Costruzione di Mezzo Scafo Parte I Gabrio Corsoni

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1 Costruzione di Mezzo scafo Articolo di in visita a Sergio Spina Oggi mi sono ritrovato a a rivivere un'esperienza credo unica, nella vita di un sedicente modellista. Il mito delle imbarcazioni tradizionali (e non) che ho incontrato più volte questa estate, Sergio Spina, che 20 anni fa mi stipì, allorquando, partendo da uno sbozzo appena accennato di legno, in nemmeno un'ora ne fece un mezzo scafo di gozzo con linee d'acqua praticamente perfette, oggi dicevo, si è nuovamente esibito in questa impresa, dovendo progettare un gozzo per tracciare i piani di costruzione. La preparazione a questa lavorazione, è data dal calcolo delle dimensioni del modello che deve essere realizzato. Sergio aveva già provveduto ad incollare due pezzi di legno di dimensioni diverse per crearne un inizio di sbozzo e con la sega a nastro aveva già scavato l'insellatura dello scafo. Naturalmente tenendo presente le dimensioni richieste dal committente! Con questo ci siamo recati al cantiere di Giovanni, figlio di Succiasego un maestro d'ascia di Marciana Marina di cui ha continuato il lavoro, e che come tutti i cantieri, è caotico, ma solo in apparenza! Pag. 1-9

2 La prima operazione consiste nel creare un riferimento per l'inclinazione della parte inferiore della chiglia e piallare lo sbozzo per portalo a misura, ovvero per definire l'angolo di alzata dei madieri. La tracciatura del riferimento dell'inclinazione: Spina la crea ad occhio, però sono convinto che se fosse anche un solo millimetro più in alto o in basso, il gozzo non sarebbe più lui; è l'esperienza di anni di mezzo garbo che gli suggerisce, stante le proporzioni, l'esatta posizione della linea di raccordo fra il fondo ed i fianchi (Ginocchio). Pag. 2-9

3 Con la pialla Sergio rifila la parte bassa dello sbozzo e squadra il pezzo con la parte posteriore per avere un riferimento valido al momento della finitura. La parte superiore, già insellata sarà oggetto di una lavorazione successiva. Si pialla anche la parte di appoggio per creare l angolo perfetto fra chiglia e dritto di prua. Quindi si tracciano le linee dei dritti di prua e poppa. Chi dovesse credere che la linea tracciata con noncuranza da Sergio abbia qualcosa di casuale, si deve ricredere, dal momento in cui si osserva che il pezzo superiore del legno sul quale è disegnato il dritto di prua, sporge di neanche 2 millimetri rispetto al pezzo inferiore. Senz'altro dietro a queste misure c è uno studio molto preciso delle dimensioni e di come dovrà essere il gozzo una volta finito. Spina mantiene il "segreto" del mestiere che da al suo lavoro un tocco di professionalità, dando l illusione che sia una operazione facile. Senz altro non è così. Stessa cosa per il dritto di poppa: l angolo con la chiglia non è senz altro casuale... infatti all atto pratico serve per intestare meglio il fasciame al momento della costruzione. Pag. 3-9

4 Con i due riferimenti posti verso l'operatore, si mette in morsa Inizia la sgrossatura del pezzo... Sergio inizia col creare il raccordo fra i fianchi e l opera viva, da cui dipenderanno poi tutte le altre linee. Pag. 4-9

5 In mezzo ad una nuvola di polvere, il pezzo inizia a prendere la giusta forma. Pag. 5-9

6 Lavorazione del dritto di prua, ricerca della giusta inclinazione e creazione della curva di raccordo con la chiglia. (Ginocchio) L operazione, stavolta meno complicata, viene effettuata anche sul dritto di poppa. Adesso si devono raccordare i due dritti di prua e poppa. In questa occasione occorre la capacita di vedere" le linee che si devono ottenere, cosa che difficilmente accade a chi non è esperto di linee d acqua e progettazione di carene. In effetti la differenza coi comuni mortali sta tutta qui: non è poco senz altro, anzi è la differenza data da 50 anni di lavoro e migliaia di disegni, progetti e rilievi di carene. Determinante è anche il tocco leggero e la velocità della macchina che non deve "bruciare" il legno e la cui regolazione deve essere fatta accuratamente. Un altro fattore di primaria importanza è l'essenza, senza nodi, che si deve prestare a questo tipo di lavorazione senza sfilacciare. Nel caso specifico l essenza è il tulipè (magnolia), perché é un legno che una volta stagionato, non si "muove" ed infatti viene usato per i grandi portoni, per le scatole dei sigari, e ha molti altri impieghi... Pag. 6-9

7 Questo è il risultato della prima sgrossatura e del raccordo fra i dritti: il lavoro prende forma Pag. 7-9

8 Da adesso in poi qualsiasi intervento deve essere condotto con delicatezza, asportando solo "decimi" di materiale a cercare e produrre l armonia delle linee d acqua! L opera viva è finita... o quasi ma desso bisogna livellare la coperta... per fare questo, con una squadra Sergio prende come riferimento la parte posteriore che all inizio era stata piallata alla giusta angolazione rispetto alla chiglia. Si tracciano i riferimenti con il lapis ad indicare i punti da limare e quindi si procede progressivamente per tentativi, finché la coperta è livellata completamente. Nelle foto che seguono, si vede chiaramente il procedimento. Pag. 8-9

9 Tre viste dello scafo a sbozzo ultimato. Da questo stadio partirà la lisciatura a vetro e leggerissimi ritocchi prima di arrivare ai rilievi e alla tracciatura delle ordinate, staminali, madieri, panchette, timone e quant altro. Tutto a dimensioni di piano esecutivo, quindi 1 a 1. I calcoli saranno di aiuto o eventuale correzione. Pag. 9-9