+ Giovani e. lavoro: differenze di genere

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1 + Giovani e lavoro: differenze di genere Patrocinio del Comune di Bologna La situazione lavorativa delle giovani generazione a partire da una prospettiva di genere Francesca Crivellaro Primi risultati della ricerca Fondazione Gramsci Emilia-Romagna 10 dicembre 2015

2 + Dati generali e situazione lavorativa 2 48,4% Maschi - 51,6% Femmine Figli Il 18,5% dei rispondenti ha figli (22,7% tra le donne; 14,2% tra gli uomini) (14,4% tra gli italiani; 45,5% tra gli stranieri) Studio Il 26,6% delle donne studia (vs. il 25% degli uomini), l 8,6% studia e lavora (vs. il 9,2% degli uomini). L 80% delle donne che studiano è iscritta all università (vs. 56,1% degli uomini), il 4,4% a corsi di studio postlaurea (vs. 19,5% degli uomini). Lavoro Né studio né lavoro Il 55,5% delle rispondenti lavora (vs il 52,5% degli uomini) Il 26,8% delle lavoratrici è anche madre Delle 12 donne che hanno dichiarato di non studiare né lavorare, 8 hanno figli Il 27,6% delle rispondenti con figli non studia e non lavora (vs. il 5,9% dei rispondenti maschi con figli)

3 + Soddisfazione lavorativa (generale) 3 Il grado di soddisfazione medio per il proprio lavoro espresso dai rispondenti (scala da 1 - per nulla soddisfatto a 4 - molto soddisfatto) è 3,00. 70,0% 60,0% 56,9% 59,8% 50,0% 40,0% 30,0% 20,0% 27,8% 15,3% 14,6% 22,0% 10,0% 0,0% 0,0% uomini 3,7% donne per nulla poco abbastanza molto Soddisfazione inferiore per le donne con figli (2,80) rispetto alle donne senza figli (3,00) e agli uomini con figli (3,19).

4 + Soddisfazione lavorativa (aspetti specifici) 4 Aspetti più soddisfacenti (lavoratrici donne) Rapporto con i colleghi (3,40) Possibilità di vivere nella città in cui si hanno affetti e famiglia (3,10) Orari lavorativi (3,04) Soddisfazione per: conciliazione lavoro e vita privata Donne con figli Donne senza figli Uomini con figli Uomini senza figli 2,63 2,74 2,92 3,15 Soddisfazione per: possibilità di fare carriera Donne con figli 2,16 Donne senza figli 2,40 Uomini con figli 2,69 Uomini senza figli 2,43

5 + Indipendenza economica (focus group) 5 Il tema dell autonomia-indipendenza economica è stato esplorato anche nei focus group: per i più adulti e istruiti il sostegno da parte della famiglia è stato -anche se non in tutti i casi -importante per affrontare il precariato; per i più giovani e meno istruiti il non gravare più sulle spalle dei genitori è un obiettivo molto importante e da conseguire al più presto! Per i maschi più giovani italiani e di origine straniera è importante il modello del padre

6 + Tempo libero 6 «Ho sempre dato molto valore al tempo perché sono convinta che se uno coltiva i suoi interessi, in qualche maniera riesce ad essere migliore anche nell orario lavorativo, perché comunque vuol dire che coltiva tutti quelli che sono i suoi interessi, eccetera e anche dagli interessi possono arrivare stimoli poi per il lavoro [ ] il fatto di andare a teatro, al cinema, eccetera hai comunque la possibilità di stare bene tu e quindi di passare del tempo chehaunvalore,quinditipesafravirgolettedimenoilfattodifarele8ore lavorative, da un certo punto di vista ma porti degli stimoli comunque anche nel tuo lavoro.» (Adele, lavoratrice italiana, 33 anni) «Anch io sono d accordo sul fatto che bisogna in qualche modo anche ritagliarsi uno spazio per... e alle volte mi pesa molto non poterlo fare, perché è chiaro che comunque alla fine io ho la mia vita, ho i miei amici, ho il mio compagno, ho la mia famiglia per cui quando le due cose vanno a sovrapporsi... cioè, è bello e interessante tutto quello che facciamo, però a volte mi infastidisce il fatto...anche il fatto di non essere di libera di scegliere quando fare determinate cose.» (Claudia, lavoratrice italiana, 32 anni)

7 + Percezione della situazione attuale: motivi di preoccupazione 7 Difficoltà nel trovare lavoro o rischio di perderlo Donne più preoccupate degli uomini (3,24 vs. 2,87) Madri leggermente meno preoccupate delle donne senza figli (3,17 vs. 3,27) Impossibilità di costruirsi una famiglia Comprensibilmente, più preoccupati i rispondenti senza figli Tra i senza figli, donne più preoccupate degli uomini (3,03 vs. 2,76)

8 + Sull impossibilità di costruirsi una famiglia (focus group/interviste) 8 «Secondome,lacosapiùterrificantediquestoèchelapressioneperlamaternitàè prettamente femminile. Nel momento in cui la donna si re-inserisce nel mondo del lavoro, là non esiste la paternità, anche a livello sociale comunque il peso è tutto lì. È la donna che lo accompagna all asilo, che lo fa, lo briga. Comunque la pressione lavorativa è su entrambi e non si può pensare che possa essere solo sulla donna o che la donna che lavora, che ha deciso di lavorare e si è formata per farlo, eccetera, rinunci anche lei stessa a certe cose; perché non è solo comunque dalla parte del datore di lavoro, ma anche all interno della coppia.» (Margherita, lavoratrice italiana, 31 anni) «Per me,arrivarea30anni edoverscegliere,potersceglieredi fareun figliosolose mi mantengono i miei che, ripeto, non avrebbero problemi e non me lo farebbero pesare e tutto quello che vogliamo, ma non è concepibile[ ] In questo momento, e sono 10 anni che lavoro, non posso permettermi di mantenere un altra persona.» (Giulia, italiana, lavoratrice, 30 anni) «Il lavoro è indispensabile per avere dei bimbi. Qui vedo che le donne fanno i figli quando sono vecchie.» (Kiril, lavoratore precario russo, 27 anni)

9 + Percezione della situazione attuale: concezione della povertà 9 Povertà come rinuncia alle proprie aspirazioni Percezione più diffusa tra le donne (54,4% vs. 35,6%) Differenze ancora maggiori se si considerano solo i rispondenti con figli (53,6% tra le madri, 29,4% tra i padri) Questione della rinuncia alla carriera professionale emersa anche nei focus group, ma non messa in stretta relazione con la povertà Povertà come impossibilità di vivere come coetanei o genitori Percezione più diffusa tra gli uomini (57,1% vs. 42,9% - coetanei) (58,8% vs. 41,2% - genitori) Questione del confronto intergenerazionale esplicitamente sollecitata nei focus group: nessuna particolare differenza fra donne e uomini Povertà come incapacità di soddisfare i bisogni primari Percezione più diffusa tra le donne (54,2% vs. 45,8%) Percezione più diffusa tra i genitori (in particolare le madri)

10 + Percezione della situazione attuale: ostacoli alla realizzazione delle proprie aspirazioni 10 Avere un figlio Opinione più diffusa tra le donne (14,1% vs. 4,3%) Differenza più marcata se si considerano solo i rispondenti con figli (34,5% tra le madri, 5,9% tra i padri) Differenti opportunità tra uomini e donne Opinione più diffusa tra le donne (23,4% vs. 5,2%) Risultati in parziale controtendenza rispetto ai focus group

11 + Percezione della situazione attuale: ostacoli alla realizzazione delle proprie aspirazioni (focus group/interviste) 11 «Sulle possibilità di fare carriera, qui si apre un altro tipo di capitolo nel senso che, purtroppo, per le donne il mondo del lavoro è ancora abbastanza difficile e accidentato. Nel momento in cui fai famiglia, hai un figlio è inevitabile che,comedire,cozziunpo conlapossibilitàdifarcarriera» (Adele, lavoratrice a tempo indeterminato italiana, 33 anni) «Io sono anche una persona che ha delle ambizioni, che aspira a crescere a fare delle cose nella vita, quindi mi sono anche spesso domandata: Ma se io ho un figlio, a che cosa devo rinunciare?. Anche a livello lavorativo.» (Claudia, lavoratrice italiana, 32 anni)

12 + Percezione della situazione attuale: cosa migliorerebbe le prospettive future 12 Sostegni pubblici alla genitorialità Opinione poco diffusa tra tutti i rispondenti, tuttavia più tra le donne (40,2% vs. 26,3%) Opinione molto diffusa tra le madri (69,0% vs. 31,6% tra le donne senza figli e 35,3% tra i padri) Più meritocrazia Opinione molto diffusa: 65,4% tra le donne, 61,9% tra gli uomini, 55,2% tra le madri, 58,8% tra i padri Tema della meritocrazia esplorato anche nei focus group e interviste; in alcuni casi, lo spazio del dialogo ha permesso di decostruire il concetto e articolarlo in maniera più approfondita

13 + Sul merito e la meritocrazia Focus group/ interviste «Diciamo che rispetto a un contesto culturale generale dove la meritocrazia non è ancora parte integrante, viceversa ci sono delle persone, degli episodi dove invece se hai la fortuna esiste effettivamente; almeno per il mio percorso, ho incontrato fortunatamente delle persone che hanno premiato comunque il merito, 1000 altre volte ho visto e anche vissuto delle situazioni dove non c entrava niente il merito ma era tutt altro. La nostra società, secondo me, è ancora fortemente imperniata su questo tipo di logiche.» (Adele, lavoratrice italiana, 33 anni) 13 «Prima forse i diritti erano molto più ampi; ad un certo punto non è stato più così, quindi questi diritti sono diventati dei privilegi per una certa parte di popolazione. E un altra è stata valutata sul merito, o comunque avrebbe dovuto esserevalutatasulmeritopoinonèstatocosì.quindivedodellepersonechehanno dei privilegi, ma non li hanno meritati. Li hanno avuti perché prima era così. Quindi essendoci due valutazioni differenti poi è ovvio che il conflitto intergenerazionale viene quando le valutazioni sono due.» (Margherita, lavoratrice italiana, 31 anni) «Il merito è un elemento utile per raggiungere i propri obiettivi, però in una percentuale non elevata. È chiaro che se una persona dimostra di avere delle capacità elevate può avere delle possibilità in più, però non è un elemento chiave e secondo me è molto triste. Influiscono tante altre cose, quindi può avere un peso relativo. Però sta cambiando, il valore del merito è crescente» (Alfredo, lavoratore italiano, 29 anni)