relazione 2013 sulle attività svolte dall Associazione Bancaria Italiana nel

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1 relazione sulle attività svolte dall Associazione Bancaria Italiana nel

2 Premessa Il ruolo, le finalità e la struttura dell Associazione Bancaria Italiana 2 indice Lo scenario L andamento e i risultati dell economia internazionale e italiana La comunicazione Il rapporto con media, opinione pubblica e associati Le relazioni istituzionali e le regole Il dialogo con le istituzioni nazionali, europee e internazionali I rapporti tra le banche e il Paese Un impegno costante verso imprese, famiglie e mercato 18 30

3 Premessa Contesto, ruolo e finalità dell Associazione bancaria italiana In un contesto in cui la situazione del Paese è stata e continua a essere caratterizzata da forti criticità, le banche hanno cambiato passo, non limitandosi più a giocare in difesa, ma assumendo l iniziativa, avvalendosi del ruolo di sindacato dell Associazione bancaria italiana, legittimata a rappresentarne le istanze con grande determinazione. La bussola a cui il Settore ha dato prova di ispirarsi risiede nella consapevolezza di essere espressione di banche assolutamente indipendenti, distanti e distinte dalla politica e da ogni rischio di interferenze e di interessi in conflitto. Banche che credono e operano per la sana e prudente gestione del credito, consapevoli di esercitare la più complessa delle intraprese e determinate a farlo con il rigore e la precisione propri delle scienze fisiche e matematiche. L ABI agisce a sostegno di banche che credono e operano per un economia soggetta all etica e al diritto. La consapevolezza della gravità dei problemi con cui si debbono confrontare in Italia famiglie e imprese ha chiamato le banche e l ABI a sviluppare una forte e chiara responsabilità sociale. Una progressiva maggiore attenzione è stata rivolta alle decine di milioni di risparmiatori, gran parte dei quali è azionista diretto o indiretto (tramite i fondi di investimento) delle banche, nonché alle centinaia di migliaia di bancari e alle loro rappresentanze, operando in modo tale che i doveri prevalgano e che si affermino modelli ispirati a un mercato competitivo e regolato. Con l obiettivo di costruire un nuovo clima di fiducia l Associazione ha voluto così farsi interprete degli indirizzi strategici dettati dalla nuova Presidenza , puntando anzitutto sul concerto derivante dalla collegialità degli organi statutari. Un ABI collegiale e polifonica, nella quale Direzione generale e struttura rappresentano il terminale operativo attraverso cui attuare le strategie definite. Comitati tecnici e Gruppi di lavoro Completata la ricostituzione dei Comitati tecnici dell Associazione (delibera del Comitato esecutivo del 21 novembre 2012), si è avviata l attività di questi organismi che, a sensi di Statuto, coadiuvano gli organi deliberativi dell ABI nello svolgimento della loro attività attraverso il perseguimento di specifici obiettivi o la verifica dell evoluzione di una determinata materia. E stato completato anche il processo di nuovo impianto e regolamentazione dei Gruppi di lavoro, dopo il loro riconoscimento a livello statutario. Commissioni regionali L attività delle Commissioni regionali è stata contraddistinta da un rallentamento dell attività normativa regionale, soprattutto in chiave programmatica a vantaggio dell ordinaria amministrazione a causa degli appuntamenti elettorali, nonché in presenza di un contesto economico di perdurante crisi. In questo quadro, le Commissioni regionali sono state impegnate soprattutto in iniziative dirette al sostegno delle crisi di impresa, finalizzate ad agevolare il processo di erogazione del credito e a supportare le politiche attive e passive del lavoro. La gestione interna Sul fronte interno l ABI ha proseguito la politica gestionale rivolta all efficienza dei suoi processi adottando sistematicamente soluzioni che, senza pregiudicare la capacità e la qualità di servizio offerta agli Associati, ga- ASSOCIAZIONE BANCARIA ITALIANA 2

4 rantiscono la massima efficienza. Le azioni intraprese in attuazione del piano di interventi strutturali e congiunturali hanno consentito il raggiungimento del pareggio di bilancio e un sostanziale equilibrio dei costi e dei ricavi dell Associazione. Carta dei valori Al termine di un lungo e fortemente partecipato percorso che ha visto il coinvolgimento diretto di tutte le persone che lavorano in Associazione è stata presentata la Carta dei valori del personale dell ABI. Si tratta del frutto del ragionamento corale dell intera struttura la quale dichiara di ritrovarsi in otto valori: consapevolezza; appartenenza; responsabilità; rispetto; efficienza; professionalità; disponibilità; comunicazione. Questi valori interagiscono in maniera coerente e organica tra di loro in quanto la consapevolezza del ruolo dell Associazione e del ruolo svolto dal personale al suo interno sviluppano l appartenenza all organizzazione, il senso di responsabilità e di reciproco rispetto. A sua volta, la sfida dell efficienza richiede la crescita continua della professionalità, mentre la disponibilità e la comunicazione creano inclusione, promuovendo ciò che ogni dipendente dell ABI è e ciò che fa. Comunicazione interna e formazione Per affermare ricorrentemente i Valori della carta, è stato realizzato un Piano coordinato e strutturato di comunicazione interna destinato anche ad accrescere e diffondere costantemente la consapevolezza delle risorse sui più significativi aspetti della gestione di ABI (missione, obiettivi, iniziative, risultati...). E stato infine definito e implementato un Piano di iniziative per la gestione delle persone (formazione, processi, etc.) destinato a supportare gli obiettivi di business dell Associazione e, coerentemente, a sostenere le capacità manageriali, la consapevolezza di ruolo e il senso di appartenenza del personale. Giovanni Sabatini Direttore generale ABI La ABI Preceduta da una dettagliata analisi dello scenario economico finanziario italiano e internazionale, questa ripercorre nei successivi tre capitoli le attività svolte dall Associazione bancaria italiana nell arco degli ultimi dodici mesi, in linea con il Piano di azione che ne ha definito i diversi ambiti di intervento: Lo scenario La comunicazione Le relazioni istituzionali e le regole I rapporti tra le banche e il Paese CONTESTO, RUOLO E FINALITA 3

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6 Lo scenario L andamento e i risultati dell economia internazionale e italiana

7 Lo scenario L andamento e i risultati dell economia internazionale e italiana L ambiente economico nel quale le banche hanno operato e continuano a operare è tra i più difficili degli ultimi decenni. Le capacità di crescita del nostro sistema produttivo si sono significativamente assottigliate e il succedersi di due consecutive recessioni in pochi anni, insieme ad un acutissima crisi di finanza pubblica, ha reso ormai molto stretti i margini di azione del settore. In un tale contesto, mentre si confermano i caratteri di strutturale solidità delle banche si evidenzia anche, in tutta la sua portata, un problema di redditività che risente dei bassi livelli di domanda di prestiti e altri servizi bancari, di alti costi di raccolta a motivo delle perduranti difficoltà riconducibili al rischio Paese e di un eccezionale incremento del costo del rischio. Il decisivo recupero delle capacità reddituali resta affidato a un netto miglioramento del contesto macroeconomico (che va stimolato sia con misure di breve termine di carattere anticiclico, sia con provvedimenti di lungo termine), a provvedimenti legislativi e regolamentari capaci di rimuovere le molte penalizzazioni di cui il settore soffre rispetto all Europa; a un azione di deciso contenimento dei costi operativi. Nel 2012 l andamento dell economia è rimasto debole. Il Pil mondiale è cresciuto del +3,2% (+4,0% nel 2011). Sul rallentamento ha influito in particolare la recessione che ha colpito l Area euro, penalizzata dalla negativa intonazione delle politiche di bilancio. Le prospettive di crescita globale rimangono deboli e caratterizzate da un ampia eterogeneità tra aree e paesi. e al 9,3% del India e Brasile hanno anch essi dimostrato nel 2012 un significativo rallentamento nonostante le misure di sostegno all economia introdotte dai governi nazionali. Nonostante gli andamenti congiunturali, per l insieme dei Paesi emergenti è atteso in media d anno un modesto incremento della crescita sia per quest anno che per il prossimo. Cina, India e Brasile La fase di debolezza congiunturale delle economie emergenti è proseguita anche nel 2012 e nei primi mesi del 2013, riflettendo l impatto negativo della domanda internazionale, in alcuni paesi parzialmente compensato dalla tenuta della do- 5 4 manda interna. 3 In Cina l attività economica, pur rimanendo su livelli elevati, ha subito un notevole rallentamento, con una decelerazione nella dinamica delle esportazioni e degli investimenti. Il Pil cinese è cresciuto nel primo trimestre del 2013 del +7,7%, in (1) (2) (3) (4) (5) calo rispetto al +8,1% del corrispondente periodo del 2012 Stati Uniti e Giappone Nell ambito dei paesi avanzati, negli Stati Uniti e in Giappone, la variazione del Pil Tassi di crescita congiunturali annualizzati del Pil Tassi di crescita congiunturali annualizzati del Pil Q Q Q USA Area euro Italia Q Q Q Q Q Q Q Q Q Q ASSOCIAZIONE BANCARIA ITALIANA 6

8 è stata positiva e in accelerazione, mentre nell Area euro è stata negativa. Il 2012 è stato per l economia degli Stati Uniti un anno di crescita con un +2,2% (+1,8% nel 2011). E nel primo trimestre di quest anno il Pil è cresciuto del +2,5% grazie al contributo positivo dei consumi privati, delle scorte e dell attenuazione della flessione della spesa pubblica, che hanno compensato il minor contributo degli investimenti fissi e della bilancia commerciale. Con riferimento al mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione è sceso, tra gennaio 2011 e aprile 2013, di oltre 1,5 punti percentuali (al 7,5%); questo risultato è stato tuttavia in parte frutto della minore partecipazione alla forza lavoro. Riguardo al mercato immobiliare, che aveva rappresentato uno dei principali fattori del rallentamento, si registrano primi segnali di miglioramento. Tuttavia, la ripresa sembra ora aver perso la sua forza. Per gli Stati Uniti l anno in corso dovrebbe chiudersi con un tasso di crescita di poco inferiore al 2%, mentre secondo il Fondo monetario internazionale vi sarebbero le condizioni per un apprezzabile ripresa nel 2014 (+3%). Il Giappone è uscito dalla recessione, con una crescita del Pil del +2% (-0,6% nel 2011). Nonostante il nuovo orientamento delle politiche, rivolte all espansione, sia per quest anno che per il prossimo è atteso un rallentamento (intorno all 1,5%). Area euro Il quadro congiunturale dell Area euro è fortemente peggiorato a seguito dell indebolimento del ciclo economico mondiale e delle perduranti, pur se meno intense, tensioni sui mercati del debito sovrano. Nella media del 2012, il Pil si è contratto dello 0,5% (+1,5% nel 2011) risentendo del forte rallentamento della domanda interna. Nel primo trimestre del 2013, l attività economica ha registrato una diminuzione (-0,9% in termini trimestrali annualizzati), la quarta consecutiva. Tra i paesi dell area, in media 2012, il Pil è cresciuto in Germania (+0,7%), ha ristagnato in Francia, è sceso in Spagna (-1,4%), ed è crollato in paesi particolarmente colpiti dalla crisi dei conti pubblici come Grecia e Portogallo (-6,4% e -3,2% rispettivamente). La produzione industriale dell Eurozona nel 2012 è diminuita, in media, del -2,4% (+3,3% nel 2011), mentre i prezzi dei beni al consumo sono rallentati al 2,5%, dal 2,7% dell anno precedente per via, soprattutto, del rallentamento dei prezzi dei prodotti energetici. L inflazione al consumo è diminuita anche in Germania, Francia e Spagna. Italia In Italia il 2012 si è chiuso con un Pil in calo del -2,4%. Nel primo trimestre del 2013, il prodotto ha continuato a flettere, per il settimo trimestre consecutivo di calo. Nel 2012, tutte le componenti della domanda interna sono risultate in diminuzione. I consumi privati sono calati del -4,3% risentendo della debolezza del reddito disponibile e del pessimismo sulle prospettive del mercato del lavoro; gli investimenti fissi lordi sono diminuiti dell 8%, mentre la spesa pubblica del -2,9%. Viceversa, l interscambio con l estero ha continuato a sostenere la dinamica del Pil: le esportazioni sono cresciute del +2,3% sul periodo precedente; le importazioni, in connessione con l indebolimento della domanda interna, sono invece diminuite (-7,7%). L evoluzione delle diverse componenti della domanda aggregata evidenziano l esigenza di rafforzare i processi di internazionalizzazione delle imprese italiane, in maniera da far crescere la capacità del nostro sistema produttivo di smussare le difficoltà cicliche attraverso meccanismi di compensazione delle dinamiche della domanda interna con quella estera. Nel 2012 i prezzi al consumo sono saliti al +3,3% (+2,9% nel 2011). Nei primi mesi del 2013, l inflazione è scesa fino al +1,3% nella media di aprile. Tra i fattori determinanti della bassa crescita dell Italia continuano a permanere la debolezza del mercato del lavoro e il rallentamento della produzione industriale. Dall inizio della crisi il tasso di disoccupazione è salito, infatti, di quasi sei punti percentuali, al 12% in aprile. La produzione industriale ha continuato a indebolirsi anche nel corso del 2012 (-6,5% rispetto all anno precedente). E un trend LO SCENARIO 7

9 negativo in atto da lungo tempo e che è in continuazione nella prima parte del 2013: rispetto ai valori pre-crisi la caduta dell output industriale supera i 25 punti percentuali. Le prospettive macroeconomiche dell Italia restano negative per quanto riguarda l anno in corso (intorno a -1,5% secondo le stime di consenso), mentre è attesa una ripresa per il prossimo anno la cui dimensione potrà variare anche in relazione all efficacia delle misure che il nuovo Governo sta per varare e alla velocità con la quale saranno liquidati i debiti commerciali pregressi delle pubbliche amministrazioni. Politiche monetarie Allo scopo di contrastare la fase di rallentamento ciclico internazionale, le politiche monetarie delle principali aree economiche mondiali sono rimaste nel 2012 e nel primo semestre del 2013 espansive. Negli Stati Uniti il tasso di policy è stato mantenuto anche nell ultimo anno tra lo 0 e lo 0,25%. Anche nell Area euro, la Bce ha mantenuto nel corso dell ultimo anno condizioni monetarie accomodanti e la politica monetaria si è in particolare caratterizzata sul fronte degli interventi non convenzionali. A giugno e a dicembre 2012 il Consiglio direttivo della Bce ha annunciato la prosecuzione delle operazioni di rifinanziamento principale a tasso fisso e con piena aggiudicazione di fondi richiesti, una modalità valida anche per le operazioni di rifinanziamento a più lungo termine e che rimarrà in vigore fino a quando sarà necessario e, comunque, almeno fino a luglio del Soprattutto, a partire da settembre 2012, a seguito delle rinnovate tensioni sui mercati finanziari riflesse negli elevati premi al rischio sul mercato dei titoli governativi, la Bce ha dato il via al piano anti-spread (Omt - Outright monetary transactions) con l impegno all acquisto illimitato di titoli di Stato dei paesi che lo richiederanno e sotto precise condizioni. La Bce ha ampliato le garanzie che le banche possono fornire in cambio di liquidità. L insieme di queste azioni ha consentito una riduzione delle tensioni e, fra l altro, alle principali banche italiane di tornare a emettere obbligazioni sui mercati internazionali. Più di recente, nella riunione del Consiglio direttivo del 2 maggio 2013 la Bce ha ridotto di 25 punti base il tasso di policy portandolo dallo 0,75% allo 0,50%, a decorrere dall operazione con regolamento 8 maggio Si tratta del minimo storico dalla nascita dell euro e del quarto taglio consecutivo dal settembre del Taglio che arriva dopo dieci mesi di pausa. L ultimo intervento sui tassi era stato nel luglio del L intonazione delle politiche monetarie conferma che da esse le economie potranno continuare ad avere un buon apporto, ma che, al contempo, dovranno essere varate tutte le riforme necessarie perché anche le altre politiche (dei redditi, di bilancio, ecc) possano presto tornare ad influenzare in positivo il prodotto interno lordo. La politica fiscale e i conti pubblici Politiche fiscali e conti pubblici restano, per l Italia, tra i fronti più delicati. Nel 2012 l indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato pari al -3%, risultando inferiore di 0,8 punti percentuali rispetto a quello del 2011 (-3,8%). Il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi) è risultato positivo e pari, nel 2012, al 2,5% del Pil, superiore di 1,3 punti percentuali rispetto al Il miglioramento sconta soprattutto un aumento delle entrate, in linea con le pesanti manovre correttive predisposte alla fine del Il miglioramento del deficit e del saldo primario non è riuscito a contenere la risalita dell incidenza del debito pubblico sul Pil passata da 120,8% nel 2011 al 127% nel Nel 2012 si è confermata la buona capacità di controllo dei flussi di finanza pubblica e ciò ha consentito, alla fine di maggio, che fosse chiusa la procedura per disavanzo eccessivo da parte della Commissione europea. Questo traguardo rappresenta un riconoscimento degli sforzi compiuti e crea le condizioni perché nel prossimo futuro - fermo restando il rigore di bilancio e il rispetto degli obiettivi del Programma di stabilità - si possa procedere nella direzione dell allentamento della pressione fiscale e di mirati interventi ASSOCIAZIONE BANCARIA ITALIANA 8

10 di investimenti a favore della crescita che dovrebbero avere sempre più respiro europeo. Mercati azionari Nel 2012 i mercati azionari internazionali hanno registrato un andamento nel complesso positivo sebbene in un contesto di elevata volatilità delle quotazioni. L indice Standard & Poor s 500 della Borsa di New York ha segnato una variazione, su base annua, del +13,4% (0% nel 2011), l indice Nikkei 225 della Borsa di Tokio del +22,9% (-17,3% nel 2011) e l indice Dow jones euro Stoxx large dell Area euro del +13,3% (-10% nel 2011). Per quanto riguarda la Borsa italiana, nel 2012 il Ftse Mib è salito del +7,8% (-26% nel 2011). L aumento dei corsi azionari è proseguito anche nei primi quattro mesi del 2013 (+3% da gennaio 2013). Ad aprile 2013 la capitalizzazione complessiva del mercato azionario si attestava a circa 379 miliardi di euro (+22 miliardi rispetto ad aprile 2012). A marzo, la capitalizzazione del settore bancario risultava pari a 56,9 miliardi (-11 miliardi rispetto ad un anno prima). Impieghi bancari in Italia L attività bancaria è pesantemente influenzata dal negativo quadro macrofinanziario che si riflette in una domanda di impieghi bassa e di cattiva qualità, in una forte crescita del costo del rischio e di permanenti elevati costi della raccolta bancaria. Nell ultimo anno la dinamica dei prestiti bancari ha manifestato un rallentamento, strettamente connesso con la fase di deterioramento ciclico dell economia italiana: a fine aprile 2013, il totale prestiti a residenti in Italia (settore privato più amministrazioni pubbliche al netto dei Pct con controparti centrali) si colloca a 1.896,1 miliardi di euro, segnando una variazione annua di -2,7%. Un valore nettamente superiore all ammontare complessivo della raccolta da clientela (1.746 miliardi di euro). Il funding gap ammonta così a circa 150 miliardi di euro. Lievemente negativa è risultata anche la variazione annua dei prestiti a residenti in Italia, limitatamente al settore privato (nota 1) (-3% ad aprile 2013). Alla fine di aprile 2013 risultano pari a 1.631,1 miliardi di euro. I prestiti a famiglie e società non finanziarie ammontano, sempre a fine aprile 2013, a 1.458,1 miliardi di euro, con una variazione annua di -3,1% (-2,1% nella media Area euro ad aprile 2013). Ove si consideri la disaggregazione per durata, si rileva come il segmento a breve termine (fino a un anno) abbia segnato una variazione annua di -4,9%, mentre quello a medio e lungo termine (oltre un anno) del -2,5%. Alla fine di aprile 2013 i finanziamenti destinati alle imprese non finanziarie hanno registrato una variazione del -3,7% (nota 2) Impieghi delle banche italiane (escluso interbancario) Impieghi delle banche italiane (escluso interbancario) 1 totale impieghi settore privato di cui: a famiglie e società non finanziarie settore privato e PA fino a 1 anno oltre 1 anno mln a/a mln a/a mln a/a mln a/a mln a/a apr , , , , ,19 mag , , , , ,21 giu , , , , ,05 lug , , , , ,13 ago , , , , ,26 set , , , , ,61 ott , , , , ,84 nov , , , , ,42 dic , , , , ,79 gen , , , , ,51 feb , , , , ,16 mar , , , , ,37 apr , , , , ,50 1 Includono le sofferenze lorde e i pronti contro termine attivi. Settore privato: società non finanziarie, famiglie consumatrici e produttrici, istituzioni senza fini di lucro, altre istituzioni finanziarie, Includono assicurazioni e fondi le pensione. sofferenze I dati sono nettati lorde dalle operazioni e i pronti con controparti centrali termine attivi. Settore privato: società non finanziarie, famiglie consumatrici e produttrici, istituzioni senza fine di lucro, altre istituzioni finanziarie, assicurazioni e Fonte: Elaborazione Ufficio Analisi Economiche ABI su dati Banca d'italia. fondi pensione. I dati sono nettati dalle operazioni con controparti centrali. Fonte: elaborazione Ufficio analisi economiche ABI su dati Banca d Italia. LO SCENARIO 9

11 La dinamica dei finanziamenti è stata influenzata in maniera significativa dalla forte contrazione degli investimenti. Secondo quanto emerge dall ultima indagine trimestrale sul credito bancario (Bank lending survey aprile 2013) sulle determinanti della domanda di finanziamento delle imprese, nel primo trimestre del 2013 si è registrata ancora una significativa diminuzione della domanda legata agli investimenti: l indicatore espresso dalla percentuale netta si è collocato a -50. In diminuzione è risultata anche la domanda di finanziamenti per operazioni di fusioni, incorporazioni e ristrutturazione degli assetti societari (-12,5). In aumento la domanda di finanziamento per scorte e capitale circolante e per ristrutturazione del debito (12,5). I finanziamenti bancari alle famiglie hanno segnato un rallentamento: -0,8% la variazione annua a fine aprile In lieve flessione è risultata anche la dinamica dei mutui per l acquisto di abitazioni (-0,8% ad aprile 2013), mentre il credito al consumo ha avuto - sempre a fine aprile una contrazione annua di -6,5%. Sofferenze All aggravarsi della recessione ha fatto riscontro nel 2012 e nei primi mesi di quest anno il peggioramento della qualità del credito. Ad aprile 2013 le sofferenze lorde (nota 3) sono risultate pari a oltre 133 miliardi di euro (109 miliardi ad aprile 2012), con un incremento annuo del 22,3%. In rapporto agli impieghi, alla fine di aprile 2013 le sofferenze si sono attestate al 6,8% (5,5% ad aprile 2012), mentre quelle al netto delle svalutazioni (nota 4) ad aprile 2013 sono risultate pari a 66,4 miliardi di euro (3,51% il rapporto sofferenze nette/impieghi totali; 2,60% ad aprile 2012). Raccolta bancaria Nell ultimo anno la dinamica dell attività di raccolta in Italia è stata complessivamente positiva e in miglioramento. A fine aprile 2013 la raccolta denominata in euro da clientela del totale delle banche italiane, rappresentata dai depositi a clientela residente (nota 5) e dalle obbligazioni (al netto di quelle riacquistate da banche) è stata pari a circa miliardi di euro, segnando una variazione annua di +1,2% (-0,6% ad aprile 2012) e un aumento dello stock della raccolta di oltre 21 miliardi di euro. L osservazione delle diverse componenti mostra come i depositi da clientela residente abbiano registrato una variazione tendenziale del +6,9% (+1,3% ad aprile 2012). La variazione annua delle obbligazioni è risultata pari a -9,7% (-3,9% ad aprile 2012). In territorio negativo anche il trend dei depositi dall estero: in particolare, quelli delle banche in Italia, pari a circa 345 miliardi di euro, il 6,2% in meno di un anno prima (-20,4% ad aprile 2012). La quota dei depositi dall estero sul totale provvista si è posizionata al 12,4% (13,5% ad aprile 2012). Il recupero dei depositi testimonia dei rapporti molto stretti tra le banche e le famiglie italiane ma, nell attuale ancora delicato scenario, le condizioni di raccolta continuano a essere impegnative sia per la lievitazione del costo, dovuto anche alla ricomposizione delle forme più liquide, sia per le perduranti difficoltà ad accedere ai mercati internazionali a seguito dei perduranti problemi di rischio Paese. Tassi sui prestiti e sui depositi bancari Alla fine del primo quadrimestre del 2013 il tasso medio ponderato sul totale dei prestiti a famiglie e società non finanziarie stimato dall ABI è risultato in diminuzione rispetto a un anno prima e su valori prossimi ai minimi storici: nel periodo aprile 2012 aprile 2013 questo tasso è passato dal 4,04% al 3,78%. In diminuzione e sempre su livelli particolarmente contenuti, i tassi praticati sulle nuove operazioni alle imprese e alle famiglie: ad aprile 2013 il tasso sui prestiti in euro alle società non finanziarie si è posizionato al 3,60% (3,68% ad aprile 2012), mentre il tasso sui prestiti in euro alle famiglie per l acquisto di abitazioni - che sintetizza l andamento dei tassi fissi e variabili ed è influenzato anche dalla variazione della composizione fra le erogazioni in base alla tipologia di mutuo - è risultato pari al 3,72% (4,14% ad aprile 2012). ASSOCIAZIONE BANCARIA ITALIANA 10

12 Le statistiche armonizzate del sistema europeo di banche centrali rilevano come il tasso sui depositi in euro applicato alle famiglie e società non finanziarie abbia manifestato, nel periodo più recente, una lieve diminuzione; ad aprile 2013, in particolare, esso è risultato pari a 1,14% (1,22% ad aprile 2012). Nell ultimo anno è sceso il tasso delle operazioni pronti contro termine, passato dal 3,12% al 2,33%, mentre è aumentato il rendimento delle obbligazioni bancarie dal 3,35% al 3,43%. Il tasso medio della raccolta bancaria da clientela (che comprende il rendimento dei depositi, delle obbligazioni e dei pronti contro termine in euro applicati al comparto delle famiglie e società non finanziarie) si è collocato ad aprile 2013 al 2,00% (2,08% ad aprile 2012). che italiane è diminuito del -0,7% (-0,6% nel 2011), mentre gli altri ricavi netti sono aumentati del +14,2% (-3,8% nel 2011). La combinazione di queste dinamiche ha determinato un aumento del margine di intermediazione del +6,2% (-2,1% nel 2011). I costi operativi si sono ridotti dell 1,8% su base annua (+1,8% nel 2011); nel loro ambito i costi del personale sono diminuiti del 2% (+0,8% nel 2011). Particolarmente importante è stata la crescita delle rettifiche su crediti, cresciute di oltre il 75% (+9% nel 2011). Il Roe medio delle banche italiane, attestato al -0,6% (-6,2% nel 2011), ha risentito anche quest anno di alcune operazioni di natura straordinaria connesse con la svalutazione degli avviamenti; al netto di esse sarebbe stato di poco superiore allo zero Differenziali dei tassi di interesse E proseguita nel 2012 la flessione dei margini: il differenziale fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie nella media dell ultimo anno (maggio aprile 2013) è risultato pari a 1,77 punti base, prima dell inizio della crisi finanziaria tale spread superava i 300 punti. Redditività del sistema bancario italiano Nel 2012 si è confermato in tutta la sua interezza il problema della redditività, sulla quale incide l erosione delle fonti di ricavo, l insoddisfacente andamento dei volumi intermediati, la riduzione dei margini unitari e, soprattutto, l elevato aumento del costo del rischio. Il margine di interesse del totale delle ban- Patrimonializzazione delle banche Le rettifiche non hanno avuto impatto sull adeguatezza patrimoniale del settore che continua a essere elevata e a corrispondere alle richieste di potenziamento che derivano dal nuovo quadro regolamentare e dagli orientamenti delle autorità. Nel 2012 è proseguita la patrimonializzazione delle banche italiane: a marzo di quest anno il Fondo monetario internazionale ha attestato la solidità delle banche italiane, che appaiono in grado di fronteggiare l attuale fase congiunturale. Il patrimonio di vigilanza consolidato è stato di 235 miliardi di euro a fine 2012; il core Tier 1 ratio ha raggiunto il 10,7% dal 9,3% del Note (1) Altri residenti in Italia: società non finanziarie, famiglie consumatrici, famiglie produttrici, istituzioni senza fini di lucro, assicurazioni e fondi pensione e altre istituzioni finanziarie al netto dei Pct con controparti centrali. (2) I tassi di crescita sono calcolati includendo i prestiti non rilevati nei bilanci bancari in quanto cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni (ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni). (3) Sofferenze al lordo delle svalutazioni. (4) Statistiche non armonizzate. Dati non omogenei rispetto alle statistiche armonizzate a seguito del diverso criterio nella segnalazione delle svalutazioni. (5) Depositi in conto corrente, depositi con durata prestabilita al netto di quelli connessi con operazioni di cessioni di crediti, depositi rimborsabili con preavviso e pronti contro termine; i depositi sono al netto delle operazioni con controparti centrali. LO SCENARIO 11

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14 La comunicazione Il rapporto con media, opinione pubblica e associati

15 La comunicazione Il rapporto con media, opinione pubblica e associati La comunicazione non come un fine, ma come uno strumento a beneficio della reputazione. Assumere un atteggiamento proattivo nella dialettica su ruolo, funzioni, operatività, finalità delle banche. Anticipare le critiche ritenute fondate e rispondere ad esse ammettendo il problema e dimostrando capacità di correzione/miglioramento. Di fronte alle critiche infondate, pretestuose o ingiustamente vessatorie, invece, contrapporsi con la forza dell informazione, della chiarezza e del ragionamento. Le linee guida L Associazione ha inaugurato un cambiamento di passo della comunicazione istituzionale, con l obiettivo di consolidare la pratica del ribattere colpo su colpo a livello internazionale, nazionale e locale (organi regionali ABI) assicurando un informazione chiara e trasparente, sostenuta da dati e analisi oggettive, nei confronti di tutti gli stakeholder. La comunicazione è imperniata su pochi concetti chiave, semplici e immediati, volti a valorizzare il ruolo delle banche nello sviluppo economico e civile del Paese e a promuovere le condizioni normative e operative perché questo possa essere svolto nel migliore dei modi. In primo piano sono stati sempre i temi dell andamento economico del settore, del credito, della regolamentazione generale, in un quadro complesso come quello attraversato. La stabilità e solidità delle banche italiane, nonostante la grave recessione e il deterioramento della qualità del credito, è emersa in maniera costante, malgrado le prese di posizione delle maggiori agenzie di rating. Per quanto riguarda il credito, accanto all attenzione per l andamento dei prestiti e delle altre principali grandezze bancarie, hanno avuto particolare visibilità le moratorie per le imprese e le famiglie, l impegno per rendere operativo lo sblocco dei pagamenti del debiti delle pubbliche amministrazioni alle imprese, le iniziative con la Cassa depositi e prestiti, le azioni per sostenere le zone colpite dal terremoto in Emilia Romagna. Nell impianto comunicativo ha avuto particolare rilevanza a livello comunitario il capitolo della regolamentazione generale: con il ruolo di primo piano dell Eba e le prese di posizione connesse al costante rispetto degli obiettivi di capitale; Basilea 3 e lo speciale riconoscimento del fattore di supporto per le piccole e medie imprese; la vigilanza europea e la prospettiva della Banking Union. I rapporti con la stampa Per garantire sempre maggiore efficacia alla voce delle banche è stato definito l obiettivo di potenziare la presenza sui media incrementando le partecipazioni radio-televisive dell ABI. Di qui la messa a punto di una task force, cui è stata messa a disposizione una formazione ad hoc, per sostenere una costante partecipazione mediatica. Anche con il supporto di esperti esterni, è stato attivato un presidio sulla stampa estera a Londra e a Berlino, per migliorare la conoscenza delle banche italiane da parte dei media di altri paesi. I frequenti contatti permettono anche di gestire più efficacemente il rapporto con i media internazionali. In linea con queste iniziative, non è mai stata dimenticata la piazza di Bruxelles. Oltre agli incontri a Londra, Fran- ASSOCIAZIONE BANCARIA ITALIANA 14

16 coforte e Bruxelles del 2012, nella prima parte del 2013 ha avuto luogo un appuntamento con la stampa estera a Milano, frequenti occasioni di scambi di opinioni con l Economist, Financial times, Bbc, Wall street journal e Reuters. L appuntamento London city week è stato l occasione per momenti di confronto con centri di interesse e rappresentanti dei media internazionali. E sempre seguito con attenzione il monitoraggio dell azione di comunicazione, in modo da avere un costante punto di riferimento e la rappresentazione del settore veicolata dai media. Accanto alla stampa nazionale e locale, alla radio televisione, il rilievo del web ha portato ad una attenta verifica della rete. È stato infine costante il coordinamento con le Associazioni di impresa, con reciproco scambio di informazioni. Le iniziative sul territorio Per sostenere e spiegare all opinione pubblica, anche attraverso i media, il ruolo delle banche in Italia, nel 2012 sono state realizzate 4 tappe del Road show: Vicenza a gennaio, Ancona a marzo, Viterbo a maggio, Lecce a ottobre. Il 2013 si è aperto con la tappa di Messina il 25 e 26 gennaio. Incontri di connotazione più prettamente mediatica sono stati e saranno in agenda per coinvolgere in prima persona i rappresentanti ABI sul territorio. In questa prospettiva nella prima parte del 2013 i Presidenti di ABI Campania e di ABI Calabria hanno incontrato la stampa a Napoli e a Catanzaro. La comunicazione web Il grande cambiamento delle forme di comunicazione imprenditoriale, ispirato dalle nuove tecnologie dell informazione, ha imposto anche all ABI di dare una riposta innovativa ai suoi pubblici di riferimento (banche, imprese, istituzioni ). E stato così inaugurato un sistema di comunicazione in Rete multitarget, diretto tanto agli Associati quanto ai differenti segmenti che compongono la pubblica opinione in generale, a conforto dell esigenza di porre oggi l utente al centro di un nuovo paradigma di comunicazione, fornendo servizi informativi in funzione della sua identità. E nato così a luglio del 2012 un nuovo sito che vuole contribuire in modo determinante alla generazione di consenso e al miglioramento della reputazione del Settore. Ad affiancarlo la newsletter ABI News che al formato cartaceo tradizionale ha aggiunto la versione elettronica per raggiungere con cadenza settimanale una platea in continuo aumento, stimabile per la metà del 2013 in circa settemila lettori. Ultimo medium nato a gennaio per integrare e completare il dominio internet dell Associazione è la WebTv, cui va il merito di diversificare l offerta informativa con cronache di eventi istituzionali, interviste al top management dell Associazione e clip educative rivolte al pubblico di imprese, privati cittadini e famiglie. Il piano per la cultura Le aziende bancarie italiane detengono la maggior parte del patrimonio artistico privato del Paese e portano avanti un azione di acquisizione, conservazione e valorizzazione, diffondendo così la conoscenza della storia e della tradizione artistica italiana. In stretta collaborazione con gli Associati, l Associazione bancaria italiana sta quindi promuovendo una serie di azioni comuni che puntino a catalizzare l attenzione degli stakeholder (media, istituzioni, mondo politico, opinione pubblica) su quanto le banche già fanno singolarmente in campo culturale per la società civile. A ciò si aggiunge la realizzazione di alcuni progetti integrati (tra i quali spiccano la progettazione di un Museo virtuale delle banche italiane, l apertura della Biblioteca dei volumi d arte e l evento annuale ormai consolidato di Invito a Palazzo ). Obiettivo è dare maggiore valore all impegno espresso dalle imprese bancarie in favore dei cittadini e del territorio. Ovvero valorizzare il consolidato di quanto le banche fanno per la cultura ed essere leva di miglioramento reputazionale LA COMUNICAZIONE 15

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18 Le relazioni istituzionali e le regole Il dialogo con le istituzioni nazionali, europee e internazionali

19 Le relazioni istituzionali e le regole Il dialogo con le istituzioni nazionali, europee e internazionali L ABI promuove la definizione di un campo di gioco imparziale internamente e neutrale nel confronto europeo, evitando penalizzazioni e asimmetrie, facendo valere gli elementi qualificanti dell Industria bancaria italiana. Occorre che le regole incidano sui princìpi e sui comportamenti per un corretto rapporto con le controparti, ma consentano anche il libero esercizio dell attività di impresa propria della banca, senza la pretesa di individuare, ex ante e per via prescrittiva, quali sono le giuste politiche di prezzo o il giusto livello di redditività delle imprese bancarie. Basilea 3 Nel processo di recepimento europeo delle regole di Basilea 3, tramite un Regolamento e una Direttiva (Crr/ Crd 4), è stato sostanzialmenete approvato quanto proposto da ABI, Alleanza delle cooperative italiane, Confindustria e Rete imprese Italia, in tema di introduzione dello Sme supporting factor. Si tratta di un fattore volto a immunizzare l aumento quantitativo dei requisiti di capitale imposto da Basilea 3 per le esposizioni verso le Piccole e medie imprese (Pmi), comparto vitale per la ripresa economica europea. Conseguentemente i requisiti patrimoniali non vengono ridotti, ma semplicemente non aumentati rispetto alle regole di Basilea 2. Tuttavia, lo Sme supporting factor non immunizza il maggior costo derivante dalla richiesta di capitale bancario di migliore qualità a fronte del rischio previsto dal nuovo accordo di Basilea. Ciò nonostante si ritiene possa dispiegare effetti positivi. In tema di rischio di liquidità, nell indicatore di breve termine, il Liquidity coverage ratio (Lcr), è stata accolta la richiesta di prevedere un adeguato trattamento dei crediti a revoca. La versione finale del Regolamento consente alle autorità nazionali - come richiesto dalle banche italiane - di differire l eliminazione dei filtri prudenziali sui titoli di Stato detenuti nel portafoglio Disponibili per la Vendita (Afs) fino all entrata in vigore del nuovo principio contabile internazionale per gli strumenti finanziari, l Ifrs 9, prevista per il Analogamente, è stata ottenuta l introduzione di un regime non penalizzante per il settore bancario italiano per il computo nel Common equity tier 1 sia delle imposte differite attive (Dta) sia del sovrapprezzo per le azioni privilegiate e di risparmio. In tema di strumenti Additional tier 1 emessi dalle banche, il Regolamento comunitario ha accolto la proposta volta a prevedere un abbattimento temporaneo del valore nominale dei titoli per far fronte ad eventuali perdite subite nonché la successiva eventuale ricostituzione dello stesso laddove l emittente abbia successivamente raggiunto un coefficiente minimo di Common equity tier 1 prestabilito. Le disposizioni in materia di corporate governance contenute nella Crd 4 appaiono sostanzialmente allineate a quanto già previsto dalla normativa nazionale. Una particolare enfasi ha riguardato il divieto di cumulo degli incarichi (un incarico esecutivo cumulabile con quattro incarichi non esecutivi; possibilità di esercitare al massimo quattro incarichi non esecutivi). In tema di remunerazioni del personale, si è cercato di ottenere un giusto bilanciamento per per far si che la leva retributiva rimanga uno degli strumenti gestionali a disposizione delle aziende. ASSOCIAZIONE BANCARIA ITALIANA 18

20 Pertanto, nel processo di determinazione del rapporto massimo tra remunerazione fissa e variabile (poi stabilito nel 100%), si è chiesta l elevazione di tale limite (fissato poi a un massimo del 200%) per particolari figure chiave. Migrazione alla Sepa Nell ambito del Programma ABI di completamento della migrazione dell Italia all Area unica dei pagamenti in euro (Sepa) ABI e le banche hanno ultimato gli interventi per la migrazione della procedura di bonifico domestico all equivalente Schema paneuropeo Sepa credit transfer. Questo ha consentito la migrazione ad aprile 2013 delle spese fisse (stipendi pubblici e pensioni di guerra) del Ministero dell economia (circa venti milioni di pagamenti annui) senza criticità. I lavori per l adeguamento degli addebiti diretti domestici al Sepa direct debit richiedono invece il coinvolgimento di una molteplicità di soggetti e interventi maggiori per il superamento delle differenze sostanziali esistenti tra i due schemi. L ABI si è fortemente impegnata in attività di comunicazione verso le imprese e i consumatori in merito alle novità introdotte dalla Sepa. Regole contabili La conclusione del processo di revisione dello Ias 39, prevista per il 2012, è slittata al 2013 e l applicazione dei nuovi principi al 2015 ma, segue a pagina 21 Crediti deteriorati nella comparazione internazionale Nel corso del 2012 si è sviluppato un intenso dibattito sull entità dei crediti deteriorati nei bilanci delle banche dei principali paesi europei. La discussione è stata alimentata da un rapporto dell Fmi che, nell ottobre 2012, ha operato alcune comparazioni, in particolare tra Italia e Spagna, che l ABI ha segnalato come fuorvianti e distorsive della realtà. A seguito di tale segnalazione è stato realizzato per conto dell ABI uno studio indipendente da parte di Pricewaterhouse Coopers (PwC) che ha confermato le tesi dell Associazione. Il lavoro evidenzia come di fatto solo in Italia esista una convergenza tra rappresentazione civilistica e regolamentare dei crediti deteriorati. In Germania, Uk e Francia l aspetto contabile e quello regolamentare sembrano viaggiare su binari distinti. In Germania poi vengono utilizzati sia i principi contabili internazionali (Ifrs) sia i principi contabili nazionali (German gaap). In Francia si utilizzano i principi contabili internazionali mentre quelli nazionali (Fra gaap) sono usati solo per motivi fiscali o per guidare alcune interpretazioni degli Ifrs (ad esempio per i crediti ristrutturati). Anche per quanto attiene agli obblighi informativi, in nessun Paese sembra essere presente una normativa prescrittiva e dettagliata come quella esistente in Italia. Laddove le informazioni sono dettagliate, restano comunque non direttamente comparabili e riconciliabili anche tra banche dello stesso paese. Dallo studio sembra emergere che uno dei temi chiave sia quello della classificazione dei crediti ristrutturati, aspetto sotto attenzione da parte di molteplici organismi regolamentari, tra cui l Eba. Viene anche evidenziato come la maggior parte dei documenti dei citati organismi si sia finora concentrata sugli obblighi di informazione, fornendo raccomandazioni per favorire una informativa più completa e standardizzata. Considerato che anche l armonizzazione proposta dall Eba si dovrebbe concentrare su tali aspetti senza promuovere una tassonomia omogenea dei crediti deteriorati, occorrerà evitare che ciò diventi controproducente e non ingeneri la falsa credenza della comparabilità di dati che avranno solo una descrizione comune ma continueranno a sottendere definizioni diverse. Pertanto, anche se la proposta Eba, una volta attuata, sarà estremamente importante per le autorità di vigilanza e nel contesto dell Unione bancaria, la comunicazione al mercato dovrà essere migliorata in modo significativo. Un aspetto di rilievo è infine quello delle garanzie: il computo nei tassi di copertura dei crediti deteriorati, che è prassi nel caso di importanti banche internazionali, porterebbe - se adottata anche in Italia - il settore bancario italiano in netto vantaggio in termini comparativi LE RELAZIONI ISTITUZIONALI E LE REGOLE 19

21 Contrasto al riciclaggio e al terrorismo internazionale L attività di collaborazione attiva del settore bancario e finanziario con le autorità per realizzare il maggior contrasto possibile al riciclaggio e al terrorismo internazionale è tema caro, motivo di impegno e di costante interlocuzione dell ABI con le istituzioni nazionali, comunitarie e internazionali. Nell ultimo anno l ABI ha avviato anzitutto un analisi comparativa degli adempimenti antiriciclaggio in cinque Paesi Ue: oltre all Italia, Germania, Austria, Francia, Lussemburgo e Olanda. Ciò allo scopo di verificare eventuali squilibri della normativa nazionale e ristabilire, insieme alle istituzioni, un allineamento della normativa nazionale alle regole europee. Dall indagine è emersa una declinazione più stringente in Italia dell attuale direttiva 2005/60/ Ce; ciò ha determinato un aumento dei costi di implementazione per le banche italiane, costi di compliance che risultano più elevati rispetto alla media europea. In particolare, esiste solo in Italia l obbligo di costituire e detenere l Archivio unico informatico ai fini della registrazione dei dati relativi ai rapporti e alle operazioni. L obbligo e la numerosità degli adempimenti richiesti dalla normativa domestica ha avuto spesse volte l effetto di scoraggiare gli insediamenti di banche estere in Italia che devono coniugare la normativa italiana e quella delle rispettive case madri, con importanti investimenti per rispettare le esigenze di reporting previste dal legislatore nazionale. Occorre infine evidenziare che i diversi recepimenti della normativa comunitaria in ambito domestico hanno determinato numerose difficoltà organizzative per gli intermediari bancari e finanziari che svolgono attività transfrontaliera, rendendo particolarmente onerosa l adozione di policy antiriciclaggio condivise a livello di gruppo. Alla luce di quanto sopra, l ABI è intervenuta attivamente sia sul fronte nazionale che su quello comunitario per ridurre il gap normativo in materia. In questa ottica, sin dall avvio del processo di revisione della II Direttiva antiriciclaggio, l Associazione ha predisposto un proprio position paper che è stato trasmesso e discusso con le autorità nazionali e con i parlamentari europei che si occupano della Proposta di Direttiva. L ABI ha quindi posto l accento sulla necessità di rivedere il livello di armonizzazione proposto e optare per un approccio di piena armonizzazione mirata, non consentendo agli Stati membri di introdurre rispetto a specifici adempimenti ulteriori oneri per gli intermediari bancari e finanziari. Accanto alla questione del livello di armonizzazione, che rimane uno dei temi principali e più critici, l Associazione ha evidenziato la necessità di una semplificazione della normativa nazionale e comunitaria che tenga conto dell attività di digitalizzazione dell attività bancaria, posto che quest ultima si caratterizza per l instaurazione del rapporto a distanza, ossia dell assenza fisica del cliente. Questa circostanza, secondo la normativa anti-riciclaggio, è ritenuta motivo per rafforzare gli adempimenti di verifica del cliente stesso. L ABI ha quindi avviato un confronto con le autorità competenti sulla possibilità di modificare il dlgs n. 231/2007: ampliare cioè l attuale portata dell art. 28, comma 3, lettera c), per includervi nuovi strumenti tecnologici, oggi disponibili, che abbiano caratteristiche assimilabili a quelli già citati dalla normativa e che garantiscano l assolvimento degli obblighi di adeguata verifica della clientela anche senza la presenza fisica del cliente. In diversi incontri è stata anche sottolineata la necessità di rivedere l impianto sanzionatorio della normativa antiriciclaggio, rafforzando le sanzioni amministrative e muovendosi contestualmente in un ottica di depenalizzazione. ASSOCIAZIONE BANCARIA ITALIANA 20

22 segue da pagina 19 con molta probabilità, slitterà al Ciononostante l attività dell ABI è stata nel 2012 intensa e volta a indirizzare le proposte dello Iasb verso principi che attenuino la prociclicità degli Ias/Ifrs, legata al fair value e all impairment. Permangono elementi di elevata criticità nelle proposte in discussione, specie per quanto riguarda la classificazione dei crediti, su cui si continuerà a lavorare. Fiscalità equa Tra le priorità è tuttora in primo piano l ottenimento di un quadro normativo più equo. Peraltro, l impegno per la realizzazione delle proposte al centro del progetto di riforma del precedente governo è stato vanificato dalle vicende di fine anno, che hanno condotto al temporaneo accantonamento del provvedimento. Obiettivi importanti quali l introduzione di una normativa in tema di abuso del diritto e la realizzazione di un codice di condotta per una compliance preventiva in ambito fiscale sono pertanto oggetto di nuove istanze, in relazione anche all annunziata ripresa - a partire da giugno dei lavori parlamentari sul ddl di delega per la riforma fiscale. Parallelamente, il persistere della crisi e i connessi problemi di finanziamento da parte dello Stato hanno imposto di mantenere alta l attenzione rispetto a sempre possibili interventi diretti al reperimento di risorse a carico delle banche italiane, già soggette a una fiscalità più onerosa rispetto ai concorrenti europei. Tali circostanze, che hanno condizionato il dibattito che ha condotto alla introduzione in Italia della tassa sulle transazioni finanziarie, non hanno impedito di ottenere risultati positivi in tema di perdite su crediti, con immediata deducibilità delle perdite da cancellazione del credito, di quelle su crediti di modesto importo e su crediti prescritti, nonché, in tema di interessi passivi e costo del lavoro, con l introduzione della deducibilità analitica dall Ires dell Irap relativa al costo del lavoro e il mantenimento, accanto a questa, della deducibilità, sempre dall Ires, dell Irap forfetariamente riferita agli interessi passivi. L ABI ha svolto un attento monitoraggio delle questioni oggetto di divergenze interpretative, anche potenziali, con gli uffici fiscali accertatori, per ridurre al minimo le aree di contestazione. In questa logica, è positivo l ottenimento della norma che ha regolamentato il trattamento Iva delle gestioni patrimoniali, sancendone la tassabilità, in modo da allineare la normativa interna a quella comunitaria. Altro cantiere che sottolinea un intensa attività dell ABI è quello in tema di informazioni relative alla clientela. In ambito nazionale, è stato portato a conclusione l iter attuativo delle modifiche introdotte alle segnalazioni effettuate dagli operatori finanziari per la creazione, da parte dell amministrazione finanziaria, delle cosidette liste selettive. Sul fronte internazionale, è stata ottenuta la partecipazione attiva del Governo italiano alla trattativa con gli Usa ai fini della nuova normativa antievasione (Fatca): dopo la ratifica dell accordo tra i due Paesi, che semplifica gli adempimenti delle banche italiane, i lavori proseguono con riferimento alla relativa fase di implementazione dell accordo. Unione bancaria Di grande rilievo per il settore bancario è la proposta di Regolamento che attribuisce la vigilanza della Bce su tutte le banche sistemiche dell Eurozona. Tra i punti di forza del nuovo Meccanismo unico di supervisione (Ssm), che dovrebbe entrare in vigore a metà 2014, vi è l azzeramento delle differenze nelle pratiche di vigilanza. In questo modo è possibile conseguire un effettiva omogeneità delle regole e pratiche di vigilanza, nel pieno rispetto del principio della proporzionalità. Per gli altri due pilastri dell unione bancaria rappresentati dalle regole per la gestione delle crisi bancarie e dall accentramento del sistema di garanzia dei depositanti, l ABI ritiene di cruciale importanza istituire un Autorità europea unica di risoluzione delle crisi bancarie, con competenza su tutte le banche oggetto di vigilanza da parte della Bce LE RELAZIONI ISTITUZIONALI E LE REGOLE 21

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