SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE. PIANO LOCALE PER LA DOMICILIARITA (DGR n. 39 del 17 gennaio 2006)

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1 (ULSS 18 Rovigo Bozza Piano Locale per la Domiciliarità) SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE REGIONE DEL VENETO AZIENDA ULSS 18 ROVIGO CONFERENZA DEI SINDACI PIANO LOCALE PER LA DOMICILIARITA (DGR n. 39 del 17 gennaio 2006) U.L.S.S. 18 Rovigo Direzione Servizi Sociali 1

2 Definizione Piano Locale per la Domiciliarità (secondo quanto indicato dall allegato A alla DGR. 39 del 17/1/06) E una articolazione del Piano di Zona che persegue le seguenti finalità: Finalità 1. Promozione nell intero territorio aziendale di un complesso di interventi finalizzato alla domiciliarità, caratterizzato da un elevato grado di integrazione sociale e sanitaria, pianificato e gestito tramite il Piano Locale per la Domiciliarità. 2. Promozione e tutela della qualità di vita dei cittadini in situazione di fragilità, in particolare delle persone che rischiano l esclusione da un contesto famigliare. 3. Rendere il mantenimento della persona non autosufficiente in famiglia meno difficile, più conveniente e più soddisfacente anche sotto il profilo delle relazioni affettive intrafamigliari e delle relazioni sociali. Obiettivi di Piano 1. Definire le modalità operative per l attuazione a livello locale dei Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria e di assistenza sociale e degli interventi territoriali e domiciliari per la non autosufficienza. 2. Esplicitare le funzioni territoriali e domiciliari attivate e da attivarsi, il numero e la qualifica degli operatori in riferimento alla popolazione anziana residente, le collaborazioni con il sistema della residenzialità, gli apporti e le intese con gli altri soggetti pubblici e privati del territorio. 3. Definire il sistema delle responsabilità locali nella attuazione delle politiche sociali e sanitarie per la domiciliarità. 4. Individuare i processi unitari per la valutazione, la presa in carico, il sostegno e l accompagnamento della persona fragile e della sua famiglia. 5. Precisare le modalità e i contenuti delle intese tra comuni e/o tra Aziende ULSS (in caso di delega delle funzioni sociali) in merito agli interventi resi a persone domiciliate in un comune diverso da quello di residenza. 6. Specificare le caratteristiche organizzative per la realizzazione di un sistema informativo diffuso per la rilevazione delle domande, delle valutazioni multidimensionali, dei piani di intervento personalizzato e degli interventi sanitari e sociali effettuati a supporto della domiciliarità. Obiettivi strategici 1. Razionalizzare le risorse ed i percorsi già esistenti evitando la creazione di ulteriori sovrastrutture 2. Valorizzare l interessante ed articolata esperienza operativa di interventi sociali e integrati, che in tutto il territorio aziendale, è andata realizzandosi in questi anni. 2

3 Introduzione Il miglioramento dell aspettativa di vita ha prodotto benessere diffuso, ma anche nuovi problemi e nuove disuguaglianze. Appaiono in crescita le necessità di chi, soprattutto se molto anziano, è chiamato a convivere con malattie, fragilità e disabilità di lunga durata e con la rarefazione e frammentazione delle reti di sostegno primarie. 1 E pensiero condiviso che il sostegno verso queste persone debba fondarsi esplicitamente sulle diverse soluzioni di cura domiciliare e di valorizzazione della comunità. 2 Questa tendenza è stata anticipata da linee normative nazionali 3 e da azioni a livello regionale vedasi DGR n. 39 del 17/01/06. L evoluzione demografica determinerà inevitabilmente, negli anni a venire 4, l aumento del numero di persone che richiederanno assistenza continuativa e di lunga durata. Questa evoluzione richiede cambiamenti proporzionati del sistema dei servizi: i sistemi sanitari e sociali saranno chiamati a confrontarsi con decisioni cruciali. La nuova longevità, ma anche la nuova dimensione della malattia e della dipendenza riconsegnano responsabilità proporzionate alle comunità. La famiglia, che ancora rappresenta il principale supporto alla persona fragile per la gestione della vita quotidiana a domicilio, ha sempre meno componenti e, sempre più spesso, essi sono inserirti nel mercato del lavoro riducendosi, di conseguenza, il supporto che essa può dare al suo membro più anziano attraverso servizi e prestazioni. L anziano tende sempre più spesso a vivere da solo gli ultimi anni della vita. La prospettiva della comunity care, cioè la prospettiva della presa in carico dei bisogni degli anziani da parte del territorio, ha il duplice fine di migliorare la qualità della vita di chi ha bisogno di essere assistito e di sostenere chi si prende cura di lui. Il problema centrale da risolvere è l intrecciamento tra reti formali ed informali e questo richiede ai decisori e ai programmatori di superare l idea della alternatività fra sfera informale e sfera formale o professionale. Occorre, in altre parole, superare l idea secondo cui i servizi vanno pensati in termini quantitativi per supplire o sostituire la mancanza o il venire meno d aiuti informali. Al contrario vanno pensati in funzione della presenza e delle caratteristiche delle reti d aiuto (per sussidiarle, in altre parole per evitare che collassino a causa di un sovraccarico eccessivo di lavoro).. Si sente l esigenza di riflettere sulle esperienze attuate e in atto, sulla evoluzione del sistema e sui possibili percorsi delle cure domiciliari in questo territorio, sulle strategie di collaborazione tra sistema dei servizi e sistemi familiari curanti ; sui diritti delle persone che curano a livello informale; sul ruolo del volontariato a sostegno ed integrazione dei sistemi curanti ; sui i nuovi soggetti emergenti nel mercato del lavoro (le assistenti familiari), creando spazi di condivisione tra attori diversi, coerentemente orientati a porre persone e comunità al centro delle proprie attenzioni. 1 Le reti di sostegno primarie sono costituite da relazioni familiari, di parentela, amicali, di vicinato( ) si formano in forza della storia dei soggetti agenti; non possono essere create, prodotte, ma solo generate nel tempo, riconosciute, promosse e orientate. (..) La relazione sociale che si stabilisce è caratterizzata dalla gratuità e dalla lealtà, orrizontale e verticale, tra le generazioni. Lia Sannicola (2005) Intervento di rete in Dizionario di Servizio Sociale Carrocci - Roma 2 Chiara Crepaldi, Fabrizio Giunco Anziani, Istituzionalizzazione e cure domiciliari. Il caso lombardo. Franco Angeli. Milano 2005 pp 9 3 Vedi Legge 328/ Vedasi tabelle di popolazione 3

4 Premessa Per domiciliarità si intende il contesto dotato di senso per la persona; è lo spazio significativo che comprende la globalità della persona stessa e ciò che la circonda. La domiciliarità comprende la casa e tutte le cose care che legano al passato, al presente e, si spera, al futuro. La casa è il luogo della memoria; un luogo fatto di cose materiali e immateriali collegate alla storia della persona e della sua famiglia, alla memoria della vita, alle ritualità, alle abitudini. Il concetto di domiciliarità, però, va oltre la casa perché comprende le relazioni sociali, la natura, il paesaggio, la cultura, la storia del proprio territorio e della propria comunità locale. Quando la persona è divenuta in qualche misura meno autonoma, a causa di diversi fattori, poter rimanere nella propria casa o comunque nello spazio amato la aiuta, dà il desiderio di avere ancora un progetto per il futuro; dà voglia di non mettere nel cassetto la volontà di vivere come dice Francesco Antonini, geriatra emerito. Il rispetto della domiciliarità nasce dai primi articoli della Costituzione della nostra Repubblica che tutelano la persona. Per potere rispettare la domiciliarità della persona, quando questa lo richiede, occorre poter sostenere lei e la sua famiglia affinché ci siano risorse suppletive, in sostituzione di quelle venute a mancare per la sopraggiunta minore abilità. Occorre un progetto individuale integrato, di rete, tra i veri servizi e settori di intervento e le risorse della persona, della famiglia, della comunità locale per potere garantire una domiciliarità sostenuta e non di abbandono. La promozione della cultura della domiciliarità è dunque un processo culturale della comunità locale, non è una proposta di spesa, bensì di investimento che mira a promuovere il diritto fondamentale della persona di potere vivere nel proprio contesto ambientale. Il complesso sistema dei servizi sociosanitari rivolto in particolare alle persone non autosufficienti si caratterizza per un ampia varietà e graduazione dei servizi erogati. Dalla domiciliarità, nelle sue diverse forme, all accoglienza definitiva in strutture residenziali, esiste un continuum di opportunità in rapporto alle specifiche situazioni di bisogno nelle quali la persona fragile, anziano o disabile che sia, e la sua famiglia possono venire a trovarsi in un periodo della propria esistenza. La varietà e complessità delle risposte possibili ha indotto il legislatore nazionale e regionale ad introdurre strumenti di programmazione e integrazione al fine di garantire, per quanto possibile, l unitarietà, la continuità e la coerenza delle risposte in relazione ai bisogni: sono così stati codificati diversi strumenti tra cui il Piano di Zona (L.R. 55/94, L.R. 5/96, Dlgs. 222/99, Legge 328/00 per citare solo i principali riferimenti normativi). Recentemente, per rafforzare ulteriormente il concetto di integrazione operativa ed istituzionale, la Regione Veneto ha presentato il DGR n. 39 del 17 gennaio 2006, che definisce le linee programmatiche del Piano Locale per la Domiciliarità ( strettamente collegato al Piano Locale della Disabilità e al Piano della Residenzialità) di cui al DGR 2359 del 30/07/2004. Questi provvedimenti vanno a delineare strumenti di programmazione che risultano strettamente interconnessi e che devono trovare il giusto coordinamento all interno dei Piani di Zona. Di seguito vengono affrontati questi temi, seguendo un percorso che dalla descrizione del contesto, vuole esaminare l assetto dei servizi, ponendo un particolare rilievo agli strumenti di integrazione e coordinamento tra servizi e soggetti erogatori, proponendosi di evidenziare la realtà attuale e le prospettive future sia sotto il profilo organizzativo gestionale che finanziario. Bibliografia di riferimento: AA VV (1994), Anziani: bisogni, servizi e progetti, Fondazione Zancan Padova AA VV (1995), Interventi sociali e sanitari a domicilio, in Servizi Sociali, N 5 Scortegagna R. (1996), Progetto anziani, Carrocci, Roma ID (1999), Invecchiare, Il Mulino, Bologna 4

5 Metodo di Lavoro La necessità di garantire nei tempi fissati dalla DGR N 39 del 17/1/2006: 1. il raggiungimento degli obiettivi stabiliti 2. un ampia partecipazione 3. una forte capacità di sintesi, concretezza, appropriatezza ha suggerito l assunzione di un metodo di lavoro dialogico, di confronto e scambio reciproco, che ha previsto una fitta calendarizzazione di incontri governati da tre gruppi così costituiti: una cabina di regia a valenza tecnico-politica (Rappresentanza della Conferenza dei Sindaci) due gruppi di lavoro operativi costituiti, rispettivamente, da Responsabili dei Servizi Sociali Comunali e da Assistenti Sociali dei Comuni a cui si è affiancata la partecipazione al Tavolo Tecnico Regionale di Monitoraggio cui partecipavano i Dirigenti della Direzione Regionale Servizi Sociali e i referenti tecnici del Piano Locale per la Domiciliarità delle Aziende ULSS del Veneto. Compito della Rappresentanza della Conferenza dei Sindaci è l individuazione della architettura complessiva del documento di programmazione e la certificazione della validità dei contenuti. Compito dei due gruppi di supporto tecnico, costituiti, rispettivamente, da responsabili dei servizi sociali comunali e da assistenti sociali dei comuni è l apporto alla ideazione, alla stesura, al coordinamento delle singole parti del piano. Compito del tavolo tecnico di monitoraggio della Regione Veneto è stato rispettare la specificità dei bisogni, della strutturazione/organizzazione dei servizi e della storia di ogni singolo territorio, garantire livelli minimi di omogeneità del Piano Locale domiciliarità in tutto il Veneto, rispettare le indicazioni e le scadenze stabilite a livello regionale. L impostazione del lavoro per gruppi, permette di calendarizzare le attività con maggior dettaglio e verificare puntualmente lo stato di avanzamento del piano, esplicitando responsabilità, tempi, risultati attesi dalle iniziative. Per quanto attiene le parti inerenti l analisi statistica dei dati, degli indicatori e degli standard inseriti nel Piano Locale per la Domiciliarità si è proceduto come segue: 1) I dati di popolazione trasmessi per il calcolo degli scostamenti dallo standard regionale definito dalla L.R. 22/89 sono stati tratti da ADI 2006 Schede rilevazione dati trasmessi in Regione Veneto dalla Soc Distretti SocioSanitari in data 7/7/2006 la quale li ha recepiti in forma ufficiale dalle 41 municipalità. La fonte del dato è stata specificata nelle tabelle allegate alla richiesta inviata alla Sos Controllo di Gestione per i Servizi SocioSanitari in data 2 agosto u.s. 2) I dati trasmessi per il calcolo dello scostamento dall obiettivo strategico del 2% sul totale della popolazione > 65 aa e dello scostamento dal rapporto operatore/utente compreso tra: 1/14 e 1/6 sono stati tratti da ADI 2006 Schede rilevazione dati 2005 trasmessi in Regione Veneto dalla Soc Distretti SocioSanitari in data 7/7/2006, la quale li ha recepiti in forma ufficiale dalle 41 municipalità, e dagli elaborati dei Comuni trasmessi formalmente all Azienda ULSS a seguito richiesta del 23/5/06 Prot. N 444. La fonte del dato è stata specificata nelle tabelle allegate alla richiesta inviata alla Sos Controllo di Gestione per i Servizi SocioSanitari in data 4 agosto u.s. 3) Si sottolinea che al punto 10. dell Allegato A Piano Locale per la Domiciliarità al DGR N 39 del 17/1/2006 è indicato Il fondo per la domiciliarità verrà ripartito dalla Regione, secondo criteri determinati dalla Giunta Regionale, in un primo tempo tenuto conto dell assegnazione storica e, a regime, sulla base dei suddetti indicatori di struttura e di risultato 5 Dai dati ADI 2006 Schede rilevazione dati 2005 derivano i finanziamenti del fondo sociale ADI/SAD erogati dalla Regione Veneto per l annualità 2006 da ripartire nel 2007 secondo le indicazioni previste dal Piano Locale per la Domiciliarità 5

6 Gli indicatori richiesti alla Sos Controllo di Gestione per i Servizi SocioSanitari in data 2 e 4 agosto u.s. sono quelli previsti dal DGR N 39 del 17/1/2006 all Al legato A. Nel loro insieme le parti di piano trattate, che verranno presentate di seguito suddivise in capitoli, non vanno viste come realtà separate, ma come la scomposizione di un problema complesso (migliorare la qualità della vita delle nostre comunità locali) in un insieme coerente di unità meno complesse e quindi più facilmente governabili. Il metodo di lavoro adottato, in considerazione dei tempi fissati dalla Regione, e dalle risorse disponibili, semplifica anche la fase di monitoraggio e verifica in itinere, garantendo a tutti i partecipanti una informazione continua sullo stato di avanzamento dei lavori e, quindi, della strutturazione del Piano Locale per la Domiciliarità. Le verifiche sono state realizzate in ogni incontro dai gruppi operativi (con compiti di sintesi) e validate dal gruppo tecnico-politico (Rappresentanza Conferenza dei Sindaci). Il documento finale è stato sottoposto al giudizio della Conferenza dei Sindaci. 6

7 Partecipanti ai gruppi di lavoro Azienda ULSS 18 Direttore Servizi Sociali Dirigente Medico Referente PLD Collaboratore Referente PLD/Assistente Sociale Alberto Poirè Monica Parti Letizia Beltrame Rappresentanza Conferenza dei Sindaci: Presidente Conferenza Sindaco Castelmassa Assessore Ser. Soc. Occhiobello Assessore Ser. Soc. Rovigo Sindaco Villadose Oscar Tosini Argia Mara Savioli Paolo Magon Giancarlo Moschin Mirella Zambello Rappresentanti Associazioni di Volontariato: ANDOS Anna Maria Cavallari in Monesi Rappresentanti Associazioni Sindacali: Sindacato CGL-CISL-UIL Vittorio Baldo Dirigenti dei Servizi Sociali Comunali o loro delegati Dirigente Responsabile, o delegato Lupi R. Manzalini A. Bianchini M.F. Tognolo E. Casonato /Montecampi Natali Poli Bisco Comuni Badia Polesine Occhiobello Melara Lendinara Rovigo Castelmassa San Martino di Venezze Villanova Marchesina Assistenti Sociali: Assistente Sociale Avanzi M. Biancuzzi V. Cisarella L. Garavello C. Lanza G. Manzalini A. Marzolla M. Monesi S. Chieregato I. Bettinelli V. Reale E. Morosato S. Zaramella C. Comuni di: Canaro Eridano (Crespino, Pontecchio, Polesella, Bosaro, Guarda Veneta) Castelguglielmo, Giacciano con Baruchella, Canda, Trecenta Arquà Pol., Frassinelle, Villamarzana, San Bellino, Bagnolo,Pincara, Salara, Villanova del Ghebbo Badia Polesine Occhiobello Rovigo Ficarolo Lendinara San Martino di Venezze, Ceregnano Fratta Pol. Castelmassa, Ceneselli, Calto, Bergantino, Melara Fiesso Umbertiano 7

8 Delegati comunali Delegato Comunale Assessore Sperandio Mariella Consigliere Ghirardello C. Assessore Raimondi Alessandra Comuni di: Giacciano con Baruchella San Bellino Pontecchio Richieste Collaborazioni interne all Azienda ULSS 18 attivate: Sos Controllo di Gestione Sos Servizio Programmazione e Sviluppo Sos Sistema Informativo Sos Conoscenza e Formazione del Personale Direttore Paola Melina Direttore Monica Venturini Direttore Emanuela Terribile Direttore Diletta Mazzetti Sono stati effettuati 31 incontri così suddivisi: a) N 10 incontri con la Rappresentanza dei Sindac i b) N 2 incontri con i Sindaci del Distretto N 1 c) N 2 incontri con i Sindaci del Distretto N 2 d) N 2 incontri collegiali con i Sindaci dei 41 C omuni del territorio dell Azienda ULSS 18 e) N 5 incontri con le Assistenti Sociali dei 41 Comuni del territorio dell Azienda ULSS 18 f) N 4 incontri con la Rappresentanza dei Respons abili dei Servizi Sociali g) N 3 incontri in Regione Veneto l) N 1 incontro con i Rappresentanti delle Organi zzazioni Sindacali m) N 1 incontro con i Rappresentanti delle Associ azioni di Volontariato n) N 1 incontro con i Rappresentanti Comitato Unit ario Pensionati Lavoratori Autonomo di Rovigo (CUPLA) Prima dell incontro conclusivo con la Conferenza dei Sindaci. Ha partecipato ai lavori i tecnici di cui agli incontri ai punti e), f), il 76% dei 41 Comuni del territorio dell Az.ULSS 18. Ha partecipato agli incontri di presentazione e stato avanzamento lavori il 58% dei Sindaci, o loro delegati, dei Comuni del territorio dell Azienda ULSS 18 Obiettivo degli incontri è stato: 1) condividere ed integrare capacità e competenze professionali diverse 2) coinvolgere gli interessati nei processi decisionali per ricercare il consenso più elevato da parte di tutti. Si ringraziano i partecipanti per la disponibilità e l impegno profuso nella trattazione delle tematiche proposte. Un sentito ringraziamento va inoltre alle Amministrazioni Comunali che hanno consentito la partecipazione del loro personale ai gruppi di lavoro. 8

9 Il contesto territoriale Nel territorio dell Azienda ULSS 18 al 31/12/2005 la popolazione ultrasessantaquatrenne raggiunge il 22,54 % dei residenti, pari in assoluto a unità. La popolazione adulta compresa nella fascia (quella che di solito è particolarmente interessata a compiti di cura oltre che produttivi) ammonta a unità. L invecchiamento pone certamente problemi nuovi e differenti alla nostra comunità ed all assetto dei servizi. La presenza di una significativa fascia di persone tra i 65 e i 74 anni diventa spesso, una risorsa forte per la comunità: sono persone che godono, generalmente, di buona salute, che possono e vogliono sentirsi utili. Queste persone sono memoria attiva e duttile per la comunità e possono essere forza creativa per occasioni di aiuto, di sostegno intra famigliare nel lavoro di cura ai nipoti, di supporto emotivo e pratico per altri anziani compromessi nello stato si salute; sono fonte di trasmissione di contenuti ai giovani, agli adulti di abilità, di storie, di emozioni, che aiutano a vivere in continuità con il passato. Dall altro canto il progressivo aumento della percentuale degli ultra 74enni, ( 1717 persone che hanno superato i 90 aa dei quali 1330 femmine e 387 maschi), coincide con l accentuazione di stato di non autosufficienza (parziale o totale) e con l aumento dell impegno di cura delle famiglie di appartenenza. Questa è la fascia sulla quale è necessario strutturare e stabilizzare percorsi di presa in carico, differenziati, personalizzati, integrati sul piano sociosanitario, nonché un forte sostegno alle famiglie impegnate nel lavoro di cura. Sono i percorsi della domiciliarità (semplice e/o integrata), e della residenzialità, del sostegno economico al malato ed ai famigliari, delle forme variegate di sollievo. Nel corso degli anni si è tentato di avviare percorsi strutturati in una logica di connessione tra i servizi dei comuni e quelli della rete distrettuale. L integrazione sociosanitaria, che è sempre metodo difficile, al di là delle enunciazioni, può diventare gradualmente prassi quotidiana grazie al coinvolgimento della medicina generale e del servizio sociale di base nella rete dei servizi distrettuali. Al tempo stesso in quasi tutti i comuni sono sorte iniziative interessanti finalizzate a migliorare la qualità della vita delle persone anziane: dai centri di aggregazione specifici, all utilizzo di anziani in attività socialmente utili, all università per la terza età, all organizzazione di soggiorni estivi. Di seguito si allegano le tabelle e i grafici relativi ai dati socio demografici del territorio dell Azienda ULSS 18. 9

10 DATI SOCIO DEMOGRAFICI tabelle elaborate sulla base dei dati forniti dal Controllo di Gestione Popolazione residente al 31/12/05 suddivisa per classi d età e sesso Azienda ULSS 18 Classi di età 95 e oltre Totale Maschi Femmine Totale Popolazione residente al 31/12/05 suddivisa per classi d età e sesso Distretto 1 Azienda ULSS 18 Classi di 95 e età oltre Totale Maschi Femmine Totale Popolazione residente al 31/12/06 suddivisa per classi d età e sesso -Distretto 2 Azienda ULSS 18 Classi di 95 e età oltre Totale Maschi Femmine Totale Popolazione anziana residente al 31/12/05 suddivisa per sesso e classi d età Azienda ULSS 18 Classi di 95 e età oltre Totale Maschi Femmine Totale Distretto 1 Classi di età e oltre Totale Maschi Femmine Totale Distretto 2 Classi di e oltre Totale età Maschi Femmine Totale Si riportano di seguito gli indici di vecchiaia e di dipendenza calcolati sulla base della popolazione residente al 31/12/2005 per l Azienda Ulss e per i due Distretti Socio Sanitari Indice di Vecchiaia 6 Indice di Dipendenza 7 Az. Ulss 18 = 203,62 Az. Ulss 18 = 50,36 Distretto 1 = 198,74 Distretto 1 = 49,48 Distretto 2 = 208,79 Distretto 2 = 51,30 6 L indice di vecchiaia si ottiene rapportando la popolazione in età anziana (65+) alla popolazione più giovane(0 14). Misura il grado di invecchiamento demografico. 7 L indice di dipendenza si ottiene rapportando la popolazione in età non attiva (0 14 e 65+) con la popolazione in età attiva (15 64). Fornisce la stima di quante sono le persone direttamente o indirettamente a carico delle persone in età lavorativa. 10

11 Tasso Previsioni popolazione maschile anziana d'incremento medio annuo Età R , , , , , , e oltre ,1058 Totale >65 anni ,0116 Valori % 18% 18% 18% 19% 20% 20% 21% rispetto al 2005 Totale ,0045 Tasso Previsioni popolazione femminile anziana d'incremento medio annuo Età R , , , , , , e oltre ,0496 Totale >65 anni ,0052 Valori % 26% 26% 26% 27% 27% 27% 28% rispetto al 2005 Totale ,0021 Nota: la previsione di popolazione è stata fatta usando il tasso d'incremento medio annuo basato sul trend Si sta osservando una inversione di tendenza della popolazione residente che dal 2003 sta aumentando diversamente dagli anni precedenti, infatti dal 1991 al 2002 il trend è stato in diminuzione. 11

12 Popolazione residente ULSS 18 al 31/12/2005 suddivisa per età e sesso anni 6-10 anni anni anni anni anni anni anni anni anni anni 95 anni e oltre maschi femmine 12

13 Popolazione residente al 31/12/2005 Comuni Arquà Polesine Boara Pisani 4% 5% 1%1% 11% 3% 3% 1% 4% 3% 2% 2%2%1% 4% Bosaro (Unione Eridano) Ceregnano Costa di Rovigo Crespino (Unione Eridano) Frassinelle Polesine Gavello Guarda Veneta (Unione Eridano) 2% Polesella (Unione Eridano) Pontecchio Polesine (Unione Eridano) Rovigo San Martino di Venezze 52% Villadose Villamarzana Villanova Marchesana Comuni Eridano 13

14 Badia Polesine Bagnolo di Po Bergantino Calto Canaro 2% 1%1% 4% 4% 3% 13% 2% 3%1% Canda Castelguglielmo Castelmassa Castelnovo Bariano 13% 3% 1% 2% Ceneselli Ficarolo Fiesso Umbertiano Fratta Polesine Gaiba 2% 4% 15% 3% 1% 3% 5% 3% 2% 4% 5% Giacciano con Baruchella Lendinara Lusia Melara Occhiobello Pincara Salara San Bellino Stienta Trecenta Villanova del Ghebbo 14

15 Previsione incremento popolazione maschile e femminile > 65aa N popolazione anni maschi femmine 15

16 Previsioni popolazione maschile anziana per classe d'età n popolazione e oltre anni 16

17 Previsioni popolazione femminile anziana per classe d'età n popolazione e oltre anni 17

18 Servizi Sociali dei Comuni Sono stati invitati ai tavoli di lavoro, oltre che i Responsabili e I Dirigenti dei Servizi Sociali dei Comuni, anche gli Assistenti Sociali che operano nel servizio sociale di base dei Comuni, perché questo servizio ha il fondamentale ruolo di rilevare e misurare i bisogni di un territorio avendo un costante rapporto con i cittadini, le amministrazioni comunali, le associazioni, con particolare riferimento a quelle di volontariato, e ai servizi dell Azienda Sociosanitaria. L integrazione quotidiana con la realtà territoriale, dà all Assistente Sociale la possibilità di leggerne i bisogni e le necessità evidenziando, attraverso una attività di ricerca e programmazione le risorse da attivare. Per rispondere alle necessità dei cittadini, dopo la valutazione del bisogno, può avvalersi di servizi semplici erogabili direttamente dal comune o può attivare la Unità di Valutazione Multidimensionale per l attivazione dei servizi sociosanitari. Allo stato attuale tutti i comuni del territorio dell Azienda ULSS 18 hanno dotazione di personale da destinare al servizio sociale di base. Alcuni sono dipendenti dell Ente, mentre altri dipendono da cooperative sociali con cui gli enti si convenzionano. Allo stato attuale la situazione di presenza del Servizio Sociale Professionale nei servizi di assistenza domiciliare è documentata nel paragrafo relativo all assistenza domiciliare. Si evidenzia quanto segue: 1) L adozione da parte di tutti i comuni di un proprio servizio sociale di base diventa garanzia di integrazione con la rete dei servizi sociali e sociosanitari e di adeguatezza del progetto individualizzato. 2) Si ritiene utile l attivazione di tavoli di coordinamento per una sempre maggiore integrazione degli assistenti sociali dei comuni con il distretto. 3) E iniziata a livello distrettuale una sperimentazione dell informatizzazione della scheda SVAMA e della raccolta dati nel sistema SID-ADI proposto dalla regione che rileva tutte le attività effettuate a domicilio del paziente da operatori dei servizi sociosanitari. Allo stato attuale nel sistema vengono inseriti i dati sanitari, ma si riterrebbe utile coinvolgere nella sperimentazione anche i servizi sociali dei comuni. Assistenza domiciliare Riguarda interventi diretti alla persona ed al nucleo famigliare che, per una perdita totale o parziale della condizione di autosufficienza in via definitiva o temporanea, non sono in grado di garantire le esigenze personali o domestiche. Nei Tavoli tecnici di lavoro è stato discusso un fac-simile del regolamento del servizio di assistenza domiciliare che potesse essere condiviso dalle realtà dei 41 comuni del territorio dell Azienda ULSS 18 che andremo di seguito ad esaminare nel dettaglio. Fonte di rilevazione: Dati SAD tratti da Elaborati dei comuni trasmessi all Azienda ULSS a seguito richiesta del 23/5/06 Prot. N 444) N Richieste pervenute anno 2005 N Utenti seguiti anno 2005 N Accessi SAD anno 2005 Operatore Socioass. N equiv.anno 2005 Operatore Assist. Soc. N equiv. Anno 2005 Popolazione 31/12/ (*) 37,792 9, (*) dato in fase di ulteriore rilevazione Fonte di rilevazione: Dati annualità 2004 tratti da Regione Veneto del 20 giugno 2006 Dati annualità 2005 tratti da ADI SAD 2006 Schede rilevazione dati 2005 inviate dal direttore Soc distretti SocioSanitari in Regione Veneto il 7/7/2006 Differenza anno UTENTI N equivalenti O.S.S. N equivalenti O.S.S. SAD di cui ADI SAD Di cui dedicati SAD Di cui dedicati ADI ADI ,498 +0,383 +1,132 +0,093 Assistenti Familiari Tra le iniziative a sostegno della domiciliarità si ritiene utile avviare una riflessione sul ruolo delle assistenti familiari. Si ipotizza la possibilità dello sviluppo di progetti di formazione ed accompagnamento delle famiglie e delle assistenti famigliari nelle loro attività di cura di persone non autosufficienti assistite al domicilio 18

19 (esperienze significative in tal senso sono già state avviate attraverso progetti condivisi tra il provveditorato agli studi e l Azienda ULSS). Le azioni a sostegno delle assistenti famigliari potrebbero essere sintetizzate come di seguito: 1. progettazione e realizzazione di percorsi mirati di inserimento lavorativo in ambiente domestico, finalizzati alla stipula di un contratto di lavoro di cura famigliare 2. progettazione e gestione di corsi di formazione per assistenti famigliari, si fa riferimento alle precedenti esperienze formative già avviate in forma sperimentale dall Azienda ULSS 18 in collaborazione con i CTP di Castelmassa e Rovigo 3. istituzione e gestione di un registro delle assistenti famigliari da parte delle Municipalità, con relativa definizione di criteri e requisiti di iscrizione 4. informazione relativa al personale privato disponibile all incarico di assistente famigliare; significativa in tal senso l esperienza già avviata dallo sportello informa babysitter e badanti del Comune di Rovigo 5. servizi di accompagnamento, tutoraggio della assistente famigliare in particolare nella fase di avvio del rapporto del lavoro di cura famigliare. Su tutti i punti espressi si ritiene utile il confronto nei tavoli di lavoro. Fonte di rilevazione: Dati SAD tratti da Elaborati dei comuni trasmessi all Azienda ULSS a seguito richiesta del 23/5/06 Prot. N 444) N Richieste pervenute anno 2005 N Richieste soddi sfatte anno Popolazione al 31/12/ Telesoccorso/Telecontrollo E un servizio domiciliare rivolto ai soggetti a rischio socio-sanitario al fine di ricevere assistenza in situazioni gravi e di emergenza. La richiesta di attivazione servizio va presentata ai servizi sociali del comune che, verificati i presupposti di cui sopra, lo attivano. Ogni utente viene dotato di un mini apparecchio provvisto di un bottoncino, che, se premuto, fa scattare il segnale di allarme ad un centro operativo, funzionante 24/24 ore, che attiva immediatamente un intervento. Utenti del servizio e dati statistici Fonte di rilevazione: Dati SAD tratti da Elaborati dei comuni trasmessi all Azienda ULSS a seguito richiesta del 23/5/06 Prot. N 444) N Richieste soddisfatte anno N Comuni che richiedono la 2005 partecipazione economica dell utente Popolazione al 31/12/ Sportello Integrato Lo sportello integrato è un servizio pubblico del Distretto e dei Comuni per l accesso unitario ed integrato alla rete dei servizi e delle risorse afferenti al sistema della domiciliarità. E finalizzato a favorire le medesime opportunità di accesso ad informazioni e servizi per i cittadini che ne hanno bisogno o diritto riconducendo ad unità processi parcellizzati in capo a servizi ed enti diversi (Comuni e Azienda ULSS) favorendone l integrazione semplificando le procedure burocratiche a carico del cittadino. Contributi economici 1. Legge Regionale n. 28/91 E un intervento economico della Regione veneto finalizzato al mantenimento nel proprio domicilio, delle persone non autosufficienti. Allo stato attuale la domanda va presentata presso il comune di residenza su apposito modulo unificato. Viene verificato da parte del comune l ISEE, che non deve superare quanto stabilito dalla Regione. Viene poi effettuato una valutazione sanitaria (MMG) ed assistenziale (assistente sociale) della persona su scheda predisposta dalla Regione, inviata successivamente al competente ufficio che attribuisce un punteggio e stabilisce l entità del contributo economico. 2. Legge Regionale 5/2001 Art. 40 Intervento a favore delle famiglie che assistono in casa persone con demenza accompagnata da gravi disturbi comportamentali 19

20 E un intervento economico finalizzato al mantenimento nel proprio domicilio delle persone affette da morbo di Alzheimer e altre demenze con gravi disturbi comportamentali. La domanda può essere presentata sia presso il Comune che presso il Distretto su apposito modulo unificato. Il contributo è rinnovabile e per averne diritto sono necessari i seguenti requisiti : reddito personale non superiore al tetto stabilito dalla regione (accertato dal comune), diagnosi (specialistica) e presenza di disturbi comportamentali, adeguatezza dell assistenza fornita dai familiari (assistente sociale del Comune) Per l attuazione di questo progetto la Regione ha incaricato le Aziende Ulss e i Comuni di seguire una procedura per la stesura della graduatoria degli aventi diritto. 3. DGR 3630 del 13/12/2002 Contributo economico badanti E un intervento economico a favore delle famiglie che assistono in casa persone non autosufficienti con l aiuto di assistenti familiari. Ha l obiettivo di mantenere a domicilio la persona non autosufficiente e di legittimare il rapporto di lavoro. La richiesta va presentata presso l Ufficio Servizi Sociali del Comune di Residenza su apposito modulo ed entro i termini previsti. Il contributo è subordinato alla situazione reddituale del nucleo familiare in cui vive la persona assistita e alla dichiarazione di non autosufficienza. E previsto un contributo una tantum per la regolarizzazione del rapporto di lavoro e un contributo mensile in base al contratto stipulato. 4. DGR 3960 del 31/12/2001 Interventi sperimentali per il sollievo E un intervento economico a favore delle famiglie che assistono persone con disabilità o anziani non autosufficienti. Questo intervento si pone l obiettivo di ritardare, quanto più possibile, il ricorso a forme di istituzionalizzazione permanente di persone disabili gravi e/o anziani non autosufficienti. 5. Assistenza economica Comunale Contributi economici straordinari o continuativi per il sostegno delle persone in condizioni economiche disagiate. L assistenza economica comunale può essere finalizzata al mantenimento a domicilio della persona o, se necessario, all integrazione per il pagamento della retta di ricovero in struttura residenziale.la richiesta va presentata presso l ufficio Servizi Sociali del Comune di Residenza, su apposito modulo. La domanda, corredata dalla valutazione sociale e dalla necessaria documentazione comprovante i rediti, viene valutata con criteri stabiliti dai singoli regolamenti comunali. Fonte di rilevazione: Dati SAD tratti da Elaborati dei comuni trasmessi all Azienda ULSS a seguito richiesta del 23/5/06 Prot. N 444) Tipologia Finanziamento N Richieste anno 2005 N B eneficiari anno 2005 Popolazione 31/12/05 Contributo badanti Legge 28/ Alzheimer (***) 169 (*) 97 (**) (*) Dei quali 126 ammessi in graduatoria anno 2005 (non ammessi pari a 43 dei quali 24 per motivi di reddito, 12 per turbe comportamentali non gravi, 4 per decesso 2 per ingresso in struttura protetta, 1 per motivi di ordine diagnostico) (**) A fronte dell assegnazione di N 80 quote annuali d i importo mensile pari a 516,45 pper un totale di ,00 (***) Fonte del dato è il Distretto SocioSanitario Azienda ULSS 18 Fonte di rilevazione: Dati annualità 2004 e 2005 tratti da Regione Veneto del 20 giugno 2006 Anni Beneficiari L.R. Beneficiari L.R. Beneficiari Totale beneficiari Differenza anno 28/ /02 contributo Contributo badanti Alzheimer e altre demenze > 201 Fonte di rilevazione: Dati annualità 2004 e 2005 tratti da Regione Veneto del 20 giugno 2006 Assegno di Sollievo Anni Anziani Disabile Totale beneficiari Differenza // Fonte di rilevazione: Dati SAD tratti da Elaborati dei comuni trasmessi all Azienda ULSS a seguito richiesta del 23/5/06 Prot. N 444) Tipologia Finanziamento Spesa Sostenuta anno 2005 Contributi economici erogati dai Comuni ,61 20

21 3. Verso un nuovo modello 21

22 Punto 1 Premessa Nel presente capitolo si mettono in evidenza le caratteristiche del sistema della domiciliarità di cui al DGR n. 39 del Allegato A Piano Locale per la Domiciliarità punto 3. Nello specifico il sistema della domiciliarità si compone di: Politiche di promozione della domiciliarità realizzate con le persone anziane, con le loro famiglie e con le associazioni Politiche di sostegno della domiciliarità delle persone in condizioni di dipendenza assistenziale Punto 2 Politiche di Promozione della Domiciliarità Esse hanno alla loro base una visione unitaria dei bisogni e delle esigenze delle persone anziane che prende in considerazione tutte le dimensioni del vivere quotidiano riguardanti: Socializzare e mantenere relazioni sociali significative Viaggiare Utilizzare le nuove tecnologie Fare sport Abitare Mantenersi in buona salute Fruire di cultura Possono riguardare: o Il sostegno alle associazioni di anziani o I centri diurni di tipo sociale o I soggiorni climatici o Le attività motorie per le persone non autosufficienti Punto 3 Politiche di Sostegno della Domiciliarità Esse sono costituite dalle opportunità date ai cittadini e alle famiglie di accedere a interventi di natura sociale, socio-sanitaria e sanitaria, con l obiettivo di sostenere la scelta della permanenza a domicilio della persona in condizioni di dipendenza assistenziale. Possono riguardare le seguenti tre aree di intervento: - Interventi erogati a domicilio e di supporto alla famiglia (assistenza domiciliare sociale, assistenza domiciliare sanitaria comprensiva della fornitura di protesi e ausilii, assistenza domiciliare sociosanitaria (ADI), telesoccorso e telecontrollo, interventi delle reti solidaristiche della comunità locale) - Interventi di sostegno economico (assegni di cura e contributi economici alle persone e alle famiglie, differenziati a seconda del carico di cura, della tipologia e modalità di assistenza fornita, della situazione economica) - Interventi di sollievo alla famiglia (centri diurni per non autosufficienti, ricoveri temporanei, soggiorni climatici che riguardino persone in condizioni di dipendenza assistenziale). Punto 4 La presa in carico sociale Il Servizio Sociale professionale Comunale ha il fondamentale ruolo di rilevare e misurare i bisogni di un territorio avendo un costante rapporto con i cittadini, le amministrazioni comunali, le associazioni, con particolare riferimento a quelle di volontariato e ai servizi dell Azienda Sociosanitaria. L integrazione quotidiana con la realtà territoriale, dà all Assistente Sociale la possibilità di leggerne i bisogni e le necessità evidenziando, attraverso una attività di ricerca e programmazione le risorse da attivare. Per rispondere alle necessità dei cittadini, dopo la valutazione del bisogno, può avvalersi di servizi semplici erogabili direttamente dal comune o può attivare la Unità di Valutazione Multidimensionale per l attivazione dei servizi sociosanitari. Il Servizio sociale professionale comunale esercita la presa in carico sociale che comporta interventi di valutazione, consulenza, orientamento, raccordo con le risorse solidaristiche pubbliche e private del territorio, attivazione di prestazioni proprie, indicazioni per l accesso ad altre risorse, sostegno alle relazioni famigliari soprattutto quando compromesse a livello di famiglia estesa. Nelle situazioni complesse, la presa in carico sociale costituisce uno degli elementi portanti del progetto individualizzato definito in UVDM. Nell ambito della presa in carico, il servizio sociale esercita la funsione di 22

23 raccordo degli interventi e delle risorse sociali, sociosanitarie e assistenziali attivabili nella definizione e nella gestione del progetto individualizzato (Art. 3 Allegato A al DGR N 39 del 7/1/2006) Allo stato attuale tutti i comuni del territorio dell Azienda ULSS 18 hanno dotazione di personale da destinare al servizio sociale di base; alcuni sono dipendenti dell Ente, mentre altri dipendono da cooperative sociali con cui gli enti si convenzionano. La situazione di presenza del Servizio Sociale Professionale dedicato al servizio di assistenza domiciliare, e degli operatori di assistenza, nei comuni del territorio dell Azienda ULSS 18 è la seguente: Tabella 1 Fonte di rilevazione: Dati tratti da ADI 2006 Schede rilevazione dati inviate in Regione Veneto dal Direttore Soc Distretti il 7/7/2006 Comuni N equivalente operatore socioassistenziale N equivalente operatore assistente sociale Popolazione residente al Totale 37,792 9, Si attendono i dati di previsione 2007 dai Comuni. L adozione da parte di tutti i comuni di un proprio servizio sociale professionale diventa garanzia di integrazione con la rete dei servizi sociosanitari e di adeguatezza del progetto individualizzato. La promozione di una attività di coordinamento e di integrazione tra assistenti sociali dei Comuni e Distretto può permettere di realizzare la standardizzazione dei processi e delle competenze e, pur nella consapevolezza dello scostamento dagli standard regionali previsti, con il presente piano si è comunque scelto di dare avvio alla intera sperimentazione piuttosto che attendere condizioni ottimali non facilmente raggiungibili nel breve periodo. Attraverso i lavori del piano in tutti i comuni è comunque stato promosso un atteggiamento di partecipazione alla evoluzione del sistema che prevede come altrettanto strategica, la presenza della assistenza domiciliare. E stata poi posta l enfasi sull esigenza di avviare molto tempestivamente un processo di adeguamento agli standard. Per quanto riguarda la dotazione di assistenti sociali nei diversi comuni, premesso che la figura della assistente sociale risulta particolarmente difficile da reperire nel mercato del lavoro polesano, la situazione attuale dei due distretti vede praticamente completato il quadro complessivo della presenza del servizio sociale nei vari comuni anche se non raggiungono gli standard regionali previsti dalla LR 22/1989 (1 Assistente Sociale ogni 6000 abitanti, 1 operatore di assistenza ogni 3000 abitanti). 23

24 4. I Destinatari 24

25 Punto 1 Destinatari del Servizio della Domiciliarità I destinatari del Servizio della Domiciliarità sono: persone, in prevalenza anziane, residenti o temporaneamente domiciliate nella Regione Veneto persone che vivono presso il proprio domicilio oppure presso altro domicilio privato persone a rischio di compromissione dell autosufficienza persone in condizioni di dipendenza assistenziale in quanto affette da patologie croniche e/o in condizioni di disabilità temporanea o permanente Nel territorio dell Azienda ULSS 18 al 31/12/2005 la popolazione ultrasessantaquatrenne raggiunge il 22,54% dei residenti, pari in assoluto a unità. Il progressivo aumento della percentuale degli ultra 80 enni, ( 1717 persone che hanno superato i 90 aa dei quali 1330 femmine e 387 maschi), coincide con l accentuazione di stato di non autosufficienza (parziale o totale) e con l aumento dell impegno di cura delle famiglie di appartenenza. Questa è la fascia sulla quale è necessario strutturare e stabilizzare percorsi di presa in carico, differenziati, personalizzati, integrati sul piano sociosanitario, nonché un forte sostegno alle famiglie impegnate nel lavoro di cura. Tabella 1 Popolazione ultrasessantacinquenne residente al 31/12/05 suddivisa per sesso e classi d età Azienda ULSS 18 (Elaborata su dati forniti dal Controllo di Gestione annualità 2005) Classi di e Totale oltre età Maschi Femmine Totale Tabella 2 Popolazione ultrasessantacinquenne residente al 31/12/05 suddivisa per sesso e classi d età Distretto 1 (Elaborata su dati forniti dal Controllo di Gestione annualità 2005) Classi di 95 e età oltre Totale Maschi Femmine Totale Tabella 3 Popolazione ultrasessantacinquenne residente al 31/12/05 suddivisa per sesso e classi d età Distretto 2 (Elaborata su dati forniti dal Controllo di Gestione annualità 2005) Classi di 95 e età oltre Totale Maschi Femmine Totale

26 Tabella 4 Previsioni andamento popolazione maschile e femminile anziana ultrasessanticinquenne annualità (Elaborata dal Controllo di Gestione) Tasso Previsioni popolazione maschile anziana d'incremento medio annuo Età R , , , , , , e oltre ,1058 Totale >65 anni ,0116 Valori % 18% 18% 18% 19% 20% 20% 21% rispetto al 2005 Totale ,0045 Tasso Previsioni popolazione femminile anziana d'incremento medio annuo Età R , , , , , , e oltre ,0496 Totale >65 anni ,0052 Valori % 26% 26% 26% 27% 27% 27% 28% rispetto al 2005 Totale ,0021 Nota: la previsione di popolazione è stata fatta usando il tasso d'incremento medio annuo basato sul trend

27 Indici di vecchiaia e di dipendenza calcolati dal Controllo di Gestione sulla base della popolazione residente al 31/12/2005 per l Azienda Ulss e per i due Distretti Socio Sanitari. Indice di Vecchiaia 8 Indice di Dipendenza 9 Az. Ulss 18 = 203,62 Az. Ulss 18 = 50,36 Distretto 1 = 198,74 Distretto 1 = 49,48 Distretto 2 = 208,79 Distretto 2 = 51,30 Punto 2 Modalità di accesso al sistema della domiciliarità Gli interventi compresi nel sistema della domiciliarità sono assicurati anche a persone domiciliate in un comune diverso da quello di residenza. Per richiedere informazioni e per accedere alle prestazioni in esso ricomprese il cittadino si rivolge allo sportello integrato con le modalità definite nello Piano Locale per la Domiciliarità. Punto 3 Strutturazione della popolazione La popolazione adulta compresa nella fascia (quella che di solito è particolarmente interessata a compiti di cura oltre che produttivi) ammonta a unità e, rapportata agli ultrasettantaquattrenni, è pari ad un indice di 1,92. L invecchiamento pone certamente problemi nuovi e differenti alla nostra comunità ed all assetto dei servizi. La presenza di una significativa fascia di persone tra i 65 e i 74 anni diventa spesso, una risorsa forte per la comunità: sono persone che godono, generalmente, di buona salute, che possono e vogliono sentirsi utili. Queste persone sono memoria attiva e duttile per la comunità e possono essere forza creativa per occasioni di aiuto, di sostegno intra famigliare nel lavoro di cura ai nipoti, di supporto emotivo e pratico per altri anziani compromessi nello stato si salute; sono fonte di trasmissione di contenuti ai giovani, agli adulti di abilità, di storie, di emozioni, che aiutano a vivere in continuità con il passato. Popolazione residente al 31/12/05 suddivisa per classi d età e sesso Azienda ULSS 18 (Elaborata su dati forniti dal Controllo di Gestione) Classi di età Totale % sulla popolazione maschile, femminile e totale Maschi ,8% Femmine ,6% Totale ,7% Popolazione residente al 31/12/05 suddivisa per classi d età e sesso Azienda ULSS 18 Distretto 1 (Elaborata su dati forniti dal Controllo di Gestione) Classi di età Totale Maschi % Femmine % Totale % % sulla popolazione maschile, femminile e totale 8 L indice di vecchiaia si ottiene rapportando la popolazione in età anziana (65+) alla popolazione più giovane(0 14). Misura il grado di invecchiamento demografico. 9 L indice di dipendenza si ottiene rapportando la popolazione in età non attiva (0 14 e 65+) con la popolazione in età attiva (15 64). Fornisce la stima di quante sono le persone direttamente o indirettamente a carico delle persone in età lavorativa. 27

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