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1 Università degli Studi di Trieste Facoltà di Medicina e Chirurgia Master di 1 livello Management Infermieristico per le Funzioni di Coordinamento Lo sviluppo della competenza professionale per la sicurezza degli assistiti: ruolo del coordinatore infermieristico in un ottica di qualità Lo sviluppo della competenza professionale per la sicurezza degli assistiti: ruolo dell infermiere in un ottica di qualità Studente Gloria Moretto Anno Accademico 2005/06 Relatore Edi Maurizio Fedel Collegio provinciale di Gorizia Gorizia, 8 maggio 2006 Monfalcone, 9 maggio 2006 I concetti della Qualità nell assistenza sanitaria la qualità dell assistenza sanitaria è il grado in cui i servizi sanitari per gli individui e le popolazioni aumentano la probabilità di raggiungere i risultati desiderati in termini di salute e sono coerenti con le migliori conoscenze professionali Harris & Wehling, 1990 Le componenti della Qualità l efficacia teorica e pratica l efficienza l appropriatezza I Valori per la Qualità l adeguatezza l accessibilità la compatibilità o sostenibilità la continuità l accettabilità la soddisfazione (dell utente e dell operatore) la comunicazione (interna ed esterna) la sicurezza Ricerca e sviluppo del consenso in campo sanitario (R. Batista, 1991) La sicurezza prerequisito della qualità (ISQuA 2002) primum non nocere nell agire professionale l infermiere si impegna a non nuocere, due filoni importanti: a) la sicurezza per gli operatori, e b) la sicurezza per gli assistiti. 1

2 Il Governo Clinico Insieme degli strumenti con i quali l organizzazione assicura l erogazione di un assistenza sanitaria di qualità (responsabilizzando i professionisti sanitari sulla definizione, il mantenimento e il monitoraggio di livelli ottimali di assistenza), e si prefigge di assicurare interventi sanitari efficaci ed appropriati nonché le modalità necessarie ad implementarli. Il Governo Clinico prevede: a) programmi di miglioramento della qualità b) gestione dei rischi. Elementi del governo clinico: 1. monitoraggio dei processi assistenziali e valutazione sistematica dei risultati (Autonomia) 2. impegno al miglioramento continuo (Responsabilità) Pensiero critico: Per fare che cosa? Nei confronti di chi? Gli strumenti del governo clinico l audit clinico; la gestione del rischio clinico; la ricerca e lo sviluppo; i programmi di formazione e supervisione clinico-assistenziale ; l assistenza sanitaria basata sulle evidenze; la comunicazione efficace; le indagini sul gradimento dei servizi resi da parte dei loro utilizzatori; la sicurezza. L Audit clinico Misurazione e valutazione continua da parte dei professionisti sanitari di come abbiano raggiunto gli standard prefissati (livelli di performance). Potenziamento dell uso delle informazioni cliniche per il monitoraggio della qualità assistenziale. Strumento per ridurre il rischio di eventi avversi che insorgono durante l assistenza sanitaria, attraverso una sistematica valutazione, revisione e ricerca dei mezzi per prevenirne la comparsa (apprendimento dagli errori). 2

3 Check list Audit Clinico La sicurezza per gli assistiti Problema: Assenza nelle aziende sanitarie di una strategia in grado di ricondurre la gestione del rischio clinico in una visione più ampia, che coinvolga analisi e revisione complessive dei processi assistenziali La sicurezza per gli assistiti Approccio integrato al Risk Management Il processo di gestione del rischio si esplicita nelle attività cliniche, amministrative e gestionali allo scopo di: 1) ridurre il rischio di danni verso pazienti e operatori, e 2) ridurre il rischio di perdite economiche e costi evitabili per l azienda. prevenzione degli errori Come prevenire gli errori? I professionisti possono acquisire competenza mediante l indirizzo ed il sostegno nello sviluppo professionale, individuando precocemente le aree di scarsa performance o di carenza di conoscenze, ma l ambito che dovrà essere ugualmente controllato è quello costituito dall insieme delle variabili organizzative, vale a dire le dotazioni strutturali e tecnologiche, i meccanismi operativi, le condizioni di lavoro. approccio al sistema La sicurezza dei pazienti nel sistema La sicurezza dei pazienti nel sistema OMS Dichiarazione di Lussemburgo Documento ESQH Piano Sanitario nazionale Piano Sanitario Regionale 2005 Piano Sanitario Aziendale 2005 Linee guida per il percorso di budget 2006 Linee guida per la definizione dell Atto Aziendale 3

4 Il coordinatore infermieristico Il contesto contrattuale e normativo Il sistema di responsabilità civile L. 43/2006 Disposizioni in materia di professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione e delega al Governo per l istituzione dei relativi ordini professionali Risarcimento del danno Le fonti di rischio all interno dell ospedale i processi di prescrizione e somministrazione della terapia, le attività di sala operatoria, l identificazione e la rintracciabilità dei pazienti e delle prestazioni, l igiene e la sicurezza dei luoghi di lavoro, la gestione delle tecnologie biomediche, la sicurezza impiantistica e strutturale, la comunicazione verbale e scritta. Il risk management non deve essere inteso solamente come un sistema per diminuire le controversie legali ma come strategia per ridurre l incidenza dei danni provocati ai pazienti e per migliorare la qualità delle cure prestate, imparando dall errore. opportunità di miglioramento 4

5 Alcuni dati sull incidenza degli eventi avversi: ricoveri/anno danni/anno n cause pendenti valore richiesta danni mil. raccolta premi assicurativi 175 mil. liquidazione sinistri 413 mil. sondaggio MAKNO-ASI; aprile 2002 I danni: In Italia su 8 milioni di Pazienti ricoverati ogni anno circa (4%) subirebbero danni che potrebbero essere evitati Tra le 30 e le persone morirebbero a causa di errori, cioè il 6% delle morti in Italia nel 2000 sarebbero attribuibili a complicanze mediche (Rischio Sanità 2001). Il numero di morti in Italia causate da un errore in medicina è maggiore di quello provocato da sinistri stradali, cancro del polmone e AIDS. Motterlini & Crupi 2005 Definizioni del Risk Management Rischio Evento Incidente Quasi-errore Errore Errore del sistema Errore latente Evento avverso Evento sentinella Malpractice IL RISCHIO CLINICO Si definisce quindi come la probabilità che una persona assistita sia vittima di un evento avverso e subisca un danno o un disagio imputabili, anche se in modo involontario, ad un trattamento sanitario prestato durante la degenza, capace di causare un prolungamento della stessa, un peggioramento dello stato di salute o la morte. L errore nelle organizzazioni Approccio alle persone Approccio al sistema Reason (1991) ha chiarito in maniera più precisa il significato di errore latente, attraverso il modello del formaggio svizzero 5

6 L errore nelle organizzazioni Gli errori attivi sono quelli riconducibili alle persone. Gli errori latenti sono quelli insiti nell organizzazione del lavoro (le lacune del sistema che favoriscono l insorgenza di errori). responsabilità organizzative Pensiero critico: A chi spettano le responsabilità organizzative? Pensiero critico: Quanto conta la cultura organizzativa? Le condizioni culturali che favoriscono gli errori: assenza di una cultura della sicurezza, conflitti tra management e staff, morale basso, scarsa supervisione e controllo, norme di gruppo che condonano le violazioni, scarso interesse del management, scarsa motivazione nel lavoro, cultura che incoraggia il rischio, convinzione che gli errori non avvengono, bassa autostima, diffuso disprezzo delle regole. Gli eventi possono essere classificati nelle seguenti categorie: Inesattezza/inadeguatezza Omissione Ritardo Altro: Infezione ospedaliera Caduta degli assistiti Lesioni da pressione Malfunzionamento di dispositivi Reazioni avverse da farmaco Eteroaggressività Cinque tattiche per gestire i potenziali errori Le tattiche da adottare già in fase di progettazione e/o pianificazione del lavoro (responsabilità del cordinamento) sono: Il Sistema di Incident Reporting 1. Contesto normativo 2. Incident reporting: sistema di segnalazione spontanea di evento riduzione della complessità ottimizzazione del flusso informativo larga automazione impiego di vincoli riduzione degli effetti indesiderati del cambiamento 6

7 Cosa indaga il report? Che cosa è successo? Processo di implementazione di un sistema di Incident reporting Dove è successo? Quando è successo? Come è successo? Perché è successo? Quali azioni sono state intraprese o proposte? Che impatto/conseguenza ha avuto l evento? Quali fattori hanno/avrebbero potuto limitare tale impatto? Lancio del progetto e comunicazione diffusa in tutta l'azienda Studio del form della scheda di rilevazione incidenti Studio dell'architettura del database su cui caricare i dati ed elaborare i report Avvio a regime del progetto Fase pilota del progetto Formazione agli Operatori sulle modalità di rilevazione e compilazione Condizioni di efficacia del sistema di Incident Reporting La confidenzialità delle informazioni e la non punibilità del segnalatore devono essere garantite. Feed-back informativo a chi segnala (report, incontri periodici, ecc ). Le segnalazioni devono essere utilizzate esclusivamente per migliorare l organizzazione. I cambiamenti devono essere visibili da coloro che segnalano (restituzione dei risultati elaborati). L incident reporting in azienda Esperienza di Incident Reporting nei Dipartimenti di Medicina dei due Presidi Ospedalieri aziendali. Il Risk Management in azienda: Le cadute accidentali dei pazienti Le infezioni ospedaliere Le lesioni da decubito Strumenti operativi per il R.M. indirizzati al team di lavoro Responsabilità del coordinatore 1. Pianificazione e controllo dei processi leadership e cultura organizzativa orientate alla sicurezza; definizione di livelli di qualità delle prestazioni (standard assistenziali); definizione di una struttura organizzativa coerente e razionale attribuzione delle responsabilità, disponibilità di politiche, linee guida, procedure e protocolli; definizione del fabbisogno formativo sul governo clinico; sviluppo del piano di formazione per i propri collaboratori; sistemi di validazione delle competenze in collaborazione con il gruppo dei coordinatori aziendali o di dipartimento; partecipazione alla definizione di un sistema premiante basato sulla valorizzazione della competenza; definizione di indicatori e analisi dei dati sulle prestazioni dei processi; presidio delle risorse tecnologiche e infrastrutturali; presidio della comunicazione scritta e verbale; pianificazione di misure per gestire la crisi. 2. Monitoraggio dei fattori organizzativi critici: Case mix Team di lavoro Professionisti sviluppo delle competenze 7

8 Il concetto di competenza Caratteristica intrinseca di un individuo, causalmente collegata ad una performance efficace e/o superiore in una mansione o in una situazione e che è misurata sulla base di un criterio prestabilito, si compone di motivazioni, tratti, immagine di sé, ruoli sociali, conoscenze e abilità Spencer & Spencer, 1981 Il dibattito internazionale sulla competenza Lo sviluppo delle competenze per la sicurezza degli assistiti Il progetto formativo Il codice deontologico e la sicurezza degli assistiti Il modello di audit della formazione 8

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