Competenze ed Ambiti di attività del Servizio Prevenzione e Protezione in una Azienda Sanitaria Dott. Pierfranco Garlanda
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1 Competenze ed Ambiti di attività del Servizio Prevenzione e Protezione in una Azienda Sanitaria 1
2 D.Lgs 81/08 art. 2: i soggetti della prevenzione in azienda oggi o Datore di Lavoro Dirigenti Preposto Lavoratori Medico competente Responsabile/Addetto Servizio di Prevenzione e Protezione Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) Addetti alle emergenze progettisti installatori appaltatori 2 Committente appaltante
3 Quadro relazioni del Servizio di Prevenzione e Protezione con gli i altri attori della sicurezza previsti Dlgs 81 /2008 Datore di lavoro Servizio di Prevenzione e Protezione (S.P.P.) nomina Responsabile del S.P.P. Addetti al S.P.P. I lavoratori nominano firma strumento operativo Medico competente Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (R.L.S.) Obbligo del singolo lavoratore di segnalare eventuali problemi legati alla sicurezza a datore di lavoro, dirigente, preposto, Valutazione dei rischi (aggiornamento nel tempo) 3
4 Titolo I - Disposizioni generali Sezione III Servizio P.e P. articolo 31: (corrispondente all articolo 8 del D lgs 626/94 ) regolamenta il SERVIZIO DI PREVENZIONE e PROTEZIONE e ne definisce i caratteri generali articolo 32: Capacità e requisiti professionali degli addetti e dei responsabili dei servizi di prevenzione e protezione.. Dlgs 81/08 TESTO UNICO 4
5 Titolo I - Disposizioni generali Sezione III Servizio P.e P. articolo 33: (ripropone l articolo 9 del Dlgs 626/94) identifica i COMPITI del Servizio di Prevenzione e Protezione Dlgs 81/08 TESTO UNICO 5
6 DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008, n. n s.m.i. Articolo 31 (Servizio di di prevenzione e protezione) Salvo Salvo quanto quanto previsto dall articolo 34, 34, il il datore datore di di lavoro lavoro organizza il il servizio di di prevenzione e protezione all interno della azienda o della della unità unità produttiva, Gli Gli addetti e i i responsabili dei dei servizi, interni o esterni, di di cui cui al al comma 1, 1, devono possedere le le capacità e i i requisiti professionali di di cui cui all articolo 32, 32, devono essere in in numero sufficiente rispetto alle alle caratteristiche dell azienda e disporre di di mezzi e di di tempo adeguati per per lo lo svolgimento dei dei compiti loro loro assegnati Nell ipotesi di di utilizzo di di un un servizio interno, il il datore di di lavoro può può avvalersi di di persone esterne alla alla azienda in in possesso delle conoscenze professionali necessarie, per per integrare, ove ove occorra, l azione di di prevenzione e protezione del del servizio Il Il ricorso a persone o servizi esterni è obbligatorio in in assenza di di dipendenti che, che, all interno dell azienda ovvero dell unità produttiva, siano in in possesso dei dei requisiti di di cui cui all articolo aprile 2008, n. 81 s.m.i. Dlgs 81/08 TESTO UNICO 6
7 DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008, n. n s.m.i. 9 aprile 2008, n. 81 s.m.i. Articolo 31 (Servizio di di prevenzione e protezione) L istituzione del servizio di di prevenzione e protezione all interno dell azienda, ovvero dell unità produttiva, è comunque obbligatoria nei seguenti casi:.... g) g) nelle strutture di di ricovero e cura pubbliche e private con oltre lavoratori. Nelle ipotesi di di cui al al presente comma il il Responsabile del servizio di di prevenzione e protezione deve essere interno. Dlgs 81/08 TESTO UNICO 7
8 DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008, n. n s.m.i. Articolo 33 (Compiti del del servizio di di prevenzione e protezione) Il Il servizio di di prevenzione e protezione dai dai rischi rischi professionali PROVVEDE: a) a) all individuazione dei dei fattori fattori di di rischio, rischio, alla alla VALUTAZIONE DEI DEI RISCHI e all individuazione delle delle MISURE PER PER LA LA SICUREZZA e la la salubritàdegli ambienti di di lavoro, lavoro, nel nel rispetto rispetto della della normativa vigente vigente sulla sulla base base della della specifica conoscenza dell organizzazione aziendale; b) b) ad ad ELABORARE, per per quanto quanto di di competenza, le le MISURE PREVENTIVE E PROTETTIVE di di cui cui all articolo articolo28, 28, comma 2, 2, e ii sistemi di di controllo di di tali tali misure; c) c) ad ad elaborare le le procedure di di sicurezza per per le le varie varie attività attività aziendali; d) d) a proporre i i programmi di di informazione e formazione dei dei lavoratori; e) e) a partecipare alle alle consultazioni in in materia materia di di tutela tutela della della salute salute e sicurezza sul sul lavoro, lavoro, nonché nonchéalla alla riunione periodicadi di cui cui all articolo 35; 35; f) f) a fornire fornire ai ai lavoratori le le informazionidi di cui cui all articolo I I componenti del del servizio di di prevenzione e protezione sono sono tenuti tenuti al al segreto segreto in in ordine ordine ai ai processi lavorativi di di cui cui vengono a conoscenza nell esercizio delle delle funzioni di di cui cui al al presente decreto legislativo Il Il servizio di di prevenzione e protezione è utilizzato dal dal datore datore di di lavoro. lavoro. 9 aprile 2008, n. 81 s.m.i. Dlgs 81/08 8 TESTO UNICO
9 Titolo I - Disposizioni generali Sezione II Valutazione dei rischi articolo 28: impone al datore di lavoro di considerare TUTTI I RISCHI per la salute e sicurezza dei lavoratori, compresi quelli collegati allo stress da lavoro, alle differenze di genere, all età, alla provenienza da altri paesi. Gli esiti di detta valutazione confluiscono nel documento di valutazione dei rischi di cui al comma 2, nel quale è contenuta l eventuale individuazione delle mansioni che espongono i lavoratori a rischi specifici. Dlgs 81/08 9 TESTO UNICO
10 Di fatto sino a questo punto non è che il D.lgs 81/2008 differisca di molto dal D.lgs 626/94.. Il vero cambio di marcia è dato dal contenuto dell art
11 Adozione di Misure Tecniche, Organizzative e Procedurali di prevenzione e protezione S.C. Prevenzione Protezione e Sicurezza ASL To3 11
12 Fare Prevenzione significa... Individuare delle Misure. 1. Tecniche 2. Procedurali 3. Organizzative atte a prevenire incidenti, infortuni e malattie 12
13 1. Misure Tecniche Per la gestione di impianti e macchine in sicurezza Gestione tecnica rete idrica acqua calda sanitaria per prevenzione contaminazione da legionella Gestione tecnica liquidi e gas criogenici (N 2 liq.. O 2 liq.) e gas medicali (Aria medicale, Ossigeno, Protossido N, Vuoto) Gestione impianti UTA e sostituzione periodica filtri Gestione rete rilevamento antincendio Gestione rete idrica antincendio idranti, spinkler estintori Gestione sistemi e apparecchiature in pressione Gestione e verifica periodica sicurezza impianti elettrici Gestione e verifica periodica apparecchiature elettromedicali Gestione apparecchiature ad emissione di alte energie (Ionizzanti, Non ionizzanti, Magnetiche, Laser, UV. IR. ecc ecc). 13
14 2. Misure Procedurali Per la gestione delle attività in sicurezza.. Procedure per la pulizia e disinfezione di superfici, attrezzature e locali Procedure per la gestione e smaltimento dei rifiuti di origine sanitaria Procedure per l accesso in zone a rischio (zona controllata RX, area Magnete RM,Laboratorio di Microbiologia, Zona a rischio Laser, Reparto infettivi, ecc) Procedure per il trasporto di materiale a rischio Biologico (Campioni ematologici e istologici) Procedure per la preparazione e somministrazione di farmaci citostatici. ecc ecc. 14
15 3.. MISURE DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELLA SICUREZZA art. 30 D.lgs n 81 del 9 aprile 2008) 15
16 Titolo I - Disposizioni generali Sezione II Valutazione dei rischi articolo 30: individua le caratteristiche che i MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE debbono avere perché l azienda non incorra nella responsabilità amministrativa delle persone giuridiche (decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, estesa dall articolo 9 della legge 3 agosto 2007, n. 123, alla materia della salute e sicurezza sul lavoro). Dlgs 81/08 TESTO UNICO 16
17 Nel periodo compreso tra i magistrati che dovevano attribuire le responsabilità di un incidente sul lavoro quando chiedevano A chi compete gestire gli aspetti di sicurezza del lavoro in azienda? in troppi hanno risposto.. La gestione della sicurezza compete ad un altro soggetto aziendale.... io deve già assolvere ad un altro compito 17
18 le conseguenze di una simile condotta difensiva sono scritte nella giurisprudenza di questi anni. INCIDENTE MALATTIA Datore Lavoro Dirigente Preposto AUTORITA GIUDIZIARIA Indagine giudiziaria per accertare le responsabilità che i singoli soggetti hanno avuto nelle genesi della malattia / incidente o. nel non impedire che il fatto accadesse ( ovvero sospendere l attività da loro diretta nel caso che questa fosse svolta in condizioni di insicurezza) Una volta accertate le responsabilità penali. ne discendono poi le responsabilità civili per il risarcimento del danno biologico, all infortunato infortunato..(tale indennizzo è a carico dei soggetti che sono stati ritenuti colpevoli in sede penale dell incidente o della malattia.) 18
19 Sistema di Gestione per la Sicurezza dei Lavoratori I legislatori del D.lgs 81/08 hanno quindi deciso di porre termine a questi atteggiamenti e con l art.lo 30 hanno introdotto l obbligo di adottare un MODELLO DI ORGANIZZAZIONE in grado di assicurare un sistema aziendale per adempiere a tutti gli obblighi giuridici relativi alla sicurezza. Linee guida UNI-INAIL INAIL 2001 British Standard OHSAS 18001:
20 LINEE GUIDA PER UN SISTEMA DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO (SGSL - UNI INAIL 2001) Elaborate Elaborate dal dal gruppo gruppo di di lavoro lavoro costituito costituito dalle dalle seguenti: seguenti: CGIL, CGIL, CISL, CISL, CNA, CNA, CONFAGRICOLTURA, CONFAPI, CONFAPI, CONFARTIGIANATO, CONFCOMMERCIO, CONFINDUSTRIA, CONFINDUSTRIA, INAIL, INAIL, ISPESL, ISPESL, UIL, UIL, UNI UNI 20
21 MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE art. 30 D.lgs n 81 del 9 aprile 2008 art. 30 D.lgs n 81 del 9 aprile 2008 A. FINALITA Un SGSL è finalizzato a garantire il raggiungimento degli obiettivi di salute e sicurezza che l impresa /organizzazione si è data in una efficace prospettiva costi/benefici. 21
22 22
23 MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE art. 30 D.lgs n 81 del 9 aprile 2008 art. 30 D.lgs n 81 del 9 aprile 2008 Le sequenze delle fasi generalmente applicabili, quando l SGSL è a regime, sono: - stabilire la politica aziendale per la salute e sicurezza sul lavoro lavoro, che definisca gli impegni generali per la prevenzione dei rischi ed il miglioramento progressivo della salute e sicurezza; - identificare le prescrizioni delle leggi e dei regolamenti applicabili; - identificare tutti i PERICOLI e VALUTARE I RELATIVI RISCHI per tutti i lavoratori, compresi i casi, associati con i processi, le attività operative ed organizzative (comprese le interazioni fra gli addetti), le sostanze e i preparati pericolosi, ecc.; - identificare i soggetti potenzialmente esposti - fissare specifici obiettivi appropriati, raggiungibili e congruenti con gli impegni generali definiti nella politica; - elaborare programmi per il raggiungimento di tali obiettivi, definendo priorità, tempi e responsabilità ed assegnando le necessarie risorse; Ovvero, quando il SGSL è a regime l art. 30 del D.lgs 81/08 è pienamente rispettato 23
24 MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE art. 30 D.lgs n 81 del 9 aprile 2008 art. 30 D.lgs n 81 del 9 aprile 2008 Le sequenze delle fasi generalmente applicabili, quando l SGSL è a regime, sono: - stabilire le modalità, procedure e prassi per gestire i programmi; - sensibilizzare la struttura aziendale al raggiungimento degli obiettivi prefissati; - attuare adeguate attività di monitoraggio, verifica ed ispezione per assicurarsi che il sistema funzioni; - avviare le opportune azioni correttive e preventive in funzione degli esiti del monitoraggio; - effettuare un periodico riesame per valutare l efficacia e l efficienza l del sistema nel raggiungere gli obiettivi Ovvero, quando il SGSL è a regime l art. 30 del D.lgs 81/08 è pienamente rispettato 24
25 MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE art. 30 D.lgs n 81 del 9 aprile 2008 art. 30 D.lgs n 81 del 9 aprile 2008 E. STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA E.2 DEFINIZIONE DEI COMPITI E DELLE RESPONSABILITÀ Le responsabilità e la relativa autorità in materia di SSL sono definite in coerenza con lo schema organizzativo e funzionale dell azienda azienda. Piano Organizzazione Aziendale Nella definizione dei COMPITI ORGANIZZATIVI E OPERATIVI della direzione aziendale, dei dirigenti, dei preposti e dei lavoratori, dovrebbero essere esplicitati e resi noti anche quelli relativi alle attività di sicurezza di loro competenza nonché le responsabilità connesse all esercizio delle stesse, ed i compiti di ispezione, verifica e sorveglianza in materia di SSL. Dovrebbero essere documentate e rese note a tutti i livelli aziendali le funzioni ed i compiti del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione e degli eventuali Addetti SPP, del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza e degli addetti alla gestione delle emergenze, nonché i compiti e le responsabilità del Medico competente. 25
26 MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE art. 30 D.lgs n 81 del 9 aprile 2008 art. 30 D.lgs n 81 del 9 aprile 2008 E. STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA E.7 INTEGRAZIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA NEI PROCESSI AZIENDALI E GESTIONE OPERATIVA 2/3 In particolare si dovrebbero: - evidenziare le misure di prevenzione e protezione (compresi gli aspetti organizzativi e relazionali) e le interrelazioni tra i vari soggetti e processi aziendali che hanno influenza sulla SSL; - definire chi fa che cosa ; - definire i metodi di gestione per garantire il raggiungimento degli obiettivi prefissati. L azienda dovrebbe stabilire ed aggiornare: - procedure per affrontare situazioni difformi rispetto alla politica ed agli obiettivi fissati definendo nelle stesse i criteri operativi; - procedure che riguardino gli aspetti di SSL significativi inerenti l acquisizione di beni e servizi impiegati dall azienda, comunicando le opportune informazioni a fornitori ed appaltatori; - procedure per la gestione delle emergenze. 26
27 MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE art. 30 D.lgs n 81 del 9 aprile 2008 art. 30 D.lgs n 81 del 9 aprile 2008 F. RILEVAMENTO E ANALISI DEI RISULTATI E CONSEGUENTE MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA F.1 MONITORAGGIO INTERNO DELLA SICUREZZA Un SGSL, come ogni sistema di gestione, prevede 2 livelli di verifica: 1 Livello di verifica del raggiungimento degli obiettivi 2 Livello di verifica della funzionalità del sistema 27
28 REGOLAMENTO AZIENDALE SISTEMA DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO 28
29 PIANO DI ORGANIZZAZIONE AZIENDALE ASL TO3 Approvazione del REGOLAMENTO AZIENDALE SISTEMA DI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL SUL LAVORO (SGSL UNI INAIL 2001 ) 29
30 Sistema di Gestione per la Sicurezza dei Lavoratori - ASL TO3 DATORE DI LAVORO Delegato dal Datore Lavoro DIRIGENTI UFFICI COMPETENTI D.Lgs 81/08 POA DIREZIONE TECNICA DIREZIONE GENERALE POA D.Lgs 81/08 PREPOSTI. LAVORATORI S.C. P.P.S. DIREZIONE SANITARIA POA DIREZIONE AMMINISTRATIVA COMMISSIONE DI COORDINAMENTO PER LA PREVENZIONE D.G. - D.A. - D.S. - D.L.D. R.S.P.P. - M.C. D.Lgs 81/08 R.L.S. R.S.P.P./ A.S.P.P. MEDICO COMPETENTE MEDICO AUTORIZZATO ESPERTO QUALIFICATO TECN. SICUR. LASER FISICO ESP. R.M 30
31 Sistema di Gestione per la Sicurezza dei Lavoratori - ASL TO3 UNI - INAIL 2001 D.Lgs n.81 del 09 aprile 2008 TESTO UNICO NORMATIVO IN MATERIA DI SALUTE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO art. 16 = Deleghe art. 17 = D.L. art. 18 = D.L.D. - DIR art. 19 = PREP art. 30 = MODELLO ORGANIZZATIVO PIANO ORGANIZZATIVO AZIENDALE MODELLO DI GESTIONE FUNZIONE FIGURE S.G.S.L. ASL TO3 REGOLAMENTO COMPITI NOMINE 31
32 Sistema di Gestione per la Sicurezza dei Lavoratori - ASL TO3 D.L. DDL DIR. PREP. CICLO LAVORATIVO ANAGRAFICHE GENERALI ANAGRAFICHE DI SETTORE INCENDIO STRUTTURE IMPIANTI ATTREZZATURE SOSTANZE RISORSE UMANE UFFICI COMPETENTI S.C. P.P.S. PROCEDURE DISPOSIZIONI COMMISSIONE DI COORDINAMENTO PER LA PREVENZIONE D.G. - D.A. - D.S. - D.L.D. R.S.P.P. - M.C. STRUTTURE IMPIANTI ATTREZZATURE SOSTANZE RISORSE UMANE Delibera del Direttore Generale n 75 del 29/01/2009 R.L.S. R.S.P.P./ A.S.P.P. MEDICO COMPETENTE LAVORATORI BIOLOGICO M.M.C. CHIMICO / CANCEROGENI VDT / ERGONOMIA MICROCLIMA RADIAZIONI IONIZZANTI RAD. NON IONIZZANTI RUMORE / VIBRAZIONI D.P.I. ELETTRICO MECCANICO PSICOSOCIALE SOGGETTI DISABILI AGGRESSIONI ATEX ELETTROMAGNETISMO.. MEDICO AUTORIZZATO VALUTARE IL RISCHIO 2 LIVELLO ESPERTO QUALIFICATO TECN. SICUR. LASER FISICO ESP. R.M IDENTIFICARE IL RISCHIO CORRELATO 1 LIVELLO 32
33 Sistema di Gestione per la Sicurezza dei Lavoratori - ASL TO3 Direttore Generale DL Direttore Sanitario Direttore Amm.ivo Dir. Int.ta Prev.zione Dir.Int.ta S.Mentale Pat.Dip.ze Dir.Int.ta Presidi Ospedalieri Dir Int.ta Att.Sanit. Territorio DDTLO DDPC Gli Gli 8 Datori Datori di di Lavoro Lavoro Delegato (DDL) (DDL) I DDL delegano a cascata come DIRIGENTE SGSL I DDL delegano a cascata come PREPOSTO SGSL 21 Direttori di Dipartimento Sanitario 93 Direttori di Struttura Complessa 9 Direttori di Distretto 1 Dirigente Servizio Infermieristico tecnico e Riabilitativo 45 Dirigenti di Struttura Semplice 100 Capo Sala, Capo Tecnico di Laboratorio A regime il SGSL prevede S.C. Prevenzione siano Protezione conferite Sicurezza circa ASL TO3 280 Deleghe a Dirigenti igenti e 33 Preposti SGSL deleghe SPI, Amianto, Referente SPI ecc
34 Sistema di Gestione per la Sicurezza dei Lavoratori - ASL TO3 Direttore Generale Ing. RABINO Datore di Lavoro Delegato dal Datore di Lavoro (DDL) Direttore Sanitario DR.MARFORIO Direttore Amm.vo DR.MARINO Dir.Int.ta Prev,zione DR.LAURENTI Dir.Intta S.Mentale Pat. Dipendenze DR.FURLAN Dir.Int.ta Presidi Ospedalieri????... Dir.Int.ta Att.SanitTerritorio Dr. PEROTTI DDTLO????... DL DDPC????... Assegna delega: Assegna delega: Assegna delega: OOPP Rivoli Dr. R. Sacco OOPP Pinerolo Dr. G. LaValle Assegna delega: Assegnano delega: 1 da dirigente 2 da preposto 11 da dirigente 21 da preposto 8 da dirigente 13 da preposto 14 dirigente 20 preposto 13/15 dirigente 20 da preposto Assegnano delega: Deleghe che il DDL dovrà assegnare secondo POA 29 dirigente 41 preposto 26 dirigente 34 preposto Dirigente / Preposto SGSL individuato dal DDL 34
35 Sistema di Gestione per la Sicurezza dei Lavoratori - ASL TO3 DIPARTIMENTO TECNICO LOGISTICO ED OPERATIVO....?????.....?????... DIPARTIMENTO PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO....?????.....?????... S.S. PROGETTAZIONE EDILE..????... S.C. ORGANIZZAZIONE SVILUPPO RISORSE UMANE Dr. PASQUET S.C. PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO DI GESTIONE D.ssa MARTINA S.C. TECNICO Ing. PARIGI S.S. MANUTENZIONE..????... S.S. GESTIONE IMPIANTI..????... S.C. PERSONALE DIPENDENTE D.ssa VERCESI S.C. Personale Convenzionato e a rapporto libero Professionale D.ssa CAPELLO S.C. AFFARI GENERALI Dr. ANSINELLI S.S. INGEGNERIA CLINICA..????... S.C. RICERCA E FORMAZIONE Dr. PRESUTTI S.C. ECONOMICO FINANZIARIO Dr. ALPE S.C. LEGALE D.Ssa ARALDO S.C. PROVVEDITORATO Dr. GOLZIO S.C. SISTEMA INFORMATICO Dr. MICHELIN SALOMON S.C. ECONOMATO E LOGISTICA Dr. GIARDINO D.ssa DARGHERO S.C. PATRIMONIALE Dr. VOLA S.S. FORMAZIONE e PROGETTI DI PROMOZIONE DELLA SALUTE D.ssa. A. COSOLA S.S. GESTIONE DEL PATRIMONIO INFORMATICO Dr. VALTER S.C. Prevenzione BRUNO Protezione Sicurezza ASL TO3 S.S. GESTIONE FINANZIARIA INVESTIMENTI..????... Dirigente/Preposto SGSL 35
36 Sistema di Gestione per la Sicurezza dei Lavoratori - ASL TO3 Vediamo cosa dice il Regolamento SGSL Chi Gestisce la Sicurezza Sul Lavoro in ASL TO3? Come la SSL viene ripartita nelle responsabilità attuative? Come si programmano e coordinano le attività SSL Come si controlla che tutto quanto si deve fare a termine di legge sia effettivamente attuato E molto altro ancora.. Regolamento - Allegato 1 36
37 Grazie per l attenzione SGSL Cosa si deve fare Come proteggersi da. Cosa non si deve mai fare.. 37
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