COMUNE DI VOBARNO Provincia di Brescia

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1 COMUNE DI VOBARNO Provincia di Brescia REGOLLAMENTTO COMUNALLE DII POLLI IZZI IA IDRAULLI I ICA ai sensi della D.G.R. 7/7868 del e successiva D.G.R. 7/13950 del Pagina 1 di 35

2 INDICE ART. 1 OGGETTO... 3 ART. 2 RETICOLO IDRICO MINORE... 4 ART. 3 - NORME GENERALI DI TUTELA DEI CORSI D ACQUA... 5 ART. 4 FASCE DI RISPETTO... 6 ART. 5 NORME RELATIVE AD ATTIVITA VIETATE IN MODO ASSOLUTO... 8 ART. 6 OPERE ED ATTI SOGGETTI AD AUTORIZZAZIONE ART. 7 FABBRICATI E SIMILI ESISTENTI NELLE FASCE DI RISPETTO ART. 8 VERIFICA DI COMPATIBILITA IDRAULICA DI NUOVE OPERE ART. 9 CORSI D ACQUA COPERTI O TOMBINATI ART. 10 NORME PARTICOLARI SUI CORSI D ACQUA ART. 11 PROCEDURE PER CONCESSIONI NEL CASO D INTERVENTI RICADENTI NEL DEMANIO ART. 12 RIPRISTINO DEI CORSI D ACQUA A SEGUITO DI VIOLAZIONI IN MATERIA DI POLIZIA IDRAULICA ART. 13 VARIAZIONI DI TRACCIATO DEI CORSI D ACQUA ART. 14 NUOVE LOTTIZZAZIONI ART. 15 PRESCRIZIONI PER LA PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE DELLE OPERE ART. 16 OBBLIGO DEI PROPRIETARI FRONTISTI O DEI PROPRIETARI DEI MANUFATTI POSTI SU CORSI D ACQUA E NELLE FASCE DI RISPETTO ART. 17 AUTORIZZAZIONE PAESISTICA ART. 18 DANNI ALL INTERNO DELLE FASCE DI RISPETTO ART. 19 CANONI DI POLIZIA IDRAULICA E CAUZIONI ART. 20 PRONTO INTERVENTO ART. 21 AREE RICADENTI NELLE FASCE FLUVIALI DEL PIANO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO P.A.I ART. 22 ELENCO DEI CORSI D ACQUA APPARTENENTI AL RETICOLO IDRICO MINORE GESTITO DAL COMUNE DI VOBARNO Pagina 2 di 35

3 ART. 1 OGGETTO Il presente Regolamento individua le attività vietate e soggette ad autorizzazione sui corsi d acqua e all interno delle fasce di rispetto del reticolo idrico minore e disciplina le funzioni di polizia idraulica sul reticolo idrico minore attribuite al Comune di Vobarno ai sensi della D.G.R. 25 gennaio 2002 n. 7/7868 e successiva D.G.R. 1 agosto 2003 n. 7/ L obiettivo da perseguire si sintetizza nella salvaguardia del reticolo idrografico del territorio comunale e nella protezione dai rischi naturali o che conseguono alle sue modifiche e trasformazioni. Le norme del presente Regolamento, fatti salvi gli obblighi e divieti indicati dagli articoli successivi, forniscono indirizzi progettuali validi per ogni tipo di intervento di manutenzione, modificazione e trasformazione dello stato dei corsi d acqua del territorio comunale e sono costituite da un insieme di regole, criteri operativi e modalità d intervento atti al conseguimento di un risultato materiale o prestazionale. Il mancato rispetto del presente Regolamento deve essere motivato in ragione di evenienze non previste dalle norme o di particolari condizioni del contesto. Esclusivamente in tali casi, infatti, è facoltà dell Amministrazione Comunale autorizzare deroghe adeguatamente motivate. L Amministrazione Comunale, attraverso i propri organici tecnici ne sorveglia l osservanza. Pagina 3 di 35

4 ART. 2 RETICOLO IDRICO MINORE In conformità ai contenuti dell allegato B alla D.G.R. 1 agosto 2003 n. 7/13950 è stato predisposto un apposito elaborato tecnico con individuazione del reticolo idrico minore e relative fasce di rispetto il quale ha avuto parere favorevole dalla Regione Lombardia STER di Brescia in data 17/11/2004 Parere n 59, ed è stato approvato unitamente al PRG del Comune di Vobarno, con deliberazioni di C.C. n 62 del 19/12/2006 e n 10 del 26/02/2007 e del quale è conservata agli atti, presso l ufficio urbanistico comunale, copia dei documenti successivamente richiamati. Pagina 4 di 35

5 ART. 3 - NORME GENERALI DI TUTELA DEI CORSI D ACQUA In attuazione della L.R. 1/2000 e seguendo le direttive contenute nella D.G.R. 25 gennaio 2002 n 7/7868 e le successive modifiche contenute nella D.G.R. 1 agosto 2003n 7/13950 è stato individuato il reticolo idrico minore presente sul territorio del Comune di Vobarno. Successivamente si è proceduto alla delimitazione delle relative fasce di rispetto all interno delle quali gli organi competenti si assumono i compiti di attività di polizia idraulica. Allo scopo è stata prodotta una cartografia con l individuazione delle aste idriche presenti sul territorio comunale (Tav. 1) suddiviso in base ai criteri espressi nell Allegato B della D.G.R. 1 agosto 2003 N. 7/13950 (Reticolo idrico principale, Reticolo idrico minore e Reticolo idrico gestito dai Consorzi di Bonifica) e una cartografia con la Delimitazione delle fasce di rispetto (Tav. 2 e Tav. 3) all interno delle quali si applica la normativa riportata di seguito. L individuazione delle fasce di rispetto è stata condotta sulla base dello Studio geologico del territorio comunale ai sensi della L.R. 41/97 (febbraio 1997 e successivo adeguamento dell aprile 2003). Nell ambito di suddetto studio sono state individuate le aree vulnerabili dal punto di vista idraulico, rappresentate da: aree storicamente soggette ad allagamenti; aree potenzialmente soggette ad allagamenti, delimitate in base all assetto geomorfologico e alle caratteristiche del corso d acqua; aree interessate da dissesti e da fenomeni erosivi. Laddove è stato possibile, la delimitazione delle fasce di rispetto ha quindi tenuto conto della conformazione geomorfologica del territorio, delle caratteristiche dei corsi d acqua, nonché degli eventi alluvionali verificatisi in passato, altrimenti essa è stata eseguita in modo geometrico. Le fasce così individuate hanno una triplice funzione: 1) evitare che nuovi edifici vengano realizzati a ridosso dei corsi d acqua, laddove, in occasione di eventi di piena di carattere eccezionale, i fenomeni erosivi e gli episodi di esondazione sono più probabili; 2) consentire l accesso ai corsi d acqua per i necessari interventi di pulizia e di manutenzione; 3) lasciare lungo il reticolo idrico uno spazio con significato ambientale paesaggistico, in accordo con l obiettivo del P.A.I. di assicurare il progressivo miglioramento non solo delle condizioni di sicurezza, ma anche della qualità ambientale e paesaggistica del territorio. Pagina 5 di 35

6 ART. 4 FASCE DI RISPETTO A tutela dei corpi idrici del territorio di Vobarno sono state istituite fasce di rispetto all interno delle quali alcune attività ed opere sono vietate e/o soggette ad autorizzazione. L istituzione di questa fascia risulta indispensabile per garantire l accessibilità dell alveo ai fini della sua manutenzione, fruizione e riqualificazione ambientale. L elevato grado di tutela è determinato dal ruolo di naturale zona di espansione delle acque durante eventi esondativi, nonché dalla possibilità che l instaurarsi di fenomeni erosivi lungo le sponde e l alveo del corso d acqua provochino situazioni di rischio. Inoltre la fascia consente di lasciare lungo il reticolo idrico uno spazio con significato ambientale e paesaggistico, in accordo con l obiettivo del PAI di assicurare il progressivo miglioramento non solo delle condizioni di sicurezza, ma anche della qualità ambientale e paesaggistica del territorio. Questa fascia è istituita per i corsi d acqua appartenenti al reticolo idrico principale e per quelli appartenenti al reticolo idrografico minore presenti nel territorio di Vobarno, cosi come riportati nella carta del reticolo idrico. La fascia assume una larghezza pari a 10 metri da ciascuna sponda (misurata a partire dal piede arginale esterno o, in assenza di argini in rilevato, dalla sommità della sponda incisa) per il reticolo idrografico minore. In corrispondenza delle aree urbane (centro edificato) la fascia assume una larghezza pari a 4 metri da ciascuna sponda per il reticolo idrografico minore. Per i tratti intubati o tombinati la fascia si estende per 1 m da ciascun lato, al fine di permettere gli interventi di manutenzione. Si sottolinea la difficoltà di rendere cartograficamente l ampiezza della fascia per i tratti intubati e si raccomanda quindi di attenersi alla distanza indicata nel presente elaborato tecnico normativo. L esatta delimitazione delle fasce di rispetto, così come individuate nella carta del reticolo idrografico, dovrà essere riportata per ogni singolo intervento soggetto ad autorizzazione, nelle planimetrie ottenute da rilievi topografici di dettaglio dell area oggetto dell intervento. Tenuto conto delle oggettive difficoltà d accesso in talune aree private, nella definizione dell estensione e ubicazione delle aree soggette a tutela si dovrà tenere conto in via prioritaria delle norme fissate nel presente elaborato tecnico normativo, verificando nei rilievi di dettaglio l esatta ubicazione degli elementi idrografici. Nella cartografia le diverse ampiezze delle fasce di rispetto sono individuate con segni grafici convenzionali, i quali rappresentano solo approssimativamente, nella Pagina 6 di 35

7 scala della carta, la fascia stessa, dovendosi individuare le distanze minime da rispettare con misure dirette in sito. Si precisa che le predette distanze di rispetto vanno misurate trasversalmente al corso d acqua a partire dal piede esterno dell argine o dal ciglio spondale. Nei casi di assenza di argini e di ciglio spondale non definito, le distanze vanno prese dalla linea di massima espansione della piena avente tempo di ritorno di 100 anni. Nel caso di canali coperti, l ampiezza della fascia è misurata a partire dal limite esterno delle murature perimetrali dei manufatti. Nel caso di nuovi interventi sul territorio, il Responsabile dell ufficio urbanistico comunale, valuterà con attenzione il problema dello smaltimento delle acque e le conseguenze che questo crea sulla rete idrografica. Pagina 7 di 35

8 ART. 5 - NORME RELATIVE AD ATTIVITA VIETATE IN MODO ASSOLUTO 5.1 NORME PER I CORSI D ACQUA Attività vietate Sono lavori e atti vietati in modo assoluto lungo i corsi d acqua, loro alvei, sponde e difese i seguenti: a) la copertura e/o tombinatura dei corsi d acqua (art. 41 dlgs. 152/99), che non sia imposta da ragioni di tutela della pubblica incolumità; b) l occupazione o la riduzione delle aree di espansione e di divagazione dei corsi d acqua; c) le variazioni o alterazioni alle opere di difesa e regimazione idraulica e relativi manufatti; d) qualunque opera o manufatto che possa alterare lo stato, la forma, le dimensioni, la resistenza e la convenienza all uso a cui sono destinati gli argini, loro accessori e manufatti; e) le piantagioni all interno degli alvei dei fiumi, torrenti e colatori; f) il danneggiamento e l eliminazione con ogni mezzo dei ceppi degli alberi ed ogni opera anche in legno che sostengono le rive e gli argini dei corsi d acqua; g) la formazione di pescaie, chiuse, pietraie ed altro per l esercizio della pesca con le quali si alterasse il corso naturale delle acque; h) il posizionamento longitudinalmente, in alveo di gasdotti, fognature, acquedotti, tubature e infrastrutture a rete in genere, che riducano la sezione del corso d acqua; i) l estrazione di materiale inerte che non sia funzionale ad interventi di sistemazione idraulica; j) lo scarico nei corpi idrici delle acque di prima pioggia o di lavaggio di aree esterne così come disciplinate dalla normativa regionale di settore, L.R. 62/ NORME PER LE FASCE DI RISPETTO Attività vietate Sono vietati i seguenti lavori ed atti: a) la costruzione di edifici, di manufatti anche totalmente interrati e di ogni tipo di impianto tecnologico, fatte salve le opere attinenti alla difesa e alla regimazione idraulica, alla derivazione, al controllo e allo scarico delle acque ed agli attraversamenti dei corsi d acqua, nei casi previsti nel precedente paragrafo 4.1.; b) la realizzazione di nuovi impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti, l ampliamento degli stessi impianti esistenti, nonché l esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti così come definiti dal dlgs. N 22/97, fatto salvo quanto prescritto dalle norme per le attività soggette ad autorizzazione; Pagina 8 di 35

9 c) la realizzazione di nuovi impianti di trattamento delle acque reflue, nonché l ampliamento degli impianti esistenti di trattamento delle acque reflue, fatto salvo quanto prescritto dalle norme per le attività soggette ad autorizzazione; d) la realizzazione di complessi ricettivi all aperto; e) le attività di trasformazione dello stato dei luoghi, che modifichino l assetto morfologico, idraulico, infrastrutturale ed edilizio fatte salve le prescrizioni indicate dalle norme per le attività soggette ad autorizzazione; f) i movimenti terra e le operazioni di scavo che modifichino sostanzialmente il profilo del terreno in una fascia non inferiore a 4 metri dal ciglio di sponda, fatti salvi gli interventi finalizzati alla realizzazione di progetti di recupero ambientale, di bonifica e di messa in sicurezza dal rischio idraulico; g) l interclusione della fascia di rispetto; h) le piantagioni da alberi e siepi ad una distanza minore di 4 m dal ciglio della sponda, fatta eccezione per gli interventi di bioingegneria forestale e gli impianti di rinaturazione con specie autoctone, al fine di assicurare il mantenimento o il ripristino di una fascia continua di vegetazione spontanea lungo le sponde dell alveo inciso, avente funzione di stabilizzazione delle sponde e riduzione della velocità della corrente; i) la realizzazione di muri e/o recinzioni non asportabili ad una distanza minore di 10 m dal ciglio della sponda, laddove la fascia ha un ampiezza minima di 10 m, e di 4 m dal ciglio della sponda, laddove la fascia ha un ampiezza minima di 4 m; j) il pascolo e la permanenza del bestiame; k) il deposito a cielo aperto, ancorché provvisorio, di materiale di qualsiasi genere. Pagina 9 di 35

10 ART. 6 OPERE ED ATTI SOGGETTI AD AUTORIZZAZIONE Le autorizzazioni per le opere e le attività da eseguire sul reticolo idrico minore sono rilasciate dall ufficio urbanistico comunale a firma del Responsabile del servizio urbanistico. Ferme restando le disposizioni vigenti stabilite dalla normativa nazionale e regionale ed i vincoli geologici, possono essere eseguiti solo dopo il rilascio di formale autorizzazione: a) in generale gli interventi che non siano in grado d influire né direttamente né indirettamente sul regime del corso d acqua, le opere e gli interventi volti alla difesa, alla sistemazione idraulica ed al monitoraggio dei fenomeni; b) le opere e le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere pubbliche e di interesse pubblico e di restauro e di risanamento conservativo di beni di interesse culturale, compresa l eliminazione della vegetazione infestante arborea, se necessario, e la rimozione di accumuli di materiali nell alveo per ripristinare e mantenere le funzioni idrauliche e ambientali dei corsi d acqua; c) le difese radenti (ossia senza restringimento della sezione d alveo e a quota non superiore al piano campagna), realizzate in modo tale da non deviare la corrente verso la sponda opposta, né provocare restringimenti d alveo. Tali opere dovranno essere caratterizzate da pendenze e modalità costruttive tali da permettere l accesso al corso d acqua: la realizzazione di muri spondali verticali o ad elevata pendenza dovrà essere consentita unicamente all interno dei centri abitati e comunque dove non vi siano possibili alternative di intervento a causa della limitatezza delle aree disponibili; d) le opere di sistemazione idraulica delle sponde e dei manufatti per la regimazione dei deflussi e per la captazione e lo scarico delle acque, compresa la ricostruzione dei manufatti esistenti, senza variazione di posizione e forme; e) le variazioni di tracciato dei corsi d acqua solo nel caso ne venga accertata la necessità sotto l aspetto idraulico e ambientale; in tal caso il progetto dovrà riguardare anche la nuova fascia di rispetto; f) le opere e le strutture fisse per l attraversamento viabile pedonale e carrabile, anche a guado o in manufatto sub alveo; g) i ponti canale e le botti a sifone; h) le rampe di accesso agli argini e all alveo; gli attraversamenti aerei di linee di servizi; i) gli attraversamenti sub alveo di linee e tubazioni di servizi; j) il posizionamento longitudinalmente in alveo di gasdotti, fognature, acquedotti, tubature e infrastrutture a rete in genere, purché siano interrate e non si riduca la sezione del corso d acqua, previo studio di compatibilità dell intervento con riferimento alla prevedibile evoluzione morfologica dell alveo; k) la realizzazione di opere di derivazione di acque pubbliche in concessione; Pagina 10 di 35

11 l) la copertura dei corsi d acqua solo se imposta da ragioni di tutela della pubblica incolumità (art. 41 dlgs. 152/99); m) lo scarico di acque meteoriche, delle acque fognarie degli scolmatori di troppo pieno, di acque fognarie depurate ed acque industriali nei corsi d acqua previa verifica, da parte del richiedente l autorizzazione, della capacità del corpo idrico a smaltire le portate scaricate. NORME PER LE FASCE DI RISPETTO Attività soggette ad autorizzazione Ferme restando le disposizioni vigenti stabilite dalla normativa nazionale e regionale ed i vincoli geologici sono eseguibili solo dopo espressa autorizzazione i seguenti lavori ed atti: a) gli interventi di demolizione senza ricostruzione; b) gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e risanamento conservativo degli edifici, così come definiti alle lettere a), b) e c) dell art. 31 della L. n 457/1978, senza aumento di superficie o volume, senza cambiamenti di destinazione d uso che comportino aumento del carico insediativi; c) gli interventi di adeguamento igienico-funzionale degli edifici esistenti, ove necessario, per il rispetto della legislazione in vigore anche in materia di sicurezza del lavoro connessi ad esigenze delle attività e degli usi in atto, senza aumento di superficie o volume; d) gli interventi volti a mitigare la vulnerabilità degli edifici e degli impianti esistenti e a migliorare la tutela della pubblica incolumità, senza aumenti di superficie e volume, senza cambiamenti di destinazione d uso che comportino aumento del carico insediativo; e) gli interventi necessari per la manutenzione ordinaria e straordinaria di opere pubbliche e di interesse pubblico e di restauro e di risanamento conservativo di beni di interesse culturale, compatibili con la normativa di tutela; f) le recinzioni asportabili formate da pali e reti metalliche ad una distanza non inferiore a 4 metri dal ciglio superiore della sponda; g) le opere di difesa, di sistemazione idraulica e di monitoraggio dei fenomeni; h) la posa di tubazioni e linee di servizi diversamente non localizzabili, previa verifica a seguito di studio di compatibilità dell intervento; i) linee aeree e relativi pali e sostegni; j) la realizzazione di interventi di viabilità e di sistemazione a verde, con formazione di percorsi pedonali e ciclabili senza attrezzature fisse, tali da non interferire con le periodiche operazioni di manutenzione e pulizia dei corsi d acqua; Pagina 11 di 35

12 k) gli interventi di sistemazione ambientale e del verde volti alla ricostituzione degli equilibri naturali alterati e all eliminazione, per quanto possibile, dei fattori incompatibili di interferenza antropica; l) il deposito temporaneo di rifiuti come definito all art. 6, comma 1, let. m), del dlgs. n 22/1997; m) l adeguamento degli impianti esistenti di trattamento delle acque reflue, alle normative vigenti, anche a mezzo di eventuali ampliamenti funzionali. Il progetto di queste opere dovrà essere accompagnato da uno studio idraulico del bacino di riferimento; n) l esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti, già autorizzate ai sensi del dlgs. N 22/97 alla data di entrata in vigore delle norme di tutela del reticolo idrico minore, limitatamente alla durata dell autorizzazione stessa. Tale autorizzazione può essere rinnovata, fino all esaurimento della capacità residua derivante dall autorizzazione originaria per le discariche e fino al termine della vita tecnica per gli impianti a tecnologia complessa, previo studio di compatibilità validato dall Ente Competente. Alla scadenza devono essere effettuate le operazioni di messa in sicurezza e ripristino del sito, così come definite all art.6 del suddetto decreto legislativo. o) il posizionamento di cartelli pubblicitari e simili su pali. Pagina 12 di 35

13 ART. 7 FABBRICATI E SIMILI ESISTENTI NELLE FASCE DI RISPETTO All interno delle fasce di rispetto sono consentiti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo degli edifici, così come definite dall art. 27 della L. 12/2005 e s.m.i, senza aumento di superficie o volume, senza cambiamenti di destinazione d uso che comportino aumento del carico insediativo. Sono consentiti interventi di adeguamento igienico-funzionale degli edifici esistenti, ove necessario, per il rispetto della legislazione in vigore anche in materia di sicurezza del lavoro connessi ad esigenze delle attività e degli usi in atto, senza aumento di superficie o volume. Potranno essere ammesse quelle modifiche edilizie atte a migliorare le condizioni idrauliche di sicurezza e di accesso e manutenzione al corso d acqua. Nel caso di fabbricati e strutture private in genere in precarie condizioni di stabilità, tali da costituire serio rischio per il regolare deflusso delle acque, il Comune, mediante ordinanza sindacale, ingiungerà ai proprietari la messa in sicurezza dei fabbricati, assegnando un congruo termine per l esecuzione. In caso di inadempienza o di somma urgenza, il Comune potrà intervenire direttamente, addebitando le spese dell intervento ai proprietari. Pagina 13 di 35

14 ART. 8 VERIFICA DI COMPATIBILITA IDRAULICA DI NUOVE OPERE Le nuove opere che interferiscono direttamente o indirettamente con il regime del corso d acqua potranno essere realizzate solo se ne sarà dimostrata la compatibilità idraulica. Le opere di rilevante importanza, quali: opere di derivazione d acqua, traverse fluviali, nuove arginature, ponti e opere di attraversamento in generale (gasdotti, fognature, tubature e infrastrutture a rete in genere) di luce superiore a 6 m e simili, dovranno essere realizzati secondo la direttiva dell Autorità di Bacino Criteri per la valutazione della compatibilità idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico all interno delle fasce A e B, paragrafi 3 e 4 (approvata con delibera dell Autorità di Bacino n.2/99). Il comune valuterà se richiedere l applicazione, in tutto o in parte, di tale direttiva anche per i manufatti di dimensioni inferiori. Il progetto di tali interventi dovrà comunque essere accompagnato da apposita relazione idrologico-idraulica che attesti che gli stessi sono stati dimensionati per una piena con tempo di ritorno di almeno 100 anni e un franco minimo di 1 metro. In casi eccezionali, per corsi d acqua di piccole dimensioni e manufatti di modesta importanza, potranno essere assunti tempi di ritorno inferiori in relazione ad esigenze tecniche specifiche adeguatamente motivate. È comunque necessario verificare che le opere non comportino un significativo aggravamento delle condizioni di rischio idraulico sul territorio circostante per piene superiori a quelle di progetto. Le portate di piena dovranno essere valutate secondo le direttive di Autorità di Bacino e Regione. In ogni caso i manufatti di attraversamento non dovranno: a) restringere la sezione mediante le spalle e rilevati di accesso, b) avere l intradosso a quota inferiore al piano campagna, c) comportare una riduzione della pendenza del corso d acqua mediante l utilizzo di soglie di fondo. Non è ammesso il posizionamento di strutture longitudinalmente in alveo che riducano la sezione. Se necessarie queste dovranno essere interrate. In ogni caso gli attraversamenti e i manufatti realizzati al di sotto dell alveo dovranno essere posti a quote inferiori a quelle raggiungibili in base all evoluzione morfologica prevista dell alveo e dovranno comunque essere adeguatamente protetti dalla possibilità di danneggiamento per erosione del corso d acqua. I manufatti di attraversamento dovranno essere dimensionati tenendo conto di possibile aumento del carico idraulico e dovranno essere verificati nei riguardi del Pagina 14 di 35

15 possibile trasporto solido del corso d acqua, al fine di ridurre il rischio di ostruzione per deposito di materiali sedimentabili o flottanti. Pagina 15 di 35

16 ART. 9 CORSI D ACQUA COPERTI O TOMBINATI Lungo i tratti tombinati la larghezza della fascia di rispetto è pari a quella del canale aumentata di 1 m per parte, al fine di consentire l ispezione e la manutenzione del canale. Le nuove coperture, qualora ammissibili, dovranno essere verificate dal punto di vista idraulico e dovranno essere progettate con particolare riguardo alle attività di manutenzione del canale. Al progetto delle opere dovrà essere allegato il fascicolo della manutenzione, nel quale dovranno essere specificati: le modalità di accesso e di esecuzione dei lavori di manutenzione e la periodicità. Ai sensi del D.Lgs n. 152 del 2006 e successive modificazioni ed integrazioni, è vietata la copertura dei corsi d acqua, che non sia imposta da ragioni di tutela della pubblica incolumità, igiene e salute pubblica. In relazione all adeguamento dei tratti coperti dei corsi d acqua, di seguito, si riporta quanto contenuto al comma 1 e 2 dell art. 21 delle norme tecniche di attuazione del Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico (P.A.I.): comma 1 I soggetti pubblici o privati o concessionari predispongono, entro un anno dalla data di pubblicazione dell atto di approvazione del piano, una verifica idraulica delle opere di tombinamento dei corsi d acqua naturali in corrispondenza degli attraversamenti dei centri urbani, sulla base di apposita direttiva emanata dall Autorità di Bacino. Le Amministrazioni competenti in relazione ai risultati della verifica menzionata, individuano e progettano gli eventuali interventi strutturali di adeguamento necessari, privilegiando ovunque possibile il ripristino di sezioni di deflusso a cielo aperto. comma 2 L Autorità di Bacino, su proposta delle Amministrazioni competenti e in coordinamento con le Regioni territorialmente competenti, inserisce nei programmi triennali di intervento di cui all art. 21 e seguenti della legge n. 183, gli interventi di adeguamento di cui al precedente comma, con priorità per le opere che comportano condizioni di rischio idraulico per gli abitanti. La fascia di rispetto dei corsi d acqua attualmente coperti è finalizzata a garantire la possibilità di accesso alle ispezioni e/o la possibilità di manutenzione tramite ispezioni poste a distanze adeguate. Manufatti di ispezione devono di norma essere previsti ad ogni confluenza di canalizzazione in un altra, ad ogni variazione planimetrica tra due tronchi rettilinei, ad ogni variazione di livelletta ed in corrispondenza di ogni opera d arte particolare. Il piano di scorrimento nei manufatti deve rispettare la linearità della livelletta della canalizzazione in uscita dei manufatti stessi. Pagina 16 di 35

17 I manufatti di cui sopra devono avere dimensioni tali da consentire l agevole accesso al personale addetto alle operazioni di manutenzione e controllo. Lungo le canalizzazioni, al fine di assicurare la possibilità di ispezione e di manutenzione, devono disporsi manufatti a distanza mutua tale da permettere l agevole intervento del personale addetto. In ogni caso dovranno essere rispettate le indicazioni della Circolare Ministero LL. PP. Servizio Tecnico Centrale 7 gennaio 1974, n Istruzioni per la progettazione delle fognature e degli impianti di trattamento delle acque di rifiuto: i pozzetti di ispezione non potranno distare tra loro più di metri quando le sezioni non siano praticabili (altezza o diametro inferiore a 1,05 m); potranno disporsi a maggiore distanza, e comunque non superiore a m 50 per sezioni praticabili. Sono pertanto vietate nella fascia di rispetto tutte le opere che comportano impedimento alla possibilità di accesso alle ispezioni ed alla manutenzione e/o la possibilità di ripristino o di realizzazione di nuove ispezioni. All imboccatura dei corsi d acqua intubati, dovranno essere predisposti degli elementi filtranti o griglie con lo scopo di evitare l intasamento della tubazione. I sistemi tipo griglie filtranti ecc. dovranno essere dimensionati e posizionati in modo da non ridurre la sezione utile di deflusso (mediante allargamenti dell alveo od altro) e di assicurare una facile manutenzione. Il progetto dei sistemi di protezione da sedimenti ed ostruzioni dovrà essere corredato da piano di manutenzione. Pagina 17 di 35

18 ART. 10 NORME PARTICOLARI SUI CORSI D ACQUA 10.1 Corsi d acqua utilizzati a fini irrigui Nel caso di corsi d acqua del reticolo idrico minore utilizzati a fini irrigui, i soggetti titolari della concessione demaniale sono obbligati a rendere noti al Comune le modalità ed i tempi di esercizio delle loro attività, specialmente per quanto attiene all approvvigionamento, alla manovra di paratoie e di chiuse ed alle operazioni di manutenzione, fornendo il nominativo ed il recapito del responsabile di dette operazioni. In ogni caso l attività irrigua dovrà essere compatibile con la funzione di smaltimento delle acque meteoriche Canali artificiali di reti industriali o irrigue Sono compresi nel reticolo idrico minore i canali artificiali realizzati per la derivazione e l uso in concessione di acque pubbliche aventi rilevanza idraulica o ambientale. Per tali canali valgono quindi le norme di polizia idraulica applicabili ai corsi d acqua del reticolo minore, fatti salvi i diritti di proprietà e gli obblighi derivanti dagli atti di concessione e degli statuti consortili. Per tali canali potranno essere autorizzate modifiche del tracciato o copertura nel caso ne venga accertata la necessità sotto l aspetto idraulico e ambientale Scarichi in corsi d acqua L autorizzazione agli scarichi nei corsi d acqua viene rilasciata esclusivamente ai fini idraulici sotto l aspetto della quantità delle portate conferite. Per quanto riguarda la qualità delle acque, gli scarichi rientranti nell ambito di applicazione del Dlgs n.152/1999, dovranno acquisire le prescritte autorizzazioni dell autorità competente, in aggiunta a quella idraulica di cui alla presente normativa. La materia è normata dall art.12 delle Norme Tecniche di Attuazione del PAI che prevede l emanazione di una direttiva in merito da parte dell Autorità di Bacino. In genere il richiedente l autorizzazione allo scarico dovrà verificare la capacità del corpo idrico a smaltire le portate scaricate. Nelle more dell emanazione della suddetta direttiva ed in assenza di più puntuali indicazioni, si dovrà rispettare quanto Pagina 18 di 35

19 disposto dal Piano Regionale di Risanamento delle Acque che indica i seguenti parametri di ammissibilità: - 20 l/s per ogni ettaro di superficie scolante impermeabile, relativamente alle aree di ampliamento e di espansione residenziale ed industriale l/s per ogni ettaro di superficie scolante impermeabile, relativamente alle aree già dotate di pubbliche fognature. Le domande di autorizzazione dovranno essere accompagnate da una relazione idrologica e idraulica, redatta con i metodi e i criteri stabiliti dall Autorità di Bacino e dalla Regione, a dimostrazione dell entità dello scarico e della compatibilità del ricettore. Il manufatto di recapito dovrà essere realizzato in modo che lo scarico avvenga nella medesima direzione del flusso e dovranno essere previsti accorgimenti tecnici (quali manufatti di dissipazione dell energia) per evitare l innesco di fenomeni erosivi nel corso d acqua. Nel caso in cui il corpo idrico risulti insufficiente allo smaltimento delle portate scaricate e/o affetto da problemi idraulici, potranno essere utilizzate tecniche alternative (pozzi filtranti, sistemi di laminazione con restituzione modale nella rete, ecc.) previa verifica della permeabilità dei terreni. Pagina 19 di 35

20 ART. 11 PROCEDURE PER CONCESSIONI NEL CASO D INTERVENTI RICADENTI NEL DEMANIO 11.1 Procedura per concessioni nel caso d interventi ricadenti nel demanio Il Comune, in caso di necessità di modificare o di definire i limiti delle aree demaniali dovrà proporre ai competenti uffici dell amministrazione statale (Agenzia del Demanio) le nuove delimitazioni. Le richieste di sdemanializzazione sul reticolo minore dovranno essere inviate alle Agenzie del Demanio. L Amministrazione Comunale dovrà in tal caso fornire il nulla-osta idraulico. Ai sensi del comma 4 dell art. 41 del d.lgs. 152/1999, le aree demaniali di nuova formazione non possono essere oggetto di sdemanializzazione. Per l espletamento delle competenze autorizzatorie e concessorie concernenti il reticolo idrico, i Comuni potranno utilizzare i decreti e disciplinari tipo approvati con D.d.g. n del 13 Dicembre 2002 (allegati A, B, C, D). Pagina 20 di 35

21 ART. 12 RIPRISTINO DEI CORSI D ACQUA A SEGUITO DI VIOLAZIONI IN MATERIA DI POLIZIA IDRAULICA In caso di realizzazione di opere abusive o difformi da quanto autorizzato, la diffida a provvedere al ripristino potrà essere disposta con apposita Ordinanza Sindacale ai sensi dell art. 14 della legge 47/85. Le violazioni al presente regolamento sono equiparate alle violazioni in materia edilizia e ad esse si applicano le relative ammende. Si riporta, di seguito, quanto contenuto nel D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, ripubblicazione del testo del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, recante: Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. (Testo A), corredato delle relative note. (Decreto pubblicato nel supplemento ordinario n. 239/L alla Gazzetta Ufficiale - serie generale - n. 245 del 20 ottobre 2001). Art Interventi abusivi realizzati su suoli di proprieta dello Stato o di enti pubblici (legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 14; decreto legge 13 maggio 1991, n. 152, art. 17- bis, convertito in legge 12 luglio 1991, n. 203; decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267,articoli 107 e 109) 1. Qualora sia accertata la realizzazione, da parte di soggetti diversi da quelli di cui all articolo 28, di interventi in assenza di permesso di costruire, ovvero in totale o parziale difformita dal medesimo, su suoli del demanio o del patrimonio dello Stato o di enti pubblici, il dirigente o il responsabile dell ufficio, previa diffida non rinnovabile, ordina al responsabile dell abuso la demolizione ed il ripristino dello stato dei luoghi, dandone comunicazione all ente proprietario del suolo. 2. La demolizione e eseguita a cura del comune ed a spese del responsabile dell abuso. 3. Resta fermo il potere di autotutela dello Stato e degli enti pubblici territoriali, nonche quello di altri enti pubblici, previsto dalla normativa vigente. Pagina 21 di 35

22 ART. 13 VARIAZIONI DI TRACCIATO DEI CORSI D ACQUA Potranno essere autorizzati progetti di modifica dei tracciati dei corsi d acqua finalizzati al miglioramento delle condizioni idrauliche ed ambientali del territorio interessato. Il progetto relativo alla variazione del tracciato dovrà contenere le analisi idrauliche e morfologiche sull evoluzione possibile delle dinamiche fluviali a monte e a valle dell area interessata dall intervento per tratti di lunghezza significativa. La modifica del tracciato dovrà prevedere anche la ridefinizione della fascia di rispetto e la trascrizione della variazione nelle mappe e registri catastali. Pagina 22 di 35

23 ART NUOVE LOTTIZZAZIONI In relazione ai corsi d acqua non demaniali ubicati nelle aree edificabili previste dal PRG comunale o dal PGT Comunale è consentito presentare progetti di sistemazione idraulica attraverso: la sostituzione di terminali irrigui o di corsi d acqua aventi l unica funzione di allontanamento delle acque meteoriche dalla superficie oggetto di studio con la rete comunale di fognatura bianca; lo spostamento di corsi d acqua in alveo privato con permuta del terreno già interessato dal vecchio alveo con quello interessato dal nuovo tracciato. La realizzazione del nuovo corso d acqua dovrà essere effettuata ai sensi dell art. 41 del D. Lgs. 152/99 e, in ogni caso, l assetto urbanistico della lottizzazione dovrà assicurare gli interventi di manutenzione del corso d acqua. A riguardo, nell ambito del piano di lottizzazione si ritiene consigliabile l affiancamento al nuovo corso d acqua degli standard urbanistici e/o delle strade e/o di zone a verde pubblico. Solo in casi eccezionali è consentito il contatto diretto con zone a verde privato; in ogni caso dovrà essere assicurata l accessibilità al corso d acqua a scopo manutentivo. I progetti di sistemazione idraulica di un area edificabile dovranno essere sottoposti all approvazione del Comune e dovranno essere corredati di: relazione idraulica a firma di un tecnico qualificato che giustifichi le scelte progettuali adottate e che ne evidenzi le migliorie sotto l aspetto della funzionalità idraulica; progetto ambientale riguardante l inserimento nel territorio dei corsi d acqua con particolare riferimento all art. 41 del D. Lgs. 152/99; proposta di individuazione delle fasce di rispetto in conformità al presente regolamento; individuazione delle eventuali opere soggette ad autorizzazione ed ai canoni regionali di polizia idraulica; domande di autorizzazione compilate in conformità al presente regolamento per ogni opera idraulica di cui al punto precedente. Pagina 23 di 35

24 ART. 15 PRESCRIZIONI PER LA PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE DELLE OPERE 11.1 Documentazione da presentare Le domande di autorizzazione ai fini idraulici all esecuzione delle opere e degli interventi ammissibili o di concessione di area demaniale, in caso ricorrano i presupposti, dovranno essere presentate all ufficio urbanistico comunale in tre originali di cui uno in bollo, ed essere corredate dai documenti elencati nel seguito: 1) Relazione tecnica generale (redatta da un tecnico abilitato): - individuazione del luogo e motivazione della domanda; - descrizione tecnica particolareggiata del progetto; - fascicolo della manutenzione; - assunzione della responsabilità per la manutenzione di quanto realizzato e per i danni causati sia durante i lavori che in seguito a causa delle opere e delle attività oggetto dell autorizzazione o della concessione; 2) Relazioni tecniche specialistiche (se necessarie o richieste, redatte da tecnici abilitati ed esperti in materia): - verifiche idrologiche ed idrauliche; - relazione geologica; - relazione di calcolo delle strutture; 3) Elaborati grafici: - corografia in scala 1: con l indicazione della posizione dell intervento; - estratto mappa catastale originale con indicazione delle opere in progetto nelle loro dimensioni e posizioni; - estratto del P.R.G. con indicazione delle opere in progetto nelle loro dimensioni e posizioni; - planimetria quotata dello stato di fatto e del progetto; - profilo longitudinale del corso d acqua di rilievo e di progetto, se necessario; - sezioni trasversali di rilievo e di progetto, nel numero e nelle posizioni necessarie a rappresentare compiutamente le opere da eseguire; - particolari costruttivi e strutturali, se necessario Procedimento amministrativo All atto del ricevimento della domanda un originale viene restituito con l attestazione della data di presentazione. Pagina 24 di 35

25 L Ufficio urbanistico ha la facoltà di richiedere, successivamente alla presentazione della domanda, la documentazione che risultasse mancante o incompleta, o che sia ritenuta necessaria, fissando un termine per la nuova presentazione. Nel caso di gravi lacune o mancanze nella documentazione presentata, o decorso invano il termine di cui al punto precedente, la domanda sarà dichiarata irricevibile e quindi respinta. Pagina 25 di 35

26 ART. 16 OBBLIGO DEI PROPRIETARI FRONTISTI O DEI PROPRIETARI DEI MANUFATTI POSTI SU CORSI D ACQUA E NELLE FASCE DI RISPETTO I proprietari usufruttuari o conduttori dei fondi compresi entro il perimetro della fascia di rispetto debbono: 1. effettuare la manutenzione ordinaria delle rive e delle sponde dei corsi d acqua provvedendo periodicamente alla decespugliazione ed alla potatura delle alberature presenti; 2. tener sempre bene efficienti i fossi e rive che circondano o dividono i terreni suddetti, le luci dei ponticelli e gli sbocchi di scolo nelle aste del reticolo; 3. aprire tutti quei nuovi fossi che siano necessari per il regolare scolo delle acque, che si raccolgono sui terreni; 4. rimuovere immediatamente gli alberi, tronchi e grossi rami delle piantagioni laterali alla fascia o al corso d acqua, che per impeto del vento o per qualsivoglia altra causa, causino interferenza con l area in fascia o con il corso d acqua. Chiunque venga autorizzato all esecuzione di attraversamenti (ponti, reti tecnologiche ecc ) o formazione di opere di difesa e quant altro lungo il corso d acqua ha l obbligo mantenere costantemente in buono stato le opere eseguite e, ad effettuare a sua cura e spese, la pulizia ordinaria del tratto di corso d acqua interessato dal manufatto e, tutte le eventuali riparazioni o modifiche che il comune e/o gli organi competenti riterranno di ordinare nell interesse del buon regime idraulico del corso d acqua. Dovrà inoltre essere garantito il libero accesso al corso d acqua per controlli e verifiche da parte del personale addetto al buon regime idraulico Pagina 26 di 35

27 ART. 17 AUTORIZZAZIONE PAESISTICA Qualora l area oggetto di intervento ricada in zona soggetta a vincolo paesistico, il richiedente dovrà presentare apposito atto autorizzativo rilasciato dagli enti competenti. Pagina 27 di 35

28 ART. 18 DANNI ALL INTERNO DELLE FASCE DI RISPETTO Non potrà essere richiesto, a nessun titolo, all Amministrazione Comunale o Regionale il risarcimento per danni a fabbricati, piantagioni o altro che si trovino all interno della fascia di rispetto se non per dolo od imperizia dell impresa o della ditta che per ordine delle amministrazioni poste a tutela del corso d acqua ha effettuato gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Pagina 28 di 35

29 ART. 19 CANONI DI POLIZIA IDRAULICA E CAUZIONI Il rilascio di concessioni e autorizzazioni di polizia idraulica è subordinato al pagamento di un canone ed al versamento di una cauzione di norma pari alla prima annualità del canone. La cauzione sarà, ove nulla osti, restituita al termine dell autorizzazione o concessione medesima. I canoni per i corsi d acqua del reticolo minore di competenza comunale, sono introitati dal comune e destinati per attività di polizia idraulica e manutenzione dei corsi d acqua. Le modalità di riscossione dei suddetti canoni, della cauzione e ogni altro onere, fermo restando le indicazioni della D.g.r e D.g.r , sono determinate dal comune. I canoni sono assoggettati a revisione annuale in proporzione diretta alla media dei valori dell EURO calcolati dall Istituto Centrale di Statistica per il costo della vita (d. l. 2 ottobre 1981, n. 546, convertito con modificazioni nella legge 1 dicembre 1981, n. 692). I canoni sono dovuti per anno solare e versati anticipatamente entro il 31 gennaio dell anno di riferimento. Nel caso di concessione o autorizzazione con occupazione di aree demaniali oltre al canone da versare al comune, va aggiunta l imposta regionale nella misura del 100% dell importo complessivo del canone comunale, come previsto dalla DGR n.7/13950 del I canoni di polizia idraulica applicabili sono quelli previsti nell allegato A al presente regolamento. Nei casi non ricompresi nell allegato A si rimanda alla valutazione motivata e discrezionale del Responsabile dell ufficio urbanistico che valuta, di volta in volta, la tipicità del caso e determina il relativo canone da applicarsi. Pagina 29 di 35

30 ART. 20 PRONTO INTERVENTO Le procedure di pronto intervento in caso di calamità naturale sul reticolo idrico minore con pericolo per la pubblica incolumità e con conseguenze sulle attività pubbliche sono di competenza comunale e sono regolamentate dalla Regione Lombardia mediante la D.G.R. n del che fornisce linea guida per l attuazione degli interventi in condizioni di urgenza e di somma urgenza. Pagina 30 di 35

31 ART. 21 AREE RICADENTI NELLE FASCE FLUVIALI DEL PIANO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO - P.A.I. Oltre alle norme contenute nel presente regolamento, le aree ricomprese nelle fasce fluviali del P.A.I., sono altresì vincolate alle norme tecniche di attuazione del Piano Stralcio per l assetto idrogeologico adottato con deliberazione n. 18/2001 del Comitato Istituzionale dell Autorità di Bacino del Fiume Po, approvato con D.P.C.M. 25 maggio 2001 e pubblicato sulla G.U. n. 183 del Pagina 31 di 35

32 ART. 22 ELENCO DEI CORSI D ACQUA APPARTENENTI AL RETICOLO IDRICO MINORE GESTITO DAL COMUNE DI VOBARNO Il reticolo minore è costituito da tutti i corsi d acqua presenti sul territorio, non inseriti nell elenco dell allegato A della D.G.R. 1 agosto 2003 N. 7/ L individuazione del reticolo idrico minore è stata effettuata seguendo i criteri contenuti nell Allegato B della D.G.R. 1 agosto 2003 N. 7/ Sono stati acquisiti i dati riportati nelle carte catastali disponibili presso l Ufficio Tecnico Comunale. Successivamente sono stati individuati i corsi d acqua riportati sulla cartografia ufficiale (Carta Tecnica Regionale e tavolette I.G.M.). Infine è stato effettuato un controllo sul terreno che ha indotto ad integrare il reticolo con alcuni corsi d acqua presenti sul terreno e non rappresentati in cartografia e, d altra parte, a segnalare alcuni tratti di corsi d acqua non più esistenti. Le informazioni ricavate sulla base dell analisi delle fonti cartografiche disponibili, e integrate sulla base delle evidenze del rilievo in situ, sono state poi confrontate con gli elenchi delle acque pubbliche. Tale confronto ha evidenziato che all interno del territorio comunale di Vobarno sono presenti sei corsi d acqua classificati come pubblici ai sensi del R.D n.1775: - Il Fiume Chiese indicato con il n.218 nell elenco principale; - il Torrente Agna indicato con il n.279 nell elenco principale; - il Rio Valle di Venardo o Canale di Novai indicato con il n.280 nell elenco principale; - il Rio di Carvanno in Val di Vaeno indicato con il n.281 nell elenco principale; - il Torrente Val Prato o Rio della Valle del Prato della Noce indicato con il n.282 nell elenco principale; - il Rio di Collio o Rio Coglio o Rio Traversante indicato con il n.283 nell elenco principale; - il Rio Moglia delle Ripe Val di Teglie indicato con il n.278 nell elenco principale. Sulle tavole Individuazione delle aste idriche presenti sul territorio comunale (Tav.1) sono stati indicati con differente colore i corsi d acqua: - presenti sulla Carta Tecnica Regionale (C.T.R.) e sul Nuovo Catasto Terreni (N.C.T.R.); - non presenti né su C.T.R., né su N.C.T.R; - presenti solo su C.T.R.; - presenti solo su N.C.T.R.; - presenti sulle cartografie ufficiali, ma non più in uso. Pagina 32 di 35

33 Sulle tavole Delimitazione delle fasce di rispetto (Tav. 2) sono stati indicati i tratti a cielo aperto e i tratti coperti. Il reticolo idrografico di Vobarno è caratterizzato dalla presenza di corpi idrici naturali e da canali artificiali. I corpi idrici naturali presentano caratteristiche sostanzialmente omogenee e legate all andamento orografico del territorio comunale: - sono colatori di fondo valle, pertanto con un bacino imbrifero ben definito e immediatamente identificabile; - presentano un alveo fortemente inciso nel terreno, tracciato lungo il percorso di massima pendenza e senza divagazioni; - hanno un regime idraulico tipicamente torrentizio; - hanno tutti come recapito finale una delle due aste idriche principali del territorio comunale, il Fiume Chiese o il Torrente Agna, ove si immettono direttamente o dopo aver spagliato sul terreno; - in generale non presentano tratti tombati o intubati, anche in corrispondenza di centri abitati, e corrono a cielo aperto per tutto il proprio tracciato; - non presentano situazioni di promiscuità con la rete di drenaggio delle acque di fognatura degne di nota. Tra i corpi idrici naturali aventi recapito diretto o indiretto nel Fiume Chiese si segnalano, procedendo da monte verso valle lungo il tracciato del Chiese stesso: in sponda sinistra: - il Rio Sibla di Maidone, che recapita nel Fiume Chiese in territorio comunale di Sabbio Chiese dopo la confluenza con il rio di Maidone; - il Rio delle Rasse, che raccoglie le acque drenate dal bacino imbrifero del Rio della Valle Madonna, del Rio delle Ripe e dal Rio Molinello. Tali corpi idrici si presentano a cielo aperto per tutto il proprio tracciato, anche all interno dei centri urbani; a tale proposito si deve segnalare che all interno dell abitato di Teglie l alveo del Rio della Valle Madonna coincide per un tratto con il tracciato di una strada; - il Rio delle Strine, che presenta un alveo ben definito fino all attraversamento della strada che da Carpeneda porta a Moglia e a Teglie, a valle del quale spaglia sul fianco della montagna sovrastante la centrale Enel; - il Rio Coccarello, che raccoglie le acque drenate da un bacino poco esteso posto immediatamente a valle della confluenza tra il torrente Agna e il Fiume Chiese; nel suo tratto finale il Rio Coccarello è intubato; - il Rio Traversante o Torrente Collio, che raccoglie le acque drenate da un bacino molto esteso costituito dalla valle omonima e dalle vallate ad essa afferenti e le convoglia nel Fiume Chiese a valle dell abitato di Collio. L alveo del Torrente Collio è a cielo aperto per tutto il proprio tracciato, e presenta una brusca deviazione ad S, a valle dell attraversamento della S.P. IV, immediatamente a monte dell immissione nel Fiume Chiese; - il Rio Festola, che come il Rio Coccarello, presenta un tratto terminale intubato; Pagina 33 di 35

34 in sponda destra: - il Rio Fico e due altri scoli, che drenano le acque drenate dal versante settentrionale del dosso Covolo e le spagliano sul terreno a monte della strada che corre parallela al Chiese in sponda destra; - il colatore di Via Eva Rubini Falck, che si presenta quasi completamente intubato nel tratto interno al centro abitato, fino al recapito nel fiume Chiese; - il colatore della Frazione Pompegnino, che raccoglie le acque del versante orientale del monte coro e le recapita nel Fiume Chiese, correndo al piede occidentale del colle su cui si trova il centro abitato di Pompegnino; - il Torrente Mondale, che segna il confine con il territorio comunale di Villanuova sul Clisi; - Tra i corpi idrici naturali aventi recapito diretto o indiretto nel Torrente Agna si segnalano, procedendo da monte verso valle lungo il tracciato dell Agna stesso: in sponda sinistra: - il Rio Valpegle, il Rio della Valle Batoccoli, il Rio della Valle Sigole, il Rio della Valle dell Orsa e il Rio della Valle dei Tre Buchi, il Rio della Valle Faeno, che presentano caratteristiche simili, in quanto fungono da canale di drenaggio ciascuno per una piccola valle trasversale alla Val Degagna; - il Rio della Valle del Prato della Noce, che raccoglie le acque drenate da un bacino molto esteso costituito dalla valle omonima e dalle vallate ad essa afferenti, tra cui si segnalano la Valle della Seta e la valle del Buco del Tedesco, e le immette nel torrente Agna in corrispondenza dell abitato di San Martino; - il Torrente Forame, il Rio Vallone e il Rio Fossaecolo, anch essi canali di drenaggio ciascuno per una piccola valle trasversale alla Val Degagna; in sponda destra: - il Rio della Valle di Eno, che corre al piede del monte su cui si trova la frazione omonima e raccoglie le acque di un vasto bacino comprendente anche la Valle dei Cartoni e la Valle Battoni; - il Rio Api; - il Rio della Valle del Fosso Grande; - il Rio della Valle di Carvanno o Rio della Valle del Faeno, che si origina in territorio di Sabbio Chiese, corre al piede del monte su cui si trova la frazione di Carvanno e si immette nel Torrente Agna poco a monte dell abitato di Rango; - il Rio della Valle di Venardo, che si immette nel Torrente Agna immediatamente a valle del Rio della Valle di Carvanno; - il Rio della Valle del Natalone, che si immette nel Torrente Agna nei pressi dell abitato di Nalmase; Pagina 34 di 35

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