Riutilizzo dei materiali di scavo prodotti negli interventi di bonifica
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- Emanuele Damiani
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1 Milano 5 marzo 2015 BONIFICHE E MATERIALI DI SCAVO: RECENTI NOVITA dalla direttiva IED alla conversione del DL Sblocca Italia Riutilizzo dei materiali di scavo prodotti negli interventi di bonifica prof. Mario Manassero mario.manassero@polito.it INDICE Definizioni e concetti fondamentali; Schemi di gestione delle terre e rocce da scavo (in ambito siti contaminati) Problematiche applicative a livello tecnico ed operativo Conclusioni 1
2 Definizioni: materiali di scavo terreni naturali: non esiste una definizione nell ambito del TUA. Può essere definito come il materiale legato geneticamente a processi deposizionali naturali (sedimentazione, fenomeni eluvio-colluviali) e/o ai processi di pedogenesi impostatisi sulla roccia madre (bedrock). In questi materiali è esclusa la presenza di elementi di origine antropica. terreni di riporto: (terreni naturali alloctoni): Non esiste una definizione nell ambito del TUA. Il terreno di riporto è qui definito come terreno naturale che ha subito una mera movimentazione ed eventualmente è stato sottoposto a processi meccanici; anche nel terreno di riporto è esclusa la presenza di materiali di origine antropica. materiali di riporto: sono definiti come una miscela eterogenea di terreno e di materiale di origine antropica, quali residui e scarti di produzione e di consumo, che compone un orizzonte stratigrafico specifico rispetto alle caratteristiche geologiche e stratigrafiche naturali del terreno in un determinato sito e utilizzate per la realizzazione di riempimenti, di rilevati e di rinterri (Dl n.2, art. 3 comma 1 ) Definizioni: sito contaminato/terreno contaminato il terreno proveniente da un sito non contaminato non è contaminato Il terreno che proviene da un sito contaminato su altre matrici (e.g. acque di falda), laddove non siano superate le CSR relative al terreno stesso, non è contaminato. Il terreno che pur provenendo da un sito contaminato, non è riconducibile ad un volume contaminato all interno del sito, non è contaminato. 2
3 Definizioni: materiali sotto falda I materiali sotto falda (1) rappresentano un elemento di complessità negli scenari gestionali delle TRS in ambito SIN o siti sottoposti a procedimento di bonifica. Il Titolo V non considera il terreno sotto falda come matrice di interesse o quanto meno di indagine, facendo rientrare la caratterizzazione ambientale del terreno sotto falda nell ambito della valutazione delle acque della stessa falda. Nell ambito del titolo V del D. Lgs. 152/06, il campionamento nel terreno sotto falda è previsto esclusivamente nei casi in cui esista un accumulo di rifiuti, altrimenti la caratterizzazione del terreno sarà concentrata nella zona sopra falda (Allegato 2 al titolo V della parte IV del D. Lgs. 152/06). (1) Confusione terminologica tra terreno sotto falda e terreno saturo Contesti specifici: Materiali sotto falda Si deve valutare l opportunità di effettuare il test di cessione sui materiali al fine di verificare la conformità alle CSC per le acque di falda (Tab.2 all. 5 parte IV titolo V), con particolare riferimento ai materiali da utilizzare in riempimenti in sotto falda; Qualora i materiali si configurino come materiali di riporto, dovranno essere sottoposti al test di cessione come previsto dall art. 3 del D.L. 2/2012. In caso di non conformità al test essi saranno considerati come sorgente di contaminazione e pertanto il loro riutilizzo come sottoprodotti non sarà possibile. 3
4 Condizioni di riutilizzo di TRS sotto falda Sito di produzione Sito di destinazione SCHEMI DI GESTIONE Il D.lgs 152/2006 (art.184, c.3, lett.b, come modif. dal D.Lgs n.205): rifiuti derivanti dalle attività di scavo = rifiuti speciali fermo restando quanto disposto dall'articolo 184-bis 4
5 Comma 4 Riutilizzo extra situ SCHEMI DI GESTIONE Art.185: Esclusione dall ambito di applicazione Parte IV I Art. 184 comma 3 lett. b TRS= Rifiuti speciali III II Deroga al regime dei rifiuti Art. 184 bis Utilizzo come sottoprodotto Comma 1 lett. c Riutilizzo in situ Attribuzione codice CER Pericoloso/non pericoloso Opere soggette a VIA/AIA Piccoli Cantieri Altre attività non soggette a VIA/AIA da Guerra & Marangio 2014 Smaltimento Discarica Recupero Eventuale scarto Cessazione qualifica Rifiuto Art. 184 ter * Procedure semplificate Riutilizzo (totale o parziale) Art. 184 bis, comma 2bis D. Lgs. 152/06 DM 161/2012 Piano di utilizzo NO Verifica delle rispettive condizioni SI Utilizzo Art. 41 bis Dl 69/2013 Commi 1 & 5 Comma 4 Riutilizzo extra situ SCHEMI DI GESTIONE Art.185: Esclusione dall ambito di applicazione Parte IV I Art. 184 comma 3 lett. b TRS= Rifiuti speciali III II Deroga al regime dei rifiuti Art. 184 bis Utilizzo come sottoprodotto Comma 1 lett. c Riutilizzo in situ Attribuzione codice CER Pericoloso/non pericoloso Opere soggette a VIA/AIA Piccoli Cantieri Altre attività non soggette a VIA/AIA da Guerra & Marangio 2014 Smaltimento Discarica Recupero Eventuale scarto Cessazione qualifica Rifiuto Art. 184 ter * Procedure semplificate Riutilizzo (totale o parziale) Art. 184 bis, comma 2bis D. Lgs. 152/06 DM 161/2012 Piano di utilizzo NO Verifica delle rispettive condizioni SI Utilizzo Art. 41 bis Dl 69/2013 Commi 1 & 5 5
6 TRS escluse dalla disciplina dei rifiuti: (art.185 comma 1, lettera c, D. Lgs. 152/06) L applicazione di questo punto richiede che siano rispettate contemporaneamente le condizioni: il materiale scavato non deve essere contaminato; il materiale è scavato nel corso di attività di costruzione; il materiale scavato è riutilizzato, ai fini di costruzione, nello stesso sito in cui è stato escavato; il materiale scavato è riutilizzato allo stato naturale. TRS escluse dalla disciplina dei rifiuti: (art.185 comma 1, lettera c, D. Lgs. 152/06) Art. 185 c.1 lett. C Riutilizzo in situ Terreno naturale Materiali di riporto C<CSC CSC<C<CSR C>CSR Classe A Classe B Classe C Riutilizzo Riutilizzo con rispetto dello scenario dell AdR Obbligo di bonifica Gestione di TRS parte IV, titolo I D. Lgs. 152/06 rifiuti SI Conformità Tab. 2 all.5 della 152/06 Rimozione Trattamento MISP NO Classe C Fonte di contaminazione 6
7 TRS escluse dalla disciplina dei rifiuti: (art.185 comma 1, lettera c, D. Lgs. 152/06) Area di scavo A B C Area di destinazione A B C Il principio su cui si basa la possibilità di riutilizzo in sito di materiali da scavo è che esso non abbassi le qualità ambientali dell area di destinazione. I materiali di classe A possono essere utilizzati su tutto il sito, con la precauzione(evidenziata da tratteggio) che, nel caso di utilizzo in area soggetta ad obbligo di bonifica si proceda in via prioritaria alla bonifica stessa, ovvero si dimostri che l utilizzo non comprometta gli interventi di bonifica da realizzare ( ) Comma 4 Riutilizzo extra situ SCHEMI DI GESTIONE Art.185: Esclusione dall ambito di applicazione Parte IV I Art. 184 comma 3 lett. b TRS= Rifiuti speciali III II Deroga al regime dei rifiuti Art. 184 bis Utilizzo come sottoprodotto Comma 1 lett. c Riutilizzo in situ Attribuzione codice CER Pericoloso/non pericoloso Opere soggette a VIA/AIA Piccoli Cantieri Altre attività non soggette a VIA/AIA da Guerra & Marangio 2014 Smaltimento Discarica Recupero Eventuale scarto Cessazione qualifica Rifiuto Art. 184 ter * Procedure semplificate Riutilizzo (totale o parziale) Art. 184 bis, comma 2bis D. Lgs. 152/06 DM 161/2012 Piano di utilizzo NO Verifica delle rispettive condizioni SI Utilizzo Art. 41 bis Dl 69/2013 Commi 1 & 5 7
8 DEFINIZIONE DI «NORMALE PRATICA INDUSTRIALE» Costituiscono un trattamento di normale pratica industriale quelle operazioni, anche condotte non singolarmente, alle quali può essere sottoposto il materiale da scavo, finalizzate al miglioramento delle sue caratteristiche merceologiche per renderne l'utilizzo maggiormente produttivo e tecnicamente efficace. Tali operazioni in ogni caso devono fare salvo il rispetto dei requisiti previsti per i sottoprodotti, dei requisiti di qualità ambientale e garantire l'utilizzo del materiale da scavo conformemente ai criteri tecnici stabiliti dal progetto. Fermo restando quanto sopra, si richiamano le operazioni più comunemente effettuate, che rientrano tra le operazioni di normale pratica industriale: - la selezione granulometrica del materiale da scavo; - la riduzione volumetrica mediante macinazione; - la stabilizzazione a calce o cemento o altra forma idoneamente sperimentata per conferire ai materiali da scavo le caratteristiche geotecniche necessarie per il loro utilizzo, anche in termini di umidità, concordando preventivamente le modalità di utilizzo con l'arpa o APPA competente in fase di redazione del Piano di Utilizzo; - la stesa al suolo per consentire l'asciugatura e la maturazione del materiale da scavo al fine di conferire allo stesso migliori caratteristiche di movimentazione, l'umidità ottimale e favorire l'eventuale biodegradazione naturale degli additivi utilizzati per consentire le operazioni di scavo; - la riduzione della presenza nel materiale da scavo degli elementi/materiali antropici (ivi inclusi, a titolo esemplificativo, frammenti di vetroresina, cementiti, bentoniti), eseguita sia a mano che con mezzi meccanici, qualora questi siano riferibili alle necessarie operazioni per esecuzione dell'escavo. DEFINIZIONE DI «NORMALE PRATICA INDUSTRIALE» ISTRUZIONI MATTM-ISPRA PER L ACCERTAMENTO DEI REQUISITI DI QUALITA AMBIENTALE PER IL RIUTILIZZO IN SITO DI MATERIALI SCAVATI DA SITI OGGETTO DI BONIFICA. Il riferimento alla normale pratica industriale riguarda tutti i trattamenti che non hanno alcuna incidenza sulle caratteristiche chimico-fisiche della sostanza o dell oggetto ai fini del rispetto dei requisiti sanitari ed ambientali richiesti dalla norma. Ad esempio: il terreno non contaminato miscelato con calce o con altra sostanza per esigenze strutturali rientra nella normale pratica industriale; se invece il terreno è contaminato e l aggiunta di calce o di altra sostanza è finalizzata anche a modificare le caratteristiche chimico-fisiche al fine di garantirne che l utilizzo nel ciclo produttivo avvenga nel rispetto di tutti i requisiti sanitari ed ambientali, siamo al di fuori della normale pratica industriale ed il materiale è rifiuto. 8
9 9
10 05/03/2015 Prime costruzioni in terra rinforzata (Banchina di epoca romana 1 secolo D.C.) Rilevato in terra rinforzata con pneumatici e bande in polietilene Accumulo rinforzato di fanghi filtropressati da utilizzare per la risistemazione finale della cava 10
11 05/03/2015 Sesto San Giovanni (MI) aree ex Acciaierie Falck da bonificare Operazioni di scavo Operazioni di macinatura Operazioni di vagliatura Operazioni di soil washing Operazioni stabilizzazione Riutilizzo 11
12 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE In campo ambientale leggi e regole dovrebbero essere impostate su criteri prestazionali piuttosto che prescrittivi (i.e. verifiche sostanziali e non formali da eseguire al termine delle lavorazioni). Le combinazioni delle numerosissime tecnologie oggi disponibili per trattamento e gestione di siti inquinati, TRS, riporti e altri materiali da scavo in genere non dovrebbero essere limitate da regole farraginose e poco chiare che pretendono di prescrivere passo-passo tutte le procedure e le attività da compiere al fine di non compromettere l ambiente. Gli sviluppi tecnologici per fortuna e nonostante tutto sono ancora oggi molto più rapidi e numerosi dei prodotti del già molto prolifico legislatore italiano Al fine di ottimizzare realmente il risultato finale a favore dell ambiente, servirebbero poche, semplici, chiare ed ordinate regole prestazionali per i controlli conclusivi in posto sul prodotto riutilizzato allo scopo di verificare che il recupero/riutilizzo non impatti in alcun modo sull ambiente circostante a vantaggio nel contempo di una sostanziale sostenibilità ambientale. GRAZIE PER L ATTENZIONE 12
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