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1 Il quadro normativo sui materiali da scavo e materiali di riporto. Todarello - Colleoni Convegno sul tema: La gestione dei materiali da scavo Ferrara, 19 Settembre 2014

2 TODARELLO & PARTNERS STUDIO LEGALE ASSOCIATO

3 La recente evoluzione della normativa sul riutilizzo dei materiali da scavo come sottoprodotti.

4 «TERRE E ROCCE DA SCAVO» Art. 186 D.Lgs. 152/2006 c.d. Codice dell Ambiente modificato dal D.lgs. 4/2008 (c.d. Secondo Correttivo) OGGI ABROGATO Le «Terre e rocce da scavo» vengono qualificate per la prima volta come SOTTOPRODOTTO ai fini del riutilizzo, nozione di derivazione comunitaria (art. 5 Direttiva 2008/98/CE) Il riutilizzo delle terre e rocce da scavo avviene attraverso i c.d. Piani scavo (differenti prassi locali).

5 «MATERIALI DA SCAVO» DM 161/2012 (c.d. Regolamento materiali da scavo) entra in vigore dal 6 ottobre 2012 con conseguente abrogazione dell art. 186 Codice Ambiente; Regime transitorio: fino al 4 aprile 2013 per i piani scavo già presentati era possibile mantenere le procedure ex art. 186 Codice Ambiente. Il riutilizzo dei materiali da scavo avviene ora attraverso il c.d. Piano di utilizzo, cui deve fare seguito la Dichiarazione di Avvenuto Utilizzo;

6 Impugnazione del DM 161/2012 con ricorso al TAR Lazio dalle associazioni di categoria settore costruzioni, definito con sentenza del TAR Lazio n. 6187/2014 del 10 giugno 2014 (vedi infra); Proliferazione di normative regionali sulla gestione dei materiali da scavo da cantieri di minori dimensioni (< mc di produzione) in deroga a DM 161/2012 (recentemente dichiarate incostituzionali v. infra)

7 «PRIMA LIMITAZIONE DEL CAMPO DI APPLICAZIONE DEL DM 161/2012 CON IL C.D. DECRETO EMERGENZE» Art. 8-bis del D.L. 43/2013 convertito in L. 71/2013 c.d. «D.L. Emergenze», in vigore dal 26 giugno 2013 al 21 agosto: Il DM 161/2012 si applica solo a materiali da scavo prodotti nell esecuzione di opere soggette a VIA/AIA; l art. 186 Codice Ambiente (benché abrogato) si applica ai materiali da scavo provenienti da cantieri di minori dimensioni (< mc di produzione); l art. 184-bis Codice Ambiente si applica ai materiali da scavo superiori a m³ prodotti nell esecuzione di opere escluse da VIA o AIA

8 «LE LIMITAZIONI DEL CAMPO DI APPLICAZIONE DEL DM 161/2012 CON IL C.D. DECRETO DEL FARE» Art. 41 c. 2 DL 69/2013 convertito L. 98/2013 Il riutilizzo dei soli materiali da scavo provenienti da opere soggette a VIA E AIA, fatta eccezione per quelli provenienti da cantieri con produzione inferiore ai 6,000 mc di materiale avviene con il Piano di Utilizzo Art. 41-bis c. 1 e 5 DL 69/2013 convertito L. 98/2013 Il riutilizzo di tutti i materiali da scavo, purché non provenienti da cantieri sottoposti a VIA/AIA e con produzione superiore a 6,000 mc di materiale avviene con Dichiarazione sostitutiva di atto notorio ex DPR 445/00

9 Sentenza TAR Lazio sul DM 161/2012: questioni risolte e questioni aperte un anno dopo il Decreto del Fare.

10 «SENTENZA DEL TAR LAZIO N. 6187/2014 DEL 10 GIUGNO 2014» Definito campo di applicazione DM 161/2012: esclusione dei cantieri di minori dimensioni dall ambito di applicazione del DM 161/2012, anche se soggetti a VIA e/o AIA. (cfr. pp. 11 e 12 sentenza)

11 «SENTENZA DEL TAR LAZIO N. 6187/2014 DEL 10 GIUGNO 2014» Questioni rimaste aperte per i cantieri grandi opere soggetti a VIA/AIA: Introduzione di ipotesi di decadenza dalla qualifica di sottoprodotto non previste dalla normativa in materia ambientale ; Termine di 90 giorni dalla presentazione del Piano di utilizzo o dalla richiesta di aggiornamento del Piano stesso da rispettare prima dell inizio dei lavori per la realizzazione dell opera; Inclusione dei residui di lavorazione di materiali lapidei non contenenti acrilamide e poliacrilamide nella definizione di materiale da scavo.

12 Future semplificazioni nel riutilizzo dei materiali da scavo negli intenti del c.d. Decreto «Sblocca Italia»

13 Art. 8 D.L. 133/2014 In vigore dal 13 settembre 2014 Previsto il riordino e la semplificazione per agevolare la realizzazione degli interventi che comportano la gestione delle terre e rocce da scavo, da adottare con DPCM entro 90 giorni, secondo determinati principi e criteri direttivi.

14 La recente evoluzione della norma di interpretazione autentica sui materiali di riporto.

15 Cosa sono i «Materiali di Riporto»? Matrici ambientali assimilabili al suolo; Norma di riferimento è l art. 185 del Codice dell Ambiente, (sulle esclusioni dalla normativa sui rifiuti). terreno in situ inclusi il suolo contaminato non escavato (se contaminato deve essere sottoposto a bonifica) (art. 185, comma 1, lett. b) D.Lgs. 152/2006); suolo escavato non contaminato che viene utilizzato nello stesso sito (art. 185, comma 1, lett. c) D.Lgs. 152/2006); suolo escavato non contaminato, utilizzato in sito diverso da quello in cui sono stati escavati (extra situ), devono essere valutati nell ordine: come rifiuti, come sottoprodotti e come materie prime secondarie (art. 185, comma 4) D.Lgs. 152/2006).

16 «La prima versione della norma di interpretazione autentica sui materiali di riporto.» art. 3 D.L. 25 gennaio 2012, n. 2 applicabile in via retroattiva i riferimenti al «suolo» contenuti nell art.185, c. 1, lett. b) e c), e 4 Codice Ambiente sono riferiti alle matrici materiali di riporto di cui all Allegato 2 Parte IV Codice Ambiente e se contaminati sono sottoposti alla disciplina in materia di bonifiche (art. 3, c. 1 D.L. 2/2012 prima della conversione in legge)

17 «La norma di interpretazione autentica sui materiali di riporto dopo la conversione in L. 28/2012.» art. 3 D.L. 2/2012, convertito in L. n. 28/2012 applicabile in via retroattiva La disciplina tecnica sui materiali di riporto viene collegata, per la prima volta, a quella dei materiali da scavo: «( )per matrici materiali di riporto si intendono i materiali eterogenei, come disciplinati dal decreto di cui all'articolo 49 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1 [oggi D.M. 161/2012 n.d.s.] ( ).»

18 Il DM 161/2012 introduce una definizione di «riporto» che: non distingue tra materiali di riporto in situ e extra situ (art. 1 e 3 DM 161/2012); impone limite percentuale massimo del 20% in massa di materiale inerte di origine antropica (cfr. Allegato 4 e Allegato 9 del DM 161/2012); Individua un elenco non esaustivo delle tipologie di materiali inerti di origine antropica più comunemente presenti nei materiali di riporto (Allegato 9 del DM 161/2012). Impugnazione del DM 161/2012 con ricorso al TAR Lazio dalle associazioni di categoria settore costruzioni, definito con sentenza del TAR Lazio n. 6187/2014 del 10 giugno 2014 (vedi infra).

19 «la norma interpretazione autentica riporti dopo le novità introdotte dal c.d. Decreto del Fare» art. 41 c. 3 D.L. 69/2013 ha modificato l art. 3 DL 2/2012 convertito il L. 28/2012; applicabile in via retroattiva introduzione della definizione di «materiale di riporto» in una fonte di rango normativo: le matrici materiali di riporto sono costituite da una miscela eterogenea di materiale di origine antropica, quali residui e scarti di produzione e di consumo, e di terreno, che compone un orizzonte stratigrafico specifico rispetto alle caratteristiche geologiche e stratigrafiche naturali del terreno in un determinato sito, e utilizzate per la realizzazione di riempimenti, di rilevati e di reinterri

20 «Novità del Decreto del Fare su norma interpretazione autentica riporti» art. 41 c. 3 D.L. 69/2013 ha modificato l art. 3 DL 2/2012 convertito il L. 28/2012; applicabile in via retroattiva Definitiva esclusione dei materiali di riporto che restano in sito dall ambito di applicazione della disciplina sui materiali da scavo (eliminazione del riferimento all art. 49 DL 1/2012) e quindi dal campo di applicazione del DM 161/2012.

21 «Novità del Decreto del Fare su norma interpretazione autentica riporti» art. 41 c. 3 D.L. 69/2013 ha modificato l art. 3 DL 2/2012 convertito il L. 28/2012; applicabile in via retroattiva Introduzione dell obbligo del test di cessione ex DM 5/2/1998 ai materiali di riporto che restano in sito (art. 185, comma 1 lett. b) e c) D.Lgs. 152/2006 (vedi infra)

22 Sentenza TAR Lazio sul DM 161/2012: i chiarimenti del giudice amministrativo in materia di riporti.

23 «SENTENZA DEL TAR LAZIO N. 6187/2014 DEL 10 GIUGNO 2014» Esclusione dei materiali di riporto che restano in sito dall ambito di applicazione del DM 161/2012, che si applicano unicamente al materiale da scavo utilizzato extra situ (cfr.pp. 13,14 sentenza); Inapplicabilità ai materiali di riporto del limite percentuale massimo del 20% di materiali di origine antropica e dell elenco previsti dall Allegato 9 al DM 161/2012 (cfr.pp. 16,17 sentenza).

24 «SENTENZA DEL TAR LAZIO N. 6187/2014 DEL 10 GIUGNO 2014» superata e comunque NON vincolante la nota di chiarimenti del Ministero dell Ambiente del 14 maggio 2014 in tema di caratterizzazione dei materiali di riporto, che invece indicava: qualificazione come matrice o come rifiuto a seconda della conformità dei riporti al test di cessione e alle concentrazioni soglia previste in materia di bonifica; verifica dei materiali di riporto secondo i limiti di cui alla Tabella 2 dell Allegato 5 al Titolo V Parte IV del D.Lgs. 152/2006; criterio percentuale massimo del 20% di materiali eterogenei riportato nell Allegato 9 al DM 161/2012; introduzione della nozione di riporti c.d. storici che non integrino ipotesi di discarica abusiva

25 Applicabilità dell analisi di rischio sitospecifica ai materiali di riporto non conformi al test di cessione nel quadro normativo vigente.

26 art. 3 comma 2 D.L. 2/2012 come modificato da DL Fare obbligo del test di cessione ex DM 5/2/1998 ai materiali di riporto che restano in sito ai fini delle metodiche da utilizzare per escludere rischi di contaminazione delle acque sotterranee sia suolo contaminato non escavato art. 185 comma 1 lett. b), sia suolo escavato e riutilizzato nello stesso sito art. 185, comma 1 lett. c)

27 1 scenario: Se i materiali di riporto sono conformi ai limiti del test di cessione (art. 3 comma 2 D.L. 2/2012) devono rispettare quanto previsto dalla legislazione vigente in materia di bonifica di siti contaminati 2 scenario: Se i materiali di riporto NON sono conformi ai limiti del test di cessione (art. 3 comma 3 D.L. 2/2012) «sono fonti di contaminazione [al pari di qualsiasi matrice ambientale contaminata] e come tali devono essere:» 1.«rimosse» oppure 2.«rese conformi ai limiti del test di cessione tramite operazioni di trattamento che rimuovano i contaminanti» oppure 3.«sottoposte a messa in sicurezza permanente utilizzando le migliori tecniche disponibili e a costi sostenibili che consentano di utilizzare l'area secondo la destinazione urbanistica senza rischi per la salute».

28 Sull obbligo del test di cessione ex DM 5/2/1998: Da più parti è stato riconosciuto che l applicazione del test di cessione ex DM 5/2/1998, già previsto per il recupero dei rifiuti, male si adatta alle matrici ambientali materiali di riporto; l applicazione del test di cessione ex DM 5/2/1998 NON cambia la qualificazione dei materiali di riporto, che sono e restano matrici ambientali, e non già rifiuti; nuova modalità di verifica ambientale dei materiali di riporto che si affianca alla verifica delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC); gli interventi previsti sui materiali di riporto non conformi al test di cessione devono essere ricondotti ad interventi di bonifica di cui al Titolo V Parte Quarta Codice Ambiente.

29 Il Codice dell Ambiente definisce «sito contaminato» laddove siano superate le c.d. concentrazioni soglia di rischio (CSR): «i livelli di contaminazione delle matrici ambientali, da determinare caso per caso con l'applicazione della procedura di analisi di rischio sito specifica secondo i principi illustrati nell'allegato 1 alla parte quarta del presente decreto e sulla base dei risultati del piano di caratterizzazione, il cui superamento richiede la messa in sicurezza e la bonifica. I livelli di concentrazione così definiti costituiscono i livelli di accettabilità per il sito». L Analisi di rischio applicata alle matrici ambientali definisce i livelli di accettabilità per il sito, occorrendo anche attraverso la valutazione dei futuri scenari edilizi (realizzazione sul sito di piastroni, piani interrati, sottofondi ecc.); L Analisi di rischio applicata alle matrici materiali di riporto non conformi al DM 5 febbraio 1998 è l unico strumento previsto dalla normativa vigente in grado di definire i percorsi di lisciviazione e dispersione in falda di eventuali contaminanti provenienti dai materiali di riporto.

30 Conclusioni le matrici materiali di riporto possono rimanere in sito e vi deve essere applicata l analisi di rischio sito-specifica prevista in materia di bonifica anche laddove abbiano eluati non conformi al DM 5 febbraio 1998, in particolare laddove gli stessi materiali di riporto saranno messi in sicurezza ed isolati mediante la realizzazione della base delle fondazioni dei futuri edifici e/o della base delle sedi stradali.

31 Semplificazioni per i materiali riutilizzati in sito nel c.d. Decreto «Sblocca Italia»

32 Art. 34 comma 9 D.L n. 133 In vigore dal 13 settembre 2014 Il riutilizzo in situ dei materiali prodotti dagli scavi è sempre consentito se ne è garantita la conformità alle concentrazioni soglia di contaminazione/valori di fondo.

33 Art. 34 comma 9 D.L n. 133 In vigore dal 13 settembre 2014 I terreni non conformi alle concentrazioni soglia di contaminazione/valori di fondo, ma inferiori alle concentrazioni soglia di rischio, possono essere riutilizzati in situ con le seguenti prescrizioni: a) le concentrazioni soglia di rischio, all'esito dell'analisi di rischio, sono preventivamente approvate dall'autorità ordinariamente competente, mediante convocazione di apposita conferenza di servizi. I terreni conformi alle concentrazioni soglia di rischio sono riutilizzati nella medesima area assoggettata all'analisi di rischio; b) qualora ai fini del calcolo delle concentrazioni soglia di rischio non sia stato preso in considerazione il percorso di lisciviazione in falda, l'utilizzo dei terreni scavati è consentito solo se nell'area di riutilizzo sono attivi sistemi di barrieramento fisico o idraulico di cui siano comprovate l'efficienza e l'efficacia.

34 Grazie per l attenzione!

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