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1 UD) A.N.D.O.S. - ONLUS Associazione Nazionale Donne Operate al Seno Comitato di UDINE 1 A.N.D.O.S. Via Magenta, Udine (UD) Tel Fax andos.new.ud@alice.it Orario: lunedì, giovedì ; martedì DI NUOVO... DI NUOVO... ANNO III n 1 I TRIMESTRE 2011 PERIODICO DELL A.N.D.O.S. - ONLUS DI UDINE A.N.D.O.S. Via Magenta, Udine (UD) Tel Fax andos.new.ud@alice.it Orario: lunedì, giovedì ; martedì ANNO II n 4 IV TRIMESTRE 2010 PERIODICO DELL A.N.D.O.S. - ONLUS DI UDINE DI NUOVO... Andrea Cignolini

2 SOMMARIO DI NUOVO... Copertina Editoriale Di Nuovo di Andrea Cignolini Opera realizzata esclusivamente per l A.N.D.O.S. Udine dal pittore Andrea Cignolini Di Nuovo, contiamo su di Voi Introduzione a cura del Presidente A.N.D.O.S. Udine Mariangela Fantin e del Direttore Responsabile Monica Lavarone 4 L A.N.D.O.S. di Udine Le nuove sfide dell A.N.D.O.S. 6 Le ultime novità in materia di screening mammografico Il punto della situazione nell aggiornamento della Dott.ssa Arnalda Carbone, radiologa presso l Azienda Ospedaliero Universitaria S. Maria della Misericordia di Udine 8 Il ruolo delle donne nelle istituzioni Approfondimento a cura di Annamaria Menosso, Vice Presidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia M. Fantin M. Lavarone 10 Teresa Covaceuszach: il sapore dei confini Capitolo tratto dal libro Donne di profilo della giornalista Elisabetta Pozzetto 12 Mi racconto La forza della fede 13 Robis di vuê Io e Luca, racconto di Michele Ambrosio - Comini 14 Salvadanaio La storia del Prosecco. Ce ne parla l enologo Marco Lorenzonetto, consigliere del Consorzio Doc Prosecco e titolare dell omonima cantina di Latisana, dal 1990 produttrice del rinomato vino. 16 Voglia di relax, una risposta a pochi passi da casa Terme Olimia 18 Il mondo in continuo divenire della pittrice Loris Braida Schmitt 20 Ape non solo miele! L ape nell arte antica A cura di Renzo Barbattini, Professore Associato nel Settore Entomologico del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell Università di Udine 23 La Vostra pagina Lo spazio dedicato ai Di Nuovo lettori ANNO 3 - NUMERO 1 1 TRIMESTRE 2011 PERIODICO DELL A.N.D.O.S. ONLUS DI UDINE VIA MAGENTA, UDINE TEL./FAX 0432/ andos.new.ud@alice.it REGISTRAZIONE DEL TRIBUNALE DI UDINE N. 18 DEL 10/10/2008 DIRETTORE RESPONSABILE: MONICA LAVARONE RESPONSABILE DI REDAZIONE: MARIANGELA FANTIN STAMPA: GRAFICHE FILACORDA - VIALE PALMANOVA 468/ UDINE Ai sensi della legge 196/2003 l Editore garantisce la massima riservatezza nell utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico e/o di comunicazioni promozionali. Ai sensi degli artt.7 e 10 ai suddetti destinatari è data facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta a: A.N.D.O.S. ONLUS DI UDINE VIA MAGENTA, UDINE, luogo di custodia della banca dati medesima. Responsabile del trattamento dati: MARIANGELA FANTIN.

3 Di Nuovo, contiamo su di Voi Introduzione a cura del Presidente A.N.D.O.S. Udine Mariangela Fantin e del Direttore Responsabile Monica Lavarone Con immensa soddisfazione salutiamo il nuovo anno di vita della nostra rivista Di Nuovo. Il giornalino non conosce battute d arresto. A quanto pare suscita un avvincente richiamo tra le nostre socie, sempre pronte a proporre suggerimenti, indicazioni e spunti alternativi: dalla scelta della copertina di ogni numero ai contenuti dell interno. Un riscontro favorevole sembra provenire anche dalle istituzioni, diversi rappresentanti del mondo politico locale già nelle precedenti edizioni hanno scritto per noi e una certa manifestazione d interesse è stata palesata anche per il Segnali di gradimento giungono allo stesso modo dall ambito socio-sanitario e medico. Da vari indicatori siamo consapevoli che il nostro periodico viene letto o quanto meno sfogliato occasionalmente pure al di fuori dei tradizionali circuiti di distribuzione (ambulatori medici, farmacie, università, ospedale, ). Tra i nostri obiettivi di breve orizzonte c è proprio quello di inserire definitivamente la rivista sul nostro sito non appena quest ultimo sarà operativo. In tal modo saremo più vicine alla collettività a beneficio dell interazione e del confronto critico e costruttivo. Nel corso del 2011, Anno Europeo dedicato al Volontariato, la nostra associazione spera di realizzare un paio di sogni per ora riposti nel cassetto. Come dire vorremmo che le nostre rondinelle riuscissero a prendere il volo In primis la creazione di una rete di coordinamento nel territorio udinese tra tutte le associazioni oncologiche, i distretti sanitari e i medici di base. Questo network dovrebbe mettere a disposizione degli utenti e dei loro familiari uno sportello informativo, dei centri di ascolto e dei gruppi di mutuo aiuto. La nostra sezione A.N.D.O.S. è inoltre fortemente motivata a finanziare un importante investimento per l avvenire delle donne colpite dal tumore al seno. Nella nostra regione l incidenza della patologia si attesta intorno al valore di un ammalata ogni 8-10 donne. Ecco perché quanto prima vorremmo raccogliere i fondi necessari per attivare una borsa di studio che permetta ad un/a giovane chirurgo/a, specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva, di dedicarsi alla ricerca presso la struttura del Dipartimento di Chirurgia Specialistica dell Azienda Ospedaliero Universitaria S. Maria della Misericordia di Udine. Nel ringraziare quante/i a vario titolo hanno permesso al nostro trimestrale d informazione di continuare ad esistere una menzione speciale all artista Andrea Cignolini, autore delle copertine del 2010 di Di Nuovo, nella speranza che prosegua il rapporto di collaborazione instaurato. Con estrema trasparenza e sincerità Vi lanciamo il nostro solito SOS di aiuto confidando che un salvagente gonfio di consigli, risorse umane e sostegni, anche economici, possa approdare alla nostra spiaggia in tempi brevi. Mariangela Fantin Monica Lavarone 3

4 L A.N.D.O.S. di Udine Le nuove sfide dell A.N.D.O.S. Il 2011 sta scorrendo via come un fiume in piena, carico di progetti ed iniziative da portare a compimento. Con gioia constato che l entusiasmo e la partecipazione di Voi socie alla vita associativa è una costante garanzia che fa ben sperare per il nostro futuro. Non è mai monotono o ripetitivo ribadire che l unione fa la forza e l A.N.D.O.S. crede più che mai sul Vostro prezioso apporto in termini di idee e di azioni concrete. ANDOS NEWS 2011 ANDOS NEWS 2011 ANDOS NEWS 2011 Sono dunque lieta di annunciarvi che presto verrà rinnovata la convenzione con il Breast Health International Onlus (BHI) per il proseguimento del progetto Fund for Living, l iniziativa sottoscritta il 7 agosto 2009 a favore delle donne non abbienti operate al seno. Sicuramente ci sarà un seguito per un altro anno alle medesime condizioni stabilite nel precedente accordo. Susan L. Schwartz, Presidente del B.H.I. Fondazione Internazionale per la Ricerca e la Cura del Cancro al Seno Onlus e Cav. Mariangela Fantin Entro marzo 2012 Udine ospiterà un prestigioso evento denominato Convegno Europa Donna Grazie alla collaborazione con Europa Donna, realtà attiva nel mondo del volontariato da anni, la nostra associazione potrà contare sugli interventi di insigni medici del BHI e dell EUSOMA (European Society of Breast Cancer Specialists), entità scientifica europea la cui mission mira alla definizione degli standard di identificazione e management del cancro al seno, favorendo un rapido trasferimento della conoscenza dai centri di ricerca agli ospedali e alle cliniche specializzate. Il parterre naturalmente accoglierà anche specialisti provenienti da altre regioni d Italia, di cui è atteso il loro importante contributo informativo. È nostra intenzione finanziare una borsa di studio a favore di un/a giovane chirurgo/a specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva almeno per tre anni. La domanda ci è pervenuta dal Dott. Mauro Schiavon, direttore del Dipartimento di Chirurgia Specialistica dell Azienda Ospedaliero Universitaria S. Maria Misericordia di Udine. È a tutti nota la sinergia pluriennale che lega l A.N.D.O.S. di Udine al team della struttura ospedaliera cittadina nel perseguimento del comune obiettivo di individuare le prestazioni più opportune rivolte a coloro che vengono colpite dal carcinoma. L esigenza nasce dalla diffi - coltà - sottolinea il Dott. Schiavon di dare risposta in tempi adeguati alle necessità ricostruttive delle donne operate al seno. Le attese per il completamento dell iter ricostruttivo sono superiori all anno e mezzo e la richiesta di collaborazione per ricostruzioni immediate da parte della Chirurgia Generale è in ulteriore aumento. È stato ampiamente documentato che la ricostruzione mammaria, [ ], porta grandi benefi ci alle donne colpite dalla malattia, riducendo signifi cativamente le sequele psicologiche, permettendo un più rapido ritorno alla vita sociale e lavorativa e, in ultima analisi, migliorando la qualità di vita. 4

5 Il Direttore Generale del S. Maria Misericordia di Udine, Dott. Carlo Favaretti, ha espresso recentemente il suo parere favorevole rispetto alla concessione di uno spazio all interno dell ospedale per la nostra sezione da condividere con altre associazioni del terzo settore. Sarà nostra premura quanto prima attivarci nell espletamento delle pratiche burocratiche relative. A suo tempo avevamo richiesto al Comune di Udine la possibilità di usufruire di un luogo dove poter svolgere attività fisica, come ginnastica o pilates. Per ora il placet è stato accordato per gli esercizi in acqua presso la piscina udinese di via Pradamano. È in ballo una vacanza nella splendida area spagnola della Valencia la penultima settimana di settembre. Chissà se riusciremo a partire Il 25 e il 26 ottobre 2011 presso il Teatro Palamostre verrà replicato in quattro appuntamenti (alle ore e alle ore 19.00) lo spettacolo La scuola delle mogli di Moliere della compagnia I Ghitti di Brescia. Una quota dei proventi incassati dall agenzia Viviteatro di Udine verrà devoluta all A.N.D.O.S. di Udine. Presidente A.N.D.O.S. Udine Cav. Mariangela Fantin Rettifiche n. 4/2010 Di Nuovo Rettifica titolo articolo: Premio Bontà 2010 (anziché 2011) Città di Udine pag. 2 + pag. 16 Rettifica didascalia articolo Premio Bontà 2010 Città di Udine N. 4 /2010 Di Nuovo pag. 17: Riconoscimento al Cav. Roberto Franz (anziché Premio Bontà 2011 alla Carnia Special Team Onlus) Dalla sezione A.N.D.O.S. di Udine per la qualità del servizio offerto un sentito ringraziamento a: Centro commerciale Panorama di Udine via Palmanova angolo via Melegnano 109 Telefono:

6 Le ultime novità in materia di screening mammografico. Il punto della situazione nell aggiornamento della Dott.ssa Arnalda Carbone, radiologa presso l Azienda Ospedaliero Universitaria S. Maria della Misericordia di Udine Il carcinoma mammario rappresenta ancora oggi il tumore più frequente nella popolazione femminile, sia per incidenza che per mortalità. La probabilità di ammalarsi aumenta progressivamente con l età e, dato il continuo invecchiamento della popolazione residente in Italia, l incidenza di questa malattia è in aumento. In Italia si verificano nuovi casi all anno e nella nostra regione i casi incidenti sono circa 1.100, di cui 550 nella fascia di età anni. L AMPIA DIFFUSIONE DELLO SCREENING MAMMOGRAFICO È STATO IL PILASTRO DELLA PREVENZIONE DEL TUMORE DELLA MAMMELLA NEI PAESI OCCIDENTALI NEGLI ULTIMI 20 ANNI. È stato ampiamente dimostrato che il programma di screening del carcinoma della mammella è molto efficace nel prevenire la malattia in fase avanzata e nel ridurne la mortalità. Infatti, negli ultimi anni nei principali paesi occidentali, Italia compresa, c è stata una riduzione della mortalità, accanto a un lieve ma costante incremento dell incidenza. Si stima che questa diminuzione della mortalità dipende per circa il 45% dall introduzione dello screening mammografico, inteso in senso lato (sia come programmi organizzati che come controlli periodici effettuati su base spontanea). Il restante 55% sembrerebbe invece dipendere dagli effetti della terapia adiuvante (chemioterapia e ormonoterapia). Molti esperti considerano lo screening mammografico come uno dei maggiori successi medici delle ultime due decadi, poiché è stato in grado di ridurre la mortalità femminile con la sola prevenzione in tutte quei paesi in cui l incidenza della malattia è molto comune. L obiettivo principale dei programmi di screening mammografico e di tutti i programmi organizzati di diagnosi precoce dei tumori della mammella è di diminuire la mortalità specifica per cancro della mammella nella popolazione invitata ad effettuare controlli periodici. Il suo uso estensivo si basa sull assunto che il tumore della mammella è una malattia progressiva e conseguentemente la determinazione anticipata della malattia e quindi un trattamento precoce permettono il miglioramento della prognosi. Grazie all anticipazione diagnostica non solo si possono ridurre i tassi di malattia diagnosticata in stadio avanzato, ma si può migliorare la qualità di vita delle pazienti, favorendo la diffusione di trattamenti di tipo conservativo. La tecnologia ha oggi permesso un miglioramento dei programmi di screening mammario, grazie all uso estensivo della mammografia digitale. L uso di tale tecnologia, infatti, ha eliminato alcuni errori diagnostici dovuti alla tecnologia precedentemente in uso oltre che permettere una riduzione della dose di radiazioni alla ghiandola mammaria del 15-25%. Essa, inoltre, ha permesso di raggiungere anche aree nelle quali la metodologia dello screening non era stata applicata, aumentando, attraverso l uso di programmi di telemedicina o di impiego sul territorio, l aumento del numero delle diagnosi. LA MAMMOGRAFIA È QUINDI LA METODICA DI RIFERIMENTO PER LA PREVENZIONE DELLA MALATTIA NEOPLASTICA DELLA MAMMELLA E OGNI DONNA DEVE ESEGUIRE TALE ESAME SICURA CHE ESSO RAPPRESENTA LA MIGLIORE MODALITÀ DI PREVEN- ZIONE. Essa non può essere sostituita da metodiche quali la TC o la RMN, che restano una metodica di 6

7 diagnosi complementare alla mammografia utilizzata nelle campagne di screening mammario. Ogni donna quindi ha la sicurezza che il suo percorso nella prevenzione e diagnosi del tumore della mammella è correttamente impostato. Per le donne giovani con mammelle radiologicamente più dense è opportuno integrare l esame mammografico effettuato a scopo preventivo con l ecografia. Alcuni autori pongono l attenzione su quelli che sono considerati degli effetti negativi dello screening mammografico come l interpretazione falso positiva, che determina un richiamo della signora per l esecuzione di ulteriori esami, l impossibilità all identificazione della malattia tra una e l altra mammografia poiché il processo neoplastico è troppo piccolo per essere determinato o, infine, una sovra diagnosi. Per altro è noto che, ad ogni modo, circa il 4% dei tumori non infiltranti della mammella scoperti con la mammografia non sono invasivi e che una donna sottoposta a screening precoce ha circa una probabilità di intercettare un tumore non invasivo 166 volte più alta rispetto ad una signora che esegue la mammografia per sospetto di malattia. Gli screening organizzati sono interventi di provata efficacia che mantengono alti livelli di qualità attraverso la valutazione continua di tutte le fasi del percorso. Per definizione il programma di screening mammografico è un percorso, non una prestazione in quanto si rivolge a donne sane e prive di sintomi, cui si deve garantire il percorso diagnostico e il trattamento necessario dei casi di tumore identificati mediante screening. PROGRAMMA REGIONALE DI SCREENING PER LA DIAGNOSI PRECOCE DEI TUMORI DELLA MAMMELLA Dal 2006 in FVG è partito il programma di screening mammografico, che si rivolge alla donne in fascia di età anni (ev. fino a 74 anni) con chiamata biennale. Viene effettuata una doppia lettura dell esame mammografico da parte di radiologi esperti ed addestrati allo screening, con eventuale giudizio da parte di un terzo radiologo nei casi discordanti, per incrementare il tasso diagnostico e ridurre quello di richiami. Gli approfondimenti diagnostici nei casi di richiamo dallo screening vengono effettuati dai medici radiologi che effettuano la lettura di screening. Il programma di screening in Friuli sta avendo dei risultati soddisfacenti in accordo con gli standard nazionali ed europei. L adesione allo screening nel 2007 era del 58,14% su una percentuale di invitate ad eseguire lo screening pari all 80,2% delle persone individuate. È necessario favorire con tutti i mezzi a disposizione l adesione informata e consapevole al programma e raggiungere le persone che accedono alla prevenzione attraverso canali diversi dallo screening organizzato. È AUSPICABILE INOLTRE ESTENDERE I PROGRAMMI DI SCREENING ALLA FASCIA DI ETÀ 70-74, VISTE LE MAGGIORI ASPETTATIVE DI VITA DELLE DONNE E DELLA CRE- SCENTE DISPONIBILITÀ DI TRATTAMENTI EFFICACI. A QUESTA FASCIA DI ETÀ LA MAMMOGRAFIA HA UNA MAGGIORE SENSIBILITÀ E LA DURATA DELLA FASE PRE-CLI- NICA È MAGGIORE, FATTO CHE AUMENTA LA POSSIBILITÀ DI DIAGNOSI ANTICIPATA. IN OGNI CASO, PER LE DONNE IN QUESTA FASCIA DI ETÀ SI RACCOMANDA DI PROSE- GUIRE I CONTROLLI. Nella fascia di età tra i 45 e i 49 anni, la legge finanziaria del 2001 garantisce l esenzione del pagamento e dovrebbe così garantire l accesso spontaneo. Bisogna tenere conto che a causa della maggiore velocità di progressione dei tumori della mammella in pre-menopausa, diventa di particolare importanza abbreviare l intervallo dello screening, portandolo a mesi. 7

8 Il ruolo delle donne nelle istituzioni. Approfondimento a cura di Annamaria Menosso, Vice Presidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia Dai dati forniti dalle organizzazioni internazionali e nazionali emerge che l Italia è un paese in cui le donne continuano a essere sottorappresentate nelle istituzioni politiche e ad avere scarse possibilità di carriera per il limitato accesso alle posizioni di potere. Perché le donne italiane sono fra le più sottorappresentate d Europa nelle stanze dei bottoni? A proposito di dati eccone alcuni molto significativi. Per il World Economic Forum l Italia, in termini di opportunità di accesso al mondo del lavoro per le donne, si classifica al 96 posto a livello mondiale. Ma ancor peggio se guardiamo a livello europeo per quanto attiene alla partecipazione delle donne al mondo del lavoro siamo al penultimo posto, dopo di noi solo Malta. In Italia sicuramente la donna è ancora fortemente legata al suo ruolo di Rag. Annamaria Menosso donna di casa con un forte impegno nel lavoro di cura e in quello domestico. C è ancora una netta separazione dei ruoli fra donna e uomo e molto spesso se ci sono dei figli la donna decide di smettere di lavorare interrompendo così la possibilità di un eventuale carriera lavorativa. Quali sono i fattori che impediscono l uguaglianza dei generi in questo senso? Scontiamo come Paese un arretratezza culturale forte in questo settore da parte dell intera società che vuole la donna dedita principalmente alla cura della casa e dei figli. Sicuramente la maternità gioca un ruolo importante nelle scelte delle donne ma non solo, anche in quelle delle imprese che preferiscono assumere personale di sesso maschile. Ruolo importante lo giocano anche le politiche sociali. La mancanza o l insufficiente presenza di supporti importanti quali asili nido, politiche di conciliazione dei tempi di lavoro e di cura, flessibilità negli orari e nei tempi di lavoro, mancanza di congedi specifici validi anche per i padri sono sole alcune delle cause che determinano la poca presenza delle donne nel mondo del lavoro, delle istituzioni. In altri paesi dove la presenza delle donne è molto più consistente queste misure sono da lungo tempo applicate. Le donne poi hanno bisogno di dimostrare sempre e comunque le proprie capacità e prima di accedere a qualsiasi posto viene richiesta un esperienza e una conoscenza che pare quasi sia necessaria solo per le donne e non per gli uomini. Infatti, quando si fa il nome di una donna per un qualsiasi posto, la prima cosa che si chiede è ma che esperienza ha ma chi la conosce ma siamo proprio sicuri altro che guardare il curriculum È, secondo me, un fattore proprio culturale quello di sollevare dubbi sulle capacità delle donne. Vediamo come le donne siano più istruite, più razionali, più concrete, più pratiche, più precise. E proprio questo non è accettato dalla maggioranza degli uomini, per loro è difficile rapportarsi con una donna. Sono talmente abituati a muoversi in ambiti prevalentemente maschili che sono imbarazzati quando i loro spazi vengono violati da una donna. Sembrerà esagerato quello che dico ma vi assicuro che molto spesso è cosi. Si nota negli atteggiamenti, nei comportamenti, nelle frasi. Come si può ridurre il gap fra uomini e donne che teoricamente occupano ruoli paritetici? Per ridurre il divario fra la presenza di donne e di uomini bisogna agire sul sistema sociale implementando i servizi, modificando gli orari, i tempi. Un esempio 8

9 banale può essere costituito dagli orari delle riunioni che non tengono conto minimamente di eventuali necessità di presenza casalinga delle donne in determinate fasce orarie, ad esempio a mezzogiorno non prevedono una durata per cui non si sa mai quando finirà, non c è dunque la possibilità di una programmazione che permetta alla donna di svolgere contemporaneamente un lavoro fuori casa, un incarico istituzionale, un lavoro casalingo. Quali sono gli zoccoli duri contro cui il mondo femminile deve imbattersi per riuscire a ritagliarsi un ruolo di rilievo nel pianeta istituzioni? Un ruolo non secondario nella mancanza di una significativa presenza femminile in particolare in politica lo svolge anche il modo di lavorare. Gli scontri, le discussioni sono normalità, bisogna faticare e sgomitare per farsi sentire, vince chi grida e sbraita di più. E allora qualcuna che si avvicina per la prima volta si demoralizza, la politica è considerata affare di uomini, e le donne la vivono ancora oggi come un qualche cosa di non adatto alle loro potenzialità. Così è difficile soprattutto nelle piccole realtà trovare persone disponibili ad iniziare una carriera politica impegnandosi nelle istituzioni. Quando poi invece arrivi a certi livelli c è il blocco del mondo maschile che non vuole lasciare liberi spazi da sempre per tradizione occupati dagli uomini. Molto spesso poi quando arrivi a certi livelli, parlo in politica, pare che alcuni posti siano comunque preclusi per argomenti. Ad esempio, le donne assessore non sono molte ma quasi sempre nel settore salute e sociale, vedere una donna sindaco, assessore all urbanistica, all edilizia è una ancora una maggiore rarità. Fotografia del ruolo delle donne nell attuale scenario istituzionale del Friuli Venezia Giulia. Se guardiamo alla nostra regione le donne in politica sono pochissime, i numeri sono duri e crudi. Pochi sindaci, pochi assessori, poche le donne complessivamente elette. Basti pensare che in consiglio regionale su 59 consiglieri solo tre sono le donne elette e parlo di tutta la nostra regione Friuli Venezia Giulia. E in giunta ci sono tre donne grazie alla legge elettorale che obbliga il presidente a nominare almeno un terzo del genere sottorappresentato: tre donne e tutte esterne, cioè non elette. Con le ultime amministrative qualche sindaco ha cercato di prestare attenzione alla parità di genere nominando assessori donne. Ma certo poca cosa rispetto ad una parità di genere da molto anelata, promossa ma solo a parole. Quando poi si tratta di mettere in pratica e dare spazio alle donne, aiutandole principalmente a farsi conoscere, a farsi apprezzare per le proprie capacità, per la propria professionalità, si cerca di oscurarle con mezzi anche molto banali se vogliamo ma molto efficaci. Basta negli incontri, in particolare quelli pubblici, non fare apparire una donna, molto spesso si vedono i tavoli dei relatori tutti rigidamente di sesso maschile. Quasi non ci fosse sulla faccia della terra una donna in grado di affrontare tutti i temi che con disinvoltura e qualche volta con superficialità i nostri amici maschi riescono ad affrontare. Prospettive e sfide future per le donne impegnate o che desiderano impegnarsi nelle istituzioni. Cosa fare Non è facile. Innanzitutto una donna per fare carriera e avere una famiglia deve avere qualcuno vicino che la aiuta e che non le fa pesare le assenze da casa, i ritardi, che la incita a tener duro nei momenti di difficoltà, quando si sente sfiduciata. Deve avere tanta forza e carattere forte, essere determinata, sicura di sé. Ma ci devono essere anche le condizioni sociali che le danno una mano. È importante esserci per riuscire a cambiare dal di dentro, con i fatti, con le azioni, facendo sentire la propria voce e se serve anche alzandola. Serve anche una nuova legge elettorale che al momento obblighi in qualche modo ad eleggere donne e non solo a metterle in lista, serve insomma una coercizione che pare assurda ma che al momento non ha alternative. La speranza è che le giovani non si scoraggino e riescano a cambiare un modo di pensare, di fare e che la parità di genere possa diventare normalità. 9

10 Teresa Covaceuszach: il sapore dei confini Capitolo tratto dal libro Donne di profilo della giornalista Elisabetta Pozzetto Quando arrivi d estate in questa terra di confine dove si parla anche sloveno, il fresco del bosco ti raggiunge subito, assieme ai sapori aromatici e al silenzio dei panorami profondi. I piccoli paesi delle Valli del Natisone, dominati dal monte Matajur, sono spopolati, perché non per tutti è facile vivere nella solitudine, resistere alla seduzione della comodità, delle offerte di merci e servizi dei grandi nuclei di città. Stregna è uno di questi paesi, e sta diventando un comune fantasma. In pochi anni i milleduecento abitanti che lo hanno popolato nei momenti di massimo picco si sono ridotti a trecento. Chi resta e si fa anche testimone della storia antica di questo luogo discreto è gente come Teresa Covaceuszach: bella, solare, garbata. Tutto quello che non ti aspetti di trovare in un luogo dove la natura è suggestiva ma spesso dura e inospitale, dove il silenzio riesce spesso a sbozzare caratteri schietti ma anche spigolosi. Teresa è cuoca nel suo ristorante, il Sale e Pepe, che gestisce assieme al marito Franco e che è una vera animazione turistica per Stregna: attirati dalle lusinghiere critiche di gastronomi come Edoardo Raspelli, i clienti arrivano nelle Valli da tutta Italia, dalla Carinzia, dalla Slovenia. A chi le chiede perché non ha aperto nella vicina e più frequentata Cividale cittadina scrigno di storia e di arte, da poco annoverata dall Unesco come patrimonio dell Umanità Teresa risponde senza tentennamenti. Certo. Ma poi dove trovavo le mie erbe, i miei fiori e il profumo dei miei prati?. Sarebbe mancata la materia prima della sua cucina. La mela seuka, le castagne e i lamponi, la polenta saracena, l asparago di monte. Le stagioni passano e lasciano il loro segno sul menù di Teresa: d inverno prepara le rape per la bizna, la tradizionale zuppa di brovada, osso di prosciutto, patate e fagioli secchi, o raccoglie le noci per gli struki, dolci che una volta si preparavano in famiglia in occasione delle ricorrenze importanti. La primavera offre spontaneamente il pungitopo, l ortica, i fiori di sambuco e il tarassaco che serve per il modac, piatto che la cuoca propone con una salsa di farina di mais, aceto di mele e pasta di salame. D estate invece sono i fagioli freschi l ingrediente giusto per la briza, antica minestra con la zucca bianca, le patate e il latte acidulo. Nella stagione autunnale Teresa attende con pazienza la maturazione delle pere osmize per 10

11 preparare la torta settembrina e la sua amata neve nel bicchiere, un dessert che porta con sé la nostalgia dello stupore dell infanzia. La cuoca delle Valli ha fatto ricerche negli archivi, ha ascoltato le anziane del paese e ha così ricomposto un corpus di ricette del tutto speciali, mediate dalla sua capacità tecnica affinata presso grandi professionisti. Ora è così in grado di interpretare la cucina del Friuli Venezia Giulia, una terra che permette una grande varietà gastronomica perché è una regione di confine, compendio di mare e montagna, assicura Teresa. Teresa Covaceuszach [Fotografia di Ulderica Da Pozzo] 11

12 Mi racconto La forza della fede Mi sono sposata nel 1971 a 21 anni con Sergio, sapendo di trovare in famiglia anche la cognata, il cognato con la loro bambina, il suocero e la suocera Maria, immobile, inchiodata su un letto da più di 20 anni. Una persona con costante bisogno di assistenza. Ho accettato questo impegno non facile per una giovane sposa, con grande affetto e tanta pazienza, senza mai lamentarmi. Non mi è mai passato per la mente di trovare altre alternative per liberarmi o per evitare questo peso, ma bensì con tanto calore le ho donato la mia assistenza, tanta cura e amore per 15 anni. Sono stati anni veramente difficili, dopo la suocera erano due bambini che crescevano e bisognava dare a loro le attenzioni necessarie; il marito Sergio che in certi lavori di campagna a volte aveva bisogno del mio aiuto; il suocero anziano con problemi asmatici. Non mi sono mai scoraggiata o tirata indietro, anche se a volte pensavo di non farcela, credevo di perdere la calma, però con l aiuto della preghiera e più volte invocando l aiuto di Dio e della Mamma Celeste, ho tratto la forza e la grinta di affrontare questo cammino, con tanta sensibilità, trasferendo a mia suocera la gioia di vivere la sua vita dignitosamente. Gli ultimi anni della sua esistenza sono stati come il Cristo in Croce, un calvario continuo, ma nonostante tutte le sue sofferenze è stata una donna forte e coraggiosa, che ha avuto il dono della speranza e della pace interiore. Credo che per affrontare il tema della sofferenza nella persona che ha bisogno di assistenza donandole sollievo e serenità, prima di tutto devi avere dentro di te qualcosa di speciale, soprattutto devi avere una grande Fede, che sicuramente ti aiuta a superare la crisi e i momenti più difficili che si presentano nell arco della vita, questo lo dico perché l ho sperimentato su di me. Marisa Cotterli Marinig 12

13 Robis di vuê Io e Luca, racconto di Michele Ambrosio - Comini Ecco bravo così soffi a forte bravo. Metto in tasca il fazzoletto di carta dove Luca ha appena scaricato le schifezze del suo naso. È proprio un bel bambino dice la signora seduta di fronte a noi che, da quando ci siamo seduti, non ha smesso un attimo di guardare quanto sono belli quel giovane papà e il suo bambolotto biondino. Già rispondo guardando negli occhi quella befana e abbozzando un sorriso. Già... penso proprio un bel bambino sarebbe bello sapere se è proprio mio... Non mi assomiglia. Io castano scuro; lui biondo. Io occhi nocciola; lui azzurri. Viso ovale contro viso squadrato. Naso in giù; naso in su. Da subito i conti non mi erano tornati. Escludendo cavoli e cicogne, non ci voleva una laurea in fi sica per contare i giorni dell amore e i giorni di ritardo. E i conti, nonostante le rassicurazioni prima scherzose e poi via via preoccupate di Nicoletta, non tornavano. E così, da subito, non l avevo sentito mio. Io non avevo voluto fare la prova del DNA, Nicoletta non aveva insistito. Questo per me era stato più che suffi ciente. Separazione. Luca a lei. Il resto a me, cioè niente, se si escludono le visite spettanti e dovute in un clima improntato al non facciamo altri casini, almeno per il bambino. E questo fi no a giovedì scorso quando Nicoletta, dovendo andare via da Roma per un corso durante il week-end e non avendo nessuno a cui lasciarlo, mi chiede se io e Anna, la mia compagna, possiamo tenere Luca fi no a domenica pomeriggio. Accetto, soprattutto per Anna che mi rinfaccia sempre di non aver lottato abbastanza per lui. In fondo meglio un padre senza palle che una madre senza testa mi dice. Così venerdì sera vado a prenderlo. Grazie, ti chiamo domani per sapere come va dice Nicoletta Vedrai che andrete d accordo; anche se non ti vede spesso, sa chi sei e che di te si può fi dare. Sì, lo so. A domani. rispondo; ma non è vero. Non so niente di quel bambino. E lui niente di me. In fondo che cosa può sapere (e capire) di uno che in due anni ha visto sì e no 10 volte? Infatti inizia a piangere appena messo sul seggiolino dell auto. Arrivati a casa Anna lo monopolizza e gioca con lui alla mamma perfetta. Entrambi si dimenticano di me e a me la cosa non dispiace poi tanto: felici loro, tranquillo io. Non era diffi cile immaginare che il distacco sarebbe stato duro. Anna piange, Luca è disperato. E coerente: era arrivato piangendo, se ne va piangendo. Anche io voglio piangere: l auto non parte e domani mattina devo essere a Perugia alle 8. Anna non se la sente di accompagnarmi per poi dover lasciare il bambino a quella là. Così metto Luca sul passeggino e iniziamo a camminare verso la fermata dell autobus. È appena passato e il prossimo è tra 40 minuti. È una bella giornata di autunno, non fa freddo ma tre quarti d ora all aperto sono comunque troppi per un pupo piangente e un padre arrabbiato. Così decido di chiamare Nicoletta. Forse è alle porte di Roma o magari è già rientrata; da casa sua a lì, in macchina, sono solo 10 minuti. Cerco in tutte le tasche ma il cellulare poi ricordo è rimasto prima in macchina quando in un estremo quanto inutile tentativo ho provato a chiamare mio fratello per vedere se domani poteva prestarmi l auto per Perugia. Luca, che ne dici? Vuoi vedere il metrò? Scommetto che la mamma non ti ci ha mai portato. Luca ovviamente non dice nulla ma si limita a frignare qualcosa. Entriamo nella stazione, compro un biglietto e dopo 3 minuti il treno arriva. Per fortuna Luca non piange più. L aria tiepida del metrò lo ha pressoché sedato. E come ti chiami? continua la befana. Luca rispondo e sorrido sperando che quella conversazione banale fi nisca presto. E quanti anni hai? Quasi 2 rispondo ancora una vol- ta, ma con un sorriso più forzato. E il tuo papà? Come si chiama? Sorriso. Ancora una volta. Poi l imponderabile: Luca punta verso di me i suoi occhi azzurri e il suo ditino ed esclama: Macco. Lo guardo. Poi guardo la befana. Poi di nuovo lui, che ride forse perché vede ridere me. Però la prima parola di mio fi glio. La prima parola di mio fi glio è il mio nome: Macco cioè Marco a modo suo. E l ha detta in metropolitana, in mezzo a tutta questa confusione e davanti a questa rompiscatole! Grazie Luca. In 35 anni è il modo migliore in cui mi hanno dato dello stupido. 13

14 Salvadanaio La storia del Prosecco. Ce ne parla l enologo Marco Lorenzonetto, consigliere del Consorzio Doc Prosecco e titolare dell omonima cantina di Latisana, dal 1990 produttrice del rinomato vino. La storia del Prosecco è antica e diverse sono le ipotesi avanzate sulla sua origine. La più accreditata identifica il Prosecco con un vino noto fin dai tempi dell Impero Romano, il Pucino. Esso proviene dalle colline carsiche che incorniciano a nord-est il golfo di Trieste e dove si trova una località omonima e un vitigno del tutto simile, denominato Glera. Le catalogazioni compiute nelle colline di Conegliano-Valdobbiadene all inizio del Novecento mostrano l esistenza di vari biotipi di Prosecco. Il Glera è un vitigno rustico e vigoroso, con tralci color nocciola e grappoli piuttosto grandi, lunghi, spargoli e alati; a maturazione gli acini assumono un bel colore giallo dorato. Il Prosecco è il vitigno che garantisce la struttura base al vino della Doc Prosecco, ma Verdiso, Perera, Bianchetta, Pinot e Chardonnay, vitigni considerati minori, possono in alcune annate e in alcune zone contribuire con la loro specificità a mantenere l equilibrio organolettico. Il Verdiso veniva citato già nel Settecento e nel XIX secolo era il vitigno più diffuso. Utilizzato nella vinificazione del Prosecco per aumentare l acidità e la sapidità è importante per equilibrare la componente acida nelle annate calde; oggi si cerca di valorizzarlo vinificando in purezza per ottenere un vino armonico e gradevole. La Perera, utilizzata nella vinificazione per aumentare il profumo e l aroma, è un vitigno molto simile al Prosecco, con grappoli leggermente più grandi, acini di color giallo intenso e foglie verde scuro, lucide e lisce. Il nome deriva dalla forma dell acino simile ad una pera rovesciata o, secondo alcuni, dal gusto particolare della polpa che ricorda quello della pera. La Bianchetta, citata fin dal Cinquecento, veniva utilizzata, maturando prima, per ingentilire il Prosecco soprattutto nelle annate fredde. Coltivata ancora nelle zone più alte e impervie, ha una notevole vigoria, foglie color verde opaco e grappoli verdi-giallastri di media grandezza dotati di una grande ala ben evidenziata. Il Pinot è un vitigno a bacca bianca o ambrata, di origini ancora nebulose, si riteneva fosse stato importato dall Ungheria in Veneto e Friuli, ma non presenta alcuna somiglianza con i vitigni di quella regione. Ha foglia medio-grande, orbicolare o pentagonale, trilobata; grappolo medio, tronco-piramidale, piuttosto compatto, acino medio, sferoidale con buccia giallo-verde ricoperta di pruina. Lo Chardonnay è nato in Borgogna, è ormai diffuso su quasi tutto il globo ed è così popolare che non ha praticamente sinonimi (tranne Morillon in Stiria). Ha un incredibile varietà di componenti aromatiche, che emergono in modi diversi a seconda dei terreni e dei climi dove viene coltivato. È ingrediente essenziale dei migliori spumanti del mondo; ha grandi capacità di invecchiamento. Il Prosecco nasce da poche ma precise regole che ne garantiscono l unicità e l autenticità. Tranquilli, Frizzante o Spumante, il Prosecco Doc si riconosce per il colore giallo paglierino leggero, la moderata corposità, l esclusivo profumo fruttato e floreale. Si ottiene dai vigneti più fitti ed equilibratamente produttivi, e da uve ben mature. La zona di produzione comprende l intero territorio delle province di Treviso, Belluno, Padova, Vicenza, Venezia, Trieste, Udine, Gorizia, Pordenone. LA SINERGIA TRA VENETO E FRIULI GRAZIE AL CONSOZIO DOC PROSECCO Tutto ha inizio lo scorso primo d agosto, quando l ex ministro dell agricoltura annuncia il riconoscimento, da parte del Comitato nazionale per la tutela della denominazione d origine dei vini, della DOC PROSECCO. Viene così valorizzato e tutelato, proclama Zaia, «un vino che rappresenta l Italia in tutto il mondo». E vengono garantiti «i produttori onesti e i consumatori di tutto il mondo: dietro il Prosecco e il suo successo c è la sapienza dei viticoltori italiani, un patrimonio inimitabile di conoscenza che difenderemo da ogni tentativo di imitazione». Sembrerebbe il momento di stappare qualche buona bottiglia e brindare, e fine della storia. Invece è soltanto il principio. Cerchiamo di capire il perché facendo un passo indietro. Per il consumatore distratto o poco informato il prosecco (con la p minuscola) è un buon vino chiaro e frizzante 14

15 che allieta le sere d estate ma faccia attenzione al Prosecco, con una p bella maiuscola, che è un vino ottenuto dal vitigno Glera e la sua origine, anziché veneta, è giuliana. C è infatti nel comune di Trieste una frazione che porta proprio quel nome: Prosecco. È questa una denominazione ormai storica, perché proprio due anni fa ha compiuto quarant anni, essendo stata istituita con decreto del 2 aprile 1969 ed è celeberrima in Italia e un po in tutto il mondo. Ecco che il Prosecco, grazie all ufficializzazione dell area geografica della Doc, può estendersi nel territorio friulano creando notevoli incrementi nel comparto vitivinicolo regionale FVG. Il Prosecco friulano può essere trainato da un mercato internazionale lanciato dagli amici veneti, i quali pur di poter difendere un prodotto ormai diventato uno stile Italiano, hanno dato all intera area interregionale, la possibilità di concorrere ad un mercato in forte espansione, garantendo con la nuova Doc un territorio ampio ed altamente vocato alle coltivazioni di questo eccellente vino. Identificando un area di produzione e trasformazione - una Doc dunque interregionale, a cavallo fra Veneto e Friuli Venezia Giulia siamo stati in grado, grazie alla lungimiranza delle istituzioni di due anni fa di blindare il Prosecco in modo da non vedere tale stile italiano sfuggire come è successo per il Tocai friulano ormai di proprietà ungherese commenta così il consigliere del Consorzio Doc Prosecco Marco Lorenzonetto. Il fatto è che il Prosecco è una grande ricchezza. Il consumo di bollicine è stabile in Italia ma in crescita costante all esportazione. Secondo i dati raccolti dal Forum Spumanti d Italia relativi al 2008, del solo Prosecco Doc Conegliano Valdobbiadene sono stati prodotti 49 milioni di bottiglie. Il Prosecco è in pieno boom negli Usa, dove ormai le bollicine italiane hanno sorpassato gli champagne francesi. Il Prosecco ha vissuto di storia friulana ed ha trovato la massima esaltazione nei colli veneti del trevigiano. Spumante o frizzante, in bocca è elegante, cremoso con un perlage che esalta le note fresche e delicate dei fiori di questo Prosecco gioioso. La storia di un prodotto diventato simbolo di quell enologia fatta di vini gradevoli, allegri, fragranti e delicati, di quei vini che riescono ad emozionare ogni momento della giornata, ad allietare l aperitivo e il pranzo di tutte le cucine, per esaltare una serata in compagnia nello stile Prosecco. Prosecco è un grande vino dalle caratteristiche uniche, espressione delle peculiarità del territorio veneto e friulano. Frutto di un incontro fortunato di natura e storia, radicato nella civiltà e nello stile di vita delle genti del Nord-Est dell Italia. Il Prosecco racchiude contenuti e valori che sono sempre più apprezzati dal pubblico dei consumatori internazionali. Convivialità, gusto e arte del vivere, capacità di armonizzare contemporaneità e tradizione, di bilanciare doveri e piaceri, ne fanno un prodotto che coniuga felicemente un repertorio di significati positivi e vitali con una spiccata piacevolezza sensoriale. Il prodotto è al centro di un processo dove tutti gli elementi concorrono alla produzione ottimale, dai vigneti alla cantina tutto viene tracciato e anche se ogni vendemmia è diversa perché gli elementi che portano alla maturazione delle uve passano per processi ambientali mutevoli, un raffinato processo enologico e una sapiente ricomposizione delle partite è a garanzia della qualità dell universo floreale Prosecco. Per valorizzare e curare gli interessi della denominazione, il 19 novembre 2009 è sorto il CONSORZIO DI TUTELA DELLA DOC PROSECCO. Raggruppa cinque province produttrici del Veneto (Treviso, Venezia, Belluno, Padova, Vicenza) e quattro del Friuli Venezia Giulia (Udine, Gorizia, Trieste, Pordenone), configurando così la più grande DOC italiana per estensione territoriale. Il consorzio si propone anche di operare la vigilanza per l intera denominazione, assicurando alti standard di qualità come è richiesto dalla legge. Oltre aziende viticole e ettolitri di vino prodotti nel solo 2009: questi i principali numeri di una realtà che punta alla sfida dei mercati internazionali, facendo leva sul suo ineccepibile pedigree. La qualità, d altra parte, è il primo dei criteri perseguiti dal Consorzio, che recentemente si è distinto per la decisione di adottare il contrassegno di Stato, obbligatorio per le sole Docg (denominazione di origine controllata e garantita): una scelta volontaria, dunque, che denota l intenzione di tutelare ulteriormente la qualità del prodotto, certificata da un ufficiale fascetta anti-sofisticazione che sarà applicata alle bottiglie in commercio a partire dal 1 agosto Una delle cantine pioniere della Bassa Friulana che produce Prosecco dagli inizi del 1990 è quella del Cavaliere GUIDO LORENZONETTO, nella zona Doc Latisana, situata a pochi chilometri dalla località balneare di Lignano Sabbiadoro. Recentemente l Azienda Lorenzonetto ha anche ricevuto il primo premio per il Prosecco Doc Millesimato 2010 al Concorso Regionale delle Risorgive della Bassa Friulana di Bertiolo, manifestazione che da parecchi anni valorizza i vini della nostra Regione. 15

16 Voglia di relax, una risposta a pochi passi da casa Terme Olimia Dove le colline ondeggianti di Soteljsko e Kozjansko scendono verso le svolte del fiume Sotla, là sgorgano le acque calde, sfuggendo la prigione millenaria delle rocce circostanti. Riscaldate nella profondità della terra si arricchiscono di minerali sulla lunga via verso la sorgente. La straordinarietà delle acque, la soffice campagna, l aria pura, i cibi genuini, il buon vino e la sincera ospitalità della gente locale formano una meravigliosa unità che guarisce il corpo dolente dalle fatiche quotidiane e libera la mente. Le Terme Olimia sono integrate in questo piacevole ambiente naturale. Le acque delle terme hanno tra i 24 e 36 gradi centigradi. La temperatura è quella giusta per permettervi di nuotare all aperto e di rinfrescarvi anche nelle giornate più fresche. D inverno, quando la campagna è coperta di neve fino ai bordi delle piscine, una nuotata all aperto offre un esperienza eccezionale. La cascata frizzante e gli idromassaggi stimolano la circolazione ipodermica. La piacevole sensazione persiste anche dopo che il dolce formicolio è passato da tempo. Alle Terme Olimia il benessere diventa uno stile di vita. Il wellness è una filosofia che rinvigorisce il corpo e l anima in vari modi e che ci permette di mantenere la salute, di sentirci bene e allo stesso tempo di migliorare la qualità di vita. Cura rispettosa del proprio corpo, momenti di rilassamento per ristabilire l equilibrio mentale, tener conto dei principi della vita sana, conoscenza delle proprie forze per mantenere la vitalità tutto ciò fa parte della parola wellness. Fatevi una nuotata, bracciata dopo bracciata, provate più forte, riposate, riprovate di nuovo! Il nuoto è uno degli sport più sani. Con la partecipazione di tutto il corpo, moltissimi muscoli e articolazioni si esercitano senza colpi e vibrazioni spiacevoli. Potrete ancora migliorare le vostre capacità fisiche, da soli o con aiuto dei nostri istruttori, che vi prepareranno programmi d esercizio personalizzato. Se l esercizio fisico vi ha rinvigoriti nel corpo, adesso nel mondo delle saune potrete anche scaldarvi e purificarvi. Scegliete la sauna adatta alle vostre esigenze: la sauna salina, il tepidario o il bagno al vapore giapponese. Poi fate un salto al solarium e infine lasciatevi andare all esperienza dei massaggiatori e massaggiatrici, dove potrete sentire i vostri muscoli irrigiditi sciogliersi sotto le dita esperte. Dopo il massaggio potrete far rinascere la vostra pelle nel bagno turco a mano oppure nel bagno al cioccolato che nutre la pelle e rigenera lo strato cutaneo. Apritevi al suono delle ciotole tibetane e lasciatevi andare ai rituali dei preziosi oli caldi e gesti precisi del massaggio pantai luar, oppure alle mani esperte e alle sostanze attive selezionate che ringiovaniscano e rinnovano la pelle del vostro viso. Il massaggio tradizionale tailandese ridona slancio e forza al vostro corpo esausto dalle fatiche quotidiane. Per finire, potrete concedervi un bagno romantico a due. Nel centro della salute Olimia è collegata la tradizione e la modernità nei 16

17 programmi efficienti per rinforzare la salute. Nei trattamenti di prevenzione e riabilitazione degli ospiti, che sono sempre individualizzati e complessivi, usiamo tutte le tecniche terapeutiche finora conosciute nei centri di cura. L uso dell acqua termale ha quindi un effetto preventivo e curativo. In un ambiente accogliente vi sosteniamo con trattamenti e terapie e vi mostriamo come dare nuova forza ai vostri muscoli, organi e corpo dopo una lesione o operazione e come sentirvi di nuovo bene in un tempo record, camminare diritti, respirare profondamente e muovervi in modo coordinato. Otteniamo il benessere trami- te l elettroterapia, la meccanoterapia, i magneti, balneoterapia, fisioterapia e tantissimi altri programmi. Ma non è tutto ciò che potete fare per il vostro corpo. Riempitevelo d adrenalina, che nei momenti critici inonda il corpo, accelera il battito, stimola i muscoli, aumenta livello di zucchero nel sangue e accelera la respirazione. Su scivoli da capogiro nel parco acquatico potrete mettere alla prova il vostro coraggio e dare sfogo alla voglia di giocare. Il parco acquatico estivo si estende su una superficie di 3000 mq e vi invita a divertirvi, incontrarvi con amici e rilassarvi nelle sue piscine e altre strutture. Il parco termale Aqualuna vi affascinerà con la sua piacevole piscina con le onde, con gli stupendi scivoli acquatici e le velocissime piste scivolanti con curve impressionanti. Se poi vorrete riposare, va bene, ma se avete ancora la forza di continuare, andate in bicicletta per i sentieri nascosti tra i campi intorno al fiume Sotla e attraverso le foreste di Kozjansko. Dovunque andrete, sarete accompagnati dalla quiete della natura e dalla campagna idilliaca. Infatti, nel 2009, Olimje ha partecipato al concorso internazionale per i più bei paesi e città d Europa, l Entente Florale Europe, e nella categoria di paesi ha vinto la medaglia d oro. La spiegazione della Presidente della giuria, la signora Monika Hetsch (Austria): Olimje è un piccolo paese sloveno nella vicinanza immediata delle Terme Olimia. Il paese viene menzionato per la prima volta nel Le sue straordinarie ricchezze culturali, la natura intatta, la diversa offerta turistica e la cordialità degli abitanti attraggono molti turisti. Ancora oggi i francescani mantengono e custodiscono i segreti della medicina antica e volentieri mostrano ai visitatori il loro rinnovato monastero. Olimje è anche un vero e proprio paradiso per golfisti, che dicono che giocare il golf qui è un occasione speciale visto che sono circondati da tante bellezze naturali. Un altra specialità è certamente il cioccolato di Olimje e i vini di altissima qualità che vengono offerti agli ospiti insieme alle varie delizie culinarie. Un bicchiere di birra fatta in casa, un saluto del cervo dalla sommità della collina e un salto nella terra delle favole vi invitano e aggiungono nuove scintille all immagine magica di Olimje una perla meravigliosa della Slovenia. Le Terme Olimia sono un luogo adatto per riposarsi e rilassarsi. Qui la natura nel suo fantastico gioco di colori e forme si sposa con il prestigio del vizio. L audace architettura crea ambienti raffinati. Qui la vita acquista le nuove dimensioni, la comodità composta di forme e colori diversi si intreccia con le nuove tecnologie. Dove adagiarsi dai giorni faticosi nel modo migliore se non in questa tranquilla valle, dove il tempo scorre più lento. Maggiori informazioni: Prenotazioni, offerte speciali e sconti: jani.novak@terme-olimia.com - cell.: Tomi Novak 17

18 Il mondo in continuo divenire della pittrice Loris Braida Schmitt E nella magica armonia dei colori della natura, dei paesaggi friulani a Lei cari che fin da giovane l artista Loris Braida Schmitt, originaria di Palazzolo dello Stella in provincia di Udine, ritrova, anche se osteggiata dalla madre, la propria dimensione interiore. E così di tela in tela ripropone le percezioni, impressioni, i pensieri fugaci, esterna lo stato d animo del momento che non appare mai vischiosamente incollato ad un etichetta artistica. La libertà d espressione anzitutto e soprattutto, planando e soffermandosi nel tempo sulle varie tecniche pittoriche. Il vero diletto è il passaggio cromatico e simbolico del colore dall acquerello alla tempera, alla pittura ad olio. Il figurativo incontra il suo epilogo laddove si insinua il rifiuto della ragione, del razionalismo. Da qui l approdo più recente al cubismo e al futurismo. 18

19 La ricerca dell effetto luce è una nota costante nelle composizioni che risultano sempre delicate ed equilibrate nel dosaggio del colore, in quegli accenni quasi materici Le piccole pennellate, accortamente apposte, sanno di tanto in tanto creare o sfondare l effetto tridimensionale senza inficiare la luminosità che caratterizza le rappresentazioni. L energia vitale domina ovunque e contagia anche l attenzione dello spettatore più distratto. Loris Braida Schmitt ama definirsi un autodidatta. Eppure nel suo percorso non sono mancati studi, corsi ed approfondimenti. Gli apprezzamenti l hanno portata al conseguimento del Premio speciale della Provincia di Venezia ed è molto conosciuta e stimata in Austria e in Germania. Il desiderio di affinare il patrimonio acquisito e le proprie abilità tecniche tuttavia non ha mai imprigionato la straordinaria voglia di regalare al mondo le sensazioni istantanee del suo animo. Monica Lavarone 19

20 Ape non solo miele! L ape nell arte antica A cura di Renzo Barbattini 1, Professore Associato nel Settore Entomologico del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell Università di Udine Quello che stiamo per compiere è un viaggio affascinante che ci avvicinerà a un meraviglioso insetto che impreziosisce la natura e la creatività artistica. E un tema piuttosto vasto che spazierà in senso sia cronologico (ad es. dall ape nell arte antica all ape nell arte contemporanea) sia tematico (ad es. l ape nell arte popolare, l ape nell arte naïf). Gli studi paleontologici hanno permesso di collocare il tempo dello sviluppo degli Apoidei, solitari e sociali, attorno a 135 milioni di anni fa, quando le Angiosperme si differenziarono e divennero dominanti tra le specie botaniche presenti. Da allora api e fiori hanno percorso insieme il cammino evolutivo che ha portato allo sviluppo e al perfezionamento del loro rapporto. L uomo si inserisce nella storia dell ape milioni di anni dopo. Si può supporre che i primi uomini si siano accorti della presenza di questo insetto, che nei suoi nidi accumulava una sostanza densa, dolce e gradevole, e che per questo lo abbiano depredato, rischiando le dolorose punture. Molte testimonianze si ritrovano nella cosiddetta arte rupestre con numerosi graffiti riportanti scene apistiche di antichissima data. Nelle figure che seguono se ne possono apprezzare alcune: - Il primo disegno, molto rudimentale, di una scena apistica rappresentante la raccolta del miele, risale a oltre 7000 anni or sono (Neolitico) ed è un graffito presente su una parete della grotta Cueva de la Araña (grotta del ragno), presso Bicorp (Valencia) nel levante spagnolo (Fig. 1). Vi è rata una persona (forse una donna) sospesa a liane con una bisaccia e numerose api che le ronzano raffiguattorno mentre sta raccogliendo alcuni favi di miele da un anfratto di roccia; più in basso si può notare una seconda figura (probabilmente un adolescente), anch essa dotata di un idoneo contenitore. Fig. 1 - Un altra pittura rupestre, proveniente da un riparo sottoroccia nelle Matopo Hills (Zimbabwe), presenta particolare interesse (Fig. 2). Essa ci mostra un uomo intento ad affumicare un nido di api per poterne prelevare il miele: probabilmente Fig. 2 questa è la più antica rappresentazione dell impiego del fumo in apicoltura. - Interessante appare pure quella ritrovata sulle Firengi Hills (India) (Fig. 3) in cui il cacciatore di miele procede carponi lungo un ramo di un albero portante più nidi costruiti presumibilmente da Apis dorsata, specie d api presente tuttora sulle montagne dell India. - La pittura rupestre ritrovata a Jambudwip Sheleter Fig. 3 (Mahadeo Hills, India centrale, 500 a. C.) è stata eseguita, contrariamente alle altre, in bianco (Fig. 4). Essa rappresenta due persone intente a raccogliere miele da un nido di api: quella più in basso (una donna) sostiene un cesto nel quale viene racccolto il miele che fuoriesce dai favi del nido Fig. 4 rotto dall uomo mediante una lunga pertica. Nel bacino del Mediterraneo esistono le testimonianze più antiche dell attività apistica. Infatti oltre al graffito iberico sopraccitato, sono da ricordare il bassorilievo del tempio di Neuserre a Abu Ghorb (circa 2400 a. C.) (Fig. 5) e le decorazioni della tomba di Pabusa a Luxor ( a. C.) (Fig. 6 ) che documentano l importanza economica dell ape nell antico Egitto. In particolare la Fig. 5 riporta la più antica rappresentazione di alveari: infatti si notano a sinistra un Fig. 6 apicoltore egizio che sta prelevando favi e a destra altri apicoltori che stanno spremendo i favi estratti e depositando il miele in otri. Presso questa civiltà, i Faraoni, nel momento dell avvento al trono, assumevano un nome alquanto composito e Fig. 5 una parte di esso (il prenome) era preceduto dall espressione colui che appartiene 1 Il Prof. Barbattini desidera rivolgere un grato ricordo al compianto amico dott. Stefano Fugazza (già direttore della Galleria d Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza) per il forte impulso che ha dato a questa particolare ricerca. 20

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