4. OBIETTIVI DEL PIANO

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1 4. OBIETTIVI DEL PIANO 4.1 Obiettivi generali Gli obiettivi generali di settore presentati nel documento preliminare sono di seguito esposti con le modifiche e/o integrazioni emerse in sede di esame dello stesso da parte delle Conferenze Provinciali delle Autonomie o suggerite dai successivi approfondimenti. Consapevolezza e rafforzamento dell identità regionale: a fronte di una tendenza diffusa all appiattimento e alla omologazione dei valori culturali l obiettivo proposto intende affermare i significati di una cultura fondata sulla consapevolezza delle tradizioni locali e sulla dimostrata capacità di queste di esprimersi attraverso una produzione inserita a pieno titolo a livello nazionale ed europeo. Le linee strategiche di questo obiettivo sono costituite dalla conservazione, lo studio e la diffusione della conoscenza del patrimonio culturale nelle sue varie accezioni(beni e fonti), dal sostegno alla creatività nel campo culturale e alle nuove forme di espressione artistica, dal collegamento e dalla proiezione a dimensione nazionale ed europea alle manifestazioni culturali delle Marche. Pervasività della cultura: in linea con il primo obiettivo enunciato le problematiche del settore vengono intese come comuni alla totalità dei cittadini ed a ogni settore di attività, sociale od economica che essa sia. Le linee strategiche che ne conseguono sono pertanto rivolte: allo sviluppo e alla diffusione delle conoscenze relative al settore, da realizzarsi sul piano istituzionale anzitutto attraverso l attivazione di sistemi permanenti di raccolta e redistribuzione delle informazioni, alla promozione di interazioni e di osmosi tra settori e generi, alla informazione e formazione culturale dei cittadini, con particolare attenzione alle nuove generazioni. Qualificazione dell offerta culturale e della sua circolazione: - Sistemi perché la cultura possa assolvere alle funzioni sociali ed economiche che le vengono riconosciute occorre che le attività relative raggiungano di norma un elevato livello qualitativo e la loro fruizione permei settori sempre più vasti della società regionale. A questo fine la strategia fondamentale proposta dal Piano è quella dell organizzazione per sistemi finalizzati nel contempo a: migliorare ed ampliare l offerta oggi proposta da attori singoli, ad agevolare la realizzazione di economie di scala, attraverso l utilizzazione di fattori produttivi comuni a più soggetti o l attivazione di fattori altrimenti troppo onerosi per il singolo, a favorire integrazioni tra comparti del settore culturale diversi, a promuovere forme di integrazione permanenti tra le attività connesse alla cultura e quelle specificamente produttive. Il miglioramento dell offerta risponde altresì all obiettivo fondamentale della comunità regionale di avviare politiche coerenti di riequilibrio territoriale, per i benefici che l attivazione di organizzazioni sistemiche può indurre nelle aree meno sviluppate.

2 Coesione dell azione amministrativa locale e affermazione del principio di sussidiarietà: perché gli obiettivi di ordine generale indicati e le conseguenti strategie possano realizzarsi, trovando concreta e precisa definizione, occorre che questi obiettivi vengano accettati e fatti propri dall intero sistema delle Autonomie, così come indicato nella legislazione programmatica regionale. La Regione infatti in coerenza con il principio di sussidiarietà si propone come centro ordinatore di un coeso sistema di governo che viene attuato dagli Enti Locali e che da questi è direttamente condiviso nelle fasi decisionali (v. L.R. 46/92, 75/97, 6/98). Per stabilire i giusti livelli di esercizio dei servizi tecnici e amministrativi il principio della sussidiarietà deve essere ovviamente applicato secondo criteri di razionalità e di efficienza, ovvero in modo congruo rispetto all effettiva scala dei problemi. Economia della cultura: l espansione in costante crescita dei consumi culturali crea nuove opportunità di investimenti e lavoro nell ambito del cosiddetto terzo settore [turismo - commercio - servizi] che necessariamente si collegano, direttamente o indirettamente, con le prospettive di sviluppo culturale indicate dal Piano di Settore Cultura. La nuova legislazione regionale in materia di beni ed attività culturali consente oggi di cogliere queste opportunità attraverso: le possibilità offerte al settore privato di concorrere alla gestione dei beni e delle attività culturali, le economie di scala, in termini di costi e di efficacia, perseguibili mediante l organizzazione dei sistemi, l operatività di progetti che debbono essere valutati anche per la loro efficacia economica. Il quadro di riferimento costituito dal Piano di Settore consente alle autonomie locali ed al sistema di imprese di ricercare le soluzioni più idonee e convenienti sotto il profilo della crescita culturale e dello sviluppo economico ed occupazionale permettendo, ed anzi favorendo attraverso la definizione dei progetti, integrazione delle azioni per la cultura con altre specifiche dei settori economici [occupazione giovanile, patti d area, intese di programma, ecc.]. Nella scelta dell area operativa dei progetti e/o delle attività diverse che li caratterizzano si potrà esprimere quella cultura di impresa che costituisce la premessa anche per una occupazione significativa e durevole. All intervento pubblico, e a quello Regionale in particolare dovrà restare, in prospettiva, l onere di sostenere esigenze di ordine generale [conservazione, conoscenza, istruzione] connesse all identità locale e nazionale. Formazione degli operatori: perché gli obiettivi del Piano di Settore possano essere perseguiti con successo e i risultati conseguiti acquisiscano un carattere permanente occorre destinare un attenzione particolare e, per certi aspetti, del tutto nuova ai problemi della formazione e dell aggiornamento permanente degli operatori che sono impegnati nel settore, ai diversi livelli. Le condizioni di frammentazione del settore e dei suoi comparti costituenti, ha infatti limitato lo sviluppo delle attività formative e le ha condizionate qualitativamente.

3 E per queste ragioni che la formazione professionale del settore, che non è peculiarità di questo piano di settore in quanto la legislazione regionale in vigore e il PRS lo hanno destinato ad altra competenza, dovrebbe comunque: Acquisire carattere continuativo ed essere dedicata alla formazione di quadri e di tecnici in settori finora poco curati; Riguardare in modo costante anche l aggiornamento degli operatori attivi; Puntare alla massima qualificazione in ogni settore e a ogni livello; Riferirsi sia alle esigenze formative di ordine generale, richieste dagli obiettivi di settore, che a quelle specifiche poste in essere dai progetti particolari che intendono dare concreta attuazione a questi obiettivi; Essere, almeno in parte, affidata agli stessi progetti culturali che concretizzano gli obiettivi del Piano così da poter essere valutata in relazione a dati concreti e certi. Partecipazione attiva dei soggetti non istituzionali: nel nuovo assetto del settore il ruolo dei soggetti non istituzionali assume una valenza strategica in relazione ai diversi compiti che questi sono chiamati ad assolvere: attori di iniziative e manifestazioni culturali, proprietari di beni che concorrono alla costituzione di sistemi locali, operatori economici interessati allo sviluppo del settore, per le ricadute produttive ed occupazionali, gestori di beni ed attività di interesse pubblico, sostenitori di iniziative, come sponsor, mecenati o espressioni del volontariato. Il Piano costituisce il termine di riferimento che consente questa partecipazione dei soggetti esterni, definendo gli obiettivi dell azione comune e le regole che dovranno essere rispettate per potervi concorrere, senza incidere sull autonomia delle proposte, sulle modalità organizzative interne e, soprattutto, sulla creatività che i diversi soggetti sapranno mettere in campo. Peraltro il concorso di soggetti diversi, su temi ed in territori diversamente caratterizzati, richiede che il processo nel suo insieme sia governato secondo rigorosi criteri di trasparenza e di comparabilità; criteri anch essi, come le iniziative a cui si applicano, che dovranno costantemente essere verificati nella loro congruità e nella loro reale efficacia. Gli obiettivi del piano e le azioni che da questi derivano consentono, se condivisi, una efficace e corretta utilizzazione delle risorse che il sistema bancario, e in generale le fondazioni con finalità socio-culturali possono mettere in campo per la crescita del settore. In particolare le fondazioni derivate dal sistema bancario, che già vi operano, con interventi volti alla conservazione e valorizzazione del patrimonio e al sostegno di manifestazioni di vario genere, potranno partecipare a progetti che pur nel rispetto delle esigenze e peculiarità locali che sono proprie di questi enti, acquisiscano, attraverso il loro coordinamento ed uno sviluppo certo nel tempo, uno spessore ed una valenza di ordine superiore, regionale e nazionale. Ad esempio, la connessione, possibile ed auspicabile, tra la tradizionale editoria d arte sostenuta dagli istituti di credito e le esigenze catalografiche e di valorizzazione del territorio, potrebbe dare esiti di grande valore culturale, se fosse

4 realizzata con perseveranza e mediante modelli omogenei, tali da consentire nel loro insieme la realizzazione di conoscenze relative a realtà locali correttamente ed unitariamente inserite in un approccio regionale. Le possibilità che sembrano offerte alle fondazioni dalla recente legislazione, di concorrere ad iniziative ed organizzazioni imprenditoriali nel settore socio-culturale potrebbe, d altra parte, significare l immissione nei sistemi culturali locali, musei, ma anche teche e teatri, non solo di risorse finanziarie, ma anche di capacità organizzative non sempre reperibili nelle pubbliche amministrazioni locali. Concorso delle istituzioni e delle organizzazioni religiose Gli strumenti della programmazione che vengono messi in atto, a livello regionale, provinciale e locale, intendono dedicare un attenzione del tutto particolare alle iniziative che in coerenza con il Piano vorranno essere assunte dagli organi ecclesiastici, nella loro autonoma articolazione, in quanto espressione di valori che concorrono in misura determinante alla definizione culturale della comunità regionale. Particolare attenzione il Piano intende destinare alla conoscenza, conservazione e valorizzazione del patrimonio storico, artistico e documentario custodito dalla Chiesa o che comunque dalla sua presenza ha avuto origine. Il nesso tra questo patrimonio e la cultura religiosa è nella nostra Regione inscindibile, se è necessario che i beni culturali ecclesiastici siano conosciuti e valorizzati come testimonianza della storia della comunità marchigiana è parimenti indispensabile che anche quella parte del patrimonio, oggi di proprietà pubblica o privata, venga restituita alla fruizione dei visitatori, accompagnata da tutte le conoscenze necessarie perché possa essere messa in relazione con i significati religiosi, e talora liturgici, che originariamente l hanno ispirata. In questo senso la prospettiva del museo diffuso non vuole significare banalmente l immissione nel circuito turistico dei beni posseduti dalla Chiesa, ma la possibilità di far conoscere nel suo complesso la storia materiale delle Marche, alla cui definizione hanno concorso e concorrono in misura determinante i valori religiosi. Nel rispetto delle norme concordatarie e delle intese in merito già sottoscritte a livello nazionale e in riferimento alle indicazioni del Piano saranno definiti specifici accordi, tramite intese e convenzioni, per la corretta immissione del patrimonio ecclesiastico nelle azioni previste e per la opportuna valorizzazione delle relative iniziative di conservazione, promozione e gestione. L integrazione delle iniziative in merito alla conservazione del patrimonio e alla sua valorizzazione attraverso queste tipologie di interventi coordinati appare del tutto possibile e conveniente per le diverse parti, ma potrà divenire una costante del Piano se, in primo luogo, verrà raggiunta una intesa in merito tra la Regione e la Conferenza Episcopale Marchigiana secondo le linee già consolidate in altre realtà regionali.

5 Il processo di piano e la sua verificabilità. La LR 75/97 nel riorganizzare le funzioni programmatorie ai diversi livelli indica con assoluta precisione il progetto come lo strumento normale per lo svolgimento di dette funzioni; il Piano cioè non sostiene di norma attività in quanto tali, ma richiede che queste si esprimano e si concretizzino in specifici progetti, quantificati, nelle risorse come negli obiettivi, cronologicamente definiti, completi della indicazione dei soggetti partecipanti e dei loro relativi impegni. Questi, come si è detto, riguardano le attività poste in essere e le risorse che vi vengono destinate, in primo luogo dagli stessi soggetti coinvolti dal progetto; il piano pertanto si basa sul principio della compartecipazione dei diversi soggetti anche sotto l aspetto finanziario. Tale ineludibile principio deve trovare pratica applicazione in riferimento alla natura del progetto, alla sua dimensione organizzativa e finanziaria, alle diversità dei comparti nei quali si opera, alle condizioni territoriali alle quali il progetto stesso si riferisce. Il Piano non si propone solo come un documento di riferimento per le diverse iniziative, ma anche come un processo permanente di sviluppo che trova nella programmazione per progetti il metodo fondamentale di espressione in quanto consente di verificare, con continuità, i risultati che vengono conseguiti, le carenze e le mancanze che si manifestano, gli interventi correttivi che è opportuno porre in essere. Perché questo processo si avvii e venga correttamente gestito, anche e soprattutto sotto il profilo del controllo democratico, occorre che i progetti vengano valutati in fase di proposta e controllati in sede di esecuzione secondo regole certe e predeterminate; di qui, ad esempio, l obbligo per l Amministrazione regionale di indicare i criteri di valutazione e la necessità di fornire una modulistica atta a consentire raffronti e verifiche. Questa strumentazione del processo di piano appare nella prima applicazione dello stesso di difficile definizione, poiché deve essere redatta tenendo conto non solo delle esigenze di trasparenza ed efficacia a cui si è fatto riferimento, ma anche del carattere innovativo che l intero processo riveste, per la completa comprensione del quale sarà necessaria, da parte degli enti locali come dei soggetti privati, un adeguata fase di graduale sperimentazione. Appare comunque evidente fin da ora la necessità di accompagnare il progetto di gestione del piano con la costituzione di un adeguato sistema informativo dedicato a questa specifica funzione, ma in una qualche misura integrato e completato con altri sistemi informativi, di settore e non. Infatti, se da una parte occorre assicurare la gestione e la diffusione dei dati relativi ai progetti e alla loro realizzazione, è del pari necessario comparare questi dati con quelli concernenti le variazioni che nel frattempo si producono anche per effetto di questi stessi progetti, sulla domanda e sulla offerta del settore considerato nella sua globalità e nei suoi comparti principali. Così come appare opportuno che l intero sistema informativo relativo

6 alla gestione del Piano, progetti e stato generale di attuazione, venga posto in relazione con altri sistemi automatizzati di informazione, relativi sia alle acquisizioni scientifiche che nel contempo si verificano, [vedi catalogazione e documentazione scientifica] che ai fenomeni economici in atto [vedi flussi turistici, occupazione, infrastrutturazione del territorio etc.]. E del tutto evidente infine che l esistenza stessa delle capacità di governo dell Ente Regione viene a dipendere, in un quadro di forte ed autonomo decentramento, quale è quello disegnato dalla L.R. 75/97, solo ed unicamente dalla tempestiva e sufficiente conoscenza della realtà regionale, che consenta di adeguare in modo rispondente alla stessa gli strumenti di piano attivati. 4.2 Obiettivi specifici ed operativi Il Piano di Settore fa proprio e sviluppa, sul piano degli indirizzi e delle azioni le indicazioni del Piano Regionale di Sviluppo 2000 relative ai progetti presentati nel sottoprogramma 7.4: Catalogazione dei Beni Culturali Sistema Museale Sistema Bibliotecario Archivistico Sistema Archeologico Sistema dei Teatri Luoghi del lavoro e della memoria Il Piano di Settore contribuisce altresì alla realizzazione dei cantieri progettuali individuati dal Piano di Inquadramento Territoriale, in quanto costituiscono ambiti privilegiati di applicazione dei progetti obiettivo del Piano Regionale di Sviluppo 2000 sopra indicati. Il confronto, tra le strategie di sviluppo indicate dal Piano Regionale di Sviluppo 2000, secondo le logiche territoriali ed ordinative del Piano di Inquadramento Territoriale, e gli obiettivi generali di settore sopra indicati, così come concretamente verificati dall analisi dello stato di fatto, ha consentito di definire gli obiettivi specifici di settore che trovano espressione nei programmi di intervento, e gli obiettivi operativi che si esplicitano nei sottoprogrammi. Al fine di una chiara e rapida lettura si è ritenuto di esporre quanto sopra indicato in una tavola di raffronto di seguito riportata. Nei prospetti successivi come già indicato nel precedente capitolo 3.2 Struttura e contenuti vengono indicati programmi, sottoprogrammi e individuate le azioni attraverso cui si attuano gli interventi per ciascun settore. SISTEMA MUSEO DIFFUSO BENI CULTURALI

7 PROGRAMMI ORGANIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE IN SISTEMA DEL MUSEO DIFFUSO OBIETTIVI SPECIFICI Costituire il sistema Museo Diffuso che equipara alle raccolte e ai musei locali tutti i beni culturali esistenti sul territorio e prevede la gestione congiunta di sedi, strutture, patrimonio, servizi, organizzazione. Potenziare l erogazione dei servizi culturali e delle attività scientifiche, attivando risorse pubbliche e private attraverso una gestione economicamente produttiva. Valorizzare il patrimonio culturale dal punto di vista turistico ed economico. Riconoscere il particolare rilievo del patrimonio di proprietà o di giurisdizione ecclesiastica nell ambito del sistema museale, assicurando il rispetto della natura e della peculiare funzione cui sono adibiti tali beni. Perseguire la tutela, la valorizzazione, lo sviluppo del patrimonio e la promozione delle attività attraverso la gestione congiunta SOTTOPROGRAMMI SALVAGUARDIA DEL PATRIMONIO CULTURALE MANTENIMENTO DELLA FUNZIONALITÀ ATTUALE DEGLI ISTITUTI E SERVIZI MUSEALI ORGANIZZAZIONE E VALORIZZAZIONE DEL SISTEMA MUSEALE REGIONALE COMUNICAZIONE E PROMOZIONE DELL IMMAGINE DEL SISTEMA MUSEO DIFFUSO E DELLA GENERALITÀ DEL PATRIMONIO CULTURALE OBIETTIVI OPERATIVI Fronteggiare le urgenze per la salvaguardia del patrimonio locale e garantirne la sopravvivenza. Sostenere le attività ed i servizi museali esistenti in attesa di nuovi miglioramenti. Realizzare i presupposti del sistema che consentano di ottenere in seguito più cospicui e rapidi avanzamenti. Favorire nuove iniziative in linea con la realizzazione del Museo Diffuso. Diffondere la conoscenza dell intero patrimonio culturale esistente sul territorio regionale attraverso la promozione di itinerari di visita, attività informative e didattiche. BENI LIBRARI - ARCHIVISTICI PROGRAMMI OBIETTIVI SPECIFICI

8 MIGLIORAMENTO COMPLESSIVO DELLA QUALITÀ DEI SERVIZI SVILUPPO DELLA COOPERAZIONE INTERISTITUZIONALE Sviluppo, integrazione, estensione dei sistemi bibliotecari e archivistici Sviluppo integrato dell azione di conservazione e tutela dei patrimoni culturali territoriali e del governo dell universo informativo contemporaneo Potenziamento e modernizzazione degli istituti marchigiani.strategie di coordinamento e cooperazione interistituzionale: estensione e consolidamento Integrazione delle funzioni degli istituti di diversa titolarità istituzionale sul territorio SOTTOPROGRAMMI OBIETTIVI OPERATIVI Sviluppo dei processi di automazione Pubblica lettura e multimedialità: incremento dei servizi al pubblico Consolidamento e sviluppo del servizio bibliotecario e archivistico regionale territoriale Patrimonio storico: conoscenza e visibilità Integrazione e potenziamento del patrimonio informativo a livello centrale regionale Sviluppo degli istituti bibliotecari e archivistici come centri di informazione e documentazione in grado di soddisfare le esigenze dell utenza ed accogliere le nuove forme di comunicazione Adeguamento delle strutture con riferimento alla corretta conservazione del materiale ed alla sicurezza degli ambienti Incremento delle risorse informative e sviluppo dell automazione in rapporto all attività di catalogazione, all incremento del prestito locale ed interbibliotecario, agli acquisti Realizzazione di una rete di basi dati aggiornabili Attivazioni di flussi informativi tra i diversi soggetti istituzionali SPETTACOLO DAL VIVO PROGRAMMI ATTIVITA CULTURALI OBIETTIVI SPECIFICI

9 Sviluppare e consolidare il sistema regionale dello spettacolo, anche in base delle realizzazioni in atto. L obiettivo si relaziona e sviluppa l indicazione del P.R.S. che individua sul progetto SISTEMA DEI TEATRI un azione prioritaria e fondativa della Regione. MARCHE REGIONE DEI TEATRI Definire il sistema marchigiano dello spettacolo in base al nuovo assetto di competenze fra stato e regioni. Il Piano si pone come momento attuativo dei contenuti espressi del D.L. 112, in armonia con la recente legislazione regionale che ha in parte anticipato gli indirizzi e gli obiettivi dello stesso (LL.R.R. 75/97; 6/98; 16/91). Sviluppare la consapevolezza della identità locale attraverso l apertura e il confronto esterno con le diverse forme di espressione culturali elevando il livello culturale delle proposte e dei progetti. Riconoscere prioritariamente come perno del sistema dello spettacolo marchigiano la rete dei teatri municipali (e di altre strutture o spazi pubblici destinati allo spettacolo) quali sedi permanenti e organizzate di programmazione produzione e diffusione della cultura dello spettacolo. Definire funzioni e attività dei teatri, per tipologia e per vocazione, nel quadro di un riassetto complessivo che tenga conto della necessità di un coordinamento nella programmazione e di un raccordo nelle attività di produzione. Creare, rafforzare o consolidare le strutture stabili di produzione. Creare, rafforzare o consolidare le strutture stabili di distribuzione. Creare, rafforzare o consolidare le strutture territoriali che garantiscono una continuità di programmazione. Incentivare e sostenere la qualità e l innovazione nel campo della produzione artistica e i progetti innovativi nel campo della interdisciplinareità dei linguaggi. SOTTOPROGRAMMI OBIETTIVI OPERATIVI Favorire il riequilibrio fra domanda e offerta di spettacolo che superi i municipalismi, attraverso lo

10 TEATRI IN RETE PRODUZIONE SPETTACOLO DAL VIVO SOSTEGNO ALLE ATTIVITA DI DIFFUSIONE E PROMOZIONE DELLO SPETTACOLO DAL VIVO sviluppo di sistemi integrati e la realizzazione di reti comuni a più soggetti territoriali Sviluppare la connessione fra cultura e turismo, valorizzando l entroterra e i centri minori anche con il recupero e l utilizzo del ricco patrimonio di teatri storici. Incentivare la qualificazione professionale degli operatori culturali, attraverso percorsi formativi che portino alle specializzazioni nel campo artistico, tecnico, amministrativo e gestionale. Sostenere le opere di recupero, ristrutturazione e di adeguamento alle norme di sicurezza dei teatri storici e dei luoghi di spettacolo, sostenere l acquisizione e l ammodernamento degli impianti e delle attrezzature. Creare i presupposti per l apertura continuativa dei teatri, per il loro buon funzionamento, per una migliore dotazione tecnica, per una gestione qualificata e professionale. Favorire la collaborazione fra i teatri e la creazione di reti territoriali (programmi, servizi, tecnici, personale specializzato, etc.) Favorire una massiccia e penetrante azione promozionale e di informazione sugli spettacoli individuando un modello adeguato al sistema marchigiano dello spettacolo. Costituire un osservatorio dello spettacolo per offrire a tutti gli operatori una banca dati facilmente accessibile. SPETTACOLO RIPRODOTTO ED EVENTI CULTURALI PROGRAMMI OBIETTIVI SPECIFICI Diffondere e promuovere la cultura cinematografica e MULTIMEDIALITA E SPETTACOLO RIPRODOTTO audiovisuale in una logica di sistema che favorisca la creazione di poli provinciali in una rete regionale. Promuovere e realizzare i progetti di rilievo regionale; sostenere i progetti degli enti locali che siano in sintonia con quelli regionali, ovvero con i progetti che favoriscano la conoscenza e la diffusione del patrimonio storico e culturale delle Marche. Far decollare la valorizzazione e la conoscenza del PROGETTI PER LA CULTURA ricco patrimonio espressivo dell arte e della letteratura marchigiana contemporanee, anche attraverso il riconoscimento dei Premi e delle Rassegne più prestigiose Sostenere la ricerca e la valorizzazione del patrimonio marchigiano della cultura con particolare attenzione alla salvaguardia delle fonti storiche che rischierebbero la loro estinzione (dialetti, tradizioni,

11 archeologia industriale, folclore, ecc.) SOTTOPROGRAMMI DIFFUSIONE E PROMOZIONE DELLA CULTURA CINEMATOGRAFICA ED AUDIOVISIVA EVENTI CULTURALI IDENTITA CULTURALI DELLE MARCHE OBIETTIVI OPERATIVI Favorire la creazione di Mediateche provinciali coordinate a livello regionale dalla Mediateca delle Marche Sostenere la promozione e l approccio critico alla cultura cinematografica attraverso circuiti regionali ed iniziative locali. Consolidare le iniziative, le rassegne e i festival più prestigiosi che hanno acquistato negli anni un rilievo nazionale e internazionale. Favorire la creazione di itinerari culturali che valorizzano anche in modo permanente un particolare aspetto artistico del territorio. Incentivare e sostenere la realizzazione di progetti e espositivi che valorizzino il patrimonio culturale delle Marche, singoli artisti, epoche o correnti, presenze culturali di rilievo. Sostenere la produzione e la promozione dell arte contemporanea soprattutto giovanile, attraverso specifici programmi che valorizzino anche luoghi espositivi di prestigio. Considerare rilevanti i progetti culturali che valorizzino il patrimonio architettonico e monumentale delle Marche, in particolare nel momento della loro riapertura dopo un periodo di non utilizzo. Valorizzare le iniziative, le manifestazioni e le rassegne di interesse non esclusivamente locali che rievochino aspetti della tradizione e del costume marchigiano. Sostenere le tradizioni storiche e folcloristiche espressioni della cultura popolare legata al territorio

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