Come prevenire la diffusione dei superbatteri nelle strutture sanitarie
|
|
- Maurizio Lolli
- 7 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Come prevenire la diffusione dei superbatteri nelle strutture sanitarie
2 Ogni giorno circa pazienti in Europa contraggono un infezione in ospedale, circa uno ogni diciotto pazienti ricoverati; la Klebsiella KPC, l Acinetobacter baumannii e lo Pseudomonas aeruginosa sono i principali microrganismi responsabili delle infezioni.
3 Questi dati, sono i risultati di uno studio condotto su oltre ospedali in 30 Paesi europei dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).
4 Secondo l Organizzazione Mondiale della Sanità le principali cause di infezioni correlate alle pratiche assistenziali (ICPA) sono: -l antibioticoterapia -l aumento dei pazienti suscettibili alle infezioni a causa dell incremento di tecniche invasive e della età avanzata -il numero elevato di persone che assistono il paziente -l educazione sanitaria del personale - la inadeguatezza delle strutture architettoniche
5 Negli ultimi anni si è manifestato un sostanziale aumento di infezioni sostenute da microrganismi che si sono evoluti e sono diventati particolarmente resistenti : superbatteri Come è potuto accadere? Un uso esasperato di sostanze antibiotiche in agricoltura, nella zootecnia e in sanità ha reso possibile il mutamento di microrganismi che in origine non presentavano caratteristiche di multiresistenza che hanno in seguito sviluppato determinando l insorgenza e la diffusione di infezioni difficilmente eradicabili
6 E ancora Se da un lato l evoluzione tecnologica, applicata alla diagnostica ed all assistenza, ha prodotto considerevoli benefici, dall altro, sono stati messi in campo strumenti (dispositivi medici), il cui utilizzo è mediamente più invasivo, determinando un aumento della frequenza di infezioni correlate al loro utilizzo e sostenute da microrganismi multiresistenti.
7
8 La ricerca La ricerca su nuovi antibiotici langue da tempo e oggi non c è disponibilità di nuovi antibiotici attivi contro i germi resistenti. Per il prossimo futuro il piatto piange. Ecco quindi che le nuove strategie preventive diventano decisive per limitare i danni.
9 Quante infezioni possono essere evitate? 30% ogni anno sono potenzialmente prevenibili infezioni e decessi
10 Controllo delle infezioni Le strategie per il controllo delle infezioni richiedono un assoluta integrazione tra: - l antibiotic stewardship; - la diagnostica microbiologica rapida; -il sistema di sorveglianza attiva - l adozione di comportamenti preventivi
11 Le istituzioni La necessità di cogliere tutti gli elementi che possano concorrere al raggiungimento di un comune obiettivo ha reso necessario legiferare e istituire organismi orientati al monitoraggio, alla comprensione ed alla adozione di modelli efficaci per ridurre al minimo gli eventi avversi derivanti dalle attività sanitarie e assistenziali.
12 1985 (CIO) Ogni Struttura Sanitaria ha intrapreso misure atte a prevenire e contenere il fenomeno delle infezioni correlate alle pratiche assistenziali istituendo apposite commissioni e individuando i professionisti da impegnare in tali attività (SPP) ogni Struttura Sanitaria ha intrapreso misure atte a valutare i rischi correlati alle attività lavorative nel cui ambito si identificano anche i rischi correlati al materiale biologico (Risk Management) ogni struttura Sanitaria ha istituito apposite commissioni per individuare i fattori concorrenti nel manifestarsi di un evento avverso in ambito assistenziale.
13 * Traduzione e sintesi da: Royal College of Nursing. Antimicrobial resistance: RCN position on the nursing contribution, Disporre del supporto di infermieri esperti della prevenzione delle infezioni (importanza del ruolo degli Specialist Nurse nel coinvolgimento multidisciplinare) I vantaggi del disporre di infermieri - specialisti all'interno del team assistenziale è ben documentata come la loro influenza sulla pianificazione strategica, lo stile di leadership, i programmi di educazione, le iniziative di miglioramento della qualità e la fornitura di servizi.
14 In ambito regionale già dal 1998 è presente un gruppo CIO che ha prodotto linee guida e di indirizzo, nell ambito della prevenzione delle ICPA, ha promosso indagini epidemiologiche per analizzare il fenomeno nella nostra regione. Più recentemente il CIO regionale si è rianimato e ha ampliato i propri orizzonti estendendo il gruppo e ponendosi obiettivi di ricerca epidemiologica per individuare le azioni da porre in atto per prevenire la diffusione del fenomeno ICPA
15
16 Gli strumenti di lavoro
17 Gli strumenti in uso Indagini di prevalenza: N di casi per specifica patologia presenti in una popolazione in un determinato momento; Indagini di incidenza: N di nuovi casi per una specifica patologia emergenti in una popolazione in un arco temporale definito; Sorveglianza attiva con report di Laboratorio: segnalazione tempestiva ai reparti in caso di isolamento di germe multiresistente Redazione di procedure specifiche per la prevenzione; Formazione e aggiornamento del personale. Adozione di misure assistenziali di prevenzione generale Adozione di misure di isolamento quando necessarie;
18 Cosa possiamo fare nelle strutture sanitarie: misure assistenziali di prevenzione generale Consapevoli che non è possibile eliminare il rischio di infezione occorre applicare azioni per ridurre il rischio di insorgenza e, in molti casi, sono sufficienti poche norme igieniche per i sanitari, i pazienti e i parenti dei pazienti. Igiene delle mani Igiene degli ambienti Igiene dei dispositivi
19 Applicare e far applicare sempre l igiene delle mani a tutti La trasmissione di microrganismi segue 2 fasi: - i microrganismi presenti sulla cute del malato o su oggetti nelle immediate vicinanze del malato stesso sono trasferiti alle mani degli assistenti e degli operatori sanitari; - Se gli operatori sanitari o gli assistenti non eseguono un corretto lavaggio o la disinfezione delle mani, toccano un altro malato o un oggetto che verrà in contatto diretto con il malato.
20 Un cellulare su sei in Gran Bretagna e' contaminato di materie fecali secondo un nuovo studio dell'universita' di Londra. La ragione e' ovvia, la gente evita di lavarsi le mani dopo essere andata in bagno.
21 Applicare procedure corrette dell igiene degli ambienti - igiene ambientale - igiene del letto - sanitizzazione - microclima
22 STABILITA DEL CORONAVIRUS SULLE SUPERFICI VETRO FORMICA ACCIAIO COPERTINE DI CARTA TESSUTO DI COTONE 72 ore 36 ore 36 ore 24 ore 12 ore
23 Applicare procedure corrette dell igiene dei dispositivi Pulizia Disinfezione Sterilizzazione
24 Promuovere l adozione delle precauzioni standard Lavaggio delle mani utilizzo di guanti non sterili mascherina, occhiali o visiere camice monouso smaltimento corretto taglienti e acuminati camera singola
25 Cosa possiamo fare nelle strutture sanitarie: misure di isolamento, quando necessarie Nelle Linee Guida gli esperti, oltre a porre l accento sulle pratiche di base da applicare nella routine ospedaliera, evidenziano le pratiche aggiuntive da attuare quando viene isolato un batterio multi-antibiotico resistente. Isolamento da contatto Isolamento da droplets Isolamento da via aerea
26 Adottare sempre comportamenti e misure di barriera DPI nell assistenza a soggetti infetti
27 Criticità nella comunicazione Un cartello con scritto UTILIZZARE PRECAUZIONI DA CONTATTO Un Infermiere o un medico con visiera mascherina guanti e camice La richiesta di far indossare una mascherina chirurgica ad un paziente La richiesta di far indossare misure di barriera ad un visitatore/parente
28
29 CONCLUSIONI
30 Per applicare modelli assistenziali e comportamentali orientati alla prevenzione della diffusione di patogeni e delle infezioni in ambito assistenziale è imperativo un approccio multidisciplinare. Un impegno condiviso con ruoli definiti e con obiettivi comuni, una costante ricerca sistematica dei fenomeni epidemiologici e delle azioni da intraprendere per ridurre il numero di eventi avversi.
31 UNA CERTEZZA!
32
LINEE-GUIDA PER IL CONTROLLO DELLA DIFFUSIONE DEL MRSA
AZIENDA OSPEDALIERA S. CROCE E CARLE COMITATO INFEZIONI OSPEDALIERE LINEE-GUIDA PER IL CONTROLLO DELLA DIFFUSIONE DEL MRSA (STAFILOCOCCO AUREO METICILLINO RESISTENTE) aggiornate ad Agosto 2001 DEFINIZIONE
DettagliOverlapping areas that must be addressed together
Overlapping areas that must be addressed together Health-careassociated infections (HAI) Antimicrobial resistance (AMR) Usually associated with a weak health care system 359 Ospedali 114853 pazienti 6%
DettagliCONTROLLO DELLA TRASMISSIONE DELLA PATOLOGIA INFETTIVA IN OSPEDALE: NORME DI COMPORTAMENTO PER I VISITATORI ED I VOLONTARI
pag. 1 di 6 PER IL Dott. Antonio Silvestri Presidente Commissione di Controllo per le Infezioni Ospedaliere Dott. Maurizio Rango Direttore Sanitario Dott. Antonio Silvestri Stesura Validazione ed Approvazione
DettagliMISURE DI CONTROLLO PER LA GESTIONE DEI CASI SOSPETTI/PROBABILI/ACCERTATI DELLA SINDROME INFLUENZALE DEL TIPO AH1N1
MISURE DI CONTROLLO PER LA GESTIONE DEI CASI SOSPETTI/PROBABILI/ACCERTATI DELLA SINDROME INFLUENZALE DEL TIPO AH1N1 Dott. Maurizio Dal Maso Direttore Sanitario Dott.ssa Ausilia Pulimeno Dirigente Area
DettagliPrevenzione del rischio infettivo nelle strutture residenziali per anziani
GIORNATA NAZIONALE SULL IGIENE DELLE MANI: VALUTAZIONE A LUNGO TERMINE DELLA CAMPAGNA CURE PULITE SONO CURE PIÙ SICURE Prevenzione del rischio infettivo nelle strutture residenziali per anziani 5 Maggio
DettagliInfezioni ospedaliere (IO)
Infezioni ospedaliere (IO) Infezioni che non erano clinicamente manifeste né in incubazione al momento del ricovero. Le infezioni ospedaliere possono manifestarsi anche dopo la dimissione o essere presenti
DettagliBiosicurezza negli ambienti clinici. Fonte: Biosecurity Standard Operating Procedures Faculty of Veterinary Medicine of the University of Lie ge
Biosicurezza negli ambienti clinici Fonte: Biosecurity Standard Operating Procedures Faculty of Veterinary Medicine of the University of Lie ge Obiettivi Generali Sicurezza Proteggere personale, studenti
DettagliIl microbo arriva in sterilizzazione: si salva chi può?
Il microbo arriva in sterilizzazione: si salva chi può? Josefa Bizzarro Responsabile della formazione dei Tecnici di Sala Operatoria Scuola superiore medico-tecnica di Lugano Contenuto del tema I microbi:
DettagliOBIETTIVI IDENTIFICARE LE FASI DEL SOCCORSO CONOSCERE I MEZZI DI COMUNICAZIONE UTILIZZATI SUI MEZZI DI SOCCORSO
CAPITOLO 11_a OBIETTIVI IDENTIFICARE LE FASI DEL SOCCORSO CONOSCERE I MEZZI DI COMUNICAZIONE UTILIZZATI SUI MEZZI DI SOCCORSO 2 FASI DEL SOCCORSO INDIVIDUAZIONE DEL MEZZO ALLERTAMENTO GESTIONE della COEU/SOREU
DettagliINFEZIONI OSPEDALIERE
INFEZIONI OSPEDALIERE DEFINIZIONE DI INFEZIONE OSPEDALIERA INFEZIONI OSPEDALIERE SONO LA CAUSA DI CIRCA 400.000 700.000 CASI DI INFEZIONE CHE CAUSANO LA MORTE DI 4000 7000 DEGENTI L ANNO COLPISCONO IL
DettagliEpidemiologia degli Ospedali veneziani ed efficacia delle misure di contenimento
Epidemiologia degli Ospedali veneziani ed efficacia delle misure di contenimento Onofrio Lamanna 2 Congresso Triveneto di malattie infettive e microbiologia clinica I batteri MDR: problema alla base della
DettagliAZIENDA SANITARIA LOCALE - VITERBO I RISCHI LAVORATIVI IN CAMERA OPERATORIA: PREVENZIONE E PROTEZIONE
AZIENDA SANITARIA LOCALE - VITERBO CORSO DI FORMAZIONE OBBLIGATORIA (accreditato presso E.C.M. Min. Sanità) OBIETTIVI: I RISCHI LAVORATIVI IN CAMERA OPERATORIA: PREVENZIONE E PROTEZIONE 1) Fare acquisire
DettagliLA POSIZIONE ASSOCIATIVA IN TEMA DI: INFEZIONI OSPEDALIERE
LA POSIZIONE ASSOCIATIVA IN TEMA DI: INFEZIONI OSPEDALIERE INDICE DATI DI INCIDENZA DEL PROBLEMA PAG. 2 I FATTORI DI RISCHIO PAG. 3 COSA SI PUÒ FARE PER AFFRONTARE IL PROBLEMA DELLE INFEZIONI OSPEDALIERE
DettagliGestione infermieristica del paziente neutropenico febbrile
Dipartimento di Oncologia dei Trapianti e delle Nuove Tecnologie U.O. Ematologia Adulti Gestione infermieristica del paziente neutropenico febbrile Pisa, 09/10/2015 Inf. Valeria Olivato Dipartimento di
DettagliQuale isolamento per quale germe: l importante è sapere con chi si deve combattere
Quale isolamento per quale germe: l importante è sapere con chi si deve combattere Bruna Crivelli Coordinatrice U.O. Malattie infettive ASST Valle Olona 1 Alcune definizioni Colonizzazione: presenza di
DettagliFOCUS KLEBSIELLA 8 maggio 2013
LOGO FOCUS KLEBSIELLA 8 maggio 2013 Titolo Dott.ssa Chiara Berti Protocollo per la gestione dei batteri gramnegativi multi-farmacoresistenti nelle strutture sanitarie dalla Regione Veneto Le due forze
DettagliRischi e pericoli. all interno di una. Unità operativa. Sono un volontario responsabile
Azienda Ospedaliera Istituti Ospitalieri di Verona Sono un volontario responsabile Rischi e pericoli all interno di una Unità operativa , Laura Nicolis QUALI SONO I PERICOLI E I RISCHI PRESENTI IN UNA
DettagliLe precauzioni da contatto: strumento per prevenire la trasmissione in ambito assistenziale. Precauzioni per goccioline e via aerea
Prevenire le I.C.A.: un impegno condiviso dei professionisti del Dipartimento POIT AZIENDA OSPEDALIERA S. CAMILLO FORLANINI ROMA 1 Le precauzioni da contatto: strumento per prevenire la trasmissione in
DettagliCaratterizzazione batteriologica di ambienti ospedalieri critici: le sale operatorie dott. Francesca Giacobbi
Caratterizzazione batteriologica di ambienti ospedalieri critici: le sale operatorie dott. Francesca Giacobbi Sezione Provinciale di Bologna Dipartimento Tecnico Interazioni tra ambiente indoor e occupanti
DettagliSERVIZIO SANITARIO NAZIONALE REGIONE BASILICATA Asl 4 - Matera SERVIZIO ASSISTENZA
SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE REGIONE BASILICATA Asl 4 - Matera SERVIZIO ASSISTENZA Pagina 2/6 SOMMARIO 1. SCOPO/OBIETTIVO...3 2. CAMPO DI APPLICAZIONE...3 3. RIFERIMENTI NORMATIVI E DOCUMENTALI...3 4.
DettagliMETODI DI CLASSIFICAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO
ALLEGATO F METODI DI CLASSIFICAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO Proponiamo un confronto fra tre valutazioni del livello di rischio biologico associato a ciascun reparto ospedaliero elaborate secondo tre diversi
DettagliSTRUTTURA TECNICA E TECNOLOGIE
STRUTTURA TECNICA E TECNOLOGIE La qualità del nostro servizio non può prescindere oltre che dalla costante preparazione professionale e aggiornamento dei professionisti, anche da un elevato standard qualitativo
DettagliDispositivi di Protezione Individuale DPI
Dispositivi di Protezione Individuale DPI Definizione - Qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne
DettagliLa sorveglianza delle IOS. Dalla rete nazionale alle reti locali: l esperienza della Regione Marche
AOU Ospedali Riuniti Ancona SOD Igiene Ospedaliera Università Politecnica delle Marche Dipartimento di Scienze Biomediche e Sanità Pubblica Sezione di Igiene La sorveglianza delle IOS. Dalla rete nazionale
DettagliAzienda USL 3 Pistoia Zona Distretto Procedura per gestione delle Infezioni correlate all assistenza (ICA) PP.DS.04
PROCEDURA PER LA GESTIONE DELLE INFEZIONI CORRELATE ALL ASSISTENZA (ICA) REV. DATA AUTORIZZAZIONI REDATTO VERIFICATO APPROVATO 1 14/11/2011 Gruppo di redazione: Dr.ssa D. Simoncini Dr.ssa C. Pili Dr.ssa
DettagliRISCHIO LEGIONELLA NEI LAVORATORI STRUTTURE SOCIO SANITARIE E SOCIO ASSISTENZIALI
RISCHIO LEGIONELLA NEI LAVORATORI STRUTTURE SOCIO SANITARIE E SOCIO ASSISTENZIALI Dr. Tiziano Farina Tecnico della Prevenzione Laurea Magistrale Master Univ. Management Sanitario Auditor Sistemi Gestione
Dettagli4 a Conferenza Nazionale GIMBE Dall'Evidence-based Practice alla Clinical Governance
4 a Conferenza Nazionale GIMBE Dall'Evidence-based Practice alla Clinical Governance Bologna, 6 febbraio 2009 Audit e gestione del rischio clinico La sorveglianza delle infezioni extra-ospedaliera Cristina
Dettagli1 Scheda sintetica delle PRECAUZIONI STANDARD
1 Scheda sintetica delle PRECAUZIONI STANDARD IMMAGINE Collocazione del degente Igiene delle mani Guanti DESCRIZIONE Quando il paziente non è in grado di mantenere una igiene appropriata e può potenzialmente
DettagliDirezione Generale CONVENZIONE
Pag.1 di 5 CONVENZIONE Tra l Azienda Sanitaria Locale di Cagliari (ASL 8), con sede in Via Pier della Francesca 09047 Selargius, Ca, Codice Fiscale e Partita IVA 02261430926, nella persona del dott. Emilio
DettagliIL PAZIENTE CON TUBERCOLOSI POLMONARE: prendersi cura della stessa persona attraverso un percorso assistenziale integrato
IL PAZIENTE CON TUBERCOLOSI POLMONARE: prendersi cura della stessa persona attraverso un percorso assistenziale integrato ELABORATO DA: MALATTIE INFETTIVE PNEUMOLOGIA E Relatrice: KATIUSCIA CHIRICO LA
DettagliLa sottoscritta Marilù Cirillo
La sottoscritta Marilù Cirillo ai sensi dell art. 3.3 sul Conflitto di Interessi, pag. 17 del Reg. Applicativo dell Accordo Stato-Regione del 5 novembre 2009, dichiara che negli ultimi due anni ha avuto
Dettaglimassima attenzione, anche per le pesanti implicazioni legali e di immagine sia nelle strutture turistico ricettive
23020 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 6 maggio 2015, n. 920 Indirizzi operativi per la prevenzione e il controllo della legionellosi nelle strutture turistico ricettive e ad uso collettivo della Regione
DettagliISTRUZIONE OPERATIVA n 1/2009. Revisione 0 GASTROENTERITI DA NOROVIRUS: LA PREVENZIONE E IL CONTROLLO IN AMBITO OSPEDALIERO
ISTRUZIONE OPERATIVA n 1/2009 Revisione 0 GASTROENTERITI DA NOROVIRUS: LA PREVENZIONE E IL CONTROLLO IN AMBITO OSPEDALIERO Ratificato dalla Commissione Aziendale per la Sorveglianza e il Controllo delle
DettagliProcedura di vestizione e rimozione dei dispostivi di protezione individuale per malattia virus ebola. Lorena Martini
Procedura di vestizione e rimozione dei dispostivi di protezione individuale per malattia virus ebola Lorena Martini Documenti di riferimento Diseases Contact Droplet DPI: quali selezionare e indossare
DettagliPrevenzione basata sulle evidenze
Prevenzione basata sulle evidenze epidemiologia qualità degli interventi e Servizi Veterinari Pubblici Fabio Ostanello Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Patologia Animale Università di Bologna
DettagliProtezione del paziente Protezione dell operatore Prevenzione della trasmissione delle infezioni per contatto diretto e indiretto
I GUANTI MEDICALI 1 FUNZIONE DEI GUANTI Secondo le Linee Guida dell HICPAC (Healthcare Infection Control Practies Advisory Committee) in ospedale i guanti per uso sanitario vengono utilizzati per tre scopi
DettagliEmergenze infettive: modello di risposta in Provincia di Trento
Emergenze infettive: modello di risposta in Provincia di Trento Padova, 20 settembre 2012 Maria Grazia Zuccali Dipartimento di Prevenzione APSS Trento L organizzazione della provincia di Trento Distretto
DettagliSINTESI DEI RISULTATI DELLA REVISIONE SISTEMATICA DELLA LETTERATURA
Evidenze sul ruolo dell igiene delle mani nella riduzione della trasmissione e delle infezioni da microrganismi resistenti ai farmaci nelle strutture sanitarie INTRODUZIONE Traduzione A. Corbella Le infezioni
DettagliHALT 2. Health-care associated infections and antimicrobial use in European Long-term care facilities. 1 Prof.ssa Carla M. Zotti
HALT 2 Health-care associated infections and antimicrobial use in European Long-term care facilities Dott.ssa 1 Michela Stillo Prof.ssa Carla M. Zotti Andamento della popolazione giovane e anziana nel
DettagliLA BIANCHERIA CORSO OSS A/F 2016 GINORI EMANUELE
LA BIANCHERIA CORSO OSS A/F 2016 GINORI EMANUELE 1 DISTRIBUZIONE DEL VITTO CORSO OSS A/F 2016 GINORI EMANUELE 2 Distribuzione del vitto Per quanto riguarda il metodo di distribuzione dei pasti, ultimamente
DettagliRischi e pericoli relativi al processo assistenziale all'interno di un'unità operativa
28 novembre 2015 Rischi e pericoli relativi al processo assistenziale all'interno di un'unità operativa Comportamenti e procedure per la prevenzione della diffusione di malattie trasmissibili Clostridium
DettagliINFEZIONI CORRELATE ALLE PRATICHE ASSISTENZILI (ICPA)
Angela Celardo INFEZIONI CORRELATE ALLE PRATICHE ASSISTENZILI (ICPA) Sono infezioni che si verificano in un paziente (o un operatore) in ambiente ospedaliero, o in altra struttura assistenziale, che non
DettagliINDICAZIONI OPERATIVE PER IL CONTROLLO E LA NOTIFICA DI EVENTUALI CASI DI SARS
ISTRUZIONE OPERATIVA n 2/2003 Revisione 1/2003 INDICAZIONI OPERATIVE PER IL CONTROLLO E LA NOTIFICA DI EVENTUALI CASI DI SARS Ratificato dalla Commissione Aziendale per la Sorveglianza e il Controllo delle
DettagliRoberto Carloni. Genova, 24 febbraio 2015
La riorganizzazione delle attività di controllo delle infezioni correlate all assistenza quale esito della Commissione tecnico-scientifica per la valutazione delle attività di gestione del rischio clinico
DettagliAIPONET e Disease Management in Pneumologia
AIPONET e Disease Management in Pneumologia Anna Maria Moretti 31 marzo 2005 - Roma Il ruolo delle Società Scientifiche Possibilità di realizzare modelli ed esperienze innovative per cogliere vantaggi
DettagliTitolo X del D.Lgs. 81/08 ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole IL RISCHIO BIOLOGICO MODULO A Unità didattica A5.4 CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03 Titolo X del D.Lgs. 81/08
DettagliCOPERTURA FINANZIARIA
1 L Assessore alle Politiche della Salute, Donato Pentassuglia, sulla base dell istruttoria espletata dal funzionario responsabile della P.O. Igiene e Sanità Pubblica e dal Dirigente dell Ufficio Sanità
DettagliGESTIONE DEI CASI SOSPETTI DI INFLUENZA A(H1N1) NELL AMBULATORIO DEI MMG E DEI PLS
Azienda USL di Parma Istruzione Operativa N pagine: 1 di 8 Dipartimento di Sanità Pubblica Servizio Igiene e Sanità Pubblica Dipartimento delle Cure Primarie GESTIONE DEI CASI SOSPETTI DI INFLUENZA A(H1N1)
DettagliIL LABORATORIO DI MICROBIOLOGIA E LA SICUREZZA DEL PAZIENTE E DELL OPERATORE
IL LABORATORIO DI MICROBIOLOGIA E LA SICUREZZA DEL PAZIENTE E DELL OPERATORE Michela Boldrin Sos Dpt Microbiologia - Azienda ULSS18 Rovigo- Rovigo, 30-31 Gennaio 2013 Il Laboratorio di Microbiologia ha
DettagliL antimaicrobialstiuarscip (antimicrobialstewardship)
L antimaicrobialstiuarscip (antimicrobialstewardship) Angelo Pan Area Rischio Infettivo E molto meglio somministrare l antibiotico giusto alla dose corretta ed al momento giusto, facendo guarire il paziente,
DettagliIl cateterismo e la gestione del catetere vescicale
Il cateterismo e la gestione del catetere vescicale Infezioni correlate al cateterismo: epidemiologia e prevenzione Dr. Adriana Grasso Cristiana Longo EPIDEMIOLOGIA Le infezioni delle vie urinarie (IVU)
DettagliISTRUZIONE DI PRESIDIO PER LA CORRETTA GESTIONE DELLA BIANCHERIA
Pag. 1/6 ISTRUZIONE DI PRESIDIO PER LA CORRETTA GESTIONE DELLA BIANCHERIA REV. DATA AUTORIZZAZIONI REDATTO VERIFICATO APPROVATO 0 23 gennaio 2003 1 15/06/2011 Nucleo Operativo Barbara Tamarri C.I.O. Ufficio
DettagliPREVENZIONE E CONTROLLO DELLE INFEZIONI OSPEDALIERE FORMAZIONE DEI REFERENTI DI REPARTO PER LE INFEZIONI OSPEDALIERE
PREVENZIONE E CONTROLLO DELLE INFEZIONI OSPEDALIERE FORMAZIONE DEI REFERENTI DI REPARTO PER LE INFEZIONI OSPEDALIERE Azienda Ospedaliera Universitaria Senese Policlinico, Santa Maria alle Scotte Docente:
DettagliIL RISCHIO BIOLOGICO E LE BUONE PRASSI DI LABORATORIO
IL RISCHIO BIOLOGICO E LE BUONE PRASSI DI LABORATORIO LA GESTIONE DELLA SICUREZZA IN LABORATORIO Dr.ssa Laura Gasperetti IZSLT Sezione di Pisa 1) Organizzazione dell IZS Lazio e Toscana Direttore Generale
DettagliMancata consapevolezza del rischio: esperienze in ambito
La promozione delle competenze non tecniche come strumento t di prevenzione efficace Venerdì 13 giugno 2014 Politecnico di Milano Sede di Como Aula Magna Via Castelnuovo, 7 - Como Mancata consapevolezza
DettagliDelibera del Direttore Generale n del 30/12/2014. Oggetto: Piano di attività biennale per la gestione del rischio clinico,
Servizio Sanitario Nazionale - Regione dell Umbria AZIENDA UNITA SANITARIA LOCALE UMBRIA N. 2 Sede Legale Provvisoria: Viale Donato Bramante 37 Terni Codice Fiscale e Partita IVA 01499590550 Delibera del
DettagliM s i ur u e d i d i p r p ot o ezio i n o e n p e p r g l g i l i O pe p rator o i i S a S ni n t i ari
Rev. 1 del 14.10.09 Misure di protezione per gli Operatori Sanitari (Circolare Ministero della Salute n. 23671del 20.05.09) Gli Operatori Sanitari, a stretto contatto con casi sospetti di influenza da
DettagliLinee Guida per la Profilassi Antimicrobica in Chirurgia
Linee Guida per la Profilassi Antimicrobica in Chirurgia Manuela Pioppo Direttore, Direzione Medica Ospedaliera Azienda Ospedaliera di Perugia APPROPRIATEZZA: Correttezza delle cure e dell uso delle risorse.
DettagliTorino, 31 gennaio 2014 II Sessione: I profili della stewardship L internista
Giornate di sinergia tra la Farmacia Ospedaliera, la Direzione Medica Ospedaliera, l Infettivologia, la Microbiologia e la Medicina Interna: Antimicrobial Stewardship Torino, 31 gennaio 2014 II Sessione:
DettagliERNIA DEL DISCO LOMBARE ANALISI DEL PERCORSO ALL INTERNO DELL AZIENDA SANITARIA OSPEDALIERA CTO MARIA ADELAIDE DI TORINO
3 Corso congiunto A.N.I.N. G.I.S. GLI INTERVENTI CHIRURGICI SULLA COLONNA E L ASSISTENZA PRE E POST OPERATORIA ERNIA DEL DISCO LOMBARE ANALISI DEL PERCORSO ALL INTERNO DELL AZIENDA SANITARIA OSPEDALIERA
DettagliPatient Safety and Infection Risk Control Walkarounds: il Modello implementato dalla ASL di Pescara
8 Forum Risk Management in Sanità 29 Novembre 2013 - Arezzo : il Modello implementato dalla ASL di Pescara - Gestire la Sicurezza in una Organizzazione Sanitaria individuare i rischi connessi con l attività
DettagliStili di vita. Conferenza dei Servizi di Prevenzione della Regione Piemonte
Conferenza dei Servizi di Prevenzione della Regione Piemonte Villa Gualino, Torino, 9 dicembre 2009 Modo di vivere fondato su modelli comportamentali riconoscibili, determinati a loro volta dall interazione
DettagliL esperienza degli ospedali in Campania
SANIT Roma, 25 giugno 2008 L esperienza degli ospedali in Campania Dr. Renato Pizzuti Settore Assistenza Ospedaliera Regione Campania INDAGINE CONOSCITIVA 2006 SULLE ATTIVITÀ DI SORVEGLIANZA E CONTROLLO
DettagliCittadinanzattiva partecipa a:
Società Italiana Multidisciplinare per la Prevenzione delle Infezioni nelle Organizzazioni Sanitarie Le Infezioni Correlate all Assistenza (ICA) si definiscono come quelle infezioni, acquisite in ospedale
DettagliRischio infettivo Rischio clinico Health Technology Assessment
BRUNO ZAMPARELLI Rischio infettivo Rischio clinico Health Technology Assessment Nessuna porzione di pelle umana è risparmiata dai batteri..sulle mani vi sono da 5000 a 5 milioni di colonie batteriche per
DettagliAppendice 4. Il lavaggio delle mani
Appendice 4 La World Health Organization (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha pubblicato nell Agosto 2014 la guida Interim infection control guidance for care of patients with suspected or confirmed
DettagliRischio Clinico. Prevenzione del Rischio Infettivo. Novara 09/02/2012. Direzione Sanitaria : Prevenzione del Rischio Infettivo - AOU Novara
Rischio Clinico Prevenzione del Rischio Infettivo Novara 09/02/2012 Direzione Sanitaria : Prevenzione del Rischio Infettivo - AOU Novara La prevenzione ed il controllo delle Prevenzione Infezioni Ospedaliere
DettagliRUOLO DELLA MICROBIOLOGIA
FOCUS KLEBSIELLA MULTIRESITENTE: RUOLO DELLA MICROBIOLOGIA DR.SSA MAIRA ZOPPELLETTO S.C. MEDICINA DI LABORATORIO OSPEDALE S. BASSIANO BASSANO DEL GRAPPA Ospedale S. Bassiano 8 maggio 2013 Evoluzione della
DettagliGESTIONE DELLE ISTRUZIONI OPERATIVE CORRELATE AL RISCHIO BIOLOGICO TRA IL PERSONALE INFERMIERISTICO
GESTIONE DELLE ISTRUZIONI OPERATIVE CORRELATE AL RISCHIO BIOLOGICO TRA IL PERSONALE INFERMIERISTICO Lucia Addati Coordinatrice Infemieristica CIO I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico R.Galeazzi Introduzione
DettagliINFORMAZIONI PERSONALI
INFORMAZIONI PERSONALI Dichiarazione ai sensi art.46-47 del DPR 445/2000 LA SOTTOSCRITTA DANIELA BRUZZESI NATA A GORIZIA IL 19/10/1957, CONSAPEVOLE DELLE SANZIONI PENALI PREVISTE DALL ART.76 DEL D.P.R.
DettagliLa realtà piemontese. Carla M. Zotti Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche. Università di Torino
La realtà piemontese Carla M. Zotti Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche. Università di Torino ITALIANI STRANIERI 4 focolai in ambito scolastico; 56 casi in focolai epidemici;
DettagliTavolo tecnico Prevenzione delle Infezioni in Comunità
Tavolo tecnico Prevenzione delle Infezioni in Comunità Intervento a cura di: Stefania Boncinelli e Francesca Visco Sc Accreditamento e Vigilanza Area Socio Sanitaria Premessa 11,8 infezioni per 1000 person-day
DettagliPRECAUZIONIUNIVERSALI
In base alle PRECAUZIONIUNIVERSALI Tutti i clienti sono da considerare potenziali fonti di infezione QUINDI: Durante TUTTO IL PERIODO di effettuazione dell operazione di tatuaggio o piercing DEVONO essere
DettagliL Audit clinico come strumento di miglioramento continuo delle prestazioni assistenziali
L Audit clinico come strumento di miglioramento continuo delle prestazioni assistenziali WE CANNOT CHANGE THE PAST, BUT YOU CAN CHANGE THE FUTURE (Pat Patfoort) Miglioramento della pratica clinica Cercare
DettagliCos è un CVC( catetere venoso centrale)
Cos è un CVC( catetere venoso centrale) A cura del Dott. Pierpaolo Casalini U.O. Rianimazione P.O. Faenza Cos è un CVC? E una porta aperta ( soluzione di continuo) fra il torrente venoso in prossimità
DettagliU.O. OSTETRICIA E GINECOLOGIA OSPEDALE RAMAZZINI CARPI (MO)
U.O. OSTETRICIA E GINECOLOGIA OSPEDALE RAMAZZINI CARPI (MO) Obiettivo dell assistenza perinatale è una mamma ed il suo bambino in perfetta salute, che ha ricevuto il minimo livello di cure compatibile
DettagliIN AMBITO ODONTOIATRICO POSSONO PRESENTARSI NUMEROSE CONDIZIONI DI RISCHIO INFETTIVO: malattie infettive sistemiche patologie infettive locali
IN AMBITO ODONTOIATRICO POSSONO PRESENTARSI NUMEROSE CONDIZIONI DI RISCHIO INFETTIVO: malattie infettive sistemiche patologie infettive locali NELLO STUDIO ODONTOIATRICO SONO COSTANTEMENTE ESPOSTI A DIVERSE
DettagliGESTIONE E CORRETTO UTILIZZO DEI GUANTI STERILI E NON STERILI
GESTIONE E CORRETTO UTILIZZO DEI GUANTI STERILI E NON STERILI D.ssa Maddalena Quintili D.ssa Maria Vescia UOC Sicurezza Prevenzione e Risk Management GESTIONE E CORRETTO UTILIZZO DEI GUANTI STERILI E NON
DettagliSan Salvatore di Cogorno 18 Settembre 2015
Sorveglianza e controllo degli enterobatteri produttori di carbapenemasi Il percorso normativo regionale Roberto Carloni San Salvatore di Cogorno 18 Settembre 2015 Alle origini. Piano della Prevenzione:
Dettagliproposta di legge n. 471
REGIONE MARCHE 1 ASSEMBLEA LEGISLATIVA proposta di legge n. 471 a iniziativa del Consigliere Ciriaci presentata in data 2 febbraio 2015 NORME PER LA PREVENZIONE, DIAGNOSI E CURA DELL ANORESSIA, DELLA BULIMIA
DettagliA. O. SAN GERARDO DI MONZA
A. O. SAN GERARDO DI MONZA Il Dipartimento Infermieristico Tecnico Riabilitativo Aziendale DITRA politica della qualità del DITRA verso l accreditamento all eccellenza Cinzia Regazzoni 13 novembre 2007
DettagliAREA PROFESSIONALE DI RIFERIMENTO. Nomenclatura delle Unità Professionali (NUP/ISTAT):
AREA PROFESSIONALE DI RIFERIMENTO Denominazione della figura 10. TECNICO DEI TRATTAMENTI ESTETICI Referenziazioni della figura Nomenclatura delle Unità Professionali (NUP/ISTAT): 5. Professioni qualificate
DettagliGestione delle Emergenze nelle RSA
Emergenzaaa! Gestione delle Emergenze nelle RSA Intervento a cura di: Milano, 31 gennaio 2013 Progetto: Obiettivi 1. Valutare le modalità di gestione delle emergenze nelle RSA milanesi. 2. Promuovere un
DettagliCONCORSO PER OPERATORE SOCIO SANITARIO 08 GIUGNO 2016 TEST DI PRESELEZIONE. TEST N. 4 (Domande a risposta chiusa)
CONCORSO PER OPERATORE SOCIO SANITARIO 08 GIUGNO 2016 TEST DI PRESELEZIONE TEST N. 4 (Domande a risposta chiusa) 1. Quando si aiuta una persona a deambulare si deve: Fare indossare scarpe allacciate, sostenere
DettagliMinistero della Salute
FARMACI INNOVATIVI FARMACI INNOVATIVI QUALITA' EFFICACIA APPROPRIATEZZA QUALITA' EFFICACIA APPROPRIATEZZA RICERCA E SVILUPPO: NUOVE SPERANZE PER I PAZIENTI RICERCA E SVILUPPO: NUOVE SPERANZE PER I PAZIENTI
DettagliAntonella Moretti Cattedra di Reumatologia Scuola di Specializzazione in Reumatologia Università Politecnica delle Marche.
Antonella Moretti Cattedra di Reumatologia Scuola di Specializzazione in Reumatologia Università Politecnica delle Marche antonellamrt@gmail.com 1 negli USA vengono introdotti i DRG con l obiettivo di
DettagliARGOMENTI IN TEMA DI INFEZIONI
ARGOMENTI IN TEMA DI INFEZIONI CORRELATE ALL ASSISTENZA SALA CONFERENZE POLO DIDATTICO INTEGRATO c/o Villaggio del Ragazzo 18 settembre 2015 S.Giroldi ELEMENTI STRATEGICI DEL COORDINATORE NEL CONTROLLO
DettagliRISCHIO BIOLOGICO. Segnale di indicazione del RISCHIO BIOLOGICO
RISCHIO BIOLOGICO RISCHIO BIOLOGICO Segnale di indicazione del RISCHIO BIOLOGICO Il rischio biologico in ambiente di lavoro si identifica con la determinazione del rischio di esposizione ad agenti biologici
DettagliChiara Volpone. I PDTA: A come Assistenziale
Chiara Volpone I PDTA: A come Assistenziale in un contesto ad elevata complessità e con risorse limitate come quello del SSN, la Pianificazione e la Programmazione sono di estrema rilevanza ai fini del
DettagliUrinocoltura : dal prelievo all antibiogramma
Urinocoltura : dal prelievo all antibiogramma antibiogramma Dott.ssa Franca Benini U.O.Microbiologia Centro Sevizi Laboratorio Unico Pievesestina Forlì 17 maggio 2011 Il campione microbiologico: il percorso
DettagliDati microbiologici I semestre Azienda Ospedaliera S.Orsola-Malpighi AREA CRITICA
Dati microbiologici I semestre 2015 Azienda Ospedaliera S.Orsola-Malpighi AREA CRITICA Dott. Simone Ambretti U.O.Microbiologia simone.ambretti@aosp.bo.it Come interpretare i dati TIPI DI TABELLE 1. TABELLA
DettagliMisure di prevenzione, igiene e protezione Istituti non sanitari
Misure di prevenzione, igiene e protezione Istituti non sanitari Dipartimento della sanità e della socialità CH 6501 Bellinzona www.ti.ch/med 1 STRATEGIA ATTUALE Medio e lungo termine: Arginare la diffusione
DettagliUn percorso formativo in ambito Senologico
Un percorso formativo in ambito Senologico Mandato 2013 Sviluppare il Core Curriculum Infermiere di Senologia Nazionale Percorso formativo Core Curriculum Analisi della letteratura Internazionale Definizione
DettagliGestione di un cluster ospedaliero
Gestione di un cluster ospedaliero Elisa Mazzini Direzione Medica di Presidio-Comitato Infezioni Ospedaliere Azienda Ospedaliera ASMN di Reggio Emilia Percorso diagnostico-assistenziale delle infezioni
DettagliIII Convegno Prevenire le complicanze del diabete: dalla ricerca di base all assistenza. Il Progetto IGEA
III Convegno Prevenire le complicanze del diabete: dalla ricerca di base all assistenza Il Progetto IGEA Marina Maggini Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute Istituto
DettagliLE MALATTIE BATTERICHE INVASIVE IN PIEMONTE ANNO 2014
LE MALATTIE BATTERICHE INVASIVE IN PIEMONTE ANNO 2014 LE MALATTIE BATTERICHE INVASIVE (MIB) Recepita nel 2008 in Piemonte, dove dal 2003 era attiva la sorveglianza di laboratorio di tutte le infezioni
Dettagli6. GESTIONE, VALUTAZIONE E MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ
176 6. GESTIONE, VALUTAZIONE E MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ 6.1 177 Questa sezione del D.A. 890/2002 comprende 13 requisiti identificati dalla sigla SVQM.1.1A che richiedono: - la pianificazione dell attività
DettagliRISCHIO BIOLOGICO. riente TITOLO PROGETTAZIONE E PRODUZIONE. Oriente s.r.l Progetti di comunicazione e formazione CREDITI FORMATIVI 8
TITOLO RISCHIO BIOLOGICO PROGETTAZIONE E PRODUZIONE PROVIDER ECM O s.r.l Progetti di comunicazione e formazione USL 7 SIENA CREDITI FORMATIVI 8 MODALITÀ DI FRUIZIONE CURATORE E RESPONSABILE SCIENTIFICO
DettagliMinistero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali
Comunicato stampa n. 524 22 novembre 2009 Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali UFFICIO STAMPA Influenza A/H1N1 Il punto della situazione al 22 novembre 2009 Aggiornamento ore 17.00
DettagliL infermiere punto d unione tra il Paziente, il MMG ed il Diabetologo
L infermiere punto d unione tra il Paziente, il MMG ed il Diabetologo Rosangela Ghidelli Coordinatore Infermieristico Caposala U.O. S. Diabetologia e Endocrinologia Azienda Ospedaliera S. Anna Como Presidio
Dettagli