Itinerari di architettura milanese

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1 ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI DELLA PROVINCIA DI MILANO FONDAZIONE DELL ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI DELLA PROVINCIA DI MILANO /itinerari Spazi pubblici e piazze contemporanee a Milano 24 Giugno 2007 A CURA DI Gizmo Itinerari di architettura milanese L architettura moderna come descrizione della città

2 Itinerari di architettura milanese: l architettura moderna come descrizione della città è un progetto a cura della Fondazione dell Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Milano. Coordinatore scientifico: Maurizio Carones Redazione: Alessandro Sartori, Stefano Suriano Curatori itinerari 2006: Marco Borsotti, Paolo Brambilla, Manolo De Giorgi, Alberto Ferlenga, Luigi Trentin Progetto grafico: Alizarina ( Fotografie: Federico Balestrini, Davide Bonando Coordinamento attività: Giulia Pellegrino Ufficio Stampa Fondazione: Susanna Conte Gli Itinerari di architettura milanese sono stati realizzati in collaborazione con la Triennale di Milano.

3 Piazze contemporanee a Milano Le piazze sono collettori e generatori al tempo stesso, raccolgono dalle strade convergenti quella vitalità che sono in grado di restituire e diramare a loro volta. Per questo, nella città storica europea, la piazza rappresenta il nodo architettonico più significativo della città, grazie proprio all energia delle attività umane che in essa si genera. L accelerazione verso l espansione urbana avvenuta dal secondo dopoguerra ha condotto alla costante diminuzione di questa intensità; privata della propria centralità urbana, la piazza ha visto sempre più ridotta, da questo momento storico in poi, la propria attività a quella di luogo pubblico di riferimento limitato a specifiche zone della città. Inoltre, la quasi totale attenzione convogliata dagli architetti del dopoguerra sull oggetto architettonico, ha spesso determinato, nella fase di ricostruzione immediatamente successiva al secondo conflitto mondiale, uno scollamento nella relazione tra spazi pieni costruiti e vuoti: la stessa torre Velasca ( ) del gruppo milanese BBPR risulta essere infatti indifferente alla piazzetta che ha determinato. La ricerca verso uno sviluppo urbano per parti formalmente compiute, avvenuta negli anni sessanta, ha portato invece gli architetti a ripensare la piazza come a un luogo vitale per i nuovi quartieri: nel progetto di Carlo Aymonino per il complesso Monte Amiata ( ) al Gallaratese di Milano, le due piazze per esempio non si addicono alla sosta ma «i due invasi triangolari rinviano l uno alla ricerca dell altro [ ]» (1). I percorsi interni, composti da porticati, gallerie, terrazze e ballatoi, tracciano una ramificazione stradale articolata che rende il quartiere progettato da Aymonino, un frammento urbano dalle caratteristiche metropolitane. Una definitiva riduzione del ruolo della piazza si è inoltre verificata, nel corso del Novecento, in quelle città o parti di città

4 che si sono sviluppate secondo una politica che ha privilegiato il trasporto automobilistico. In questi contesti le strade sono diventate, con il passare del tempo, i nuovi veri ambiti in cui l uso quotidiano dello spazio pubblico si è trasferito: luoghi dinamici complessi in grado di raccogliere l energia di buona parte di quelle attività umane che concorrono, oggi, a definire qualità e peculiarità della città stessa. Nelle città che hanno subìto questo processo difficilmente ci si incontra nelle piazze proprio perché gli spazi dell autorappresentazione civica risultano essere più legati a situazioni di movimento, di passaggio oppure di transito, azioni comunque finalizzate al compimento di attività di carattere commerciale. Nelle città contemporanee, la piazza rappresenta allora qualcosa che non vuole forse più essere rappresentato? Hanno ancora senso le piazze, e per chi? Ė proprio con quest ultimo quesito che Giancarlo De Carlo ha intitolato un breve saggio pubblicato nella metà degli anni novanta nel volume Nelle città del mondo. Per De Carlo «è certo che le piazze continuano ad avere senso nelle città dove [ ] lo sviluppo non è stato distruttivo al punto da sconvolgere gli equilibri tra tessuti edificati e spazi aperti, da specializzare le attività umane dissipando l energia che acquistano dall essere molteplici e dal mescolarsi» (2). Di conseguenza, la piazza, risulta non avere più valore per De Carlo proprio in quelle città alterate IL QUARTIERE MONTE AMIATA AL GALLARATESE (C. AYMONINO)

5 dalla presenza impulsiva delle stesse automobili. Se Siena viene citata dall autore come esempio emblematico di città appartenente alla prima categoria, è chiaro che Milano, pur non essendo mai esplicitamente nominata abbia tutti i requisiti per rientrare nel novero di quegli spazi fisici condannati a una congestione costante e diffusa. Questa presenza quanto più è diventata massiccia tanto più ha distrutto le corrispondenze tra spazi edificati e spazi aperti, facendo assumere, per esempio a molte delle piazze milanesi definite dall incontro di più percorsi viari - le piazze Duca d Aosta, Cadorna, Repubblica, Loreto, Susa, Piola, Baracca, Maciachini, Firenze, Lotto e Lodi - le caratteristiche di piazzale e quindi di snodo stradale. Già alla fine degli anni settanta vengono però inviati i primi segnali - a livello internazionale la piazza d Italia a New Orleans ( ) di Charles Moore è l esempio più rappresentativo - per un ritorno della piazza come questione fondamentale di progettazione sia architettonica che urbana. La presenza in molte città italiane di luoghi urbani non risolti - collocati spesso nei centri storici - insieme alla necessità del recupero dello spazio pubblico e di spazi collettivi d incontro, anche collocati all interno di nuove realtà architettoniche e urbane, hanno elevato nuovamente la piazza a essere uno dei temi più interessanti nell ambito delle discipline architettoniche; restituendo in questo modo alla piazza stessa il proprio valore PIAZZA SAN NAZARO VISTA DA CORSO DI PORTA ROMANA (U. RIVA)

6 originario di «luogo di relazione tra la struttura urbana e la soluzione architettonica» (3). Un orientamento questo sostenuto, nei primi anni novanta, anche da Paolo Portoghesi: «Sono anni che sto predicando che vengano costruite delle piazze, perché la piazza è un tentativo di riproporre un ordine gerarchico all interno della città e quindi collocare una serie di funzioni collettive tutte insieme, in modo tale da creare una specie di fortezza della socialità, dello scambio collettivo» (4). A Milano infatti, dalla metà degli anni ottanta e per tutti gli anni novanta, molti interventi realizzati nel centro città - piazza Croce Rossa ( ) di Aldo Rossi, piazza San Nazaro in Brolo ( ) di Umberto Riva, piazza San Babila ( ) di Luigi Caccia Dominioni, piazza Cadorna ( ) di Gae Aulenti e la sistemazione dell area di San Lorenzo ( ) di Emilio Battisti e Silvano Tintori - sono stati finalizzati alla riqualificazione di spazi irrisolti nel centro storico. Per una parte di questi progetti, dove cioè la piazza come vuoto già preesisteva, sono stati utilizzati mezzi relativamente ridotti non alterando in questo modo la struttura urbana; altri fanno invece parte di una serie di incarichi per la riqualificazione di aree coinvolte nello sviluppo infrastrutturale della città (ampliamento di linee ferroviarie e metropolitane). Diverse sono le condizioni per le zone periferiche della città: qui il rapporto stabilito tra i percorsi pedonali e quelli stradali definisce DETTAGLIO DEL MONUMENTO A SANDRO PERTINI IN PIAZZA CROCEROSSA (A. ROSSI)

7 la piazza non come luogo di rappresentanza ma come spazio ordinatore del luogo stesso. I progetti ad Affori di Paolo Favole e quello di Cino Zucchi al quartiere Gratosoglio si pongono infatti come obiettivo quello di collegare i diversi spazi aperti per conferire loro una soluzione compositiva unitaria. Negli ultimi anni il Comune di Milano ha provveduto a bandire diversi concorsi per la riqualificazione di alcuni spazi urbani degradati. Cinque piazze per Milano ha riguardato cinque aree distinte, in quartieri periferici della città, per ognuna delle quali è stato proclamato un vincitore nel novembre 1999: Paolo Favole per piazza S. Giustina, Angelo Bugatti per piazza Tirana, Francesca Marchetti per piazza Anita Garibaldi, Vincenzo Corvino per piazza Gabrio Rosa ed Emilio Battisti per piazza Costantino. I progetti sono stati realizzati e l esperienza è stata ripetuta con il concorso Piazze 2001 che ha premiato Giovanni Multari per piazza Ohm, Vincenza Lima per piazza Gambara, Riccardo dell Osso per piazza Roserio. Nel 2004 lo studio francese Bodin et Associés Architectes ha vinto il concorso per la Darsena, attualmente in fase di costruzione. In precedenza altri concorsi per aree prestigiose della città sono stati occasione di dibattito all interno del mondo dell architettura. In particolare il progetto vincitore del concorso indetto per piazza Duomo nel 1988, redatto da Ignazio e Jacopo Gardella, non ha avuto seguito. Il progetto di Gino Pollini, Giulio Marini e Giacomo Polin, IL PROGETTO DI SISTEMAZIONE URBANA AL QUARTIERE GRATOSOGLIO (C. ZUCCHI)

8 vincitore per l area di piazza Fontana nello stesso anno, è ancora in corso di approvazione. Un discorso a parte meriterebbero i progetti per i parchi pubblici, poiché anche a Milano si riscontra un rinnovato interesse nei confronti di questo tema. In questa sede ricorderemo il concorso per il Parco Forlanini (vincitore Gonçalo Byrne, 2001) e quello per i Giardini di Porta Nuova (vincitore gruppo Inside/Outside con Boom, Maltzan, Oudolf, Zardini). Lo studio Land, inoltre, ha realizzato la sistemazione del parco nell area Innocenti-Maserati, nel quartiere Rubattino, mentre Charles Jencks ha progettato il parco nell area Portello nel complesso del piano urbanistico redatto da Gino Valle. MARIO VIGANO - GIZMO IL PARCO AL QUARTIERE PORTELLO (C. JENCKS)

9 LA SISTEMAZIONE DELLA PIAZZA/SAGRATO DELLA CHIESA DI SANTA GIUSTINA (P. FAVOLE) LA SISTEMAZIONE DI PIAZZA DUCA D AOSTA ANTISTANTE LA STAZIONE CENTRALE (C. CHAMBRY, W. PASCOE, A. ZANUSO)

10 FONDAZIONE DELL ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI DELLA PROVINCIA DI MILANO Ao.049 /itinerari Piazza Croce Rossa / / Aldo Rossi Piazza Croce Rossa, Milano La sistemazione della piccola piazza Croce Rossa rientra nell ambito degli interventi realizzati in concomitanza della costruzione della linea 3 della Metropolitana Milanese. Il progetto, affidato ad Aldo Rossi, è incentrato sulla fontana monumentale dedicata al Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini ( ). Lo spazio oggetto d intervento, situato tra piazza della Scala e piazza Cavour, trova ancora oggi una propria attuale collocazione nelle parole utilizzate dallo stesso Aldo Rossi: «Questa piazza è posta all incontro di due importanti strade milanesi, via Montenapoleone e via Manzoni; strade di antica e severa importanza esse sono ora centro del commercio e del turismo stravagante. Concepita come una tranquilla piccola piazza lombarda, un luogo per incontrarsi, mangiare un panino o scattare una foto di gruppo, è formata da un doppio filare di gelsi lombardi ormai scomparsi nel PIAZZA CROCE ROSSA CON IL MONUMENTO A SANDRO PERTINI (A. ROSSI)

11 Piazza Croce Rossa / / A. Rossi paesaggio, da panchine di pietra, lampioni e pavimentazione di blocchi di porfido o granito rosa. All estremità della piazza vi è il cubo della scalinata che si chiude con un muro di pietra tagliato da un triangolo in bronzo da cui scende l acqua fino a una grata incassata tra la pietra della pavimentazione. Infine è importante notare che il cubo/scalinata è ricoperto dallo stesso Candoglia, grigio e rosato, del Duomo di Milano». Aldo Rossi si è confrontato, fin dai primi anni sessanta, con il tema del monumento, realizzando già nel 1965 una fontana DETTAGLIO DEL GETTO D ACQUA monumentale nella piazza del Municipio di Segrate di fronte all edificio di Guido Canella. L elemento principale della piazza del piccolo comune alle porte di Milano, è costituito dal monumento ai partigiani composto «dalla sovrapposizione di diversi pezzi d architettura». Qui infatti ritroviamo gli stessi elementi costitutivi che verranno poi impiegati per il monumento in piazza Croce Rossa: la fontana con il condotto triangolare, il podio e la scala. Ma il vero riferimento diretto al monumento per Sandro Pertini è, secondo lo stesso Aldo Rossi, il progetto non realizzato per il concorso al Monumento alla Resistenza a Cuneo, elaborato in collaborazione con Luca Meda e Gianugo Polesello nel 1962: un cubo scavato di 12 metri di lato che si sarebbe duvuto inserire nella città piemontese «come una piazza protetta e sopraelevata, o una torre, o un architettura trionfale». Il monumento ha quindi da subito assunto per Aldo Rossi un valore che va al di là della specifica occasione, per diventare un elemento essenziale della struttura della città. L analisi tipologica e l idea della città per parti compiute, i segni permanenti procurati dai monumenti nel tracciato urbano e il rapporto che si consolida tra città costruita e città ideale, convertono, secondo l architetto milanese, ogni singolo progetto architettonico in un fatto urbano. MARIO VIGANÒ - GIZMO

12 FONDAZIONE DELL ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI DELLA PROVINCIA DI MILANO Ao.050 /itinerari Piazza San Nazaro in Brolo / / Umberto Riva Piazza San Nazaro in Brolo, Milano Il progetto realizzato per la Piazza San Nazaro fa parte di una serie di incarichi che la Metropolitana Milanese ha assegnato negli anni ottanta per la sistemazione di superficie delle fermate della linea 3. La piazza, che si trova in posizione tangenziale rispetto al Corso di Porta Romana, costituisce il sagrato della basilica paleocristiana degli Apostoli. Fondata nel quarto secolo con un impianto a navata unica la basilica è stata successivamente ampliata dal volume della torre rinascimentale in laterizio del mausoleo Trivulzio, attribuito al Bramantino, anche se i lavori sono stati più volte interrotti e ripresi da altri fino al completamento della cupola nella metà del XVI secolo, senza mai arrivare alla finitura degli esterni. Alla fine degli anni ottanta lo scavo del pozzo di aerazione della linea 3 della Metropolitana Milanese, rende necessario il ridisegno complessivo della piazza che con l occasione viene anche chiusa alla circolazione automobilistica. La griglia di aerazione, collocata proprio davanti alla chiesa, viene nel progetto di Umberto VISTA DELLA PIAZZA: SULLA SINISTRA, LA FACCIATA INCOMPLETA DELLACAPPELLA TRIVULZIO

13 Piazza San Nazaro in Brolo / / U. Riva Riva ripensata come se fosse un livello archeologico precedente e perciò collocata ad una quota più bassa. Tutto l intervento è pensato sui dislivelli che, attraverso la pavimentazione disegnata secondo le linee di pendenza, confluiscono in un unico compluvio. La lunga traccia della caditoia mette in relazione gli ambiti del progetto: il sagrato della chiesa, la statua di San Ulderico (una delle opere erette da Carlo Borromeo durante la peste) e l area alberata. Il sagrato diventa una rampa che con la sua presenza cerca di equilibrare la mole imponente del mausoleo e restituire alla DETTAGLIO DI UN ELEMENTO DI ARREDO URBANO chiesa una zona di rispetto. Sul lato opposto al sagrato si trova un area di sosta piantumata a quinconce con bagolari - alberi ad alto fusto tipicamente milanesi che ha la funzione anche di schermare l intervento realizzato nel secondo dopoguerra. Altri due alberi svolgono un compito di raccordo con il basamento di forma ellittica della statua di San Ulderico. La nuova posizione della statua risulta leggermente ruotata in direzione della chiesa, evitando in questo modo di definire un unico centro per la piazza. Il perimetro del basamento è un canale, alimentato da una fontanella, che rimanda all originaria collocazione della statua posizionata su un antico ponte del naviglio. Riva cura tutti gli elementi di arredo della piazza: la grata, i paracarri, i lampioni, l edicola dei giornali, la fontanella, i doccioni alla base della statua. Alcuni elementi sono in ghisa, altri in bronzo, altri in ferro mentre alcuni dettagli della grata in ottone. La pavimentazione è costituita da cubetti di porfido e in pietra di Trani, mentre la caditoia, i cordoli, i paracarri e il sagrato in granito grigio; lo zoccolo posto sotto la statua è in granito rosa e l intorno alla grata è composto da lastre di marmo verde. MARIO VIGANÒ - GIZMO

14 FONDAZIONE DELL ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI DELLA PROVINCIA DI MILANO Ao.055 /itinerari Piazza Duca D Aosta / / Carlo Chambry William Pascoe, Antonio Zanuso Piazza Duca D Aosta, Milano Il Concorso Nazionale pubblico per la riqualificazione del sistema urbano costituito dalle piazze IV Novembre, Duca d Aosta, Luigi di Savoia, via Vittor Pisani, piazza della Repubblica viene bandito nel 1988 dalla Metropolitana Milanese insieme al Comune di Milano. La richiesta prevede la redazione di un progetto esecutivo concernente sia la sistemazione urbanistica sia la realizzazione dell area di interscambio prevista per piazza Duca d Aosta - nella zona prospiciente la Stazione Centrale - tra le linee tranviarie, le linee 2 e 3 della Metropolitana Milanese e la Stazione ferroviaria. Il tema progettuale si inquadra in un più generale disegno di riqualificazione delle aree limitrofe investite dalle trasformazioni conseguenti la costruzione della linea 3 della Metropolitana Milanese. Inoltre su questo nodo urbano viene definita la generale risistemazione paesaggistica e di arredo di via Vittor Pisani con indicazioni anche per il ridisegno di Piazza della Repubblica. Per la piazza Duca d Aosta i tre progettisti, Carlo Chambry, William Pascoe e Antonio Zanuso, hanno previsto una sistemazione essenziale della pavimentazione, VISTA PROSPETTICA DI VIA VITTOR PISANI CHE TERMINA NELLA PIAZZA (C. CHAMBRY, W. PASCOE, A. ZANUSO)

15 Piazza Duca D Aosta / / C. Chambry, W. Pascoe, A. Zanuso caratterizzata da una griglia astratta tagliata da cordoli e riempita con panchine, otto aiuole, sedici lampioni in ghisa del 1931 ed elementi di risalita. Al centro della piazza è rimasto il grande oculo che dà luce al sottostante mezzanino mentre lungo i lati della piazza sono stati piantati alberi, tra cui le preesistenti magnolie. La viabilità prevede il tracciato dei tram lungo il prolungamento di via Vitruvio in principio previsto lungo la facciata della stazione mentre il traffico automobilistico è interdetto verso piazza IV Novembre, con un unico accesso per le stazioni dei taxi. La sistemazione di piazza Duca d Aosta definisce solo una parte del progetto IL MOTIVO SEMICIRCOLARE DELLE AIUOLE Itaca, che comprende anche l intera risistemazione di via Vittor Pisani e di piazza della Repubblica. La zona oggetto del concorso si sviluppa, per tutto il corso del novecento, in stretta relazione con la stazione ferrovia progettata da Ulisse Stacchini, vincitore del concorso bandito nel Nel periodo che portò alla realizzazione definitiva della nuova Stazione Centrale (1931), il progetto cambiò e si modificò, soprattutto sotto la spinta del partito fascista, lasciando alcune forti tracce urbane ancora oggi visibili: la creazione di tre piazze di fronte e ai fianchi del suo nuovo edificio (p.za duca d Aosta, p.za IV Novembre, e p.za Luigi di Savoia), l allargamento della via Vittor Pisani e la realizzazione di una grande piazza là dove si ergeva la precedente stazione, cioè piazzale Fiume, oggi piazza della Repubblica. Se il disegno urbano dell area - in particolar modo il tracciato viario - è in gran parte conseguenza delle scelte fatte tra la fine dell 800 e l inizio del 900, la forma architettonica degli edifici e il loro aspetto, così come lo vediamo oggi, sono fortemente determinati da quanto succede negli anni cinquanta e sessanta; una produzione che trova nella realizzazione del Grattacielo Pirelli di Gio Ponti ( ) la sua massima espressione. MARIO VIGANÒ - GIZMO

16 FONDAZIONE DELL ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI DELLA PROVINCIA DI MILANO Ao.051 /itinerari Piazza San Babila / / Luigi Caccia Dominioni Piazza San Babila, Milano Piazza San Babila è stata oggetto, a metà degli anni novanta, di una sistemazione che ha fatto sì che questo spazio diventasse il punto di partenza per il lungo asse pedonale che oggi si sviluppa lungo Corso Vittorio Emanuele, piazza Duomo, via Mercanti, via Dante e termina di fronte al Castello Sforzesco. Il progetto si basa sul riassetto della viabilità veicolare e pedonale, attraverso l eliminazione dei flussi secondari interferenti con la parte centrale della piazza, ampliata e chiusa al traffico. L idea portante del progetto architettonico e artistico affidato a Luigi Caccia Dominioni, si definisce nella ricostruzione di una sintesi, in scala ridotta, degli elementi del paesaggio e della cultura edilizia di Milano e della Lombardia. La fontana, elemento prospiciente Corso Vittorio Emanuele, è una riproduzione del paesaggio lombardo e del ciclo naturale dell acqua, leggibile secondo alcune differenti analogie: la sfera da cui sgorga l acqua rappresenta una nuvola; il VISTA DI PIAZZA SAN BABILA CON LE AIUOLE A CALOTTA E, SULLO SFONDO, LA FONTANA CON LO SPECCHIO D ACQUA (L. CACCIA DOMINIONI)

17 Piazza San Babila / / L. Caccia Dominioni volume tronco-piramidale sul quale l acqua scorre raffigura la montagna, mentre la griglia riproduce il cammino dell acqua lungo i fiumi e i fontanili fino a giungere alla vasca centrale. La vasca, a sua volta, rappresenta uno dei numerosi laghi della regione, mentre il getto d acqua riproduce il processo di evaporazione che idealmente si ricongiunge alla sfera posizionata in cima alla fontana. Le aiuole a calotta, oltre a svolgere funzione di protezione dell area pedonale dal traffico, simboleggiano le colline e le montagne lombarde che fanno da sfondo alla città di Milano. DETTAGLIO DELLA CIMA DELLA FONTANA (L. CACCIA DOMINIONI) Per la realizzazione della pavimentazione Caccia Dominioni ha privilegiato il porfido, sia per le caratteristiche di resistenza offerta dal materiale sia per il suo valore in riferimento alla tradizione: la pietra, appositamente tagliata e sagomata in conci, è ordinata lungo la circonferenza dei cippi cardinali posizionati sulla piazza. In virtù dei propri colori, con sfumature che passano dal rosso al bruno, il porfido utilizzato per la pavimentazione va inoltre a bilanciare cromaticamente la superficie lucida della fontana. Il progetto mostra un evidente interesse per le caratteristiche e le possibilità artistiche del materiale che, attraverso il disegno distributivo dei blocchetti lapidei, riprende l uso decorativo con disposizione a macchia aperta, una modalità d intarsio utilizzata dai mobilieri lombardi. L affermazione di Caccia Dominioni: «Sono architetto sino in fondo e trovo l urbanistica ovunque. In realtà l appartamento è una microcittà, con i suoi percorsi, i suoi vincoli, gli spazi sociali e quelli privati» pone in evidenza come anche per il progetto di piazza San Babila, l operazione compiuta dall architetto milanese parta dalla stassa idea: un salto di scala che in questo caso rende la piazza un micropaesaggio. MARIO VIGANÒ - GIZMO

18 FONDAZIONE DELL ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI DELLA PROVINCIA DI MILANO Ao.056 /itinerari Sistemazione urbana area di San Lorenzo / / Emilio Battisti, Silvano Tintori Corso di Porta Ticinese 39, Milano Nel 1986 il Comune di Milano ha bandito il Concorso Nazionale per l area di San Lorenzo che si è risolto con la premiazione a pari merito del gruppo di Emilio Battisti e quello di Silvano Tintori; il progetto, perlomeno in origine, prevede la ricostruzione dell ambiente precedente le demolizioni risalenti la Seconda Guerra Mondiale. Circa dieci anni dopo, il Comune ha assegnato l incarico per la redazione del Piano Particolareggiato che riduce l area da progettare, originariamente inclusa all intero dell isolato compreso tra via Mora, via de Amicis e piazza Vetra. Il piano proposto si pone come obiettivo sia quello di ricucire una situazione urbana del tutto incoerente, deturpata dal susseguirsi di eventi parziali e incompiuti, sia di affrontare la questione del tracciato tranviario - spostato provvisoriamente negli anni cinquanta per consentire il consolidamento delle colonne - che tagliava in due il sagrato della basilica di San Lorenzo. IL FRONTE DELLA CHIESA DI SAN LORENZO

19 Sistemazione area di San Lorenzo / / E. Battisti, S. Tintori Partendo dal presupposto che l area potesse essere pedonalizzata, il piano individua come obiettivi: la definizione di una trama di percorsi pedonali, il recupero degli ultimi segni rimasti dei terraggi - strade di servizio al naviglio - e propone la ricostruzione della cortina edilizia, oggi interrotta, del grande isolato antistante la basilica. Nel vuoto compreso tra il sagrato e la porta medievale è stata ricavata la piazza laica, mentre gli spazi pubblici sono stati progettati perseguendo un ambientazione consona al particolare valore storico del IL LATO DELLA PIAZZA VERSO IL CORSO luogo, giustapponendo materiali della tradizione locale e ricorrendo a pochi complementi quali lampioni e sedute. Il progetto, solo in parte realizzato, vede nel 2002 il compimento dei lavori della pavimentazione degli spazi pubblici e il recupero di un edificio di proprietà comunale su via De Amicis. L acceso dibattito ripreso nel 2005 si è concluso con l adozione da parte del Comune di Milano del Piano Particolareggiato il 29 marzo Le vivaci polemiche sul piano sono state successivamente superate concordando la riduzione delle volumetrie degli edifici antistanti la Basilica di San Lorenzo e con la scelta condivisa anche dal Consiglio di Zona di indire il concorso per la progettazione di un nuovo elemento architettonico/ artistico che potesse risolvere il problema del frontespizio cieco all ingresso della via Pioppette e che fosse capace di offrire una migliore definizione e riconoscibilità della piazza di recente formazione. La zona è quindi ancora oggi una mescolanza di progetti lasciati a metà. «Quello che c è oggi - dichiara Emilio Battisti - è il risultato di una serie di piani regolatori realizzati solo parzialmente dall Ottocento a oggi. Il risultato è un area incompiuta». MARIO VIGANÒ - GIZMO

20 FONDAZIONE DELL ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI DELLA PROVINCIA DI MILANO Ao.052 /itinerari Piazza Cadorna / / Gae Aulenti Piazza Cadorna, Milano L area di Piazza Cadorna, oltre a essere un importante crocevia, è uno degli scali ferroviari più attivi - soprattutto funzionale al trasporto dei lavoratori pendolari - che collega Milano alle province lombarde di Como e Varese, alla Brianza e alla provincia torinese di Novara. Da quando nel 1999 la stazione delle Ferrovie Nord diventa il capolinea del Malpensa Express si rende inoltre necessaria la realizzazione di una nuova linea ferroviaria che sia in grado di collegare il centro città all aeroporto; un intervento che sommato ai già presenti flussi ferroviari e alle linee metropolitane 1 e 2 (rispettivamente del 1964 e del 1969) va a definire una sovrapposizione di differenti infrastrutture che rende indispensabile per Piazza Cadorna un progetto di rinnovamento. In occasione della realizzazione della nuova linea di collegamento all aeroporto di Malpensa, le Ferrovie Nord e il Comune di Milano decidono quindi di finanziare due nuovi progetti: il primo interno alla stazione (integrazione di spazi dedicati alla biglietteria, alle sale d aspetto e check-in per VISTA DELL INTERVENTO CON IL PALAZZO DELLE FERROVIE NORD, IL GRANDE PORTICO E LA SCULTURA AGO E FILO

21 Piazza Cadorna / / G. Aulenti i viaggiatori diretti all aeroporto), il secondo esterno che riguarda invece il restyling della facciata dell edificio delle Ferrovie Nord e la riorganizzazione dell intera piazza. I vincoli dati dalle forti presenze architettoniche e urbane (Castello Sforzesco, Parco Sempione e Foro Buonaparte) limitrofe all area di progetto, non permettono a Gae Aulenti di poter intervenire in modo significativo sull integrazione delle infrastrutture, ma la orientano verso un progetto affrontato per singole parti (la strada, la piazza, le zone pedonali, le corsie preferenziali di tram e taxi). La sistemazione della pavimentazione DETTAGLIO DELLA FACCIATA RINNOVATA DELL EDIFICIO e la realizzazione delle tettoie dell area pedonale diventano quindi il centro nevralgico del progetto con particolare attenzione per i movimenti di trasferimento dal treno, alla metropolitana e ai mezzi di superficie. La ripetizione ritmica delle colonne in ferro delle pensiline, concluse a loro volta da vasche d acqua, si pongono come filtro tra traffico urbano e ferroviario, circoscrivendo in questo modo le diverse aree attrezzate, con chioschi e piccoli negozi, che nei momenti di massima attività rimandano all immagine di un mercato all aperto. A completamento del progetto viene realizzato il rifacimento della facciata dell edificio delle Ferrovie Nord e viene inserita l opera in acciaio inox e vetroresina di Claes Oldenburg e Coosje Van Bruggen intitolata Needle, Thread and Knot. La scultura Ago, Filo e Nodo, installata nel 2000, si pone come obiettivo quello di legare metaforicamente le varie parti coinvolte nel progetto: con l Ago diventa simbolo di collegamento tra piazzale Cadorna e Malpensa mentre con le spirali del Filo suggerisce le diverse direzioni del traffico che si districa sotto e attorno a essa. Da un punto di vista iconografico la scultura viene considerata dai due artisti come la riaffermazione del simbolo storico di Milano un drago serpentino ripensato come oggetto semplice e contemporaneo. MARIO VIGANÒ - GIZMO

22 FONDAZIONE DELL ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI DELLA PROVINCIA DI MILANO Ao.054 /itinerari Piazza Santa Giustina / / Paolo Favole con Costanza Gammieri, Flora Vallone Piazza Santa Giustina, Milano La zona di piazza Santa Giustina ad Affori è stata risistemata da Paolo Favole dopo avere vinto il concorso Cinque Piazze per Milano indetto dal Comune di Milano nel novembre Il progetto di Favole cerca di conferire una nuova dignità al centro storico di Affori: quartiere originato a partire da un piccolo paese inglobato nella città di Milano, ma ancora riconoscibile come nucleo autonomo. L area oggetto del concorso è caratterizzata dalla concentrazione di luoghi e attività pubbliche: alla chiesa e alle attività a essa connesse, si aggiungono infatti la biblioteca comunale - ospitata nella Villa Litta Modigliani il Consiglio di Zona e il parco. Il progetto si pone quindi come obiettivo quello di collegare i diversi spazi pubblici aperti per conferire loro una soluzione compositiva unitaria. Per viale Affori è stato progettato un ridisegno della pavimentazione in cui è prevista la zona pedonale, quella ciclabile e quella carrabile. L area in oggetto diventa in questo modo una passeggiata pedonale, a traffico ridotto, che dovrebbe consentire una migliore fruizione degli stessi spazi VISTA DELLA SISTEMAZIONE DELLA PIAZZA/SAGRATO (P. FAVOLE)

23 Piazza Santa Giustina / / P. Favole pubblici destinati alla collettività. Inoltre la facciata dell ottocentesca chiesa di Santa Giustina (che dal 1884 ospita una vergine delle Rocce attribuita a Bernardino Luini) è qualificata dalla chiusura al traffico veicolare del sagrato e dalle variazioni del materiale di rivestimento (porfido e pietra rizzarda). Nell intervento è stata prevista anche la progettazione dell illuminazione pubblica e il disegno degli impianti luce con diversi requisiti a seconda della funzione delle zone da illuminare e delle loro peculiarità architettoniche. Il progetto coinvolge ugualmente gli spazi di accesso alla villa Litta Modignani, edificata nel 1687, così da ricostruire un impianto urbanistico coerente. In particolare è stata prevista la rivalorizzazione del viale d accesso alla Villa (tracciato nella prima metà del XVIII secolo e lungo circa 600 metri), ricostruendone il disegno originale caratterizzato da un camminamento centrale con aiuole laterali e con alberatura di carpini. Sul lato di via Taccioli-Novaro, è stata prevista invece una nuova recinzione trasparente per mantenere in questo modo la continuità visiva del viale in entrambe le direzioni. MARIO VIGANÒ - GIZMO LE PIANTUMAZIONI DI PLATANI (P. FAVOLE)

24 FONDAZIONE DELL ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI DELLA PROVINCIA DI MILANO Ao.053 /itinerari Sistemazione urbana al Quartiere Gratosoglio / / Cino Zucchi Via Basso, Milano Percorrendo via dei Missaglia in direzione dei Comuni di Rozzano e Pieve Emanuele, si incontrano diversi quartieri frutto delle politiche urbanistiche attuate negli ultimi cinquant anni nella periferia milanese. Lungo la via - una strada di campagna trasformata in direttrice urbanistica dal PRG del 1953 si susseguono in ordine: sulla destra, il quartiere IACP Chiesa Rossa (costruito tra il 1960 e il 1966) e il quartiere IACP Missaglia (realizzato tra il 1966 e il 1971); sulla sinistra il quartiere Progetto Casa Le Terrazze (risultato delle operazioni urbanistiche degli anni Ottanta) e gli insediamenti Cartiere di Verona (aree industriali dismesse e parzialmente trasformate in terziario). Al termine dell asse ci si imbatte nel quartiere IACP Gratosoglio, frutto dell attuazione del Piano di Edilizia Economica e Popolare (PEEP) adottato dal VISTA DELLA SISTEMAZIONE URBANA: SULLA SINISTRA, LA GRANDE PANCHINA, SULLO SFONDO, OLTRE IL RECINTO IN MURATURA, IL CAPOLINEA DELLA LINEA TRAMVIARIA (C. ZUCCHI)

25 Sistemazione urbana al Quartiere Gratosoglio / / C. Zucchi Comune nel 1963 come variante al Piano Regolatore Generale (PRG). Il complesso, realizzato tra il 1963 e il 1971 dallo studio BPR, è nato per rispondere alla pressante domanda di abitazioni sorta nel decennio precedente. L amministrazione di allora, tramite lo IACP, investì cifre considerevoli - assegnando i progetti ad architetti autorevoli - cercando in questo modo di compensare gli aspetti negativi di origine del quartiere che sono principalmente: la localizzazione infelice, l utilizzo di tecnologie di prefabbricazione obsolete e soprattutto l assenza, inizialmente totale, di trasporti pubblici. I trasporti pubblici vengono nel corso degli anni migliorati fino a originare l esigenza, in tempi recenti, di riorganizzare il capolinea del tram e gli spazi immediatamente circostanti. Il giudizio di Cino Zucchi, progettista incaricato del nuovo intervento, è molto severo nei confronti delle politiche urbanistiche degli anni cinquanta e sessanta; egli individua infatti la debolezza di questi progetti manifesto nella mancanza di comprensione, da parte dei progettisti, delle inevitabili modifiche che lo spazio sociale subisce a causa della dimensione metropolitana e degli stili di vita a essa intimamente legati. «Per agire sui quartieri nuovi» sostiene Zucchi «dobbiamo oggi guardare al problema con occhi nuovi, testando l efficacia dei nostri strumenti concettuali e formali al cospetto di una città che sembra organizzarsi secondo modalità inaspettate». Le difficoltà dettate dal quartiere oggetto dell intervento e le relative soluzioni adottate nel progetto, ci vengono mostrate in modo chiaro dallo stesso architetto milanese: «Esso non è abbastanza centro né abbastanza periferia. Il progetto di spazio aperto cerca quindi di creare un luogo sociale oggi inesistente in una situazione oggettivamente debole, dando forma a uno spazio interstiziale che fa dialogare frammenti della città cresciuti nella reciproca indifferenza: una cascina, un mercato, una strada, una linea tranviaria. Al di là della loro funzione tecnica, gli elementi inseriti in questo spazio residuale (un muro in cemento e porfido, una duna verde, illuminazione, panche, alberi, grafica) cercano di interpretare il luogo attraverso una lettura stratigrafica dei suoi diversi caratteri. Nel tentativo di mettere a punto nuove strategie d intervento nel paesaggio della nuova città, il progetto usa in maniera eclettica gli strumenti di diverse culture progettuali: indagine sociologica, analisi storica, partecipazione, disegno urbano, architettura, design, grafica, illuminotecnica, e disegno del verde». MARIO VIGANÒ - GIZMO

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