PROCEDURA OPERATIVA PER CASI DI SOSPETTA MALATTIA DA VIRUS EBOLA

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1 1 di 28 PROCEDURA OPERATIVA PER CASI DI SOSPETTA MALATTIA DA VIRUS EBOLA Redatto da Referente Gruppo di lavoro Verificato da Dr.ssa Manuela Taddei Dr.ssa Ilaria Bernardini Prof. Franco Baldelli Direttore SC Malattie Infettive Dr. Mario Capruzzi Direttore del Dipartimento DEA Approvato da Dr. Manuela Pioppo Direttore Sanitario STORIA DELLE MODIFICHE APPORTATE Data Rev. Motivo del cambiamento 03/10/ Prima stesura 07/10/ Recepimento della Circolare Ministeriale del 06/10/ /10/ Recepimento delibera regionale del 10/10/ /10/ Corso di formazione Aziendale 21 e 23 /10/2014 Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 1 di 28

2 2 di 28 PREMESSA Malattia da virus Ebola Manifestazioni Cliniche L Ebola è una malattia acuta grave, caratterizzata da comparsa improvvisa di febbre elevata, astenia intensa, dolori articolari e muscolari, inappetenza e mal di stomaco, mal di testa, mal di gola. Questi primi sintomi possono essere seguiti da vomito, diarrea, esantema cutaneo diffuso, iniezione congiuntivale, singhiozzo, tosse, dolore al petto, difficoltà respiratorie o di deglutizione. I fenomeni emorragici, sia cutanei che viscerali, possono comparire in genere al sesto-settimo giorno, soprattutto a carico del tratto gastrointestinale (ematemesi e melena) e dei polmoni. Si accompagnano a petecchie, epistassi, ematuria, emorragie sottocongiuntivali e gengivali, meno-metrorragie. Le informazioni scientifiche disponibili, desunte dalle pregresse epidemie di Ebola, evidenziano come il virus Ebola si trasmetta attraverso: il contatto diretto (per via cutanea o mucosale) con sangue o altri liquidi/materiali biologici, quali saliva, feci, vomito, sperma, incluse le secrezioni salivari (droplets); il contatto indiretto (per via cutanea o mucosale), con oggetti contaminati con sangue o altri liquidi biologici (ad esempio aghi). Non vi sono evidenze di trasmissione del virus per via aerea. La probabilità di trasmissione del virus cambia nel corso della malattia con l evolversi delle manifestazioni cliniche. All inizio, quando è presente solo febbre Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 2 di 28

3 3 di 28 in assenza di vomito o diarrea o di manifestazioni emorragiche, il rischio di trasmissione è basso; nelle fasi tardive, quando compaiono manifestazioni emorragiche, il rischio è significativamente più elevato e rimane molto alto anche dopo la morte. Per questo motivo, le precauzioni di isolamento raccomandate sono incrementate in relazione alla fase del percorso assistenziale, in ragione della valutazione del rischio (cioè probabilità che il paziente sia stato effettivamente esposto ad un malato di Ebola, stadio e decorso clinico della malattia). Il periodo di incubazione è mediamente di 8-10 giorni con un range di 2-21 giorni. Durante il periodo di incubazione le persone non sono considerate a rischio di trasmettere l infezione. Il paziente diventa contagioso tramite secrezioni quando comincia a manifestare sintomi, e si mantiene contagioso fino a quando il virus è rilevabile nel sangue. L eliminazione del virus tramite allattamento e per via sessuale può proseguire anche dopo la guarigione clinica. In particolare, la permanenza del virus nello sperma può verificarsi fino a 7 settimane dopo la guarigione e, in casi eccezionali, anche oltre (fino a 12 settimane). La malattia si manifesta con la comparsa improvvisa di febbre, intensa debolezza, cefalea, artromialgie e mal di gola seguiti da vomito, diarrea profusa ed un esantema maculo papuloso che potrebbe risultare non visibile nelle persone di etnia africana. Dopo 6-7 giorni possono manifestarsi fenomeni emorragici viscerali gravi. Gli esami di laboratorio mostrano: linfopenia, piastrinopenia, CID, aumento delle transaminasi, iperazotemia. Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 3 di 28

4 4 di 28 La malattia da virus Ebola può essere confermata solo attraverso test di laboratorio. Al momento non è possibile identificare i pazienti infetti durante il periodo di incubazione (ovvero prima dell inizio dei sintomi), neanche con i test molecolari. La letalità è compresa tra il 50-90%. Da dicembre 2013 è in corso un epidemia di malattia da virus Ebola (EVD) la prima documentata in Africa occidentale. In data 8 agosto 2014 l OMS ha dichiarato l epidemia di ebola dell Africa occidentale emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale ed in conformità al Regolamento Sanitario Internazionale ha emanato raccomandazioni temporanee per la gestione dell evento. L aggiornamento della lista dei paesi coinvolti sarà fatto dalla Direzione Medica Ospedaliera che farà riferimento al sito del CDC Considerata l eccezionalità dell epidemia, l alto tasso di letalità sino ad ora riscontrato, la oggettiva possibilità che l epidemia nei Paesi interessati possa protrarsi per molti mesi ancora, si chiede a tutti gli operatori sanitari di porre la massima attenzione al susseguirsi degli avvenimenti, anche attraverso la consultazione dei siti nazionali ed internazionali: Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 4 di 28

5 5 di SCOPO Lo scopo della presente procedura è quello di definire i percorsi clinicoorganizzativi aziendali in caso di accesso di un caso sospetto di Malattia da Virus Ebola. 2. CAMPO DI APPLICAZIONE 3. RIFERIMENTI Circolare Regione dell Umbria Servizio prevenzione, Sanità Veterinaria e Sicurezza Alimentare del 10/10/2014 Circolare Ministeriale del 6 ottobre 2014 n Malattia da Virus Ebola MVE- Protocollo Centrale per la gestione dei casi e dei contatti sul territorio nazionale che sostituisce intergralmente quella del 01/10/2014 Circolare Ministeriale del 16 ottobre 2006 Febbri Emorragiche Virali (FEV) Raccomandazioni ed indicazioni per il trasporto Circolare n.3 dell 8 maggio 2003 Raccomandazioni per la sicurezza del trasporto di materiali infettivi e di campioni diagnostici Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 5 di 28

6 6 di 28 Sitografia : DEFINIZIONI E ABBREVIAZIONI OMS: Organizzaizione Mondiale della Sanità EVD : Ebola Virus Disease CDC: Centers for Disease control and Prevention Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 6 di 28

7 7 di MODALITA OPERATIVE 5.1. DEFINIZIONE DEI SOGGETTI CHE POSSONO AUTOPRESENTARSI AL PRONTO SOCCORSO O TELEFONARE ALLA C.O. 118 Si adottano in tale sede le definizioni di caso dell CDC-Centers for Disease control and Prevention (Case Definition for Ebola virus Disease/Ebola Hemorrhagic Fever) aggiornato a settembre Per procedere alla individuazione di eventuali casi da investigare o francamente sospetti è indispensabile che tutto il personale sanitario al primo contatto con un paziente che presenti febbre > 38,6 C o l abbia presentata nelle ultime 24 ore verifichi PRIORITARIAMENTE in anamnesi l eventuale permanenza dello stesso negli ultimi 21 giorni nei Paesi affetti da malattia da Virus Ebola. Si ribadisce che per la definizione di caso da investigare o francamente sospetto devono essere presenti entrambi i criteri: clinico ed epidemiologico. Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 7 di 28

8 8 di 28 Gestione delle Persone da investigare presso il Reparto di Malattie Infettive CRITERI PER LA DEFINIZIONI DI CASO CRITERIO CLINICO Il paziente presenta (o ha presentato prima del decesso) E almeno uno dei seguenti sintomi: oppure CRITERIO EPIDEMIOLOGICO Il paziente 1) ha soggiornato in un area affetta da EVD nei precedenti 21 giorni oppure 2) ha avuto contatto con un caso confermato o probabile di EVD nei precedenti 21 giorni. N.B. vengono considerati casi francamente sospetti coloro che oltre alla febbre,alla cefalea, atromialgie, vomito, diarrea profusa,esantema maculo papuloso presentino manifestazioni emorragiche Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 8 di 28

9 9 di 28 N.B si ricorda che l eliminazione del virus tramite allattamento e per via sessuale può proseguire anche dopo la guarigione clinica. In particolare, la permanenza del virus nello sperma può verificarsi fino a 7 settimane dopo la guarigione e, in casi eccezionali, anche oltre (fino a 12 settimane).nella investigazione si rende necessario questo approfondimento chiedendo se si è avuto un contatto sessuale non protetto con una persona precedentemente ammalata, fino a tre mesi dopo la guarigione PER SOTTOLINEARE LE DIFFERENTI SITUAZIONI CHE SI POSSONO PRESENTARE SI RIPORTA LA STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO RIPORTATA NELLA Circolare Ministeriale del 6 ottobre 2014 Stratificazione del criterio epidemiologico in base al rischio di esposizione BASSO RISCHIO: Contatto casuale con un paziente febbrile, autonomo, in grado di deambulare. Esempi: condividere una sala di attesa o un mezzo pubblico di trasporto; lavorare in una reception. ALTO RISCHIO: UNO DEI SEGUENTI indossare appropriati dispositivi di protezione individuale (inclusi quelli per la protezione oculare) con un caso probabile o confermato che presenti tosse, vomito, emorragia, o diarrea. Contatto sessuale non protetto con una persona precedentemente ammalata, fino a tre mesi dopo la guarigione; caso probabile o confermato; Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 9 di 28

10 10 di 28 sangue, altri liquidi biologici, campioni di tessuto o di laboratorio di un caso probabile o confermato; geografiche (o proveniente dalle aree geografiche) affette, senza appropriati dispositivi di protezione individuale; o con pipistrelli, roditori, primati, vivi o morti, nelle zone (o proveniente dalle zone) affette o con carne di animali selvatici ( bushmeat ). Riaffermando la necessità della compresenza di elementi clinici ed epidemiologici il contatto di questi pazienti con l Azienda Ospedaliera potrebbe avvenire secondo le situazioni di seguito descritte: Caso 1: Chiamata alla Centrale Unica 118 (percorso dedicato) L intervista telefonica del 118 verrà effettuata secondo nuova modalità che prevede quesiti specifici che consentono all operatore di visualizzare un alert qualora subentri un incrocio di dati che identifichi un caso da investigare. Il 118 si attiva per il trasferimento in sicurezza del paziente da investigare DIRETTAMENTE presso il reparto di Malattie Infettive opportunamente allertato prima della partenza dell ambulanza, così da predisporre LA STANZA INDIVIDUATA PER L ISOLAMENTO DEL PAZIENTE CHE DOVRA RIMANERE LIBERA PER EMERGENZA EBOLA. Verrà adottato il percorso esterno (il percorso è dettagliatamente descritto in allegato 1) Gli operatori del 118 sono dotati dei presidi idonei per il trattamento del caso. Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 10 di 28

11 11 di 28 Qualora il paziente necessitasse prima del trasferimento presso il reparto di Malattie Infettive di prestazioni clinico-assistenziali indispensabili ed indifferibili, queste vanno garantite ed erogate in condizioni di sicurezza in accordo con il medico infettivologo dagli operatori del 118. Caso 2: Arrivo in Pronto Soccorso : si avvia il percorso dedicato. Il paziente viene IMMEDIATAMENTE isolato nella stanza della medicheria predisposta dal Pronto Soccorso come stanza di isolamento e si allerta IMMEDIATAMENTE la Direzione Medica Ospedaliera e si predispone il trasferimento IMMEDIATO al Reparto di Malattie Infettive GESTIONE DEL PAZIENTE SOSPETTO PRESSO IL REPARTO DI MALATTIE INFETTIVE Il medico infettivologo conduce a Reparto l indagine approfondita per definire la condizione di CASO SOSPETTO avvalendosi del confronto con i colleghi dell Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma e per definire l eventuale gestione/trasferimento del paziente e per il prelievo e l invio di campioni biologici. INMI SPALLANZANI -ROMA :centralino Laboratorio di virologia oppure Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 11 di 28

12 12 di 28 SOLO DOPO L AVVENUTA CONFERMA DI CASO SOSPETTO, IL MEDICO INFETTIVOLOGO DI RIFERIMENTO contatta la Direzione Medica Ospedaliera che predispone la segnalazione e notifica al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica della USL Umbria 1 e alla Regione Umbria. Contestualmente all invio dei campioni al Centro nazionale di riferimento Spallanzani, rispettivamente per la diagnosi e/o conferma diagnostica di MVE, la Direzione Medica Ospedaliera trasmetterà segnalazione del caso al Ministero della Salute, Ufficio V Malattie Infettive e Profilassi Internazionale via al Ministero della Salute: malinf@sanita.it Il caso sospetto dovrà essere trattato in regime di isolamento; per le precauzioni di isolamento, l assistenza, gestione dello strumentario e le apparecchiature, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti,le procedure per il prelievo di campioni di sangue ed eventuali trasfusioni si rimanda alla Circolare Ministeriale Aggiornamento della Nota circolare pr del 1/10/14 - Malattia da Virus Ebola (MVE) Protocollo centrale per la gestione dei casi e dei contatti sul territorio nazionale (allegato 2) Le Precauzioni di isolamento essere adottate le precauzioni standard (igiene delle mani e utilizzo di DPI quando si eseguono manovre che possono comportare il contatto con liquidi biologici, gestione in sicurezza di aghi e taglienti, eseguire la corretta decontaminazione ambientale e la decontaminazione delle attrezzature tra un paziente e l altro). Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 12 di 28

13 13 di 28 trasporto e in ospedale, bisogna adottare le precauzioni da contatto, che prevedono l isolamento in stanza singola e l utilizzo di guanti e camice ogni volta che si entra nella stanza e le precauzioni da droplets che prevedono la protezione della cute e delle mucose del volto: naso, bocca e congiuntiva (mascherina chirurgica idrorepellente e visiera o occhiali). Viene espilicitato l uso dei DPI nel paragrafo dedicato. Si raccomanda che l assistenza al paziente in isolamento venga effettuata sempre da almeno due operatori contemporaneamente. Inoltre: - Occorre ricordare l aderenza scrupolosa a tutte le procedure consigliate di controllo delle infezioni, compreso il lavaggio delle mani e l applicazione delle misure per la prevenzione degli incidenti con aghi e taglienti; - Occorre limitare il numero degli operatori esposti, e per ogni operatore vanno registrate le generalità ed i tempi di assistenza al paziente; - I visitatori non devono essere ammessi nelle stanze di isolamento; - Non è consigliata l introduzione di oggetti personali del paziente nella stanza di isolamento. Il paziente dovrà essere messo a conoscenza che ogni oggetto personale eventualmente introdotto verrà distrutto nel processo di disinfezione qualora il paziente risultasse positivo per EVD; - Le procedure invasive, e quelle producenti aerosol, devono essere ridotte al minimo, ed effettuate dopo una attenta valutazione del rapporto tra rischi per il personale e benefici per la gestione clinica del paziente; - Lo strumentario e le apparecchiature necessari all assistenza e alla diagnosi devono essere dedicati. All interno della stanza non deve essere introdotto Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 13 di 28

14 14 di 28 alcun tipo di materiale destinato ad essere utilizzato al di fuori dell unità di isolamento; - La cartella clinica non va messa nella stanza del paziente; all interno della stanza di isolamento saranno presenti penne, fogli e diagrammi per la registrazione della temperatura e/o di altre funzioni metaboliche, ecc. che non potranno essere portati al di fuori della stessa unità di isolamento; - Ad ogni paziente verrà consegnato un termometro individuale che successivamento, alla dimissione, in caso di positività per EVD, verrà distrutto; - Gli stetoscopi e gli sfigmomanometri e altri dispositivi non critici dovranno rimanere all'interno della stanza di isolamento. - Padelle ed orinali dovranno essere monouso; - Eventuali esami strumentali, ridotti al minimo, devono essere eseguiti, quando possibile, nella stanza del paziente Aspetti di laboratorio Le attività diagnostiche per EVD vanno limitate al minimo indispensabile, per ridurre il rischio associato alle procedure invasive nell effettuazione dei prelievi ed alla manipolazione dei campioni in laboratorio. Nello specifico tutto quello che concerne la diagnosi differenziale verrà effettuato presso il Reparto di Malattie Infettive ; per la diagnosi di malaria è opportuno utilizzare test rapidi (allegato 2) Presso il Reparto di Malattie Infettive verrà predisposto un carrello con il kit rapido per la malaria, un POCT per la determinazione dei parametri : PT, PTT, glicemia, azotemia, creatinina, sodiemia e potassiemia, uno strumento per l esame emocromocitometrico (cap-piercing). Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 14 di 28

15 15 di 28 Per ridurre il più possibile il rischio di esposizione degli operatori gli esami ematochimici indifferibili verranno effettuati dal personale del Reparto di Malattie Infettive fermo restando che il personale del Servizio di Patologia Clinica ed Ematologia sarà disponibile qualora si renda necessario. NESSUN CAMPIONE BIOLOGICO PRELEVATO,TRANNE QUELLO PREVISTO PER L ISTITUTO SPALLANZANI, DOVRA LASCIARE LA STANZA DI ISOLAMENTO DEL PAZIENTE Invio del campione Il processo comprendente il prelievo dei campioni, l invio all INMI Spallanzani e l acquisizione dei risultati delle indagini di laboratorio effettuate deve concludersi entro 24 ore dal momento del ricovero del paziente. I campioni biologici corredati dell apposita scheda Diagnostica d infezione da virus emergenti (allegato 3) vanno inviati al seguente indirizzo: LABORATORIO DI VIROLOGIA- PADIGLIONE BAGLIVI ISTITUTO NAZIONALE PER LE MALATTIE INFETTIVE L.SPALLANZANI IRCCS VIA PORTUENSE ROMA Il campione di scelta per la ricerca del virus è sangue-edta (no eparina) I campioni vanno mantenuti a +4 C prima dell invio Il trasporto al Laboratorio deve essere effettuato entro il più breve tempo possibile entro le 24 ore e a temperatura refrigerata Per tempi di consegna più prolungati, concordare con il Laboratorio dello Spallanzani le modalità di preparazione e conservazione Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 15 di 28

16 16 di 28 Le informazioni riportate sulle provette devono essere coerenti con quelle inserite nella scheda dati per evitare ritardi. Il campione va confezionato seguendo il principio del triplo involucro Il trasporto dei campioni al laboratorio va eseguito secondo le raccomandazioni per i campioni a rischio biologico (Circolare Ministeriale n 3/2003 Raccomandazioni per la sicurezza del trasporto di materiali infettivi e di campioni diagnostici -Allegato 4) L invio va concordato con il Laboratorio Se si utilizza il trasporto aziendale su strada la confezione non richiede l omologazione UN Il box frigorifero può rappresentare il contenitore terziario (esterno). Qualora il caso venga confermato è previsto il trasferimento dei pazienti verso l INMI Spallanzani in condizioni di alto biocontenimento a carico dell Istituto medesimo. Confermando i principi trasmessi nella formazione aziendale rivolta a tutti gli operatori sul corretto lavaggio delle mani e il corretto utilizzo dei DPI, sarà effettuato un approfondimento specifico per la Malattia da Virus Ebola Come parte integrante della presente procedura si riportano le indicazioni per il corretto lavaggio delle mani e per il corretto uso dei presidi mutuate dalla procedura prodotta dalla Regione Umbria (allegato 5) e dalle informazioni ufficiali del CDC. Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 16 di 28

17 17 di L IGIENE DELLE MANI L igiene delle mani assieme al corretto uso dei DPI è la principale misura di prevenzione. L igiene delle mani deve essere effettuata durante le attività clinico assistenziali secondo le raccomandazioni aziendali ed in particolare: a di qualsiasi procedura pulita/asettica sul paziente, secrezioni o sangue del caso sospetto o confermato, e vicinanze del paziente, L igiene delle mani deve essere eseguita nelle stanze di isolamento ogni volta che si presenti una delle evenienze indicate precedentemente, procedendo ogni volta alla sostituzione dei guanti. Per l igiene delle mani utilizzare la frizione con prodotti idroalcolici oppure il lavaggio con acqua e sapone. Eseguire sempre il lavaggio con acqua e sapone se le mani sono macroscopicamente sporche. Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 17 di 28

18 18 di 28 Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 18 di 28

19 19 di L UTILIZZO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Si riportano di seguito le indicazioni presenti nella Circolare Ministeriale del 6 ottobre 2014 n Malattia da Virus Ebola MVE- Protocollo Centrale per la gestione dei casi e dei contatti sul territorio nazionale che sostituisce intergralmente quella del 01/10/2014 fermo restando che per la diversità dell approccio assistenziale i DPI sono personalizzati per il Pronto Soccorso 118 e Reparto di Malattie Infettive. UTILIZZO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE In tutte le attività clinico assistenziali di presa in carico iniziale se il paziente necessita di assistenza indifferibile, durante il trasporto in ambulanza, durante il ricovero, il personale sanitario dovrà indossare i seguenti DPI per assicurare la prevenzione della trasmissione da contatto e da droplets, con la sequenza indicata: ellente facciale) Qualora si effettuino delle attività clinico assistenziali con un elevato rischio di contaminazione (es. paziente con diarrea, vomito, sanguinamenti e/o in ambiente contaminato in modo significativo) è opportuno utilizzare il doppio paio di guanti, il copricapo e i calzari. I guanti vanno cambiati quando presentano o si sospettano danneggiamenti o rotture. Igienizzare sempre le mani prima di indossare un nuovo paio di guanti. Evitare per quanto possibile qualsiasi procedura che possa generare aerosol. Se è necessario effettuare interventi che Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 19 di 28

20 20 di 28 possano generare aerosol, quali ad esempio somministrazione di farmaci con nebulizzazione, broncoscopia, bronco aspirazione, intubazione, ventilazione a pressione positiva, il personale sanitario dovrà indossare un facciale filtrante FFP2 (FFP3 nei casi probabili o confermati) a protezione delle vie respiratorie. Le tute intere idrorepellenti e le maschere pieno facciali o i PAPR (Powered Air Purifying Respirator) rappresentano, specialmente per l assistenza di casi probabili o confermati, possibili alternative da utilizzare, sulla base della valutazione del rischio, rispettivamente per la protezione del corpo, delle mucose del volto e delle vie aeree. Attualmente sono disponibili per il personale sanitario di Pronto soccorso, 118 e Malattie Infettive i DPI contenuti nel Kit BEK 3 costituiti da: -tuta Tychem F Grigia classe 3 con calzari incorporati -mascherina FFP3 -goggles EN 166 -guanti in neoprene 5.5. LA RIMOZIONE DEI DISPOSTIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Le esperienze pregresse in sanità pubblica, collegate ad eventi epidemici, hanno messo in evidenza come uno dei fattori critici per il controllo della esposizione del personale sanitario sia la corretta gestione dei Dispositivi di Protezione Individuali, ed in particolare la loro corretta rimozione. I DPI vanno rimossi secondo una sequenza predefinita e in grado di ridurre il rischio di contaminazione dell operatore. Di seguito viene riportata una possibile sequenza in accordo con quanto recentemente raccomandato dall Organizzazione Mondiale della Sanità (tale sequenza verrà contestualizzata in base ai presidi utilizzati): Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 20 di 28

21 21 di 28 i guanti arrotolandoli dal polso ere il camice avvolgendolo dall interno all esterno uovere la mascherina o il facciale filtrante procedendo dalla parte posteriore del capo utilizzando le stringhe o gli elastici di tenuta. Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 21 di 28

22 22 di 28 Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 22 di 28

23 23 di 28 Il lavaggio accurato delle mani tra un passaggio e l altro se le mani sono contaminate, e immediatamente dopo la rimozione dei dispositivi di protezione è fortemente raccomandato I Dispostivi di protezione usa e getta vanno smaltiti negli appositi contenitori per rifiuti infetti secondo le raccomandazioni aziendali. I Dispositivi riutilizzabili (in questo caso quelli per la protezione degli occhi) vanno decontaminati secondo le procedure aziendali specifiche LA DECONTAMINAZIONE AMBIENTALE Il virus Ebola è sensibile ad una vasta gamma di disinfettanti per uso ospedaliero utilizzati per la disinfezione di superfici resistenti, non-porose. Tutti i disinfettanti attivi su virus con envelope (come il virus influenzale, ad esempio) sono attivi sul virus Ebola. Per maggiore precauzione si richiede di usare i disinfettanti attivi anche su virus senza envelope (es. norovirus, rotavirus, adenovirus, poliovirus) che sono più resistenti ai disinfettanti. Il virus è, inoltre, sensibile alla inattivazione da parte della luce ultravioletta e all essicamento; il virus Ebola può sopravvivere anche molte ore in presenza di materiale organico. Nell assistenza a pazienti con Ebola utilizzare ipocloriti in soluzione corrispondente a 1000 ppm (si ottengono sciogliendo 2 compresse di PRESEPT contenente 2,5 g di Cloro disponibile in 5 litri di acqua) Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 23 di 28

24 24 di 28 cloro; ove non possibile (es. incompatibilità dell attrezzatura con il cloro) prediligere, tra i prodotti autorizzati dalla ditta produttrice, l utilizzo di quelli di documentata efficacia nei confronti di questa classe di virus. Qualora il paziente vomiti, tossisca o abbia perdita di altri liquidi biologici, l area interessata dovrà essere sottoposta a disinfezione secondo il ciclo a tre tempi: 1- Disinfezione/decontaminazione dei fluidi, 2- pulizia/detersione, 3- disinfezione delle superfici e dei materiali venuti a contatto con i fluidi. Prima della detersione procedere alla solidificazione con prodotto ad alto potere assorbente a base di cloro (ipoclorito in granuli- PRESEPT in granuli) da smaltire nei contenitori per rifiuti a rischio infettivo. Dopo la detersione, effettuare una disinfezione finale con una soluzione di ipoclorito 1000 ppm. E opportuno disporre di soluzione di ipoclorito 500/1000 ppm preparata quotidianamente. Per evitare la formazione di gas tossici, in presenza di una cospicua quantità di urine, è necessario assorbire con panni monouso la maggior parte del liquido PRIMA dell applicazione del prodotto. La sanificazione del percorso effettuato dal paziente (ambulanza, Pronto Soccorso, Medicheria, Triage, ascensore) sarà a carico di una ditta esterna specializzata e sarà condotta con nebulizzazione a base di cloro > 10% secondo criteri di certificazione di qualità. Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 24 di 28

25 25 di LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI al centro deputato al trattamento con modalità dedicate e sicure (doppio sacco e contenitore dedicato) e successivamente trattati con cloro derivati; Tutto il materiale monouso venuto a contatto con il paziente deve essere imballato tal quale nell area di produzione del rifiuto come rifiuto a rischio infettivo: sacco in plastica o contenitore per rifiuti taglienti e pungenti, chiuso all'interno di un contenitore rigido a tenuta di liquidi. Tale contenitore esterno dedicato potrà essere portato fuori dalla stanza solo previa chiusura ermetica e decontaminazione esterna con cloro derivati; essere smaltito attraverso il sistema fognario ospedaliero;. Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 25 di 28

26 26 di GESTIONE DEI CONTATTI Fin dal primo contatto con il paziente sospetto, i sanitari devono prendere nota di eventuali contatti, o interrogando direttamente il paziente o interrogando eventuali persone che lo accompagnano. Le generalità dei contatti (nome ed altri dati anagrafici disponibili, inclusi indirizzo e numero di telefono), raccolti anche in tempi diversi dal Medico di Pronto Soccorso, dal Medico di Reparto di Malattie Infettive o da componenti della Unità di Crisi, e devono essere comunicati alla Direzione Medica, che provvederà a far pervenire alla ASL di residenza per l attuazione delle misure di sorveglianza (come da indicazione della Circolare Ministeriale). Verrà predisposto un registro dei contatti, con le generalità. Il Ministero della Salute ha descritto, nella circolare n del 1 Ottobre 2014, i criteri per la definizione e la gestione dei contatti. Le misure nei confronti dei contatti mirano ad identificare precocemente l eventuale insorgenza di sintomi compatibili con EVD, ed ad informare la persona sui comportamenti da tenere per evitare l eventuale esposizione a contagio di altre persone. Sarà cura della DMO provvedere, grazie all intervista effettuata dal medico infettivologo, raccogliere l elenco degli eventuali contatti del paziente che si trova in regime di isolamento per inoltrare l elenco alla ASL di riferimento. Per la gestione dei contatti, occorre comunque ricordare che a tutt oggi nessun soggetto asintomatico ha trasmesso la patologia durante il periodo di incubazione. Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 26 di 28

27 27 di 28 Gestione degli operatori sanitari esposti Tutti gli operatori che entrano in contatto con il paziente (sia esso sospetto o confermato), o con i campioni diagnostici, o con i materiali potenzialmente contaminati, devono registrare data ed orario, nome, domicilio, contatto telefonico, mansione ed eventuali note nel registro conservato nei locali esterni alla stanza di isolamento. Devono essere inoltre istruiti a comunicare qualunque esposizione non protetto o inosservanza/variazione delle procedure raccomandate. Tutti gli operatori che hanno avuto contatto con il paziente dotati degli appropriati DPI sono considerati contatti a basso rischio, e pertanto nessuna misura aggiuntiva è prevista a parte un supplemento informativo circa le modalità di trasmissione, le modalità con cui comunicare l eventuale comparsa di sintomi. Per gli operatori sanitari che hanno avuto esposizioni tali da classificarli come contatti a rischio intermedio o elevati, vanno applicate le relative misure. L operatore deve essere prontamente allontanato dal lavoro, e posto in isolamento domiciliare od ospedaliero, a seconda del livello di esposizione. In caso di isolamento domiciliare, deve essere data indicazione affinché, alla eventuale comparsa della sintomatologia, l operatore non si presenta al Pronto Soccorso MA contatta il Reparto di Malattie Infettive in modo da organizzare un trasporto in condizioni adeguate. Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 27 di 28

28 28 di RESPONSABILITA ATTIVITÀ INFERM. TRIAGE MEDICO CO 118 E PS DIRETTORE PS 118 DMO infettivologo PREPOSTO TUTTI I DIPENDENTI SPP UFFICIO FORMAZIONE INDIVIDUAZIONE SPAZIO SPECIFICO PER ACCOGLIENZA E VISITA CASI SOSPETTI INDIVIDUAZIONE E FORMALIZZAZIONE PERCORSO SPECIFICO PER LA GESTIONE / TRASPORTO CASI SOSPETTI AL REP MALATTIE INFETTIVE MESSA A SISPOSIZIONE DEI DPI IGIENE DELLE MANI,USO DEI DPI, PRECAUZIONI STANDARD CONTROLLO USO DPI ISOLAMENTO DEL PAZIENTE PROPOSTA PERCORSO FORMAZIONE PIANIFICAZIONE GESTIONE PERCORSO FORMATIVO PARTECIPAZIONE PROGRAMMI DI INFORMAZIONE FORMAZIONE ADDESTRAMENTO PROCEDURE DI TRIAGE AL PS ANAMNESI E RICHIESTA CONSULENZA INFETTIVOLOGICA COMUNICAZIONE ALLA DMO CASO SOSPETTO RICHIESTA DI ATTIVAZIONE PROCEDURE DI SANIFICAZIONE DECONTAMINAZIONE LOCALI E MEZZI NOTIFICA ALLA ASL/REGIONE/MINISTERO x PIANIFICAZIONE ATTIVITA DI DECONTAMINAZIONE E SANIFICAZIONE LOCALI E MEZZI TRASPORTO PAZIENTI SMALTIMENTO RIFIUTI Il contenuto del presente documento rappresenta materiale riservato 28 di 28

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