Le ceramiche comuni di Cuma. A. De Bonis*, L. Cavassa***, C. Grifa**, A. Langella**, V. Morra* I Materiale analizzato (L.C.).
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1 Le ceramiche comuni di Cuma A. De Bonis*, L. Cavassa***, C. Grifa**, A. Langella**, V. Morra* I Materiale analizzato (L.C.). Gli scavi condotti dal Centro Jean Bérard a Cuma durante il progetto KYME 3 nel hanno fornito dei nuovi dati su alcune ceramiche comuni del sito in questione : la ceramica comune da cucina e la ceramica a (anche detta Rosso Pompeiano). Un lotto particolarmente interessante composto da scarti di fornace, frammenti di piatti con graffiti e timbri è stato affidato al dipartimento di Scienze della Terra dell Università Federico II di Napoli per l analisi archeometrica. Il materiale analizzato (tab. 1) proviene da tre contesti stratigrafici diversi datati tra il I o secolo a.c. e il I o secolo d.c. I c o n t e s t i Settore D : una strada bordata da mausolei (fig. 1). Il settore D è stato scoperto nel luglio 2004 e scavato fra maggio e luglio È situato a nord della porta mediana, lungo una strada di circolazione bordata da monumenti funerari. Le tracce più antiche di frequentazione del settore identificate finora sono dei livelli di strada, di cui il più antico è datato dalla prima metà del II secolo a.c. I due campioni analizzati provengono da un livello di strada (US 34102) datato fra l ultimo quarto del I secolo a.c. e il primo quarto del I secolo d.c. : * Dipartimento di Scienze della Terra, Università Federico II, Via Mezzocannone, 8, Napoli ** Dipartimento di Studi Geologici ed Ambientali, Università del Sannio, Via dei Mulini 59/A, 82100, Benevento *** Centre Jean Bérard, UMS 1797 CNRS, École Française de Rome, Via Crispi 86, Napoli un fondo piatto di forma chiusa stracotto (tipo olla) di ceramica comune culinaria (CJB16) e un fondo di patina di ceramica a (CJB13) di forma indeterminata. Settore E : mausoleo del I secolo d.c. (fig. 1). Il secondo contesto è situato a circa 80 m a nord est della porta mediana. Scavato nel 2005, è caratterizzato dalla presenza di quattro mausolei che prospettano lungo una strada diretta verso la porta. L occupazione del settore è attestata dal II sec. a.c. fino alla Tarda Antichità 1. Sono stati analizzati quarantadue campioni provenienti da questo settore, di cui ventisette sono frammenti di ceramica comune da cucina. Sono stati identificati sedici frammenti di coperchio a bordo ingrossato e piede anulare (CJB2, 4, da 21 a 33, e 54) attribuibili alla forma 2 (fig. 2). Uno di questi coperchi è stracotto (CJB2). Un campione (CJB1) proviene da un coperchio stracotto a bordo semplice (fig. 2). Otto campioni (CJB5, 36, 37, da 39 a 42, e 55) sono frammenti di patinae a bordo bifido della forma (fig. 3). Un campione è un frammento stracotto e deformato di patina per la quale il tipo non è determinabile (fig. 3, CJB35). L ultimo campione è un bordo d olla a labbro obliquo (fig. 3, CJB12). Gli altri quindici frammenti analizzati appartengono a piatti a appartenenenti a due tipi di patinae : Goudineau 13 e 15. Sono stati scelti quattro frammenti di patinae di forma 1 In corso di lavorazione , p , p
2 A. De Bonis, L. Cavassa, C. Grifa, A. Langella, V. Morra Fig. 1 Pianta dello scavo del Centre Jean Bérard a Cuma (con localizzazione dei 3 settori dai quali sono stati prelevati i nostri campioni). 308
3 Le ceramiche comuni di Cuma 3 cm Fig. 2 Materiali del settore E : coperchi in ceramica comune da cucina 309
4 A. De Bonis, L. Cavassa, C. Grifa, A. Langella, V. Morra 3 cm Fig. 3 Materiali del settore E : patinae e olla in ceramica comune da cucina Goudineau 13 (fig. 5, CJB14, 15, 52 e 56), di cui uno (CJB52) porta un graffito ante cottem «A» sulla parte esterna del fondo, vicino all inizio della pancia mentre altri due (CJB14 e 15) sono stracotti. La patina di forma Goudineau 13 è caratterizzata da una pancia leggermente convessa e un labbro obliquo. La datazione di fabbricazione di questo piatto va dal 25 a.c. al 25 d.c. Anche nove frammenti di patinae di forma Goudineau 15, di cui cinque stracotti, fanno parte del lotto (fig. 4, CJB3, 6, 8, 10, 11, 34, 38, 51 e 53). Due cocci portano dei graffiti : quello del campione CJB34 si trova sul fondo, sulla parte esterna ed è composto da quattro lettere o segni ; quello del campione CJB51 si trova nella stessa posizione e rappresenta un segno indistinto. La forma Goudineau 15 è 310
5 Le ceramiche comuni di Cuma caratterizzata da una parete convessa e da un bordo arrotondato e semplice, senza labbro. La datazione di questa patina è la stessa della forma precedente : fra l ultimo quarto del I sec. a.c. e il primo quarto del I sec. d.c. Infine, i due ultimi campioni analizzati appartengono a dei fondi di patinae di forma indeterminata (CJB 7 e 9). Il materiale analizzato proviene da quattro unità stratigrafiche diverse databili dal I sec. d.c. Otto provengono da un livello di scarico (US 39036) in cui la ceramica comune è il materiale maggiormente rappresentato. Abbiamo contato 118 frammenti di patinae a così come 128 frammenti di ceramica comune da cucina, con una maggioranza di patinae a bordo bifido e di coperchi. Due campioni, due patinae in di forma Goudineau 13 e 15, provengono da un livello di distruzione (39096) di un mausoleo di epoca imperiale. Il campione CJB34 corrisponde ad una patina a di forma Goudineau 13 reimpiegata come coperchio per un urna cineraria (39115) datata al I sec. d.c. Infine, i trenta e ultimi campioni di questo settore provengono da uno strato di distruzione (39126) datato al I sec. d.c. Settore A : discarica di età flavia (fig. 1). Il settore A, scavato fra il 2001 e il 2003 nell ambito del progetto Kyme 2, è situato fuori dalla città, a una cinquantina di metri dalla porta mediana. Al disopra di un grande collettore utilizzato dal I sec. a.c. al I sec. d.c., si è impostata una discarica di età flavia. Il vasellame ceramico, studiato da Michel Pasqualini, rappresenta più di frammenti attribuibili a 4279 individui. L essenziale è composto da vasellame da tavola e da cucina 4. I cinque campioni analizzati provengono da uno stesso strato (US ), che costituisce il livello di superficie della discarica. La ripartizione è la seguente : vi sono due piatti di ceramica comune da cucina (CJB45, 47) e tre piatti a (CJB44, 48 e 50). Questi cinque campioni sono marchiati dal fabbricante prima della cottura (fig. 6). 4 Capo del Servizio archeologico municipale di Fréjus. I dati sui materiali della discarica sono stati utilizzati secondo il suo studio. I tre campioni di ceramica comune da cucina sono dei fondi di patinae di forma indeterminata. Il campione CJB45 possiede un bollo apposto all interno della patina. In cui si legge : L. HEL. PROTI. in un cartiglio di forma rettangolare ; il bollo è retrogrado. Il campione CJB47 porta un graffito ante cottem sulla parte esterna della patina. Si leggono due lettere : BT. I tre campioni di ceramica a provengono da fondi di patinae la cui forma esatta non è stata possibile identificare. Il campione CJB44 porta un bollo apposto sulla parte esterna del fondo : TYRAN. MAR., seguito da un graffito : I 5. Il bollo si trova in un cartiglio di forma rettangolare. La cifra I potrebbe indicare un numero d infornata. Il campione CJB48 presenta il bollo seguente :.]MARI. Un terzo bollo dello stesso fabbricante è stato riportato alla luce in questi stessi livelli della discarica. La sintesi dei dati forniti da questi due bolli e dalle scoperte precedenti attesta la presenza di un atelier di produzione locale di piatti in. L officina doveva appartenere a un membro della famiglia Marius, di cui Tyran(us) sarebbe uno degli schiavi. Questa famiglia è d altronde conosciuta nel mondo dell industria ceramica antica : sono stati identificati molti bolli su piatti a e su ceramica sigillata 6. Due bolli scoperti a Ostia 7 e ad Oboda 8 in Palestina sono attribuibili alle forme Goudineau 28 30, la cui produzione è attestata dall epoca augustea al II sec d.c 9. Tale forma di patina è caratterizzata da un fondo piatto, parete curvilinea e bordo a labbro arrotondato che, dapprima diritto, diviene rientrante a mano a mano che evolve la forma. Questo tipo è stato identificato da Emilia Chiosi come una delle produzioni del sito di Cuma 10. Conviene sottolineare la similitudine fra la forma Goudineau e la forma 15: la sola differenza tra i due tipi sarebbe nella curvatura del bordo che non è sempre facile individuare. Il quarto campione, CJB50, è un fondo di patina, di forma indeterminata, sulla parte esterna del quale si trova un graffito ante cottem : AM. 5 La lettura dei bolli e dei graffiti è stata realizzata da J. P. Brun. 6 Papi 1994, p Zevi Pohl 1970, p. 97 citato da Papi 1994, p. 291, n Negev 1974, p. 41 citato in Papi 1994, p. 291, n Papi 1994 e Scatözza Höritch Chiosi
6 A. De Bonis, L. Cavassa, C. Grifa, A. Langella, V. Morra 3 cm Fig. 4 Materiali del settore E : patinae di forma Goudineau 15 in ceramica a 312
7 Le ceramiche comuni di Cuma 3 cm Fig. 5 Materiali del settore E : patinae di forma Goudineau 13 in ceramica a rossa 2 Le ceramiche comuni a Cuma. Ceramica comune da cucina. La ceramica comune culinaria raggruppa tutta la batteria di piatti, marmitte, ollae, coperchi, ecc., utilizzati per la preparazione e la cottura delle derrate. Trenta dei nostri campioni appartengono a questa categoria. Sono rappresentati tre tipi : olla, coperchio e patina. La patina di tipo 2131, caratterizzata da un labbro bifido, dotato di scanalatura per posarvi il coperchio, è il piatto caratteristico delle produzioni romane e campane, largamente diffuso nel mondo romano dall epoca repubblicana e durante l epoca imperiale. La tipologia stabilita da V. distingue due varianti a questa patina che si basano sulla forma del fondo, leggermente concavo con una scanalatura all interno (2131a), largamente diffuso nell insieme del bacino mediterraneo, o piatto (2131b) che non sembra essere attestato al di fuori dell Italia meridionale. Basandosi sull osservazione dell argilla, V. la ritiene di produzione campana 11. Ceramica a. Questa produzione è composta da piatti e coperchi destinati esclusivamente alla cottura degli alimenti. s. Loeschke nel 1904 utilizza la denominazione «Rosso Pompeiano» (Pompejanisch roten Platten), per definire l ingobbio interno dei piatti, che richiama il rosso cinabro degli affreschi pompeiani 12. Christian Goudineau qualifica la produzione in questi termini : sono dei «piatti di cui tutta la superficie è ricoperta da un ingobbio di colore rosso ; l esterno invece, è allo stato grezzo, ad , p Desbat 2003, p
8 A. De Bonis, L. Cavassa, C. Grifa, A. Langella, V. Morra eccezione del bordo, anch esso rivestito di rosso» 13. Si tratta di piatti destinati alla cottura degli alimenti, il cui rivestimento rosso interno ha una funzione antiaderente. Lo studio di G. Pucci 14, che prende in considerazione il materiale archeologico e le fonti letterarie, giunge alla conclusione che Cuma era uno dei centri di produzione dei piatti a. Egli cataloga i differenti autori latini che parlano di produzioni ceramiche di Cuma. Apicio, per esempio, indica che i piatti di Cuma (cumanae) sono utilizzati per la cottura degli alimenti 15, mentre Marziale 16 vanta i meriti dei piatti in terra rossa di Cuma (cumano rubicundam puluere). 13 Goudineau 1970, p Pucci Fig. 5 Materiale del settore A 15 Apicio le nomina sei volte nell Arte culinaria : IV,11,138 ; V,2,196 ; V,4,198 ; VI,2,238 ; VI,5,241 et VII,7, Marziale, Epigrammi, XIV,
9 Le ceramiche comuni di Cuma CAMPIONE STRATIGRAFIA CLASSE FORMA DATAZIONE COLORE IMPASTO DUREZZA AL TATTO TRATTAMENTO MANIFATTURA SPESSORE MEDIO PESO (g) CUORE MARGINE SUPERFICI (mm) CJB Ceramica coperchio Io sec. d.c. 2,5YR 2,5/2 2,5YR 2,5/2 Medio Ruvido Tornio veloce 5 31,5 stracotto CJB Ceramica coperchio Di Io sec. d.c. 2,5YR 3/2 GLEY1 3/N Medio Ruvido Tornio veloce 8 50,0 Giovanni stracotto CJB Ceramica a patina forma Io sec. d.c. 2,5YR 4/6 10YR 3/2 Molto duro Ruvido Tornio veloce 7 45,9 Goudineau 15 stracotta CJB Ceramica Io sec. d.c. 2,5YR 3/2 GLEY1 3/N Medio Ruvido Tornio veloce 8 37,7 CJB Ceramica patina forma Di Io sec. d.c. 2,5YR 3/3 2,5YR 2,5/2 Duro Ruvido Tornio veloce 7 99,0 Giovanni 2131 CJB Ceramica a patina forma Io sec. d.c. 2,5YR 4/4 GLEY1 3/N Duro Ruvido Tornio veloce 7 60,2 Goudineau 15 stracotta CJB 7* Ceramica a fondo patina Io sec. d.c. 10YR 6/4 GLEY1 3/N Duro Liscio Rivestimento, Tornio veloce 6 57,3 ruvido Incisioni CJB Ceramica a patina forma Io sec. d.c. GLEY1 3/N GLEY1 3/N Duro Ruvido Tornio veloce 8 52,0 Goudineau 15 stracotta CJB 9* Ceramica a fondo patina Io sec. d.c. 2,5YR 4/3 2,5YR 4/3 Molto duro Liscio Rivestimento, Tornio veloce 6 28,1 ruvido Incisioni CJB Ceramica a patina forma Io sec. d.c. 5YR 3/3 GLEY1 3/N Duro Ruvido Tornio veloce 7 65,6 Goudineau 15 stracotta CJB Ceramica a patina forma Io sec. d.c. 10YR 3/2 10YR 3/2 Molto duro Ruvido Tornio veloce 6 20,7 Goudineau 15 stracotta CJB Ceramica olla Io sec. d.c. 2,5YR 5/8 7,5YR 4/2 Duro Ruvido Tornio veloce 7 102,5 CJB 13* Ceramica a fondo di patina ultimo quarto 2,5YR 2,5/2 2,5YR 2,5/2 Duro Liscio Tornio veloce 8 10,0 dell Io sec. ruvido a.c./primo quarto dell Io sec.d.c. 315
10 A. De Bonis, L. Cavassa, C. Grifa, A. Langella, V. Morra CAMPIONE STRATIGRAFIA CLASSE FORMA DATAZIONE COLORE IMPASTO DUREZZA AL TATTO TRATTAMENTO MANIFATTURA SPESSORE MEDIO PESO (g) CUORE MARGINE SUPERFICI (mm) CJB Ceramica a patina forma Io sec. d.c. 2,5YR 4/6 10R 3/1 Molto duro Liscio Rivestimento Tornio veloce 6 128,6 Goudineau 13 ruvido stracotta CJB Ceramica a patina forma Io sec. d.c. 10R 2,5/1 10R 2,5/1 Duro Liscio Rivestimento Tornio veloce 9 29,3 Goudineau 13 ruvido stracotta CJB ceramica comune fondo forma ultimo quarto GLEY1 3/N GLEY1 3/N Molto duro Ruvido Tornio veloce 14 29,3 da fuoco chiusa dell Io sec. a.c./primo quarto dell Io sec.d.c. CJB Ceramica Io sec. d.c. GLEY1 3/N GLEY1 3/N Medio Ruvido Tornio veloce 5 42,3 CJB 22* Ceramica Io sec. d.c. 10YR 3/1 10YR 3/1 Medio Ruvido Tornio veloce 8 58,4 CJB 23* Ceramica Io sec. d.c. 10YR 3/1 10YR 3/1 Medio Ruvido Tornio veloce 7 42,5 CJB Ceramica Io sec. d.c. 5YR 3/2 5YR 2,5/1 Medio Ruvido Tornio veloce 5 57,7 CJB Ceramica Io sec. d.c. GLEY1 3/N GLEY1 3/N Medio Ruvido Tornio veloce 6 48,5 CJB Ceramica Io sec. d.c. 2,5YR 3/2 10R 5/8 Medio Ruvido Tornio veloce 5 17,5 CJB 27* Ceramica Io sec. d.c. 2,5YR 4/6 5YR 3/1 Medio Ruvido Tornio veloce 6 28,5 CJB Ceramica Io sec. d.c. 2,5YR 4/4 7,5YR 3/1 Medio Ruvido Tornio veloce 5 46,8 CJB Ceramica Io sec. d.c. 7,5YR 3/1 7,5YR 3/1 Medio Ruvido Tornio veloce 7 45,8 316
11 Le ceramiche comuni di Cuma CAMPIONE STRATIGRAFIA CLASSE FORMA DATAZIONE COLORE IMPASTO DUREZZA AL TATTO TRATTAMENTO MANIFATTURA SPESSORE MEDIO PESO (g) CUORE MARGINE SUPERFICI (mm) CJB 30* Ceramica Io sec. d.c. GLEY1 3/N GLEY1 3/N Medio Ruvido Tornio veloce 7 68,7 CJB 31* Ceramica Io sec. d.c. 7,5YR 4/3 GLEY1 3/N Medio Ruvido Tornio veloce 7 83,1 CJB Ceramica Io sec. d.c. 10R 5/8 7,5YR 3/2 Duro Ruvido Tornio veloce 9 17,6 CJB Ceramica Io sec. d.c. 10R 5/8 7,5YR 3/2 Duro Ruvido Tornio veloce 7 11,9 CJB Ceramica a patina forma Io sec. d.c. 2,5YR 4/8 2,5YR 4/8 Duro Liscio Rivestimento, Tornio veloce 6 34,4 Goudineau 15 ruvido incisioni, con iscrizione iscrizioni sul fondo CJB Ceramica patina stracotta Io sec. d.c. 2,5YR 3/3 GLEY1 3/N Duro Ruvido Tornio veloce 9 116,4 CJB Ceramica patina forma Di Io sec. d.c. 5YR 3/1 5YR 3/1 Medio Ruvido Tornio veloce 6 27,2 Giovanni 2131 CJB Ceramica patina forma Di Io sec. d.c. 10R 3/4 10R 2,5/1 Medio Ruvido Tornio veloce 7 40,1 Giovanni 2131 CJB Ceramica a patina forma Io sec. d.c. 2,5YR 4/4 2,5YR 3/1 Medio Ruvido Tornio veloce 6 58,3 Goudineau 15 CJB Ceramica patina forma Di Io sec. d.c. 2,5YR 3/2 2,5YR 3/2 Medio Ruvido Tornio veloce 5 60,9 Giovanni 2131 CJB Ceramica patina forma Di Io sec. d.c. 7,5YR 4/2 7,5YR 4/2 Medio Ruvido Tornio veloce 6 103,0 Giovanni 2131 CJB Ceramica patina forma Di Io sec. d.c. 10R 4/4 2,5YR 3/1 Medio Ruvido Tornio veloce 7 52,7 Giovanni 2131 CJB Ceramica patina forma Di Io sec. d.c. 2,5YR 4/6 2,5YR 3/1 Medio Ruvido Incisioni Tornio veloce 8 215,0 Giovanni 2131 CJB n 281 Ceramica a fondo di patina Io sec. d.c. 10R 5/8 10R 5/8 Molto duro Liscio Rivestimento, Tornio veloce 11 41,1 con bollo sul ruvido incisioni, timbri fondo CJB n 194 Ceramica fondo di patina Io sec. d.c. 2,5YR 5/6 2,5YR 5/6 Medio Ruvido Tornio veloce 7 13,6 con bollo sul fondo 317
12 A. De Bonis, L. Cavassa, C. Grifa, A. Langella, V. Morra CAMPIONE STRATIGRAFIA CLASSE FORMA DATAZIONE COLORE IMPASTO DUREZZA AL TATTO TRATTAMENTO MANIFATTURA SPESSORE MEDIO PESO (g) CUORE MARGINE SUPERFICI (mm) CJB n 295 Ceramica fondo di patina Io sec. d.c. 2,5YR 4/8 2,5YR 4/8 Medio Ruvido Rivestimento Tornio veloce 8 26,2 con iscrizione sul fondo CJB n 303 Ceramica a fondo di patina Io sec. d.c. 2,5YR 5/6 2,5YR 5/6 Molto duro Liscio Rivestimento, Tornio veloce 8 13,6 con bollo sul ruvido incisioni, timbri fondo CJB n 304 Ceramica a fondo di patina Io sec. d.c. 10R 4/6 GLEY1 3/N Molto duro Liscio Rivestimento, Tornio veloce 9 56,5 con iscrizione ruvido incisioni, timbri sul fondo CJB Ceramica a patina forma Io sec. d.c. 2,5YR 5/8 2,5YR 5/8 Duro Liscio Rivestimento, Tornio veloce 5 16,4 Goudineau 15 ruvido incisioni, con iscrizione iscrizioni sul fondo CJB Ceramica a patina forma Io sec. d.c. 10R 5/8 10R 5/8 Duro Liscio Rivestimento, Tornio veloce 6 26,4 Goudineau 13 ruvido iscrizioni con iscrizione sul fondo CJB Ceramica a patina forma Io sec. d.c. 2,5YR 5/6 2,5YR 5/6 Duro Liscio Rivestimento Tornio veloce 6 48,9 Goudineau 15 ruvido CJB Ceramica Io sec. d.c. 2,5YR 5/6 2,5YR 5/6 Duro Ruvido Tornio veloce 8 165,6 CJB Ceramica patina forma Di Io sec. d.c. 10R 5/8 10R 5/8 Duro Ruvido Tornio veloce 8 124,9 Giovanni 2131 CJB Ceramica a patina forma Io sec. d.c. 10R 5/8 10R 5/8 Duro Liscio Rivestimento Tornio veloce 6 42,0 Goudineau 13 ruvido Tab. 1 Principali caratteristiche archeologiche e macroscopiche dei campioni studiati * I campioni troppo piccoli per essere illustrati (disegni o foto) sono contrassegnati dal segno 318
13 Le ceramiche comuni di Cuma II Caratterizzazione archeometrica di ceramiche comuni da cucina e a (rosso pompeiano) dell area archeologica di Cuma (A.D.B., C.G., A.L., V.M.) Riassunto Gli scavi effettuati a Cuma dai ricercatori del Centre Jean Bérard hanno riportato alla luce una grande quantità di reperti ceramici. Il presente studio è stato concentrato su ceramiche comuni da cucina e su di un particolare tipo di ceramica da cucina a, denominato Rosso Pompeiano. Tutti i frammenti sono costituiti da degrassante vulcanico : feldspato, clinopirosseno, scorie, pomici, litici e, in minor quantità biotite, anfibolo, granato e scorie a leucite. Dal punto di vista chimico i campioni analizzati si suddividono in due gruppi principali costituiti indifferentemente da campioni di entrambe le tipologie. La distinzione fra i due raggruppamenti è dovuta alla differente quantità di inclusi presente nei frammenti, come messo in evidenza dall analisi modale. I dati XRD e SEM indicano che la maggioranza dei campioni fu sottoposta a temperature di cottura in un intervallo compreso fra 900 e 1000 C. Fanno eccezione alcuni campioni di un gruppo di ceramica a per i quali sono ipotizzate temperature inferiori, comprese fra 800 e 850 C. 1. Introduzione I materiali ceramici provenienti dallo scavo effettuato a Cuma dai ricercatori del Centre Jean Bérard nell ambito del progetto Kyme 3 ( ) sono stati sottoposti a una serie di analisi archeometriche. Lo scopo principale di questo tipo di indagine è quello di caratterizzare i materiali ceramici in base alle loro caratteristiche osservate in microscopia ottica e alla loro composizione chimica in relazione alle materie prime utilizzate (argilla e degrassante), al fine di ricostruire la provenienza di una determinata produzione ceramica tenendo conto delle caratteristiche geologiche del territorio. Inoltre l analisi mineralogica e l osservazione delle microtessiture al microscopio elettronico permettono di risalire alle temperature di cottura dei materiali ceramici. Questo studio è stato focalizzato su 49 reperti ceramici (tab. 1), per la cui descrizione archbo e tessitura degli impasti, senza l ausilio di strumenti particolari. Osservazione in sezione sottile al microscopio polarizzatore, per descrivere le caratteristiche tessiturali, le proprietà ottiche della matrice e identificare il tipo e l abbondanza di degrassante eventualmente presente. Analisi chimica degli elementi maggiori e in traccia tramite spettrometria per fluorescenza di raggi X (XRF). Analisi diffrattometrica per raggi X (XRD) per identificare le fasi mineralogiche non risolvibili al microscopio ottico che costituiscono gli impasti ceramici. Microscopia elettronica a scansione (SEM) per valutare il grado di sintering e le caratteristiche microtessiturali della matrice. 4. Risultati 4.1 Analisi macroscopica Dai risultati dell analisi (tab. 1) si osserva che la maggior parte dei frammenti di ceramica comune da cucina sono costituiti da impasti di durezza media, e superfici ruvide al tatto. Il colore è il rosso tipico della terra cotta ; nei piatti da fuoco è possibile osservare zonature cromatiche caratterizzate da un nucleo rosso e una parte esterna di colore grigio scuro. I campioni di ceramica a (Rosso Pompeiano) sono costituiti da impasti duri, di cui circa la metà presenta una colorazione rossa uniforme. Alcuni campioni presentano tinte più scure e talvolta zonature (sandwich) caratterizzate da nucleo rosso e margine grigio scuro. Molti campioni di questa tipologia conservano tracce d iscrizioni o bolli Mi c r o s c o p i a o t t i c a (OM) Tutti i campioni di ceramica comune da cucina (escluso CJB24 di cui manca la sezione sottile) sono costituiti da matrice otticamente inattiva ; nei campioni CJB32, 45 e 54 è visibile una debole attività. Gli impasti presentano una porosità media, caratterizzata da fratture allungate orientate parallelamente alla superficie dei manufatti (fig. 8b). La distribuzione degli inclusi è di tipo bimodale con una frazione grossolana costituita prevalentemente da prodotti vulcanici. Il feldspato alcalino è la fase 319
14 A. De Bonis, L. Cavassa, C. Grifa, A. Langella, V. Morra Deposito piroclastico non stratificato a grosse pomici Formazione del Tufo Giallo Napoletano Livello di scorie saldate associato a un banco di scorie rosse Cupola lavica Fig. 7 Stratigrafia dell area di Cuma (Di Girolamo et al., 1984). più abbondante a cui segue clinopirosseno (fig. 8a). Scorie (talvolta contenenti leucite) e litici vulcanici (costituiti prevalentemente da plagioclasio e biotite) sono presenti in tutti i campioni ; le pomici, anch esse frequenti, sono assenti in CJB1 e 5. Biotite e granato sono visibili in tracce in molti campioni con individui di piccole dimensioni. L anfibolo è visibile in piccola quantità in CJB27, 29, 33, 35, 47, mentre sporadici cristalli di plagioclasio sono presenti in molti campioni. Inoltre nei frammenti CJB1, 4, 26, 29, 32, 33, 42 e 55 è stata osservata chamotte. La frazione fine è composta principalmente da piccoli cristalli di minerali sialici costituiti da quarzo e feldspato alcalino. Nell ambito della ceramica comune da cucina è possibile distinguere due raggruppamenti, le cui caratteristiche si riflettono nei gruppi identificati su base chimica. Le principali differenze sono dovute al contenuto di inclusi (packing), compreso fra 25 e 35 % nei frammenti CJB2, 25, 26, 32, 36, 45, 47, 54 e 55, mentre nei restanti campioni è dell ordine del %. I campioni di ceramica a (Rosso Pompeiano) (esclusi CJB38 e 44 di cui manca la sezione) sono caratterizzati da distribuzione bimodale dei costituenti. La frazione grossolana è costituita da abbondanti inclusi vulcanici, fra i quali si osservano, in ordine di abbondanza : feldspato alcalino, clinopirosseno, scorie e litici vulcanici e pomici. Occasionalmente si osservano plagioclasio e biotite. In molti campioni sono visibili scorie a leucite e sporadici cristalli di granato ; fra gli altri costituenti vi sono ARF (Argillaceous Rock Fragments) ; (Whitbread, 1986). Anche in questo caso la frazione fine è caratterizzata in prevalenza da piccoli cristalli sialici, costituiti, con ogni probabilità, da quarzo e feldspato alcalino. Anche i frammenti di ceramica a si possono suddividere in due gruppi definiti in base ad alcune differenze petrografiche. I campioni CJB3, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 13, 14 e 15 sono caratterizzati da matrice otticamente inattiva, porosità media con fratture parallele alle pareti dei manufatti e packing compreso fra 25 e 30 %. I rimanenti frammenti sono caratterizzati da spiccata attività ottica della matrice (fig. 8d), porosità scarsa, packing medio più elevato (35 40 %), frequente chamotte e un rivestimento più spesso e regolare (fig. 8c) Analisi modale : Attraverso l analisi modale (tab. 2) è stato possibile definire con maggiore precisione le analogie già individuate in microscopia ottica fra i vari campioni. L indagine è stata eseguita su alcune sezioni rappresentative di ceramica comune da cucina (CJB12, 25, 27, 29, 47, 55) e di ceramica a (CJB3, 9, 11, 13, 34, 48, 50, 53), selezionate in base alle loro caratteristiche tessiturali. I campioni di ceramica comune da cucina (CJB12, 27, 29) sono caratterizzati mediamente da una percentuale di matrice di circa 66 %, da una porosità del 11 % e da un contenuto di inclusi prossimo al 23 %. Fra questi la fase mediamente più abbondante è il feldspato alcalino (11 %) a cui seguono clinopirosseno (5 %) e scorie vulcaniche (4 %). Gli altri costituenti sono presenti in scarsa quantità o in tracce. Nei frammenti CJB25, 47 e 55 di ceramica comune da cucina la matrice costituisce in media il 59 % degli impasti, i pori l 11 %, mentre gli inclusi il 30 %. Fra le diverse fasi presenti il feldspato alcalino 320
15 Le ceramiche comuni di Cuma raggiunge circa il 18 %, mentre il clinopirosseno il 4 %. Scorie vulcaniche e pomici sono prossime al 3 %. La chamotte è presente in quantità inferiore al 2 %, mentre altri costituenti sono presenti in tracce. I campioni di ceramica a (Rosso Pompeiano) CJB3, 9, 11 e 13 sono caratterizzati da una percentuale media di matrice prossima al 61 %, una porosità del 12 % e un contenuto medio di inclusi del 27 %. Feldspato alcalino e clinopirosseno rispettivamente raggiungono in media circa 8 % e 7 % ; nel campione CJB3 il feldspato alcalino supera il 14 %. Le scorie sono in media del 5 % ; gli altri costituenti sono osservabili in quantità scarsa o in tracce. I frammenti CJB34, 48, 50 e 53 di ceramica a sono costituiti in media dal 54 % di matrice, dall 8 % di pori e da oltre il 38 % di inclusi, percentuale che nel campione CJB34 raggiunge il 47 %. Il feldspato alcalino raggiunge quasi il 19 %, mentre il clinopirosseno non arriva al 5 %. Le scorie superano il 6 % ; pomici e litici hanno entrambi un quantitativo medio di circa il 2 %. La chamotte è presente con una media del 4 %, che nel campione CJB34 raggiunge quasi il 7 %. Altri costituenti sono visibili solo in tracce. 4.3 Analisi chimica (XRF) I campioni analizzati sono tutti caratterizzati da un contenuto di CaO (media 3,0 %) sempre inferiore al 6 %: limite stabilito per distinguere gli impasti calcarei da quelli non calcarei (Tite & Maniatis, Fig. 8 Caratteristiche di impasti rappresentativi in sezione sottile. a) Ceramica comune (CJB27). Clinopirosseno (100X nicol paralleli) ; b) Ceramica comune (CJB23). Matrice con fratture longitudinali. (25X nicol paralleli) ; c) Rosso Pompeiano (CJB53). Particolare del rivestimento rosso. Sono visibili clinopirosseno, scorie e un cristallo di granato (25X nicol paralleli) ; d) Rosso Pompeiano (CJB52). Matrice otticamente attiva con degrassante vulcanico (25X nicol incrociati). 321
16 A. De Bonis, L. Cavassa, C. Grifa, A. Langella, V. Morra 1975). Nei diagrammi (fig. 9) sono rappresentate le quantità di alcuni elementi maggiori (espressi come percentuale dei rispettivi ossidi) e in traccia (ppm), i cui valori hanno permesso di suddividere i campioni in due gruppi principali, costituiti indifferentemente da frammenti di entrambe le tipologie studiate. Il gruppo I comprende il sottogruppo COM1, formato da 19 campioni di ceramica comune da cucina (CJB1, 4, 5, 12, 21, 22, 23, 27, 28, 29, 30, 31, 33, 35, 37, 39, 40, 41, 42), e il sottogruppo RP1, costituito da 8 campioni di ceramica a vernice rossa (Rosso Pompeiano) (CJB3, 6, 7, 8, 10, 11, 13, 38). Il gruppo II è costituito dal sottogruppo COM2, che comprende 11 frammenti di ceramica comune da cucina (CJB2, 16, 24, 25, 26, 32, 36, 45, 47, 54, 55), e dal sottogruppo RP2, costituito da 11 campioni di ceramica a (CJB9, 14, 15, 34, 44, 48, 50, 51, 52, 53, 56). Tutti i campioni del gruppo I (COM1, RP1) sono caratterizzati da un contenuto medio di SiO 2 (62,1 %), Ni (69 ppm) e Cr (116 ppm) più elevato rispetto ai frammenti del gruppo II, mentre Al 2 O 3 (18,0 %), Zr (306 ppm) e Nb (36 ppm) presentano valori mediamente inferiori. I campioni del sottogruppo COM1 possiedono in media un più elevato contenuto di SiO 2 (62,9 %) rispetto a RP1 (61,2 %) e, come si osserva in tabella 3, entrambi sono caratterizzati da una deviazione standard (σ 1,48) che indica una certa variabilità dei valori di quest ossido. Un ulteriore distinzione nell ambito del gruppo I è dovuta ai valori di Fe 2 O 3 (fig. 9b) e MgO, che risultano inferiori nel sottogruppo COM1 (Fe 2 O 3 = 7,1 %, MgO = 2,9 %) rispetto a RP1 (Fe 2 O 3 = 8,2, MgO = 3,2 %). Il gruppo II (COM2, RP2) è caratterizzato, invece, da valori mediamente inferiori di SiO 2 (58,9 %), Ni (56 ppm) e Cr (78 ppm) rispetto al gruppo I e da contenuti più elevati di Al 2 O 3 (21,0 %), Zr (398 ppm) e Nb (48 ppm). I valori medi della SiO 2 nei due sottogruppi (58,8 % in COM2 e 58,9 % in RP2) risultano essere molto simili fra loro ; inoltre il valore della deviazione standard relativamente basso (0,85) indica un miglior raggruppamento dei campioni relativamente a quest ossido. Tale condizione è meno evidente in COM2 nel caso di Ni e Cr, per cui i campioni risultano maggiormente dispersi. Inoltre vi è da segnalare il campione CJB22 del sottogruppo COM1, il quale si differenzia dalle altre ceramiche comuni da cucina per il valore di Na 2 O (6,0 %), molto superiore rispetto alla media di tutti i frammenti studiati (1,70 %). 4.4 Analisi mineralogica (XRD) Le fasi più abbondanti rilevate in diffrattometria, comuni a tutte le tipologie ceramiche analizzate sono feldspato e quarzo. Nelle ceramiche comuni da cucina l ematite è scarsa o presente solo in tracce a esclusione dei campioni CJB12 e 31. L illite è sporadica in CJB33, 37 e 47, presente in tracce nei campioni CJB2, 22, 26, 32, 36, 45, 54 e assente nei restanti campioni. Il pirosseno si rileva sporadicamente nei reperti CJB1, 2, 4, 5, 12, 36, 37 e 4 e solamente in tracce negli altri campioni di ceramica da cucina. I campioni di ceramica a (Rosso Pompeiano) contengono, oltre a quarzo e feldspato, anche ematite, la quale è assente nei frammenti CJB7, 8 e 11. L illite si riscontra sporadicamente o in tracce nei campioni CJB48, 50, 52, 53 e 56 ; il pirosseno non si osserva nei campioni CJB14, 15, 52 e Mi c r o s c o p i a e l e t t r o n i c a (SEM) : L osservazione al SEM ha permesso di valutare il grado di sintering degli impasti ed eseguire delle stime degli intervalli di temperatura di cottura di alcuni frammenti ceramici fra i più rappresentativi (tab. 4), secondo la metodologia proposta da Tite e Maniatis (1975). La scelta dei campioni è stata effettuata in base alla presenza di alcune fasi mineralogiche identificate in diffrattometria, indicative di intervalli termici definiti. Sono stati selezionati quattro frammenti di ceramica comune da cucina (CJB12, 22, 25, 55) e sei di ceramica a (CJB3, 6, 34, 38, 48, 50). Fra le ceramiche d uso comune si nota, in CJB12, una struttura di vetrificazione continua caratterizzata da pori di piccole dimensioni CV(FB) tipica di temperature comprese fra i 950 e i 1000 C. I campioni CJB22 (fig. 10a) e CJB55 mostrano una vetrificazione iniziale (IV) che indica temperature di cottura comprese fra 850 e 900 C, ciò è confermato anche dalla persistenza di strutture illitiche. Il campione CJB25 presenta una struttura di vetrificazione continua CV(CB) caratterizzata da pori di grandi dimensioni, che indica una temperatura di cottura in condizioni riducenti (come suggerisce il colore grigio scuro dell impasto) compresa fra 1050 e 1100 C. I campioni CJB3 e 6 di ceramica a (Rosso Pompeiano) presentano una struttura di vetrificazione estensiva (V) che indica una temperatura di cottura compresa fra 850 e 900 C. 322
17 Le ceramiche comuni di Cuma Fig. 9 Diagrammi binari fra elementi maggiori e in traccia. I quadrati rappresentano i campioni di ceramica comune da cucina, le losanghe la ceramica a (Rosso Pompeiano). I campioni del I gruppo sono raffigurati in bianco, quelli del II gruppo in nero. Nei campioni CJB34 e 48 è stato osservato uno stadio di vetrificazione iniziale (IV) tipico di temperature comprese fra 800 e 850 C. In CJB38 (fig.10b) si osserva una struttura di vetrificazione continua CV(FB) che permette di stimare un intervallo termico di cottura compreso fra 950 e 1000 C ; nel campione CJB50 la presenza di illite e la struttura scarsamente vetrificata (NV+) indicano temperature prossime agli 800 C. 5. Discussioni Le analisi effettuate sui materiali ceramici provenienti da Cuma hanno messo in evidenza le principali caratteristiche mineralogiche e petrografiche delle due tipologie studiate : ceramiche comuni da cucina e a (Rosso Pompeiano). Tutti i campioni sono realizzati con impasti prodotti con argilla di tipo non calcareo (CaO < 6 %) a cui è stato aggiunto degrassante vulcanico costituito da : feldspato alcalino (sanidino), clinopirosseno (diopside, fe salite), scorie (talvolta contenenti leucite), litici vulcanici (prevalentemente a plagioclasio e biotite) e pomici. In molti campioni si osservano sporadici cristalli di granato e anfibolo. La frazione residuale dell argilla è costituita da piccoli cristalli di feldspato e quarzo, la cui presenza è stata riscontrata in proporzione abbondante in diffrattometria. Nonostante le affinità riscontate in microscopia ottica sono state riscontrate alcune differenze tessiturali fra gruppi di campioni, dovute prevalentemente alle diverse proporzioni di degrassante in relazione alla matrice argillosa. Le differenze osservate in sezione sottile hanno trovato riscontro nei risultati dell analisi chimica, attraverso la quale è stato possibile distinguere due raggruppamenti principali, costituiti indifferentemente da campioni di entrambe le tipologie ceramiche studiate : il gruppo I, comprendente i sottogruppi COM1 di ceramica comune da cucina e RP1 di ceramica a (Rosso Pompeiano), e il gruppo II costituito dai relativi sottogruppi COM2 e RP2. I campioni 323
18 A. De Bonis, L. Cavassa, C. Grifa, A. Langella, V. Morra Fig. 10 Caratteristiche microtessiturali degli impasti ceramici. a) ceramica comune CJB22, struttura di vetrificazione iniziale (IV) ; b) ceramica a CJB38, struttura di vetrificazione continua CV(FB). del gruppo I sono caratterizzati da valori più elevati di SiO 2 e valori inferiori di Al 2 O 3. In particolare il più elevato contenuto di SiO 2 è determinato dalla maggiore percentuale di matrice argillosa rispetto al degrassante. Inoltre all interno di questo gruppo sono state riscontrate alcune differenze fra i campioni delle due tipologie (COM1 e RP1) determinate da Fe 2 O 3 e MgO, i cui valori sono più elevati in RP1 (Fe 2 O 3 = 8,2, MgO = 3,2 %) rispetto a COM1 (Fe 2 O 3 = 7,1 %, MgO = 2,9 %). Tali distinzioni possono essere legate alla maggiore percentuale di clinopirosseno (7 %) osservata in analisi modale relativamente ai campioni del sottogruppo COM1 (4 %). Molti campioni di entrambe le tipologie contengono minerali (granato e scorie a leucite) non associabili alle paragenesi dei Campi Flegrei, il che lascerebbe presupporre che il degrassante utilizzato per questi impasti provenga dal complesso vulcanico del Somma Vesuvio. Dal punto di vista tecnologico la maggioranza dei campioni studiati è caratterizzata da impasti di colore rosso tipici di cotture in atmosfera ossidante. In molti campioni si osservano strutture zonate (sandwich) caratterizzate da un nucleo rosso e un margine grigio scuro, probabilmente dovute a una variazione verso condizioni riducenti durante le ultime fasi della cottura. I campioni CJB21, 25, 30 e 31 di ceramica comune da cucina sono costituiti da impasti di colore grigio scuro che indicano una cottura in atmosfera riducente. La maggior parte dei reperti ceramici è caratterizzata da fratture allungate parallelamente alle pareti dei manufatti dovute presumibilmente agli stress termici che le ceramiche da fuoco subivano durante l utilizzo a causa del ripetuto contatto con le fiamme (Tite et al., 2001). Le temperature di cottura stimate per i campioni di ceramica comune da cucina sono comprese in intervalli relativamente alti. Ciò è evidenziato dall assenza quasi costante di illite e dall isotropia ottica della matrice. Tuttavia, le strutture di vetrificazione iniziale (IV) osservabili al SEM nei campioni CJB22 e 55 suggeriscono per questi temperature di cottura più basse, comprese fra 850 e 900 C. I campioni CJB3 e 6 di ceramica a vernice rossa (Rosso Pompeiano) appartenenti al gruppo I sono caratterizzati da strutture di vetrificazione estensiva (V) e la temperatura stimata è compresa fra 850 e 900 C ; nel campione CJB38 dello stesso gruppo la struttura di vetrificazione continua CV(FB) denota temperature comprese fra 850 e 1000 C. I frammenti di ceramica a CJB34 e 48 del gruppo II presentano strutture di vetrificazione iniziale (IV) che permettono di stimare temperature di cottura più basse, comprese fra 800 e 850 C. Nel campione CJB50 la struttura (NV+) indicherebbe temperature anche inferiori agli 800 C, come suggeriscono la presenza di illite e l attività ottica della matrice osservata in sezione sottile. Le considerazioni effettuate hanno permesso di ipotizzare l esistenza di officine in cui i vasai erano particolarmente attenti a diversificare le tecnologie di produzione in funzione della destinazione d uso dei manufatti, in particolare per le modalità e temperature di cottura adottate. 6. Conclusioni I campioni analizzati presentano una buona omogeneità composizionale sia chimica che petrografica. Si tratta di impasti non calcarei con abbondante degrassante di tipo vulcanico. Tuttavia, l analisi dei dati chimici mostra alcune differenze che permettono di definire due raggruppamenti costituiti indifferentemente da frammenti appartenenti a entrambe le tipologie studiate (ceramica comune da cucina e ceramica a ). Tali distinzioni dipendono principalmente dalla diversa abbondanza di degrassante presente. In particolare i campioni del primo gruppo sono caratterizzati da una percentuale di degrassante inferiore rispetto ai frammenti del secondo gruppo che si riflette in un maggiore contenuto di SiO 2 e un minore quantitativo di Al 2 O 3. In particolare la maggiore presenza della matrice argillosa nei campioni del primo gruppo avrebbe contribuito in maniera significativa all incremento di SiO 2. Le differenze individuate fra i due gruppi lascerebbero supporre l esistenza di almeno due atelier che utilizzavano tecnologie di produzione 324
19 Le ceramiche comuni di Cuma leggermente differenti fra loro, caratterizzate principalmente dal quantitativo di degrassante aggiunto ai manufatti (inferiore nel gruppo I) e dalle modalità di cottura. In base a queste considerazioni è possibile supporre un origine comune per tutti i reperti studiati, tuttavia la presenza nel degrassante di minerali estranei all area di ritrovamento (granato e scorie a leucite) non permette di associarli a una produzione locale cumana. Il ritrovamento di questi minerali, tipici del Somma Vesuvio, suggerisce una provenienza dall area vesuviana. 325
20 A. De Bonis, L. Cavassa, C. Grifa, A. Langella, V. Morra Rosso Pompeiano Ceramica comune CJB3 CJB 9 CJB 11 CJB 13 CJB34 CJB48 CJB50 CJB53 CJB12 CJB25 CJB27 CJB29 CJB47 CJB55 clinopirosseno 6,0 7,5 8,7 7,3 3,2 6,0 2,9 7,0 4,6 3,9 5,8 5,8 5,0 3,6 feldsp. Alcalino 14,7 5,8 7,6 5,9 20,9 16,4 22,4 15,7 10,3 16,8 12,9 9,2 15,8 20,0 plagioclasio 1,3 1,2 2,4 1,0 1,0 0,6 tracce 0,9 tracce 0,7 granato tracce tracce tracce tracce tracce tracce tracce tracce tracce biotite tracce tracce tracce tracce tracce tracce tracce tracce tracce tracce tracce tracce anfibolo tracce tracce tracce tracce scorie 3,7 6,8 5,9 3,2 11,0 4,9 3,9 3,9 4,3 1,9 2,3 6,2 3,5 3,5 litici 0,9 2,2 2,9 4,3 1,6 2,7 1,3 2,1 2,1 1,5 1,2 1,4 1,8 2,5 pomici 2,5 0,7 0,5 0,8 3,7 1,1 2,7 2,2 tracce 3,2 0,7 tracce 2,1 2,1 ARF tracce 2,3 1,6 1,2 tracce tracce chamotte 6,8 4,6 2,3 3,6 tracce 1,4 matrice 65,6 61,7 60,1 58,7 45,8 58,5 51,6 59,5 67,2 58,9 65,5 64,4 60,8 58,1 pori 6,7 11,7 11,6 16,3 7,0 5,8 13,0 5,0 10,5 13,2 11,6 12,1 11,0 8,0 totale inclusi 27,8 26,6 28,3 25,1 47,2 35,7 35,5 35,5 22,3 27,9 22,9 23,5 28,2 33,9 Tab 2 analisi modale su sezioni sottili SiO2 TiO2 Al2O3 Fe2O3 MnO MgO CaO Na2O K2O P2O5 Zn Ni Rb GRUPPO 1 media 62,07 0,85 17,95 7,62 0,216 3,05 2,93 1,70 3,20 0, σ 1,48 0,06 0,50 0,73 0,10 0,37 0,53 0,81 0,29 0,29 6,50 4,07 16,93 COM 1 media 62,91 0,80 17,92 7,09 0,26 2,90 2,70 1,76 3,07 0, σ 1,28 0,04 0,56 0,51 0,10 0,36 0,52 0,96 0,26 0,26 5,96 4,20 16,98 RP 1 media 61,24 0,89 17,98 8,15 0,17 3,20 3,17 1,64 3,34 0, σ 1,27 0,07 0,37 0,63 0,08 0,31 0,42 0,18 0,28 0,18 4,63 3,90 9,92 GRUPPO 2 media 58,87 0,91 20,96 7,77 0,30 2,51 2,96 1,66 3,51 0, σ 0,85 0,05 1,07 0,42 0,11 0,36 0,47 0,21 0,36 0,22 13,54 7,77 27,76 COM 2 media 58,83 0,90 21,01 7,58 0,34 2,66 2,95 1,67 3,49 0, σ 0,95 0,03 1,20 0,43 0,10 0,39 0,60 0,18 0,35 0,23 16,49 8,65 24,82 RP 2 media 58,91 0,91 20,90 7,97 0,27 2,36 2,97 1,65 3,54 0, σ 0,79 0,06 0,99 0,32 0,10 0,26 0,33 0,25 0,38 0,22 10,62 6,82 25,71 Tab. 3a Medie e deviazioni standard (σ) dei dati chimici. 326
21 Le ceramiche comuni di Cuma GRUPPO 1 media σ COM 1 media σ RP 1 media σ GRUPPO 2 media σ COM 2 media σ RP 2 media σ Sr Y Zr Nb Sc V Cr Cu Ba ,43 6,01 29,46 5,31 1,35 9,18 6,35 5,32 114, ,63 6,28 23,54 4,45 1,38 7,59 5,86 4,27 126, ,63 4,19 28,20 6,06 1,27 10,06 7,13 7,00 80, ,48 7,81 32,41 4,61 1,93 15,12 14,90 58,64 90, ,94 10,60 35,59 4,39 2,18 10,75 17,85 2,43 65, ,21 3,95 29,73 4,90 1,45 13,21 6,86 78,93 104,82 Tab. 3b Medie e deviazioni standard (σ) dei dati chimici. Rosso Pompeiano Ceramica comune campione CJB3 CJB6 CJB34 CJB38 CJB48 CJB50 CJB12 CJB22 CJB25 CJB55 tipo di argilla NC NC NC NC NC NC NC NC NC NC atmosfera di cottura OX OX OX OX OX OX OX OX RID OX struttura di V V IV CV(FB) IV NV+ CV(FB) IV CV(CB) IV vetrificazione intervallo termico di cottura ( C) Tab. 4 Stima delle temperature di cottura di alcuni campioni rappresentativi. Tipo di argilla : NC = non calcarea ; atmosfera di cottura : OX = ossidante, RID = riducente ; struttura di vetrificazione : NV+ = vetrificazione scarsa, IV = vetrificazione iniziale, V = vetrificazione estensiva, CV = vetrificazione continua, (FB) = pori di piccole dimensioni, (CB) = pori di grandi dimensioni. 327
22 328
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