DISTRETTO SOCIALE DELLA BASSA SABINA

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1 DISTRETTO SOCIALE DELLA BASSA SABINA AMBITO TERRITORIALE RI 2 Comuni di: Cantalupo in Sabina, Casperia, Collevecchio, Configni, Cottanello, Forano, Magliano Sabina, Mompeo, Montasola, Montebuono, Montopoli di Sabina, Poggio Catino, Poggio Mirteto, Roccantica, Salisano, Selci Sabino, Stimigliano, Tarano, Torri in Sabina, Vacone. REGOLAMENTO PER L ACCESSO ALL ALBO DISTRETTUALE DELLE STRUTTURE CHE EROGANO SERVIZI SOCIOASSISTENZIALI RESIDENZIALI RIVOLTI A PERSONE CON GRAVE DISABILITA INDICE Articolo 1 - Oggetto Articolo 2 Finalità Articolo 3 Destinatari Articolo 4 - Requisiti per l ammissione Articolo 5 Albo distrettuale delle strutture Articolo 6 - Finanziamenti pubblici Articolo 7 Compiti dei soggetti coinvolti Articolo 8 Costi di gestione Articolo 9 Ammissioni Articolo 10 - Procedure per l ammissione e l accoglienza Articolo 11 Dimissioni Articolo 12 Rinvio alla normativa di settore Elaborato dall Ufficio di Piano Aprile 2010

2 Articolo 1 - Oggetto Il Distretto sociale della Bassa Sabina include nell ambito dell offerta distrettuale dei Servizi e degli interventi sociali le strutture che ai sensi della legge regionale del Lazio 12/12/2003, n. 41 erogano servizi socioassistenziali residenziali rivolti a persone con grave disabilità. Al fine di favorire lo sviluppo e l articolazione di un sistema di qualità dei servizi erogati, in rapporto alle esigenze e ai bisogni sociali del territorio, il Distretto sociale può destinare, se disponibili, specifici finanziamenti e contributi nell ambito della programmazione sociale di zona. Le strutture di cui sopra che intendano avvalersi di tale opportunità devono preventivamente iscriversi ad un albo specifico attraverso la formale adesione al presente regolamento e agli eventuali ulteriori indirizzi che il distretto sociale della Bassa Sabina intendesse emanare. Articolo 2 Finalità Le strutture, inserendosi nella rete dei Servizi territoriali mediante l utilizzo di modalità operative basate sull integrazione socio-sanitaria, perseguono le seguenti finalità: offrire un ambiente protetto, nel rispetto delle esigenze di ogni utente, garantendo agli ospiti un esperienza di vita simile a quella in ambiente familiare; Mantenere e recuperare i livelli di autonomia delle persone adulte con disabilità, sulla base del piano personalizzato di assistenza; Sostenere le famiglie di origine con difficoltà nell accudimento del familiare con disabilità. Articolo 3 Destinatari Alle strutture iscritte all albo possono accedere persone adulte con disabilità grave (ai sensi della L. 104/92) per le quali la permanenza nel nucleo familiare sia permanentemente o temporaneamente impossibile. Le persone saranno accolte senza distinzione di cultura, lingua, etnia e religione. Articolo 4 - Requisiti per l ammissione Possono essere ammesse le persone con disabilità grave che abbiano i seguenti requisiti: Riconoscimento ai sensi della L. 104/92, art. 3 e successive integrazioni e modificazioni; età compresa tra i 18 anni ed i 55; Titolarità di permesso di soggiorno in corso di validità non finalizzato alla permanenza per motivi turistici, se si proviene da altro Paese; impossibilità di permanere nel nucleo familiare di origine. Priorità nell accesso è data alle persone con maggiore carenza del tessuto familiare di origine.

3 L accesso alle strutture iscritte all albo distrettuale è consentito prioritariamente ad utenti provenienti dal Distretto sociale della Bassa Sabina e in subordine ad utenti provenienti da altri Distretti. In presenza di più richieste verrà stilata una graduatoria sulla base dei criteri ritenuti prioritari secondo l ordine seguente: 1. Assenza totale dei genitori, 2. Assenza di 1 genitore, 3. Malattia grave dei genitori, 4. Impossibilità da parte dei genitori di offrire assistenza adeguata, 5. Anzianità dei genitori, 6. Condizioni sociali, ambientali, e relazionali familiari gravi. Per gli utenti di altro Distretto il Comune di provenienza dovrà farsi carico della relativa quota parte della retta, quantificata annualmente dall Ufficio di Piano, e versata al Comune in cui ha sede la Struttura. In caso di nuova ammissione tale impegno dovrà essere preliminare all ammissione. Articolo 5 Albo distrettuale delle strutture Le strutture presenti sul territorio distrettuale gestite dagli organismi del Terzo Settore individuati ai sensi dell articolo 1 c. 4 della legge 8 novembre 2000 n. 328, possono richiedere di iscriversi all albo presso il Distretto sociale ai fini, tra l altro, dell accesso ad eventuali sostegni finanziari. Ai fini dell iscrizione le strutture devono: 1. rispettare i requisiti di base ed integrativi definiti dalla legge regionale del Lazio n. 41/2003 e conseguenti provvedimenti attuativi; 2. conformare i propri regolamenti interni e i propri programmi al presente regolamento distrettuale e agli eventuali ulteriori indirizzi che il Distretto sociale ritenesse di emanare; 3. perseguire le finalità e assicurare servizi rispondenti a bisogni rilevati nel Distretto ovvero compresi o compatibili con il Piano sociale di zona; 4. impegnarsi a sottoscrivere una convenzione con il Comune che concede l autorizzazione all apertura e al funzionamento ai fini della concessione e rendicontazione di eventuali contributi o finanziamenti specifici; Articolo 6 - Finanziamenti pubblici La disponibilità di fondi pubblici (regionali, distrettuali, comunali o altro) è stabilita, annualmente, con apposita decisione degli organi competenti, nella quale saranno indicate le modalità specifiche per l erogazione, compresa l entità del contributo e il numero delle strutture finanziabili.

4 Ai fini della assegnazione dei fondi le strutture già iscritte all albo distrettuale sono inserite in apposita graduatoria, approvata dal Comitato di coordinamento del Distretto, su proposta dell Ufficio di Piano, in base ai seguenti requisiti: a. qualità del progetto e del servizio offerto ed effettiva rispondenza alle finalità di cui al precedente articolo 2. b. Assenza di altri finanziamenti pubblici c. curriculum della struttura (data di apertura, attività svolta, numero di persone assistite, impegno finanziario proprio, ecc.); d. precedente attribuzione di analogo finanziamento al fine di garantire la continuità assistenziale previa verifica della permanenza dei requisiti richiesti per l iscrizione all albo; e. rispondenza all effettivo fabbisogno del Distretto e della programmazione prevista nel Piano sociale di zona; f. localizzazione (equa distribuzione sul territorio distrettuale, facilità di accesso, stabile disponibilità dei locali, ecc). L entità del finanziamento, stabilito dal Comitato di coordinamento tiene conto dei parametri e degli standard stabiliti dalla Regione Lazio e non può comunque superarli. Il contributo è richiesto per il tramite del Comune in cui la struttura ha sede e ad esso è assegnato. Lo stesso Comune ha il compito di allegare alla richiesta una dettagliata relazione che ne espliciti le motivazioni. Il Comune richiedente ha inoltre il compito di vigilare, anche con il supporto dell apposito Servizio distrettuale, sull attività della struttura ai sensi della L. r. 41/2003 e conseguenti provvedimenti attuativi, nonché di verificare la correttezza dell utilizzo dei fondi pubblici e della relativa rendicontazione. Per l accesso a eventuali finanziamenti erogati dalla Regione Lazio o da altro ente, si prescinde dal posizionamento nella graduatoria quando la struttura destinataria sia indicata nel provvedimento di assegnazione e liquidazione dei fondi da parte dell ente che erogatore. Articolo 7 Compiti dei soggetti coinvolti Compete alla Struttura, oltre al rispetto della normativa di settore, la presentazione a cadenza quadrimestrale: di un report sull andamento della Struttura in relazione al progetto globale e a quello annuale; della documentazione finanziaria e contabile corredata da relazione tecnica attestante la corretta gestione della struttura, comprendente prospetto riepilogativo di tutte le entrate (rette degli utenti, contributi pubblici e privati, ecc.) e le spese effettuate (operatori, utenze, acquisto beni e servizi, ecc.) con relativi giustificativi contabili. Compete al Comune sul cui territorio insiste la struttura:

5 stipulare una convenzione con la struttura per lo svolgimento del Servizio, secondo lo schema approvato dal Comitato di coordinamento del Distretto; l esercizio dei compiti di vigilanza di cui agli articoli 3 e 12 della legge regionale del Lazio n.41/2003; la predisposizione del rendiconto economico-finanziario annuale della Struttura con particolare riferimento ai flussi di finanziamento pubblici. L Ufficio di Piano: vigila sull esecuzione di quanto previsto nel presente regolamento, supporta il Comune, in seguito a sua richiesta, per gli aspetti tecnici e normativi, acquisisce il rendiconto annuale predisposto dal Comune e lo trasmette agli organi e gli enti competenti. Articolo 8 Costi di gestione I costi di gestione della Struttura vengono sostenuti annualmente attraverso: il finanziamento eventualmente erogato dalla Regione Lazio; le indennità di accompagnamento degli utenti, nonché l eventuale quota a loro carico definita in base alla situazione economico-familiare; eventuali finanziamenti integrativi derivanti: a) dalla quota specifica destinata dal Comitato di coordinamento istituzionale nell ambito delle risorse assegnate dal Fondo per la non autosufficienza e/o b) dalle rette a carico dei rispettivi Comuni di residenza degli utenti; quote versate dai Comuni degli eventuali ospiti provenienti da altro Distretto; eventuali fondi messi a disposizione dal soggetto gestore della struttura provenienti da contribuzioni volontarie, liberalità, 5, ecc. In tal caso il soggetto gestore dovrà comunicare al Comune di riferimento l ammontare di tali fondi integrativi prima dell approvazione dei bilanci preventivi e consuntivi. Il finanziamento assegnato dalla Regione Lazio e le eventuali quote integrative provenienti dal Fondo distrettuale per la non autosufficienza verranno trasferiti dall ente capofila di Distretto al Comune sul cui territorio insiste la struttura, così come le quote di competenza dei Comuni di residenza dell utente. L ospite è tenuto a versare mensilmente l Assegno di accompagnamento e la eventuale quota stabilita annualmente dall Ufficio di Piano in relazione alla dichiarazione ISEE del nucleo familiare. Tale versamento dovrà essere effettuato direttamente all organismo gestore della struttura che rilascerà relativa ricevuta. I versamenti a carico degli utenti vengono rendicontati secondo le modalità di cui al precedente paragrafo 7. Articolo 9 Ammissioni

6 Le ammissioni presso le strutture iscritte all albo distrettuale avverranno su istanza dei Servizi Sociali invianti, previa formale richiesta dell utente o del suo tutore e acquisizione della Diagnosi Funzionale, stilata dalla ASL, della documentazione relativa al reddito del nucleo familiare nonché certificazione di cui alla legge 104/92 e successive integrazioni e modificazioni. Le ammissioni avverranno secondo l iter procedurale indicato nell art. 10 Procedure per l ammissione e l accoglienza. Qualora la persona con disabilità o un suo familiare si presenti direttamente alla struttura per chiedere l ammissione, è compito della struttura stessa collegarsi con i Servizi Sociali del Comune di residenza che ne avvierà la presa in carico. Articolo 10 -Procedure per l ammissione e l accoglienza La procedura di ammissione delle persone alla struttura iscritta all albo distrettuale si articola nelle seguenti fasi: a) il Servizio Sociale del Comune di residenza del richiedente invia al Comune in cui ha sede la struttura la relativa richiesta di inserimento, corredata da una relazione sociale che viene trasmessa al responsabile della struttura ai sensi della L. r. 41/2003 e della Dgr 1305/2004; b) Il responsabile o l assistente sociale della struttura, in stretta connessione con il Servizio Sociale del Comune che ha effettuato l invio, effettua una lettura globale dei bisogni dell utente, in rapporto all offerta socio-educativa della struttura, al fine di redigere una relazione condivisa di valutazione; c) tale relazione viene esaminata nell ambito della commissione tecnico amministrativa che ha il compito di accertare la presenza dei requisiti di ammissione e autorizzare l inserimento nella struttura o nella lista di attesa. Tale commissione è composta oltre che dal Servizio sociale del comune inviante e dal responsabile e/o l assistente sociale della Struttura anche da: il Responsabile di Servizio del Comune in cui ha sede la struttura in quanto titolare della funzione autorizzativa e di vigilanza e l assistente sociale dello stesso ente; un componente l Ufficio di Piano; un operatore del servizio sanitario (Asl) che ha in carico l utente ove ricorra il caso; d) qualora la valutazione dei requisiti di ammissione abbia esito positivo, il responsabile della Struttura, in collaborazione con l Assistente Sociale del Comune inviante ed il referente della ASL di appartenenza del disabile, elabora il piano personalizzato di assistenza come previsto dalla L. r. 41/2003 e della Dgr 1305/2004; e) il responsabile della struttura e l assistente sociale del Comune proponente rendono partecipe l utente e/o la sua famiglia o il legale tutore di quanto previsto nel piano personalizzato di assistenza e forniscono ai predetti la Carta dei Servizi della casa famiglia;

7 f) Su indicazione della ASL di appartenenza dell ospite, si avviano i necessari accertamenti sanitari preliminari all ingresso (visita medica generale ed eventuali visite specialistiche qualora se ne ravvisi la necessità); g) Il Comune nel quale ha sede la struttura acquisisce dal Comune di residenza dell utente gli impegni finanziari relativi alla quota di competenza; h) la data di inserimento viene concordata con il responsabile della Struttura che accoglie l ospite, verifica la documentazione sanitaria e fiscale, compila la scheda personale, lo presenta agli altri ospiti e invita l ospite e/o la sua famiglia o il legale tutore a firmare l accettazione di quanto previsto nella Carta dei Servizi ove sono contenute le regole di convivenza; i) Le ammissioni e le dimissioni dell ospite dovranno risultare da appositi registri e comunicati dal responsabile della Struttura al Comune di riferimento che provvederà a darne comunicazione alla Questura. Articolo 11 Dimissioni Le dimissioni dell ospite avvengono su domanda personale o dei familiari, e devono essere concordate e motivate al Servizio sociale referente. Le dimissioni possono essere richieste anche qualora le condizioni di benessere psicofisico dell utente richiedano forme di assistenza diverse da quelle offerte dalla Struttura; in tale evenienza il Servizio sociale di riferimento in collaborazione con i Servizi ASL che hanno in carico l utente, preso atto delle condizioni che ne impongono le dimissioni, sono tenuti a dare indicazioni rispetto alla forma di assistenza ritenuta più adeguata ai suoi bisogni. Articolo 12 Rinvio alla normativa di settore Per quanto non esplicitato nel presente regolamento si fa riferimento alla normativa di settore ed in particolare alla Legge regionale del Lazio n. 41/2003, alla Deliberazione di Giunta regionale del Lazio n. 1305/2004 e al Regolamento regionale del Lazio n. 2/2005.

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