un adeguata e specifica formazione ed un aggiornamento periodico (art. 37, d.lgs 81/2008) I lavoratori non possono, se non per giustificato motivo, rifiutare la designazione (art. 43, comma3 d.lgs 81/2008). braccio operativo del piano di emergenza ha il compito di intervenire, in caso di emergenza, per incendio, esplosione secondo procedure prestabilite

9 Prevenzione Incendi. LA SQUADRA DI EMERGENZA Compiti: raggiungere il luogo dell evento per accertarne la natura e la portata in caso di incendio controllabile tentare l estinzione con l impiego di estintori, altrimenti allertare i V.F. collaborare nel far defluire le persone presenti al piano o nell ambiente accompagnare sul posto dell evento i V.F., le forze dell ordine e collaborare (disinserimento alimentazione elettrica, intercettazione flusso combustibili, blocco ascensori, blocco impianti di ventilazione, condizionamento ) I componenti della squadra di emergenza in via ordinaria devono segnalare al responsabile ogni situazione di pericolo che dovessero riscontrare, nonché anomalie o deficienze degli impianti di sicurezza, della segnaletica

10 Prevenzione Incendi. CONCETTI importante COMBUSTIONE: reazione chimica di ossidazione accompagnata da produzione di calore, fiamma, gas, fumo e luce. I due reagenti sono il combustibile ed il comburente. Perché tale reazione chimica possa aver luogo è necessario che venga attivata da una sorgente di INNESCO con la funzione di somministrare una fonte di energia non inferiore ad un valore soglia detto energia di attivazione

11 Prevenzione Incendi. COMBUSTIONE importante COMBUSTIONE: Il triangolo del fuoco Triangolo del fuoco Combustibile (legno, carta, benzina, metano,)

12 Prevenzione Incendi. COMBUSTIONE importante Parametri della Combustione TEMPERATURA DI INFIAMMABILITA : temperatura minima alla quale i liquidi infiammabili o combustibili emettono vapori in quantità sufficiente a formare con l aria una miscela infiammabile in presenza di innesco. Esempi: Gasolio 65 C Benzina -20 C Acetone -18 C Alcool etilico 13 C TEMPERATURA DI ACCENSIONE (o autoaccensione): temperatura minima alla quale la miscela combustibile (solido, liquido, gassoso) e comburente inizia a bruciare spontaneamente in modo continuo e senza sorgenti di innesco esterne Esempi: Gasolio 220 C Benzina 250 C Acetone 540 C Metano 537 C Alcool etilico 365 C Carta 230 C Legno C Gomma sintetica 300 C

13 Prevenzione Incendi. COMBUSTIONE importante Affinché la reazione di combustione possa aver inizio l energia, che verrà fornita dall innesco alla miscela combustibile-comburente, dovrà essere tale da far sì che almeno parte della miscela si porti alla temperatura di accensione

14 Le fasi dell Incendio INCENDIO: reazione di combustione incontrollata 1. IGNIZIONE aumento relativamente lento della temperatura, in caso di combustibili solidi durata anche piuttosto lunga, scarsa produzione di gas e fumi. 2. PROPAGAZIONE divampano le prime fiamme e si estende il fronte dell incendio che lambisce direttamente i materiali combustibili incendiandoli. Il calore stesso prodotto dal fuoco fa superare la temperatura di accensione. C è produzione di fumi e gas tossici. 3. INCENDIO GENERALIZZATO col progredire della reazione si ha un improvviso aumento della produzione di gas di distillazione prodotti dai materiali combustibili che miscelandosi con l aria ed incendiandosi comporta l estensione violenta dell incendio. Con il graduale aumento della temperatura (in ambiente chiuso) si ha il raggiungimento della temperatura di autoaccensione (più alta) dei materiali presenti FLASHOVER (punto di inizio fase incendio generalizzato) 4. RAFFREDDAMENTO superato il punto massimo della fase precedente c è una diminuzione sempre più rapida delle temperature per effetto dell esaurimento del combustibile (variabile in funzione della quantità presente dello stesso)

15 Prevenzione Incendi. CONCETTI: le fasi dell incendio temperatura flash-over ignizione propagazione Incendio generalizzato estinzione tempo

16 La classificazione dei fuochi Gli incendi vengono distinti in 5 CLASSI, secondo le caratteristiche dei materiali combustibili, in accordo con la norma UNI EN 2:2005. La classificazione risulta utile in particolare nel settore della lotta contro l'incendio mediante estintori. Ciò comporta: una precisa azione operativa antincendio un opportuna scelta del tipo di estinguente. Non tutte le sostanze estinguenti possono essere impiegate indistintamente su tutti i tipi di incendio.

17 La classificazione dei fuochi Classe A: sono i fuochi da materiali solidi, normalmente di natura organica, che portano alla formazione di braci (legname, carbone, carta, trucioli, pelli ) La combustione può presentarsi in 2 forme: combustione viva con fiamme combustione lenta senza fiamme, ma con formazione di brace incandescente. L'acqua, la schiuma e la polvere sono le sostanze estinguenti più comunemente utilizzate. In genere l'agente estinguente migliore è l'acqua, che agisce principalmente per raffreddamento.

18 La classificazione dei fuochi Classe B: sono i fuochi da materiali liquidi infiammabili o solidi liquefacibili quali il petrolio (benzine, paraffine, vernici, oli, grassi, etere, ) Gli estinguenti più comunemente utilizzati sono costituiti da schiuma, polvere e CO 2. L'agente estinguente migliore è la schiuma che agisce per soffocamento. È controindicato l'uso di acqua a getto pieno (può essere utilizzata acqua con getto frazionato o nebulizzato).

19 La classificazione dei fuochi Classe C sono i fuochi da gas infiammabili (ad esempio acetilene, metano, propano, butano, idrogeno ) L'intervento principale contro tali incendi è quello di bloccare il flusso di gas chiudendo la valvola di intercettazione o otturando la falla. Esiste il rischio di esplosione se un incendio di gas viene estinto prima di intercettare il gas. L'acqua è consigliata solo a getto frazionato o nebulizzato per raffreddare i tubi o le bombole coinvolte. Sono utilizzabili le polveri polivalenti. (a base di fosfati monoamminici) adatte, appunto, per fuochi di classe A, B e C.

20 La classificazione dei fuochi Classe D sono gli incendi da sostanze metalliche (ad esempio magnesio, l alluminio, il sodio ) Nessuno degli estinguenti normalmente utilizzati per gli incendi di classe A e B è idoneo per incendi di metalli che bruciano (alluminio, magnesio, potassio, sodio). In tali incendi occorre utilizzare delle polveri speciali (a base di cloruro di sodio) ed operare con personale particolarmente addestrato. Sono difficili da estinguere data la loro altissima temperatura. Nei fuochi coinvolgenti alluminio e magnesio si utilizza la polvere al cloruro di sodio. Gli altri agenti estinguenti (compresa l'acqua) sono da evitare in quanto possono causare reazioni con rilascio di gas tossici o esplosioni.

21 La classificazione dei fuochi Classe F Fuochi che interessano mezzi di cottura (oli e grassi vegetali o animali) in apparecchi di cottura. Questa classe è stata recentemente introdotta dalla norma UNI EN 2:2005. È riferita ai fuochi di oli combustibili di natura vegetale e/o animale quali quelli usati nelle cucine, in apparecchi di cottura. Gli estinguenti per classe F spengono per azione chimica, effettuando una catalisi negativa per la reazione chimica di combustione. L'utilizzo di estintori a polvere e di estintori a CO2 contro fuochi di classe F è considerato pericoloso.

22 La classificazione dei fuochi particolarità Ex Classe E La norma UNI EN 2:2005 non comprende i fuochi di "Impianti ed attrezzature elettriche sotto tensione" (quadri elettrici, cabine elettriche, centrali in tensione - vecchia classe E) in quanto, gli incendi di impianti ed attrezzature elettriche sono riconducibili alle classi A o B. Gli estinguenti specifici per questi incendi sono le polveri dielettriche e la CO 2, mentre NON devono essere usati acqua e schiuma.

23 L estinzione degli Incendi importante Considerando il TRIANGOLO DEL FUOCO l eliminazione di una delle componenti porterà all estinzione dell incendio Comburente Combustibile Separazione fisica tra questi ed il combustibile o comunque riduzione della concentrazione, soffocamento Allontanamento del combustibile, ovvero rimozione affinché non partecipi alla reazione di combustione Innesco L eliminazione dell innesco avviene per raffreddamento, tentando di portare la temperatura del combustibile al di sotto della temperatura di accensione

24 L estinzione degli incendi Azione Chimica: Oltre ai modi elencati esiste anche l'azione chimica di estinzione dell'incendio. Sono sostanze che inibiscono il processo della combustione (es. halon, polveri). Gli estinguenti chimici si combinano con i prodotti volatili che si sprigionano dal combustibile, rendendo questi ultimi inadatti alla combustione, bloccando la reazione chimica della combustione. Normalmente per lo spegnimento di un incendio si utilizza una COMBINAZIONE delle operazioni di esaurimento del combustibile, di soffocamento, di raffreddamento e di azione chimica.

25 Misure di Protezione dagli Incendi misure di protezione ATTIVA Comprendono quelle azioni e quei provvedimenti che tendono a ridurre al minimo l entità del danno mediante una precoce RILEVAZIONE dell incendio e l INTERVENTO rapido su di esso attrezzature fisse e mobili, manuali e automatiche per l estinzione degli incendi; evacuatori di fumo e di calore; impianti di rilevazione; sistemi di allarme antincendio; illuminazione di sicurezza; squadra di gestione delle emergenze.

26 Misure di Protezione dagli Incendi misure di protezione PASSIVA Sono tutti quei provvedimenti che riescono a ridurre le conseguenza di un incendio per il solo fatto di esserci, senza che alcun sistema si debba attivarsi o intervenire compartimentazione; idonee caratteristiche dei materiali di resistenza al fuoco; vie di uscita ed emergenza; distanza di sicurezza; ventilazione ed areazione;

27 Misure di Protezione dagli Incendi: Protezione Passiva RESISTENZA AL FUOCO Il comportamento al fuoco degli ELEMENTI STRUTTURALI In termini numerici rappresenta l intervallo di tempo, espresso in minuti durante il quale l elemento costruttivo conserva i requisiti di: stabilità meccanica tenuta ai prodotti della combustione coibenza termica

28 Misure di Protezione dagli Incendi: Protezione Passiva RESISTENZA AL FUOCO stabilità tenuta isolamento termico R E I L attitudine dell elemento da costruzione a conservare la resistenza meccanica sotto l azione del fuoco. L attitudine dell elemento da costruzione a non lasciar passare, né produrre, se sottoposto all azione del fuoco su un lato, fiamme, vapori o gas caldi sul lato non esposto al fuoco. L attitudine dell elemento a ridurre, entro un dato limite, la trasmissione del calore.

29 Le vie d esodo Le VIE DI ESODO consistono in un insieme di vie di uscita disposte per garantire alle persone presenti l abbandono in sicurezza del posto di lavoro. Esse devono essere: tenute costantemente sgombre per consentire di raggiungere il più rapidamente possibile un luogo sicuro; in numero e dimensioni adeguate alla estensione del luogo di lavoro, alla loro ubicazione, alla loro destinazione d uso ed alle attrezzature installate, nonché al numero massimo delle persone che possono essere presenti in tali luoghi; realizzate in modo che l altezza minima non sia inferiore a 2,00 m e la larghezza minima sia conforme alla normativa vigente in materia antincendi; evidenziate da apposita segnaletica, conforme alle norme vigenti; munite, quando necessario, di opportuna illuminazione di emergenza, che entri in funzione automaticamente, in mancanza di alimentazione elettrica.

30 Luogo sicuro Le vie d esodo devono condurre ad un LUOGO SICURO Definizione all Allegato IV «Requisiti luoghi di lavoro» del D.lgs 81/2008: «Luogo nel quale le persone sono da considerarsi al sicuro dagli effetti determinati dall incendio o altre situazioni di emergenza» Simile definizione prevede il D.M. Del 10 marzo 1998: «luogo dove le persone possono ritenersi al sicuro dagli effetti di un incendio» Lo stesso Decreto Ministeriale precisa nell Allegato III «Misure relative alle vie di uscita in caso di incendio» : Obiettivi Ai fini dei presente decreto, tenendo conto della probabile insorgenza di un incendio, il sistema di vie di uscita DEVE garantire che le persone possano, senza assistenza esterna, utilizzare in sicurezza un PERCORSO SENZA OSTACOLI e chiaramente riconoscibile fino ad un LUOGO SICURO.

31 Le vie d esodo IMPORTANTE Percorsi di esodo Le VIE D ESODO devono essere tenute costantemente SGOMBRE

32 misure di protezione attiva: gli ESTINTORI Ditta distribu trice Un estintore è un attrezzatura contenente un AGENTE ESTINGUENTE che può essere diretto sul fuoco sotto l azione di una pressione interna L'ubicazione degli estintori portatili, deve essere sempre resa visibile dall'idonea segnaletica di sicurezza. Gli estintori rappresentano i mezzi di primo intervento per spegnere i principi di incendio, non sono efficaci nell incendio in fase avanzata

33 misure di protezione attiva: gli ESTINTORI Tubo flessibile Erogatore Leva di erogazione Manometro Impugnatura Etichetta Spina di sicurezza Ditta distributrice Estintore a polvere

34 L estintore, colore rosso, è corredato da un ETICHETTA: La parola ESTINTORE Il tipo di agente estinguente e la sua carica nominale Modalità di utilizzo L indicazione del focolare tipo che è risultato idoneo ad estinguere Pericoli di utilizzo di natura elettrica o tossica Ricaricare dopo l uso anche parziale Verificare periodicamente l attrezzatura L agente estinguente e del gas ausiliario Le temperature limite di impiego Codice di identificazione del costruttore Estremi di approvazione del Ministero degli Interni

35 L estintore inoltre è corredato di un CARTELLINO DI MANUTENZIONE COLLAUDO Verifica della stabilità del serbatoio in quanto apparecchio sottoposto a pressione. Sostituzione della carica. Frequenza stabilita dalla norma CONTROLLO Frequenza semestrale. (verifica della carica, della funzionalità, del corretto posizionamento, assenza di qualsiasi anomalia strutturale ) Secondo la norma tecnica UNI edizione 20 giugno 2013

36 misure di protezione attiva: gli ESTINTORI IMPORTANTE Verificare sull etichetta la capacità estinguente dell estintore per la Esempio: L estintore a polvere è idoneo per le classi A-B-C, quello a CO 2 per le classi B-C In base all agente estinguente gli estintori si suddividono in: estintori ad acqua estintori a polvere estintori a idrocarburi alogenati estintore a schiuma estintore ad anidride carbonica

37 misure di protezione attiva: gli ESTINTORI Estintore carrellato Estintore a schiuma Estintore a CO2 Estintore alogenato

38 misure di protezione attiva: gli ESTINTORI Tabella tratta da Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (di Ascoli Piceno) «Manuale di prevenzione incendi» a cura di Mauro Malizia. Dicembre 2010

39 USO DELL ESTINTORE 1 - Ruotare il dispositivo di sicurezza in maniera tale da rompere il sigillo plastico di garanzia. ESTRARRE dalla propria sede il dispositivo di sicurezza (spina) tirando con decisione e verso l'esterno il gancio. 2 - IMPUGNARE saldamente l'estintore dalla parte bassa della maniglia di erogazione senza premere in quella superiore. Sbloccare il tubo flessibile, impugnare la punta della lancia con la mano destra, in prossimità del foro d erogazione. In tal modo, sarà più agevole dirigere il getto

40 USO DELL ESTINTORE Dirigersi verso l'incendio con calma, analizzando nel contempo l'entità dell'incendio, la direzione del vento, la tipologia del materiale che brucia, la giusta distanza di intervento. vento Posizionarsi «SOPRAVENTO». (con il vento alle spalle) per evitare di essere colpiti dai fumi dell incendio. 3 - Agire in progressione sulla leva iniziando a dirigere il getto sulle fiamme più vicine per poi proseguire verso quelle più lontane. Dirigere il getto dell'agente estinguente alla base della fiamma. Se si tratta di incendio di un materiale liquido, operare in modo che il getto non causi la proiezione, del liquido che brucia, al di fuori del recipiente; ciò potrebbe causare la propagazione dell'incendio.

41 USO DELL ESTINTORE 4 - Durante l'erogazione muovere leggermente a ventaglio l'estintore avvicinandosi al fuoco lentamente e tenendo sempre l'estintore in azione In caso di contemporaneo impiego di due o più estintori gli operatori non devono mai operare da posizione contrapposta, ma preferibilmente muoversi verso una unica direzione o operare da posizioni che formino un angolo (rispetto al fuoco) non superiore a 90.

42 USO DELL ESTINTORE Durante lo spegnimento, evitare di procedere su terreno cosparso di sostanze facilmente combustibili. Operare a giusta distanza di sicurezza. Ulteriori consigli: valutare bene l'orientamento più opportuno, di modo che l'agente estinguente non vada sprecato; fare attenzione a non lasciare tracce di fiamme; spegnere prima alla base delle fiamme e poi, eventualmente, a terra; procedere sempre con cautela, possibilmente in squadra; prestare particolare attenzione quando si agisce su incendi provocati da macchine e bombole in pressione; se si affronta un incendio di piccole dimensioni con un estintore portatile, è meglio lasciare una rimanenza di estinguente, nell'eventualità di una ripresa delle fiamme.

43 USO DELL ESTINTORE

44 La segnaletica di salute e sicurezza sul lavoro «segnaletica di sicurezza» Art. 162 d.lgs 81/2008 (definizioni) una segnaletica che, riferita ad un oggetto, ad una attività o ad una situazione determinata, fornisce una indicazione o una prescrizione concernente la SICUREZZA O LA SALUTE SUL LUOGO DI LAVORO, e che utilizza, a seconda dei casi, un cartello, un colore, un segnale luminoso o acustico, una comunicazione verbale o un segnale gestuale;

45 «segnaletica di sicurezza» Art. 162 d.lgs 81/2008 (definizioni) b) Segnale di DIVIETO: un segnale che vieta un comportamento che potrebbe far correre o causare pericolo; c) Segnale di AVVERTIMENTO: un segnale che avverte di un rischio o un pericolo; d) Segnale di PRESCRIZIONE: un segnale che prescrive un determinato comportamento; e) Segnale di SALVATAGGIO O DI SOCCORSO: un segnale che fornisce indicazioni relative alle uscite di sicurezza o ai mezzi di soccorso e salvataggio; f) Segnale di INFORMAZIONE: un segnale che fornisce indicazioni diverse da quelle specificate alle lettere da b) ad e).

46 «segnaletica di sicurezza» Art. 163 d.lgs 81/2008 (obblighi del datore di lavoro) 1. Quando, anche a seguito della valutazione effettuata in conformità all articolo 28, risultano rischi che non possono essere evitati o sufficientemente limitati con misure, metodi, ovvero sistemi di organizzazione del lavoro, o con mezzi tecnici di protezione collettiva, il datore di lavoro fa ricorso alla SEGNALETICA DI SICUREZZA, conformemente alle prescrizioni di cui agli allegati da ALLEGATO XXIV a ALLEGATO XXXII. 2. Qualora sia necessario fornire mediante la segnaletica di sicurezza indicazioni relative a situazioni di rischio non considerate negli allegati da ALLEGATO XXIV a ALLEGATO XXXII, il datore di lavoro, anche in riferimento alle norme di buona tecnica, adotta le misure necessarie, secondo le particolarità del lavoro, l esperienza e la tecnica

47 «segnaletica di sicurezza» Art. 164 d.lgs 81/2008 (informazione e formazione) 1. Il datore di lavoro provvede affinché: a) il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e i lavoratori siano INFORMATI di tutte le misure da adottare riguardo alla segnaletica di sicurezza impiegata all interno dell impresa ovvero dell unità produttiva b) i lavoratori ricevano una FORMAZIONE adeguata, in particolare sotto forma di istruzioni precise, che deve avere per oggetto specialmente il significato della segnaletica di sicurezza, soprattutto quando questa implica l uso di gesti o di parole, nonché i comportamenti generali e specifici da seguire.

48 «segnaletica di sicurezza» Gli Allegati Allegato XXIV prescrizioni generali per la segnaletica di sicurezza Allegato XXV prescrizioni generali per i cartelli segnaletici Allegato XXVI prescrizioni per la segnaletica dei contenitori e delle tubazioni Allegato XXVII prescrizioni per la segnaletica destinata ad identificare e ad indicare l ubicazione delle attrezzature antincendio Allegato XXVIII prescrizione per la segnalazione di ostacoli e di punti di pericolo e per la segnalazione delle vie di Allegato XXIX prescrizioni per i segnali luminosi Allegato XXX prescrizioni per i segnali acustici Allegato XXXI prescrizioni per la comunicazione verbale Allegato XXXII prescrizioni per i segnali gestuali

49 «segnaletica di sicurezza» Cartelli di DIVIETO pericolo allarme Caratteristiche: Forma rotonda Pittogramma nero su fondo bianco Bordo rosso Banda trasversale (da sinistra a destra) rossa Vieta un comportamento

50 «segnaletica di sicurezza» Cartelli di AVVERTIMENTO attenzione cautela Caratteristiche: Forma triangolare Pittogramma nero su fondo giallo Bordo nero Avverte di un pericolo

51 «segnaletica di sicurezza» Cartelli di PRESCRIZIONE azione specifica mezzi di sicurezza personale Caratteristiche: Forma rotonda Pittogramma bianco su fondo azzurro Prescrive un comportamento

52 «segnaletica di sicurezza» Cartelli di SALVATAGGIO porte; uscite; percorsi; materiali; postazioni; locali. Caratteristiche: Forma quadrata o rettangolare Pittogramma bianco su fondo verde Fornisce indicazioni

53 «segnaletica di sicurezza» Cartelli per le attrezzature ANTINCENDIO identificazione ubicazione Caratteristiche: Forma quadrata o rettangolare Pittogramma bianco su fondo rosso Fornisce indicazioni

54 «segnaletica di sicurezza» Norma UNI EN ISO 7010:2012 La UNI EN ISO 7010 è una norma che raccoglie e disciplina i simboli della segnaletica di sicurezza con l intento di armonizzarli a livello internazionale, favorendo la comprensione dei segnali di sicurezza mediante pittogrammi da parte di tutti i lavoratori. L UNI (Ente di Normazione Italiano) il 18 ottobre 2012 ha pubblicato tale norma con il nome UNI EN ISO 7010:2012 con il conseguente ritiro delle norme nazionali (UNI) interessate. La segnaletica di sicurezza contenuta nel D.Lgs. 81/2008 è ritenuta comunque valida in quanto la norma UNI EN ISO 7010 non vieta la normale circolazione dei segnali contenuti nel T.U., né vige alcun obbligo di modificare la segnaletica attualmente installata

55 Organigramma aziendale per la Sicurezza Numeri utili azienda Squadra Antincendio... R.S.P.P. Datore di Lavoro Medico Competente R.S.P.P.. Ufficio Tecnico Portineria.. S.P.P. Dirigenti Numeri utili esterni: Vigili del Fuoco (115) Emergenza sanitaria (118) Squadra emergenza Preposti Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Carabinieri (112) Polizia (113) Lavoratori

56 Procedure da adottare in caso di allarme Mantenere la calma; Evitare di trasmettere il panico; Prestare assistenza a chi si trova in difficoltà; Attenersi al piano di emergenza; Allontanarsi secondo le procedure; Non rientrare nell edificio fino a quando non vengono ripristinate le condizioni di normalità;

57 Indicazioni generali da seguire in caso di incendio Dare l allarme secondo le procedure aziendali Dare l allarme al 115 dei Vigili del Fuoco Valutare di estinguere l incendio con i mezzi a disposizione Iniziare l opera di estinzione con l assistenza di altre persone e con la garanzia di una via di fuga alle proprie spalle. Intercettare le alimentazioni di gas, energia elettrica, ecc Chiudere le porte per limitare la propagazione del fumo e dell incendio Aiutare l evacuazione dell edificio Se non si riesce a controllare l incendio in poco tempo portarsi all esterno dall edificio

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