Presentato in concorso a Venezia 69 Premio Marcello Mastroianni a Fabrizio Falco quale attore emergente

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1 BELLA ADDORMENTATA Regia: Marco Bellocchio; scenegg.: Marco Bellocchio,Veronica Raimo, Stefano Rulli; fotogr.: Daniele Ciprì; mont.: Francesca Calvelli; scenogr.: Marco Dentici; cost.: Sergio Ballo; mus.: Carlo Crivelli; interpr. princ.: Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Michele Riondino, Maya Sansa, Pier Giorgio Bellocchio, Gian Marco Tognazzi, Brenno Placido, Fabrizio Falco, Roberto Herlitzka, Giorgio Morra, Federica Fracassi; durata: 115'; colore; produz.: Riccardo Tozzi, Giovanni Stabilini, Marco Chimenz, RAI Cinema e Babe Films; distr.: 01 Distribution; origine: Italia/Francia, Presentato in concorso a Venezia 69 Premio Marcello Mastroianni a Fabrizio Falco quale attore emergente Va subito detto che il film non racconta la storia di Eluana Englaro, ma racconta tre storie che si intrecciano sullo sfondo degli ultimi giorni della ragazza che è diventata il simbolo del dibattito del fine vita in Italia. Le vicende pertanto sono tre. La prima è quella di Uliano Beffardi, un senatore di Forza Italia che deve decidere se votare disubbidendo alla disciplina di partito per una legge sull'alimentazione forzata che va contro la sua coscienza. Sua figlia Maria è invece animata da sentimenti religiosi che la portano a Udine a manifestare davanti alla clinica dove è ricoverata Eluana. Il senatore, a Roma, si confronta con i suoi colleghi di partito e alla fine decide di votare contro la legge e di fare una dichiarazione in cui manifesta la sua posizione; cosa che non riuscirà a fare perché nel frattempo Eluana muore. Maria, intanto, incontra Roberto, un ragazzo che è schierato sull'opposto fronte laico, di cui s'innamora. Alla fine padre e figlia si ritrovano alla stazione di Udine in un clima di ritrovata serenità e di reciproca comprensione. La seconda è quella della Divina Madre, una famosa attrice di origine francese che ha rinunciato alla carriera per prendersi cura della figlia, Rosa, che è in coma. La donna è disperata e pensa di poter ottenere il miracolo con la fede e le preghiere. La sua religiosità, però, rasenta la follia e la donna è piena di sensi di colpa. Un giorno il padre e il fratello (Federico) della ragazza vengono a trovarla. Federico, che si sente privato dell'amore della madre, stacca il tubo del respiratore della sorella. Ma viene fermato in tempo dal padre che lo rimprovera aspramente. Alla fine padre e figlio tornano via, mentre la madre resta accanto alla figlia e il suo sonno è turbato dagli incubi. La terza è quella di Rossa, una giovane tossicodipendente che vuole farla finita con la vita e si taglia le vene. Il medico Pallido fa di tutto per salvarla, riuscendo anche ad evitare che la donna possa gettarsi dalla finestra. Tra i due nasce una schermaglia che sfocia in una sorta di amore. E quando Rossa potrebbe attuare il suo piano suicida non lo fa, perché finalmente ha trovato qualcuno che si interessa veramente di lei. Il racconto possiede una struttura ad incastro che permette di passare da una storia all'altra senza giustificazioni di tipo narrativo, ma con il chiaro intento di creare un'unità tematica che nasca da tale mescolanza. All'interno della prima vicenda ci sono poi alcuni brevi flashback di particolare importanza. Inoltre va sottolineato che il film inizia e finisce con quella che abbiamo definito la terza vicenda, che viene così ad assumere un particolare peso strutturale. Prima di passare ad analizzare e ad approfondire le tre vicende è necessario partire dall'analisi dello sfondo narrativotematico che accomuna le tre storie narrate. Lo sfondo è quello del cosiddetto caso Englaro, a tutti noto. È significativo che il film sia temporalmente definito da alcune date che vanno dal 3 al 10 febbraio 2009 (Eluana è morta il 9 febbraio). Alcune didascalie rimarcano il trascorrere dei giorni. La vicenda Englaro viene ricostruita attraverso materiale di repertorio (giornali e, soprattutto, TV), ma si capisce subito che l'autore, più che documentare quei fatti, vuole mettere in risalto la differenza delle varie posizioni sia a livello politico che a livello di opinione pubblica. Alcuni esempi:

2 - la Croce rossa, che porta Eluana da Lecco verso Udine, viene presa d'assalto da manifestanti che cercano di impedire quell'ultimo viaggio della ragazza in coma vegetativo da 17 anni; - di fronte all'intervistatrice che dice: «Una delle polemiche più feroci di questi giorni è: quanto soffrirà e se soffrirà Eluana», un medico risponde: «Eluana non soffrirà perché Eluana è morta 17 anni fa»; - per contro, una suora che aveva assistito la ragazza a Lecco afferma: «Abbiamo sempre sperato e continuiamo a sperare che Eluana possa ancora vivere. Perché Eluana vive e penso che nessuno abbia il diritto di spegnere una vita»; - Berlusconi, mettendosi nei suoi panni di padre, dice che se uno dei suoi figli si trovasse in quella situazione, non se la sentirebbe proprio di staccare la spina; poi parla del Capo dello Stato e dice che in Parlamento si farà una legge apposita; - Napolitano afferma che nessuno ha il monopolio del dolore; - il deputato Paolo Giaretta ritiene «offensive e vergognose le parole del Presidente del Consiglio: Eluana potrebbe avere un bambino»; - in TV vengono ricordate le parole di Papa Giovanni Paolo II: «Lasciatemi tornare alla casa del Padre»; - Emma Bonino tuona conto il governo che attenta alla libertà di tutti gli italiani; - il senatore Gaetano Quagliariello, dopo la morte di Eluana, afferma: «Eluana non è morta; Eluana è stata ammazzata. Per quel che ci riguarda, non ci stiamo!». Come si può vedere ci sono le più svariate posizioni ed è su questa pluralità di idee che si stagliano le tre storie che ora si cercherà di approfondire. Dopo un'immagine iniziale che rappresenta Rossa semicosciente sdraiata sul banco di una chiesa, si passa alla prima vicenda. Maria e il padre seguono in TV, separatamente, il viaggio di Eluana tra le proteste della gente. Il senatore non risponde al telefono che suona in continuazione e ha un'aria perplessa di fronte alle dichiarazioni di Berlusconi; quando finalmente gli passano la comunicazione e gli viene intimato di andare a Roma a votare («È un ordine del presidente, non puoi mancare»), si decide a partire. Nel frattempo Maria ha deciso di partire per Udine. L'autore sottolinea la diversità di idee che esiste tra il senatore e la figlia che sembra covare un certo rancore nei confronti del padre. Parlando della legge che si vuol far passare, Maria osserva: «È una questione di vita o di morte»; il senatore risponde: «Senti, non voglio discutere; tanto tu non convincerai me e io non convincerò te». Tuttavia il senatore si dimostra premuroso nei confronti della figlia, che invece parte quasi senza salutare. I due si separano. - Uliano è in treno, pensieroso. Tenta continuamente di telefonare alla figlia che però non risponde. C'è un primo flashback: la moglie del senatore, malata terminale, riceve l'olio degli infermi. Maria, con grande amore, fa coraggio alla madre; ma poi il padre l'allontana dalla stanza. Più avanti (quando ormai Uliano è giunto a Roma) c'è un secondo flashback: il senatore si trova da solo nella camera della moglie che gli sussurra: «Aiutami, amore mio, aiutami, sono stanca, ti prego». Dopo un momento d'indecisione il senatore spegne la macchina che teneva in vita la moglie. La vede morire sotto i suoi occhi. Poi l'abbraccia molto forte, con grande affetto e profondo dolore. Dal punto di vista tematico questi due flashback hanno un'importanza fondamentale: Uliano e Maria amano profondamente la donna, ma questo amore si traduce in due gesti completamente diversi: Maria l'incoraggia; Uliano, di fronte all'implorazione della moglie, compie un gesto di pietà e stacca la macchina. Giunto a Roma, il senatore si incontra con un suo collega (un certo Luigi, quello che l'aveva invitato pressantemente ad andare a votare) ed assiste ad una manifestazione in cui si grida: «La Costituzione non si tocca». Poi, camminando per strada da solo, parla con la moglie defunta: «Ho perso te, non posso perdere anche lei. Io devo parlare a Maria. Ho promesso di mantenere il segreto, ma questo non è il segreto di Fatima. Non posso perdere Maria. Sarebbe una sofferenza ingiusta e insopportabile. La politica non è che mi faccia schifo, ma in questo momento non me ne importa niente». Sorpreso da una collega a parlare da solo, Uliano si sfoga: Maria non risponde al telefono e

3 soprattutto non accetta la sua libertà di coscienza. Il suo disagio cresce a contatto con i suoi colleghi che, per disciplina di partito, ripetono meccanicamente: «Sì». Poi discute con Luigi: «Se io la penso in un modo perché devo votare in un altro?». Luigi gli fa notare che lui ha scelto di stare in un partito che lo ha fatto eleggere e lo ha fatto assolvere dall'accusa di certi reati. Ma Uliano vuole essere coerente con le proprie idee e afferma: «Io mi dimetto». Di fronte alla risposta di Luigi: «È una cretineria, un suicidio; lo dico per la tua carriera politica, per la tua immagine», Uliano ribatte con forza: «Mi avete rotto il c con l'immagine. Ma che significa? Una parola completamente priva di significato. La disciplina di partito, poi io non voglio più ubbidire a nessuno; è chiaro?». In seguito, in un bagno turco sotto il senato (si tratta di un'invenzione fantastica ma efficace dell'autore) Uliano parla con un senatore che è psichiatra e gli cita le parole del Papa: «Lasciatemi tornare alla casa del Padre». Lo psichiatra obietta: «È una battuta, è tutta da interpretare»; ma Uliano ribatte: «E che c'è da interpretare? Non c'è niente da interpretare». Infine prepara il discorso da tenere in aula prima di votare contro la legge e di dare le dimissioni. Ma non farà in tempo a leggere quel discorso perché nel frattempo giunge la notizia della morte di Eluana. Al senatore non resta che prendere la via del ritorno. - Maria con le sue compagne si ferma in un autogrill sulla strada per Udine. Qui incontra Roberto e suo fratello che stanno andando a manifestare sul fronte opposto. Il fratello di Roberto è un fanatico esagitato e lancia un bicchiere d'acqua in faccia a Maria. È l'occasione per conoscersi e per fare scattare la scintilla dell'amore. Quando si rincontrano, Maria si trova sul marciapiede dove gli attivisti delle associazioni cattoliche più radicali manifestano, Roberto sull'altro marciapiede dove militanti radicali e dei diritti civili contromanifestano. Nonostante la diversità delle idee tra i due nasce una storia d'amore. Dopo la notizia della morte di Eluana (che Maria riceve attraverso il suono delle campane) Maria va in albergo per tornare da Roberto. Ma questi è partito con il fratello e le manda un messaggio in cui le dice di non cercarlo. Maria sale in camera. È pensosa. Con un altro flashback l'autore mostra Maria che sbircia attraverso la porta dov'era ricoverata la madre e vede il padre che l'abbraccia. Maria poi passa davanti alla clinica, dove ormai non c'è più nessuno, e piange. Infine decide di prendere il treno per tornare a casa. Ed è proprio alla stazione di Udine che Uliano e Maria si ritrovano. Il loro rapporto risulta cambiato. I due si parlano con grande affetto e comprensione. Maria parla per prima e confessa: «Ti ricordi quando la mamma ha ricevuto i sacramenti e tu mi hai accompagnato alla porta e mi hai chiusa fuori? Io a un certo punto non ho resistito, ho socchiuso la porta e ho guardato dentro. Ero così arrabbiata con te che io ho immaginato che tu la stessi soffocando. Ma oggi ho capito, ho visto che tu in realtà l'abbracciavi. L'amore, papà, cambia il modo di vedere. Non è vero che acceca, anzi». Il padre capisce che Maria si è innamorata. Uliano poi le racconta della sua decisione di dare le dimissioni e del discorso che intendeva fare, un discorso «sincero». Maria lo vuole leggere. Capirà così qual è stato il ruolo del padre nei confronti della madre. Nella seconda vicenda la Divina Madre vive in una splendida villa, piena di fiori e di specchi. Si prende cura della figlia in coma, assistita da infermiere e suore. Come si è detto, l'attrice vive una religiosità fatta di sensi di colpa e di fanatismo. Recita il rosario in modo frenetico, ma soprattutto è convinta che il risveglio della figlia dipenda da lei. È significativo quello che lei dice al prete che è andato a trovare la ragazza: «Odio le lacrime, e l'odio è un peccato; sono disperata, e anche questo è peccato, ancora più grande. Vorrei essere una santa. Non posso sperare che Rosa si risvegli se non ho questa innocenza. Non ho la fede. Io non credo abbastanza. Recito, recito sempre, ancora. Voglio solo che Rosa si svegli». Questo atteggiamento narcisistico e recitativo trova conferma anche nel fatto che la donna ogni volta che passa davanti ad uno specchio non può fare a meno di guardarsi. Ciò le provoca un senso di colpa, tanto è vero che alla fine dirà all'infermiera di togliere tutti gli specchi dalla casa. C'è poi l'arrivo di Federico con il padre. Il ragazzo, che vuole fare l'attore e che prova un amore e un'ammirazione morbosi nei confronti della madre, non vede l'ora di recitare davanti a lei il Pianto della Madonna di Jacopone da Todi. Ma la madre vuole che lui parli alla sorella, con la speranza in una reazione. Federico lo fa, ma si capisce subito che il suo non

4 è un atteggiamento d'amore nei confronti della sorella: «Pensi che la mamma debba rinunciare alla sua vita? La mamma è una grande attrice; la sua rinuncia mi ha lasciato solo. Tu dovresti chiedere direttamente a Dio di fare il miracolo di svegliarti o di convincere mamma a lasciarti in pace, di morire, comandarglielo». Come si vede è l'egoismo a prevalere. Lo stesso egoismo che lo porterà a staccare il respiratore che teneva in vita la sorella. E qui assume un particolare peso, dal punto di vista tematico, la reazione del padre. Questi non è credente, ma accorre in soccorso della figlia e rimprovera aspramente Federico: «Tu devi rispettare la volontà di tua madre. Puoi non condividerla, ma la devi rispettare. Altrimenti te ne vai. Tu non puoi imporre agli altri quello che pensi sia giusto. Questa è violenza, violenza pura». Nel frattempo la madre è in chiesa dove viene celebrata una messa per il compleanno di Rosa e dove una bambina (che si chiama Maria e che «rappresenta la speranza») legge il bel brano evangelico di Matteo dove si parla della resurrezione della bambina figlia del capo della sinagoga. Alla fine, dopo la notizia della morte di Eluana, Federico e il padre se ne vanno, mentre l'attrice resta da sola a fare compagnia alla figlia. L'ultima immagine ce la mostra mentre dorme in preda agli incubi (e pronuncia alcune frasi di Lady Macbeth: «Ancora una macchia queste mani non saranno mai pulite». Nella terza vicenda, Rossa, dopo aver tentato di rubare, si taglia le vene. Il dottore Pallido interviene e la salva. Poi resta affascinato da quella giovane che dimostra di disprezzare la vita e la veglia in continuazione. Si oppone alle sue dimissioni e resta costantemente con lei, anche quando gli infermieri devono fare le pulizie. Forse anche lui ha avuto qualche esperienza di droga e resta molto colpito dalle parole del professore: «Un tossico, anche se smette di farsi, rimane sempre un tossico. Mettitelo bene in testa». Quando si assenta per seguire in TV l'annuncio della morte di Eluana, Rossa tenta di gettarsi dalla finestra, ma il medico fa in tempo a intervenire e la salva. Di fronte alle recriminazioni della donna che rivendica la propria libertà di suicidarsi, il medico ribatte con forza: «Tu sei libera di ammazzarti e io di non farti ammazzare. Mi sentirei un vigliacco se non facessi tutto il possibile per impedirtelo. Ma non solo perché sono un medico, per dovere professionale, ma per umanità, per semplice umanità. Non c'è un'altra parola. Se vedi uno che si butta dalla finestra cerchi di impedirglielo. Non ti chiedi se è giusto o sbagliato. Lo fai e basta». Da notare la differenza di comportamento del medico rispetto a quella donna che i familiari volevano far ricoverare a tutti i costi e che, di fronte al suo rifiuto, lo accusano di volerla uccidere. In quel caso il dottore era conscio dell'inutilità del ricovero (che era già avvenuto diverse volte), mentre nel caso di Rossa si trova di fronte ad una vita che può ancora essere salvata. Infatti alla fine, quando Rossa potrebbe finalmente buttarsi dalla finestra perché il medico si era addormentato, non lo fa e, dopo avergli tolto le scarpe, si rimette a letto. L'ultima immagine è quella del medico che guarda la donna e di lei che si gira tranquillamente sul fianco. Quello schiaffo che Pallido le aveva dato e poi quel bacio delicato sulle labbra le hanno fatto capire che c'è ancora posto per l'amore nella sua vita. Significazione. - Lo sfondo tematico, rappresentato dal caso di Eluana Englaro, diventa emblematico del problema del fine vita e dei vari modi di intendere la vita e la morte. - Nella prima vicenda vengono messe in risalto idee diverse e comportamenti diversi. Ma all'interno di un unico atteggiamento di amore. Maria è convinta di quello che fa, ma fa fatica a comprendere il padre. Solo quando avrà provato l'amore con Roberto, diventa più tollerante e comprensiva nei suoi confronti. Uliano ha compiuto un gesto di pietà. Nel discorso che aveva preparato diceva a tal proposito: «Per qualcuno può essere un atto di coraggio, per altri un atto vile, meschino, se non criminale. Per me è stato soltanto un atto d'amore per mia moglie, un atto d'amore per la sua libertà». Un amore che si riversa anche sulla figlia che non vuole perdere. - Nella seconda vicenda ci sono tre atteggiamenti: la madre ha un atteggiamento d'amore che però è inficiato da fanatismo e da narcisismo; Federico, morbosamente attaccato alla madre, agisce per egoismo; il padre, non credente, difende la libertà di coscienza e la scelta della moglie.

5 - Nella terza vicenda vengono messe in risalto due posizioni: quella di chi disprezza la vita e cerca di togliersela e quella di chi, per umanità e per amore, cerca di salvare una vita restituendole dignità e senso. Tanti personaggi, tante posizioni, tanti comportamenti. È chiaro che l'autore presenta come non autentica ogni forma di fanatismo (l'attrice, ma anche il fratello di Roberto); presenta in modo positivo la capacità di amarsi nonostante la diversità di idee (Maria e Roberto); spezza una lancia in favore della libertà di coscienza (Uliano, Maria, il padre di Rosa); condanna l'egoismo e il tornaconto personale ( Federico); esalta quell'amore che è in grado di salvare una vita che è stata umiliata (Pallido e Rossa). Ne emerge un'idea centrale che potrebbe essere così espressa: a fronte dei problemi legati alla vita, alle malattie mortali e alla morte l'unico atteggiamento valido è quello dell'amore. Un amore che si incarna in diverse forme a seconda della sensibilità, delle convinzioni e della libera coscienza di ciascuno. Dal punto di vista morale mi sembrano molte valide le osservazioni fatte dalla Commissione nazionale valutazione film della Cei che giudica il film «complesso, problematico e opportuno per dibattiti». Poi, in una nota, afferma che «il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, ben tenendo presenti le ampie sfaccettature dei temi trattati, che chiamano in causa sensibilità civili e spirituali, sfere pubbliche e private, istanze politiche difficili e dolorose». Inoltre si dice che il film può suscitare un dibattito «che chiede certamente a tutti uno sforzo in termini di dialogo e di reciproco rispetto per superare contrasti ruvidi, aspri, scostanti, che spesso non portano a niente». Olinto Brugnoli