Il settore delle conserve nelle regioni italiane del Sud. La questione del valore: analisi e proposte

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1 Il settore delle conserve nelle regioni italiane del Sud La questione del valore: analisi e proposte Pio De Gregorio Responsabile Anna Tugnolo Senior Analyst 15 Ottobre 2015

2 Le tendenze del settore conserviero 2

3 Export dell industria conserviera italiana: continua la crescita Prodotto Ortaggi e legumi congelati Ortaggi semilavorati Conserve di pomodoro e pelati Ortaggi e legumi conservati o preparati INDUSTRIA DELLA TRASFORMAZIONE DEGLI Frutta semilavorata Frutta congelata Frutta preparata o conservata Succhi di frutta INDUSTRIA DELLA TRASFORMAZIONE DELLA FRUTTA milioni di euro milioni di euro milioni di euro Import 2014 Import 2015 Export 2014 Export 2015 Saldo 2014 Saldo ,84 185,31-1,35 31,74 32,44 2,21-156,10-152,87 43,87 54,15 23,43 7,52 8,97 19,32-36,35-45,17 53,65 99,69 85,80 727,35 790,75 8,72 673,70 691,06 180,59 194,75 7,84 254,48 274,17 7,73 73,89 79,41 467,98 536,77 14, , ,05 8,59 557,91 577,28 7,73 8,64 11,71 10,11 9,79-3,14 2,38 1,15 48,79 41,20-15,54 28,47 26,96-5,30-20,32-14,24 115,93 137,58 18,68 222,74 263,62 18,35 106,81 126,04 106,09 121,35 14,38 258,75 234,42-9,40 152,66 113,07 276,51 305,90 10,63 515,27 527,08 2,29 238,76 221,17 3 Fonte: Elaborazioni UBI Banca su dati Istat

4 Export agroalimentare Italiano: i primi comparti e le loro principali destinazioni nel ,0 mld 1,9 mld 1,3 mld 5,0 mld 3,0 mld 2,2 mld 4 Fonte: Elaborazioni SACE su dati Istat

5 Settore conserviero italiano: il traino del fatturato estero Indici del fatturato totale, domestico ed estero (fonte Istat) del Settore di Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi cod. Ateco Indici base 100 su media mobile a 6 mesi apr-08 ago-08 dic-08 apr-09 ago-09 dic-09 apr-10 ago-10 dic-10 apr-11 ago-11 dic-11 apr-12 ago-12 dic-12 apr-13 ago-13 dic-13 apr-14 ago-14 dic-14 apr-15 Fatturato Totale Fatturato Domestico Fatturato Estero La crescita del fatturato estero è stato il fattore trainante del fatturato totale per il settore conserviero italiano. 5 su dati Istat

6 Settore conserviero del Sud Italia: l export cresce più che a livello nazionale Tassi annui di crescita delle esportazioni del Settore di Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi cod. Ateco ,0% 7,5% var. % annua 7,0% 6,0% 5,0% 4,0% 3,0% 4,9% 2,8% 5,7% 5,7% 5,4% 6,2% 2,9% Sud Italia Italia 3,7% 2,7% 6,1% 2,0% 1,0% 0,0% 0,5% 0,0% 0,0% Isem2015 / Isem2014 Nel biennio le esportazioni delle imprese conserviere del Sud Italia hanno registrato tassi annui di crescita più elevati di quelle raggiunti a livello nazionale. Tale dinamica sta proseguendo anche nel su dati Istat

7 Campania leader delle esportazioni conserviere italiane La Campania è leader delle esportazioni conserviere italiane con una quota del 41%. 7 Fonte: Elaborazioni SACE su dati Istat

8 Export conserviero: ancora potenziale per crescere EXPORT POTENZIALE AGGIUNTIVO ENTRO IL 2018 (MLN ) AGRICOLTURA ALIMENTARI E BEVANDE 8 Fonte: Elaborazioni SACE su dati UnComtrade

9 L analisi della creazione di valore Il cluster di imprese 9

10 Le dimensioni del settore delle conserve Numero imprese Numero addetti Totale nazionale Numero imprese Numero addetti Sud Italia in % del dato nazionale 45% 40% Numero imprese Numero addetti Salerno e provincia In base agli ultimi dati disponibili elaborati dall Istat, nel 2013 le regioni del Sud Italia contavano oltre 800 aziende nel settore della lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi (classificato con il codice Ateco 10.30); di queste una su cinque ha sede legale in provincia di Salerno. in % del dato del Sud Italia 20% 40% 10 Fonte: elaborazioni UBI Banca su dati Istat

11 Descrizione del campione di imprese Il campione è composto da 59 imprese appartenenti al settore delle conserve alimentari nelle regioni italiane Campania, Calabria, Basilicata, Molise e Puglia e per le quali fossero disponibili tutti i bilanci non semplificati dal 2009 al Pertanto il campione selezionato è un campione chiuso. 11 Fonte: UBI Banca

12 Il cluster delle conserve: le imprese selezionate Società Provincia Regione Ricavi 2013 ('000 euro) Società Provincia Regione Ricavi 2013 ('000 euro) 1 LA DORIA - S.P.A. Salerno Campania FIORDELISI S.R.L. Foggia Puglia ANTONIO PETTI FU PASQUALE S.P.A. Salerno Campania ANIELLO LONGOBARDI S.R.L Salerno Campania GIAGUARO - S.P.A. Salerno Campania ICAB - IND. CONSERVE ALIMENTARI BUCCINO S.P.A. Salerno Campania DE CLEMENTE CONSERVE S.P.A. Salerno Campania FIAMMA VESUVIANA SRL Napoli Campania ATTIANESE S.P.A. Salerno Campania ANCORA - S.R.L. Avellino Campania IPOSEA S.R.L. Foggia Puglia PANCRAZIO S.P.A. Salerno Campania FEGER DI GERARDO FERRAIOLI - S.P.A. Salerno Campania F.P.D. S.R.L. Salerno Campania MURANO S.P.A. Napoli Campania SANTELLA SRL Napoli Campania ALFRUS S.R.L. Bari Puglia DI LEO NOBILE - S.P.A. INDUSTRIA CONSERVE ALIMENTARI Salerno Campania D & D ITALIA S.P.A. Napoli Campania FRATELLI LONGOBARDI - S.R.L. Salerno Campania IND. DOLCIARIA ALIMENT. VESUVIANA I.D.A.V. S.P.A. Napoli Campania PERANO ENRICO & FIGLI - S.P.A. Salerno Campania LA REGINA DI SAN MARZANO DI ANTONIO ROMANO S.P.A. Salerno Campania CANNONE INDUSTRIE ALIMENTARI GLI ANTIPASTI S.P.A. Foggia Puglia CONSERVE ALIMENTARI FUTURAGRI S.P.A. Foggia Puglia GIOIA SUCCHI S.R.L. Reggio di Calabria INGINO S.P.A. Avellino Campania ALFONSO SELLITTO - S.P.A. Calabria Salerno Campania CENTRO ESPORTAZIONI CONSERVATI - S.R.L. Salerno Campania INCAL - AGRICOLA - S.R.L. Reggio di Calabria CIAVOLINO DANIELE & FIGLI ROMA S.R.L. Napoli Campania ELVEA S.P.A. Calabria Salerno Campania ITALIAN FOOD - S.P.A. Salerno Campania POMILIA SPA Salerno Campania ALFANO F.LLI - S.R.L. Salerno Campania ITALCARCIOFI S.R.L. Barletta- Puglia SICA - S.R.L. Salerno Campania AGRUMARIA REGGINA - S.R.L. Reggio Andria- di Calabria EUGEA MEDITERRANEA S.P.A. Potenza Basilicata NOLANA CONSERVE S.R.L. Calabria Salerno Campania COPPOLA - S.P.A. Salerno Campania RODOC - S.R.L. Salerno Campania AMBROSIO - S.R.L. Napoli Campania CONDITALIA S.P.A. Salerno Campania IN.T.E.R. FRUTTA DI ANTONIO FATANO & C. S.P.A. Lecce Puglia ERNESTO MONTANARO SPA Napoli Campania MITICA FOOD S.R.L. Potenza Basilicata GRAZIELLA S.P.A. Salerno Campania NOVA FRUTTA - S.R.L. Salerno Campania LA REINESE S.R.L. Benevento Campania IND. MERIDIONALE CONSERVE ALIMENTARI (I.M.C.A.) S.P.A. Salerno Campania COMMERCIALE EXPORT S.R.L. Salerno Campania COMPAGNIA MERCANTILE D'OLTREMARE - S.R.L. Salerno Campania FRATELLI D'ACUNZI - S.R.L. Salerno Campania INGINO RAFFAELE S.R.L. Avellino Campania SALVATI MARIO & C. - S.P.A. Salerno Campania DOMENICO DE LUCIA S.P.A. Caserta Campania EUROLIVE S.R.L. Lecce Puglia GRUPPO ALIMENTARE CASTELLANO S.P.A. Foggia Puglia Fonte : elaborazioni UBI Banca su dati AIDA Bureau van Dijk

13 L analisi della creazione di valore Le previsioni economiche-finanziarie Impresa Standard e Impresa Aggregato 13

14 Definizione di Impresa Standard Per il cluster di imprese selezionate è stata elaborata l impresa standard, cioè l impresa i cui valori corrispondono alla media semplice dei dati di bilancio delle imprese selezionate. In altri termini, i valori dell impresa standard rappresentano la media dei dati di bilancio delle imprese del cluster non ponderata per i ricavi delle stesse imprese. Pertanto i valori dell impresa standard non sono condizionati da quelli delle imprese con fatturati elevati. L impresa aggregato è quella che si ottiene sommando i dati di bilancio delle imprese del cluster selezionato. 14 Fonte: UBI Banca

15 Ricavi: tassi di crescita Impresa Standard vs Impresa Somma Ricavi (Tasso di variazione annuo) 16,0% 14,0% 12,0% Tasso di variazione annuo 10,0% 8,0% 6,0% 4,0% 2,0% 0,0% -2,0% Impresa Standard Impresa Aggregato Tasso di variazione annuo (%) Impresa Standard 0,4% 4,3% 7,5% 6,2% Impresa Aggregato -0,8% 6,0% 13,8% 7,7% 15

16 Margine EBITDA (= margine operativo lordo/ricavi) e margine EBIT (= risultato operativo/ricavi) Impresa Standard vs Impresa Somma Margine EBITDA Margine EBIT 8,0% 5,0% 4,8% in % dei ricavi 7,5% 7,0% in % dei ricavi 4,6% 4,4% 4,2% 6,5% 4,0% 3,8% 6,0% 3,6% 5,5% 3,4% 3,2% 5,0% 3,0% Impresa Standard Impresa Aggregato Impresa Standard Impresa Aggregato Margine EBITDA (in % dei ricavi) Impresa Standard 4,2% 3,9% 4,3% 4,3% Impresa Aggregato 4,7% 3,3% 4,0% 3,9% Margine EBIT (in % dei ricavi) Impresa Standard 4,2% 3,9% 4,3% 4,3% Impresa Aggregato 4,7% 3,3% 4,0% 3,9% 16

17 Analisi della creazione di valore Le previsioni economiche-finanziarie per l impresa standard del cluster SCENARIO BASE 17

18 Ricavi: tassi di crescita impresa standard SCENARIO BASE Ricavi (Tasso di variazione annuo) 8,0% 7,0% 6,0% Previsione Tasso di variazione annuo 5,0% 4,0% 3,0% 2,0% 1,0% 0,0% F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F Ricavi 2014F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F Tasso annuo di variazione (%) 4,3% 4,0% 2,5% 2,5% 2,5% 2,5% Valore assoluto (migliaia di euro)

19 Margine EBITDA (= margine operativo lordo/ricavi) e margine EBIT (= risultato operativo netto/ricavi) impresa standard SCENARIO BASE Margine EBITDA Margine EBIT in % dei ricavi 8,2% 8,0% 7,8% Previsione in % dei ricavi 6,0% 5,5% 5,0% Previsione 7,6% 4,5% 7,4% 4,0% 7,2% 3,5% 7,0% 3,0% F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F Margine EBITDA (in % dei ricavi) 2014F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F Impresa Standard 7,8% 7,7% 7,6% 8,1% 8,0% 7,9% Margine EBIT (in % dei ricavi) 2014F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F Impresa Standard 5,2% 5,2% 5,1% 5,6% 5,5% 5,5% 19

20 Attivo Fisso e Capitale Circolante Operativo Netto in percentuale dei ricavi impresa standard SCENARIO BASE Attivo Fisso in percentuale dei ricavi Capitale Circolante Operativo Netto in percentuale dei ricavi 40,0% 39,5% 39,0% 38,5% 31,0% 29,0% 27,0% Previsione 38,0% 25,0% in % dei ricavi 37,5% 37,0% 36,5% 36,0% Previsione in % dei ricavi 23,0% 21,0% 19,0% 35,5% 17,0% 35,0% 15,0% F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F Attivo fisso (in % dei ricavi) 2014F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F Impresa Standard 38,9% 38,8% 38,8% 38,7% 38,6% 38,5% CCO netto (in % dei ricavi) 2014F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F Impresa Standard 24,8% 25,1% 25,1% 25,0% 25,1% 25,1% *L attivo fisso e il CCO netto in rapporto ai ricavi sono calcolati come rapporto tra il valore dell attivo fisso e del CCO netto al tempo t-1 e i ricavi al tempo t. 20

21 Debito netto/ebitda e Leva finanziaria impresa standard SCENARIO BASE Debito netto/ebitda Debito netto/patrimonio netto 5,0 Previsione 1,4 1,2 Previsione Debito netto/ebitda 4,0 3,0 Leva finanziaria 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 2,0 0, F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F Debito netto/ebitda 2014F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F Impresa Standard 3,67 3,55 3,48 3,18 3,12 3,08 Debito netto/patrimonio netto 2014F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F Impresa Standard 0,85 0,79 0,75 0,70 0,67 0,65 21

22 La questione del valore Cos è il valore Capitale Investito Ritorno sul Capitale Investito (ROI) Tasso di Costo del Capitale Investito (WACC) L IMPRESA DISTRUGGE VALORE Il ROI è inferiore al Tasso di Costo del Capitale Investito Il ROI è superiore al Tasso di Costo del Capitale Investito L IMPRESA CREA VALORE Immobilizzazioni Nette Capitale Investito 22

23 La questione del valore Il Ritorno sul Capitale Investito (ROI) Capitale Investito Ritorno sul Capitale Investito (ROI) Tasso di Costo del Capitale Investito (WACC) L IMPRESA DISTRUGGE VALORE Il ROI è inferiore al Tasso di Costo del Capitale Investito Il ROI è superiore al Tasso di Costo del Capitale Investito L IMPRESA CREA VALORE Immobilizzazioni Nette Capitale Investito 23

24 La questione del valore Il Ritorno sul Capitale Investito Profitto economico Profitto economico Fatturato Profitto economico Fatturato ROI Capitale Investito Netto Capitale Investito Netto Fatturato Capitale Investito Netto Fatturato Margine di profitto economico Rotazione del capitale 24

25 Il cluster delle conserve impresa standard Il ritorno sul capitale investito - ROI SCENARIO BASE 0,04 0,04 0,03 0,03 Margine di profitto economico 3,12%3,10%3,07% 3,38% 3,35%3,32% 2,66% 2,73%2,68% 2,43% 0,02 0,02 0,01 0,01 Previsione 6,00% 5,00% Ritorno sul Capitale (ROI) 5,25% 5,18% 5,16% 4,85% 4,36% 4,46% 4,56% 5,71% 5,67% 5,64% 0, F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F 4,00% 1,85 1,80 1,82 1,79 Rotazione del Capitale Previsione 3,00% 2,00% 1,00% Previsione 1,75 1,70 1,70 1,68 1,67 1,68 1,69 1,69 1,70 0,00% F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F 1,65 1,60 1,55 1,50 1,63 Immobilizzazioni Nette F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F Nello scenario base il margine di profitto aumenta gradualmente mentre la rotazione del capitale investito rimane stabile intorno a 1,7 volte. Grazie al primo fattore il ROI sale fino a raggiungere Capitale Investito un livello prossimo al 6% negli anni di previsione

26 La questione del valore Il Tasso di Costo del Capitale Investito (WACC) Capitale Investito Ritorno sul Capitale Investito (ROI) Tasso di Costo del Capitale Investito (WACC) L IMPRESA DISTRUGGE VALORE Il ROI è inferiore al Tasso di Costo del Capitale Investito Il ROI è superiore al Tasso di Costo del Capitale Investito L IMPRESA CREA VALORE Immobilizzazioni Nette Capitale Investito 26

27 La questione del valore Il Tasso di Costo Medio Ponderato del Capitale Investito (WACC) Tasso di costo medio ponderato del capitale investito Patrimonio Debito Tasso di costo del patrimonio Tasso di costo del debito Tasso di costo del capitale investito Tasso di costo del patrimonio ponderato per la quota del capitale investito finanziata dal patrimonio dei soci + Tasso di costo del debito ponderato per la quota del capitale investito finanziata dal debito Immobilizzazioni Nette Capitale Investito 27

28 La questione del valore Le componenti del Tasso di Costo del Capitale Investito Costo del patrimonio Rendimento titoli di Stato Costo del debito Tasso d interesse Premio per il rischio d impresa Premio per il rischio di credito 28

29 Il cluster delle conserve impresa standard Stima del Tasso del Costo Medio Ponderato del Capitale Investito Costo del Patrimonio Tasso Risk Free 3,50% Beta 1,16 Premio per il Rischio di Impresa 4,50% Costo del Patrimonio 8,72% Il tasso risk-free è pari al 3,5%. Riguardo il Beta, recenti studi econometrici hanno stimato il Beta del settore della produzione di generi alimentari confezionati in Europa pari a 0,73. Costo del Debito Tasso Risk Free 3,50% Premio per il Rischio di Credito 1,50% (1-Tax Rate) 70,00% Costo del Debito 3,50% Il beta è stato rettificato per tenere conto della leva finanziaria. Il premio per il rischio di mercato è stato assunto pari a 4,5% secondo quanto stabilito da recenti studi econometrici. Il premio per il rischio di credito è pari all 1,5%. Struttura del Capitale - [Pesi Calcolo] Debito Netto/(Equity+Debito Netto) 47,60% Equity/(Equity+Debito Netto) 52,29% Leva Finanziaria (D/E) 0,91 Tasso di Costo Ponderato del Capitale Investito Costo Medio Ponderato del Capitale Investito 6,23% = [DN / (DN + PN)] * k DN + [PN / (DN + PN)] *k PN 29

30 Il cluster delle conserve impresa standard Il valore economico aggiunto SCENARIO BASE F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F ROI 1,32% 4,85% 4,36% 4,46% 4,56% 5,25% 5,18% 5,16% 5,71% 5,67% 5,64% Costo Medio Ponderato del Capitale Investito 6,23% 6,23% 6,23% 6,23% 6,23% 6,23% 6,23% 6,23% 6,23% 6,23% 6,23% Differenziale fra ROI e Costo del Capitale -4,91% -1,38% -1,87% -1,77% -1,67% -0,98% -1,05% -1,07% -0,52% -0,56% -0,59% Capitale Investito Iniziale (migliaia di Euro) EVA - Valore Economico Aggiunto - (migliaia di Euro)

31 Il cluster delle conserve impresa standard Il confronto fra Ritorno sul Capitale Investito e Costo del Capitale Investito SCENARIO BASE Valore economico aggiunto/distrutto Valore economico aggiunto/distrutto 7,00% 0 6,00% -20 5,00% -40 4,00% ,00% 2,00% Previsione ,00% Previsione 0,00% F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F ROI Costo Medio Ponderato del Capitale Investito (WACC) F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F ROI Costo medio - ponderato del = Capitale Investito Spread del valore economico Spread del Valore Economico X Capitale Investito = Valore Economico aggiunto/ distrutto Il ROI è inferiore al Tasso di Costo del Capitale Investito ma il gap tende a chiudersi nel corso del periodo di previsione Il cluster distrugge valore ma al termine del periodo di previsione il valore distrutto è molto contenuto 31

32 La questione del valore Perché il cluster non crea valore? Il ROI è sotto il Tasso di Costo del Capitale Investito Perché il margine di profitto economico è basso? Perché la rotazione del capitale investito è bassa? Perché entrambi i fattori sono bassi? 32

33 Il cluster delle conserve impresa standard Valore Aggiunto Lordo, Valore Aggiunto Netto e Margine di Profitto Economico SCENARIO BASE 18,0% 16,0% 14,0% in % dei ricavi 12,0% 10,0% 8,0% Previsione 6,0% 4,0% 2,0% 0,0% F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F Valore Aggiunto Lordo Valore Aggiunto Netto Margine di profitto economico Il ROI è penalizzato dal margine di profitto. Questo, a sua volta, è condizionato dal fatto che il valore aggiunto sia lordo che netto risultano bassi in rapporto al fatturato. 33

34 La questione del valore Un problema per l intera industria alimentare italiana F 2015F 2016F 2017F 2018F Ricavi delle Vendite e Prestazioni Var. Rimanenze Prodotti e Semilavorati Altri Ricavi e Proventi Operativi Altri Proventi (Oneri) Non Ricorrenti Netti Altri Proventi (Oneri) Non Operativi Netti Valore della Produzione Consumi di Materie Prime Costi per Servizi Costi Ricerca e Sviluppo Altri Costi Accantonamenti e Svalutazioni Valore Aggiunto Lordo Ammortamenti VALORE AGGIUNTO NETTO Valore Aggiunto Netto in % dei Ricavi 13,50% 13,12% 11,92% 11,97% 11,78% 12,20% 12,50% 12,57% 12,60% 12,63% VALORE AGGIUNTO NETTO Costi del Lavoro Imposte sul Reddito Operativo Aggiustamenti e Rettifiche Profitto economico Margine di profitto economico (%) 2,77% 2,46% 2,03% 1,93% 1,92% 2,08% 2,28% 2,33% 2,35% 2,37% Capitale Investito Iniziale Rotazione del Capitale Investito 2,07 2,14 2,21 2,13 2,18 2,18 2,20 2,21 2,22 2,24 ROI 5,74% 5,28% 4,49% 4,12% 4,19% 4,53% 5,01% 5,16% 5,23% 5,30% 34 Fonte : elaborazioni UBI Banca

35 La questione del valore Quota di spettanza dell industria alimentare del valore aggiunto pagato dal consumatore finale ,3 10,7 6,1 24,2 15,2 16, ,7 10,3 5,1 24,1 15,8 16,5 19, Fatto 100 il valore aggiunto pagato dal consumatore finale, nel 2011 la quota di spettanza delle imprese alimentari è stata pari al 10,3% del totale rispetto al 10,7% calcolato nel Prodotti esteri destinati al consumo VA prodotti alimentari trasformati VA prodotti agricoli VA trasporto e commercio VA altri settori Import di beni intermedi Imposte 35 Fonte : elaborazioni UBI Banca su dati Istat e Ismea

36 La questione del valore Il margine di profitto dell industria alimentare italiana Industria alimentare ,3 5,3 2,9 3,0 2,4 2,0 10,6 10,3 Agricoltura ,9 3,1 1,1 6, ,6 2,7 0,7 5,0 Commercio e trasporto ,3 10,6 3,1 3,3 10,9 10,2 24,3 24, ,7 2,7 6,8 15,2 Altri settori ,1 2,8 6,8 15, Salari Ammortamenti Profitto economico Nel 2011 il profitto economico dell industria alimentare italiana è stato pari al 2% del valore aggiunto complessivamente realizzato dall intera filiera agroalimentare. 36 Fonte : elaborazioni UBI Banca

37 La questione del valore Perché il margine di profitto dell industria alimentare italiana è insufficiente per creare valore economico? Debole potere negoziale La causa principale della scarso margine di profitto delle imprese alimentari italiane sta nel debole potere negoziale che esse hanno nei confronti degli altri attori della filiera, in particolare nei riguardi di coloro che agiscono nel campo dello stoccaggio e della commercializzazione dei prodotti, sia all ingrosso che al dettaglio. Dimensione d impresa ridotta Questo scarso potere negoziale, a sua volta, deriva principalmente dalla dimensione generalmente ridotta delle imprese Tuttavia è dimostrabile che, se le imprese alimentari del cluster selezionato fossero in grado di aumentare anche di poco il loro mark-up, le imprese conserviere del Sud Italia sarebbero in grado di creare valore economico. 37

38 Analisi della creazione di valore Le previsioni economiche-finanziarie del cluster SCENARIO MIGLIORE: aumento del mark-up 38

39 Scenario migliore SCENARIO MIGLIORE Rispetto allo Scenario Base si ipotizza un aumento del prezzo medio di vendita senza nessun incremento sul lato dei costi. L aumento di prezzo corrisponde quindi esclusivamente ad un incremento del mark-up. Rispetto allo scenario base, si ipotizza che il mark-up venga accresciuto dello 0,5% nel 2015 e dello 0,5% nel L aumento cumulato del mark-up risulta pertanto pari al 1,0% nell arco dei cinque anni dal 2015 al Pertanto nel 2019 il fatturato dell impresa standard di ciascun cluster risulta dell 1% superiore rispetto allo scenario base. La finalità è simulare gli impatti sulla creazione di valore del cluster derivanti dall aumento del mark-up. 39

40 Ricavi: tassi di crescita impresa standard SCENARIO MIGLIORE Ricavi (Tasso di variazione annuo) 8,0% 7,0% 6,0% Previsione Tasso di variazione annuo 5,0% 4,0% 3,0% 2,0% 1,0% 0,0% F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F Ricavi 2014F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F Tasso annuo di variazione (%) 4,3% 5,0% 3,0% 2,5% 2,5% 2,5% Valore assoluto (migliaia di euro) ,5% +0,5% Rispetto alle previsioni sul tasso di crescita dei ricavi nello scenario base 40

41 Margine EBITDA (= margine operativo lordo/ricavi) e margine EBIT (= risultato operativo/ricavi) impresa standard SCENARIO MIGLIORE Margine EBITDA Margine EBIT 9,5% Previsione 7,0% 6,5% Previsione 9,0% 6,0% in % dei ricavi 8,5% 8,0% in % dei ricavi 5,5% 5,0% 4,5% 7,5% 4,0% 3,5% 7,0% 3,0% F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F caso base caso migliore caso base caso migliore Margine EBITDA (in % dei ricavi) 2014F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F caso migliore 7,8% 8,1% 8,5% 8,9% 8,9% 8,8% caso base 7,8% 7,7% 7,6% 8,1% 8,0% 7,9% Margine EBIT (in % dei ricavi) 2014F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F caso migliore 5,2% 5,6% 6,0% 6,5% 6,4% 6,4% caso base 5,2% 5,2% 5,1% 5,6% 5,5% 5,5% 41

42 Il cluster delle conserve impresa standard Valore Aggiunto Lordo, Valore Aggiunto Netto e Margine di profitto economico SCENARIO MIGLIORE 18,0% 16,0% 14,0% in % dei ricavi 12,0% 10,0% 8,0% Previsione 6,0% 4,0% 2,0% 0,0% F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F Valore Aggiunto Lordo - scenario base Valore Aggiunto Lordo - scenario migliore Valore Aggiunto Netto - scenario base Valore Aggiunto Netto - scenario migliore Margine di profitto economico - scenario base Margine di profitto economico - scenario migliore 42

43 Il cluster delle conserve impresa standard Il ritorno sul capitale investito - ROI SCENARIO MIGLIORE Margine di profitto economico 4,5% 4,0% 3,5% 3,0% caso base 3,96% 3,94% 3,91% caso migliore 3,12% 3,39%3,66% 2,66% 2,73%2,68% 2,43% 2,5% 2,0% 1,5% 1,0% 0,5% 0,0% Previsione F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F 8,00% 7,00% 6,00% 5,00% Ritorno sul Capitale (ROI) caso base 6,69% 6,66%6,63% caso migliore 5,25% 5,69%6,18% 4,85% 4,36% 4,46%4,56% 4,00% 1,85 1,80 1,82 1,79 Rotazione del Capitale caso base caso migliore 3,00% 2,00% 1,00% Previsione 1,75 1,70 1,70 1,68 1,68 1,69 1,69 1,69 1,70 0,00% F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F 1,65 1,63 Nello scenario migliore l incremento del margine di 1,60 1,55 1,50 Previsione Immobilizzazioni Nette F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F profitto porta il ROI ad aumentare nel 2019 di un punto percentuale rispetto allo scenario base. 43

44 Il cluster delle conserve impresa standard Il valore economico aggiunto SCENARIO MIGLIORE F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F ROI 1,32% 4,85% 4,36% 4,46% 4,56% 5,25% 5,69% 6,18% 6,69% 6,66% 6,63% Costo Medio Ponderato del Capitale Investito 6,23% 6,23% 6,23% 6,23% 6,23% 6,23% 6,23% 6,23% 6,23% 6,23% 6,23% Differenziale fra ROI e Costo del Capitale -4,91% -1,38% -1,87% -1,77% -1,67% -0,98% -0,54% -0,05% 0,46% 0,43% 0,40% Capitale Investito Iniziale (migliaia di Euro) EVA - Valore Economico Aggiunto - (migliaia di Euro)

45 Il cluster delle conserve impresa standard Il confronto fra Ritorno e Costo del Capitale Investito SCENARIO MIGLIORE Valore economico aggiunto/distrutto Valore economico aggiunto/distrutto 8,00% 100 7,00% 50 Previsione ,00% 5,00% 0-5 4,00% ,00% 2,00% Previsione ,00% ,00% F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F ROI Costo Medio Ponderato del Capitale Investito (WACC) F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F ROI Costo medio - ponderato del = Capitale Investito Spread del valore economico Spread del Valore Economico X Capitale Investito = Valore Economico aggiunto/ distrutto Il ROI raggiunge il tasso di costo del capitale investito nell anno di previsione 2016 e poi lo supera Il cluster crea valore economico nel periodo

46 La questione del valore La creazione di valore e il valore dell impresa 1 ROI > Tasso di Costo del Capitale Investito Il profitto economico generato dall impresa per remunerare il capitale investito supera il costo dello stesso capitale investito. L impresa crea valore economico Il valore economico creato si aggiunge al valore del capitale investito per definire il valore dell impresa Debito netto Patrimonio netto Capitale Investito Valore economico aggiunto Valore finale dell impresa 46

47 La questione del valore La distruzione di valore e il valore dell impresa 2 ROI < Tasso di Costo del Capitale Investito Il profitto economico generato dall impresa per remunerare il capitale investito è minore del costo dello stesso capitale investito. L impresa distrugge valore economico Il valore economico creato si sottrae al valore del capitale investito per definire il valore dell impresa Debito netto Patrimonio netto Capitale Investito Valore economico distrutto Valore finale dell impresa 47

48 Valore dell impresa standard SCENARIO MIGLIORE Dati in Migliaia di Valore dell'impresa e del Patrimonio Netto

49 Il valore dell impresa standard - multipli valutativi SCENARIO MIGLIORE FAIR VALUE MULTIPLES 2014F 2015F 2016F 2017F 2018F 2019F Valore stimato dell'impresa/ricavi (EV/Sales) 0,67 0,64 0,61 0,59 0,56 0,53 Valore stimato dell'impresa/ebitda (EV/EBITDA) 8,68 7,93 7,21 6,54 6,26 5,98 Valore stimato dell'impresa/ebit (EV/EBIT) 12,94 11,52 10,21 9,05 8,65 8,25 Valore stimato dell'impresa/profitto Economico (EV/Profitto Economico) 21,58 19,05 16,78 14,77 14,12 13,48 Valore stimato dell'impresa/capitale Investito (EV/CI) 1,08 1,04 0,99 0,94 0,89 0,85 Valore stimato del patrimonio/ricavi (P/Sales) 0,39 0,37 0,36 0,34 0,32 0,30 Valore stimato del patrimonio/ebit (P/EBIT) 7,48 6,66 5,90 5,23 5,00 4,77 Valore stimato del patrimonio/utile Netto (P/E) 15,37 13,82 12,15 10,68 10,25 9,78 Valore stimato del patrimonio/valore contabile del patrimonio (P/BV) 1,16 1,07 0,98 0,90 0,83 0,76 49

50 La questione del valore nel quadro delle relazioni economiche di filiera 50

51 La questione del valore I contratti di fornitura Come si può accrescere la quota di valore aggiunto prodotta dalla filiera agroalimentare di spettanza da un lato delle imprese agricole e dall altro di quelle della trasformazione alimentare? La risposta, almeno in parte, consiste nel creare un rapporto di fornitura quanto più diretto possibile fra l impresa agricola e quella di trasformazione, limitando quindi il ruolo svolto dagli intermediari lungo il tratto iniziale della catena del valore A tal proposito negli ultimi anni si sono moltiplicati i contratti di fornitura fra produttori di materie prime agricole e trasformatori alimentari. 51

52 Quali sono i vantaggi del contratto di fornitura? Maggiore reddito grazie al prezzo più sicuro Per l impresa agricola Maggiore reddito grazie alla qualità del prodotto Maggiore sicurezza del reddito (meno rischi di fluttuazione) Miglioramento della tecnica colturale grazie all assistenza Maggiore sicurezza di continuità degli approvvigionamenti Per l impresa della trasformazione alimentare Riduzione del costo di trasporto della materia prima Maggiore qualità della materia prima Maggiore quantità di prodotto italiano per il made in Italy Maggiore tracciabilità delle forniture Maggiore stabilità dei prezzi della materia prima 52

53 Contratti di fornitura L esempio del pomodoro Contratto Quadro Area Nord Italia Pomodoro 12 Organizzazioni di Produttori AIIPA Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari UnionAlimentari Confapindustria Emilia- Romagna 53

54 Contratti di fornitura L esempio del frumento duro De Matteis Grano Armando Puglia, Campania circa 1000 aziende agricole coinvolte Barilla Granoduro.net Marche circa 2000 aziende agricole coinvolte Pasta Zara Furio Camillo Marche circa 300 aziende agricole coinvolte Granoro Dedicato Puglia circa 20 aziende agricole coinvolte Barilla, De Cecco, Divella SIGRAD Toscana, Marche, Puglia circa 15 aziende agricole coinvolte 54

55 Gli ostacoli alla diffusione dei contratti di fornitura Quanto sono rilevanti le cause della scarsa diffusione dei contratti di fornitura in Italia nel settore del grano duro? (valutazione da 0 a 5) Preferenza degli stoccatori verso la speculazione, anziché verso l'efficienza Mancanza di regole chiare e trasparenti per tutti gli attori Strutture produttive agricole e di trasformazione troppo frammentate Individualismo e scarsa fiducia nella collaborazione da parte dei produttori agricoli troppo legati al sostegno pubblico e poco orientati al mercato Scarse premialità previste per la qualità del prodotto 4,2 4,0 4,0 3,8 3,7 Scarsa lungimiranza di molte industrie pastarie 3,7 Scarsa professionalità di molti operatori (produttori agricoli e stoccatori) Insufficienza delle strutture di stoccaggio oggi esistenti Eccessivi costi di produzione agricoli per rispettare i disciplinari 3,0 3,7 3,4 Disinteresse generale per la questione 2,8 55 Fonte: AgriRegioniEuropa - 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5

56 Conclusioni Nella situazione corrente il margine di profitto delle imprese del settore delle conserve nel Sud Italia non creano valore economico a causa degli insufficienti margini di profitto. Questo risultato rispecchia la situazione nazionale in cui le imprese della trasformazione alimentare sono penalizzate dal fatto che ottengono una quota molto ridotta del valore aggiunto complessivamente realizzato dall intera filiera agroalimentare. Ciò è dovuto in gran parte allo scarso potere negoziale rispetto agli altri attori della filiera, in particolare rispetto a coloro che operano nell area dello stoccaggio e della commercializzazione dei prodotti sia all ingrosso che al dettaglio. La debolezza negoziale a sua volta è dovuta principalmente alle dimensioni d impresa, generalmente piccole. Tuttavia basterebbe ampliare di poco il mark-up delle imprese del cluster per passare dalla distruzione alla creazione di valore, con effetti positivi sul valore delle stesse imprese. Per raggiungere questo obbiettivo, una strada consiste nell ampliare l uso dei contratti di fornitura con benefici sia per le aziende agricole che per le imprese della trasformazione alimentare. 56

57 Grazie per l attenzione 57

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