didascalie marzo 2009 n. 3 Rivista della scuola in Trentino PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

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1 PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO didascalie Rivista della scuola in Trentino n. 3 marzo 2009 il dossier DENTRO L ISTITUTO Il punto La dirigente La fotografia L esperienza didattica Le specificità Le testimonianze L Associazione Il commento AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/ /02/2006 SCUOLA BILINGUE I. C. J. A.Comenius di Cognola/TN 2 e VS Innere Stadt di Innsbruck Inserto a cura di: Mario Caroli e Monica Antoniolli Interventi di: Monica Antoniolli, Maria Silva Boccardi, Mario Caroli, Michela Chicco, Laura Faes, Elena Filosi, Sonia Forti, Katrin Sailer. Genitori: Davide e Annamaria, Andrea e Marilena, Lina e Giacomo, Rolando Iiriti 17 1

2 1 SOMMARIO DIDASCALIE Rivista della scuola in Trentino Periodico mensile Anno XVIII, numero 3 marzo 2009 Rivista promossa dalla Provincia Autonoma di Trento (L. P. 3 maggio 1990, n.15, art. 22) Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 745 dell Direttore responsabile: Giampaolo Pedrotti Coordinatore: Mario Caroli mario.caroli@provincia.tn.it In redazione: Patrizia Lucca Manuela Saltori (segreteria) In questo numero: Carlo Andreatta, Monica Antoniolli, Anna Ballardini, Maria Silva Boccardi, Emanuela Cardiota, Chiara, Mario Caroli, Karin Cavalieri, Michela Chicco, Laura Faes, Elena Filosi, Sonia Forti, Luciana Grillo, Patrizia Lucca, Valentina Nordico, Massimo Parolini, Katrin Sailer. Sandra Sandri, Graziana Saportito, Roberta Seppi, Monica Valentini, Maurizio Zambarda, Anna Zoppiroli Genitori: Davide e Annamaria, Andrea e Marilena, Lina e Giacomo, Rolando Iiriti Alunni classe 4B scuola primaria Gandhi I. C. Rovereto Nord Redazione: Via Gilli 3, Trento tel. 0461/ fax 0461/ Realizzazione e Stampa Litografia Effe e Erre - Trento Per richiedere la rivista Didascalie telefonare o mandare un fax o scrivere a: Redazione Didascalie, Palazzo Istruzione via Gilli, Trento didascalie@provincia.tn.it Didascalie è stampata su carta ecologica, sbiancata senza cloro Le foto di questo numero sono di: archivio Didascalie, archivio di Educa /Dino Panato, fornite dai diretti interessati, Ufficio stampa Pat PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO la notizia/l Iprase nell era Salatin: la parola al direttore 1-5 ve r s o e d u c a 2009/Il tema dell anno: Diritti e rovesci 6 m e m o r i a/scuola primaria Gandhi Rovereto: L integratore razziale 7-9 m e m o r i a/il treno della Memoria: Diario, docente e studentessa d a l l e s c u o l e/diplomi ai maturi e pensieri sulla scuola d a l l e s c u o l e Martini Mezzolombardo dalle scuole Rosmini Trento d a l l e s c u o l e Marconi Rovereto il dossier Scuola bilingue I. C. J. A.Comenius Cognola/TN 2 e VS Innere Stadt Innsbruck dentro il testo: Il dossier La dirigente scolastica La fotografia L esperienza didattica Le specificità Le testimonianze L Associazione Il punto Inserto a cura di: Mario Caroli e Monica Antoniolli Interventi: Monica Antoniolli, Maria Silva Boccardi, Mario Caroli, Michela Chicco, Laura Faes, Elena Filosi, Sonia Forti, Katrin Sailer. Genitori: Davide e Annamaria, Andrea e Marilena, Lina e Giacomo, Rolando Iiriti Inserto d e n t r o l e s c u o l e p a r i t a r i e/arcivescovile: Mostra sulla preistoria 33 d a l l e s c u o l e/primaria Zadra Riva: Piedibus e d u c a z i o n e d e g l i a d u l t i/festival dei Saperi f o r m a z i o n e p r o f e s s i o n a l e/cfp alberghieri all Expo di Riva l a s c u o l a a l m u s e o /Castello di Avio: Studenti ciceroni 40 s c u o l a e t e r r i t o r i o/l evento a Riva del Garda: Sport all aria aperta 41 s c u o l a e t e r r i t o r i o/cosbi: Arte e ricerca segnaliamo/il libro di Caterina Dominici: L autonomia in Trentino l i n c o n t r o/il libro di Luciana Grillo: Mani di donna l a r e c e n s i o n e/diversità e disagio a 0-6 anni 48 offer ta v a r i a/il concorso per le scuole: Clic salva uccelli terza di copertina /Il convegno: Frontiere/Grenzen e matematica quarta di copertina didascalie Rivista della scuola in Trentino n.3 marzo 2009 In copertina in alto: un immagine della prima edizione di Educa 2008 a Rovereto (vedi servizio a pag. 6); a destra, sempre in alto, la copertina del libro di Luciana Grillo di cui si parla nella sezione dell Incontro nelle pagine 46-47; in basso, la copertina e un immagine del dossier interno su La scuola bilingue (vedi pp ) 2

3 LA NOTIZIA IPRASE Intervista al direttore Salatin Arduino Salatin è stato nominato direttore dell IPRASE il 22 dicembre 2006 con una delibera della Giunta provinciale, alla scadenza del mandato quinquennale di Ernesto Passante. Docente della scuola superiore internazionale di scienze della formazione di Venezia, aveva già collaborato con la Provincia autonoma di Trento nel campo della formazione professionale e del rapporto scuola/mondo del lavoro, settore in cui è considerato uno dei maggiori esperti. Didascalie ha sempre seguito le iniziative dell Istituto, in particolare prima che ci fosse il cambio di mission con la legge 5/2006, con le tante iniziative di formazione e sperimentazione raccontate in modo divulgativo nelle sezioni della rivista appositamente riservate. Nel numero di gennaio 2002 la rivista ha pubblicato una lunga intervista ad Ennio Draghicchio, il primo direttore dell IPRASE, a fine mandato. Quasi un anno dopo, sul numero di dicembre 2002, il nuovo direttore Ernesto Passante tracciava le linee portanti del suo Istituto. Ora, a due anni dalla nomina ed a pochi giorni dall approvazione del piano triennale delle attività, l attuale direttore Salatin illustra la rotta del nuovo IPRASE, ma risponde anche senza veli ad alcune domande sulla percezione dell istituto dall esterno, poste con estrema franchezza. L intervista è stata realizzata venerdì 27 febbraio In Trentino situazione unica avanzata per sperimentare innovazione Perché un noto esperto sui temi della formazione e del rapporto scuola/mondo lavoro decide nel 2007 di sbarcare in Trentino e stabilirsi in modo stabile? Innanzitutto perché le condizioni che il Trentino offre come laboratorio di innovazione dove si possono fare delle cose, non ci sono in altre realtà a livello nazionale, dunque la possibilità di poter contribuire a tradurre in pratica alcune prospettive di innovazione e di sperimentazione che altrove richiederebbero più tempo o non ci sono le risorse per fare tutto ciò. Dall altro lato, la possibilità di contare su una situazione di un sistema di istruzione e di formazione professionale che viene ritenuto in Italia tra i più avanzati e, almeno quando ho preso questa decisione questa era un opportunità notevole. Sono trascorsi due anni Pentito, motivato ancora? Di meno o di più rispetto all inizio? Sicuramente non pentito, ma caricato per la sfida. Diciamo che mi aspettavo forse una maggiore velocità su alcune evoluzioni che si potevano fare anche sul piano istituzionale, ma evidentemente il periodo è coinciso anche con la transizione impegnativa su vari terreni, per cui la motivazione originale rimane intatta e confortata da quello che sono riuscito a vedere in questi due anni; poi, naturalmente il mondo intorno cambia velocemente, per cui la sfida a questo punto non è tanto mia o solo mia, ma di una serie di collaboratori di tutta la scuola trentina, di come riesce a cogliere anche le opportunità. Accompagnare la scuola trentina in una serie di innovazioni È stato approvato proprio in questi giorni il programma di attività annuale pluriennale dell Istituto, forse il primo organico con il bilancio relativo. Proviamo ad elencare alcune idee forti dell istituto al momento. 1

4 mass media, le altre realtà locali su cui diciamo dobbiamo cercare di ragionare perché il modo di imparare oggi solo per una parte avviene a scuola e quindi dobbiamo riuscire a riportare nella scuola una capacità di capitalizzare questi processi nuovi soprattutto nei confronti dei ragazzi e degli studenti. ALCUNE VOCI CRITICHE RACCOLTE Il nuovo Iprase? Una nicchia troppo universitaria Noi abbiamo cercato di organizzare le nostre attività, i nostri filoni interpretando il mandato della Legge e anche le indicazioni della Giunta in qualche modo attorno a tre ambiti fondamentali: quello della ricerca educativa, che vuol dire curricolo, didattica per l innovazione, dell insegnamento e dell apprendimento, e su questo abbiamo cercato di attivare collaborazioni oltre che con l Università di Trento con altre istituzioni universitarie di ricerca in Italia a vari livelli in modo da poter continuare a stare un po sulla frontiera come ci viene richiesto anche dalle indicazioni della legge. Abbiamo poi cercato di potenziare l area della ricerca valutativa proprio per la funzione che l Iprase ha di organismo tecnico del Comitato provinciale di valutazione insediato da alcuni mesi. Infine, continuiamo nell intuizione del precedente assessore, Tiziano Salvaterra, di sostenere le politiche giovanili attraverso un Osservatorio sulle condizioni della gioventù integrato anche con la tematica dell infanzia. Per cui i punti su cui vogliamo insistere sono soprattutto, da una lato quello di riuscire ad accompagnare la scuola trentina in una serie di innovazioni metodologiche in alcune aree chiave che possano essere di utilità per tutti i vari ordini di scuola, dall altro di poter consolidare la nostra capacità di sostenere le attività di valutazione e verifica cercando di aiutare il Trentino a integrare ancora di più questo dispositivo che lo vede tra i primi posti in Italia tra l autovalutazione di istituto, la valutazione esterna e la valutazione e le verifiche degli apprendimenti; e sul terreno della ricerca sociale cercare di cogliere in particolare l accordo tra la scuola e gli altri contesti. Oggi la sfida non è solo interna alla scuola, ma è negli altri contesti, la famiglia, i Quando nasce un istituto nuovo o cambia mission rispetto al precedente può succedere, può essere successo, che la scuola e gli insegnanti non abbiano chiaro verso dove vada l istituto Io ho raccolto alcune voci che ripropongo quasi con la stessa brutalità. La prima: il nuovo Iprase di Salatin non lavora per la scuola trentina e con la scuola trentina ma è una nicchia costruita troppo come modello universitario... Diciamo che io ho dovuto tenere in conto, da un lato, ciò che chiede la legge nel suo testo, dall altro anche i mandati ricevuti dalla precedente giunta. Io avevo un mandato molto chiaro, quello di accompagnare soprattutto l innovazione e, per fare questo, pormi anche in discontinuità e non solo in continuità con la domanda immediata. Quindi anche un compito di anticipazione, che, per realizzarlo, ha bisogno necessariamente che si porti l attenzione anche fuori dal contesto trentino e all internazionalizzazione. Allora è possibile che questa accentuazione possa aver dato l idea di trascurare la quotidianità, ma questa era proprio la richiesta che ci veniva fatta, anche perché contestualmente alla revisione della mission dell Iprase sarebbe dovuto partire in tempi quasi sincronici il nuovo Centro di formazione di Rovereto, con l idea di una divisione del lavoro: noi ci occupiamo un po di esplorare le strade nuove che ci sono, seguire dei prototipi condivisibili con alcune scuole per poi rilasciare i risultati più promettenti che venivano presi in carico dal nuovo Centro di Rovereto per la diffusione in tutte le scuole del Trentino. Io amo ripetere un po un espressione con i miei collaboratori: i nostri clienti immediati sono le cento scuole trentine e non i settemila insegnanti nell immediato, cioè l interlocutore sono le istituzioni rispetto alle quali poi il dirigente e gli organi collegiali possono andare a cercare di tradurre un po le cose. Mi pare che la preoccupazione riguardi anche l esclusione delle scuole dalla ricerca 2

5 Non esiste questo pericolo, perché occorre ricordare che la nostra legge prevede che titolari della ricerca siano le scuole, quindi l altro mandato per l Iprase era quello non tanto di sostituirsi alle scuole, ma di accompagnarle anche. Laddove questo è avvenuto, cioè laddove le scuole (non tantissime per la verità, perché questo richiede una evoluzione ed una maturazione) hanno chiesto all Iprase di essere partner in una ricerca, in una sperimentazione noi abbiamo cercato di corrispondere; la forma che abbiamo proposto è stata quella, anche sul piano di una possibile innovazione gestionale, dei voucher di ricerca, cioè la possibilità di responsabilizzare la scuola stessa laddove nel seguire alcune azioni sperimentali avesse dovuto impegnare i suoi docenti, il suo personale anche oltre il suo normale orario di servizio, e quindi era giusto che ci potesse essere un supporto in servizi o in risorse per rispondere a questa esigenza. E evidente che questo orientamento richiede del tempo e naturalmente il passaggio da una organizzazione che prevalentemente prima faceva formazione e sperimentazione ad una dimensione di ricerca non è facilissimo e non è facile neanche il posizionamento tra la ricerca universitaria in senso stretto e la ricerca applicata o, come amo meglio dire io, la ricercaazione. Il mio sogno? Costruire una squadra fatta possibilmente da giovani che sono in Trentino e che poi rimangano Questa probabilmente è una critica della prima ora, forse adesso superata con l acquisizione degli utilizzati. La riporto ugualmente: la ricerca la farebbero gli altri magari importati, mentre i docenti trentini che vengono all Iprase farebbero solo i portatori d acqua... provengono dal Trentino o comunque dal sistema di università e ricerca trentino, solo uno proviene dall esterno di quelli che hanno superato il concorso). Poi abbiamo cercato di fare la stessa cosa per i docenti, ponendo delle condizioni piuttosto selettive tant è che su nove posti messi a concorso ne abbiamo coperti solo sette finora, rinunciando per il momento a due unità, perché la nostra idea è quella di poter avere un equilibrio tra i giovani ricercatori puri e docenti con profilo di ricerca. La funzione di docenti con profilo di ricerca è decisiva soprattutto per il collegamento con il mondo della scuola, perché loro vengono dalla scuola e sono loro che hanno questo grande capitale di relazioni con i propri colleghi e con la scuola trentina, ma la ricerca non si può fare se non c è una base metodologica adeguata. L ambizione, la sfida è quella di contaminare queste due culture, che sono anche due generazioni, ci sono due gruppi generazionali, per cui, vedendo come avviene negli altri Paesi europei in istituti analoghi al nostro, si punta molto sui giovani. Il mio sogno sarebbe quello di poter avere una squadra giovane che poi rimanga e su cui il Trentino possa investire, fatta possibilmente da persone che sono in Trentino e questa possa collaborare con gli insegnanti soprattutto da quando il Centro di Rovereto si avvierà e dunque sarà più facile andare verso questa prospettiva. Sinergia con il Centro di Rovereto, un Iprase snello ma con figure stabili per alcuni anni Quindi con il Centro di Rovereto ci sarà sinergia non è vero che verrà sdoppiata la ricerca-azione? Sinergia, nel senso che intanto è previsto che l Ipra- Diciamo che io quando sono arrivato mi sono trovato con una realtà di personale molto ridotta, senza nessuna posizione a orientamento poliennale, ma tutte persone a termine. La prima cosa che ho cercato di fare è stata quella di fare una selezione per individuare dei ricercatori, puntando su dei giovani ricercatori che abbiamo cercato fin dove possibile provenienti dal Trentino (nel nostro caso tre su quattro 3

6 se che sia organicamente presente nel Comitato scientifico del nuovo Centro, quindi il ruolo dell Iprase dovrebbe essere sinergico ed intendere in qualche modo il Centro di Rovereto come un ambito laboratoriale a cui può rivolgersi e nello stesso tempo ricevere da questo domande di approfondimento e di sostegno a sperimentazioni e a innovazioni. Dovrebbe perciò continuare un ruolo prospettico di frontiera dell Iprase soprattutto per quello che avviene fuori del Trentino e nel contesto internazionale, da riportare nelle condizioni migliori possibili nel contesto Trentino; ma anche l inverso, riportando le buone pratiche del Trentino, come stiamo già facendo con molto interesse all esterno del Trentino, anche se questo non viene sempre percepito. Diffonderle e renderle ancora più note fuori del Trentino. All Iprase delle gestioni precedenti veniva sempre rivolta un accusa anche nelle sedi istituzionali politiche con interrogazioni e altri strumenti: l Istituto è un carozzone. Oggi l Iprase ha la possibilità di avere ancora venti docenti in utilizzo sulla carta L Iprase ha venti utilizzi sulla carta che ha deciso di utilizzare solo per un terzo, proprio per mantenere snello l istituto. La mia idea è quella di una struttura snellissima, i nostri omologhi all estero non hanno mai più di quindici, venti persone almeno per le dimensioni del Trentino, e noi siamo appunto di tali dimensioni in questo momento: quindi quattro ricercatori, sette insegnanti distaccati ed una serie di figure di supporto tecnicoamministrativo indispensabili anche per la natura della contabilità pubblica che rende un po più onerose le pratiche e i passaggi. L altro elemento di snellezza è che ciascuna di queste persone diciamo ha una prospettiva, un orizzonte per lo più almeno quinquennale e questo è un elemento che dovrebbe portare gradualmente a costruire un identità di istituto. Questo non è ancora raggiunto con i ricercatori perché il loro contratto per il momento prevede un orizzonte triennale rinnovabile ed è uno dei miei impegni quello di riuscire a stabilizzare un gruppo e dare una prospettiva di medio termine. L OCCHIO SULLA SCUOLA TRENTINA Mi pare rallentato il ruolo del Trentino apripista Tu conosci già la realtà della scuola provinciale, ma in questi due anni l hai vissuta da vicino. Chi veniva da fuori e chi ti ha preceduto ha sempre detto che gli insegnanti trentini corrono più degli altri verso l innovazione, con motivazione e partecipazione anche volontaria La mia percezione, almeno in questi due anni è che questo orientamento di anticipazione, di apripista del Trentino in parte è rallentato. I motivi possono essere tanti, l impressione è che talora le opportunità maggiori, le risorse che i docenti della scuola trentina hanno fungano non sempre da stimolo, ma talora da elemento che porta un po a sedersi. L impressione che ho avuto nell ultimo periodo è di una proiezione al cambiamento meno pronunciata con il rischio che su alcune parti, alcuni elementi, alcuni campi altre realtà scolastiche, in particolare del Nord Italia, possano essere più dinamiche. Quindi probabilmente alcune disponibilità, alcune risorse talora hanno rallentato o hanno contribuito a rallentare un po il dinamismo. Dobbiamo, secondo me, ritornare ad essere più aperti a realtà esterne, più in dialogo, valorizzando la nostra autonomia nel confronto anche con il mondo che cambia molto velocemente, questo soprattutto in relazione all Europa. Sicuramente siamo rallentati da un sistema nazionale italiano in affanno, ma noi non dobbiamo rassegnarci ad una deriva istituzionale, che vede sempre la 4

7 rienza accumulata negli anni, e però giocarla in termini di accountability, come direbbero gli inglesi, cioè dar conto di questa, essere responsabili rispetto a questa opportunità, a questi talenti che si hanno, altrimenti progressivamente rischiamo che la buona reputazione rimanga tale. Per fortuna la realtà di molte scuole, della maggioranza direi del sistema è sicuramente una conferma del posizionamento medio-alto che la scuola trentina ha rispetto alle altre realtà, ma che non può essere come dire semplicemente conservato, ma va dinamizzato in avanti con coraggio anche rispetto ad un apertura. Chi è oggi Arduino Salatin, oltre a direttore dell Iprase Trentino? scuola italiana, soprattutto quella secondaria a metà del guado, ma guardare con coraggio, come è stato fatto nel passato e dobbiamo fare ancora, a quello che si sta muovendo fuori di noi, agganciarci al carro dell Europa e non guardare solo alle problematiche della scuola nazionale. Il posizionamento medio-alto che la scuola trentina ha non può essere solo conservato, ma va dinamizzato in avanti con coraggio Quindi oggi la scuola trentina ha ancora qualcosa da far vedere in giro o no? Quando giro fuori del Trentino per l Italia, ma anche fuori, continuo ad avere un immagine ottima della scuola trentina. La scuola trentina ha un potenziale indescrivibile, secondo me, di cui non riesce sempre ad essere consapevole. Io ritengo che occorra essere più convinti di questa opportunità e della propria espe- Un esperienza importante è stata quella del Coordinamento della commissione nazionale per il riordino degli istituti tecnici e professionali che si è conclusa nel dicembre del Questa è stata interessante, da un lato perché non sono stato chiamato solo per la mia esperienza passata, ma anche perché sono posizionato in Trentino; il Ministero che ha fatto questa scelta, prima con il precedente ministro Fioroni e poi confermata dall attuale ministro Gelmini, unico caso di conferma bipartisan di una commissione che continua, dice quanto la scuola trentina fosse considerata sicuramente un sistema di eccellenza, che non poteva non essere presente. Anche perchè dall indagine Pisa 2006 è venuto fuori che noi siamo l unica realtà in Italia in cui gli istituti tecnici hanno in alcuni ambiti dei risultati addirittura superiori ai licei, per cui la percezione è stata quella di una realtà a vario titolo, di eccellenza, che non poteva non essere rappresentata anche nell ambito di questa commissione. L altro aspetto che ho cercato di curare, è di mantenere un lavoro di ricerca a livello internazionale, in particolare con il CEDE- FOP (l Istituto dell Unione Europea per la ricerca e lo sviluppo dell istruzione e della formazione professionale) e il FOP (l Istituto di ricerca per lo sviluppo e la formazione tecnica professionale che ha sede nell Unione Europea, a Salonnico) e in particolare ho curato la ricerca internazionale sull evoluzione professionale degli insegnanti delle scuole tecniche professionali in Europa su tutti i 27 Paesi, che ancora una volta ha dimostrato come i nostri docenti presentino livelli di competenza e di iniziativa sicuramente ancora molto promettenti rispetto alla realtà italiana ed in confronto con quella europea. Nello stesso tempo occorre anche su questo terreno fare passi in avanti per non perdere i vantaggi finora acquisiti. Mario Caroli 5

8 VERSO EDUCA 2009 l evento EDUCA Diritti e rovesci 2 incontro nazionale sull educazione - Rovereto settembre La macchina organizzativa è già partita da tempo e, comunque, la conferma principale c è: la seconda edizione di Educa ci sarà (e non poteva essere che così, visto il grande successo e riscontro di partecipazione e di qualità degli stimoli della prima edizione), sarà sempre in Trentino (tutti ricordiamo il tentativo benevolo di Cacciari di scippare l evento per trapiantarlo a Venezia), sarà sempre a Rovereto e più o meno nello stesso periodo dell anno, tre giornate di fine settembre 2009, dal 25 al 27 del mese. La parola ai protagonisti del processo educativo L educazione è un nutrimento per tutti, non un vestito di qualcuno. Ed Educa 2009 sarà ancora con lo stesso spirito e con la stessa passione: sarà un luogo neutro dove gli attori dell educazione possano confrontarsi con libertà e slancio. Tutti gli attori, gli adulti certo, ma anche i protagonisti primi del processo educativo, bambini, ragazzi e giovani. Gli adulti, quest anno, troveranno dei luoghi e degli spazi per ascoltare come l educazione viene vissuta da chi solitamente è considerato oggetto, anche se in senso buono, cioè dai bambini, dagli adolescenti e dai giovani. Per questo bambini e ragazzi, genitori, insegnanti, educatori e la comunità tutta si ritrovano a EDUCA per parlare, fare e vivere l educazione attraverso momenti e linguaggi diversi: seminari, testimonianze, dialoghi; ma anche spettacoli, laboratori creativi e giochi. I promotori A ribadire questi concetti è Michele Odorizzi, responsabile di Con. Solida - consorzio della cooperazione sociale, ancora una volta soggetto primo tra i promotori, assieme a Provincia autonoma di Trento, Centro Studi Erickson, Università degli Studi di Trento, Luoghi per Crescere-Gruppo Cgm/WI, Vita non profit, Animazione sociale e Comune di Rovereto. Ospiti della manifestazione pedagogisti e scrittori, filosofi e sacerdoti, registi e attori, ricercatori e musicisti, imprenditori e uomini e operatori culturali. Ed a proposito di presenze organizzative, quest anno ancora di più dovrebbe essere visibile la scuola trentina in vari modi, tramite l Assessorato ed il Dipartimento istruzione, non solo con i laboratori delle scuole dell infanzia e dei nidi già numerosi lo scorso anno, ma anche con alcune buone pratiche raccolte dalla singole scuole attraverso i referenti delle funzioni di sistema del Servizio per lo sviluppo e l innovazione del Dipartimento stesso. La sfida dei diritti dell infanzia Al centro della seconda edizione di EDUCA l enorme sfida dei diritti dell infanzia lanciata 20 anni fa dall ONU. I diritti con i loro rovesci: le violazioni ancor oggi troppo estese, ma anche le responsabilità che ogni diritto porta con sé per essere pieno strumento di cittadinanza e crescita. Accanto alla denuncia dell emarginazione, mercificazione e strumentalizzazione dell infanzia e dell adolescenza, in EDUCA anche il racconto di molte esperienze positive. Informazione: info@educaonline.it 6

9 MEMORIA scuola primaria M. K. Gandhi - I. C. Rovereto Nord AL QUIRINALE Un premio per l integratore Nell ambito della VI edizione del concorso I giovani ricordano la Shoa, bandito dal MIUR sotto il Patronato del presidente della Repubblica ed in collaborazione con l Unione delle Comunità Ebraiche italiane, per l anno scolastico 2008/09, ha ricevuto una menzione speciale la classe quarta B della scuola primaria M. K. Gandhi appartenente all Istituto Comprensivo di Rovereto Nord. Il concorso, rivolto a tutti gli studenti del primo e secondo ciclo di istruzione, aveva come fine quello di promuovere da parte dei giovani studi e approfondimenti sul tragico evento che ha segnato la storia europea del 900. Si tratta di una delle numerose iniziative realizzate in occasione del Giorno della memoria, fissato per il 27 gennaio di ogni anno. Agli alunni del primo ciclo di istruzione, nel ricordo delle discriminazioni del passato, anche nei confronto dei giovani e dei drammi della Shoa era stato richiesto di proporre ed illustrare esempi attuali di buona convivenza ed integrazione nella propria scuola e nell ambiente intorno a loro. ed arricchimento reciproco. Il suddetto concorso richiedeva di illustrare esempi attuali di buona convivenza e integrazione nella realtà scolastica di appartenenza, tema che gli alunni della classe IVB, supportati dalle insegnanti, da me e dalla collega Battisti, hanno sviluppato attraverso un elaborato artistico, esito finale di un percorso di riflessione e studio di gruppo. CONCORSO E PROGETTO Un opportunità formativa La partecipazione alla VII edizione del Concorso Nazionale I giovani ricordano la Shoah è stata colta come un ottima opportunità per approfondire il delicato tema dell integrazione. L adesione all iniziativa ha altresì permesso di elaborare un azione educativa finalizzata a far capire ed accettare il diverso, nella consapevolezza delle oggettive differenze che possono rendere difficile tale accettazione. La scuola M.K Gandhi di Rovereto è infatti frequentata da un elevato numero di bambini stranieri, provenienti da realtà socioculturali fra loro molto differenti. Talvolta tali diversità sono state erroneamente viste come degli ostacoli, dei limiti al pieno raggiungimento degli obiettivi didattici e cognitivi anziché essere considerate in un ottica positiva di ricchezza La logica del noi I ventidue alunni hanno dapprima fatto una ricerca etimologica della parola integrazione, seguita da un vivace dibattito ricco di considerazioni e punti di vista. I bambini, dimostrando una maturità ammirevole considerata l età, hanno riconosciuto che la nostra società ci ha abituato ad usare sempre più spesso la logica dell Io a scapito del Noi. È stato compreso all unanimità il bisogno di recuperare lo spirito di fratellanza, o almeno il rispetto per l altro; rispetto derivante dalla considerazione che anche colui che viene visto come il diverso, in quanto essere umano, è portatore di una propria dignità. Ma soprattutto gli alunni hanno messo in evidenza che il rispetto non porta ad abolire le dif- 7

10 ferenze, ma a dare loro un senso, cogliendole per un arricchimento personale. Il fare insieme La produzione dell elaborato artistico ha visto la partecipazione di tutti gli alunni, i quali si sono dimostrati entusiasti nel poter esprimere le proprie considerazioni rafforzando parimenti il senso di appartenenza al gruppo-classe. Dopo alcune occasioni di brainstorming, durante le quali ciascuno esternava le proprie idee, ricorrendo ad un contesto decisionale basato sulle preferenze della maggioranza, i bambini hanno deciso di realizzare l INTEGRATORE RAZZIALE, visto come particolarmente significativo nel veicolare un importante messaggio: un farmaco talmente efficace da debellare qualsiasi intolleranza verso chi è diverso, per poter vivere in una società dove tutti sono protagonisti alla pari. Valentina Nordio Insegnante della classe IVB IL RACCONTO La parola ai protagonisti Siamo gli alunni della classe IV B della Scuola Primaria di Rovereto e ci piacerebbe raccontarvi la nostra bellissima esperienza in qualità di artisti e perché no, bambini famosi visto che anche i giornali locali hanno parlato di noi! A novembre, insieme alle maestre Federica e Valentina, abbiamo deciso di partecipare al concorso nazionale I giovani ricordano la Shoah che ci chiedeva di realizzare un lavoro per far capire l importanza dell integrazione e una riflessione sul significato del Giorno della Memoria. Volevamo presentare un lavoro originale e le idee sono state molte: una poesia, una canzone rap, una scenetta, un dipinto, tanto per citare un po di esempi. Alla fine però la proposta più congeniale ci è sembrata una pozione magica per eliminare completamente la diffidenza verso chi è diverso, pozione che poi abbiamo trasformato in farmaco visto che il bugiardino ci ha permesso di spiegare bene quello che volevamo trasmettere. L idea vincente Il prodotto che noi, staff scientifico della IV B, abbiamo deciso di realizzare si chiama Integratore razziale perché è talmente potente che unisce bambini, adulti ed anziani di tutte le razze. Infatti tra i suoi ingredienti ci sono anche l amicizia, il rispetto, l aiuto e la pace che abbiamo rappresentato riempiendo una bottiglietta di plastica con delle palline colorate formando così i sette strati dell arcobaleno. Abbiamo spedito il nostro lavoro al Ministero dell Istruzione consapevoli del fatto che tantissime scuole oltre a noi partecipavano e che vincere sarebbe stato un sogno. Potete quindi immaginare la nostra gioia quando le maestre ci hanno detto che il Capo dello Stato ha ritenuto il nostro lavoro degno di menzione d onore e che voleva conoscerci personalmente. 8

11 LA MENZIONE Scuola primaria M. K. Gandhi I.C. Rovereto Nord La presentazione di un prodotto farmaceutico con le indicazioni terapeutiche e la posologia consigliata per prevenire e curare il razzismo è stato considerato un lavoro originale e creativo per la semplicità dei mezzi usati e l efficacia del messaggio. La bottiglia dell Integratore Razziale, colorata con i colori della pace, evidenzia la freschezza e la spontaneità con cui i bambini desiderano il superamento del razzismo e la realizzazione di una buona convivenza civile. La gioia della premiazione Due di noi, Hamza e Nicola, sono stati sorteggiati e hanno avuto la fortuna di andare al Quirinale, accompagnati dalla maestra Valentina per ritirare il premio e conoscere di persona il Presidente. Lasciamo quindi la parola a loro, che hanno cercato di rappresentare la IV B nel modo migliore. E stata un esperienza che porteremo sempre nel cuore: lunedì abbiamo visitato il Ministero dell Istruzione, il Ghetto Ebraico e la Sinagoga, mentre martedì 27 siamo andati al Quirinale per la premiazione. Il momento più emozionante di questa esperienza è stato quando abbiamo stretto la mano a Giorgio Napolitano, per noi è stato un onore e ci siamo sentiti importanti: c erano così tanti giornalisti e fotografi! Fabrizio Frizzi ci ha addirittura intervistato in diretta televisiva e noi abbiamo spiegato a tutti il lavoro che abbiamo fatto in classe con i nostri compagni. Sperando che il nostro Integratore Razziale possa davvero far guarire le persone da una malattia che non dovrebbe nemmeno esistere, vi salutiamo Gli alunni della IV B della Scuola Primaria Gandhi IL COMMENTO Il valore della memoria In questa epoca distratta, in cui si vive ogni avvenimento, ogni momento con foga e frenesia, c è poco tempo per guardare indietro alla propria vita e per ripensare alle esperienze, positive o negative, che l hanno plasmata. La dimensione della memoria sembra non trovare più posto, soppiantata da un immersione totale nel presente che tutto assorbe e consuma. Ancora più difficile è ricordare epoche storiche passate, non vissute in prima persona, traendo da esse elementi di riflessione che aiutino a costruire il proprio orizzonte valoriale. Per questo riproporre ai giovani la Giornata della Memoria è sempre una sfida: contro la superficialità e la banalizzazione, ma anche contro la retorica e la vuota ritualità. La scommessa è che il ricordo non sia affidato solo a questa giornata, ma diventi un patrimonio personale con il quale interpretare le esperienze del presente e del futuro. Con queste finalità sono state organizzate quest anno nell Istituto numerose iniziative: proiezione di film, un incontro con la scrittrice Lia Levi, attività di approfondimento storico e riflessioni sul significato del 27 gennaio. Tutte le classi hanno lavorato con interesse, ma la freschezza e la spontaneità con cui la classe IVB della scuola primaria Gandhi ha affrontato questo difficile argomento, partecipando al concorso nazionale I giovani ricordano la Shoah sono state davvero notevoli e dimostrano che anche i più piccoli, se guidati in un lavoro di riflessione in modo coinvolgente e creativo, sono in grado di comprendere le tragiche esperienze del passato e trarne insegnamento per progettare il futuro. Sandra Sandri Dirigente Scolastica I.C. Rovereto Nord 9

12 Treno della Memoria DIARIO Una docente ed una studentessa Quando il Treno della Memoria lascia la stazione di Trento, il 3 febbraio 2009, c è entusiasmo tra i 400 giovani che si accalcano sui corridoi per affacciarsi dai finestrini. I visi sorridenti lasciano trasparire l emozione di essere finalmente partiti per un viaggio preparato da tempo. Sono ragazzi tra i 16 e i 22 anni, provenienti da tutta la Provincia e coinvolti nel Treno della Memoria (progetto nazionale dell associazione Terra del Fuoco) attraverso i Piani Giovanili di Zona e il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani. A Verona sosta di pochi minuti per accogliere sui vagoni un gruppo di Cesena, a Udine altra tappa per la salita di oltre 250 giovani del Friuli Venezia Giulia. Il loro viaggio è cominciato qualche ora prima, con momenti intensi di commemorazione al campo di concentramento della Risiera di San Sabba. In viaggio tra presente e passato Ricordando nomi e storie degli internati, i ragazzi si assumono la responsabilità di una memoria collettiva che può continuare a vivere attraverso di loro. Le oltre 20 ore di treno senza soste ci regalano il tempo di socializzare, di condividere aspettative e riflessioni. Prosegue il percorso di analisi storica e riflessione iniziato nei gruppi territoriali in cui sono divisi i ragazzi, durante gli incontri preparatori, in Trentino. Si leggono documenti, vignette e testimonianze sulla propaganda durante il periodo fascista e le conseguenze che essa ha avuto. Alcuni scompartimenti si animano nella discussione e nella ricerca di capire i meccanismi che fomentano l odio razziale, in un intrecciarsi di passato e presente. A Cracovia ci accoglie una nebbiolina fitta e bassa, un ambiente cupo che si dirama mentre, nelle ore che il programma lascia libere, cominciamo a conoscere la storia e l attualità della città: sinagoghe, tracce del residuo del muro del ghetto, la celebre fabbrica di Oscar Schindler, le taverne e i locali dove abbonda birra e si possono gustare piatti tipici, la piazza centrale, i mercatini con l ambra, Freddo e silenzio Mercoledì il silenzio è solenne mentre entriamo nei campi di concentramento e sterminio di Auschwitz e di Birkenau. Si passa sotto al cancello con il lugubre e tristemente celebre Arbeit macht frei. Entriamo in una macchina da morte. Una struttura creata per uccidere. Mentre percorriamo le strade del campo, il freddo si fa pungente. Stiamo tremando dal freddo e abbiamo giacche e scarponi commenta una ragazza non possiamo neanche immaginare l inferno che deve essere stato qui per gli internati. Nei campi, adibiti oggi a musei, si rivivono le condizioni di vita quotidiane degli internati, si incontrano i loro sguardi nelle foto appese in uno dei blocchi, si immagina l orrore delle camere a gas, si vedono i forni crematori che sono stati sempre in funzione. Nei commenti sussurrati dagli studenti c è il tentativo di calarsi in una realtà che sembra molto lontana senza perdersi nell enormità della cifra da capogiro: persone uccise nello sterminio che qui si è compiuto. Questo è un cimitero a cielo aperto commenta la guida. Com è possibile che ci sia chi nega che tutto questo sia stato? chiede un ragazzo al suo vicino; mentre la domanda sembra riecheggiare nelle distese di Birkenau, la risposta rimane avvolta nel silenzio. Ricordando le vittime Accanto al monumento alla memoria, a Birkenau, ricordiamo tutte le vittime: Ebrei, Sinti e Rom, oppositori politici, omosessuali. Chi lo desidera è invitato ad apporre la propria impronta digitale su uno striscione: è la firma che ci rende tutti uguali (guardando le impronte non sappiamo distinguere la nostra) e allo stesso tempo ci rende profondamente unici. Sullo striscione è scritto: E accaduto, pertanto può accadere di nuovo. Questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire (Primo Levi ) 10

13 E voi, imparate che occorre vedere e non guardare in aria; occorre agire e non parlare.questo mostro stava, una volta, per governare il mondo! I popoli lo spensero, ma ora non cantiamo vittoria troppo presto: il grembo da cui nacque è ancor fecondo. (Bertold Brecht.) Ieri e oggi Rientrati a Cracovia, ci è proposta la visione del video-documentario Come un uomo sulla terra. La parola passa a testimoni dei nostri giorni, giovani donne e uomini in disperata fuga dalla guerra che hanno vissuto l esperienza dei campi di prigionia libici. Quei campi che l attuale governo italiano finanzia e supporta. Il dramma nelle loro voci che raccontano di violenze e soprusi aprono interrogativi profondi sulla dignità umana calpestata e violentata nel profondo, anche oggi, anche con la nostra complicità. Si sa, si può sapere quel che succede, e si può scegliere di mobilitarsi o meno, di essere complici di un sistema di morte o di opporvisi. Un po come succedeva durante la seconda guerra mondiale. Tra i partecipanti al viaggio c è chi cerca di comprendere le ragioni di chi è stato in silenzio vicino ai campi Secondo me, chi sapeva dell esistenza dei lager e non faceva nulla si è comportato così per paura, più che per indifferenza. Anche noi avremmo probabilmente agito così. Ci sarebbe da complimentarsi con chi si è ribellato, ma bisogna anche comprendere le ragioni di chi è stato in silenzio. Aggiunge un compagno Anche l egoismo ti fa stare con le mani in mano e pensare solo a star bene, se stessi e la propria famiglia. Altri si immedesimano di più con le vittime Certo che noi vorremmo sempre, quando siamo in situazioni difficili che gli altri se ne accorgessero e facessero qualcosa; se invece il problema tocca altri, abbiamo mille scuse per non muoverci (paura, egoismo, ) Essere uomini C è chi sostiene che uscire dalla zona grigia (definizione degli indifferenti che Terra del Fuoco ha preso in prestito da P. Levi) sia da pazzi, chi da eroi. Intervengono i ragazzi di Reggio Calabria Dovremmo uscire da questa logica di pazzi o eroi, dovremmo considerare semplicemente uomini, dovrebbe essere di tutti questo comportamento, delle persone semplicemente normali. Un richiamo forte all umanità che non può mettere a tacere un grido interiore a schierarsi a fianco degli altri uomini. E non si può nascondersi dietro a giustificazioni del tipo che da soli non si può far nulla bisogna comunque cominciare da qualche parte!. Senza il primo passo non ci sarà mai il secondo. L errore più grande è quello di non far niente perché si sarebbe potuto fare troppo poco. Il ragionamento abbraccia anche la politica del passato e del presente Il regime nazista aveva offerto alla popolazione, durante la crisi, l illusione di condizioni di vita migliori e così ha conquistato il consenso dell opinione pubblica evitando le sollevazioni. La discussione dei ragazzi si sposta sui meccanismi di promesse e ricatti mafiosi, oltre che sulle dinamiche di manipolazione politica in tempi di crisi economica. Si parla del passato, della seconda guerra mondiale, dei campi di concentramento, di chi era dentro e di chi era fuori, di chi collaborava per scelta o per forza, Riceve i consensi dei compagni una ragazza che sintetizza: Pensando a quel tempo ci è più facile immedesimarci in chi ha assistito e non ha fatto nulla piuttosto che nelle vittime o nei carnefici. Perché questa condizione è la più vicina a quella che viviamo noi, oggi, nel 2009, per esempio di fronte ad atti di razzismo. Noi stiamo bene, vediamo le situazioni difficili (per esempio attraverso documentari come quello proiettato qui), ci dispiace ma non sappiamo cosa potremmo fare. E poi, se vogliamo essere proprio sinceri, noi stiamo bene e ci va bene continuare così finché i problemi non ci toccano in prima persona. La zona grigia C è un po di rassegnazione e pessimismo Siamo tutti parte di una grande zona grigia, perché oggi nessuno può dire che non sa, i mezzi per sapere cosa succede nel mondo ci sono; tutti potremmo agire, eppure nessuno fa niente. Nei totalitarismi chi agiva rischiava la vita, 11

14 oggi non è così potremmo darci da fare. Già essere sul treno e fermarci a conoscere e discutere è fare qualcosa, dice qualcuno, ma altri non sono d accordo Essere qui dovrebbe aiutarci a non richiudere più gli occhi e a uscire dall indifferenza o dal non far niente per senso di impotenza. Nell assemblea plenaria che segue il confronto nei piccoli gruppi, una ragazza strappa applausi di consenso: Ho 17 anni e ieri ad Auschwitz più che mai mi sono sentita parte della zona grigia, soprattutto pensando a quanti fatti di violenza continuano tutt oggi (CPT, conflitto in Palestina, ). Voglio però uscirne. Come? Cerchiamo di rispondere insieme al cosa fare quando torniamo nelle nostre città. L associazione Terra del Fuoco dà una prima risposta, proponendo l impegno nella campagna contro il razzismo che alcune organizzazioni italiane stanno promuovendo. Sul viaggio di ritorno il confronto prosegue, così come la rielaborazione di quanto vissuto in questi giorni intensi. La riflessione continuerà nei prossimi mesi nei gruppi che continueranno a ritrovarsi per proseguire un percorso formativo che qui ha avuto una tappa importante. È stato rivolto uno sguardo intenso, desideroso di capire, al passato; si sta coltivando un forte senso di responsabilità per essere cittadini attivi nel nostro tempo e nei nostri contesti; c è entusiasmo per costruire un futuro di dignità per ogni essere umano. Conclude una ragazza, mentre ci avviciniamo alla stazione di Trento, La fermata più importante del treno è quella davanti a noi stessi, per chiederci se siamo parte della zona grigia. E la risposta è sì, ma vogliamo uscirne. Anna Ballardini Docente referente Pace e solidarietà presso il Dipartimento istruzione Per me, un punto di partenza L ingresso al campo è stato sconcertante, per tutto il tempo non sono stata capace di far altro che osservare, i pensieri si sono fermati, le emozioni bloccate. Emozioni e riflessioni sono sopraggiunte dopo, fuori dal campo. La nebbia che è salita verso sera lì a Birkenau mi ha sommerso in uno stato d oblio ed ho un immagine fissa nella testa. La nebbia che rendeva lo scenario surreale e terrificante per un attimo mi ha isolato dal resto. E a quel punto era facile immaginare, perché la nebbia nasconde e per un momento è stato come se quell immagine si fosse fermata dal passato fino ad ora. Quello che abbiamo visto sono le stesse cose che vedevano i prigionieri innocenti vittima della follia e della crudeltà. Immaginare cosa è accaduto dietro a ogni vita è impossibile, e forse non potremmo capire mai, l unica cosa che tutti devono capire è che non si può accettare che la dignità dell uomo continui ad essere calpestata da altri uomini. Man mano che si usciva dal campo sembrava che la nebbia si dissolvesse, come se stesse nascondendo quel posto sotto un triste velo. Mi chiedo se quella nebbia è bastata a quelli che in passato sono rimasti indifferenti, a non vedere. E adesso mi chiedo quanta nebbia abbiamo noi davanti agli occhi che ci fa stare indifferenti a nuovi massacri. Questo viaggio mi ha dato la forza e la speranza per cercare di uscire dall indifferenza. La consapevolezza di poter fare qualcosa e la sicurezza di non essere da sola perché ho visto gente che si è resa conto delle medesime cose. Questo viaggio non è stato un punto di arrivo ma una partenza verso una nuova consapevolezza. Chiara una studentessa che ha partecipato al viaggio 12

15 DALLE SCUOLE Istituto Martini di Mezzolombardo STUDENTI Consapevoli del proprio ruolo La società ha oggi tanto di bisogno di una vostra presenza consapevole, ognuno al proprio posto, ma c è tanto bisogno di giovani che vivano il proprio ruolo con responsabilità e consapevolezza e che sappiano vivere fino in fondo la loro esperienza. Con queste parole, il 10 gennaio 2009 l Assessore provinciale all istruzione e allo sport, Marta Dalmaso, assieme alla dirigente dell Istituto superiore M. Martini di Mezzolombardo, Roberta Corsini, ed a molti sindaci dei Comuni della Val di Non e Val di Sole dei paesi di provenienza degli studenti, ha consegnato i diplomi a circa 150 studenti che hanno superato l esame di stato nel mese di luglio Il saluto e l augurio scritto da parte del Presidente della Provincia, Lorenzo Dellai. La comunità attorno alla scuola Il Teatro S. Pietro di Mezzolombardo era stracolmo, in mattinata, per una cerimonia che è diventata da qualche anno un appuntamento della comunità che ruota attorno all Istituto superiore Martini, il quale allunga la propria azione formativa fino ad Ossana, da una parte, ed a Tione, dall altra, con le sezioni delle quinte classi dell indirizzo professionale per i servizi turistici, dell alberghiero e ristorazione. Un appuntamento, come ha ricordato in apertura la dirigente scolastica, che fa cogliere con mano tutta la rete di relazioni che l istituto mette in atto nei proprio percorsi formativi. In sala, accanto agli studenti, docenti e genitori; sul palco le presenze istituzionali con quasi tutti i sindaci dei Comuni coinvolti nel bacino d utenza della scuola, l ex dirigente scolastico Mario Casna, ora consigliere provinciale, l ex sindaco di Mezzolombardo, Rodolfo Borga, anche lui nella nuova veste di consigliere provinciale, ed il presidente della Cassa rurale. A fare gli onori di casa, accanto alla dirigente, la presidente del Consiglio d istituto, che ha dedicato il suo augurio a quelli che magari non ce l hanno fatta come avrebbero voluto nello studio, spronandoli a rifarsi nel nuovo percorso di vita. Ad ogni neodiplomato è stata consegnata anche una copia del Trattato sull amicizia scritto dal gesuita e geologo trentino al quale è intitolato l istituto. L importanza dei simboli L Assessore all istruzione ha apprezzato la scelta di coinvolgimento dell intera comunità nella cerimonia di consegna dei diplomi. I simboli sono molto importanti ha detto rivolgendosi direttamente ai ragazzi perché ci aiutano a scoprire la nostra appartenenza ad una comunità o, come in questo caso, ad una scuola. Sono certa che ognuno di voi saprà appropriarsi anche in seguito dei tanti momenti belli vissuti tra i banchi. Passaggi che magari ci sono sembrati senza una spendibilità immediata, possono aver lasciato un segno importante per la vostra vita. È così per tutti, è stato così anche per la mia esperienza scolastica. In seguito, la consegna dei diplomi personalizzata a seconda del Comune di provenienza, l augurio dalla scuola, dal sindaco e dall Assessore agli studenti delle 13 classi quinte che hanno sostenuto l esame di maturità superato con successo da tutti. 13

16 Liceo sociopsicopedagogico A. Rosmini Trento DIPLOMI Consegna e sfondo musicale Sabato 7 marzo 2009 ore 10: cerimonia ufficiale di consegna dei diplomi conseguiti nell Esame di Stato 2008 da 223 studenti (in maggioranza studentesse) al liceo sociopsicopedagogico A. Rosmini di Trento con intermezzi musicali eseguiti dalla banda dell istituto, con saluti iniziali di: Matilde Carollo, dirigente scolastica Rosaria Dell Eva, a nome degli insegnanti. Poi, la consegna vera e propria con: Marta Dalmaso, assessore provinciale all istruzione e allo sport, Renato Pegoretti, assessore all istruzione e politiche giovanili del Comune di Trento, Pierangelo Berghi, presidente del Consiglio d Istituto. La scuola è davvero una potenza Da domani voi, ragazzi, prenderete strade diverse nella società. Questo ci fa capire come davvero la scuola sia una potenza, perché quello che lei fa va poi a crescere tutto il tessuto sociale. Devo dire alla dirigente ed a tutti i docenti che ce l hanno messa tutta in questi anni, mettendosi anche in gioco con passione ed impegno per stimolarvi il gusto della conoscenza ed aiutarvi a costruirvi un percorso di vita. Grazie a questa scuola per quello che ha saputo dare non solo a voi, ma a tutta la comunità nella quale siete già inseriti e lo sarete ancor più da oggi in avanti. Con queste parole l Assessore Marta Dalmaso ha salutato gli oltre duecento studenti che, ognuno con un proprio impegno e risultato, hanno comunque raggiunto un traguardo importante, consideratò però solo una partenza verso altre scelte ed altre mete altrettanto impegnative. Concetto, questo, ripetuto da tutti gli intervenuti prima della consegna individuale dei diplomi. Riconosciuto il merito Il merito è stato riconosciuto anche nella sequenza della consegna dei diplomi. Prima le due ragazze che hanno ottenuto cento 14

17 e lode: Liviana Osti e Silvia Tanel alle quali è stato assegnato un assegno di mille euro, da parte del Ministero della pubblica Istruzione; poi le quindici studentesse che all esame di Stato hanno riportato come votazione cento su cento e via via tutti gli altri maturati nell ultima sessione d esame 2007/2008. Per tutti, oltre al diploma, un volume con l opera omnia di letterati, poeti, filosofi e scienziati (Montale, Dante, Heidegger, Hesse, Giordano Bruno ecc. ) scelti dagli studenti nel momento di ritiro del diploma, ed è sembrata una scelta anche ponderata davanti al tavolo con tutti i volumi. In bocca al lupo, ma anche auguri alle donne Tutti gli interventi hanno rimarcato il valore del percorso formativo degli studenti nei cinque anni, lodando anche la passione degli insegnanti che ce l hanno messa tutta per trasmettere agli studenti gusto per lo studio, ma anche momenti di crescita e di autostima. Da tutti anche l augurio per un inserimento deciso e responsabile nella società, nel percorso universitario e, per alcuni mgari in quello lavorativo. A nome dei genitori e dei relatori, il presidente del Consiglio d istituto, Pierangelo Berghi, ha voluto ricordare la vicinanza con la giornata dell otto marzo e la festa della donna, quindi auguri doppi a tutte le studentesse neodiplomate presenti in sala. Non è mancato qualche momento di particolare emozione, come quando l assessore comunale Renato Pegoretti ha premiato una studentessa già sua alunna alle elementari e lui stesso ex alunno diplomato proprio negli anni settanta presso le ex-magistrali di via Malfatti. Aria di festa, felicemente allietata dalla banda della scuola diretta dall insegnante Nadia Carli. (m.c.) 15

18 ITI Marconi Rovereto ANNUARIO E PREMI Una serata da ricordare Venerdì 12 dicembre scorso, nell ampia palestra attigua alla scuola, nell occasione della presentazione dell Annuario 2007/2008 del Marconi (Iti e Liceo scientifico-tecnologico) sono stati premiati gli alunni meritevoli (con media pari o superiore all otto) che hanno frequentato l istituto di Sant Ilario nel precedente anno scolastico. All incontro erano presen- ti il dirigente, Maurizio Baroncini, e i suoi più stretti collaboratori: Daniela Toldo, Maria Chiara Oradini, Fabrizio Barozzi, Gianni Battistotti, Stefano Cagol, Sandra Zandonai. Ha introdotto la serata la professoressa Daniela Detentori oltre agli studenti ed ai genitori. Hanno partecipato alla serata anche l assessore provinciale all Istruzione Marta Dalmaso e l assessore comunale Mirella Stofella. Preside ed Assessore Il preside Maurizio Baroncini ha dato il benvenuto alle famiglie, agli alunni e ai docenti presenti. E quindi intervenuta Marta Dalmaso, alla sua prima uscita ufficiale dopo essere stata nominata assessore provinciale all Istruzione. La professoressa Dalmaso ha ringraziato per la calorosa accoglienza ricevuta e ha sottolineato l importanza di queste iniziative che sicuramente rafforzano l identità scolastica e favoriscono la reciproca conoscenza. Voglio ricordare - ha aggiunto l assessore Dalmaso - la dedizione e la professionalità dei docenti di questa scuola, ma anche l impegno degli alunni e delle famiglie finalizzato al raggiungimento di importanti obiettivi didattici. Mi complimento con il dirigente per la scelta di valorizzare e di premiare gli alunni particolarmente meritevoli. Da sempre sono convinta che è doveroso conoscere le realtà scolastiche non solo attraverso le statistiche, ma, soprattutto, direttamente: e questa, per me, è un ottima occasione. Il futuro dei tecnici Studenti premiati Gli alunni ai quali è stata conferita la lode all Esame di Stato del 2008 hanno ricevuto, durante la cerimonia, un assegno di 1000 euro dal Ministero della Pubblica Istruzione. Inoltre sono stati premiati i ragazzi che si sono distinti in attività sportive organizzate dal Marconi, gli studenti che hanno partecipato alle olimpiadi della Chimica, della Matematica, dell Informatica. Un riconoscimento è stato consegnato anche ai musicisti e ai ballerini che hanno collaborato al buon esito di alcune manifestazioni scolastiche nel corso dell anno 2007/2008. Agli alunni meritevoli e ai diplomati con un punteggio di 100/100 il dirigente ha consegnato il diploma e uno zainetto. L assessore comunale Mirella Stofella in questa occasione ha portato il saluto del sindaco di Rovereto, Guglielmo Valduga, e ha invitato l assessore Marta Dalmaso a non dimenticare il futuro degli istituti tecnici, in particolare il destino dei licei scientifico-tecnologici: Queste scuole sono molto importanti - ha sottolineato la professoressa Stofella - sia per la formazione culturale, sia per quella umana. Maria Rosa Fait, Luigi Giordani e Marco Trentini - in rappresentanza della Cassa Rurale di Rovereto - hanno ribadito la soddisfazione dell istituto di credito per aver sostenuto concretamente la pubblicazione dell Annuario. Umberto Bonfante, da cinque anni presidente del Consiglio d Istituto, ha ringraziato il dirigente per il lavoro svolto in questi anni e ha nuovamente invitato l assessore Dalmaso a prendersi a cuore il futuro del Marconi. La serata è stata allietata da musiche e danze con la partecipazione del corpo di ballo - coordinato dalla professoressa Lorella Liotto - della scuola di Sant Ilario. L incontro si è concluso con un gustoso rinfresco offerto dal dirigente. Carlo Andreatta 16

19 il dossier DENTRO L ISTITUTO Il punto La dirigente La fotografia L esperienza didattica Le specificità Le testimonianze L Associazione Il commento SCUOLA BILINGUE I. C. J. A.Comenius di Cognola/TN 2 e VS Innere Stadt di Innsbruck Inserto a cura di: Mario Caroli e Monica Antoniolli Interventi di: Monica Antoniolli, Maria Silva Boccardi, Mario Caroli, Michela Chicco, Laura Faes, Elena Filosi, Sonia Forti, Katrin Sailer. Genitori: Davide e Annamaria, Andrea e Marilena, Lina e Giacomo, Rolando Iiriti 17

20 il dossier SCUOLA BILINGUE Un esperienza già al IV anno Dedichiamo questo dossier interno alla rivista all esperienza unica di scuola bilingue fra Trento (I.C. Johannes Amos Comenius di Trento/Cognola) e Innsbruck (VS Innere Stadt di Innsbruck) giunta ormai al quarto anno di vita. Precisiamo che non ci occupiamo in questa sede genericamente delle realtà di uso veicolare della lingua straniera (sono ormai tante in Trentino e non riguardano solo la lingua tedesca), ma proviamo semplicemente a far fare il punto dall interno a docenti, dirigente scolastica e genitori coinvolti. Sul resto torneremo con altri servizi. Verso un accordo più dettagliato Come anticipa Elena Filosi nel punto a pag. 32, si stanno ora valutando le modalità per introdurre il progetto anche nella scuola secondaria di primo grado, tenendo conto delle specificità educative locali. A breve è previsto un incontro ufficiale, con la presenza degli assessori all istruzione Marta Dalmaso per la scuola trentina e Beate Palfrader per il Tirolo, allo scopo di sottoscrivere un nuovo documento relativo alla prosecuzione del Protocollo d intesa ed alle modalità di applicazione. Non si tratta, dunque, di un iniziativa solo sulla lingua straniera, ma di un azione inserita nel contesto del progetto Trentino-Tirolo, dove non mancano le occasioni per valorizzare i rispettivi patrimoni culturali e sociali e per iniziare a trasmettere ai giovanissimi studenti coinvolti il valore dell appartenenza all Europa. Un po di storia Nei primi mesi del 2005 il Land Tirolo e la Provincia Autonoma di Trento, in collaborazione con la Città di Innsbruck ed il Consolato Generale d Italia in Innsbruck, hanno convenuto di istituire, presso l Istituto J.A. Comenius di Cognola - Trento e presso la VS Innere Stadt di Innsbruck, una sezione di scuola primaria con insegnamento bilingue (italiano-tedesco e tedesco-italiano). E stato firmato uno specifico Protocollo d Intesa per la creazione sperimentatale di sezioni appunto bilingui con programmi scolastici integrati nelle due realtà. E nata così la sperimentazione ed una prima classe bilingue con sede presso la Scuola elementare E.Bernardi di Cognola. Ad oggi le classi sono quattro (cl. I, II, III e IV C). Diverse le motivazioni alla base di un progetto così importante. Da un punto di vista etico e formativo vi era la volontà di tessere tra i popoli di nazioni confinanti rapporti di conoscenza, collaborazione e fiducia. La motivazione politica, iscritta nel Protocollo d Intesa fra le due Amministrazioni locali, è consistita nell interesse a stringere rapporti generali sempre più forti tra una Provincia e un Land pressoché confinanti; non sono mancate inoltre finalità pedagogiche e didattiche, in primo luogo il desiderio di cercare una forma di scuola più vicina ai bisogni di apprendimento e di orientamento delle nuove generazioni e di sperimentare curricoli di insegnamento essenziali, con forme di apprendimento attivo, personalizzato e anche autonomo. Nuova dimensione scolastica Un percorso che ha voluto inoltre rispondere, da un punto di vista sociale, alla domanda delle famiglie di nazionalità mista di mantenere nei loro figli le due lingue e le due culture di origine anche attraverso l insegnamento scolastico. Coloro che hanno poi intrapreso questa sperimentazione sono stati mossi anche da interesse e curiosità per individuare forme e tecniche di insegnamento efficaci e innovative, come comporta la dimensione biculturale e bilingue della scuola. La finalità più generale è di permettere alle nuove giovani generazioni europee la possibilità di incontrarsi con sempre maggiore facilità, imparando a conoscersi e stimarsi in un futuro di convivenza pacifica. Secondariamente, vi è l intenzione di sperimentare curricoli (contenuti, tecniche didattiche e organizzazione) per l insegnamento/apprendimento plurilingue, da generalizzare poi ad altre realtà scolastiche, percorso che ha già avuto inizio. 18

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