Auditorium Giovanni Paolo II Benevento 29 febbraio 2008
|
|
- Angelica Dini
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1
2 La disponibilità, la qualità, gli usi dell acqua. La funzione delle dighe Ing. Pellegrino SOLIMENE Ministero delle Infrastrutture Ufficio Tecnico per le Dighe - Napoli Docente alla Scuola Regionale di Protezione Civile della Campania Componente Commissione Tecnico-Scientifica di Protezione Civile della Basilicata pellegrino.solimene@registroitalianodighe.it
3 LA FUNZIONE DELLE DIGHE 3
4 Le dighe sono le opere di ingegneria di maggiore imponenza, costruite per creare invasi artificiali finalizzati all uso della risorsa idrica, questo classificato in base al T.U n 1775 (e succ. mod.) come: uso irriguo; uso potabile; uso industriale; uso idroelettrico; 4
5 Nell immaginario collettivo le dighe sono tuttavia considerate, per la loro peculiarità e per l elevato impatto ambientale, essenzialmente quali cause di disastri, oppure strumenti di cattura delle acque oppure, ancora, quali cause di interferenze con le piene dei corsi d acqua per il timore che gli effetti delle piene medesime possano essere aggravati col rilascio di portate dal serbatoio. 5
6 Attorno alla problematica delle dighe, dunque, si è sviluppata una discussione ampia, vivace, qualche volta un po forzosa. Però la pubblica opinione, pur molto partecipe, percepisce in misura inadeguata la valenza e le potenzialità di siffatte opere, che, peraltro, sono esaltate dalla necessità di fronteggiare la situazione attuale caratterizzata da crescente convinzione che l acqua non sia più da ritenersi bene inesauribile ; ricorrenti eventi idrologici significativi; 6
7 Le dighe sono, infatti, funzionali al soddisfacimento di bisogni e di necessità via via crescenti in relazione alla pressione antropica sul territorio e sull ambiente: Approvvigionamento della risorsa idrica per disporne in maniera più razionale e adeguata alle esigenze, con un regime diverso da quello con il quale è disponibile in natura. Mitigazione del rischio idraulico lungo i corsi d acqua nei territori a valle Questa funzione viene esplicata mediante 7
8 ACCUMULO DELLA RISORSA Nelle stagioni in cui questa è più disponibile ADEGUAMENTO DELLA PORTATA DI PIENA ALLA OFFICIOSITA DEL CORSO D ACQUA I grandi volumi idrici in arrivo al serbatoio vengono, per quanto possibile, rilasciati a valle attraverso gli organi di scarico superficiali con gradualità per evitare esondazioni. 8
9 Torrente Quiliano (Savona),
10 La diga di Occhito (FG) sul Fortore (marzo 2005) 10
11 In Italia ci sono circa 9000 dighe (censimento da satellite eseguito dal Ministero LL.PP. nel 1992) 548 rientrano nella competenza del Ministero delle Infrastrutture Direzione Generale per le Dighe GRANDI DIGHE Le restanti opere rientrano nella competenza degli Enti territoriali (Regioni o Province) PICCOLE DIGHE 11
12 QUADRO NORMATIVO DPR 1 novembre 1959 n 1363 (parte I); DM 24 marzo 1982 (norme tecniche); Circ. Min.LL.PP n 1125; Circ. Min.LL.PP n 352; Legge n 183 (Legge sulla difesa del suolo) DPR 24 gennaio 1991 n 85; Legge n 584 ( sanatoria delle dighe non censite presso il Servizio Dighe e attivazione del DSTN presso la PCM); Circ PCM/DSTN/2/22806 Circ PCM/DSTN/2/7019 DLGvo n 112 (legge Bassanini. L art. 89 stabilisce l attribuzione delle competenze statali e regionali in materia di dighe); DPR n 136 (istituzione del RID); DIRETTIVA PCM mitigazione del rischio idraulico a valle delle dighe ai fini di protezione civile DLGvo n 152 Progetti di gestione dei serbatoi 12
13 Il combinato disposto delle norme configura il quadro di attribuzione di elencate RUOLI e COMPETENZE tra lo Stato e gli Enti territoriali in materia di vigilanza e controllo sulle dighe, nel comune obiettivo della tutela dell incolumità delle popolazioni a valle delle opere di sbarramento. 13
14 RIPARTIZIONE DELLE COMPETENZE Grandi dighe Legge n 584 SI SERVIZIO NAZIONALE DIGHE H 15.00m e/o TORINO V 1 x 106 m3 MILANO NO FIRENZE della Presidenza del Consiglio dei Ministri DLg.vo n 112 REGISTRO ITALIANO DIGHE VENEZIA Piccole dighe REGIONI PERUGIA ROMA ROMA NAPOLI Titolari del potere di subdelega alle CATANZARO Province CAGLIARI Istituito con DPR n 136 Legge n 286 del PALERMO MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE 14
15 ADEMPIMENTI TECNICO AMMINISTRATIVI RIEPILOGO PRESENTAZIONE PRESENTAZIONEPROGETTO PROGETTO APPROVAZIONE APPROVAZIONE Redazione FCC AUTORIZZAZIONE AUTORIZZAZIONE PER PERL INIZIO L INIZIOLAVORI LAVORI Assistente Governativo APPROVAZIONE APPROVAZIONEDEL DELPIANO PIANODI DI IMBASAMENTO IMBASAMENTO ESECUZIONE ESECUZIONELAVORI LAVORI FINE FINELAVORI LAVORI Redazione Studi propagazione onde di piena; FCEM; DPC; Programma invasi sperimentali; Nomina dell Ingegnere Responsabile NO RAGGIUNTA LA QUOTA RAGGIUNTA LA QUOTA DI MAX REGOLAZIONE? DI MAX REGOLAZIONE? SI VISITA VISITADI DI COLLAUDO FINALE COLLAUDO FINALE REDAZIONE REDAZIONE CERTIFICATO CERTIFICATODI DI COLLAUDO COLLAUDO AUMENTO AUMENTOLIVELLO LIVELLODI DI INVASO INVASO SI CONTROLLI E MISURE CONTROLLI E MISURE ESITO POSITIVO? ESITO POSITIVO? NO ANALISI ANALISI VALUTAZIONI VALUTAZIONI INTERVENTI INTERVENTI PRIMO PRIMOLIVELLO LIVELLODI DI INVASO INVASO Avvio Esercizio Sperimentale APPROVAZIONE APPROVAZIONE PROGRAMMA PROGRAMMAINVASI INVASI SPERIMENTALI SPERIMENTALI APPROVAZIONE APPROVAZIONE CERTIFICATO CERTIFICATODI DI COLLAUDO COLLAUDO AVVIO AVVIOFASE FASEDI DI ESERCIZIO NORMALE ESERCIZIO NORMALE DEL DELSERBATOIO SERBATOIO 15
16 LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO NEI TERRITORI A VALLE DELLE DIGHE 16
17 Le dighe rappresentano, contemporaneamente, un fattore di rischio presente sul territorio, nei confronti del quale predisporre adeguata pianificazione di emergenza, e un bene esso stesso esposto al rischio, e come tale da sottoporre a misure di previsione e prevenzione (per esempio rispetto al rischio di eventi meteorologici eccezionali, sisma, frane, ecc.). 17
18 L attività di vigilanza e controllo esercitata di Gestori e dal Ministero delle Infrastrutture concretizza le misure di prevenzione finalizzate alla riduzione della vulnerabilità dell opera. I risultati delle misure strumentali, infatti, forniscono dati sul comportamento della diga in relazione alle condizioni di carico cui essa è sottoposta. 18
19 Le condizioni di esercizio di una diga sono: esercizio sperimentale: alla fine dei lavori di costruzione ed espletate le procedure amministrative, si avvia l invaso del serbatoio secondo un programma di invasi sperimentali approvato; esercizio normale: le escursioni del livello di invaso sono libere in relazione alle esigenze dopo l approvazione degli atti di collaudo; esercizio limitato: le escursioni del livello di invaso non debbono superare i limiti ritenuti di sicurezza in presenza di fenomeni che possano innescare un potenziale rischio per la stabilità della diga o delle sponde; 19
20 Per ciascuna condizione di esercizio di una diga si riconoscono 4 livelli crescenti di allertamento: Vigilanza ordinaria; Vigilanza rinforzata; Pericolo: allarme tipo 1; Collasso: allarme tipo 2; cui corrispondono livelli diversificati di attivazione delle procedure previste dai Piani di Protezione Civile 20
21 L eventuale superamento di un dominio di sicurezza comporta, infatti, l innesco di una fase di criticità che può coinvolgere l opera in sé, rispetto alle condizioni di carico cui essa è sottoposta (carichi statici e dinamici) i territori di valle, esposti al rischio potenziale di sommersione, nel caso di ipotetica crisi di stabilità della diga oppure a causa della necessità di rilasciare portate per gestire un evento meteo. 21
22 Nei confronti del rischio connesso alla presenza delle grandi dighe sono stati elaborati, sulla base del vigente quadro normativo, adeguati e collaudati protocolli sia per l esecuzione delle misure di controllo da parte del Gestore, cui si sovrappone la vigilanza del Ministero delle Infrastrutture, sia per la gestione di un eventuale emergenza secondo un modello comportamentale al quale gli Enti interessati devono uniformarsi. 22
23 La gestione di un emergenza di tipo meteorologico, ad esempio, richiede l azione coordinata degli Enti e delle Autorità preposte prevista dai protocolli normativi: Centro Funzionale Regionale Regione Autorità di Protezione Civile Provincia UTG Prefettura Ministero delle Infrastrutture Ufficio Tecnico per le Dighe Gestore 23
24 VIGILANZA ORDINARIA ES. SPERIMENTALE Qautorizzata GESTORE Qinvaso ANALISI DELLE CONDIZIONI DI INVASO EVENTO METEO Qinv > Qaut NO VIGILANZA VIGILANZA RINFORZATA RINFORZATA SI SIMN GESTORE INTENSIFICAZIONE DELL EVENTO PREALLERTA Comunicazione dell ora presunta di: Attivazione della vigilanza rinforzata; Apertura degli scarichi (se necessaria); UTG RID SI NO NO SI Qinv > Qaut+ h SI NO INTENSIFICAZIONE DELL EVENTO ANALISI DELLE CONDIZIONI DI INVASO 24
25 ATTIVITÀ DI TIPO TECNICO UFFICIO TECNICO DIGHE (già Servizio Nazionale Dighe) LEGGI STATALI Legge n Legge n DLGvo n DPR n Controllo tecnico sulle grandi dighe, cioè opere aventi H 15.00m e/o V m3 DM ; Circ.LLPP 1125/86; Circ.LLPP 352/87; Circ.PCM/DSTN/2/22806/1995; Circ.PCM/DSTN/2/7019/1996; Studio della propagazione a valle dell onda di piena per manovre volontarie sugli organi di scarico; per ipotetico collasso dell opera Studio della propagazione a valle dell onda di piena per manovre volontarie sugli organi di scarico; per ipotetico collasso dell opera o attività similari, in relazione alle caratteristiche geometriche delle opere REGIONE Controllo tecnico sulle piccole dighe, cioè opere aventi H<15.00m e/o V< m3 NORME REGIONALI su: progettazione, costruzione; collaudo; esercizio; ATTIVITÀ DI PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA REGIONE DLG 112/98 - Art. 108 lett. a) Programmi di prevenzione e previsione dei rischi; Indirizzi per la predisposizione dei piani provinciali di emergenza;. PROVINCIA PREFETTURA PIANO PROVINCIALE DI PROTEZIONE CIVILE COMUNI PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE A REGIME 25
26 LA DIGA DI CAMPOLATTARO 26
27 Il progetto della diga di Campolattaro, denominato "Progetto Speciale n. 29/20 - Serbatoio sul fiume Tammaro, fu redatto dagli Ingegneri Pietro Vecellio e Carlo Orioli e fu approvato nel 1978 da parte della Delegazione Speciale della Cassa per il Mezzogiorno del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. 27
28 Scarico di superficie Corpo diga Scarico di fondo Canale fugatore 28
29 SEZIONE TRASVERSALE invaso Contronucleo di monte Diga in materiali sciolti di tipo zonato, con nucleo impermeabile Altezza: 49.40m nucleo Contronucleo di valle Volume di invaso:125x106 m3 29
30 Scarico di fondo Scarico di superficie SCARICO DI FONDO E DI SUPERFICIE 30
31 Quota di massimo invaso: 381,45m slm; Coronamento: 387,40m slm; Larghezza del coronamento: 9m; Sviluppo del coronamento: 820,60m; Altezza massima del rilevato: 62,90m; il volume di invaso è determinato dagli afflussi provenienti dai fiumi Tammaro (bacino imbrifero di circa 256 Kmq), e Tammarecchia (bacino di 75 Kmq) 31
32 I lavori furono eseguiti dalla Ferrocemento a partire dal 1981, e furono ultimati nel Nell iter previsto dalla legge in merito all avvio degli invasi sperimentali si verificarono fasi di criticità dovute, tra l altro, alla soppressione della Cassa per il Mezzogiorno, interlocutore tecnico, fino a quel momento, del Servizio Nazionale Dighe in ordine alla realizzazione dell opera. 32
33 Inoltre si rese necessario individuare il soggetto che, nel corso della prevista attività di vigilanza sulla sicurezza dell opera, avrebbe dovuto relazionarsi con l Autorità Statale preposta al controllo, ovvero il Registro Italiano Dighe nel frattempo succeduto al Servizio Nazionale Dighe. 33
34 Nel 1995 fu individuato nella Amministrazione Provinciale di Benevento il soggetto Gestore della diga quale organo deputato alla attività di vigilanza e controllo sull opera, che a tale scopo si avvale tuttora della collaborazione tecnica dell Ente per lo Sviluppo dell Irrigazione e la Trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia. 34
35 Un ulteriore elemento di criticità si interpose nel processo di riempimento del serbatoio, rappresentato da un movimento franoso attivato su un area prospiciente la sponda destra dell invaso, nella zona interessata dalla presenza della strada nota come circumlacuale. Furono, quindi, temporaneamente sospese le attività tecniche previste per l invaso sperimentale dovendosi procedere prioritariamente al risanamento del versante. 35
36 L Amministrazione Provinciale di Benevento redasse il progetto per La sistemazione idrogeologica del versante di nord-est del comune di Campolattaro della strada di collegamento Campolattaro - Morcone e della diga sul fiume Tammaro. 36
37 Dopo l ultimazione dei lavori di risanamento del movimento di versante fu portato a completamento l iter previsto per il rilascio dell autorizzazione da parte del Registro Italiano Dighe. 37
38 Il 29 aprile 2006, nel corso di una partecipata cerimonia inaugurale svoltasi alla presenza delle Autorità, furono abbassate le paratoie dello scarico di fondo della diga, ed ebbero inizio gli invasi sperimentali. Al momento attuale la fase di riempimento dell invaso è in atto, secondo un protocollo predisposto dal Registro Italiano Dighe e pienamente attuato dalla Provincia di Benevento mediante le sue strutture tecniche di supporto. 38
39 39
40 Nel 2000 fu siglato un protocollo d intesa tra Provincia, Comunità Montana Alto Tammaro, comuni di Morcone e Campolattaro, WWF, Camera di Commercio, per la istituzione, con fondi messi a disposizione dalla stessa Provincia, di un area naturalistica di circa ettari a ridosso del lago artificiale, gestita dalla Associazione ambientalista. 40
41 CONCLUSIONI Lo stato dell arte in materia di sicurezza delle grandi dighe, di acclarata importanza strategica nel panorama infrastrutturale nazionale, è assolutamente soddisfacente, grazie alla azione coordinata dei Soggetti coinvolti nella gestione e nella vigilanza. 41
42 Questa consapevolezza deve essere diffusa nel tessuto sociale affinchè venga concretamente attenuato l impatto anche emotivo ricordando la diga del Vajont da tali opere suscitato nei confronti della Società civile, che, purtroppo, declina troppo frequentemente, quanto semplicisticamente, l equazione diga=disastro. 42
43 Perché rispetto al tempo che stiamo ricordando, e nel rispetto di tutti coloro che hanno subito il disastro, ciascuno, nel tempo, ha tratto la propria lezione di professionalità. 43
Difesa del suolo e pianificazione dei bacini idrografici
Quadro normativo: Legge 183/89, «Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo» Si intende: a) per suolo: il territorio, il suolo, il sottosuolo, gli abitati e le opere infrastrutturali;
DettagliCOMUNE DI CASALE LITTA - Piano di emergenza comunale
Il servizio nazionale di protezione civile è regolato dalla legge 225/92 (modificata in seguito dal D. Lgs. 112/98 e dalla L. 152/2005), la quale - assegna al Sindaco il compito della prima emergenza sul
DettagliLe fasi dell emergenza e la gestione del rischio Regione Puglia Le fioriture algali nell invaso di Occhito
Le fasi dell emergenza e la gestione del rischio Regione Puglia Le fioriture algali nell invaso di Occhito Fulvio Longo Servizio Programmazione Assistenza Territoriale e prevenzione Regione Puglia Bari,
DettagliScheda azione emergente - 10
Scheda azione emergente - 10 Azione emergente Politica cui l azione concorre Obiettivo Strategico Obiettivi operativi Attività DEFINIZIONE E ADOZIONE DI PIANI DI EMERGENZA COMUNALI ED INTERCOMUNALI Riduzione
DettagliCONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA. Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA
CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA Protocollo d Intesa per l attuazione del Contratto del Lago di Bolsena PREMESSO CHE la Direttiva 2000/60/CE del Parlamento
DettagliComune di Rieti Assessorato Protezione Civile
1 Comune di Rieti Assessorato Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE STRUTTURA DEL PIANO COMUNE DI RIETI SETTORE VI - Ufficio Protezione Civile CODICE DOCUMENTO ELABORATO 0 1-0 1-0 2-0 4
DettagliIl sistema di allertamento per il rischio idraulico e le altre misure di Protezione civile previste nell ambito della Direttiva 2007/60/CE
Il sistema di allertamento per il rischio idraulico e le altre misure di Protezione civile previste nell ambito della Direttiva 2007/60/CE Il piano di gestione del rischio di alluvioni Autorità di bacino
DettagliDECRETO SEGRETARIALE N. 10 DEL 03.01.2012
DECRETO SEGRETARIALE N. 10 DEL 03.01.2012 OGGETTO: L. 365/00. Istanza di aggiornamento PAI Tagliamento, ai sensi dell art. 6 delle Norme di Attuazione, a seguito della progettazione di interventi urgenti
DettagliIl recepimento della Direttiva Alluvioni: Le attività di competenza del sistema di protezione civile
Il recepimento della Direttiva Alluvioni: Le attività di competenza del sistema di protezione civile Stefano Vergante Dipartimento Ambiente Settore Protezione Civile ed Emergenza IL QUADRO NORMATIVO Direttiva
DettagliCAPITOLO 8 I PROGRAMMI DI INTERVENTO IN MATERIA DI DIFESA DEL SUOLO
CAPITOLO 8 I PROGRAMMI DI INTERVENTO IN MATERIA DI DIFESA DEL SUOLO 207 I PROGRAMMI DI INTERVENTO IN MATERIA DI DIFESA DEL SUOLO 8.1 Criteri generali di individuazione e valutazione degli interventi Gli
DettagliCAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato ABRIGNANI. Disciplina delle professioni relative alle attività motorie
Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 2914 PROPOSTA DI LEGGE d iniziativa del deputato ABRIGNANI Disciplina delle professioni relative alle attività motorie Presentata il 25 febbraio
DettagliVALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE : PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA PER REALIZZAZIONE IMPIANTO FOTOVOLTAICO
Nelle tavole seguenti si esaminano rispettivamente i valori storico-culturali e il patrimonio storico architettonico con la viabilità storica; in questo caso non si rilevano situazioni di particolare interesse.
DettagliPROTOCOLLO D INTESA per la gestione e la valorizzazione dei magazzini idraulici di A.I.PO
ALLEGATO A ALLA DELIBERAZIONE N. DEL PROTOCOLLO D INTESA per la gestione e la valorizzazione dei magazzini idraulici di A.I.PO nel circondario idraulico di ROVIGO PROTOCOLLO DI INTESA tra l'agenzia Interregionale
DettagliIl ruolo del Servizio nazionale della protezione civile nell attuazione della Direttiva Alluvioni Bolzano, 21 Novembre 2013
Il ruolo del Servizio nazionale della protezione civile nell attuazione della Direttiva Alluvioni Bolzano, 21 Novembre 2013 Il piano di gestione del rischio di alluvioni Autorità di bacino distrettuali
DettagliIl SERVIZIO NAZIONALE DI PROTEZIONE CIVILE 15 NOVEMBRE 2011. Dott. Elvezio Galanti Direttore Ufficio Relazioni Istituzionali
Il SERVIZIO NAZIONALE DI PROTEZIONE CIVILE 15 NOVEMBRE 2011 Dott. Elvezio Galanti Direttore Ufficio Relazioni Istituzionali elvezio.galanti@protezionecivile.it prima del terremoto del 1980 DPR n 66 1981
DettagliSettore Agricoltura Beni culturali e ambientali Turismo. X Gestione del territorio
REGIONANDO 2001 REGIONE LIGURIA Settore Assetto del territorio e Controllo Tecnico ATTIVITÀ REGIONALI PER LA QUALIFICAZIONE E SOSTEGNO DEGLI ENTI LOCALI LIGURI NELLA DIFESA DEL SUOLO E NELLA TUTELA DELLA
DettagliREGIONE LIGURIA - Giunta Regionale
O GG E TTO : Art. 57 LR 36/97 e art. 8 LR 18/99 : Schema di Accordo di Pianificazione per variante PTC della Provincia di Genova in recepimento del Piano Stralcio per l'assetto Idrogeologico del Bacino
DettagliCOMPETENZE DI CONTESTO (Capacità)
DENOMINAZIONE POSIZIONE: CODICE POSIZIONE: TIPO DI POSIZIONE: STRUTTURA ORGANIZZATIVA DI APPARTENENZA: AREA SETTORIALE DI APPARTENENZA: FAMIGLIA PROFESSIONALE DI APPARTENENZA: GRADUAZIONE POSIZIONE: FINALITÀ
DettagliSISTEMA REGIONALE DI PRESIDIO TERRITORIALE IDROGEOLOGICO E IDRAULICO A SUPPORTO DELLA PIANIFICAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE
SISTEMA REGIONALE DI PRESIDIO TERRITORIALE IDROGEOLOGICO E IDRAULICO A SUPPORTO DELLA PIANIFICAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE SCHEMA DI PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE CAMPANIA E L ORDINE REGIONALE DEI GEOLOGI
DettagliREGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO
REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO 1. Finalità degli interventi emblematici 2 2. Ammontare delle assegnazioni e soggetti destinatari 2 3. Aree filantropiche di pertinenza
DettagliAMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI SIENA REGOLAMENTO RECANTE NORME SUGLI INCARICHI AI DIPENDENTI PROVINCIALI
AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI SIENA REGOLAMENTO RECANTE NORME SUGLI INCARICHI AI DIPENDENTI PROVINCIALI approvato con deliberazione G.P. n. 188 del 25.7.2001 modificato con deliberazione G.P. n. 83 del
DettagliGemellaggi per l Internalizzazione Regionale di Esperienze di successo (A.G.I.R.E. POR) A.G.I.R.E. POR - Bari 17.03. 2008 1
Gemellaggi per l Internalizzazione Regionale di Esperienze di successo (A.G.I.R.E. POR) A.G.I.R.E. POR - Bari 17.03. 2008 1 Fase 2.1.1 Trasferimento delle esperienze maturate dalla Regione Marche in materia
DettagliCOMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)
COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA
Dettagli2 aprile 2010 Sicurezza: Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza
Chiarimenti 2 aprile 2010 Sicurezza: Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (R.L.S.) nel D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. Questo soggetto della prevenzione
DettagliCorso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007
Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani AA. 2006-2007 PIANO e PIANIFICAZIONE 3 Pianificazione È il Processo con il quale un individuo, una impresa, una istituzione, una collettività territoriale
DettagliPremessa 23/05/2014 2
Regione Toscana NORMATIVA sulla DIFESA DEL SUOLO Legge Reg. 27 dicembre 2012 n. 79 Nuova Disciplina in materia di Consorzi di bonifica. Modifiche (Ver. alla l.r. 69/2008 e alla l.r. 91/98. 1.0) Abrogazione
DettagliREGOLAMENTO PER L INTEGRAZIONE E IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI STUDENTI DISABILI DELL UNIVERSITA DEGLI STUDI DELLA BASILICATA
REGOLAMENTO PER L INTEGRAZIONE E IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI STUDENTI DISABILI DELL UNIVERSITA DEGLI STUDI DELLA BASILICATA Emanato con D.R. n. 686 del 29 novembre 2010 Entrato in vigore il 1 dicembre
DettagliPO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.
INDICE 1 GENERALITA... 2 2 RESPONSABILITA... 2 3 MODALITA DI GESTIONE DELLA... 2 3.1 DEI NEOASSUNTI... 3 3.2 MANSIONI SPECIFICHE... 4 3.3 PREPOSTI... 4 3.4 ALTRI INTERVENTI FORMATIVI... 4 3.5 DOCUMENTAZIONE
DettagliProject Management. Modulo: Introduzione. prof. ing. Guido Guizzi
Project Management Modulo: Introduzione prof. ing. Guido Guizzi Definizione di Project Management Processo unico consistente in un insieme di attività coordinate con scadenze iniziali e finali, intraprese
DettagliComune di Monserrato Provincia di Cagliari Settore Urbanistica ed Edilizia Privata
Comune di Monserrato Provincia di Cagliari Settore Urbanistica ed Edilizia Privata DETERMINAZIONE DEL CAPO SETTORE N 61 DEL 10.12.2009 OGGETTO: Proroga contratti di collaborazione coordinata e continuativa
DettagliENBIC Ente Nazionale Bilaterale Confederale ANPIT, CIDEC, CONFAZIENDA, FEDIMPRESE E UNICA CISAL, CISAL TERZIARIO, FEDERAGENTI
ENBIC Ente Nazionale Bilaterale Confederale ANPIT, CIDEC, CONFAZIENDA, FEDIMPRESE E UNICA CISAL, CISAL TERZIARIO, FEDERAGENTI REGOLAMENTO COMMISSIONE NAZIONALE FORMAZIONE SICUREZZA LAVORO VISTO lo Statuto
Dettagli1. Dopo la lettera d) del comma 2 dell articolo 7 della l.r. 81/1995 è inserita la seguente lettera:
Proposta di legge Norme per l emergenza idrica e per la prevenzione della crisi idropotabile Modifiche alla legge regionale 21 luglio 1995, n. 81 (Norme di attuazione della legge 5 gennaio 1994, n. 36.
DettagliSistema di allertamento regionale ai fini di protezione civile
Sistema di allertamento regionale ai fini di protezione civile Paolo Covelli www.regione.toscana.it/protezionecivile paolo.covelli@regione.toscana.it 055 4385511 Inquadramento generale PREVISIONE Valutazione
DettagliREGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DIPARTIMENTO TERRITORIO ED AMBIENTE
Giornata di formazione LE SOSTANZE CHIMICHE: RISCHIO PER L AMBIENTE E LA SICUREZZA Ancona, 16 maggio 2003 Arch. Giuseppe Mariani: D. Lgs. 334/1999 Ruolo e funzioni della Regione Marche Premessa Le industrie
DettagliI LAGHI E LA CAPACITA MODERATRICE DELLE PIENE
I LAGHI E LA CAPACITA MODERATRICE DELLE PIENE Luigi Natale -Università di Pavia LAGHI DELLA BILANCIA I LAGHI LOMBARDI E IL CAMBIAMENTO CLIMATICO GIORNATA MONDIALE DELL ACQUA 22 MARZO 2014 L EQUAZIONE DEI
DettagliREGOLAMENTAZIONE DELLA CIRCOLAZIONE DEI VEICOLI PESANTI IN AUTOSTRADA IN PRESENZA DI NEVE
REGOLAMENTAZIONE DELLA CIRCOLAZIONE DEI VEICOLI PESANTI IN AUTOSTRADA IN PRESENZA DI NEVE 1.Premessa Gli interventi finalizzati alla gestione delle emergenze che interessano il sistema viario autostradale
DettagliVADEMECUM SULLE PROCEDURE DI BONIFICA DEI SITI CONTAMINATI
VADEMECUM SULLE PROCEDURE DI BONIFICA DEI SITI CONTAMINATI Riferimenti legislativi: D.Lgs 152/2006 e sue integrazioni con il D.Lgs 4/2008 art.242-245-248-249-304-allegato 4, parte IV Realizzazione di un
DettagliDirezione generale per le dighe e le infrastrutture idriche ed elettriche
Workshop: DIGHE E TERRITORIO DÄMME UND IHR UMFELD Dighe e territorio: i Criteri di allertamento Vincenzo Chieppa Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche ed elettriche Workshop: DIGHE
DettagliMinistero delle politiche agricole alimentari e forestali
VISTO il D.P.R. 2 ottobre 1968, n. 1639, recante il Regolamento per l'esecuzione della legge 14 luglio 1965, n. 963, concernente la disciplina della pesca marittima ; VISTO il Decreto del Ministero delle
DettagliCorso di Formazione per Gestori Impianti Sportivi
Corso di Formazione per Gestori Impianti Sportivi La sicurezza sui luoghi di lavoro Il testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro Ing. Luca Magnelli Firenze 19 ottobre 2010 D.Lgs. 9 Aprile 2008 n.
Dettaglitra la Regione Autonoma della Sardegna e il Consorzio di Bonifica. per lo svolgimento di attività
SCHEMA DI ACCORDO DI PROGRAMMA tra la Regione Autonoma della Sardegna e il Consorzio di Bonifica. per lo svolgimento di attività inerenti al servizio di piena e intervento idraulico e presidio territoriale.
DettagliOrdinanza 30 luglio 2004 Autorizzazione alla costruzione del Nuovo Parco Serbatoi presso il sito EUREX del Centro ENEA nel Comune di Saluggia (VC)
Ordinanza 30 luglio 2004 Autorizzazione alla costruzione del Nuovo Parco Serbatoi presso il sito EUREX del Centro ENEA nel Comune di Saluggia (VC) Il Commissario Delegato - Visto l art. 5 della Legge 24
DettagliLA PREVENZIONE INCENDI NELLE ATTIVITA A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE: SVILUPPI E PROSPETTIVE
LA PREVENZIONE INCENDI NELLE ATTIVITA A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE: SVILUPPI E PROSPETTIVE DIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL FUOCO DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE - DIREZIONE CENTRALE PER LA
DettagliFONTI DEL DIRITTO IN MATERIA DI TURISMO
FONTI DEL DIRITTO IN MATERIA DI TURISMO Quali sono le autorità che possono produrre norme relative al turismo? 1) Stato; 2) Regioni; 3) Enti locali; 4) Diritto internazionale; 5) Unione europea. Art. 117
DettagliIL CONSIGLIO COMUNALE
Si chiede di iniziare dal punto 3 dell ordine del giorno. I Consiglieri sono d accordo. Illustra l Assessore Diegoli. IL CONSIGLIO COMUNALE PREMESSO CHE: - rientra tra gli obiettivi dell Amministrazione
DettagliProcedure di lavoro in ambienti confinati Livello specialistico
Procedure di lavoro in ambienti confinati Livello specialistico La formazione riferita a questo modulo formativo intende far acquisire le nozioni relative alla normativa e ai processi operativi che governano
DettagliMANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6
MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.
DettagliArea risorse umane 1
Area risorse umane 1 Siena, 7 dicembre 2004 VERBALE DI CONCERTAZIONE Criteri generali per l attribuzione degli incarichi per particolari responsabilità o funzioni alla categoria EP Verbale contenente:
DettagliDighe di competenza regionale Interventi di riabilitazione e messa in sicurezza
ENEL Produzione Sicurezza Dighe e Opere Idrauliche Nord Ovest Dighe di competenza regionale Interventi di riabilitazione e messa in sicurezza Relatore: Giovanna de Renzis Enel Produzione - ICI-SDOI Nord-Ovest
DettagliPIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005
PIEMONTE D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 Oggetto: Programmazione della rete scolastica nella Regione Piemonte - anni scolastici 2005/06-2006/07 art. 138 del D.lgs 112/98. Indicazioni programmatiche inerenti
DettagliAREE INDUSTRIALI E POLITICHE DI PIANO
AREE INDUSTRIALI E POLITICHE DI PIANO Tra deindustrializzazione e nuova industrializzazione sostenibile Università Roma Tre- Dipartimento di Architettura Roma, 30 gennaio 2014 Le criticità del rischio
DettagliREGOLAMENTO PER L ESERCIZIO DELLE FUNZIONI DEI VOLONTARI IN SERVIZIO SOSTITUTIVO DI LEVA NELLA POLIZIA MUNICIPALE
REGOLAMENTO PER L ESERCIZIO DELLE FUNZIONI DEI VOLONTARI IN SERVIZIO SOSTITUTIVO DI LEVA NELLA POLIZIA MUNICIPALE ( art. 46, Legge 27 Dicembre 1997, n. 449. ) Approvato con delibera del Consiglio Comunale
DettagliLa Protezione Civile e il Vajont. prevenzione, soccorso, memoria
La Protezione Civile e il Vajont prevenzione, soccorso, memoria LONGARONE CASTELLAVAZZO ERTO E CASSO VAJONT 10.00 Convegno Pericolosità idraulica a valle delle dighe Longarone Fiere-Centro congressi 16.00
DettagliPiano Regionale di Tutela delle Acque del Friuli Venezia Giulia
Associazione Imprenditori Idroelettrici del Friuli Venezia Giulia Monitoraggio dei corsi d'acqua per la realizzazione e la gestione delle derivazioni Palazzo Torriani, Udine, 20 settembre 2013 Piano Regionale
DettagliConsiglio regionale della Toscana
Consiglio regionale della Toscana LEGGE REGIONALE N. 17/2007 (Atti del Consiglio) Norme per l emergenza idrica per l anno 2007. Modifiche alla legge regionale 21 luglio 1995, n. 81 (Norme di attuazione
Dettaglidella manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.
L 320/8 Gazzetta ufficiale dell Unione europea IT 17.11.2012 REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per il monitoraggio che devono
DettagliSISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE del personale amministrativo dell Avvocatura dello Stato
SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE del personale amministrativo dell Avvocatura dello Stato PREMESSA. Il presente Sistema di misurazione e valutazione della performance del personale
DettagliIl recepimento della Direttiva Alluvioni: Le attività di competenza del sistema di protezione civile Il sistema di allertamento regionale
Il recepimento della Direttiva Alluvioni: Le attività di competenza del sistema di protezione civile Il sistema di allertamento regionale IL QUADRO NORMATIVO Direttiva europea 2007/60: Relativa alla valutazione
DettagliIl Preposto nella scuola
Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per la Campania DIREZIONE GENERALE Organismo Paritetico Regionale ex art. 51 D. lgs. 81/2008 Il Preposto nella scuola
DettagliREGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEL SERVIZIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
COMUNE DI CASTENASO (Bologna) REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEL SERVIZIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE Adottato con delibera consiliare n. 92 del 20/12/01 INDICE : art. 1 Finalità art.2 Obiettivi comunali
DettagliProvincia di Savona Settore Difesa del Suolo e Tutela Ambientale Servizio Protezione Civile. Piano di Emergenza Speditivo per il Rischio Idrogeologico
DEFINIZIONE DELLO SCENARIO Il dato fondamentale per la redazione di un piano di Emergenza, è la definizione dello scenario di riferimento. Per tale capitolo si fa riferimento ai risultati emersi dallo
DettagliDELIBERAZIONE N. 25/18 DEL 26.5.2015
Oggetto: Interventi a favore della istituzione di scuole civiche di musica, L.R. 15 ottobre 1997, n. 28. Programma 2014/2015. Modifiche ai criteri di cui all Allegato A della Delib.G.R. n. 41/3 del 15
DettagliREGOLAMENTO DEL SERVIZIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
COMUNE DI MONTECCHIO MAGGIORE Provincia di Vicenza REGOLAMENTO DEL SERVIZIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE COMITATO VOLONTARIO PROTEZIONE CIVILE MONTECCHIO MAGGIORE Via del Vigo 336075 Montecchio Maggiore
DettagliMANUTENZIONE ORDINARIA DEL SUOLO PUBBLICO
DIREZIONE INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ CARTA DELLA QUALITÀ DEI SERVIZI MANUTENZIONE ORDINARIA DEL SUOLO PUBBLICO www.comune.torino.it/trasporti 2014 www.comune.torino.it/cartaqualita FINALITÀ DEL SERVIZIO
DettagliPremessa. Di seguito le nostre principali aree aree di intervento
Premessa Ad Meliora è anche Sicurezza. Ci rivolgiamo principalmente ad aziende operanti nel settore del terziario erogando: corsi di adempimento normativo: in funzione della tipologia di azienda e dei
DettagliBollettino Ufficiale. Serie Ordinaria n. 10 - Mercoledì 06 marzo 2013
111 D.G. Protezione civile, polizia locale e sicurezza D.d.s. 1 marzo 2013 - n. 1734 Esito della ricognizione delle pianificazioni provinciali vigenti in materia di protezione civile IL DIRIGENTE DELLA
DettagliCapo I disposizioni comuni. art. 1 contenuti e finalità. art. 2 struttura competente
Regolamento per la concessione e l erogazione dei contributi per la realizzazione di alloggi o residenze per studenti universitari, ai sensi della legge regionale 23 gennaio 2007, n. 1, art. 7, comma 18
DettagliProgramma triennale per la trasparenza e l integrità ANVUR
Programma triennale per la trasparenza e l integrità ANVUR 2012-2014 1 1. PREMESSA L art. 2, comma 138, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre
DettagliCompetenze dei settori operativi
CONSORZIO DI BONIFICA BACCHIGLIONE PIANO DI ORGANIZZAZIONE VARIABILE - adottato dall Assemblea con delibera n. 04/07 del 21 maggio 2010, e definitivamente approvato con modifiche con Decreto del Presidente
DettagliCamera dei Deputati 5 Senato della Repubblica PREFAZIONE
Camera dei Deputati 5 Senato della Repubblica XIV LEGISLATURA DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI DOCUMENTI PREFAZIONE La riduzione dei danni sanitari e sociali causati dall alcol è, attualmente, uno dei più
DettagliFEDERAZIONE ITALIANA NUOTO (F.I.N.) - ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE REGOLAMENTO DELLA STRUTTURA DI PROTEZIONE CIVILE
FEDERAZIONE ITALIANA NUOTO (F.I.N.) - ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE Premessa La Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento di Protezione Civile, in base alla Legge
DettagliDISPOSIZIONI PER LA CONCESSIONE DEI FINANZIAMENTI PER LA REALIZZAZIONE DI INTERVENTI NECESSARI A RISOLVERE SITUAZIONI DI EMERGENZA O CRITICITÀ
DISPOSIZIONI PER LA CONCESSIONE DEI FINANZIAMENTI PER LA REALIZZAZIONE DI INTERVENTI NECESSARI A RISOLVERE SITUAZIONI DI EMERGENZA O CRITICITÀ Articolo 1 - Oggetto delle disposizioni 1. Le presenti disposizioni
DettagliPROGETTO Edizione 2015-2016
in collaborazione con PROGETTO Edizione 2015-2016 Pag. 1 di 5 Introduzione La Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo (di seguito abbreviata in Fondazione), persona giuridica privata senza fini di lucro
DettagliREGOLAMENTO DI ATENEO PER L INTEGRAZIONE ED IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI STUDENTI DIVERSAMENTE ABILI
REGOLAMENTO DI ATENEO PER L INTEGRAZIONE ED IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI STUDENTI DIVERSAMENTE ABILI Emanato con D.R. n. 83 del 27 febbraio 2008 Entrata in vigore 13 marzo 2008 INDICE TITOLO I - CAMPO
DettagliANALISI E GESTIONE DEL RISCHIO PER SCOPI DI PROTEZIONE CIVILE
Territorio e Rischio Idrogeologico ANALISI E GESTIONE DEL RISCHIO PER SCOPI DI PROTEZIONE CIVILE DR. GEOL. FRANCESCO BENINCASA LIBERO PROFESSIONISTA PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE Il nuovo
DettagliPROTEZIONE CIVILE. sistema. funzione. Gli obiettivi dell attività di PC. La pianificazione di emergenza La ripartizione dei compiti
PROTEZIONE CIVILE sistema Gli attori funzione Gli obiettivi dell attività di PC La pianificazione di emergenza La ripartizione dei compiti La gestione degli interventi Le strutture in emergenza FINALITA
DettagliLinee guida regionali per l organizzazione dei percorsi formativi per i proprietari dei cani
Linee guida regionali per l organizzazione dei percorsi formativi per i proprietari dei cani Con la Delibera Regionale 647/2007 la Regione Emilia-Romagna ha approvato i criteri per la classificazione del
Dettagli1.0 POLITICA AZIENDALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO
Pagina 1 di 5 1.0 POLITICA AZIENDALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO (rif. punto 4.2 BS OHSAS 18001:2007) 1.1 SCOPO La dichiarazione di politica per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro,
DettagliProgetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze
Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze Provincia di Roma Anno 2005 Indice Il problema affrontato...3 Obiettivi attesi/risultati raggiunti...3 Soggetti coinvolti...3 Il
DettagliIl ruolo delle Agenzie in Italia
Il ruolo delle Agenzie in Italia Salvatore Curcuruto ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) Riferimenti normativi LQ n.36/2001 ( Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni
DettagliGLI INTERVENTI DI SISTEMAZIONE IDRAULICO-FORESTALI NELLA PREVENZIONE DEI RISCHI NATURALI LE LINEE DI AZIONE DELLA REGIONE PIEMONTE
GLI INTERVENTI DI SISTEMAZIONE IDRAULICO-FORESTALI NELLA PREVENZIONE DEI RISCHI NATURALI LE LINEE DI AZIONE DELLA REGIONE PIEMONTE G. Cacciabue, V.Debrando 1 La mitigazione degli effetti prodotti sul territorio
DettagliPROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO. Intercomunale XXXXXXXXXXXX Comune capofila XXXXXXXXXXXXXXXXXXX FIA. Elenco acquedotti intercomunali
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Intercomunale XXXXXXXXXXXX Comune capofila XXXXXXXXXXXXXXXXXXX FIA FASCICOLO INTEGRATO DI ACQUEDOTTO PIANO DI ADEGUAMENTO DELL UTILIZZAZIONE (PAU) 1 Elenco acquedotti intercomunali
DettagliPIANO DI TUTELA DELLE ACQUE DELLA SICILIA (di cui all'art. 121 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n 152)
Commissario Delegato per l Emergenza Bonifiche e la Tutela delle Acque in Sicilia PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE DELLA SICILIA (di cui all'art. 121 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n 152) Direttive
DettagliPotenza 18.04.2013 Prot. 2206 AI DIRIGENTI SCOLASTICI LORO SEDI
Potenza 18.04.2013 Prot. 2206 AI DIRIGENTI SCOLASTICI LORO SEDI OGGETTO: CORSI DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA PER LAVORATORI, PREPOSTI, DIRIGENTI - ART. 37 D. LGS. 81/08 Accordi Stato Regioni del 21 dicembre
DettagliREGOLAMENTO PER LA GESTIONE DELLE SEGNALAZIONI E DEI RECLAMI
REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DELLE SEGNALAZIONI E DEI RECLAMI Approvato con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 511031/2004 del 01/03/2005 Preambolo IL CONSIGLIO PROVINCIALE Visto l art. 117, comma
DettagliLa sicurezza sul lavoro. Concetti di base e accenni alla normativa vigente
La sicurezza sul lavoro Concetti di base e accenni alla normativa vigente BENVENUTI! Contenuti: - Cenni storici; - Concetti di base: Infortunio e Malattia lavoro-corr. Pericolo Rischio Valutazione dei
DettagliPROTOCOLLO D INTESA TRA UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO ROMA CAPITALE UFFICIO EXTRADIPARTIMENTALE PROTEZIONE CIVILE
PROTOCOLLO D INTESA TRA UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO (di seguito denominato U.S.R. Lazio) E ROMA CAPITALE UFFICIO EXTRADIPARTIMENTALE PROTEZIONE CIVILE (di seguito denominato Protezione Civile)
DettagliLA PIANIFICAZIONE E LA GESTIONE DEL TERRITORIO PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO E GEOLOGICO
9 maggio 2015 - Teatro Martinetti Castellamonte (TO) LA PIANIFICAZIONE E LA GESTIONE DEL TERRITORIO PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO E GEOLOGICO Le misure di PROTEZIONE CIVILE: La Protezione Civile
DettagliPARLIAMO DI. ATTIVITA PRODUTTIVE E RIFIUTI SPECIALI
CITTÀ DI BARLETTA COMANDO POLIZIA MUNICIPALE PARLIAMO DI. ATTIVITA PRODUTTIVE E RIFIUTI SPECIALI Tutte le attività produttive, che nell esercizio del ciclo lavorativo producono rifiuti speciali, devono
DettagliPROPOSTA DI PARERE OBBLIGATORIO VINCOLANTE N. 02/04 11 2012 OGGETTO:
PROPOSTA DI PARERE OBBLIGATORIO VINCOLANTE N. 02/04 Conferenza dei Comuni 11 ottobre 2012 OGGETTO: Piano delle opere per il superamento della procedura di infrazione n. 2009/2034/CE e relativo piano economico
Dettagli1. Nota istituzionale
Allegato parte integrante ALLEGATO A) 1. Nota istituzionale Prima del D.P.R. 115/73 la titolarità del demanio idrico in Provincia di Trento era esclusivamente statale. Con l entrata in vigore del suddetto
DettagliL APPROCCIO REGIONALE ALLA PROTEZIONE DELLE INFRASTRUTTURE CRITICHE DALL ANALISI DI RISCHIO TERRITORIALE AL COINVOLGIMENTO DEGLI OPERATORI
L APPROCCIO REGIONALE ALLA PROTEZIONE DELLE INFRASTRUTTURE CRITICHE DALL ANALISI DI RISCHIO TERRITORIALE AL COINVOLGIMENTO DEGLI OPERATORI Andrea Zaccone UO Sistema Integrato di Prevenzione DG Protezione
DettagliUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL INSUBRIA Via Ravasi 2-21100 Varese
REGOLAMENTO PER LA RIPARTIZIONE DEL FONDO D INCENTIVAZIONE PER LA REDAZIONE DEL PROGETTO, DEL PIANO DELLA SICUREZZA, DELLA DIREZIONE DEI LAVORI E DEL COLLAUDO. Emanato con D.R. n. 6197 del 13/02/2004 Ultime
DettagliREGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE
COMUNE DI CORMANO PROVINCIA DI MILANO REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE (approvato con deliberazione C.C. n. 58 del 01/12/2003) 1 INDICE ART. 1 ART. 2 ART. 3 ART. 4 ART. 5 ART. 6 AMBITO DI
DettagliREGOLAMENTO PER LA RIPARTIZIONE DEGLI INCENTIVI PER LA PROGETTAZIONE DI CUI AL CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI
REGOLAMENTO PER LA RIPARTIZIONE DEGLI INCENTIVI PER LA PROGETTAZIONE DI CUI AL CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI Art. 1: Ambito di applicazione. CAPO 1 Oggetto e soggetti Il presente Regolamento definisce
DettagliProgetto sperimentale VSQ - Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle Scuole
Progetto sperimentale VSQ - Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle Scuole Premessa Nel quadro delle azioni del Ministero da attuare in coerenza con i principi generali contenuti nel Decreto legislativo
DettagliREGOLAMENTO RELATIVO ALLA ELEZIONE ED ATTRIBUZIONI DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA DEL COMPARTO DELLA ASL VITERBO
REGIONE LAZIO AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO REGOLAMENTO RELATIVO ALLA ELEZIONE ED ATTRIBUZIONI DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA DEL COMPARTO DELLA ASL VITERBO REVISIONE DATA 0 15.06.2004
Dettagli9.3.2011 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 10 DELIBERAZIONE 28 febbraio 2011, n. 104
9.3.2011 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 10 DELIBERAZIONE 28 febbraio 2011, n. 104 Indirizzi per l attività di gestione degli elenchi regionali degli operatori biologici e dei concessionari
DettagliRegione Piemonte Portale Rilevazioni Crediti EELL Manuale Utente
Pag. 1 di 15 VERS V01 REDAZIONE VERIFICHE E APPROVAZIONI CONTROLLO APPROVAZIONE AUTORIZZAZIONE EMISSIONE NOME DATA NOME DATA NOME DATA A. Marchisio C. Pernumian 29/12/2014 M. Molino 27/02/2015 M. Molino
DettagliPROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO
Collegio dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati PROTOCOLLO DI INTSA TRA RGION LAZIO ORDIN DGLI INGGNRI DLLA PROVINCIA DI RITI ORDIN ARCHITTTI P.P.C. DLLA PROVINCIA DI RITI COLLGIO PROVINCIAL
Dettagli