S E R P E N T I D I T A L I A
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1 S E R P E N T I D I T A L I A Dr. Francesco Trimigliozzi Medico Veterinario Dirigente ASL BARI Erpetologo Past President S.H.I Regione Puglia SOCIETAS HERPETOLOGICA ITALICA Componente Direttivo CAEB CLUB ACQUARIOLOGICO ERPETOLOGICO BARESE Consulente scientifico W.W.F. Puglia
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15 La Luscengola Chalcides Chalcides (Linnaeus, 1758)
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17 La Luscengola Chalcides Chalcides (Linnaeus, 1758) E un piccolo sauro, appartenente alla famiglia degli Scincidi. Il suo habitat tipico è rappresentato dalle zone erbose e umide e i cespuglieti più freschi della macchia mediterranea. La caratteristica principale di questa specie è di possedere arti molto piccoli, pressoché atrofizzati. Il corpo, serpentiforme, lungo sino a 40 cm, lucido, ha un colore che può andare dal verde oliva al grigio, al marrone, con striature nere Quando fugge rapidissimo, scivolando a zigzag tra erbe e rocce, questo animale potrebbe essere erroneamente scambiato per un serpente.. Vive in ambienti erbosi e esposti al sole, Non depone uova, ma è vivipara partorisce fino a ventitré piccoli vivi in una volta. Molto sensibile al freddo, passa l'inverno rintanata in buche riparate del terreno o in fessure tra rocce esposte a sud, da cui esce solo in primavera avanzata. Per questo stesso motivo è piuttosto rara nelle zone montane. Si nutre soprattutto di insetti e altri invertebrati.. Una caratteristica, invece, che la accomuna a molte altre lucertole è quella dell'autotomia, cioè il distacco della coda nel caso in cui questa venga afferrata da un predatore.
18 La Luscengola Chalcides Chalcides (Linnaeus, 1758)
19 L ORBETTINO (Anguis fragilis, Linnaeus 1758)
20 Erroneamente, da molti, considerato un serpente per via del suo movimento simile a questi rettili: in realtà si tratta di una lucertola che nel corso della sua evoluzione ha perso le zampe, e come molte lucertole e sauri, in caso di pericolo pratica l autotomia della coda, che rappresenta il 60% del suo corpo, lasciandola sul terreno per distrarre l'aggressore e riuscire a fuggire (il suo nome latino sottolinea questa sua fragilità). Altro aspetto di differenza coi suoi cugini ofidi è la presenza di palpebre che si chiudono, un minor numero di vertebre ed una pelle più robusta. Possiede una saliva velenosa, ma solo per i lombrichi, sua preda preferita. Lungo eccezionalmente sino a 50 cm. L'orbettino è un animale ovoviviparo, i piccoli vengono partoriti a tre mesi dall'accoppiamento, che avviene soprattutto nel mese di maggio; i giovani, in numero di 6-12, sono lunghi 7-8 centimetri e già perfettamente formati. È un animale eccezionalmente longevo. È stato osservato che può vivere anche oltre i 50 anni. Completamente innocuo, conduce vita crepuscolare muovendosi lentamente tra le foglie ed i tronchi marcescenti, di preferenza in ambienti moderatamente umidi. (Anguis fragilis, Linnaeus 1758) L ORBETTINO
21 IL BIACCO (Hierophis viridiflavus Lacépède, 1789)
22 IL BIACCO (Hierophis viridiflavus Lacépède, 1789)
23 IL BIACCO (Hierophis viridiflavus Lacépède, 1789)
24 IL BIACCO (Hierophis viridiflavus Lacépède, 1789)
25 IL BIACCO (Hierophis viridiflavus Lacépède, 1789)
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27 IL BIACCO (Hierophis viridiflavus Lacépède, 1789)
28 COLUBRO LISCIO Coronella austriaca (Laurenti 1768)
29 Lunghezza adulti 40-65cm. 19 file di squame dorsali a metà tronco. La testa è poco distinta dal resto del corpo, e presenta una forma piuttosto appuntita; possiede occhi piccoli con pupilla rotonda e non verticale come nei viperidi. La colorazione dorsale è molto variabile e va dal grigio-chiaro, al bruno rossastro, al rosa, il ventre negli individui giovani è di colore rosso acceso, mentre con l età adulta diviene scuro o nerastro. Sono sempre presenti macchie scure sulla regione superiore del corpo, che a volte formano due striature lungo i fianchi o un disegno a zig-zag. Sul collo sono presenti due striature parallele, che formano una sorta di collare. Una piccola banda scura attraversa lateralmente il collo e l'occhio, per terminare in prossimità delle narici. Come dice il nome, l epidermide di questo rettile è estremamente liscia, le squame sono prive di carenatura ed aderiscono perfettamente l'una all'altra. La bocca è piccola e poco estensibile e permette l ingollamento di prede piccole e poco combattive come lucertole, gechi, micromammiferi (toporagni, giovani topolini). Specie ovovivipara, partorisce in agostosettembre figli vivi avvolti da una membrana trasparente; Questo colubro è, nella maniera più assoluta, totalmente inoffensivo per l'uomo. COLUBRO LISCIO Coronella austriaca (LAURENTI 1768)
30 COLUBRO LISCIO Coronella austriaca (Laurenti 1768)
31 CORONELLA GIRONDICA (Daudin, 1803)
32 Più slanciato rispetto al Colubro liscio, con capo meglio distinto dal tronco; Dorso bruno-grigiastro o giallastro, spesso con sfumature rossicce, con macchie scure irregolarmente disposte lungo la regione vertebrale; una banda scura sulla regione prefrontale unisce tra loro gli occhi e si prolunga ai lati del capo fino all'angolo della bocca, formando una caratteristica "maschera". Le parti ventrali sono giallastre con macchie scure disposte a scacchiera. Lunghezza totale massima 75 cm. Altri criteri di distinzione dal Colubro liscio sono la minore estensione della squama rostrale apicale del muso, che non si incunea tra le sopranasali, al contrario di quanto avviene in C. austriaca, inoltre, le squame a metà tronco sono presenti in 21 file (e non in 19), Le scaglie sopralabiali sono 8 e non 7, di cui la quarta e la quinta a contatto con l'occhio dell'animale. Specie presente nel Subappenino Dauno e sul Gargano dai 200 ai 400 m., attiva soprattutto al mattino e al crepuscolo, ma anche durante la notte in ambienti xerici, macchie, boscaglie, radure, muri a secco, pietraie e zone rocciose, dove caccia in particolare sauri (lucertole e gechi), ma anche giovani Serpenti e talvolta Insetti. Specie ovipara, in maggio depone una decina di uova dalle quali, tra agosto e settembre, schiudono neonati lunghi cm. CORONELLA GIRONDICA (Daudin, 1803)
33 COLUBRO LEOPARDINO Zamenis situla (Linnaeus, 1758)
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35 COLUBRO LEOPARDINO Zamenis situla (Linnaeus, 1758)
36 COLUBRO DI ESCULAPIO Zamenis lineatus /longissimus
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38 COLUBRO DI ESCULAPIO Zamenis lineatus/longissimus
39 IL CERVONE Elaphe quatorlineata Lacépède, 1789)
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43 IL CERVONE Elaphe quatorlineata Lacépède, 1789)
44 IL CERVONE Elaphe quatorlineata Lacépède, 1789)
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46 IL CERVONE Elaphe quatorlineata Lacépède, 1789)
47 IL CERVONE Elaphe quatorlineata Lacépède, 1789)
48 IL CERVONE Elaphe quatorlineata Lacépède, 1789)
49 IL CERVONE Elaphe quatorlineata Lacépède, 1789)
50 LA BISCIA D ACQUA Natrice dal collare Natrix natrix helvetica Linnaeus, 1839
51 LA BISCIA D ACQUA Natrix natrix helvetica Linnaeus, 1839
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53 Immagine 1.jpg
54 LA BISCIA D ACQUA Natrix natrix helvetica Linnaeus, 1839
55 LA NATRICE TASSELLATA (Natrix tessellata Laurenti,1768)
56 LA NATRICE TASSELLATA (Natrix tessellata Laurenti,1768)
57 LA NATRICE TASSELLATA (Natrix tessellata Laurenti,1768)
58 NATRICE VIPERINA Natrix maura
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60 VIPERA DAL CORNO Vipera ammodytes (Duméril & Bibron, 1854)
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63 VIPERA DAL CORNO Vipera ammodytes (Duméril & Bibron, 1854) Veleno : diverse frazioni, alcune ad attività proteolitica, altre fosfolipasica, fibrinolitica, in generale ad azione vasodepressoria; modifica la dinamica coagulatoria per la presenza di sostanze per un verso ad attività tromboplastinica e trombinica, e ad attività antitromboplastinica dall altro; è pure presente un azione neurotossica che può esprimersi con paralisi muscolari e del centro respiratorio;
64 Il Marasso Vipera berus (Linnaeus, 1758)
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68 Il Marasso Vipera berus (Linnaeus, 1758) Il veleno: è probabilmente il più complesso tra tutti i veleni dei Viperidi e data l alta valenza ecologica della specie, forse il più elaborato tra i veleni ofidici. Secondo alcuni studiosi risulta essere al primo posto della scala tossicologica Reuss come il più tossico, tra i Viperidi, per il sistema nervoso
69 VIPERA ORSINI Vipera ursinii (Bonaparte, 1835)
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72 VIPERA ORSINI Vipera ursinii (Bonaparte, 1835) Il veleno: è comunemente considerato un ofidio inoffensivo, perché, sin dall antichità, non si conoscono casi di persone morte per la sua morsicatura: ciò sia per la scarsissima attività del veleno che per le modeste dimensioni delle zanne
73 VIPERA COMUNE Vipera aspis (Linnaeus, 1758)
74 LA VIPERA COMUNE Vipera aspis francisciredi, Laurenti 1768
75 LA VIPERA COMUNE Vipera aspis francisciredi, Laurenti 1768
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80 LA VIPERA ASPIS HUGHYI Scinzt, 1833
81 VIPERA ASPIS HUGHYI Scinzt, 1833
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91 SERPENTI ALLOCTONI PIU COMUNEMENTE DETENUTI IN CATTIVITA : FALSO CORALLO (LAMPROPELTIS) SERPENTE DEL GRANO ( PANTHEROPHYS) PITONE REALE (PYTHON REGIUS) BOA CONSTRICTOR
92 GENERE LAMPROPELTIS
93 GENERE ELAPHE
94 PITONE REALE
95 SERPENTI ALLOCTONI PERICOLOSI FORESTALE: ROMA, CATTURATO IL SERPENTE A SONAGLI NELLA PINETA DI CASTELFUSANO L'ESEMPLARE LUNGO CIRCA UN METRO E MEZZO È STATO CATTURATO VIVO DAGLI AGENTI DEL SERVIZIO CITES DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO DOPO UNA BATTUTA DI 48 ORE. SI TRATTA DI UN SERPENTE DAL MORSO VELENOSISSIMO. E' stato catturato, vivo, dagli agenti del Corpo forestale dello Stato il pericolosissimo serpente a sonagli che era stato avvistato domenica mattina nella pineta di Castelfusano a Ostia (Roma). L'esemplare, lungo circa 140 centimetri, è stato trovato a un centinaio di metri dall'area in cui i Forestali lo avevano individuato per la prima volta, ovvero tra via di Villa Plinio e via Cristoforo Colombo. Sono stati gli agenti specializzati del Servizio Cites del Corpo forestale dello Stato a eseguire la cattura. Una volta scovato, l'animale si è messo in posizione di difesa, ma è stato sufficiente usare gli strumenti in dotazione al personale specializzato per catturarlo, senza abbatterlo o ricorrere all'uso di narcotici. Il serpente è stato identificato come un grosso esemplare di Crotalus Atrox, il più diffuso tra i crotali che vivono nel nord del continente americano. E' estremamente pericoloso e il suo morso può essere letale se non si interviene subito con la somministrazione di un siero antiveleno, che tuttavia è difficilmente reperibile. Nel caso di morso, bisogna intervenire tempestivamente, praticando più incisioni a più livelli intorno alla parte lesa. Il serpente a sonagli, che può raggiungere anche un metro e ottanta cm di lunghezza e 7 chili di peso, è dotato di lunghi denti del veleno cavi e retrattili che talvolta possono rimanere conficcati nel corpo della vittima.
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98 Grazie per l'attenzione!
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