Rapporto Giovani. VI Indagine Iard sulla condizione giovanile in Italia a cura di Carlo Buzzi, Alessandro Cavalli, Antonio de Lillo
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1 Rapporto Giovani. VI Indagine Iard sulla condizione giovanile in Italia a cura di Carlo Buzzi, Alessandro Cavalli, Antonio de Lillo Parte I, cap. 5 La vita con la famiglia d origine a) La contrazione del numero di figli per coppia incide sui modelli socializzativi (più scambio e relazioni più profonde fra le generazioni) b) Fare un figlio ha un diverso significato meno regole sociali, più affettività c) In passato il figlio maschio ereditava l attività paterna e doveva mantenere i genitori anziani; alle figlie femmine spettavano compiti di cura nei confronti di genitori e suoceri. Oggi sono i genitori che sostengono e mantengono a lungo i figli, anche dopo il passaggio all età adulta d) I padri dedicano più tempo alla cura dei figli (ruolo meno autoritario e più partecipativo) e) Diverso clima familiare la conflittualità è più contenuta, perché oltre al sostentamento e all istruzione, i genitori offrono anche elevati gradi di libertà e autonomia ai figli
2 Parte I, cap. 6 Le giovani coppie a) Progressivo protrarsi della vita in famiglia (le coppie si formano più tardi e più tardi si fanno figli) b) Aumento di giovani che hanno già concluso un esperienza coniugale (dal 5,7% del 2000 all 8,2% del 2006), soprattutto se non hanno avuto figli c) Si diffondono le convivenze (dal 10% del 2000 al 20% del 2006), soprattutto nelle grandi città del Nord e fra coloro che hanno titolo di studio elevato (e finché non ci sono figli). La convivenza si configura come modalità iniziale di costituzione della coppia più che come scelta alternativa d) Conviventi più spesso hanno sperimentato forme di coabitazione (poca diffusione delle convivenze in Italia riconducibile anche a minore sperimentazione di percorsi di autonomia dalla famiglia) e) I coniugati hanno maggiore consenso de genitori (96,2% contro l 81,7% dei conviventi), maggiori aiuti economici (62,1% contro 44,4%), maggiore disponibilità di una casa di proprietà (33,8% contro 29,6%). f) Permane un modello di relazioni fra le generazioni improntato alla non conflittualità: i genitori non si oppongono alle scelte dei figli e i figli costruiscono il proprio nucleo con l appoggio dei genitori. Un cambiamento di opinione da parte dei genitori rispetto alle convivenze porterà probabilmente nel prossimo futuro ad una loro diffusione. g) Pluralità di modelli familiari anche in Italia: 1) tradizionale (e più diffuso): uscita di casa per matrimonio e poi nascita dei figli; 2) convivenza come fase transitoria prima del matrimonio; 3) convivenza come modello stabile, che rimane anche in presenza di figli.
3 h) Modello occupazionale più diffuso è la doppia partecipazione al mercato del lavoro (soprattutto quando non ci sono figli, ma anche in presenza di figli al Nord e per le donne più istruite). i) Omogamia culturale, ma più spesso che in passato sono le donne ad avere un titolo di studio più elevato. j) Omogamia occupazionale meno marcata a causa dell elevata concentrazione delle donne nelle occupazioni impiegatizie
4 Parte II, cap. 1 I valori e l atteggiamento verso la vita a) Si chiede quali sono le cose importanti della vita, ricorrendo ad una scala e ricostruendo a posteriori la graduatoria. b) La gerarchia si conferma stabile rispetto alla precedente rilevazione: prevale l area della socialità ristretta (famiglia, amore, amicizia), scarso interesse per attività politica e vita collettiva in generale c) Esiste una relazione fra le cose considerate importanti e le caratteristiche degli intervistati, ad esclusione dei valori più importanti (salute, famiglia, autorealizzazione) d) I valori connessi all impegno verso la collettività e le virtù civili sono più apprezzati da chi ha elevato capitale culturale; i valori più legati alla conquista di risorse materiali sono più apprezzati dai maschi e chi parte da condizioni socialmente meno vantaggiose. e) I giovani paiono attenti alla definizione della propria identità e al proprio intorno sociale immediato f) Nel tempo perde importanza il lavoro e ne acquisisca la vita di relazione
5 Parte II, cap. 2 Il rapporto dei giovani con la religione a) Il 75% degli intervistati dichiara di pregare almeno occasionalmente; il 67% dichiara interesse per la dimensione spirituale; il 43% definisce alta o molto alta la propria fede. b) Solo il 5% della popolazione giovanile nega in maniera netta qualsiasi rapporto con il sovrannaturale c) Il rapporto fra i giovani e la religione passa attraverso la socializzazione primaria: chi influisce di più sul proprio modo di intendere la religione è la madre (35%) e se la madre dà importanza alla religione cresce il numero di giovani che dichiara di pregare ogni giorno (dal 6 al 30%) e di coloro che ritengono la religione molto importante (dal 18 al 50%) d) Non cala la tensione verso il sacro,ma si affievolisce il riconoscimento come membri di una religione o di una Chiesa (in particolare per il prezzo da pagare in termini di libertà individuale) e) La definizione di sé come cristiano risponde più a bisogni identitari di riconoscimento all interno di una cultura che al fatto di seguire i precetti e sentirsi appartenenti alla comunità ecclesiastica f) L intensità dell appartenenza religiosa influisce sul grado di ammissibilità e di propensione personale a compiere una serie di azioni riconosciute come moralmente negative (meno per i precetti che influiscono direttamente sui comportamenti quotidiani e sulla libertà personale).
6 Parte III, cap. 2 La moralità a) Negli ultimi 20 anni è calata la percezione che la società critichi i comportamenti volti a sottrarsi alla regole e al controllo economico da parte dello Stato e delle istituzioni, così come la critica per i comportamenti riferibili all area familiare e sessuale senza rilevanti differenze di genere. b) Per quanto riguarda l area dei comportamenti legati al tema della vita e della salute gli andamenti sono in parte contrapposti c) Si mantiene molto alta la percezione della condanna sociale rispetto ai comportamenti legati all addiction e alla violenza che non si ritiene mutata nel tempo. d) Si evidenzia un salto culturale fra ciò che si ritiene criticato dalla società e ciò che è criticato dagli amici (in particolare: ubriacarsi, fumare occasionalmente marijuana, disegnare graffiti, usare materiale pirata, viaggiare sui mezzi pubblici senza pagare, oltre che, in generale, nell area dei rapporti familiari e sessuali) e) Ci sono molte analogie fra il giudizio di critica sociale e l ammissibilità personale di alcuni comportamenti. Tuttavia la proiezione di poter incorrere in certi comportamenti presenta talvolta livelli superiori al giudizio di ammissibilità (uso di materiale pirata, dichiarazioni mendaci al fisco, viaggiare senza biglietto, fare a botte, guidare ubriachi) e talvolta invece inferiori (esperienze omossessuali, chirurgia estetica, inseminazione artificiale) f) Ecco perché si parla di moralità situata, relativa più alle situazioni (vissute o immaginate) che ai sistemi di valori.
7 Parte III, cap. 1 La fiducia nelle istituzioni a) I giovani ripongono la fiducia maggiore nella scienza, e nelle organizzazioni deputate al controllo, piuttosto che nei media e nei rappresentanti politici b) Il consenso verso le forze dell ordine cresce con l età, mentre al crescere dell età cala il consenso verso i media; al Sud c è generalmente più fiducia in tutte le istituzioni, ad eccezione dei rappresentanti politici (46% nel Nord, 26% nel Sud) c) Nel tempo, cresce la fiducia nei confronti di polizia, militari e sindacalisti, cala quella nelle banche: la valutazione può essere in larga parte attribuita agli avvenimenti nazionali ed internazionali occorsi nel periodo precedente la rilevazione d) Alcuni gruppi (scienziati, magistrati, sacerdoti ) presentano un profilo stabile nel lungo periodo, altri (polizia, insegnanti, militari, governo ) un andamento altalenante, altri ancora (televisione e banche) un costante calo.
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