L Istituto Tecnico Industriale Ercolino Scalfaro Racconta la sua storia
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- Ornella Antonelli
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1 L Istituto Tecnico Industriale Ercolino Scalfaro Racconta la sua storia
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3 Introduzione Conoscere la storia e le radici della propria scuola è indispensabile per proiettarsi in scenari identitari da apprezzare e costruire, nei quali vivere e declinare la realizzazione del proprio Sé, come è accaduto alle generazioni del passato. È questo un processo di crescita sociale e cittadina che avviene in un epoca storica e culturale in cui la visione del futuro non è sempre così definita, anzi è rappresentata come densa di difficoltà e appare compromessa dalla crisi globale degli ideali, delle risorse e delle attese. Tentare di rivitalizzare il presente attraverso il ritorno ai valori della storia dei propri avi e della propria scuola in un appropriata situazione sociale e relazionale è buona regola per impostare un progetto di vita responsabile e partecipata. Così è l esperienza pratica vissuta, in modalità di alternanza scuola-lavoro, da questo gruppo di giovani studenti seguiti da una valida equipe di docenti e professionisti in un percorso educativo laboratoriale effettuato nel mondo dell Editoria di grande esperienza che ha permesso loro di potenziare e motivare meglio i propri interessi culturali e le attese di vita. Un metodo, quello dell alternanza scuola-lavoro, che consente, con buoni risultati, di vivere una reale full-immersion nel mondo lavorativo con continue e numerose esercitazioni individuali e di gruppo attraverso il sostegno di tutor competenti. Sono certo che questa esperienza, vissuta a metà tra Scuola e Azienda, oltre al piacere della ricerca e dello studio nel riscoprire la storia della propria scuola, avrà una sicura ricaduta per l arricchimento del curricolo degli studenti partecipanti. Il Direttore Generale Diego Bouchè 3
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5 Premessa Questa pubblicazione nasce dal desiderio di offrire un informazione sulla storia dell Istituto Industriale Ercolino Scalfaro (ora Istituto Tecnico Settore Tecnologico), ripercorrendo più di un secolo di storia, di fatti e di eventi significativi del nostro passato. L Istituto, infatti, ha rappresentato e rappresenta per la sua tradizione uno dei più attivi Istituti Superiori della città fornendo i quadri dirigenti del nostro sistema produttivo. Ancora oggi è in grado di preparare i giovani con una specializzazione sempre più raffinata e rispondente ai bisogni di una economia orientata verso il Sapere Tecnologico e Scientifico. L Istituto Scalfaro, sorto come Antica Scuola di Arti e Mestieri per l insegnamento delle arti della seta, ceramica, falegnameria e meccanica, nel tempo è diventato un riferimento culturale per i giovani del comprensorio catanzarese, sia perché si trova nel cuore pulsante della città, sia perché il conseguimento di un titolo di studio presso di esso offre agli studenti opportunità di lavoro e sbocchi professionali. Come è noto i nostri diplomati possono svolgere la loro attività alle dipendenze di aziende di settore, oppure come liberi professionisti, dopo l iscrizione all albo professionale dei periti. Possono, altresì, continuare gli studi in ambito universitario. Così è stato per decenni e continua ad essere, nonostante il particolare periodo di crisi occupazionale che l intero paese sta attraversando. L opera è meritevole di considerazione per l accurata ricerca storiografica effettuata dalla Prof.ssa Clara Trovato presso l Archivio Storico Comunale e per la ricca rassegna fotografica curata dalla Prof.ssa Lucia Nocera. Con il loro impegno le docenti hanno messo in evidenza particolari artistici e storici, che inseriscono, a giusta ragione, l Istituto Scalfaro tra le costruzioni cittadine a più alto valore architettonico. È anche il risultato di un esperienza di alternanza scuola/lavoro condotta da alcuni alunni dell Istituto presso la Casa Editrice Rubbettino di Soveria Mannelli. Gli studenti, guidati sapientemente dagli esperti aziendali e dal tutor della scuola Prof. Giovanni Lucia, ne hanno curato l edizione digitale e cartacea, dimostrando come il sistema produttivo locale e le istituzioni scolastiche possano incontrarsi e reciprocamente arricchirsi. A tutti loro e a tutto il personale della scuola: collaboratori, assistenti e docenti, un vivo ringraziamento per il contributo dato nel mantenere vivo il prestigio dell Istituto Scalfaro. La Dirigente Teresa Romano 5
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7 Nel 1898 il Comune di Catanzaro deliberò l avvio di una Scuola di Arti e Mestieri con specializzazioni per elettrotecnici, ceramisti, meccanici ed ebanisti. L iniziativa dell Amministrazione comunale venne appoggiata dal Consiglio della Provincia ed ottenne inoltre il validissimo aiuto dell on. Gaspare Colosimo, allora Sottosegretario di Stato al Ministero di Agricoltura Industria e Commercio: fu così che con Regio Decreto del 12 marzo 1899 fu fondata la Scuola di Arti e Mestieri di Catanzaro dotata di un assegno annuo di , di cui da parte dello Stato, dalla Provincia, dal Comune e dalla Camera di Commercio. Il Comune, non avendo locali disponibili, ubicò la scuola nel pianterreno e nei sotterranei dell allora orfanotrofio maschile Rossi: sistemazione questa che non poteva certo soddisfare le esigenze di una scuola propriamente detta. Gli orfani di Catanzaro 7
8 In un vecchio Memorandum del Consiglio di Amministrazione della Scuola l ambiente viene così descritto: locali angusti ed in parte umidi ed oscuri, siti in una delle meno frequentate strade della città. Per un certo tempo quindi l istituzione orfanotrofio e la scuola condivisero gli spazi non certo però senza fastidiose interferenze: frequenti furono infatti gli incidenti tra gli impiegati dei due istituti e le divergenze tra le due amministrazioni. Laboratorio di protesi 8
9 Laboratorio di falgnameria 9
10 Laboratorio dei giocattoli 10
11 L unica ragione plausibile per alloggiare la scuola nel fabbricato dell orfanotrofio era quella di avviare alle arti ed ai mestieri gli orfani del pio istituto e ciò era auspicabile sia per dare loro un arte proficua sia per formare un vivaio di alunni alla nascente scuola. Un nobilissimo intento! Tuttavia, come spesso accade, nessuno pensò alla mancanza della scuola elementare che necessariamente doveva costituire la formazione di base per accedere all istruzione successiva. Anzi, l Amministrazione dell Orfanotrofio, con l adesione del Consiglio Comunale, ripristinò la scuola di musica e la sala dei concerti della Banda municipale! La Scuola di Arti e Mestieri così anziché un utile ne ebbe un danno gravissimo dovendo subire, in quasi tutte le ore del giorno, il frastuono degli strumenti musicali. La Banda musicale degli orfanelli 11
12 Regnava davvero una grande confusione nella coesistenza di due realtà, anche sociali, così distanti. L Amministrazione della scuola comprese che, senza cambiare di sede, non si poteva certo sperare in un regolare funzionamento e molto meno in un serio sviluppo dell istituzione. D altra parte il Comune di Catanzaro, pur convinto dell esigenza di costruire un nuovo edificio da destinare alla scuola di Arti e Mestieri, non disponeva di risorse finanziarie sufficienti allo scopo. Fu fatto, nel 1905, un primo modesto progetto di che fu poi elevato a e su di esso fu contratto un prestito con la Cassa Depositi e Prestiti Fortunatamente (sic! si trova riportato nel Memorandum), in seguito al devastante terremoto dell 8 settembre 1905, la benefica legge approvata per la ricostruzione intervenne a sopperire alle scarse economie delle varie amministrazioni locali. Il Comune di Catanzaro mise a disposizione un aera in via Indipendenza e appaltò la costruzione del nuovo edificio all impresa Mancusi. Veduta di via Indipendenza prima della costruzione dell Industriale 12
13 Su queste basi la Scuola di Arti e Mestieri, con R. Decreto del 6 giugno 1907, venne trasformata in Regia Scuola Industriale. Regio Decreto 6 giugno
14 Sopravvenuto il terremoto del 28 dicembre 1908 si dovettero sospendere i lavori ed in seguito le norme antisismiche, disposte con Regio Decreto 18 aprile 1909, resero addirittura impossibile il completamento dell edificio. Fu così presentato un altro progetto redatto dall ing. Domenico De Francesco, che teneva conto della nuova normativa e che però solo per la muratura e copertura del tetto, comportava una spesa ulteriore di Dopo parecchie insistenze la somma necessaria venne stanziata nel bilancio del Ministero di Agricoltura come sovvenzione straordinaria per lavori complementari ai locali della Regia Scuola Industriale di Catanzaro. La continuazione dei lavori fu appaltata all impresa Davide Rossi. Senonché nella richiesta fatta dal Genio Civile di si era tenuto conto solo della muratura e della copertura del fabbricato e non era stato previsto tutto quello che era necessario per completare l opera: sistemazione esterna dei condotti luridi e delle acque piovane, costruzione della strada di accesso all officina meccanica, costruzione della fonderia. Non era stato calcolato neanche il costo di porte, finestre, inferriate che, sebbene eseguite nelle officine della scuola, comportavano parecchie migliaia di lire per l acquisto della materia prima e il pagamento della mano d opera in aiuto agli alunni. La nuova sede della Scuola, inaugurata nel novembre del 1912, era appena nata ma già aveva un debito di lire! Si dovette attendere una nuova legge nel 1913, sotto forma di Testo Unico, che rese possibile avanzare un ulteriore richiesta di fondi. I lavori procedettero, con varie interruzioni, per decenni. 14
15 Un aula dell Istituto Tecnico Industriale del
16 Le superfetazioni che seguirono sono tuttora riconoscibili: ampliamenti, sopraelevazioni, nuovi corpi di fabbrica. Insomma, l edifico si trasformò negli anni sotto gli occhi degli abitanti della città, alimentando le loro speranze e a tratti scoraggiandoli. Foto dell istituto prima della sopraelevazione 16
17 Foto dell istituto prima della costruzione dell ultimo corpo di fabbrica 17
18 Ma tale era la bellezza del nuovo Istituto, che il solo completarlo nella struttura e nelle finiture sembrava essere poca cosa rispetto all impresa e al tempo occorso per la sua realizzazione. La facciata fu progettata dall ing. Antonio Rosati con la collaborazione dei professori Illuminati e Sparaciari della Regia Scuola Industriale di Terni e nel 1948, con l esecuzione della magnifica scalinata interna, la costruzione fu portata finalmente a compimento. 18
19 Il risultato fu un pregevole edificio dalle linee semplici ed eleganti, adorno di splendide decorazioni che, arricchendolo e smorzandone l austerità, ne rafforzarono il pregio e il significato. Nel 1992, l Amministrazione Provinciale ha proceduto ad una radicale,ingegnosa e costosissima ristrutturazione. Gli ingegneri Giovanni e Domenico Angotti, rispettosi dell architettura originale, con il loro progetto hanno reso l Istituto uno dei più belli e moderni edifici della città di Catanzaro. I fregi, gli ornamenti, le decorazioni simboliche che impreziosiscono l edificio danno oggi l opportunità ai docenti, agli allievi e a tutti coloro che ammirano la scuola di soffermarsi sul valore dell impegno come era inteso nel tempo passato per farne tesoro nel loro attuale. 19
20 Descrizione dei fregi, degli ornamenti e delle decorazioni dell edificio 20
21 Sulla facciata principale si possono ammirare partendo dall alto: Lo stemma reale: la scuola infatti nel 1907 ottenne lo status di Regia Scuola. Lo stemma, composto dalla croce sabauda sormontata dalla corona reale e attorniata dal Collare del Supremo Ordine della SS. Annunziata (massima onorificenza di Casa Savoia), si trova al di sopra della intestazione dell Istituto. 21
22 Subito sotto si trova quello che possiamo definire il vero simbolo della scuola: l Ape. 22
23 L Ape ha un valore simbolico ricollegato alla sua operosità. Infatti la capacità dell ape di trasformare il polline in miele si può accomunare al lento lavoro iniziatico. Al frutto del suo lavoro è attribuito un grande valore esoterico, per via del miele che serve alla preparazione dell ambrosia, bevanda sacra presso i Celti, i Germani e i Greci, o della cera, per la composizione dei ceri, oggetti rituali e sacri. Essa è emblema dell eterna rinascita e del rinnovarsi della natura a causa della sua sparizione nei mesi invernali e del ritorno in primavera. Per molto tempo l ape ha avuto una importante funzione economica, oltre che simbolica e magica; il miele è il primo dolcificante conosciuto dall uomo. Inoltre il rapporto uomo-ape è sempre stato un rapporto privilegiato rispetto a qualsiasi altro rapporto uomo-insetto, non è mai stato accompagnato da ribrezzo o paura e, nonostante l ape possegga un potenziale pericoloso, è sempre stata elevata a simbolo di socialità e operosità. 23
24 Ai lati della intestazione si possono ammirare due riquadri apparentemente speculari che raffigurano due quadrighe: 24
25 Le differenze che vi sono tra queste decorazioni possono rimandare a spiegazioni diverse: nel riquadro di sinistra potrebbe essere rappresentato il carro del Sole, il cui auriga nella mitologia era il dio Apollo, il dio della poesia e come tale protettore delle Muse. Era anche il dio della saggezza e della profezia: nel tempio di Delfi a lui dedicato infatti erano incise due famose massime volte a richiamare l uomo alla moderazione e alla consapevolezza dei propri limiti: Nulla di troppo e Conosci te stesso. Nel riquadro di destra invece si può notare un grande scudo che potrebbe far supporre che si tratti della quadriga di Ares, il dio della guerra che personificava tutta la crudeltà, la ferocia e la distruzione della guerra. Ares aveva una quadriga trainata da quattro cavalli immortali dal respiro infuocato, legati al carro con finimenti d oro. Nella mitologia latina è identificato come Marte e fu un dio particolarmente onorato in quanto considerato il padre di Romolo e Remo. 25
26 Questa spiegazione sembra essere confermata dai volti femminili che si trovano al di sotto dei riquadri: sotto il carro di Apollo il volto è sorridente, sotto il carro di Ares è invece deformato da un espressione di terrore. 26
27 Al di sotto si trovano quattro riquadri in cui sono rappresentati gli antichi mestieri I falegnami I forgiai I tornitori I meccanici 27
28 Ai lati del balcone centrale si tovano le aquile. 28
29 L Aquila rappresenta il dominio e la legalità e fu l insegna dell Impero Romano. È il re di tutti gli uccelli ed avendo il dominio assoluto dell aria si può considerare l equivalente celeste del leone. In tutte le tradizioni essa incarna la potenza cosmica. Dalle sue qualità reali o presunte deriva la sua simbologia. Il suo librarsi verso l alto nel cielo, fino ad altezze impossibili per l uomo, lo rende simbolo di qualsiasi movimento ascensionale, dalla terra al cielo, dal mondo materiale al mondo spirituale, dalla morte alla vita. Elevandosi verso l alto, può alimentarsi del fuoco superiore, presente in massima misura nel sole, con un conseguente ringiovanimento. Subito sotto ci sono delle decorazioni, sormontate da api, su cui sono incise due date molto importanti per l Istituto: sulla destra il 1907, anno in cui diventa Regia Scuola sulla sinistra il 1915, anno in cui diventa Regia Scuola Industriale di 2 grado. Subito sotto i riquadri delle date ci sono gli strumenti di lavoro: il maglio che rimanda alla specializzazione dei meccanici, è inserito in una corona di quercia, simbolo di forza, nobiltà, potenza e di vigore sia fisico che morale; la sega e la squadra che richiamano la specializzazione dei falegnami, sono inserite in una corona di pigne, simbolo di illuminazione spirituale. 29
30 Continuando a scendere si trovano gli stemmi delle Amministrazioni locali che hanno contribuito alla costruzione dell edificio: la Provincia e il Comune di Catanzaro 30
31 Lo stemma della Provincia è circondato da una cornice adorna di agrumi: il significato simbolico di questi frutti rimanda all abbondanza, alla fecondità, alla vitalità, all espansione e alla crescita personale. Quello del Comune è inserito in una cornice di melagrane. Il simbolo del melograno si collega a quello più generale dei frutti con molti semi: è un simbolo di fecondità e di discendenza numerosa. Per la mistica cristiana i semi delle melagrane simboleggiano la perfezione divina nei suoi innumerevoli effetti, la rotondità del frutto è ritenuta espressione dell eternità divina e il succo è considerato il godimento dell anima che ama e conosce. Secondo la simbologia cristiana e cattolica il melograno rappresenta dunque l energia vitale, l espressione dell esuberanza della vita, e significa fecondità, abbondanza, amore ardente, carità, umiltà, unione di tutti i figli della Chiesa. 31
32 Proprio sotto il balcone è raffigurato il Pellicano 32
33 Presso gli antichi romani, questo uccello era il simbolo dell altruismo e della generosità spinta fino all estremo sacrificio della propria vita. Secondo la leggenda, infatti, la femmina del pellicano in mancanza di cibo si strappa la carne dal petto per sfamare i suoi piccoli. Fin dai primi secoli della sua storia, il Cristianesimo ha fatto propria questa figura per simboleggiare Gesù Cristo che si dà ai suoi fedeli nell Eucarestia (il Suo Corpo e il Suo Sangue) come cibo spirituale. Il pellicano è una figura rappresentativa anche in altre culture, infatti i musulmani considerano lo stesso un uccello sacro poiché, come narra una loro leggenda, allorché i costruttori della Ka ba dovettero interrompere i lavori per mancanza d acqua, stormi di pellicani avrebbero trasportato nelle loro borse naturali l acqua occorrente a consentire il completamento dell importante costruzione sacra. Prima i Rosacroce (nel XVII secolo) e in seguito la Massoneria si sono impadroniti di questo simbolo attribuendogli un significato tutto esoterico: il pellicano rappresenterebbe la setta che ciba i suoi adepti con la dottrina massonica. Il pellicano è dunque simbolo della forza spirituale che alimenta il lavoro finalizzato alla ricerca della perfezione. 33
34 Il cornicione dell edificio poi è impreziosito da fregi che raffigurano l ape, che in verità compare dappertutto in quanto vero simbolo dell Istituto, e fregi che raffigurano pezzi meccanici azionati da mani operose. 34
35 Per entrare nella scuola si passa attraverso un pregevole cancello di ferro, opera degli studenti dell Istituto. 35
36 All ingresso, prima di oltrepassare il portone, si trovano sulla sinistra il leone alato: 36
37 Il Leone alato, rappresentazione simbolica dell evangelista Marco, è solitamente accompagnato da un aureola, una spada e un libro sotto la zampa anteriore destra sulla quale è presente il motto: Pax tibi Marce, evangelista meus (Pace a te, Marco, mio evangelista). La rappresentazione di San Marco in forma di leone alato ha un suo significato nell iconografia cristiana: il leone simboleggia la forza della parola dell evangelista, le ali l elevazione spirituale, mentre l aureola è il simbolo cristiano della santità. Moltissime sono le sue differenti raffigurazioni che possiamo ritrovare negli emblemi ufficiali: il leone rampante : di profilo, ritto sulle zampe posteriori; il leone in moleca : di fronte, seduto, con le ali spiegate a ventaglio, con un aspetto simile a quello di un granchio (in veneziano moeca è il nome dei piccoli granchi in periodo di muta). in soldo o in gazzetta : seduto con le ali spiegate a ventaglio e nimbato; vessillifero : leone rampante che sorregge un vessillo passante : di profilo con la zampa anteriore destra appoggiata sopra al libro. Esistono poi numerose interpretazioni simboliche delle combinazioni di questi elementi: con il solo libro aperto (come nella foto) è ritenuto simbolo della sovranità dello Stato; con il solo libro chiuso è invece ritenuto simbolo della sovranità delegata e quindi delle pubbliche magistrature, con il libro aperto e la spada a terra è ritenuto popolarmente simbolo della condizione di pace mentre con il libro chiuso e la spada impugnata della condizione di guerra, infine con il libro aperto e la spada impugnata sarebbe simbolo della pubblica giustizia. 37
38 Sulla destra è affissa una lastra di marmo su cui sono ricordati i nomi dei giovani catanzaresi che come E.Scalfaro morirono nel corso della prima guerra mondiale. 38
39 Dal 1929 la scuola è intestata ad Ercolino Scalfaro ERCOLINO SCALFARO Capitano di Fanteria 19 Reggimento Fanteria della Brigata Brescia luogo di nascita: Catanzaro (CZ) Data del conferimento: D.L. Alla memoria. Motivo del conferimento: Progettava ed effettuava, con quattro soldati, sotto intenso fuoco, la posa di tubi esplosivi nei reticolati nemici, facendoli brillare ed aprendo così una larga breccia. Successivamente si slanciava, con mirabile ardimento, all attacco del trinceramento avversario e cadeva mortalmente ferito. Nell attesa del suo successore, sollevatosi alquanto, continuò a tenere il comando della compagnia, interessandosi dell azione che si svolgeva più che della ferita riportata, finché una violenta emorragia lo uccise. Dedicò, con invitto valore, alla Patria, gli ultimi istanti della sua nobile esistenza. Sella San Martino, Sdraussina, 16 luglio e 18 luglio
40 Sia all esterno che all interno dell Istituto ci sono inoltre molti stucchi che raffigurano altri elementi simbolici: Il Girasole 40
41 Il Girasole ha da sempre una valenza simbolica. Sin dall epoca del suo arrivo in Europa dal Nuovo Mondo, agli inizi del 500, la sua naturale reattività al moto del sole è stata interpretata come l attrazione esercitata dal divino sull umile frutto della terra. Esso è stato dunque associato all amore dell umanità per Dio ed in particolare per Gesù Cristo, luce del mondo. Ma in quanto simbolo di adorazione, devozione, rispetto, gratitudine e ammirazione, il girasole è stato utilizzato anche per raffigurare diversi generi di amore profano: quello tra suddito e sovrano, tra figlio e genitore, tra amanti e tra amici. Secondo una tradizione inca, i figli del dio Sole partirono alla volta della Terra per salvare gli umani dalla loro condizione selvaggia e brutale portando con sé un cuneo d oro e l immagine del padre raffigurata in un fiore, il girasole. I due fratelli decisero di stabilire la loro dimora là dove il cuneo si fosse piantato senza sforzo nella terra. Accadde in Perù, nella valle chiamata Cuzco, ovvero ombelico, dove i figli del dio Sole si fermarono, piantarono il girasole e regnarono per lungo tempo in modo magnanimo e tollerante. 41
42 La Chiocciola e la Spiga 42
43 La Chiocciola evoca il lento percorso spirituale, infatti il processo di iniziazione esige tempo e pazienza. L iniziato, nel suo cammino deve muoversi con prudenza, con pazienza, economizzando le sue forze: tutte qualità che ritroviamo nella Chiocciola. Il guscio o conchiglia della Chiocciola rappresenta il contenente, il ricettacolo, per analogia la matrice, che esprime la fecondità, la gestazione. La forma a spirale della sua conchiglia esprime l evoluzione ascensione, indicando il moto universale di aspirazione verso l alto. Una credenza popolare vuole che la Chiocciola fosse un indovina e conoscesse il futuro; come tale essa rappresenterebbe l incarnazione della saggezza della precognizione e dell intelligenza intuitiva. La Spiga dorata che al suo interno racchiude i preziosi chicchi di grano è sempre stata, fin dall antichità, il simbolo della fertilità della terra. Ma oltre a questi significati di carattere più pratico, ci sono anche significati di carattere più sottile. La spiga dorata che, nella sua longilinea armonia, si erge verso il cielo, più che una pianta, sembra un gioiello, una materializzazione della luce solare e, in questa ottica, diventa rappresentazione del divino che si manifesta in forma sensibile. 43
44 All interno della scuola oltre agli elementi decorativi già presenti nella facciata, 44
45 troviamo la magnifica scalinata. 45
46 Nella pietra sono scolpiti girasoli, fanciulle che reggono spighe di grano, 46
47 api che suggono il nettare da girasoli, 47
48 puttini che mangiano favi di miele, e infine, al centro del parapetto, un ape inserita in un cuscinetto a sfera. 48
49 49
50 Proprio sopra la porta del Cenacolo, la bella Aula Magna della scuola, è posto un bassorilievo che verosimilmente rappresenta: il Progresso. È raffigurato un uomo possente, dotato di ali e con delle catene spezzate ai polsi ed alle caviglie. Una possibile interpretazione è che si tratti appunto del progresso che l uomo, grazie alla forza del suo ingegno (rappresentata dalle ali che gli consentono di elevarsi), realizza liberandosi dalla schiavitù dell ignoranza (le catene spezzate). 50
51 La sala degli ottagoni Questa splendida sala, oggi adibita a Biblioteca e Sala docenti, è impreziosita da un soffitto a cassettoni ottagonali. A livello spirituale l ottagono rappresenta il tentativo dell uomo di elevarsi ed infatti la forma ottagonale è simbolo della resurrezione e della mediazione tra la Terra e il Cielo. 51
52 Dedicato agli studenti ed ai loro genitori, ai docenti, al personale amministrativo e a tutti coloro che hanno la fortuna di poter operare in un così bell Istituto! Si ringrazia: Il Comune di Catanzaro La Provincia di Catanzaro L Archivio Storico Comunale La Biblioteca comunale De Nobili Lo Studio Angotti
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