Rassegna Stampa. Mercoledì 03 aprile 2013

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1 Rassegna Stampa Mercoledì 03 aprile 2013 Rassegna Stampa realizzata da SIFA Srl Servizi Integrati Finalizzati alle Aziende Milano Via Mameli, 11 Tel Fax

2 Rassegna del 03 aprile 2013 ASL BRESCIA Corriere Della Sera (bs) 1, 2 ASL: NO ALL'ALLARMISMO, STUDI IN CORSO Pg 1 Il Giornale Di Brescia 11 L'ASI: «DA PRESA DIRETTA DATI PARZIALI ED ALLARMISTICI» 4 Il Giorno 1, 6 LA PAURA Federica Pacella 5 Bergamo_brescia Bresciaoggi 1, 9 CAFFARO, DOPO LO SHOCK È L'ORA DELLE POLEMICHE Giovanni Armanini 7

3 L'azienda sanitaria polemizza con la trasmissione di Rai 3 Asl: no ah'allarmismo, studi in corso L'AsI di Brescia ha commentato ieri le notizie diffuse dalla trasmissione di Rai3 «Presa diretta» dedicata all'inquinamento da Pcb a Brescia. Oltre a lamentare che la trasmissione non ha mandato in onda una sola affermazione del direttore generale e del direttore sanitario, che pure erano stati intervistati, I'AsI rivendica il proprio lavoro su questo tema e sottolinea che in città l'incidenza dei tumori è superiore solo in alcune limitate tipologie. Infine, dopo la classificazione dei Pcb fra i cancerogeni certi, la sottolineatura che la correlazione è stata stabilita con i melanomi, mentre nel caso di tumori al seno e Linfoma non Hodgkin l'evidenza è «limitata». A PAGINA 2 L'emergenza ambientale L'Asl: «Incidenza dei tumori nessun allarme per Brescia» Cancro al fegato: 30% in meno che in provincia H caso Caffaro è seguito dall'istituzione sanitaria locale dal 2002, quando sono iniziati gli studi degli effetti del Pcb sulla salute «e sono state fornite al Comune e alla cittadinanza tutte le indicazioni utili per interrompere l'esposizione, evitando il consumo degli alimenti contaminati». L'Asl di Brescia non ci sta a finire sul banco massmediatico degli imputati, accusata di non aver seguito a sufficienza l'emergenza sanitaria legata all'inquinamento da Pcb. E tenta di ridimensionare l'allarme sanitario scoppiato in città all'indomani della puntata di Presa Diretta e della sua inchiesta sulla mancata bonifica del sito di interesse nazionale. Lo fa contestando lo studio sull'incidenza record di tumori a Brescia città illustrato nella trasmissione di Riccardo Iacona da Paolo Ricci, epidemiologo dell'asl di Mantova membro dell'air - tum (associazione italiana registro tumori) ed esperto dela caso Caffaro. Dati che vengono definiti «parziali e allarmistici». Ricci aveva parlato di un'incidenza maggiore del 49% per il tumore alla tiroide, del 20% per il linfoma non Hodgkin, del 58% per il tumore al fegato, del 26% per quello al seno, sottolineando le forti correlazioni tra malattie ed esposizione al pcb trovate dalla lare. E criticando con forza sul Corriere gli studi locali tendenti a minimizzare il problema. «Sono stati citati solo i tumori con un'incidenza più elevata spiegano i vertici dell'asl ma non si è fatta menzione che a Brescia vi sono diversi tumori con un'incidenza inferiore rispetto al Nord d'italia. Inoltre non si è ASL BRESCIA Pag. 1

4 fatto rilevare che la maggior incidenza riscontrata per il tumore della tiroide e per il linfoma non Hodkin nel comune di Brescia non si differenzia da quella riscontrata nel resto dell'asl di Brescia, dove non è presente l'inquinamento della Caffaro». Non solo. L'incidenza del tumore del fegato nel comune di Brescia «è inferiore del 30 per cento» rispetto al resto della provincia: in particolare, «nell'ovest bresciano e nel Bergamasco tale patologia è più elevata, con una documentata correlazione con le epatiti virali B e C. L'Asl minimizza anche gli effetti esplosivi della decisione dell'agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (lare) che ha classificato i pcb come cancerogeni certi: «tale revisione ha evidenziato una relazione certa tra esposizione a Pcb e aumentato rischio di melanoma; per quanto riguarda il Linfoma non Hodgkin e il cancro del seno l'associazione è stata giudicata di "limitata evidenza"; per il momento non sono state tratte conclusioni su altri tumori». Comunque sulla base di questi recenti risultati, «l'asl sta svolgendo ulteriori approfondimenti avvalendosi del Registro Tumori di Brescia, partendo dall'analisi del melanoma». Insomma, per l'istituzione sanitaria bresciana, mantiene la solita grande prudenza in merito alla cancerogenicità dei policlorobifenili, ricordando i tanti studi (unici in Italia) sul controllo dei residenti nel sito inquinato, dei lavoratori e degli ex lavoratori dell'azienda Caffaro: «indagini che hanno individuato nell'assunzione di alimenti contaminati la via prioritaria di esposizione per la popolazione». Cronistoria che il direttore generale Carmelo Scarcella e il direttore sanitario Francesco Vassallo avevano fatto anche davanti alle telecamere di Presa Diretta «in un'ora e mezza di intervista, non andata in onda». P.G. I volti della vicenda Marino Ruzzenenti L'ex sindacalista, ricercatore ambientale ha fatto scoppiare il caso Caffaro con altri esperti nell'agosto del 2001 il! Ettore Brunelli Era assessore all'ambiente della giunta Corsini quando scoppio il caso. Si trovò a governare la prima emergenza Paola Vilardi È l'attuale assessore all'ambiente e gestisce l'inizio delle prime bonifiche promesse per i prossimi mesi dopo anni di stop ASL BRESCIA Pag. 2

5 * Carmelo Scarcella È il direttore generale dell'asl di Brescia, che si occupa di monitorare l'area dal punto di vista della salute Pierino Antonioli È uno degli agricoltori della zona sud della città costretti a chiudere l'azienda perché i terreni erano contaminati dal Pcb Claudio Lamberti È il sindaco di Capriano del Colle: il «volto nuovo» delle vittime del Pcb. L'inquinamento è arrivato fino al suo paese Le parole Pcb I policlorobifenili sono composti del cloro molto resistenti, utilizzati come lubrificanti per condensatori e trasformatori ma anche come additivi per vernici e pesticidi. La Caffaro ne ha prodotto isomila tonnellate. L'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (lare) li ha classificati come cancerogeni certi Diossina Le diossine sono composti organici classificati come cancerogeni certi. Si rintracciano nel ciclo delle lavorazioni chimiche (Caffaro compresa) e nei processi di combustione di plastiche e oli presenti nei rifiuti urbani o nell'industria siderurgica. Il 90% dell'esposizione avviene attraverso gli alimenti I numeri choc della contaminazione I microgrammi di Pcb trovati dall'arpa nella roggia Fiumicella di via Rampino ASL BRESCIA Pag. 3

6 L'Asl: «Da Presa Diretta dati parziali ed allarmistici» «La trasmissione Presa Diretta, andata in onda su Rai 3 domenica31 marzo 2013, nonhamandato in onda le interviste rilasciate nell'ottobre del 2012 dal direttore generale dell'asl di Brescia Carmelo Scarcella e dal direttore sanitario Francesco Vassallo». Lo si legge nel comunicato diramato ieri dall'asl bresciana in cui, tra le altre cose si precisa: «Fin dal 2001 l'asl è impegnata con una serie di azioni volte sia alla rilevazione di eventuali problematiche sanitarie connesse all'inquinamento da Pcb, sia al controllo delle persone esposte. I lavoratori e gli ex lavoratori dell'azienda Caffaro sono stati monitorati con un apposito programma epidemiologico. Un analogo monitoraggio ha coinvolto anche un campione di cittadini residenti nell'area Caffaro, e esposti per assunzione di alimenti contaminati da Pcb. Sono state inoltre condotte ricerche sulla sua presenza in varie matrici alimentari». L'Asl di Brescia interviene anche sull'incidenza dell'inquinamento da Pcb sull'insorgere di tumori. «Presa Diretta - recita il comunicato dell'asl - ha presentato dati in modo parziale ed allarmistico. Per esempio, sono stati citati solo i tumori con un'incidenza più elevata, ma non si è fatta menzione che a Brescia vi sono diversi tumori con un'incidenza inferiore rispetto al Nord d'italia. Inoltre non si è fatto rilevare che la maggior incidenza riscontrata per il tumore della tiroide e per il linfoma non Hodking nel comune di Brescia non si differenzia da quella riscontrata nel resto dell'asl di Brescia, dove non è presente l'inquinamento della Caffaro. L'incidenza del tumore del fegato nel comune di Brescia è inferiore rispetto al resto dell'asl (circa -30%); in particolare, nell'ovest bresciano e nel bergamasco tale patologia è più elevata». La classificazione dei Pcb come cancerogeni certi è recente, risale allo scorso febbraio. «Tale revisione - prosegue la nota dell'azienda sanitaria locale - ha evidenziato una relazione certa tra esposizione a Pcb e aumentato rischio di melanoma; per quanto riguarda il Linfoma non Hodgkin e il cancro del seno l'associazione è stata giudicata di "limitata evidenza"; per il momento non sono state tratte conclusioni su altri tumori». Sulla base di questi recenti risultati. conclude il comunicato stampa - l'asl di Brescia sta svolgendo ulteriori approfondimenti avvalendosi del Registro Tumori di Brescia, partendo dall'analisi del melanoma. ASL BRESCIA Pag. 4

7 CASO CAFFARO: # : CENTRALINI ASL TEMPESTATI DI CHIAMATE PER SAPERE f }$ ^jfpe GLI ALIMENTI SONO CONTAMINATI, ^0!l pnmnmn iminom^ L'Aziendasanitaria^..^^ critica duramente' la ricostruzione fornita dalla trasmissione in merito all'incidenza dei tumori a Brescia «Forniti dati parzial e in modo allarmistico» Pcb e tumori, l'aslfrenasui numeri ma è fobia per gli ortaggi contaminati Centralino subissato di telefonate di cittadini in cerca di rassicurazioni di FEDERICA PACEliA - BRESCIA - DALL'ALLARME Pcb alla fobia della spesa a km zero il passo è stato brevissimo. Dopo la trasmissione "Presa Diretta" dedicata al caso Caffaro, i bresciani si sono risvegliati con l'incubo degli ortaggi alla diossina. Dal 2002, c'è un'ordinanza comunale, reiterata ogni 6 mesi, che vieta ai residenti dei 4milioni di mq dell'area contaminata di allevare o far pascolare gli animali, di pescare nelle rogge e di coltivare ortaggi per diretto uso alimentare. Ma chi controlla che l'ordinanza sia rispettata? Chi rassicura che l'insalata vendu- ASL BRESCIA Pag. 5

8 ta sui banconi dei mercati non venga dai campi avvelenati? Così centinaia di bresciani hanno preso d'assalto il telefono dell'asl per avere più informazioni. Dall'Azienda, che lamenta che nella trasmissione non sono state inserite le interviste rilasciate ad ottobre 2012 dal Dg Carmelo Scarcella e dal Direttore sanitario Francesco Vassallo in cui si spiegavano tutte le azioni intraprese, arriva la rassicurazione. «LE PRIME indagini dell'istituto Superiore di Sanità hanno individuato nell'assunzione di alimenti contaminati la via prioritaria di esposizione per la popolazione; pertanto già dal 2002 l'asl di Brescia ha fornito al Comune e alla cittadinanza tutte le indicazioni utili per interrompere tale esposizione». L'Asl precisa poi che i dati forniti nella puntata sull'incidenza di alcuni tumori, sono stati presentati in maniera parziale ed allarmistica. «Sono stati citati solo i tumori con un'incidenza più elevata, ma non si è fatta menzione che a Brescia vi sono diversi tu- PRECISAZIONE Dall'Azienda: «Non trasmesse interviste ai nostri vertici Dati allarmistici e parziali» mori con un'incidenza inferiore rispetto al Nord d'italia. Inoltre non si è fatto rilevare che la maggior incidenza riscontrata per il tumore della tiroide e per il linfoma non Hodking nel comune di Brescia non si differenzia da quella riscontrata nel resto dell'asl di Brescia, dove non è presente l'inquinamento della Caffaro. L'incidenza del tumore del fegato nel comune di Brescia è inferiore rispetto al resto dell'asl (circa -30%); in particolare, nell'ovest bresciano e nel bergamasco tale patologia è più elevata». INSOMMA, tutta da dimostrare la correlazione tra Pcb e tumori. Ma intanto non si placa il dibattito politico. In caso di vittoria, il candidato sindaco del Pd, Emilio Del Bono traccia una road-map: bonifica di aree pubbliche, con fondi recuperati dallo stralcio di opere come la sede unica del Comune; recupero di fondi europei; istituzione di una commissione che vigili sulle procedure della bonifica. LA GRANDE PAURA A destra, il sito della Caffaro a Brescia. Nel tondo, Emilio Del Bono intervenuto oggi sulla questione della bonifica ASL BRESCIA Pag. 6

9 AMBIENTE. Paroli difende il predecessore Corsini Caffaro, dopo lo shock è Fora delle polemiche «Non condivido l'attacco al mio predecessore Corsini - ha detto il sindaco Paroli aproposito del caso Caffaro sollevato da Rai 3 -: ha fatto degli errori, ma non era facile». Intanto l'asl parla di dati presentati in modo Damale e allarmistico. E oggi alle polemiche risponderà anche l'assessore Paola Vilardi. O PAG 9 LA PRECISAZIONE. L'azienda sanitaria locale torna in modo decisamente critico sulla trasmissione di Rai Tre L'Aslaccusa: «Datìpresentatì in modo parziale e allarmistico» «Non si è fatta menzione dei tumori con incidenze medie minori E le testimonianze di Scarcella e Vassallo sono state ignorate» Giovanni Armanini «I dati di incidenza di alcuni tumori forniti nella puntata di Presa Diretta sono stati presentati in modo parziale ed allarmistico». A dirlo è l'asl di Brescia che ieri è intervenuta per provare a contenere rabbia e indignazione creata nell'opinione pubblica bresciana dalla trasmissione di Rai Tre. Non solo, l'asl fa notare che non sono state «mandate in onda le interviste rilasciate nell'ottobre del 2012 dal direttore generale dell'asl di Brescia Carmelo Scarcella e dal direttore sanitario Francesco Vassallo». L'ASL in particolare interviene nella vicenda precisando i dati ed evidenziando come questi siano stati utilizzati in modo distorto: «Per esempio - spiegano i vertici aziendali -, sono stati citati solo i tumori con un'incidenza più elevata, ma non si è fatta menzione del fatto che a Brescia vi sono diversi tumori con un'incidenza inferiorerispettoal Nord d'italia. Inoltre non si è fatto rilevare che la maggior incidenza riscontrata per il tumore della tiroide e per il linfoma non Hodking nel comune di Brescia non si differenzia da quella riscontrata nel resto dell'asi, di Brescia, dove non è presente l'inquinamento della Caffaro. L'incidenza del tumore del fegato nel comune di Brescia è inferiore rispetto al resto dell'asl del 30% circa ; in particolare, nell'ovest bresciano e nel bergamasco tale patologia è più elevata, con una documentata correlazione con le epatiti virali B e C». Tornando sull'omissione delle interviste ai vertici aziendali l'asl prova a riportare ordine. «Nell'intervista, della durata di oltre un'ora e mezza, i due direttori aziendali avevano descritto tutte le azioni intraprese dall'azienda Sanitaria Locale e il significato dei risultati degli studi condotti fin dagli anni '90, contestualizzando il caso Caffaro tra le problematiche del territorio della provincia di Brescia, caratterizzato da decenni dalla forte presenza di industrie». Una azione, quella del presidio sanitario locale, che è attivo da una dozzina di anni: «Fin dal 2001 l'asl di Brescia è impegnata alla rilevazione di eventuali problematiche sanitarie connesse all'inquinamento da Pcb, sia al controllo delle persone esposte. In particolare: i lavoratori e gli ex lavoratori dell'azienda Caffaro sono stati monitorati con un apposito programma epidemiologico e di controlli clinici, tuttora in corso. Un analogo monitoraggio ha coinvolto anche un campione di cittadini residenti nell'area Caffaro, e esposti per assunzione di alimenti contaminati da PCB». PER VALUTARE eventuali effetti del Pcb sulla salute sono stati effettuati numerosi studi, pubblicati su riviste scientifiche: «Le prime indagini e la valutazione delrischiosanitario dell'istituto Superiore di Sanità - precisal'asl - hanno individuato nell'assunzione di alimenti contaminati la via prioritaria di esposizione per la popola- ASL BRESCIA Pag. 7

10 zione; pertanto già dal 2002 l'asl di Bresciahafornito al comune e alla cittadinanza tutte le indicazioni utili per interrompere tale esposizione». I Pcb sono stati classificati come cancerogeni certi nel febbraio 2013 (il mese scorso) a seguito del lavoro della agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (lare) ed anche qui sono state prese le contromisure: «tale revisione - conclude l'asl - ha evidenziato una relazione certa tra esposizione a Pcb e aumentato rischio di melanoma; per quanto riguarda il Linfoma non Hodgkin e il cancro del seno l'associazione è stata giudicata di limitata evidenza; per il momento non sono state tratte conclusioni su altri tumori». Sulla base di questi recenti risultati, l'asl di Brescia sta svolgendo ulteriori approfondimenti avvalendosi del registro tumori di Brescia, partendo dall'analisi del melanoma.» Un comitato comunale Il Comune dovrà dotarsi di un Comitato rappresentativo per attuare l'accordo regionale MARCO FENAROLI CANDIDATO ALLE PRIMARIE Omissioni volontarie *r La trasmissione di Rai Tre presenta alcune omissioni, ma i giornalisti conoscevano i fatti RICCARDO MONTAGNOLI AVVOCATO DI STATO ASL BRESCIA Pag. 8

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