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1 Corso di laurea in Scienze dell Educazione A. A / 2012 Istituzioni di Linguistica (M-Z) Dr. Giorgio Francesco Arcodia (giorgio.arcodia@unimib.it) 1. Le lingue dei segni "Le lingue dei segni sono espresse con le mani, le braccia e la faccia e sono intese attraverso gli occhi. Le lingue dei segni si evolvono nelle comunità di persone non udenti, e i figli di questi acquisiscono la lingua dei segni come lingua prima. Come tutte le lingue, le lingue dei segni hanno regole linguistiche riguardo a come le parole, le frasi e i testi sono strutturati. Quindi, tutte le lingue dei segni hanno lessico, morfologia grammaticale e derivazionale, fonologia, sintassi e semantica." (Mayberry, R. I., Squires, B., 2006, Sign language: acquisition, in Brown, K. et al. (eds.), Encyclopedia of Language and Linguistics, Amstedam, Elsevier; trad. mia)

2 "Per molti aspetti, le lingue dei segni sono come le lingue verbali: sono lingue naturali che nascono spontaneamente quando c'è una comunità di comunicatori; possono essere usate efficacemente per tutte le funzioni sociali e mentali delle lingue verbali; sono acquisite senza istruzione esplicita dai bambini, a condizione che abbiano sufficiente esposizione ed interazione linguistica" (Sandler, W., 2006, Sign language: overview, in Brown, K. et al. (eds.), Encyclopedia of Language and Linguistics, Amstedam, Elsevier; trad. mia) le lingue dei segni non sono universali, sono specifiche di una comunità, esattamente come le lingue verbali storico-naturali differenza di mezzo: le lingue dei segni sfruttano primariamente il canale visivo (e, eventualmente, tattile), mentre quelle verbali utilizzano primariamente il canale fonicoacustico 2

3 Lingua dei segni italiana (LIS): (Dizionario dei segni Zanichelli, 1991) 3

4 (Dizionario dei segni Zanichelli, 1991) 4

5 LIS e lingua italiana: (Dizionario dei segni Zanichelli, 1991) mancata corrispondenza 1:1 tra parole italiane e segni LIS 5

6 LIS: flessione GATTO + MOLTI = GATTI (Russo Cardona, T., Volterra, V., 2007, Le lingue dei segni. Storia e semiotica. Roma, Carocci) 6

7 American Sign Language (ASL): composizione e derivazione (Tennat, R. A., Gluszak Brown, M., 1998, The American Sign Handshape Dictionary, Gallaudet University Press, Washington D.C.) 7

8 (Liddell, Scott K., 2003, Grammar, Gesture and Meaning in American Sign Language, Cambridge, Cambridge University Press) 8

9 Pronomi interrogativi wh nella lingua dei segni indo-pakistana: (Zeshan, U., 2006, Sign languages of the World, in Brown, K. et al. (eds.), Encyclopedia of Language and Linguistics, Amstedam, Elsevier) 9

10 American Sign Language (ASL): 'dove abiti?' 10

11 (Fant, L., Bernstein Fant, B., 2009, Perfect Phrases in American Sign Language for Beginners, New York, McGraw-Hill) 11

12 (Fant, L., Bernstein Fant, B., 2009, Perfect Phrases in American Sign Language for Beginners, New York, McGraw-Hill) 12

13 (Fant, L., Bernstein Fant, B., 2009, Perfect Phrases in American Sign Language for Beginners, New York, McGraw-Hill) 13

14 1.1 Le lingue dei segni nel mondo Le persone non udenti rappresentano una minoranza della popolazione (in Italia, circa lo 0,12-0,15% della popolazione; negli Stati Uniti, circa lo 0,23%; importanza della soglia come criterio statistico) in un gruppo sociale locale, possono esserci pochissimi non udenti o anche nessuno contesto tipico della comunicazione segnata: istituti scolastici per non udenti si ritiene che nessuna delle lingue dei segni usate nel mondo contemporaneo sia apparsa più di tre secoli fa (Sandler, W., 2006, Sign language: overview, in Brown, K. et al. (eds.), Encyclopedia of Language and Linguistics, Amstedam, Elsevier) stime sul numero totale delle lingue dei segni: circa (Zeshan, U., 2006, Sign languages of the World, in Brown, K. et al. (eds.), Encyclopedia of Language and Linguistics, Amstedam, Elsevier) 14

15 Repertorio Ethnologue: 130 lingue dei segni nel mondo alcuni esempi: ( 15

16 Relazioni di 'parentela' tra lingue dei segni Gruppo della Lingua dei Segni Francese Gruppo della Lingua dei Segni Britannica (BSL) Gruppo indopakistano Gruppo giapponese Lingua dei segni francese, americana, svedese, finlandese Lingua dei segni britannica, alcune varietà di Lingua dei segni australiana Varietà indiane, pakistane, nepalesi Varietà giapponese, coreana, taiwanese (Woodward, J., 1985, Universal constraints on two-finger extension across sign languages, "Sign Language Studies, 46, pp ) le relazioni tra le lingue segnate delle varie comunità non riflettono (necesariamente) quelle tra le lingue verbali delle stesse comunità 16

17 Es.: marcatura del genere 'maschile' e 'femminile' nella lingua dei segni sudcoreana 'sgridare un maschio (pollice)' e 'sgridare una femmina (mignolo)' (Zeshan, U., 2006, Sign languages of the World, in Brown, K. et al. (eds.), Encyclopedia of Language and Linguistics, Amstedam, Elsevier) sistema comune alle lingue dei segni giapponese e taiwanese; a Taiwan, però, si parlano lingue cinesi, e l'esistenza di una relazione genetica tra giapponese e coreano non è comunemente accettata 17

18 problema del contatto Es.: lingua dei segni americana in alcuni paesi africani, lingua dei segni britannica nel subcontinente indiano problema della motivazione iconica: data la natura iconica di molti segni, non è chiaro se la presenza di segni simili o identici in lingue segnate diverse sia da attribuire a parentela, contatto o a fondamenti cognitivi comuni Es.: 'mangiare' e 'guidare' in LIS, British Sign language e ASL: 18

19 (2008, British Sign Language for Dummies, Chichester, John Wiley & Sons) Es./2: LIS, British Sign language, Lingua dei segni nederlandese (NSL) e lingua dei segni della Vallonia (Belgio francofono): sistemi non imparentati, condividono circa il 40% dei segni totali (identici o molto simili) (Woll, B., 2006, Sign language: history, in Brown, K. et al. (eds.), Encyclopedia of Language and Linguistics, Amstedam, Elsevier) 19

20 Basso livello di standardizzazione Le lingue dei segni conoscono una variazione diatopica molto notevole mancanza di diffusione scolastica attraverso il medium scritto, quasi totale assenza nei mass media Strumenti e canali per la stabilizzazione dello standard: descrizioni grammaticali, dizionari, database lingua dei segni italiana (LIS), lingua dei segni svizzero-tedesca (DSGS), americana (ASL), inglese (BSL), australiana (AUSL), francese (LSF), etc. sulla LIS: Volterra, V., 2004, La lingua dei segni italiana. La comunicazione visivogestuale dei sordi, Bologna, Il Mulino Romeo, O., 1991, Dizionario dei segni, Bologna, Zanichelli

21 2. Sincronia e diacronia nelle lingue dei segni 2.1 Le comunità di non udenti Presenza di diversi livelli di competenza nella lingua dei segni di riferimento dal 3% al 7% circa dei non udenti sono figli di non udenti, che imparano la lingua dei segni fin dalla prima infanzia la (stra)grande maggioranza dei sordi entra in contatto con la lingua dei segni in età successive e con modalità diverse importanza del contesto scolastico e dei circoli N.B.: segnanti di lingue diverse se in contatto prolungato riescono a comunicare più rapidamente dei parlanti di lingue verbali a parità di condizioni utilizzo degli elementi iconici del codice segnato 21

22 Comunità dei non udenti e società "La formazione di comunità di sordi è strettamete connessa con i ruoli sociali a cui sono ammessi i non udenti. Dove la sordità è concepita come incompatibile con qualunque attività sociale dove alle persone sorde è proibito o fortemente sconsigliato lasciare le dimore di nascita e, quindi, restano isolati l'una dall'altra non si formerà nessuna comunità non udente. Dove le attività sociali sono ritenute possibili solo tramite la comunicazione orale, un certo numero di non udenti si impegnerà per raggiungere questo obiettivo, e alcuni ci riusciranno. Gli altri considereranno la loro incapacità di raggiungere la scioltezza nell'oralità come un fallimento personale, in un quadro comunemente accettato, e parteciperanno marginalmente o affatto alla società al di fuori delle loro famiglie. Ma quando un numero sufficiente di persone sorde scoprono che l'attività sociale tramite l'oralità non è l'unica strada, e che una forma di linguaggio alternativa potrebbe funzionare altrettanto bene, una comunità di sordi si forma e i suoi membri diventeranno agenti sociali all'interno di tale gruppo. Useranno il gruppo come ponte verso una partecipazione sociale più ampia ed attiva. Alla periferia della comunità, si formerà un sottogruppo di individui bilingue che diventeranno gli intermediari per i membri della comunità con la società della maggioranza orale. Quindi, la partecipazione alla comunità dei non udenti offrirà a questi individui ampie opportunità di essere attori sociali all'interno della subcultura e, attraverso il sottogruppo dei bilingue, la partecipazione come agenti sociali nella più ampia società sarà inoltre possibile." (Polich, L., 2005, The Emergence of the Deaf Community in Nicaragua, Gallaudet University Press, Washington D.C.; trad. mia) 22

23 'Gradi di appartenenza' alla comunità dei non udenti: (A) segnanti nativi, sordi figli di sordi nucleo centrale (B) segnanti sordi che hanno appreso la lingua dei segni a scuola o in un percorso educativo specifico, o all'interno di comunità (C) segnanti udenti, familiari di segnanti, interpreti, educatori, etc., con una competenza variabile nella lingua dei segni D C B A A (udenti) 23

24 2.2 Come nascono le lingue dei segni? "Ogni volta che persone sorde hanno l'opportunità di riunirsi e di interagire con regolarità, nasce una nuova lingua dei segni" "(...) l'emergere di un sistema di comunicazione altamente strutturato tra umani è inevitabile. Se il canale orale-auricolare non è disponibile, la lingua emerge dalla modalità visivo-gestuale" (Sandler, W., 2006, Sign language: overview, in Brown, K. et al. (eds.), Encyclopedia of Language and Linguistics, Amstedam, Elsevier; trad. mia) anche i bambini non udenti nati in famiglie dove viene usato solo una lingua verbale 'costruiscono' una forma rudimentale di comunicazione segnata (home signs) i bambini esposti in età precoce a una lingua dei segni la apprendono in modo naturale, parallelamente a quanto avviene con le lingue verbali importanza dell'età come fattore dell'apprendimento una lingua dei segni può trasferirsi in un nuovo territorio (istituzione di scuole; e.g. la antica lingua dei segni francese negli Stati Uniti e in Brasile) 24

25 Lingua dei segni del Nicaragua (ISN, Idioma de señas de Nicaragua) Anni '70, Nicaragua: creazione di istituti scolastici per bambini non udenti, didattica basata sullo spagnolo (lettura labiale) nascita di una forma di comunicazione gestuale spontanea tra gruppi di bambini; affermazione di una varietà comune ai due principali istituti del paese standardizzazione ed omogeneizzazione di una lingua dei segni, diffusasi anche nel resto del paese; stabilizzazione di lessico e grammatica nell'arco di due generazioni di segnanti importanza dell'interazione con gli altri segnanti e con gli udenti "I sordi sembrano, quindi, riuscire a sviluppare un lessico in segni e anche forme rudimentali e via via più complesse di sintassi sulla base di un processo di convenzionalizzazione e di adattamento di tutti i materiali comunicativi a loro disposizione. In particolare, una volta che si sviluppa un lessico abbastanza ampio, le prime forme grammaticali e sintattiche emergono spontaneamente. Questo processo nasce dai bisogni comunicativi e si esplica quando i sordi sono in contatto tra loro o con persone udenti" (Russo Cardona, T., Volterra, V., 2007, Le lingue dei segni. Storia e semiotica. Roma, Carocci) 25

26 Al Sayyid Bedouin Sign Language Piccola comunità arabofona della regione del Negev, Israele, circa individui predisposizione genetica, matrimoni tra consanguinei: 4,28% dei membri della comunità sono sordi (circa 150 individui) sviluppo di una lingua segnata indipendente (circa 75 anni fa) Elevato numero di non udenti, relativo isolamento della comunità diffusione della lingua dei segni anche tra gli udenti, frequenti matrimoni tra sordi ed udenti, buona integrazione delle due 'comunità' N.B.: nei paesi occidentali industrializzati, circa il 90% dei matrimoni di non udenti avviene con un/a partner non udente (Ladd, P., 2006, Sign language: Communities and Cultures, in Brown, K. et al. (eds.), Encyclopedia of Language and Linguistics, Amstedam, Elsevier; trad. mia) 26

27 Formazione di parola e variazione nello Al Sayyid Bedouin Sign Language: Famiglia 1 (tre membri) Famiglia 2 (cinque membri) THE VERSARE THE OGGETTO ROTONDO = TEIERA (Meir, I. et al., 2010, Sign languages and compounding, in Scalise, S., Vogel, I., Cross-disciplinary issues in compounding, Amsterdam-Philadelphia, John Benjamins) 27

28 2.3 Cenni storici 'È probabile che persone sorde che comunicano tramite gesti o segni siano esistite come parte dell'umanità sin dai suoi stessi inizi" (Ladd, P., 2006, Sign language: Communities and Cultures, in Brown, K. et al. (eds.), Encyclopedia of Language and Linguistics, Amstedam, Elsevier; trad. mia) Platone, Cratilo (IV sec. a.c.): "[Socrate] Rispondi a questa domanda: se non avessimo voce né lingua e volessimo a vicenda manifestarci le cose, non cercheremmo forse, come ora i muti, di significarle con le mani, con la testa e con le altre membra del corpo?" "[Ermogene] E come si potrebbe diversamente, o Socrate?" Aristotele: i sordi non parlano perché non hanno mai udito le parole e non sono quindi in grado di riprodurle, non perché hanno impedimenti articolatori 28

29 La sordità nel tardo impero e nel medioevo: Codex Iustinianus (531): sordi privi di alcuni diritti fondamentali (testamento, contratti, testimonianza, etc.) Sant'Agostino, Contra Iulianum (V sec. d.c.): sordità può portare a mancanza di fede Ugo di San Vittore, De institutione novitiorum (XII sec.): comunicazione gestuale dei sordi come forma di espressione animalesca, legata alle passioni più basse Ordine monastico cistercense (e benedettino): regola del silenzio, utilizzo di una forma di lingua segnata per la comunicazione fine del medioevo (XV sec.): (ri)nascita dell'interesse per la sordità e per l'istruzione dei non udenti, importanza dell'educazione alla scrittura istruzione per i sordi nell'ambito delle famiglie aristocratiche, scrittura come mezzo per aggirare le restrizioni legali imposte ai non udenti 29

30 Età illuminista Crescita dell'interesse e della considerazione per i non udenti, riconoscimento (parziale) del valore della comunicazione segnata (Cartesio, Bacone, Vico) Metodo 'oralista' vs. metodo 'manualista' (Ri)educazione all'uso del linguaggio verbale (Jacob Rodrigues Pereire, ) versus Utilizzo di forme di comunicazione segnata (abate Charles-Michel de l'épée, ) fondazione dell'institut national des sourds-muets (1775, 1791); importanza dei gesti come strumento di accesso alla comunicazione per 'rompere' l'isolamento del non udente; i sordi segnanti diventano educatori per altri sordi N.B.: il metodo di de l'épée prevedeva comunque dei segni 'metodici' (signes méthodiques) basati principalmente sulla lingua francese 30

31 Ritorno all'oralità nel XIX secolo Congresso di Milano (1880): segni banditi dalle principali scuole europee, repressione dei segni anche al di fuori del contesto scolastico Giulio Tarra, Serafino Balestra e Tommaso Pendola: lo sviluppo di una lingua segnata autonoma isola i sordi e rende impossibile l'istruzione religiosa e l'integrazione sociale Stati Uniti: Edward Miner Gallaudet ( ), difesa e continuazione dell'istruzione 'manualista'; fondazione della Gallaudet University (1867), unica università al mondo per non udenti (ad oggi) de Saussurre: la comunicazione gestuale dei non udenti prova che le lingue sono indipendenti dal canale acustico-orale William Stokoe ( ): pubblicazione di Sign Language Structure (1960), 'rifondazione' degli studi linguistici delle lingue segnate 31

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