PROGETTO DI UN IMPIANTO ELETTRICO PER TLC
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- Silvio Poggi
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1 PROGETTO DI UN IMPIANTO ELETTRICO PER TLC Esercitazione Pratica Prof. Duilio Tazzi Materia: Tecnologia degli Impianti Industriali
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4 Le apparecchiature elettriche ed elettroniche sono collegate alla rete elettrica e molto spesso trasportano segnali e dati attraverso linee di comunicazione sensibili ai disturbi dovuti all alimentazione di rete, tutte queste reti possono essere percorsi da sovratensioni. Le protezioni contro la fulminazione e di conseguenza contro le sovratensioni, tendono a dare una maggiore continuità di servizio salvaguardando dai guasti le apparecchiature elettriche. E d obbligo anticipare che è inutile realizzare impianti con dispositivi avanzati, se non risulta ben eseguito l impianto di terra, nell esposizione, spenderemo due parole in più sull impianto di terra, descrivendo la mia personale esperienza. L IMPIANTO DI TERRA. E cosa buona, quando possibile, ma non indispensabile, realizzare l impianto di terra lungo il perimetro della sito di telecomunicazione, normalmente denominato casotto, realizzando uno o due nodi equipotenziali e chiudendo il quadrato del circuito realizzando almeno due pozzetti. Ogni struttura in metallo deve avere il suo collegamento a terra, come disegnato in figura. L impianto di terra per sua fisionomia è formato dai seguenti componenti, definiti dalla norma CEI 64/8 e destinati a realizzare il circuito di messa a terra, le cui parti fondamentali dell impianto sono: PE: conduttore di protezione; M: massa; ME: massa estranea; EQP: collegamento equipotenziale principale; EQS: collegamento equipotenziale supplementare; COL/MT: collettore e/o Nodo equipotenziale CT: conduttore di terra; DA: dispersore. Dispersori I dispersori sono gli elementi posti a contatto con il terreno con lo scopo di realizzare il collegamento elettrico con la terra, essi vengono infissi nel terreno allo scopo di disperdere la corrente di un guasto a terra, i dispersori più frequentemente impiegati sono: Il dispersore orizzontale, generalmente interrato fino ad una profondità di circa 1 m, costituito di nastri, di tondini o di conduttori 3
5 cordati disposti in modo radiale, ad anello, a maglia o da una loro combinazione. Il picchetto di terra, comunemente interrato od infisso per una profondità superiore ad 1 m, costituito da un tubo, da una barra cilindrica o da altri profilati metallici, ed è quello di uso più comune. Le norme CEI indicano delle sezioni minime per i vari tipi di dispersori, che alleghiamo in tabella. Dispersore utilizzato nell'esempio Conduttori di terra Sono i conduttori che collegano i dispersori fra loro ed al collettore principale di terra; le norme CEI richiedono che siano utilizzati conduttori di terra in materiale metallico di sezione minima pari a: 16 mm 2 se protetti contro la corrosione; 25 mm 2 se realizzati in rame e non protetti contro la corrosione; 50 mm 2 se realizzati in ferro e non protetti contro la corrosione. Protetto contro la corrosione Non Protetto contro la corrosione Protetti meccanicamente Sezione conduttore di fase Sf<16 Sf>16>35 Sf>35 Sezione minima conduttore di terra Sr = S Sr = 16 Sr = S/2 25 mm 2 se in rame 50mm 2 se in ferro zincato Non Protetti meccanicamente Sezione minima conduttore di terra 16 mm 2 In rame 16mm 2 In ferro zincato 4
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7 Collettore di terra Nodo Equipotenziale o Collettore di terra. proporzionale tra le due sezioni. Si tratta di una sbarra, una piastra, raramente è un morsetto, a cui sono collegati i conduttori di terra, di protezione, equipotenziali e, nel caso dei sistemi TN, il neutro o il PEN. La figura mostra un esempio di collettore di terra. Si noti che il collegamento tra l anello perimetrale, e il nodo equipotenziale è effettuato mediante un cavo di terra, Conduttori di protezione Sono i conduttori che collegano le masse al collettore principale di terra e devono soddisfare, come tutti gli altri componenti dell impianti elettrici dell impianto, i vari requisiti della norma CEI 64/8. La loro sezione deve essere tale da resistere agli sforzi meccanici, alla corrosione, alle sollecitazioni termiche prodotte dalle correnti di guasto a terra. La sezione del conduttore di protezione Sp (in mm 2 ) deve essere scelta con il criterio di cui alla tabella, si consiglia comunque di mantenere la sezione del cavo di terra uguale a quello di fase. Sf rappresenta la sezione del conduttore di fase (in mm 2 ). Installazione della dorsale di terra lungo il perimetro. 6
8 Conduttori equipotenziali I conduttori equipotenziali sono destinati ad assicurare, mediante collegamento elettrico, l equipotenzialità tra le masse e/o le masse estranee. Sono detti principali (EQP) quelli che collegano le masse estranee al collettore di terra e supplementari (EQS) gli altri. Il valore della resistenza di terra Rt, può essere considerato indipendente dalla corrente iniettata e possiamo calcolarlo, anche se in forma approssimata, in base alle caratteristiche del picchetto e alla natura del terreno, con l espressione: Rt = ρ L Le Norme raccomandano, per gli impianti di I, II e III categoria, le dimensioni minime che sono riportate nelle tabelle CEI 11-8 e 64-8, ma per gli impianti di II e di III non sempre le misure delle norme CEI sono sufficienti in questo caso si verifica la resistenza di ogni elemento utilizzato come dispersore applicando la classica formula: St = I2 t K t dove: I e la quota parte (in ampere) della corrente di terra che percorre l elemento del dispersore; t è il tempo di eliminazione del guasto in secondi; Kt è un coefficiente che vale 229 (A/mm 2 s 2 ) se il materiale è il rame oppure 78 (A/mm 2 s 2 ) se il materiale è l acciaio con sovrariscaldamento di tipo adiabatico con temperatura iniziale di 30 C e finale non superiore a 400 C. Si ricorda che la resistenza minima di terra deve essere pari a : Rt = U I = Nel nostro caso abbiamo U=220 V mentre I rappresenta la massima corrente differenziale (nel nostro caso) che è pari a =0.03A: Rt = = 733,33 Ω 7
9 IL NOSTRO IMPIANTO. Seguendo lo schema di figura 4 diamo un occhiata alle apparecchiature presenti nell impianto, le cui specifiche sono: Tensione d esercizio = 220 Volt = U Potenza installata = 3 KW = P Tipologia di fornitura = Monofase sistema TT Cos φ =0.8 Lunghezza della linea montante 30 metri DIMENSIONAMENTO DELL IMPIANTO. Per dimensionare l impianto che vedasi in figura ci atterremo alle norme CEI, in modo da poter certificare sia l impianto che il quadro, seguendo la successiva procedura ed effettuando alcuni semplici calcoli. La norma CEI stabilisce per le linee di adduzione ed i loro componenti, interruttori e cavi, devono essere dimensionati per il sovraccarico e per il cortocircuito rispettando e verificando le seguenti espressioni: Ib<In<Iz If<1.45 Iz I 2 t<k 2 s 2 Andiamo a descrivere i vari membri definite nella norma CEI
10 Ib= corrente massima del circuito In= corrente nominale del dispositivo di protezione (magnetotermico). Iz= Portata massima del cavo. If= corrente di sicuro intervento. I 2 t= integrale di Joule o energia specifica passante. k= costante del materiale utilizzato Rame 134 s = sezione del cavo utilizzato. Dopo aver effettuato la somma delle apparecchiature installate, Ptot, la maggioriamo del 30%, ora dunque per prima cosa calcoliamo la corrente massima Ib ovvero la massima corrente erogabile dal contatore, il suo calcolo avviene mediante la seguente espressione: Nel nostro caso abbiamo: Ib = P U cosφ = Ib = = = 17,4A Calcolata la Ib tentiamo un calcolo preliminare della sezione s (nel prosieguo la sezione è indicata con s e non con S maiuscola per non confondere con il termine della potenza apparente) del cavo montante utilizzando la seguente espressione, che prevede alla massima corrente di lavoro una caduta di tensione di circa l 1% (circa 2 Volt) di U: s = ρ l Ib = 9
11 Dove: ρ= resistività del rame l= 30m Ib=18A Abbiamo: s = = 9,72 mm 2 Possiamo anche procedere nel seguente modo, si calcola Izmin con: Izmin = Ib K = Nel nostro caso abbiamo: Izmin = = 30A 10
12 La scelta cade sul cavo standard da 10 mm 2 che dalle tabelle ha una portata di 50A massimi. Le Tabelle I e II presenti nella Norma CEI 64-8, Parte 5, specificano le portate dei cavi con conduttori di rame per i tipi più comuni di posa, inoltre vengono indicate altre metodologie di posa assimilabili, per le quali le portate indicate possono ritenersi ancora applicabili. I valori di portata non considerano però l eventuale azione del sole (per esempio per i cavi sospesi a fune portante o per installazioni esterne non protette da opportuni schermi). La portata Iz(A) di un cavo, in una determinata condizione di installazione, si ricava con la seguente formula: Iz=Izo k1 k2 Izo - portata in aria a 30 C relativa al metodo di installazione previsto, dalle tabelle CEI k1 - fattore di correzione per temperature ambiente diverse da 30 C (Tabella III); k2 - fattore di correzione per più circuiti installati in fascio o strato (Tabella IV,V o VI)- Inoltre definiamo per completezza le definizioni di strato e di fascio. Strato: Insieme di più circuiti realizzati con cavi installati affiancati, distanziati o no, disposti in orizzontale o in verticale. I cavi su strato sono installati su muro, passerella, soffitto, pavimento o su scala porta-cavi. Fascio: Insieme di più circuiti realizzati con cavi non distanziati e non installati in strato. Inserendo questi coefficienti che tengono conto come abbiamo appena accennato, delle posa dei cavi, dei circuiti caricati, dell aumento di temperatura, (ricordiamo che Iz=Izo K1 K2) e la cosa si farebbe piuttosto complessa, per questo dal dato tabellare inseriamo un coefficiente Kx (generale) variabile da 0.5 a 0.7 secondo la gravità del servizio, poniamo nel nostro caso Kx=0.6, per cui la portata massima è pari a: Iz = Izo Kx = Izo 0,6 = 50 0,7 = 35A Si ricorda per completezza che l eventuale diametro del tubo, meglio, del corrugato, utilizzato come protezione, deve avere un diametro maggiore del 30%, rispetto al fascio di cavi utilizzato. A questo punto dobbiamo scegliere la corrente nominale dell interruttore magnetotermico secondo le portate (in Ampere) normalizzate, presenti in 11
13 commercio, funzione a loro volta del tipo di curva caratteristica magnetotermica. Le modalità di intervento magnetico sono tre, come vedasi in tabella e sono caratterizzate in base ai multipli della corrente di intervento (riferiti alla corrente nominale In) in caso di sovraccarico: Tipo di Curva B C D Valori della Corrente di intervento 3In --- 5In 5In In 10In In Mentre le correnti in Ampere nominali normalizzate sono: La scelta cade obbligatoriamente su un interruttore con In = 20A, curva C. A questo punto la prima fase è rispettata, infatti: Ib<In<Iz ovvero 18<20<35 Possiamo fare un passo in più, ovvero calcolare la corrente di sicuro intervento pari a: If < 1.45 Iz = = 50,75A 12
14 Ora passiamo alla verifica del cortocircuito utilizzando la terza espressione: I 2 t<k 2 s 2 Il calcolo della protezione di sovraccarico è più impegnativa di quella in cortocircuito, pertanto se è verificata la prima è verificata anche la seconda. Per calcolare la corrente di cortocircuito non basterebbero venti pagine, il calcolo infatti è alquanto complesso e non rientra nel seguente trafiletto, pertanto introdurremo delle piccole semplificazioni. Posto Ib la corrente massima di corto circuito e utilizzando un interruttore con curva C, la massima corrente in caso di cortocircuito vale 10 In (vedasi tabella) ovvero 10 20A=200A. Natura dell'isolante Conduttore in rame Conduttore in alluminio PVC (polivinilcloruro): Gomma naturale: Gommabutilica: Gomma etilenpropilenica: Polietilene reticolato: Tabella per la determinazione di K Essendo: t; il tempo di intervento massimo che stabiliamo a 1 secondo ma l intervento avviene in un tempo molto minore ma a noi permette di aumentare il livello di sicurezza e semplificare i calcoli. k; la costante del materiale conduttore (rame 134). s; la sezione del cavo 10 mm < = < Che possiamo confermare più che verificata. Ora dobbiamo caratterizzare le protezioni e verificare il più possibile la selettività verticale dell impianto e delle protezioni utilizzate, utilizzando la seguente tabella: 13
15 Dispositivo Interruttore magnetotermico differenziale Interruttore magnetotermico Interruttore magnetotermico differenziale Interruttore magnetotermico differenziale Interruttore magnetotermico differenziale Posizione In (A) Idn (A) Icc (ka) Classe Poli protetti Curva U (V) B 2 C C B 2 C B 2 C B 2 C 220 In generale per la verifica della selettività verticale, possiamo utilizzare la seguente disuguaglianza: Id1 0.5<(Id2+Id3+ ) Se analizziamo attentamente lo schema, possiamo notare che tutti i differenziali sono con caratteristica B, che possono essere installati in qualsiasi tipologia di impianto con presenza di correnti alternate, pulsanti, continue, ed impulsive, e con diverse sensibilità come è possibile vedere in tabella. Nel sottoquadro del contatore abbiamo un interruttore magnetotermico differenziale da 20A, Icc pari a 6 KA, Idn pari a 0.5A, che assicura la selettività verticale rispetto agli interruttori più bassi Protezione dalle sovratensioni. Gli SPD. In serie ad esso ma in parallelo alla linea, abbiamo la presenza di uno scaricatore SPD combinato del tipo 1+2 Classe I&II. Qui si è voluto aumentare la protezione ponendo un SPD in grado di rispondere a due possibilità sia la fulminazione diretta (abbastanza remota) che la fulminazione per propagazione su rete elettrica (con probabilità elevata). Nel quadro posto all interno, possiamo constatare la presenza di un interruttore magnetotermico con funzioni di sezionatore del circuito, alla sua uscita ed in parallelo ai carichi, è installato uno scaricatore tipo 1 Classe I, in serie al primo magnetotermico sono installati tre interruttori magnetotermici differenziali con In da 6A, all uscita abbiamo tre scaricatori tipo 2 Classe II. Si consiglia comunque di utilizzare nell armadio contenente 14
16 le apparecchiature elettroniche, l installazione ove possibile di scaricatori Classe III. Una sovratensione (overvoltage) è una differenza di potenziale transitoria che si stabilisce fra un conduttore di fase e quello di terra o fra i conduttori di fase e che presenta un valore di tensione superiore a quello di tenuta delle apparecchiature. La Norma CEI EN 50160: definisce la sovratensione dovuta a fulminazione come sovratensione transitoria ovvero una sovratensione oscillatoria o non oscillatoria di breve durata di solito molto smorzata e con durata di pochi millisecondi o inferiore. Gli SPD, o limitatori di sovratensione, costituiscono la principale misura di protezione contro le sovratensioni. La loro installazione può essere necessaria per ridurre i rischi di perdita di vite umane, di servizi pubblici, dovuti alla fulminazione della struttura che ospita l impianto elettrico. Le condizioni per eseguire la corretta valutazione del rischio e le istruzioni per la realizzazione degli impianti di protezione contro i fulmini sono descritte dalla serie di Norme CEI EN 62305: A seconda del tipo di protezione che devono offrire, gli SPD vengono raggruppati per Classi; la classe di appartenenza identifica la prova a cui l SPD è stato sottoposto in termini di corrente di scarica. Classe (di prova) I: a questa classe appartengono gli SPD che vengono provati dal costruttore con un generatore di forma d onda 10/350 μs. Questa forma d onda è quella che viene usata per simulare il primo colpo di fulmine e definisce le prestazioni dell SPD in termini di corrente impulsiva: Iimp. Gli SPD di Classe I, inoltre, vengono provati in termini di corrente nominale In con una forma d onda 8/20 μs tipica delle sovratensioni indotte. Gli SPD di Classe I sono obbligatori in edifici dotati di parafulmine. Vengono installati nel quadro principale nel punto di allacciamento con la rete elettrica. Classe II: gli SPD appartenenti a questa classe vengono provati con un generatore di forma d onda 8/20 μs (tipica delle sovratensioni indotte) per definire le prestazioni in termini di corrente nominale e corrente massima, rispettivamente In e Imax. Vengono installati nei quadri di distribuzione. Classe III: appartengono a questa classe i dispositivi che svolgono un ruolo di rifinitura, il grosso dell energia è stato rimosso dagli SPD installati a monte. Gli SPD di Tipo 3 sono i più veloci, ed eliminano le sovratensioni residue. 15
17 I collegamenti tra SPD e terra devono essere i più corti possibile, non superare di norma i 50 cm, con la sezione indicate dalla norma CEI, riportata in tabella. La certificazione del quadro. I quadri di distribuzione per uso domestico e similari sono trattati dalla nuova norma CEI EN ma nel nostro caso essendo la corrente del quadro inferiore a 32A ricade ancora nella vecchia norma CEI ed è necessario che rispondano ai seguenti requisiti: a) involucro conforme alla Norma CEI 23-49, dichiarato tale dal costruttore mediante dichiarazione diretta o mediante cataloghi; su tale involucro deve essere indicata la potenza massima dissipabile, detta Pinv; b) corrente nominale in entrata non superiore a 125 A; se il quadro fosse privo di dispositivi in entrata, la limitazione di 125 A si applicherebbe alla corrente nominale in uscita. c) installazione possibile solo in punti in cui la corrente presunta di corto circuito nominale (Icc) non superi i 10 ka almeno che tali quadri non siano dotati di dispositivi limitatori di corrente aventi corrente limitata non superiore a 15 ka in corrispondenza del loro potere di interruzione nominale. Inoltre essi vengno suddivisi in due grandi categorie. A e B, nel nostro caso ricade nella categoria la A che ci dice: 16
18 A - Quadri con corrente nominale monofase fino a 32 A. L 'unica prescrizione per questi quadri è la presenza di una targa, posta anche dietro la portella, che riporti in maniera indelebile i seguenti dati: nome o marchio del costruttore; tipo o altro mezzo di identificazione del quadro; corrente nominale del quadro; natura della corrente e frequenza; tensione nominale di funzionamento grado di protezione. 17
19 GEWISS SPA - MATERIALE ELETTRICO Cenate Sotto - Bergamo - Italia Pagina: 1 ONDATV - MONTESELVA Disegnatore: Coordinatore: N Disegno: Data: 19/08/2016
20 A GEWISS SPA - MATERIALE ELET A Cenate Sotto - Bergamo - Ita Progetto: ONDATV - MONTESELVA B Disegnato: B Coordinato: 1 N di Disegno: C C Quadro: 1 - Tensione di esercizio: D 400 / 230 V D PI degli apparecchi modulari: CEI EN Icc massima ai morsetti di entra 0,000 ka E E Data: 19/08/2016 Pagina: 2 Q2 1 F F Descrizione linea G G Fasi della linea Potenza totale Corrente di impiego Ib [A] Corrente nominale In [A] Lunghezza linea a valle [m] Tipo cavo Isolante Sezione fase [mm²] Portata fase [A] Sezione neutro [mm²] Sezione PE [mm²] C.d.T. linea / C.d.T. totale Icc max inizio linea [ka] H H I I Descrizione Articolo J J Codice articolo Potere di interruzione Icn/Icu [ka Modulo differenziale Idiff [A] / T diff [s] Backup [ka] 3,000 kw 14,49 20,00 30,0 Multipolare PVC 10,0 36,40 10,0 10,0 0,80 / 0,00 0,00 MT250 C20 2P + BD 2P 25A 500mA A GW ,00 GW ,50 / 0,0 K Note K
21 GEWISS SPA - MATERIALE ELETTRICO Cenate Sotto - Bergamo - Italia Documento: ONDATV - MONTESELVA Dati di progetto Data: Pagina: 19/08/ Disegnatore: Coordinatore: N di disegno: Tensione di esercizio [V]: 400 (400) / 230 (230) C.d.t. massima totale ammessa nell'impianto: 4,0 % Potenza totale impianto: Corrente totale impianto: 3,000 kw 14,49 A Corrente nominale impianto: 20,00 A Fasi dell'impianto: Icc massima ai morsetti d'entrata: Alimentazione - Sezione di Fase: Alimentazione - Sezione di Neutro: Alimentazione - Sezione di PE: Alimentazione - Corrente fase L1: Alimentazione - Corrente fase L2: Alimentazione - Corrente fase L3: Alimentazione - Corrente neutro N: 0,000 ka 10,0 mm² 10,0 mm² 10,0 mm² 0,00 A 0,00 A 0,00 A 0,00 A Sistema di Distribuzione: TT Corrente di c.to c.to presunta trifase nel punto di consegna: 6,50 ka Corrente di c.to c.to presunta fase-neutro nel punto di consegna: 2,60 ka Contributo motori alla corrente di c.to c.to: No
22 GEWISS SPA - MATERIALE ELETTRICO Cenate Sotto - Bergamo - Italia Documento: ONDATV - MONTESELVA Dati quadro Data: Pagina: 19/08/ Quadro n : 1 Descrizione: Metodo di calcolo del Potere di Interruzione: Icn / Icu Potere di Interruzione degli apparecchi modulari secondo la norma: CEI EN Metodo di selezione della taratura: In > Ib Protezione di Back-Up: No Collegamento in morsettiera: Si Cablaggio interno al Quadro: Si Livello massimo per il quadro: 5 Sezione minima abilitata: 1,5 mm² Taratura minima abilitata: 1,00 A Potenza quadro: 3,000 kw Corrente totale quadro: 14,49 A Corrente nominale quadro: 20,00 A Fasi in ingresso: Icc massima ai morsetti d'entrata: 0,000 ka Alimentazione - Sezione di Fase: 10,0 mm² Alimentazione - Sezione di Neutro: 10,0 mm² Alimentazione - Sezione di PE: 10,0 mm² Alimentazione - Corrente fase L1: 0,00 A Alimentazione - Corrente fase L2: 0,00 A Alimentazione - Corrente fase L3: 0,00 A Alimentazione - Corrente neutro N: 0,00 A Note:
23 GEWISS SPA - MATERIALE ELETTRICO Cenate Sotto - Bergamo - Italia Disegnatore: Coordinatore: N Disegno: Data: 19/08/2016 ONDATV - MONTESELVA Pagina: 1
24 Q1 1 A A GEWISS SPA - MATERIALE ELETT Cenate Sotto - Bergamo - Ital Progetto: ONDATV - MONTESELVA Disegnato: B B Coordinato: C C N di Disegno: Quadro: D D Tensione di esercizio: 400 / 230 V PI degli apparecchi modulari: CEI EN Icc massima ai morsetti di entrata 0,000 ka E E Data: 19/08/2016 Descrizione linea F F Fasi della linea Potenza totale Corrente di impiego Ib [A] Corrente nominale In [A] Lunghezza linea a valle [m] Tipo cavo Isolante Sezione fase [mm²] Portata fase [A ] Sezione neutro [mm²] Sezione PE [mm²] C.d.T. linea / C.d.T. totale Icc max inizio linea [ka] G G H H I I Descrizione Articolo Codice articolo Potere di interruzione Icn/Icu [ka] Modulo differenziale Idiff [A] / Tdiff [s] Backup [ka] Interruttore Generale Q2 3,000 kw 14,49 20,00 0,00 / 0,00 0,00 Alimentazione ponti 1,200 kw 5,80 10,00 0,00 / 0,00 0,00 MDC60 C10 2P Id=300mA A con Riarmo ReStart Rm GW94336P PRO 6,00 J J 0,30 / 0,0 1,200 kw 5,80 6,50 0,00 / 0,00 0,00 Type III Type II Alimentazione Finali 1,200 kw 5,80 10,00 0,00 / 0,00 0,00 MDC60 C10 2P Id=300mA A con Riarmo ReStart Rm GW94336P PRO 6,00 0,30 / 0,0 1,200 kw 5,80 6,50 0,00 / 0,00 0,00 Type III Servizi 1,200 kw 5,80 10,00 0,00 / 0,00 0,00 MDC60 C10 2P Id=300mA A con Riarmo ReStart Rm GW94336P PRO 6,00 0,30 / 0,0 0,500 kw 2,42 2,50 0,00 / 0,00 0,00 Ventola 0,500 kw 2,42 2,50 20,0 Multipolare PVC 2,5 18,50 2,5 2,5 0,34 / 0,00 0,00 Luce 0,200 kw 0,97 1,00 1,0 Unip. con gu... PVC 1,5 19,50 1,5 1,5 0,01 / 0,00 0,00 Type III K Note K
25 GEWISS SPA - MATERIALE ELETTRICO Cenate Sotto - Bergamo - Italia Documento: ONDATV - MONTESELVA Disegnatore: Coordinatore: N di disegno: Tensione di esercizio [V]: 400 (400) / 230 (230) C.d.t. massima totale ammessa nell'impianto: 4,0 % Potenza totale impianto: 3,000 kw Corrente totale impianto: 14,49 A Corrente nominale impianto: 20,00 A Fasi dell'impianto: Icc massima ai morsetti d'entrata: 0,000 ka Alimentazione - Sezione di Fase: 10,0 mm² Alimentazione - Sezione di Neutro: 10,0 mm² Alimentazione - Sezione di PE: 10,0 mm² Alimentazione - Corrente fase L1: 0,00 A Alimentazione - Corrente fase L2: 0,00 A Alimentazione - Corrente fase L3: 0,00 A Alimentazione - Corrente neutro N: 0,00 A Sistema di Distribuzione: TT Corrente di c.to c.to presunta trifase nel punto di consegna: 6,50 ka Corrente di c.to c.to presunta fase-neutro nel punto di consegna: 2,60 ka Contributo motori alla corrente di c.to c.to: No Dati di progetto Data: Pagina: 19/08/2016 3
26 GEWISS SPA - MATERIALE ELETTRICO Cenate Sotto - Bergamo - Italia Documento: ONDATV - MONTESELVA Quadro n : Descrizione: 2 Metodo di calcolo del Potere di Interruzione: Icn / Icu Potere di Interruzione degli apparecchi modulari secondo la norma: CEI EN Metodo di selezione della taratura: In > Ib Protezione di Back-Up: No Collegamento in morsettiera: Si Cablaggio interno al Quadro: Si Livello massimo per il quadro: 5 Sezione minima abilitata: 1,5 mm² Taratura minima abilitata: 1,00 A Potenza quadro: 3,000 kw Corrente totale quadro: 14,49 A Corrente nominale quadro: 20,00 A Fasi in ingresso: Icc massima ai morsetti d'entrata: 0,000 ka Alimentazione - Sezione di Fase: Alimentazione - Sezione di Neutro: Alimentazione - Sezione di PE: Alimentazione - Corrente fase L1: Alimentazione - Corrente fase L2: Alimentazione - Corrente fase L3: Alimentazione - Corrente neutro N: Note: 10,0 mm² 10,0 mm² 10,0 mm² 0,00 A 0,00 A 0,00 A 0,00 A Dati quadro Data: Pagina: 19/08/2016 4
Riferimenti. Le principali Norme considerate sono:
Sommario Sommario... 1 Riferimenti... 2 Forniture... 3 Condutture... 4 Compatibilità e coordinamento... 4 Modalità di esecuzione... 5 Impianto di terra... 6 Riferimenti Le principali Norme considerate
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