EPIDEMIOLOGIA Negli USA abbiamo 15 milioni di diabetici. In ITALIA nell anno 2012 risultano affetti da diabete 3,5 milioni di persone. Si stima che pi

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1 OBESITA E DIABETE

2 EPIDEMIOLOGIA Negli USA abbiamo 15 milioni di diabetici. In ITALIA nell anno 2012 risultano affetti da diabete 3,5 milioni di persone. Si stima che più di un altro milione di persone ne sia affetta ma non sa di esserlo. Siamo di fronte a una vera epidemia

3 La spesa sanitaria per la malattia diabetica in Italia ( dati del 2012) ammonta a quasi 10 miliardi di Euro. Spesa che rischia di non essere più sostenibile già nell immediato futuro.

4 Prevenzione Davanti a questa drammatica situazione nell ultimo decennio sono stati pubblicati solidi studi clinici che hanno dimostrato che il diabete tipo II (che rappresenta il 92% di tutti i tipi di diabete ) è una malattia che può essere prevenuta. Prevenuta con l utilizzo dei farmaci (Metformina- Glitazoni-Acarbose), ma ancor più attraverso modifiche di stile di vita, quali DIETA e ATTIVITA FISICA. Tramite tutto ciò è possibile ridurre il rischio di sviluppare malattia diabetica di circa il 60%.

5 L attuazione dei programmi di prevenzione primaria deve coinvolgere molteplici attori primi fra tutti : le Istituzioni, l Asl, le Scuole, le Associazioni di diabetologia e i Comuni. Tutto questo per l attuazione di politiche sociali e sanitarie di promozione e diffusione di stili di vita salutari.

6 Il diabete tipo II è una malattia cronica complessa con eziologia multifattoriale. Il rischio di diabete tipo II è in larga parte determinato da: Età Obesità Famigliarità Alterazione della regolazione glicemica Sindrome metabolica Diabete gestazionale

7 ETA Al nostro centro antidiabetico dell Ospedale Sacra Famiglia di Erba afferiscono circa 3000 pazienti ( dati del 2012 ). Di questi pazienti: 1) il 32% ha un età compresa tra i 65 e 75 anni 2) il 37% ha un età superiore a 75 anni 3) Il 31% ha un età inferiore a 65 anni. Sono dati in linea con i dati Nazionali e dei paesi Occidentali.

8 DATI RILEVATI NELL ANNO 2012 PRESSO IL CENTRO DI DIABETOLOGIA DELL OSPEDALE SACRA FAMIGLIA DI ERBA

9 Obesità L 80% - 90% dei pazienti con diabete tipo II è in sovrappeso o obeso. Quando si parla di obesità ci si riferisce di più ad adiposità viscerale ed addominale. Negli ultimi 5 anni sono stati fatti importanti studi che hanno esaminato l intero genoma. Sono stati identificati circa 20 geni associati al diabete tipo II e con lo stesso metodo sono stati identificati circa 30 geni che predispongono ad eccesso di adiposità. Quindi è ragionevole ipotizzare che tra i vari geni che predispongono all obesità, alcuni geni predispongono al rischio di diabete mellito tipo II per cui si parla già d ora di DIABESITA ( intendendo con questo termine l associazione tra obesità e diabete tipo II ).

10 Familiarità La forte componente genetica del diabete mellito tipo II si evince da alcune osservazioni di grande rilevanza. 1) La concordanza del DMII è del 70% nei gemelli monozigoti e del 20-30% in quelli dizigoti. 2) Il rischio di sviluppare il DMII nel corso della propria vita è di circa il 10% nella popolazione generale, del 40% se si ha un genitore affetto e del 70% se entrambi i genitori sono affetti. 3) L importanza inoltre dell ambiente diabetogeno tipico della nostra società occidentale che gioca un ruolo determinante specie nei soggetti con predisposizione genetica.

11 ALTERAZIONI DELLA REGOLAZIONE GLICEMICA Le alterazioni della regolazione glicemica comprendono due condizioni metaboliche: 1) Alterata glicemia a digiuno: Alterata glicemia a digiuno si ha nei soggetti che hanno una glicemia a digiuno tra 100 e 125 mg/dl. Il controllo della glicemia a digiuno dipende dalla capacità di mantenere un adeguata secrezione basale d insulina e dalla presenza di appropriata insulino sensibilità a livello del fegato in grado di controllare la glucogenasi epatica. Anormalità di queste funzioni metaboliche caratterizzano l alterata glicemia a digiuno. 2) Ridotta tolleranza al glucosio : Si ha ridotta tolleranza al glucosio quando la glicemia dopo 2 ore dal carico di glucosio ( 70 grammi di glucosio assunti per via orale ) è compreso tra 140 e 199 mg/dl.il controllo della glicemia dopo carico orale di glucosio richiede un rapido incremento della secrezione insulinica ed adeguata insulino sensibilità sia livello epatico sia a livello muscolare.

12 Sindrome metabolica La sindrome metabolica è una entità clinica multifattoriale rappresentata dalla presenza contemporanea di anomalie fisiologiche e metaboliche riconosciute come fattori di rischio per lo sviluppo del diabete mellito tipo II e della malattia cardiovascolare su base aterosclerotica. In letteratura esistono almeno 5 definizioni di Sindrome Metabolica. Il fattore causale della Sindrome Metabolica è rappresentato dall insulina- resistenza. Si definisce insulino- resistenza ogni condizione in cui le concentrazioni normali di insulina producono una risposta biologica inferiore alla normalità..la misurazione dell insulina resistenza avviene in maniera semplice calcolando l obesità addominale. La prevalenza della S. Metabolica si modifica in base al peso corporeo ( 4,6% nel normopeso, 22,4% nel sovrappeso e 59,6% negli obesi )e all età ( 20-30% nella fascia di età tra anni).

13 DIABETE GESTAZIONALE Il diabete gestazionale è un intolleranza ai carboidrati di vario grado e severità con esordio o primo riconoscimento durante la gravidanza. Il diabete gestazionale è più frequente in donne con famigliarità positiva per diabete mellito, donne in sovrappeso-obese obese e con età superiore a 35 anni. Il diabete gestazionale se non diagnosticato e gestito in maniera adeguata aumenta la morbilità materno-fetale.

14 Riassumiamo in questa diapositiva i fattori di rischio per il Diabete mellito tipo II : - età > a 45 anni - sovrappeso (BMI > 25 kg/ m² - inattività fisica - parenti di primo grado con Diabete Mellito tipo II - appartenenza a gruppi etnici ad alto rischio ( Afro-americani, Ispano-americani americani, nativi americani e Polinesiani) - storia di diabete gestazionale o parti con feto macrosomico ( > 4 Kg ) o basso peso alla nascita (< 2,5 Kg ) - ipertensione arteriosa ( valori superiori a 140/90) - basse concentrazioni di colesterolo HDL ( < 35 mg/dl ) e o ipertrigliceridemia - sindrome dell ovaio policistico - evidenza clinica di malattia cardiovascolare.

15 Abbiamo visto i fattori di rischio che promuovono e favoriscono lo sviluppo del Diabete Mellito tipo II. Come prevenire quindi il Diabete mellito tipo II?

16 Il diabete mellito tipo II si può prevenire con : 1) dieta 2) attività fisica 3) interventi farmacologici

17 Da tutti gli studi sulla prevenzione del diabete tipo II si raccomanda di aumentare l attività fisica sia in termini di frequenza che di entità del dispendio energetico. Viene raccomandata non solo attività fisica aerobica ma anche attività fisica contro resistenza. Si raccomanda almeno 150 minuti alla settimana di attività fisica o 30 minuti al giorno. L effetto protettivo dell attività fisica si estende a lungo termine. L efficacia dell esercizio fisico è anche indipendente dalla perdita di peso ed è dose dipendente. L esercizio fisico contro resistenza riduce la glicemia basale e la glicemia a 2 ore dopo il carico di glucosio.

18 CONCLUSIONI In Italia soggetti a rischio diabete tipo II sono diversi milioni. La maggior parte di questi soggetti hanno riserva di energia metabolica sotto forma di grasso viscerale. Questa energia metabolica possiamo trasformarla in energia meccanica e con cyclette energetiche in energia elettrica. Si pensi 10 soggetti che pedalano contemporaneamente per un ora producono con cyclette energetiche 1000 Watt l equivalente per scaldare il contenuto di uno scaldabagno. Se ogni palestra pubblica o privata si munisse di questi strumenti e venissero usate per parecchie ore al giorno, le conseguenze sarebbero: meno comparsa di diabete, meno complicanze legate al diabete quindi miglioramento della salute, risparmio dei costi sulla salute e risparmio energetico anche se modesto.

19 I GRANDI CAMBIAMENTI NASCONO SEMPRE DA IDEE SEMPLICI. Lev Tolstoj

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