L ATTIVITA DI PREVENZIONE DEL RISCHIO SILICE NEL SETTORE DELLA FONDERIA

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1 L ATTIVITA DI PREVENZIONE DEL RISCHIO SILICE NEL SETTORE DELLA FONDERIA Gualtiero Corelli - ASSOFOND PROGETTO MONITORAGGIO SILICE ITALIA: Risultati e prospettive - Modena, 7 ottobre 2010

2 LA TECNOLOGIA DI FONDERIA La tecnologia di fonderia consiste essenzialmente nel realizzare un pezzo, colando direttamente il metallo liquido in una forma che riproduce in negativo la geometria del pezzo da produrre, lasciandovelo solidificare Materia prima Fusione /colata getto

3 IL PROCESSO DI FONDERIA La forma nella quale viene colato il metallo liquido può essere: A perdere (fonderia in terra) Permanente (colata in conchiglia, pressocolata)

4 LE SABBIE UTILIZZATE NELLE MISCELE DI FORMATURA Per la formatura di forme ed anime, vengono utilizzate terre realizzate miscelando un materiale refrattario (sabbia) con leganti (di natura inorganica e/o organica) ed additivi, allo scopo di ottenere una miscela che abbia le caratteristiche chimico-fisiche idonee alla realizzazione delle forme e delle anime. La sabbia di utilizzo generale nella Fonderia, è sabbia silicea sabbia silicea. Per particolari tipi di leghe ferrose, vengono utilizzate anche altre sabbie, quali sabbie di zirconio e cromite (in particolare per la produzione di getti di acciaio), e olivina (per la produzione di acciai al manganese)

5 LE CARATTERISTICHE DELLE SABBIE PER FONDERIA Per l utilizzo in Fonderia, le sabbie devono avere caratteristiche e requisiti mineralogici e morfologici ben definiti In particolare sono importanti le seguenti tre caratteristiche: Refrattarietà (punto di sinterizzazione) Granulometria (indice di finezza) Forma del grano La sabbia silicea offre ottime performance, associate ad un buon rapporto qualità/prezzo dovuto alla sua maggiore diffusione in natura. Questo è il motivo del suo utilizzo generalizzato in Fonderia, per la realizzazione di forme ed anime.

6 CARATTERISTICHE DI REFRATTARIETÀ DI SABBIE UTILIZZATE IN FONDERIA Sostanza Formula chimica Durezza Mohs Temperatura rammollimento Temperatura di fusione Cromite FeCr 2 O 4 5, C Olivina Mg 2 SiO 4 6, C Quarzo SiO C Zircone ZrSiO 4 7, > C Chamotte % Al 2 O 3 Varia

7 LE CARATTERISTICHE GRANULOMETRICHE 10 5,0 1,0 0,5 0,1 0,05 mm Curva cumulativa Istogramma di frequenza mesh

8 LE CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE Fra le caratteristiche morfologiche rilevanti per una sabbia per fonderia vi è la forma del grano Carta per la valutazione del grado di sfericità dei grani Fotografia, in luce trasmessa di una sabbia silicea nazionale Grado di sfericità Grado di arrotondamento 0,5 mm

9 L IMPORTANZA DELLA QUALITA DELLA SABBIA Le sabbie rappresentano un materiale ausiliario di fondamentale importanza per la fonderia. Dalla qualità delle sabbie dipendono non soltanto i risultati qualitativi sui getti realizzati (qualità superficiale, assenza di difetti quali rigonfiamenti, crestine, soffiature ed altri), ma anche migliori condizioni degli ambienti di lavoro sensibili alle diverse condizioni di polverosità direttamente legate alle caratteristiche delle sabbie in circolo.

10 LA RILEVANZA DEL TEMA AMBIENTALE Fra i vari temi legati all ambiente di lavoro della Fonderia, storicamente quello della presenza di polveri ha rappresentato il principale problema. La rilevanza del problema è legata ai quantitativi di sabbie utilizzati in fonderia. Le sole sabbie nuove impiegate nel settore ammontano annualmente a circa tonnellate Il cantiere di formatura utilizza un quantitativo di terra che può arrivare ad essere tre volte il peso dei getti prodotti.

11 LE FASI DEL CICLO PRODUTTIVO DI UNA FONDERIA IN TERRA Cubilotto

12 IL CICLO DI FONDERIA Molte fasi del ciclo produttivo, in relazione ai materiali di formatura utilizzati e alle condizioni di impiego, producono emissioni di polveri: Movimentazione materiali di formatura Lavorazione e recupero terre Formatura forme ed anime Preparazione cariche Distaffatura e sterratura Smaterozzatura Granigliatura Finitura (sbavatura ) Manutenzione di forni e siviere Il contenimento della polverosità nelle moderne fonderie è realizzato attraverso la corretta gestione degli impianti produttivi e dei presidi dedicati alla captazione delle polveri che le lavorazioni producono.

13 L ATTIVITÀ SVOLTA DA ASSOFOND Il miglioramento delle condizioni di lavoro, in particolare in relazione alla polveri aerodisperse, è sempre stato oggetto di attenzione da parte di Assofond, che in ripetute occasioni ha affrontato ed approfondito il tema L attività e l attenzione di ASSOFOND hanno avuto un particolare impulso in relazione al dibattito che si è aperto, a livello internazionale, sulla Silice a seguito delle indicazioni espresse dalla IARC sulla classificazione della Silice libera cristallina respirabile Due furono le direttrici del lavoro svolto: la prima a livello europeo sull attività del CAEF Comitato delle Associazioni Europee di Fonderia che ha coinvolto tutte le organizzazioni imprenditoriali europee del settore Fonderie; la seconda a livello nazionale attraverso il confronto con il Network Italiano Silice

14 IL DIBATTITO EUROPEO Per affrontare il tema della Silice Libera Cristallina nei suoi vari aspetti, è stato attivato un dibattito per definire un Social Dialogue Agreement sulla protezione dei lavoratori attraverso la corretta movimentazione ed utilizzo della Silice Cristallina e dei prodotti che la contengono. A tale dibattito hanno partecipato i rappresentanti delle Associazioni dei settori industriali interessati (Cemento, Ceramica, Costruzioni, Estrazione e Lavorazione dei minerali, Fonderie, Fibre e lana di vetro, Vetro) e delle Associazioni dei Lavoratori. Il Settore della Fonderia è stato rappresentato dal CAEF Comitato delle Associazioni Europee di Fonderia a cui ASSOFOND aderisce ed al quale, al termine dei lavori, è stato dato il mandato per la firma dell Accordo

15 OBIETTIVI DELL ACCORDO NEPSI L Accordo NEPSI è finalizzato: alla protezione della salute dei Lavoratori e dei soggetti esposti professionalmente nell ambiente di lavoro a silice cristallina respirabile, dovuta a materiali e prodotti/residui contenenti silice cristallina alla minimizzazione dell esposizione alle polveri di silice cristallina respirabile negli ambienti di lavoro, attraverso l applicazione delle Buone Pratiche definite nel documento ad incrementare la conoscenza dei potenziali effetti sulla salute della silice cristallina respirabile e delle Buone Pratiche

16 I LAVORI DEL NIS Gli obiettivi dell Accordo europeo NEPSI e l approccio metodologico utilizzato, hanno rappresentato gli elementi che hanno consentito la convergenza delle attività del NIS, con quelle dei Settori industriali, per giungere alla condivisione dei documenti sulle Buone Pratiche finalizzate al contenimento delle esposizione a Silice Libera cristallina respirabile nella realtà industriale italiana. Il documento NEPSI sulle Buone Pratiche e le relative Schede elaborate, hanno rappresentato la base di discussione per la definizione di specifici documenti calzati sulla realtà dell industria nazionale. Per il Settore della Fonderia, l attività di uno specifico Gruppo di Lavoro al quale ASSOFOND ha collaborato partecipando con propri esperti, ha portato alla definizione di uno specifico documento di Guida alle Buone Pratiche

17 by L.Bedini Federazione Nazionale Fonderie NETWORK ITALIANO SILICE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE PER RIDURRE L ESPOSIZIONE A POLVERI CONTENENTI SILICE LIBERA CRISTALLINA Il documento di Settore elaborato dal Gruppo di Lavoro Fonderie del NIS GUIDA ALLE BUONE PRATICHE NEL SETTORE DELLA FONDERIA CON FORMATURA IN TERRA DIPARTIMENTI DI SANITÀ PUBBLICA MODENA BOLOGNA DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE VICENZA INAIL ASSOFOND RAPPRESENTANZA SINDACATI CONFEDERALI ASSOFOND Federazione Nazionale Fonderie

18 L ATTIVITÀ DI MONITORAGGIO L Accordo NEPSI ha previsto dei momenti di verifica sullo stato di attuazione dell Accordo stesso: dopo un report preliminare che ha riguardato le attività promosse dalle Associazioni dei Settore aderenti (2007), si sono avuti report ufficiali (programmati a scadenza biennale), nel 2008 e nel maggio 2010 che hanno raccolto, a livello europeo, i dati forniti direttamente dalle imprese dei vari Settori industriali sottoscrittori dell Accordo. Anche il NIS ha promosso una fase di Monitoraggio delle attività di prevenzione che prevede la verifica in campo delle modalità messe in atto nelle aziende dei vari comparti industriali interessati, per il controllo delle polveri e della Silice libera cristallina (SLC) negli ambienti di lavoro, e sullo stato di applicazione dei vari documenti elaborati dal NIS.

19 IL MONITORAGGIO NEL SETTORE DELLA FONDERIA Per realizzare l attività di monitoraggio, il Gruppo di lavoro Fonderie del NIS ha definito un apposito questionario che è stato approvato definitivamente nel maggio del 2010, dopo una fase di messa a punto che ha previsto una verifica direttamente effettuata presso una Fonderia aderente ad ASSOFOND Per presentare alla Imprese del Settore le finalità del monitoraggio e per illustrare il Questionario, ASSOFOND in collaborazione con il NIS ha organizzato un apposito incontro a Sassuolo (MO) il 27 maggio 2010 In quella occasione ASSOFOND ha confermato la propria disponibilità a partecipare all attività di monitoraggio, attraverso la raccolta diretta dei dati che volontariamente le Fonderie Associate avrebbero provveduto a mettere a disposizione.

20 Primi risultati dell attività di monitoraggio nel settore Fonderie I risultati esposti, sono stati raccolti attraverso i Questionari trasmessi ad ASSOFOND dalle Fonderie che hanno provveduto direttamente alla loro compilazione, o attraverso la compilazione del Questionario effettuata da Funzionari dell Associazione presso le Imprese che lo hanno richiesto. Sulla base dei questionari raccolti (ricordiamo su base assolutamente volontaria), è possibile delineare un primo quadro della situazione del Settore rispetto ai principali aspetti delle attività di prevenzione Le slide che seguono sono relative ai seguenti aspetti: Documento di Valutazione dei Rischi Sorveglianza sanitaria Scelta ed utilizzo dei DPI VR Attività di informazione e formazione Applicazione Schede di Buona Tecnica

21 ATTIVITÀ DI VALUTAZIONE DEI RISCHI Rif.: Sezione 1 (1 livello) e Paragrafo 2.0 (2 livello) La gran parte delle Imprese (76 %) ha analizzato nel DVR il rischio di esposizione a SLC; La valutazione è stata effettuata sulla base di misurazioni dell esposizione nell 80,5 % delle Imprese (nei restanti casi nel DVR sono state riportate valutazioni qualitative); La Valutazione è stata aggiornata a seguito del confronto con i documenti NEPSI e NIS di Settore solo nel 43 % dei casi; La valutazione (e le misurazioni effettuate) hanno riguardato, nella quasi totalità dei casi (94 %) TUTTE le mansioni operative svolte dal personale. Nei restanti casi sono state omesse mansioni ritenute poco rilevanti (quali ad esempio la manutenzione dei refrattari o le attività di pulizia industriale).

22 ATTIVITÀ DI VALUTAZIONE DEI RISCHI Rif.: Paragrafo 2 Valutazione e gestione del Rischio La possibilità di sostituzione delle sabbie silicee con altri tipi di sabbie esenti da silice (olivina, cromite, ecc), è stata valutata nel 46 % dei casi, con esito negativo per motivi tecnici (incompatibilità con i leganti utilizzati) ed economici; In merito alla misura delle esposizioni, si sono evidenziate le seguenti situazioni: 1. Le misurazioni sono state effettuate con campionamenti di tipo personale, generalmente relativi alla sola frazione respirabile ; 2. Le analisi della SLC sono sempre state effettuate con metodo difrattometrico; 3. per il campionamento della frazione respirabile, sono stati utilizzati selettori molto eterogenei (principalmente: Dorr Oliver, GS3, Higgins-Dewell); 4. Anche i tempi di campionamento sono risultati essere non omogenei. In molti casi le quantità di polvere campionata risultano essere non idonee a garantire una sensibilità analitica adeguata al livello del TLV di riferimento; 5. Normalmente le Fonderie hanno effettuato negli ultimi 5 anni più di una campagna di monitoraggio delle esposizioni; i monitoraggi sono programmati nel 57 % dei casi, con periodicità generalmente di due anni (75 % dei casi).

23 SORVEGLIANZA SANITARIA Rif.: Sezione 3 e Paragrafo 2.3 Questa parte del questionario è risultata problematica per la compilazione, in relazione alla non perfetta conoscenza dell Impresa del dettaglio delle attività svolte dal Medico Competente (ad esempio rispetto al metodo di esecuzione degli esami radiologici) Anche la Relazione Sanitaria, predisposta a seguito degli accertamenti eseguiti è risultata eterogenea e NON sempre in grado di consentire all Impresa di fornire le informazioni richieste Una questione controversa in relazione alla NON chiara definizione della fattispecie, è risultata essere L INDIVIDUAZIONE DEI LAVORATORI ESPOSTI. I lavoratori esposti sono stati individuati nella maggioranza dei casi ( 86 %)

24 SORVEGLIANZA SANITARIA Rif.: Sezione 3 e Paragrafo 2.3 La confusione è generata da due differenti aspetti del problema: un aspetto assicurativo rilevante ai fini INAIL ( esposizioni > 50 microgrammi/m3 di SLC respirabile) Un aspetto di tutela sanitaria (esposizioni > 25 microgrammi/m3 di SLC respirabile) A fronte di una assenza del rischio assicurativo (mansione esente dal pagamento del premio silicosi), in molti casi il Medico NON ha attivato uno specifico protocollo sanitario, oppure ha previsto controlli specifici (quali le radiografie) ad intervalli molto ampi.

25 INFORMAZIONE E FORMAZIONE Rif.: Sezione 2 e Paragrafo 2.3 Esiste un documento che attesti l informazione effettuata in merito all esposizione a SLC? SI 52 % NO 48 % E stata effettuata la formazione nei confronti dei vari soggetti coinvolti? (documentata con argomenti, docenti, partecipanti) SI 57 % NO 43 % E stata effettuata la formazione specifica sui rischi derivanti dall esposizione a SLC? SI 33 % NO 67 %

26 SCELTA ED UTILIZZO DEI DPI Rif.: Paragrafo 2.3 e Scheda Sono stati individuati DPI VR sulla base della valutazione del rischio? SI 95 % NO 5 % E stata effettuata la formazione sul corretto utilizzo dei DPI VR? SI 95 % NO 5 % Esiste una procedura per la scelta, uso e manutenzione dei DPI VR? SI 81 % NO 19 %

27 APPLICAZIONE SCHEDE DI BUONA PRATICA Dalle risposte dei questionari raccolti, emerge un buon grado di applicazione delle Buone Pratiche nelle varie attività di Fonderia, in particolare per quanto attiene gli aspetti Tecnico Impiantistici (Progettazione ed attrezzature). Risultano essere meno applicate le indicazioni relative agli aspetti gestionali (manutenzione, ispezioni e verifiche). In pochi casi le schede di Buona Pratica sono state oggetto di formazione per il personale addetto alle specifiche attività, come risulta dalle risposte fornite alla specifica domanda: E stata effettuata la formazione sulle specifiche schede di Buona Pratica? SI 9,5 % NO 90,5 %

28 APPLICAZIONE SCHEDE DI BUONA PRATICA La qualità degli ambienti di lavoro in Fonderia forse più di altri Settori industriali, è condizionata dallo stato di pulizia; alle attività di pulizia è dedicata una specifica Scheda (Scheda 2.2.1), che abbiamo ritenuto interessante valutare rispetto al suo stato di attuazione. I risultati del monitoraggio mettono in evidenza una generale attenzione al problema, ed una gestione delle varie attività in linea con le indicazioni di Buona Pratica. Nel dettaglio, questo è il quadro che emerge: E stata predisposta un apposita procedura per organizzare una regolare pulizia degli ambienti, dei pavimenti, delle macchine e degli impianti? SI 43 % NO 34 % Parzialmente Sono stati predisposti sistemi per la pulizia a secco mediante aspirapolvere? SI 95 % NO -- Parzialmente

29 APPLICAZIONE SCHEDE DI BUONA PRATICA Vengono effettuate regolarmente operazioni di pulizia del posto di lavoro? SI 86 % NO 6 % Viene vietato il ricorso al soffio di aria compressa per gli interventi di pulizia? SI 52 % NO 33 % E stata predisposta un apposita procedura vincolante per organizzare la pulizia del vestiario e della persona (mani, braccia, testa, collo, capelli) mediante idonei sistemi e vietando l uso dell aria compressa? SI 10 % NO 66 % E stata predisposta un apposita procedura per il lavaggio dei vestiti da lavoro, al fine di evitare che gli abiti vengano portati a casa? Parzialmente Parzialmente Parzialmente SI 5 % NO 90 % Parzialmente

30 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE L attività di monitoraggio, ha confermato nella sostanza i dati emersi dai report NEPSI, mostrando un panorama che vede le Imprese di Fonderia impegnate in un percorso di implementazione dell Accordo in particolare per quanto attiene gli aspetti di prevenzione, sia verificando l attuazione delle indicazioni derivanti dalle Schede sulle Buone Pratiche, sia migliorando l utilizzo di tutti gli strumenti di prevenzione disponibili. Sicuramente esistono alcune criticità alcune delle quali dovute ad una non sempre chiara ed univoca definizione degli aspetti tecnici correlati. Una di queste criticità è dovuta alla mancanza di una univoca indicazione circa i sistemi di monitoraggio da adottare; il permanere di differenti modalità non consente una sicura individuazione delle esposizioni a rischio, alla base di una efficace attività di prevenzione. Sicuramente le Fonderie hanno intrapreso un percorso che attraverso la conoscenza e l approfondimento dei vari aspetti del problema e l applicazione, per quanto possibile, delle indicazioni dei documenti elaborati in ambito NEPSI e NIS, garantiranno una corretta gestione del Rischio, consentendo di realizzare le condizioni per operare in assoluta sicurezza.

31 L attività di prevenzione del rischio silice nel Settore della Fonderia controllo dell esposizione esposizione a SiO2 nell industria di Fonderia Grazie per l attenzione

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