Corso di Fotografia Centro Iniziative Sociali Roberto Borgheresi

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1 Corso di Fotografia Centro Iniziative Sociali Roberto Borgheresi

2 2 Storia della Fotografia Nulla si crea dal nulla o all improvviso! Per capire profondamente le cose è necessario conoscere tutto ciò che ha preceduto la loro scoperta o la loro creazione

3 3 Storia della Fotografia Le Origini Il Foro Stenopeico e la Camera Oscura principi generali

4 4 Con il termine camera oscura (camera obscura in latino) si intende un ambiente buio, di dimensioni varie (da una piccola scatola a una stanza), su una parete del quale sia stato praticato un piccolo foro (chiamato foro stenopeico: dal greco stenòs/piccolo e opé/foro).

5 5 Passando attraverso questo piccolo foro, i raggi luminosi provenienti da oggetti esterni illuminati si incrociano e proiettano sulla parete opposta l immagine rovesciata e invertita degli oggetti in questione. L'immagine appare tanto più nitida quanto più piccolo è il foro, ma ciò la rende sempre meno luminosa

6 6 Il filosofo Mo-Ti Cina, V secolo a.c. Questo principio era già noto in Cina Il filosofo Mo-Ti fondatore della scuola del Mohismo, oppositore del confucianesimo e sostenitore dell amore universale, del pacifismo e dell utilitarismo, nell opera riassumente i canoni del suo pensiero, scritta nel V secolo a.c., cita il principio della camera oscura, parlando di luogo di raccolta o stanza del tesoro sotto chiave, a proposito di un immagine capovolta formata dai raggi del sole passati attraverso il foro di una stanza buia.

7 7 Aristotele Grecia, IV secolo a.c. Aristotele, filosofo e scienziato greco allievo di Platone, nel IV secolo a.c. parlò della possibilità di proiettare l immagine del sole in un luogo buio attraverso un piccolo foro. Con questo sistema egli riuscì ad osservare un eclissi solare. Egli notò che più piccolo era il foro e più nitida era l immagine che però, ovviamente, diveniva più buia.

8 8 Aristotele Grecia, IV secolo a.c. Ne parlò nei Problèmata (libro XV, 6): I raggi del sole che passano per un'apertura quadrata formano un immagine circolare la cui grandezza aumenta con l'aumentare della distanza dal foro.

9 9 Lo scienziato arabo Alhazen (Al-Hasan ibn Alhaytam) Persia, X secolo d.c. Alhazen nel X secolo d.c.in un suo trattato di ottica descrisse dettagliatamente e correttamente la camera oscura (ed il foro stenopeico) ed il fenomeno del rovesciamento dell immagine. Mediante un esperimento nel quale mise tre candele in fila davanti una parete ed interpose uno schermo con un foro tra le candele e la parete sulla quale le candele vennero proiettate rovesciate ed invertite. Egli si ispirò agli studi compiuti da Aristotele. Il suo trattato è alla base dell ottica moderna.

10 10 Ruggero Bacone Inghilterra, 1267 Il monaco e scienziato inglese Ruggero Bacone ( ) descrisse il fenomeno della camera oscura nel suo Tractatus de multiplicatione Specierum (1267/1268) e ne tracciò una figura schematica esatta. Questa pratica venne interpretata come una sorta di magia e il filosofo venne condannato a vari anni di prigione dal tribunale ecclesiastico.

11 11 Guillaume de Saint-Cluod astronomo francese, 1285 L astronomo francese della fine del XIII secolo Guillaume de Saint-Cloud registrò nel suo Almanach planetarum la posizione del sole, della luna e dei pianeti dal 1292 al 1312: per le sue osservazioni utilizza la proiezione dell immagine del sole su uno schermo mediante una camera oscura, il cui funzionamento è spiegato nel prologo della sua opera. Allo stesso modo osservò una eclissi di sole, il 5 giugno del 1285, praticando un apertura sul tetto di una stanza.

12 A questo punto possiamo enunciare alcuni PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA CAMERA OSCURA 12 - È un ambiente buio di qualsiasi dimensione - Su una delle sue pareti deve esserci un piccolo foro (foro stenopeico) - I raggi luminosi provenienti da un oggetto attraversano il piccolo foro e si incrociano proiettando l immagine dell oggetto sulla parete opposta al foro - L immagine proiettata è rovesciata ed invertita - Più è piccolo il foro e più è nitida l immagine ma, di conseguenza, essa diventa meno luminosa

13 13 Come è evidente dagli esempi riportati, l interesse di questi primi scienziati per la camera oscura non era rivolto alla rappresentazione artistica ma all osservazione del mondo e al comportamento della luce.

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16 16 Storia della Fotografia Le Origini La Camera Oscura Come strumento d arte

17 dal 1400 la camera oscura diventa uno strumento utilizzato dagli artisti 17

18 18 Filippo Brunelleschi architetto italiano, 1425 Attorno al 1425, l architetto rinascimentale Filippo Brunelleschi ( ), progettista della cupola del Duomo di Firenze, utilizzò un marchingegno con un piccolo foro per riprodurre su un foglio di carta la prospettiva di panorami e monumenti. Egli grazie a questo apparecchio compì profondi studi della prospettiva da applicare anche al campo della pittura.

19 19 Leon Battista Alberti architetto italiano, 1436 La rappresentazione prospettica (o prospettiva,) sviluppata nel 1400 da Filippo Brunelleschi e arrivata a noi grazie al De Pictura ( ) dell umanista e architetto Leon Battista Alberti. Unitamente alla conoscenza della camera oscura, permise a quest ultima di essere utilizzata per la pittura: grazie a essa, infatti, si potevano copiare paesaggi fedelmente proiettati (anche se capovolti) su di un foglio appositamente appeso.

20 20 Leonardo da Vinci pittore, ingegnere e scienziato italiano, 1500 La prima descrizione esauriente della camera oscura in senso moderno si deve a Leonardo da Vinci ( ) che ne parlò, chiamandola oculus artificialis, nel Codice Atlantico (composto intorno al 1500), ipotizzando anche la necessità di una piccola lente nel foro stenopeico per raddrizzare l immagine (era quello che, secondo lui, succedeva anche nell occhio umano). Fu il primo a suggerirne in modo esplicito l uso per scopi artistici.

21 21 Leonardo da Vinci pittore, ingegnere e scienziato italiano, 1500 Dico che se una faccia d'uno edifizio o altra piazza o campagna che sia illuminata dal sole arà al suo opposto un'abitazione, e in quella faccia [dell abitazione] che non vede il sole sia fatto uno spiraculo retondo, che tutte le alluminate cose manderanno la loro similitudine per detto spiraculo e appariranno dentro all'abitazione nella contraria faccia, la quale vol essere bianca, e saranno lì appunto e sottosopra, e se per molti lochi di detta faccia facessi simili busi, simile effetto sarebbe per ciascuno. (Dal Codice Atlantico di Leonardo da Vinci)

22 22 Leonardo da Vinci, poi, utilizza il principio della camera oscura per spiegare diversi fenomeni ottici di base, come per esempio l inversione da destra a sinistra delle immagini del campo visivo (è poi il cervello che le raddrizza). La camera oscura viene concepita come simulazione delle funzioni di base del processo visivo (l apertura della camera oscura è analoga all apertura della pupilla) e viene utilizzata come strumento per la riproduzione artistica del mondo e non più solo come strumento per l osservazione astronomica.

23 23 Francesco Maurolico monaco benedettino italiano, 1521 Similmente a Leonardo, anche il monaco benedettino Francesco Maurolico, nella sua opera Photismi de lumine et umbra ad perspectivam et radiorum indicentiam facientes (1521) dà una delle prime descrizioni scientifiche del funzionamento dell occhio e descrive, parallelamente e come Leonardo, la camera oscura e il suo funzionamento.

24 24 Rainer Gemma Frisius fisico e matematico olandese, 1544 La prima illustrazione della camera oscura, però, è a opera del matematico e astronomo olandese Rainer Frisius ( ) Egli la descrisse con dovizia nel 1545 nel suo De radio astronomico et geometrico liber. Lo studioso utilizzò questa camera oscura per osservare l eclissi solare del 24 gennaio 1544.

25 25 Girolamo Cardano medico italiano, 1550 Stabilita che la camera oscura poteva avere anche finalità artistiche (che si andavano dunque ad aggiungere a quelle scientifiche), essa subì delle importanti modifiche finalizzate a migliorare l immagine che veniva proiettata attraverso il foro. Nel 1550, il medico e scienziato Girolamo Cardano ( ) accennò, nel De Subtilitate rerum, a un immagine più nitida ottenuta applicando al forellino anteriore della camera oscura una lente convessa, antenata dell obiettivo fotografico, che allo stesso tempo concentrava la luce e aumentava la luminosità.

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27 27 Giovan Battista della Porta fisico italiano, 1558 La prima descrizione accurata dell impiego della camera oscura al fine di ottenere un disegno preciso appartiene al fisico napoletano Giovanni Battista Della Porta ( ) nel Magiae naturalis sive de miraculis rerum naturalium (1558). Egli descrisse un apparecchio con una lente convessa (per rendere le immagini più nitide) e accennò anche alla possibilità di uno specchio concavo per rendere le immagini diritte. Stava nascendo il concetto che sta tutt oggi alla base delle più moderne reflex (che è, appunto, il sistema che consente di proiettare l immagine dall obiettivo su un vetro smerigliato, dove è visibile direttamente o attraverso il mirino).

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29 29 Rappresentazione di un camera oscura nel libro Magiae Naturalis di Giovanni Battista Della Porta

30 30 Nel 1569, il patrizio veneziano Daniele Barbaro ( ), patriarca di Aquileia oltre che scienziato, dimostrò, nel libro La pratica della perspettiva, la necessità di un diaframma, dietro la lente ipotizzata dal Cardano, per migliorare la qualità dell immagine. Nel 1573 il matematico e astronomo, nonché vescovo cattolico, Ignazio Danti ( ) parlò, nella sua opera La prospettiva di Euclide, come già aveva fatto il Della Porta, della necessità di uno specchio concavo per raddrizzare le immagini.

31 31 È importante sottolineare che fino a tutto il XVI secolo la camera oscura era una vera e propria stanza buia (da ciò deriva il nome di camera tuttora usato per indicare una macchina fotografica) per cui, nel caso di un artista, l utilizzo di quest ultima era possibile solo nel momento in cui volesse ritrarre paesaggi o persone di fronte alla propria dimora.

32 Fu solo nel XVII secolo che la camera oscura trovò finalmente una sua più funzionale ed estesa applicazione: in questo secolo si diffusero infatti diverse camere oscure portatili, alcune così grandi (portantine, carrozze, tende) che l uomo poteva entrarvi dentro e altre più piccole in forma di scatola. 32

33 33 Giovanni Keplero matematico tedesco, 1604 L invenzione della camera a tenda portatile (con uno specchio e una lente sulla sommità) è opera di Giovanni Keplero ( ), che la utilizzò soprattutto per effettuare rilievi topografici e militari (le immagini erano capovolte ma non invertite). Egli fu il primo a proseguire seriamente le ricerche di Giovanni Battista della Porta sulla camera oscura, che venne da lui utilizzata per alcune osservazioni solari nel Egli fu il primo a usare il termine camera obscura e lo fece nel suo Ad Vitellionem Paralipomena del Alcuni anni dopo, Keplero suggerì l uso di lenti per migliorare gli effetti della camera oscura e per raddrizzare le immagini.

34 34 Camera oscura a tenda con un artista all interno che disegna il paesaggio circostante (1825). La camera oscura portatile di Keplero doveva essere simile a questa.

35 35 Nel 1646 il dotto gesuita Athanasius Kircher ( ) descrisse e illustrò nel suo Ars magna lucis et umbrae una camera obscura abbastanza leggera da essere trasportata a spalle su due sbarre. Essa consisteva in un cubo fatto di materiale leggero ma resistente, con due fori, dotati di lente, al centro di due pareti contrapposte. Da questi due fori penetravano nel cubo immagini da direzioni opposte. In entrambi i casi l'artista vedeva l'immagine sul retro di uno schermo trasparente, capovolta, ma non invertita. L artista entrava attraverso una botola aperta nel pavimento. Il fenomeno venne presentato in un contesto di pratiche magiche, in quanto, in quell epoca, ottica, mistero e religione coesistevano in un modo difficilmente comprensibile da un punto di vista moderno.

36 36 Immagine capovolta ed invertita Immagine capovolta ma non invertita

37 Un altra camera oscura portatile fu quella a forma di armadio su una portantina. In questo caso, uno specchio posto alla sommità proiettava l immagine su un foglio di carta steso sul piano davanti al quale si sedeva il vedutista (al buio all'interno) che poteva così ricalcare le forme riflesse, capovolte ma non invertite. L esempio qui illustrato è del XVIII secolo. 37

38 Ben presto le camere oscure divennero di formato più ridotto, maneggevoli e di svariate forme. Esse si rivelarono utilissime e quasi indispensabili per il mestiere di disegnatore: pittori e miniaturisti, con l utilizzo delle stesse, agevolarono il normale lavoro tecnico, in quanto venne facilitato il rilievo grafico e si abbreviarono i tempi d esecuzione. 38

39 39 Kaspar Schott gesuita tedesco, 1657 Nel 1657, Kaspar Schott ( ), gesuita tedesco allievo e amico di Athanasius Kircher, costruì una camera oscura in forma di scatola con due casse movibili una dentro l altra realizzando la possibilità di variare la distanza fra la lente e il piano dell immagine e di elaborare così la messa a fuoco. Il sistema si evolverà nel 1800 con la costruzione del soffietto.

40 Nello stesso periodo, si diffonde (grazie al matematico, astronomo e fisico olandese Christiaan Huygens e al filosofo e storico gesuita Athanasius Kircher) la lanterna magica, lo strumento nato (probabilmente in Oriente) per proiettare immagini dipinte (di solito su vetro) su una parete in una stanza buia, tramite una scatola chiusa contenente una candela, la cui luce è filtrata da un foro sul quale è applicata una lente: praticamente una camera oscura invertita, come la descrisse Kircher nella seconda edizione del suo trattato Ars magna lucis et umbrae. 40

41 41 Robert Boyle chimico e fisico irlandese, 1604 Sempre in quegli anni, il chimico e fisico irlandese Robert Boyle ( ) realizzò una camera a scatola la cui parete posteriore era un foglio di carta oleata traslucida su cui si disegnava l'immagine.

42 42 Johann Cristoph Sturn astronomo e matematico tedesco, 1676 Nel 1676, l astronomo e matematico tedesco Johann Cristoph Sturm ( ) aggiunse alla scatola di Boyle uno specchio, inclinato di 45 gradi rispetto all'obiettivo, che raddrizzava l'immagine mentre la rifletteva, invertita, su un foglio di carta oleata steso sopra l apertura della parete superiore della camera, che, allo scopo di migliorare la visibilità dell immagine, era nascosta sotto un cappuccio scuro: era stata inventata la prima reflex, che serviva ancora per disegnare..

43 43 Johann Zahn monaco e inventore tedesco, 1685 Disegno della camera obscura pubblicato da Johann Zahn nel suo trattato Oculus Artifi Fu il monaco e inventore tedesco Johann Zahn ( ) a illustrare per primo, nel suo Oculus Artificialis teledioptricus ( ), diversi tipi di camerae obscurae a forma di cassetta e abbastanza piccole da essere trasportate dovunque; tra queste ne realizzò una di tipo reflex, dove l immagine, per favorire il lavoro del disegnatore, veniva proiettata su un piano orizzontale mediante uno specchio inclinato a 45 gradi presente all interno della scatola.

44 44 Johann Zahn monaco e inventore tedesco, 1685 Le dimensioni di queste macchine erano di 20 cm circa in altezza e di 60 cm circa in lunghezza. Per la prima volta, in questi anni, vengono descritti perfezionamenti quali uno schermo di vetro opalescente per la messa a fuoco e l annerimento delle pareti interne e del tubo della lente al fine di evitare riflessi dannosi. La camera oscura rimase praticamente invariata sino agli inizi del 1800.

45 45 Grazie all uso della camera oscura anche operatori poco esperti potevano realizzare disegni di scene reali con ottima precisione geometrica e buoni dettagli nei particolari. Ma questo sistema fu usato anche da grandi pittori per la realizzazione preliminare di ampie vedute di paesaggi o per lo studio della prospettiva. Il suo uso fu particolarmente diffuso nei secoli XVII e XVIII, e trovò molta fortuna a Venezia durante la fine del 600 e l inizio 700 nel contesto della corrente pittorica del Vedutismo..

46 46 Le prime opere di questa scuola sono quelle dell olandese Gaspard Van Wittel ( ), che italianizzò il suo nome in Gaspare Vanvitelli.

47 47 L autentico promotore e maestro della grande fortuna del Vedutismo veneziano del XVIII secolo fu però Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto ( ).

48 48 L uso della camera oscura per tracciare disegni precisi ebbe anche un risonanza commerciale, come testimonia questo volantino pubblicitario dell Improved Camera Obscura. Il volantino parrebbe risalire al 1819/1820. Ecco le relative istruzioni per l'uso: Porre sulla lavagna trasparente un pezzo di carta fine, poi direzionare lo strumento sull'oggetto da realizzare posto in una zona molto luminosa: quando si rifletterà sulla carta seguire le linee con una matita, si avrà una rappresentazione corretta dell'originale.

49 49 Ormai la scienza fisica aveva esaurito le sue possibilità. Per ottenere un'immagine permanente doveva intervenire la chimica. Il passaggio dalla camera oscura alla macchina fotografica avvenne agli inizi del 1800, quando alla camera oscura venne aggiunta una lastra spalmata di materiale fotosensibile (lastra fotografica) al posto dello schermo di vetro smerigliato.. MA QUESTA E UN ALTA STORIA.

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