La gestione dei rifiuti

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1 La gestione dei rifiuti Nozioni, classificazione, codifica, modalità di gestione e adempimenti Paolo Pipere Responsabile Servizio Adempimenti Ambientali Camera di Commercio di Milano Segretario Sezione lombarda Albo Nazionale Gestori Ambientali Nozione di rifiuto Sommario Nozione di sottoprodotto Cessazione della qualifica di rifiuto Responsabilità del produttore/detentore Classificazione dei rifiuti Attribuzione del codice CER Individuazione e gestione di particolari tipologie di rifiuti Deposito temporaneo Trasporto Selezione dei fornitori di servizi Adempimenti 1

2 Nozione di rifiuto Si intende per: Nozione di rifiuto rifiuto: qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l intenzione o abbia l'obbligo di disfarsi; 2

3 Esclusioni 1. Non rientrano nel campo di applicazione della parte quarta del presente decreto: a) le emissioni costituite da effluenti gassosi emessi nell'atmosfera; b) il terreno (in situ), inclusi il suolo contaminato non scavato e gli edifici collegati permanentemente al terreno, fermo restando quanto previsto dagli artt. 239 e ss. relativamente alla bonifica di siti contaminati; c) il suolo non contaminato e altro materiale allo stato naturale escavato nel corso di attività di costruzione, ove sia certo che esso verrà riutilizzato a fini di costruzione allo stato naturale e nello stesso sito in cui è stato escavato; Esclusioni d) i rifiuti radioattivi; e) i materiali esplosivi in disuso; f) le materie fecali, se non contemplate dal comma 2, lettera b), paglia, sfalci e potature, nonché altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso utilizzati in agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia da tale biomassa mediante processi o metodi che non danneggiano l ambiente né mettono in pericolo la salute umana. 3

4 Esclusioni i sedimenti spostati all interno di acque superficiali ai fini della gestione delle acque e dei corsi d acqua o della prevenzione di inondazioni o della riduzione degli effetti di inondazioni o siccità o ripristino dei suoli se è provato che i sedimenti non sono pericolosi ai sensi della decisione 2000/532/CE della Commissione del 3 maggio 2000, e successive modificazioni. Il suolo escavato non contaminato e altro materiale allo stato naturale, utilizzati in siti diversi da quelli in cui sono stati escavati, devono essere valutati ai sensi, nell ordine, degli articoli 183, comma 1, lettera a), 184-bis e 184-ter. Esclusioni Residui da estrazione e lavorazione di pietre e marmi equiparati alla disciplina per terre e rocce da scavo [di recente abrogazione (6/10/2012)] se rispondenti alle disposizioni sulla cessazione della qualifica di rifiuto 4

5 Nozione di sottoprodotto Sottoprodotto Processo produttivo Sottopro dotto Processo produttivo Paolo Pipere 2011 Tutti i diritti riservati 5

6 Materia secondaria ex ante Processo produttivo Condizioni D.M. 5/2/1998 Materia secondaria [Abrogata dal 25 giugno 2011] Nozione di sottoprodotto sottoprodotto : qualsiasi sostanza od oggetto che soddisfa le condizioni di cui all articolo 184- bis, comma 1, o che rispetta i criteri stabiliti in base all articolo 184-bis, comma

7 Nozione di sottoprodotto Articolo 184-bis (Sottoprodotto) Condizioni da soddisfare a) la sostanza o l oggetto è originato da un processo di produzione, di cui costituisce parte integrante, e il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza od oggetto; b) è certo che la sostanza o l oggetto sarà utilizzato, nel corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione, da parte del produttore o di terzi; Nozione di sottoprodotto c) la sostanza o l oggetto può essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale; d) l ulteriore utilizzo è legale, ossia la sostanza o l oggetto soddisfa, per l utilizzo specifico, tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e dell ambiente e non porterà a impatti complessivi negativi sull ambiente o la salute umana. 7

8 Nozione di sottoprodotto Criteri da rispettare 2. Sulla base delle condizioni previste al comma 1, possono essere adottate misure per stabilire criteri qualitativi o quantitativi da soddisfare affinché specifiche tipologie di sostanze o oggetti siano considerati sottoprodotti e non rifiuti. All adozione di tali criteri si provvede con uno o più decreti del Ministro dell ambiente [ ] La precedente nozione di sottoprodotto (ante D.Lgs. 205/2010) sono sottoprodotti le sostanze ed i materiali [ ] che soddisfino tutti i seguenti criteri, requisiti e condizioni: 1) siano originati da un processo non direttamente destinato alla loro produzione; 2) il loro impiego sia certo, sin dalla fase della produzione, integrale e avvenga direttamente in un processo di produzione o di utilizzazione preventivamente individuato e definito; 3) soddisfino requisiti merceologici e di qualità ambientale idonei a garantire che il loro impiego non dia luogo ad emissioni e ad impatti ambientali qualitativamente e quantitativamente diversi da quelli autorizzati per l impianto dove sono destinati ad essere utilizzati; 4) non debbano essere sottoposti a trattamenti preventivi o a trasformazioni preliminari per soddisfare i requisiti merceologici e di qualità ambientale di cui al punto 3), ma posseggano tali requisiti sin dalla fase della produzione; 5) abbiano un valore economico di mercato. 8

9 Come gestire i sottoprodotti Il sottoprodotto deve essere in tutto e per tutto un prodotto, pertanto: 1. deve rispettare tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e dell ambiente; È necessario verificare, ed essere in grado di dimostrare con un appropriata e completa documentazione, che lo scarto di produzione qualificato come sottoprodotto sia conforme a tutte le norme cogenti applicabili a quel genere di prodotti, non solo a quelle volte e proteggere l ambiente e la salute; La completezza della documentazione è essenziale, in quanto è l impresa che decide di avvalersi di questo regime di favore a dovere dimostrare di non avere gestito come prodotto ciò che invece rispondeva alla definizione di rifiuto. Come gestire i sottoprodotti La documentazione deve comprendere un adeguata valutazione della corrispondenza del sottoprodotto alle norme tecniche nazionali o internazionali, alle norme di settore, alle caratteristiche merceologiche dei prodotti usualmente commercializzati o alle specifiche merceologiche dei prodotti dei quali vengono ufficialmente rilevati i prezzi all ingrosso. 9

10 Come gestire i sottoprodotti È necessario dimostrare che la sostanza o l oggetto sarà utilizzato, nel corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione, da parte del produttore o di terzi, pertanto è necessario poter esibire: Contratti che dimostrano che il sottoprodotto viene ceduto ad un utilizzatore, naturalmente non come rifiuto o materia secondaria, ma come vero e proprio prodotto; Fatture di vendita; Documentazione relativa alla funzione che il sottoprodotto svolgerà nel processo produttivo o di utilizzo al quale è destinato (ad esempio, sostituzione di materie prime tradizionali ); Come gestire i sottoprodotti Si deve essere in grado di dimostrare che la sostanza o l oggetto può essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale, pertanto: È necessario acquisire documentazione sui processi produttivi o di utilizzo che impiegheranno i sottoprodotti ed essere certi che questi ultimi possano essere impiegati come input di questi processi senza che sia necessario sottoporli a trattamenti diversi da quelli previsti per le materie prime tradizionali ; È opportuno verificare se esistono norme tecniche o di settore che possano essere utilizzate per dimostrare qual è la normale pratica industriale in quel settore di attività; 10

11 Nozione di cessazione della qualifica di rifiuto (end of waste) End of Waste Processo produttivo Rifiuto Impianto di recupero Prodotto Condizioni End of Waste Paolo Pipere 2011 Tutti i diritti riservati 11

12 End of waste (Cessazione della qualifica di rifiuto) 1. Un rifiuto cessa di essere tale, quando è stato sottoposto a un operazione di recupero, incluso il riciclaggio e la preparazione per il riutilizzo, e soddisfi i criteri specifici, da adottare nel rispetto delle seguenti condizioni: a) la sostanza o l oggetto è comunemente utilizzato per scopi specifici; b) esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto; End of waste c) la sostanza o l oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti; d) l utilizzo della sostanza o dell oggetto non porterà a impatti complessivi negativi sull ambiente o sulla salute umana. 12

13 End of waste Criteri per verificare la Cessazione della qualifica di rifiuto in luogo di materie prime secondarie o materie secondarie Materia secondaria ex post Processo produttivo Rifiuto Impianto di recupero Materia secondaria Condizioni D.M. 5/2/1998 Paolo Pipere 2011 Tutti i diritti riservati 13

14 End of waste L operazione di recupero può consistere semplicemente nel controllare i rifiuti per verificare se soddisfano i criteri elaborati conformemente alle predette condizioni. I criteri di cui al comma 1 sono adottati in conformità a quanto stabilito dalla disciplina comunitaria ovvero, in mancanza di criteri comunitari, caso per caso per specifiche tipologie di rifiuto attraverso uno o più decreti del Ministro dell ambiente [ ] I criteri includono, se necessario, valori limite per le sostanze inquinanti e tengono conto di tutti i possibili effetti negativi sull ambiente della sostanza o dell oggetto. End of waste Nelle more dell adozione di uno o più decreti [ ]continuano ad applicarsi le disposizioni di cui ai decreti del Ministro dell ambiente e della tutela del territorio in data 5 febbraio 1998, 12 giugno 2002, n. 161, e 17 novembre 2005, n. 269 e l art. 9-bis, lett. a) e b), del decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 dicembre 2008, n. 210 [sono prodotti i beni ottenuti dal recupero che rispettano i criteri definiti dall autorizzazione dell impianto]. 14

15 Gerarchia dei rifiuti Art. 4 Direttiva 2008/98/CE: ordine di priorità della normativa e della politica in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti: a) prevenzione; b) preparazione per il riutilizzo; c) riciclaggio; d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia; e) smaltimento. Responsabilità estesa del produttore di rifiuti 15

16 Definizioni Art. 183 D. Lgs. 152/2006 come modificato da D. Lgs. 205/2010: Comma 1 f) Produttore di rifiuti: il soggetto la cui attività produce rifiuti (produttore iniziale) o chiunque effettui operazioni di pretrattamento, di miscelazione o altre operazioni che hanno modificato la natura o la composizione di detti rifiuti; Responsabilità del produttore del rifiuto Responsabilità della gestione dei rifiuti Nuova formulazione dell Art. 188 [entrerà in vigore con la piena operatività del SISTRI] Il produttore iniziale o altro detentore di rifiuti provvedono direttamente al loro trattamento, oppure li consegnano ad un intermediario, ad un commerciante, ad un ente o impresa che effettua le operazioni di trattamento dei rifiuti, o ad un soggetto pubblico o privato addetto alla raccolta dei rifiuti, in conformità agli articoli 177 e 179. Fatto salvo quanto previsto ai successivi commi del presente articolo, il produttore iniziale o altro detentore conserva la responsabilità per l intera catena di trattamento, restando inteso che qualora il produttore iniziale o il detentore trasferisca i rifiuti per il trattamento preliminare a uno dei soggetti consegnatari di cui al presente comma, tale responsabilità, di regola, comunque sussiste. 16

17 Responsabilità del produttore del rifiuto Responsabilità della gestione dei rifiuti Nuova formulazione dell Art. 188 [entrerà in vigore con la piena operatività del SISTRI] Al di fuori dei casi di concorso di persone nel fatto illecito e di quanto previsto dal Regolamento(CE) n.1013/2006, qualora il produttore iniziale, il produttore e il detentore siano iscritti ed abbiano adempiuto agli obblighi del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (SISTRI) [ ] la responsabilità di ciascuno di tali soggetti è limitata alla rispettiva sfera di competenza stabilita dal predetto sistema. Classificazione e codifica dei rifiuti 17

18 I criteri di classificazione dei rifiuti Secondo l origine: Urbani Speciali Secondo la pericolosità: Non pericolosi Pericolosi I criteri di classificazione dei rifiuti Secondo l origine 18

19 I criteri di classificazione dei rifiuti Art. 184 D.Lgs. 152/2006 [formulazione precedente alle modifiche apportate dal D.Lgs. 205/2010] 2. Sono rifiuti urbani: a) i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione; b) i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui alla lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità, ai sensi dell'articolo 198, comma 2, lettera g); c) i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade; d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d'acqua; e) i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali; f) i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonché gli altri rifiuti provenienti da attività cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b), c) ed e). I criteri di classificazione dei rifiuti Art. 184 D.Lgs. 152/ Rifiuti speciali [formulazione precedente alle modifiche apportate dal D.Lgs. 205/2010] a) i rifiuti da attività agricole e agroindustriali; b) i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti che derivano dalle attività di scavo, fermo restando quanto disposto dall'articolo 186 [esclusione per terre e rocce da scavo]; c) i rifiuti da lavorazioni industriali; d) i rifiuti da lavorazioni artigianali; e) i rifiuti da attività commerciali; f) i rifiuti da attività di servizio; 19

20 I criteri di classificazione dei rifiuti Art. 184 D.Lgs. 152/ Rifiuti speciali [formulazione precedente alle modifiche apportate dal D.Lgs. 205/2010] g) i rifiuti derivanti dalla attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi; h) i rifiuti derivanti da attività sanitarie; i) i macchinari e le apparecchiature deteriorati ed obsoleti; l) i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti; m) il combustibile derivato da rifiuti; n) [abrogato dal D.Lgs. 4/2008] i rifiuti derivati dalle attività di selezione meccanica dei rifiuti solidi urbani. Classificazione Modifiche introdotte dal D.Lgs. 205/2010 Sono rifiuti speciali: a) i rifiuti da attività agricole e agro-industriali, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 2135 C.c. [i rifiuti agro-industriali sono derivanti solo dalle attività esercitate dall imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione dei prodotti agricoli] b) i rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti che derivano dalle attività di scavo, fermo restando quanto disposto dall'articolo 184-bis [Sottoprodotti]; 20

21 Classificazione Scompaiono dall elenco dei rifiuti speciali: i) i macchinari e le attrezzature deteriorati ed obsoleti [e il relativo regime di gestione semplificato]; l) i veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti; m) il combustibile derivato dai rifiuti [sostituito dal combustibile solido secondario (CSS) : il combustibile solido prodotto da rifiuti che rispetta le caratteristiche di classificazione e di specificazione individuate delle norme tecniche UNI CEN/TS e successive modifiche ed integrazioni; fatta salva l applicazione dell articolo 184-ter, il combustibile solido secondario, è classificato come rifiuto speciale] I criteri di classificazione dei rifiuti Secondo la pericolosità 21

22 I criteri di classificazione dei rifiuti [formulazione precedente alle modifiche apportate dal D.Lgs. 205/2010] Sono classificati come pericolosi i rifiuti non domestici 1. indicati espressamente come tali, con apposito asterisco, nell Allegato D, sulla base degli allegati G, H e I I criteri di classificazione dei rifiuti 2. Ma, [come specifica l introduzione al CER Decisione 2000/532/CE e s.m.i.] nel caso in cui la descrizione del rifiuto contenga un riferimento specifico (p.es. contenente mercurio ) o generico (p.es. contenente sostanze pericolose ) alla presenza di sostanze pericolose, il rifiuto sarà pericoloso solo se tali sostanze raggiungono determinate concentrazioni (p.es.percentuale rispetto al peso) tali da conferire al rifiuto una o più proprietà di cui all allegato III della Direttiva 91/689/CE 22

23 I criteri di classificazione dei rifiuti Direttiva ministeriale 9 aprile 2002 (CER) Allegato A, punto 6 dell introduzione Se un rifiuto è identificato come pericoloso mediante riferimento specifico o generico a sostanze pericolose e come non pericoloso in quanto diverso da quello pericoloso ( voce a specchio ), esso è classificato come pericoloso solo se le sostanze raggiungono determinate concentrazioni... Per le caratteristiche da H3 a H8, H10 e H11 si applicano i valori limite (di cui al punto 4), mentre le caratteristiche H1, H2, H9, H12, H13 e H14 non devono essere prese in considerazione, in quanto mancano i criteri di riferimento sia a livello comunitario che a livello nazionale... Classificazione dei rifiuti Caratteristiche di pericolo 23

24 Caratteristiche di pericolo non ancora considerate: H1 Esplosivo H2 Comburente H9 Infettivo H12 Sostanze e preparati che, a contatto con l acqua, l aria o un acido, sprigionano un gas tossico o molto tossico H13 Sostanze e preparati suscettibili, dopo eliminazione, di dare origine in qualche modo ad un altra sostanza, ad esempio ad un prodotto di lisciviazione avente una delle caratteristiche sopra elencate H14 Ecotossico Classificazione Modifiche apportate dal D.Lgs. 205/2010 Sono rifiuti pericolosi quelli che recano le caratteristiche di cui all allegato I [Caratteristiche di pericolo per i rifiuti] della parte quarta del presente decreto [scompare il riferimento all elenco positivo dei rifiuti pericolosi]; L elenco dei rifiuti di cui all allegato D alla parte quarta del presente decreto include i rifiuti pericolosi e tiene conto dell origine e della composizione dei rifiuti e, ove necessario, dei valori limite di concentrazione delle sostanze pericolose. Esso è vincolante per quanto concerne la determinazione dei rifiuti da considerare pericolosi. [ ] 24

25 Classificazione Con decreto, da adottare entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore dalla presente disposizione, possono essere emanate specifiche linee guida per agevolare l applicazione della classificazione dei rifiuti introdotta agli allegati D e I. La declassificazione da rifiuto pericoloso a rifiuto non pericoloso non può essere ottenuta attraverso una diluizione o una miscelazione del rifiuto che comporti una riduzione delle concentrazioni iniziali di sostanze pericolose sotto le soglie che definiscono il carattere pericoloso del rifiuto Classificazione In luogo di sono pericolosi i rifiuti non domestici [precedente versione D.Lgs 152/2006] si dispone che: L obbligo di etichettatura dei rifiuti pericolosi di cui all articolo 193 e l obbligo di tenuta dei registri di cui all art. 190 non si applicano alle frazioni separate di rifiuti pericolosi prodotti da nuclei domestici fino a che siano accettate per la raccolta, lo smaltimento o il recupero da un ente o un impresa che abbiano ottenuto l autorizzazione o siano registrate in conformità agli articoli 208, 212, 214 e

26 Classificazione Nel caso specifico dei RAEE la classificazione in relazione alla pericolosità un apparecchio divenuto rifiuto segue un altro criterio: È pericoloso un RAEE che contiene componenti pericolosi (accumulatori e batterie di cui alla voce contrassegnati come pericolosi, commutatori a mercurio, vetri di tubi a raggi catodici, ed altri vetri radioattivi, ecc.) * apparecchiature fuori uso, contenenti componenti pericolosi, diversi da quelli di cui alle voci (trasformatori e condensatori contenenti PCB) e (apparecchiature fuori uso, contenenti amianto in fibre libere) Classificazione dei rifiuti: le responsabilità La corretta classificazione dei rifiuti è fondamentale. Un rifiuto pericoloso conferito ad un trasportatore o ad un gestore di impianti non in possesso di titoli abilitativi adeguati è un rifiuto non correttamente gestito. 26

27 Classificazione dei rifiuti: le responsabilità Il medesimo problema si verifica quando si classifica come rifiuto urbano un rifiuto speciale e viceversa Classificazione dei rifiuti: le responsabilità L errata classificazione del rifiuto comporta l inadempimento degli obblighi relativi a: Deposito temporaneo; Emissione del formulario; Eventuale istituzione e movimentazione del registro di carico e scarico; SISTRI. 27

28 Classificazione dei rifiuti: le responsabilità E pertanto espone alle sanzioni connesse all omessa o all errata esecuzione di tali adempimenti Codifica Come attribuire il corretto codice CER ad un rifiuto? 28

29 Catalogo Europeo dei Rifiuti Il catalogo europeo dei rifiuti - CER è suddiviso in venti classi (prime due cifre del codice) ciascuna delle quali è a sua volta suddivisa in un numero variabile di sottoclassi - processi produttivi (seconda coppia di cifre) nell ambito delle quali sono elencati i singoli tipi di rifiuti (ultime due cifre). CER " 01 Rifiuti derivanti da prospezione, estrazione da miniera o cava, nonché dal trattamento fisico o chimico di minerali " 02 Rifiuti prodotti da agricoltura, orticoltura, acquacoltura, silvicoltura, caccia e pesca, trattamento e preparazione di alimenti " 03 Rifiuti della lavorazione del legno e della produzione di pannelli, mobili, polpa, carta e cartone " 04 Rifiuti della lavorazione di pelli e pellicce e dell industria tessile " 05 Rifiuti della raffinazione del petrolio, purificazione del gas naturale e trattamento pirolitico del carbone " 06 Rifiuti dei processi chimici inorganici " 07 Rifiuti dei processi chimici organici " 08 Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di rivestimenti (pitture, vernici e smalti vetrati), adesivi, sigillanti, e inchiostri per stampa " 09 Rifiuti dell industria fotografica " 10 Rifiuti provenienti da processi termici " 11 Rifiuti prodotti dal trattamento chimico superficiale e dal rivestimento di metalli ed altri materiali; idrometallurgia non ferrosa " 12 Rifiuti prodotti dalla lavorazione e dal trattamento fisico e meccanico superficiale di metalli e plastica " 13 Oli esauriti e residui di combustibili liquidi (tranne oli commestibili, 05 e 12) " 14 Solventi organici, refrigeranti e propellenti di scarto (tranne le voci 07 e 08) " 15 Rifiuti di imballaggio, assorbenti, stracci, materiali filtranti e indumenti protettivi (non specificati altrimenti) " 16 Rifiuti non specificati altrimenti nell elenco " 17 Rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione (compreso il terreno proveniente da siti contaminati) " 18 Rifiuti prodotti dal settore sanitario e veterinario o da attività di ricerca collegate (tranne i rifiuti di cucina e di ristorazione che non derivino direttamente da trattamento terapeutico) " 19 Rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti, impianti di trattamento delle acque reflue fuori sito, nonché dalla potabilizzazione dell acqua e dalla sua preparazione per uso industriale " 20 Rifiuti urbani (rifiuti domestici e assimilabili prodotti da attività commerciali e industriali nonché dalle istituzioni) inclusi i rifiuti della raccolta differenziata 29

30 Il processo di attribuzione dei codici 1. Identificare la fonte che genera il rifiuto consultando i titoli dei capitoli da 01 a 12 o da 17 a 20 per risalire al codice a sei cifre riferito al rifiuto in questione, ad eccezione dei codici dei suddetti capitoli che terminano con le cifre 99. È possibile che un determinato impianto o stabilimento debba classificare le proprie attività riferendosi a capitoli diversi. Nota: I rifiuti di imballaggio oggetto di raccolta differenziata (comprese combinazioni di diversi materiali di imballaggio)vanno classificati alla voce e non alla voce Il processo di attribuzione dei codici 2. Se nessuno dei codici dei capitoli da 01 a 12 o da 17 a 20 si presta per la classificazione di un determinato rifiuto, occorre esaminare i capitoli 13, 14 e 15 per identificare il codice corretto. 30

31 Il processo di attribuzione dei codici 3. Se nessuno di questi codici risulta adeguato, occorre definire il rifiuto utilizzando i codici di cui al capitolo Se un determinato rifiuto non è classificabile neppure mediante i codici del capitolo 16, occorre utilizzare il codice 99 (rifiuti non altrimenti specificati) preceduto dalle cifre del capitolo che corrisponde all attività identificata al precedente punto 1». rifiuto da catalogare 31

32 rifiuto da catalogare appartiene ad una classe da 01 a 12 o da 17 a 20? rifiuto da catalogare appartiene ad una classe da 01 a 12 o da 17 a 20? è possibile attribuirgli un codice appropriato? (esclusi XX XX 99) 32

33 rifiuto da catalogare appartiene ad una classe da 01 a 12 o da 17 a 20? è possibile attribuirgli un codice appropriato? (esclusi XX XX 99) codice rifiuto da catalogare appartiene ad una classe da 01 a 12 o da 17 a 20? 33

34 rifiuto da catalogare appartiene ad una classe da 01 a 12 o da 17 a 20? appartiene ad una delle classi 13, 14 o 15? rifiuto da catalogare appartiene ad una classe da 01 a 12 o da 17 a 20? appartiene ad una delle classi 13, 14 o 15? è possibile attribuirgli un codice appropriato? 34

35 rifiuto da catalogare appartiene ad una classe da 01 a 12 o da 17 a 20? appartiene ad una delle classi 13, 14 o 15? è possibile attribuirgli un codice appropriato? codice rifiuto da catalogare appartiene ad una classe da 01 a 12 o da 17 a 20? appartiene ad una delle classi 13, 14 o 15? 35

36 rifiuto da catalogare appartiene ad una classe da 01 a 12 o da 17 a 20? appartiene ad una delle classi 13, 14 o 15? è possibile attribuirgli un codice appropriato della classe 16? rifiuto da catalogare appartiene ad una classe da 01 a 12 o da 17 a 20? appartiene ad una delle classi 13, 14 o 15? è possibile attribuirgli un codice appropriato della classe 16? codice 36

37 rifiuto da catalogare appartiene ad una classe da 01 a 12 o da 17 a 20? appartiene ad una delle classi 13, 14 o 15? è possibile attribuirgli un codice appropriato della classe 16? rifiuto da catalogare appartiene ad una classe da 01 a 12 o da 17 a 20? appartiene ad una delle classe 13, 14 o 15? ricominciare da capo considerando anche i codici XX XX 99 è possibile attribuirgli un codice appropriato della classe 16? 37

38 La codifica: le responsabilità I codici CER, nati per uniformare a livello europeo le statistiche relative ai rifiuti, sono utilizzati per rilasciare le iscrizioni all Albo gestori ambientali e le autorizzazioni al recupero e allo smaltimento. Pertanto un errata attribuzione del codice CER può comportare l affidamento del rifiuto a soggetti privi dei titoli abilitativi richiesti ed espone alle sanzioni previste per aver favorito lo svolgimento di un attività di gestione di rifiuti non autorizzata La codifica: le responsabilità Errori nella codifica comportano la violazione delle prescrizioni connesse a: Deposito temporaneo; Trasporto; Selezione dei fornitori di servizi; Formulari identificativi del rifiuto; Eventuali Registri di carico e scarico; Eventuale MUD; SISTRI. 38

39 La codifica: le responsabilità L errata codifica può comportare la mancata individuazione delle norme speciali che disciplinano la gestione di particolari tipologie di rifiuto (RAEE, oli minerali, veicoli a fine vita, ecc.) e, conseguentemente, la violazione di tali disposizioni La gestione 39

40 Deposito temporaneo bb) "deposito temporaneo": il raggruppamento dei rifiuti effettuato, prima della raccolta, nel luogo in cui gli stessi sono prodotti, alle seguenti condizioni: 1) i rifiuti contenenti gli inquinanti organici persistenti di cui al regolamento (CE) 850/2004, e successive modificazioni, devono essere depositati nel rispetto delle norme tecniche che regolano lo stoccaggio e l'imballaggio dei rifiuti contenenti sostanze pericolose e gestiti conformemente al suddetto regolamento; 2) i rifiuti devono essere raccolti ed avviati alle operazioni di recupero o di smaltimento secondo una delle seguenti modalità alternative, a scelta del produttore dei rifiuti: con cadenza almeno trimestrale, indipendentemente dalle quantità in deposito; quando il quantitativo di rifiuti in deposito raggiunga complessivamente i 30 metri cubi di cui al massimo 10 metri cubi di rifiuti pericolosi. In ogni caso, allorché il quantitativo di rifiuti non superi il predetto limite all'anno, il deposito temporaneo non può avere durata superiore ad un anno; 3) il "deposito temporaneo" deve essere effettuato per categorie omogenee di rifiuti e nel rispetto delle relative norme tecniche, nonché, per i rifiuti pericolosi, nel rispetto delle norme che disciplinano il deposito delle sostanze pericolose in essi contenute; 4) devono essere rispettate le norme che disciplinano l'imballaggio e l'etichettatura delle sostanze pericolose; 5) per alcune categorie di rifiuto, individuate con decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministero per lo sviluppo economico, sono fissate le modalità di gestione del deposito temporaneo; Paolo Pipere - Tutti i diritti riservati Trasporto di propri rifiuti Il trasporto di propri rifiuti pericolosi può essere effettuato con mezzi nella piena disponibilità dell impresa o ente, previa iscrizione all Albo gestori ambientali secondo la procedura semplificata di cui all art. 212, comma 8, del D.Lgs. 152/2006 solo se: il quantitativo di rifiuti trasportati non è superiore ai 30 kg o litri al giorno; Tale attività comporta l obbligo di iscrizione al SISTRI [come produttore e trasportatore di propri rifiuti] e l installazione delle black box sui mezzi Paolo Pipere - Tutti i diritti riservati 40

41 Trasporto di propri rifiuti Il trasporto di propri rifiuti pericolosi in quantità eccedenti i 30 kg o litri giornalieri comporta l obbligo di iscrizione alla quinta categoria dell Albo gestori ambientali secondo la procedura ordinaria [è richiesta la prestazione di una garanzia finanziaria]; Tale attività comporta l obbligo di iscrizione al SISTRI [anche come trasportatore professionale di rifiuti] e l installazione delle black box sui mezzi Paolo Pipere - Tutti i diritti riservati Selezione dei fornitori di servizi 41

42 Trasporto Selezione fornitori Se il rifiuto è: un rifiuto recuperabile non pericoloso [elenco in D.M. 5/2/1998] è necessario verificare che l impresa sia iscritta mediante procedura semplificata alla seconda categoria dell Albo nazionale gestori ambientali [solo fino alla scadenza dell attuale iscrizione]; un rifiuto speciale non pericoloso è necessario verificare che l impresa sia iscritta alla quarta categoria dell Albo nazionale gestori ambientali; Trasporto Selezione fornitori Se il rifiuto è: un rifiuto recuperabile pericoloso [elenco in D.M. 161/2002] è necessario verificare che l impresa sia iscritta mediante procedura semplificata alla terza categoria dell Albo gestori ambientali [solo fino alla scadenza dell attuale iscrizione]; un rifiuto speciale pericoloso è necessario verificare che l impresa sia iscritta alla quinta categoria dell Albo gestori ambientali. 42

43 Trasporto Selezione fornitori Un impresa iscritta alla quinta categoria può trasportare anche rifiuti recuperabili (pericolosi e non pericolosi) e rifiuti speciali non pericolosi [verificare i codici CER riportati nel provvedimento di iscrizione all Albo] Trasporto Selezione fornitori l Albo nazionale gestori ambientali ha pubblicato sul proprio sito internet l elenco degli iscritti. Per un controllo più approfondito di una singola posizione è possibile richiedere una verifica alla Sezione regionale (o provinciale, nel caso di Trento e Bolzano) dell Albo territorialmente competente (quella dove è ubicata la sede legale dell impresa) 43

44 Selezione fornitori Selezione fornitori 44

45 Selezione fornitori Recupero o smaltimento se il rifiuto: è un rifiuto recuperabile non pericoloso l impresa che gestisce l impianto deve essere iscritta mediante procedura semplificata (comunicazione di inizio attività ex art. 216, D.Lgs. 152/2006) al Registro provinciale delle imprese che effettuano attività di recupero dei rifiuti; è un rifiuto speciale non pericoloso l impresa che gestisce l impianto deve essere autorizzata mediante procedura ordinaria (ex art. 208, D.Lgs. 152/2006); Selezione fornitori Recupero o smaltimento se il rifiuto: è un rifiuto recuperabile pericoloso l impresa che gestisce l impianto deve essere iscritta mediante procedura semplificata (comunicazione di inizio attività ex art. 216, D.Lgs. 152/2006) al Registro provinciale delle imprese che effettuano attività di recupero dei rifiuti; è un rifiuto speciale pericoloso l impresa che gestisce l impianto deve essere autorizzata mediante procedura ordinaria (ex art. 208, D.Lgs. 152/2006). 45

46 Gli adempimenti Informatizzazione degli adempimenti A partire dall istituzione di un sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti, ai fini della trasmissione e raccolta di informazioni su produzione, detenzione, trasporto e smaltimento di rifiuti e la realizzazione in formato elettronico del formulario di identificazione dei rifiuti, dei registri di carico e scarico e del M.U.D., da stabilirsi con apposito decreto [ ] le categorie di soggetti di cui al comma precedente sono assoggettati all obbligo di installazione e utilizzo delle apparecchiature elettroniche. 46

47 Formulario per il trasporto d.lgs. n. 152/2006, art. 193 Con il D.M. 145/98 è stato definito un modello uniforme di formulario da vidimarsi prima dell uso La vidimazione deve essere effettuata gratuitamente dalle Camere di Commercio, dall Agenzia delle Entrate o dagli Uffici regionali e provinciali competenti in materia di rifiuti Formulario per il trasporto La quantità di rifiuto deve sempre essere indicata, eventualmente ricorrendo ad una stima, ed è opportuno riservarsi di far sempre verificare a destino la correttezza della stima 47

48 Formulario per il trasporto Fatti salvi: i documenti relativi al trasporto di rifiuti che hanno anche le caratteristiche delle merci pericolose Il formulario sostituisce gli altri documenti di accompagnamento dei rifiuti trasportati Formulario per il trasporto Formulario di identificazione per il trasporto di TUTTI i rifiuti (con l eccezione costituita dai rifiuti urbani trasportati dal gestore del servizio pubblico e dai trasporti occasionali di rifiuti non pericolosi effettuati dal produttore degli stessi) le disposizioni sul formulario non si applicano ai soggetti abilitati allo svolgimento dell attività di raccolta e trasporto di rifiuti in forma ambulante (art. 266, comma 5, D.Lgs. 152/2006) limitatamente ai rifiuti che formano oggetto del loro commercio 48

49 Il formulario per il trasporto nel caso in cui i formulari siano tenuti mediante strumenti informatici, il modulo continuo da utilizzare deve essere predisposto dalle tipografie autorizzate [ ] e deve essere sostanzialmente conforme al modello riportato negli allegati A e B al citato decreto ministeriale n. 145/1998 Il formulario per il trasporto 1 a copia produttore/detentore 2 a copia trasportatore (controfirmata e datata in arrivo dal destinatario) 3 a copia destinatario 4 a copia produttore/detentore (controfirmata e datata in arrivo dal destinatario)- La 4 a copia deve essere trasmessa al produttore/detentore dal trasportatore. 49

50 Formulario per il trasporto La responsabilità del detentore per il corretto recupero o smaltimento dei rifiuti è esclusa (art. 188, comma 3): a) in caso di conferimento dei rifiuti al servizio pubblico di raccolta; Formulario per il trasporto b) in caso di conferimento dei rifiuti a soggetti autorizzati alle attività di recupero o di smaltimento, a condizione che il detentore abbia ricevuto il formulario di cui all'articolo 193 controfirmato e datato in arrivo dal destinatario entro tre mesi dalla data di conferimento dei rifiuti al trasportatore, ovvero alla scadenza del predetto termine abbia provveduto a dare comunicazione alla provincia della mancata ricezione del formulario. Per le spedizioni transfrontaliere di rifiuti tale termine è elevato a sei mesi e la comunicazione è effettuata alla regione. 50

51 Formulario per il trasporto La ricezione della quarta copia (controfirmata e datata in arrivo dal destinatario) limita la responsabilità del produttore/detentore rispetto alla corretta gestione del rifiuto da parte dell impianto autorizzato. formulario di identificazione FORMULARIO DI IDENTIFICAZIONE RIFIUTO Serie e Numero:.. del./.../. (DL n. 22 del 05/02/97 art. 15) Numero registro:.. (1) Produttore/Detentore: unità locale:.... C. fisc.:. N. Aut/Albo:... del././. (2) Destinatario: Luogo di destinazione:..... C. fisc.:. N. Aut/Albo:... del..././. (3) Trasportatore del rifiuto:..... C. fisc.:. N. Aut/Albo:... del..././. Trasporto di rifiuti non pericolosi prodotti nel proprio stabilimento (..) di..... Annotazioni: (4) Caratteristiche del rifiuto: Descrizione:... Codice Europeo: /... Stato fisico:... [1] [2] [3] [4] Caratteristiche di pericolo: N. Colli/contenitori:. (5) Rifiuto destinato a:.. [recupero/smaltimento] Caratteristiche chimico/fisiche: (6) Quantità:(-) Kg o litri (P. Lordo:..... Tara:...) (-) Peso da verificarsi a destino. (7) Percorso (se diverso dal più breve):.... (8) Trasporto sottoposto a normativa ADR/RID: (SÌ) (NO) (9) Firme: FIRMA DEL PRODUTTORE/DETENTORE:.. FIRMA DEL TRASPORTATORE:.... (10) Cognome e nome del conducente Targa automezzo: Targa rimorchio:.. Data/ora inizio trasporto:.... del././... (11) Riservato al destinatario Si dichiara che il carico è stato: (-) accettato per intero (-) accettato per la seguente quantità (Kg o litri): (-) respinto per le seguenti motivazioni: Data. FIRMA DEL DESTINATARIO: 7 51

52 formulario per il trasporto d.m. 145/1998 (4) Caratteristiche del rifiuto: Descrizione:..... Codice Europeo: /.... Stato fisico:.... [1] [2] [3] [4] Caratteristiche di pericolo:. N. Colli/contenitori:.. (5) Rifiuto destinato a:.... [recupero/smaltimento] Caratteristiche chimico/fisiche: (6) Quantità: (-) Kg o litri (P. Lordo:. Tara:.) (-) Peso da verificarsi a destino. (7) Percorso (se diverso dal più breve): (8) Trasporto sottoposto a normativa ADR/RID: (SÌ) (NO) formulario per il trasporto d.m. 145/1998 (4) Caratteristiche del rifiuto: Descrizione:... Codice Europeo: /.... Stato fisico:.... [1] [2] [3] [4] Caratteristiche di pericolo:. N. Colli/contenitori:.. devono essere riportati i seguenti dati relativi ai rifiuti trasportati: descrizione, codice CER e nome codificato del rifiuto caratteristiche fisiche codificate: 1. solido pulverulento 2. solido non pulverulento 3. fangoso palabile 4. liquido solo per i rifiuti pericolosi, le caratteristiche codificate di pericolo 52

53 formulario per il trasporto d.m. 145/1998 (5) Rifiuto destinato a:.... [recupero/ smaltimento] Caratteristiche chimico/fisiche: (6) Quantità: (-) Kg o litri (P. Lordo:. Tara:.) (-) Peso da verificarsi a destino. solo nel caso in cui il rifiuto sia destinato allo smaltimento in discarica devono essere indicate le: caratteristiche chimico/fisiche dei rifiuti necessarie per lo smaltimento in discarica la quantità indicata può essere solo stimata e da verificarsi a destinazione Formulario: le responsabilità Trasporto senza formulario Dati incompleti o inesatti Sanzione da a euro Se tali violazioni sono commesse in relazione al trasporto di rifiuti pericolosi: Pena di cui all art. 483 codice penale ( falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico ): reclusione fino a due anni 53

54 Formulario: le responsabilità La pena di cui all art. 483 codice penale ( falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico ) è prevista anche per chi, nella predisposizione di un certificato di analisi, fornisce false indicazioni e a chi fa uso di un certificato contraffatto Formulario: le responsabilità Se le indicazioni presenti sul formulario sono formalmente incomplete o inesatte ma contengono tutti gli elementi per ricostruire le informazioni dovute per legge e Nei casi di mancata conservazione dei formulari Sanzione da 260 a euro 54

55 Registri di carico e scarico Il registro (art. 190 D.Lgs. 152/2006) deve essere istituito dai: produttori di rifiuti pericolosi produttori di rifiuti NON pericolosi derivanti da lavorazioni artigianali e industriali o da trattamenti effettuati sui fumi o sulle acque e da chiunque effettua: raccolta e trasporto di rifiuti prodotti da terzi raccolta e trasporto di propri rifiuti pericolosi commercio e intermediazione operazioni di recupero e di smaltimento Registri di carico e scarico Il registro (art. 190 D.Lgs. 152/2006) deve essere tenuto presso ogni impianto di: produzione; stoccaggio; recupero; smaltimento. Presso la sede delle imprese che effettuano attività di: raccolta e trasporto; Intermediazione e commercio di rifiuti. 55

56 Registri di carico e scarico Il DM 148/98 ha definito due modelli di registro (uno per produttori, trasportatori e gestori e uno per intermediari e commercianti senza detenzione). I registri prevedono una stretta relazione con i formulari di trasporto. D.Lgs. 152/06: Vidimazione da effettuarsi con le modalità previste per i registri IVA (che non la prevedono!) D.Lgs. 4/2008: ripristinato obbligo di vidimazione a cura delle CCIAA Registri di carico e scarico devono effettuare le annotazioni sul registro almeno entro dieci giorni lavorativi: i produttori, i trasportatori, gli intermediari e commercianti senza detenzione di rifiuti 56

57 Registri di carico e scarico devono effettuare le annotazioni sul registro entro due giorni lavorativi: I soggetti che effettuano operazioni di recupero e di smaltimento Registri di carico e scarico I piccoli produttori di rifiuti non pericolosi (< 10 t/anno) pericolosi (< 2 t/anno) possono adempiere all obbligo anche tramite le organizzazioni di categoria o le loro società di servizi che provvedono ad annotare i dati con cadenza mensile (art. 190, comma 4), mantenendo presso la sede dell impresa copia dei dati trasmessi 57

58 Registri di carico e scarico I registri di carico e scarico tenuti mediante strumenti informatici possono utilizzare fogli A4, preventivamente numerati progressivamente (in precedenza ammessa solo carta a modulo continuo) Registri di carico e scarico - (Kg o litri) e metri cubi oppure Kg e (litri o metri cubi) oppure Kg o litri o metri cubi? - Il D.Lgs. 152/2006 conferma la terza ipotesi (una sola unità di misura) - Registrazioni di scarico non soltanto per i rifiuti in uscita dall impianto, ma anche per quelli sottoposti a trattamento 58

59 registro di carico e scarico modello A - 2 per produttori, recuperatori, smaltitori, trasportatori e commercianti detentori Scarico Carico del... n.... Formulario n.... del... Rif. operazioni di carico n Caratteristiche del rifiuto: a) CER... b)descrizione c) Stato fisico... d) Classi di pericolosità e) Rifiuto destinato a ( ) smaltimento cod ( ) recupero cod.... Quantità: Kg... Litri... Metri cubi... Luogo di produzione e attività di provenienza del rifiuto: Intermediario/Commerciante Denominazione Sede C.F.: Iscrizione Albo N.... Annotazioni: registro di carico e scarico Caratteristiche del rifiuto: a) CER... b) Descrizione c) Stato fisico... d) Classi di pericolosità e) Rifiuto destinato a ( ) smaltimento cod.... ( ) recupero cod

60 registro di carico e scarico modello B - 1 [frontespizio] per intermediari e commercianti di rifiuti senza detenzione registro di carico e scarico modello B - 2 per intermediari e commercianti di rifiuti senza detenzione 60

61 Registri di carico e scarico: le responsabilità Omessa tenuta Tenuta incompleta: Sanzione da a euro Se registro relativo a rifiuti pericolosi: Sanzione da a euro E sospensione da un mese ad un anno della carica rivestita dal soggetto responsabile dell infrazione e dalla carica di amministratore Registri di carico e scarico: le responsabilità Se imprese con numero di dipendenti <15 (medi a tempo pieno occupati nell anno precedente all accertamento): registro relativo a rifiuti non pericolosi: Sanzione da a euro registro relativo a rifiuti pericolosi: Sanzione da a euro 61

62 Registri di carico e scarico: le responsabilità Se le indicazioni presenti sul registro sono formalmente incomplete o inesatte ma contengono tutti gli elementi per ricostruire le informazioni dovute per legge e Nei casi di mancata conservazione dei registri Sanzione da 260 a euro Le novità in materia di adempimenti (D.Lgs. 205/2010) 62

63 Registri 1. I soggetti di cui all articolo 188-ter, comma 2, lett. a) e b) [a) le imprese e gli enti produttori di rifiuti speciali non pericolosi di cui all articolo 184, comma 3, lettere c), d) e g) che non hanno più di dieci dipendenti; b) gli enti e le imprese che raccolgono e trasportano i propri rifiuti speciali non pericolosi di cui all articolo 212, comma 8 in precedenza non obbligati], che non hanno aderito su base volontaria al sistema di tracciabilità dei rifiuti (SISTRI) di cui all articolo 188-bis, comma 2, lett. a), hanno l'obbligo di tenere un registro di carico e scarico su cui devono annotare le informazioni sulle caratteristiche qualitative e quantitative dei rifiuti. In seguito, con D.Lgs. 121/2011 (art. 4, comma 1), sono stati esclusi dall obbligo gli imprenditori agricoli e quelli edili (trasportatori di propri rifiuti derivanti da costruzione, demolizione e scavo) Registri Le annotazioni devono essere effettuate almeno entro dieci giorni lavorativi dalla produzione del rifiuto e dallo scarico del medesimo. I registri di carico e scarico sono tenuti presso ogni impianto di produzione o, nel caso in cui ciò risulti eccessivamente oneroso, nel sito di produzione, e integrati con i formulari di identificazione di cui all articolo 193, comma 1, relativi al trasporto dei rifiuti, o con la copia della scheda del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti trasmessa dall impianto di destinazione dei rifiuti stessi, sono conservati per cinque anni dalla data dell ultima registrazione 63

64 Formulari Per gli enti e le imprese che raccolgono e trasportano i propri rifiuti non pericolosi di cui all articolo 212, comma 8, e che non aderiscono su base volontaria al sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (SISTRI) i rifiuti devono essere accompagnati da un formulario di identificazione Formulari Nessun formulario per: trasporto di rifiuti urbani effettuato dal soggetto che gestisce il servizio pubblico, trasporti di rifiuti non pericolosi effettuati dal produttore dei rifiuti stessi, in modo occasionale e saltuario, che non eccedano la quantità di trenta chilogrammi o di trenta litri, trasporto di rifiuti urbani effettuato dal produttore degli stessi ai centri di raccolta di cui all articolo 183, comma 1, lett. mm). 64

65 Formulari Sono considerati occasionali e saltuari i trasporti di rifiuti, effettuati complessivamente per non più di quattro volte l anno non eccedenti i trenta chilogrammi o trenta litri al giorno e, comunque, i cento chilogrammi o cento litri l anno. SISTRI 65

66 Chi? Soggetti ex art.188-ter, comma 1, D.Lgs 152/2006 gli enti e le imprese produttori di rifiuti speciali pericolosi - ivi compresi quelli di cui all articolo 212, comma 8 (trasportatori di propri rifiuti); le imprese e gli enti produttori di rifiuti speciali non pericolosi, di cui all articolo 184, comma 3, lettere c), d) e g) con più di dieci dipendenti, le imprese e gli enti che effettuano operazioni di smaltimento o recupero di rifiuti e che producano per effetto di tale attività rifiuti non pericolosi, indipendentemente dal numero di dipendenti; i commercianti e gli intermediari di rifiuti; Chi? i consorzi istituiti per il recupero o il riciclaggio di particolari tipologie di rifiuti che organizzano la gestione di tali rifiuti per conto dei consorziati; le imprese e gli enti che effettuano operazioni di recupero o smaltimento di rifiuti; gli enti e le imprese che raccolgono o trasportano rifiuti speciali a titolo professionale Nel caso di trasporto navale, l armatore o il noleggiatore che effettuano il trasporto o il raccomandatario marittimo di cui alla legge 4 aprile 1977, n. 135, delegato per gli adempimenti relativi al SISTRI dall armatore o noleggiatore medesimi; in caso di trasporto intermodale, i soggetti ai quali sono affidati i rifiuti speciali in attesa della presa in carico degli stessi da parte dell impresa navale o ferroviaria o dell impresa che effettua il successivo trasporto. 66

67 Chi? Soggetti esclusi Per gli imprenditori agricoli che producono e trasportano in modo occasionale e saltuario i propri rifiuti pericolosi ad una piattaforma di conferimento o li conferiscono a un circuito organizzato di raccolta l obbligo di uso del sistri decorre dal 2 luglio 2012 le imprese che raccolgono e trasportano i propri rifiuti non pericolosi ex articolo 212, comma 8, per i soli rifiuti non pericolosi le imprese e gli enti produttori iniziali di cui all art.184, comma 3, lettere c), d) e g). [ ] che non hanno più di 10 addetti [come impresa, non come unità locale]. Chi? Soggetti esclusi I produttori di rifiuti non pericolosi diversi da quelli di cui all art. 184, comma 3, lettere c), d) e g) [ad esempio: derivanti da costruzione e demolizione, attività commerciali o di servizio, ecc] Le unità locali dei Comuni, anche se affidate ad associazioni senza scopo di lucro, con meno di dieci addetti [art. 6, comma 2, D.M. 9/7/2010]. La trasmissione dei dati in questo caso è effettuata direttamente dal Comune o dall unità locale scelta dal Comune. 67

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