Auditorium Giovanni Paolo II Benevento 29 febbraio 2008

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2 La disponibilità, la qualità, gli usi dell acqua. La funzione delle dighe Ing. Pellegrino SOLIMENE Ministero delle Infrastrutture Ufficio Tecnico per le Dighe - Napoli Docente alla Scuola Regionale di Protezione Civile della Campania Componente Commissione Tecnico-Scientifica di Protezione Civile della Basilicata pellegrino.solimene@registroitalianodighe.it

3 LA FUNZIONE DELLE DIGHE 3

4 Le dighe sono le opere di ingegneria di maggiore imponenza, costruite per creare invasi artificiali finalizzati all uso della risorsa idrica, questo classificato in base al T.U n 1775 (e succ. mod.) come: uso irriguo; uso potabile; uso industriale; uso idroelettrico; 4

5 Nell immaginario collettivo le dighe sono tuttavia considerate, per la loro peculiarità e per l elevato impatto ambientale, essenzialmente quali cause di disastri, oppure strumenti di cattura delle acque oppure, ancora, quali cause di interferenze con le piene dei corsi d acqua per il timore che gli effetti delle piene medesime possano essere aggravati col rilascio di portate dal serbatoio. 5

6 Attorno alla problematica delle dighe, dunque, si è sviluppata una discussione ampia, vivace, qualche volta un po forzosa. Però la pubblica opinione, pur molto partecipe, percepisce in misura inadeguata la valenza e le potenzialità di siffatte opere, che, peraltro, sono esaltate dalla necessità di fronteggiare la situazione attuale caratterizzata da crescente convinzione che l acqua non sia più da ritenersi bene inesauribile ; ricorrenti eventi idrologici significativi; 6

7 Le dighe sono, infatti, funzionali al soddisfacimento di bisogni e di necessità via via crescenti in relazione alla pressione antropica sul territorio e sull ambiente: Approvvigionamento della risorsa idrica per disporne in maniera più razionale e adeguata alle esigenze, con un regime diverso da quello con il quale è disponibile in natura. Mitigazione del rischio idraulico lungo i corsi d acqua nei territori a valle Questa funzione viene esplicata mediante 7

8 ACCUMULO DELLA RISORSA Nelle stagioni in cui questa è più disponibile ADEGUAMENTO DELLA PORTATA DI PIENA ALLA OFFICIOSITA DEL CORSO D ACQUA I grandi volumi idrici in arrivo al serbatoio vengono, per quanto possibile, rilasciati a valle attraverso gli organi di scarico superficiali con gradualità per evitare esondazioni. 8

9 Torrente Quiliano (Savona),

10 La diga di Occhito (FG) sul Fortore (marzo 2005) 10

11 In Italia ci sono circa 9000 dighe (censimento da satellite eseguito dal Ministero LL.PP. nel 1992) 548 rientrano nella competenza del Ministero delle Infrastrutture Direzione Generale per le Dighe GRANDI DIGHE Le restanti opere rientrano nella competenza degli Enti territoriali (Regioni o Province) PICCOLE DIGHE 11

12 QUADRO NORMATIVO DPR 1 novembre 1959 n 1363 (parte I); DM 24 marzo 1982 (norme tecniche); Circ. Min.LL.PP n 1125; Circ. Min.LL.PP n 352; Legge n 183 (Legge sulla difesa del suolo) DPR 24 gennaio 1991 n 85; Legge n 584 ( sanatoria delle dighe non censite presso il Servizio Dighe e attivazione del DSTN presso la PCM); Circ PCM/DSTN/2/22806 Circ PCM/DSTN/2/7019 DLGvo n 112 (legge Bassanini. L art. 89 stabilisce l attribuzione delle competenze statali e regionali in materia di dighe); DPR n 136 (istituzione del RID); DIRETTIVA PCM mitigazione del rischio idraulico a valle delle dighe ai fini di protezione civile DLGvo n 152 Progetti di gestione dei serbatoi 12

13 Il combinato disposto delle norme configura il quadro di attribuzione di elencate RUOLI e COMPETENZE tra lo Stato e gli Enti territoriali in materia di vigilanza e controllo sulle dighe, nel comune obiettivo della tutela dell incolumità delle popolazioni a valle delle opere di sbarramento. 13

14 RIPARTIZIONE DELLE COMPETENZE Grandi dighe Legge n 584 SI SERVIZIO NAZIONALE DIGHE H 15.00m e/o TORINO V 1 x 106 m3 MILANO NO FIRENZE della Presidenza del Consiglio dei Ministri DLg.vo n 112 REGISTRO ITALIANO DIGHE VENEZIA Piccole dighe REGIONI PERUGIA ROMA ROMA NAPOLI Titolari del potere di subdelega alle CATANZARO Province CAGLIARI Istituito con DPR n 136 Legge n 286 del PALERMO MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE 14

15 ADEMPIMENTI TECNICO AMMINISTRATIVI RIEPILOGO PRESENTAZIONE PRESENTAZIONEPROGETTO PROGETTO APPROVAZIONE APPROVAZIONE Redazione FCC AUTORIZZAZIONE AUTORIZZAZIONE PER PERL INIZIO L INIZIOLAVORI LAVORI Assistente Governativo APPROVAZIONE APPROVAZIONEDEL DELPIANO PIANODI DI IMBASAMENTO IMBASAMENTO ESECUZIONE ESECUZIONELAVORI LAVORI FINE FINELAVORI LAVORI Redazione Studi propagazione onde di piena; FCEM; DPC; Programma invasi sperimentali; Nomina dell Ingegnere Responsabile NO RAGGIUNTA LA QUOTA RAGGIUNTA LA QUOTA DI MAX REGOLAZIONE? DI MAX REGOLAZIONE? SI VISITA VISITADI DI COLLAUDO FINALE COLLAUDO FINALE REDAZIONE REDAZIONE CERTIFICATO CERTIFICATODI DI COLLAUDO COLLAUDO AUMENTO AUMENTOLIVELLO LIVELLODI DI INVASO INVASO SI CONTROLLI E MISURE CONTROLLI E MISURE ESITO POSITIVO? ESITO POSITIVO? NO ANALISI ANALISI VALUTAZIONI VALUTAZIONI INTERVENTI INTERVENTI PRIMO PRIMOLIVELLO LIVELLODI DI INVASO INVASO Avvio Esercizio Sperimentale APPROVAZIONE APPROVAZIONE PROGRAMMA PROGRAMMAINVASI INVASI SPERIMENTALI SPERIMENTALI APPROVAZIONE APPROVAZIONE CERTIFICATO CERTIFICATODI DI COLLAUDO COLLAUDO AVVIO AVVIOFASE FASEDI DI ESERCIZIO NORMALE ESERCIZIO NORMALE DEL DELSERBATOIO SERBATOIO 15

16 LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO NEI TERRITORI A VALLE DELLE DIGHE 16

17 Le dighe rappresentano, contemporaneamente, un fattore di rischio presente sul territorio, nei confronti del quale predisporre adeguata pianificazione di emergenza, e un bene esso stesso esposto al rischio, e come tale da sottoporre a misure di previsione e prevenzione (per esempio rispetto al rischio di eventi meteorologici eccezionali, sisma, frane, ecc.). 17

18 L attività di vigilanza e controllo esercitata di Gestori e dal Ministero delle Infrastrutture concretizza le misure di prevenzione finalizzate alla riduzione della vulnerabilità dell opera. I risultati delle misure strumentali, infatti, forniscono dati sul comportamento della diga in relazione alle condizioni di carico cui essa è sottoposta. 18

19 Le condizioni di esercizio di una diga sono: esercizio sperimentale: alla fine dei lavori di costruzione ed espletate le procedure amministrative, si avvia l invaso del serbatoio secondo un programma di invasi sperimentali approvato; esercizio normale: le escursioni del livello di invaso sono libere in relazione alle esigenze dopo l approvazione degli atti di collaudo; esercizio limitato: le escursioni del livello di invaso non debbono superare i limiti ritenuti di sicurezza in presenza di fenomeni che possano innescare un potenziale rischio per la stabilità della diga o delle sponde; 19

20 Per ciascuna condizione di esercizio di una diga si riconoscono 4 livelli crescenti di allertamento: Vigilanza ordinaria; Vigilanza rinforzata; Pericolo: allarme tipo 1; Collasso: allarme tipo 2; cui corrispondono livelli diversificati di attivazione delle procedure previste dai Piani di Protezione Civile 20

21 L eventuale superamento di un dominio di sicurezza comporta, infatti, l innesco di una fase di criticità che può coinvolgere l opera in sé, rispetto alle condizioni di carico cui essa è sottoposta (carichi statici e dinamici) i territori di valle, esposti al rischio potenziale di sommersione, nel caso di ipotetica crisi di stabilità della diga oppure a causa della necessità di rilasciare portate per gestire un evento meteo. 21

22 Nei confronti del rischio connesso alla presenza delle grandi dighe sono stati elaborati, sulla base del vigente quadro normativo, adeguati e collaudati protocolli sia per l esecuzione delle misure di controllo da parte del Gestore, cui si sovrappone la vigilanza del Ministero delle Infrastrutture, sia per la gestione di un eventuale emergenza secondo un modello comportamentale al quale gli Enti interessati devono uniformarsi. 22

23 La gestione di un emergenza di tipo meteorologico, ad esempio, richiede l azione coordinata degli Enti e delle Autorità preposte prevista dai protocolli normativi: Centro Funzionale Regionale Regione Autorità di Protezione Civile Provincia UTG Prefettura Ministero delle Infrastrutture Ufficio Tecnico per le Dighe Gestore 23

24 VIGILANZA ORDINARIA ES. SPERIMENTALE Qautorizzata GESTORE Qinvaso ANALISI DELLE CONDIZIONI DI INVASO EVENTO METEO Qinv > Qaut NO VIGILANZA VIGILANZA RINFORZATA RINFORZATA SI SIMN GESTORE INTENSIFICAZIONE DELL EVENTO PREALLERTA Comunicazione dell ora presunta di: Attivazione della vigilanza rinforzata; Apertura degli scarichi (se necessaria); UTG RID SI NO NO SI Qinv > Qaut+ h SI NO INTENSIFICAZIONE DELL EVENTO ANALISI DELLE CONDIZIONI DI INVASO 24

25 ATTIVITÀ DI TIPO TECNICO UFFICIO TECNICO DIGHE (già Servizio Nazionale Dighe) LEGGI STATALI Legge n Legge n DLGvo n DPR n Controllo tecnico sulle grandi dighe, cioè opere aventi H 15.00m e/o V m3 DM ; Circ.LLPP 1125/86; Circ.LLPP 352/87; Circ.PCM/DSTN/2/22806/1995; Circ.PCM/DSTN/2/7019/1996; Studio della propagazione a valle dell onda di piena per manovre volontarie sugli organi di scarico; per ipotetico collasso dell opera Studio della propagazione a valle dell onda di piena per manovre volontarie sugli organi di scarico; per ipotetico collasso dell opera o attività similari, in relazione alle caratteristiche geometriche delle opere REGIONE Controllo tecnico sulle piccole dighe, cioè opere aventi H<15.00m e/o V< m3 NORME REGIONALI su: progettazione, costruzione; collaudo; esercizio; ATTIVITÀ DI PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA REGIONE DLG 112/98 - Art. 108 lett. a) Programmi di prevenzione e previsione dei rischi; Indirizzi per la predisposizione dei piani provinciali di emergenza;. PROVINCIA PREFETTURA PIANO PROVINCIALE DI PROTEZIONE CIVILE COMUNI PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE A REGIME 25

26 LA DIGA DI CAMPOLATTARO 26

27 Il progetto della diga di Campolattaro, denominato "Progetto Speciale n. 29/20 - Serbatoio sul fiume Tammaro, fu redatto dagli Ingegneri Pietro Vecellio e Carlo Orioli e fu approvato nel 1978 da parte della Delegazione Speciale della Cassa per il Mezzogiorno del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. 27

28 Scarico di superficie Corpo diga Scarico di fondo Canale fugatore 28

29 SEZIONE TRASVERSALE invaso Contronucleo di monte Diga in materiali sciolti di tipo zonato, con nucleo impermeabile Altezza: 49.40m nucleo Contronucleo di valle Volume di invaso:125x106 m3 29

30 Scarico di fondo Scarico di superficie SCARICO DI FONDO E DI SUPERFICIE 30

31 Quota di massimo invaso: 381,45m slm; Coronamento: 387,40m slm; Larghezza del coronamento: 9m; Sviluppo del coronamento: 820,60m; Altezza massima del rilevato: 62,90m; il volume di invaso è determinato dagli afflussi provenienti dai fiumi Tammaro (bacino imbrifero di circa 256 Kmq), e Tammarecchia (bacino di 75 Kmq) 31

32 I lavori furono eseguiti dalla Ferrocemento a partire dal 1981, e furono ultimati nel Nell iter previsto dalla legge in merito all avvio degli invasi sperimentali si verificarono fasi di criticità dovute, tra l altro, alla soppressione della Cassa per il Mezzogiorno, interlocutore tecnico, fino a quel momento, del Servizio Nazionale Dighe in ordine alla realizzazione dell opera. 32

33 Inoltre si rese necessario individuare il soggetto che, nel corso della prevista attività di vigilanza sulla sicurezza dell opera, avrebbe dovuto relazionarsi con l Autorità Statale preposta al controllo, ovvero il Registro Italiano Dighe nel frattempo succeduto al Servizio Nazionale Dighe. 33

34 Nel 1995 fu individuato nella Amministrazione Provinciale di Benevento il soggetto Gestore della diga quale organo deputato alla attività di vigilanza e controllo sull opera, che a tale scopo si avvale tuttora della collaborazione tecnica dell Ente per lo Sviluppo dell Irrigazione e la Trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia. 34

35 Un ulteriore elemento di criticità si interpose nel processo di riempimento del serbatoio, rappresentato da un movimento franoso attivato su un area prospiciente la sponda destra dell invaso, nella zona interessata dalla presenza della strada nota come circumlacuale. Furono, quindi, temporaneamente sospese le attività tecniche previste per l invaso sperimentale dovendosi procedere prioritariamente al risanamento del versante. 35

36 L Amministrazione Provinciale di Benevento redasse il progetto per La sistemazione idrogeologica del versante di nord-est del comune di Campolattaro della strada di collegamento Campolattaro - Morcone e della diga sul fiume Tammaro. 36

37 Dopo l ultimazione dei lavori di risanamento del movimento di versante fu portato a completamento l iter previsto per il rilascio dell autorizzazione da parte del Registro Italiano Dighe. 37

38 Il 29 aprile 2006, nel corso di una partecipata cerimonia inaugurale svoltasi alla presenza delle Autorità, furono abbassate le paratoie dello scarico di fondo della diga, ed ebbero inizio gli invasi sperimentali. Al momento attuale la fase di riempimento dell invaso è in atto, secondo un protocollo predisposto dal Registro Italiano Dighe e pienamente attuato dalla Provincia di Benevento mediante le sue strutture tecniche di supporto. 38

39 39

40 Nel 2000 fu siglato un protocollo d intesa tra Provincia, Comunità Montana Alto Tammaro, comuni di Morcone e Campolattaro, WWF, Camera di Commercio, per la istituzione, con fondi messi a disposizione dalla stessa Provincia, di un area naturalistica di circa ettari a ridosso del lago artificiale, gestita dalla Associazione ambientalista. 40

41 CONCLUSIONI Lo stato dell arte in materia di sicurezza delle grandi dighe, di acclarata importanza strategica nel panorama infrastrutturale nazionale, è assolutamente soddisfacente, grazie alla azione coordinata dei Soggetti coinvolti nella gestione e nella vigilanza. 41

42 Questa consapevolezza deve essere diffusa nel tessuto sociale affinchè venga concretamente attenuato l impatto anche emotivo ricordando la diga del Vajont da tali opere suscitato nei confronti della Società civile, che, purtroppo, declina troppo frequentemente, quanto semplicisticamente, l equazione diga=disastro. 42

43 Perché rispetto al tempo che stiamo ricordando, e nel rispetto di tutti coloro che hanno subito il disastro, ciascuno, nel tempo, ha tratto la propria lezione di professionalità. 43

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