11 PROGRAMMA DI CONSOLIDAMENTO DELL ABITATO DI CUTIGLIANO PROGETTO ESECUTIVO RELAZIONE TECNICA/SPECIALISTICA

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1 COMUNE DI CUTIGLIANO PROVINCIA DI PISTOIA 11 PROGRAMMA DI CONSOLIDAMENTO DELL ABITATO DI CUTIGLIANO PROGETTO ESECUTIVO RELAZIONE TECNICA/SPECIALISTICA Stazione appaltante: Comune di Cutigliano Responsabile Unico del Procedimento: Arch. Paolo Tronci Progetto: Sancilia S.r.l. Vittorio D Oriano Geologo Coordinatore tecnico e collegamento con l Amministrazione GRUPPO DI LAVORO Vittorio D'Oriano Geologo Luigi Sani Forestale Marco Folini Geologo Tommaso Cantini Ingegnere Collaboratori: Giancarlo Ceccanti Geologo Giampaolo Mariannelli Geologo Alessandro Ronconi Geologo Gianluca Capecchi Forestale Data: dicembre 2014 Gli elaborati di progetto sono documenti della prestazione professionale: non possono essere copiati, riprodotti o utilizzati in altri progetti, né in sviluppi di questo progetto senza il consenso scritto dei professionisti incaricati.

2 PREMESSA Come parzialmente già riportato nella Relazione Generale, nel corso del tempo a Cutigliano sono stati realizzati molti interventi localizzati sui principali dissesti esistenti nell ambito del suo abitato, l ultimo dei quali nel 2005, destinato essenzialmente ad opere idrauliche per la corretta regimazione delle acque superficiali e sotterranee denominato IX Programma Stralcio per la messa in sicurezza dell abitato di Cutigliano tramite interventi di carattere geomorfologico e idrogeologico. Con l attuale finanziamento, sono previste ulteriori interventi volti a sanare localmente alcune evidenze di dissesto e/o di precario equilibrio e quindi con lo scopo primario di risolvere o mitigare le condizioni d instabilità locali di alcune porzioni dell abitato, o di quelle zone che meno marcatamente hanno risentito dei benefici fino adesso riscontrati. Per quanto sopra, quindi, nell ambito degli interventi da poter effettuare con questo XI Programma Stralcio, in accordo con l Amministrazione Comunale, si sono individuate n 3 aree sulle quali intervenire in modo marcato: 1) Via Pacioni/Viale Europa/Ponte Pallaia Consolidamento di tutta la porzione di versante prospiciente su Via Crocevia e dei vari muri attualmente esistenti. Si prevede la realizzazione di n 4 berlinesi a varie quote ed in posizione retrostante rispetto agli attuali muri di sostegno, costituite da micropali ed ancorate con tiranti; oltre a queste sono previste due stazioni di drenaggio superficiale al fine di raccogliere e smaltire in modo adeguato l acqua proveniente da monte; 2) Via Pacioni Drenaggi sub-orizzontali dell area ex bagni comunali. Si prevede la realizzazione di n 5 stazioni drenanti ed eventualmente la messa in opera di una palificata viva in pali di castagno, il tutto finalizzato a stabilizzare questa porzione di versante; 3) Via Crocevia-Giacomelli consolidamento/rifacimento muro prospiciente la viabilità. Si prevede la demolizione e ricostruzione del muro per un tratto di circa 30 metri tramite un opera in c.a. adeguatamente dimensionata e rivestita con pietra locale; RELAZIONE GEOLOGICA E GEOMORFOLOGICA Come già riportato in sede di progettazione preliminare e definitiva e nella Relazione generale di questo Progetto Esecutivo, la zona d interesse fa parte di un territorio prevalentemente montano ed è situata ad una quota di circa metri slm; il versante su cui si sviluppa l abitato di Cutigliano è interamente compreso nel dominio della formazione arenacea denominata Arenarie di Monte Cervarola, interessata da una struttura plicativa il cui asse passa proprio per il centro urbano; si ha inoltre la presenza di un corpo detritico che sovrasta le succitate arenarie, sul quale si è appunto sviluppato il paese, il cui spessore varia da pochi metri fino ad oltre 25 metri, costituito da pacchi di strati e blocchi di arenarie e siltiti immersi in una matrice sabbioso-argillosa. Tale deposito costituisce il materiale di accumulo di un fenomeno franoso originatesi presumibilmente in tempi preistorici e presenta tutt oggi problemi di instabilità, principalmente connessi all infiltrazione ed alla circolazione idrica al suo interno In pratica, pur trattandosi di un dissesto lento e presente ormai da lungo tempo, le manifestazioni attualmente esistenti portano a pensare alla sussistenza di localizzate riattivazioni e/o accelerazioni del complessivo movimento, che appunto non si comporta come un tutt unico ma tende apparentemente a scomporsi e scollegarsi in più membri o in più zone che si muovono indipendentemente una dall altra. 2

3 Dai rilievi effettuati in passato tramite interferometria da satellite e dai risultati delle interpolazioni effettuate è stata ricavata una carta dei tassi di deformazione del terreno per l intero versante interessato dall abitato, riportati nella figura che segue e a cui sono stati aggiunte anche le curve di iso-velocità, ogni 2 mm/anno. Mappa dei tassi di deformazione ottenuta tramite interpolazione dei PS, con curve di isovelocità, sovrap-posta a shaded relief del versante. La carta ottenuta evidenzia come l area interessata dai massimi valori di velocità corrisponda alla parte alta del versante, ubicata a ridosso del centro abitato di Cutigliano, con valori massimi pari a 18 mm/anno lungo la linea di vista del satellite intorno a quota 800 metri slm, che gradualmente passano a 8-10 mm/anno in corrispondenza dell insediamento urbano a quota 700 m slm. A valle le velocità si stabilizzano su valori di 4-6 mm/anno, ad eccezione della porzione in destra idrografica della frana dove c è un massimo locale di 10 mm/anno, fino a raggiungere valori nulli in prossimità dei tornanti per Casotti di Cutigliano. E bene ricordare ed evidenziare che questa tipologia di analisi, nonostante possa vantare un estrema accuratezza, ha la facoltà di apprezzare la deformazione soltanto lungo la direzione di vista del satellite (LOS), cioè approssimativamente lungo la verticale. In pratica i movimenti ed i tassi di deformazione sopra evidenziati riguardano soltanto la componente verticale del complessivo movimento, cioè sono riferibili esclusivamente a cedimenti o rialzamenti del terreno. In tutti i casi, almeno per quanto concerne i movimenti verticali, a partire dalla mappa di velocità ottenuta tramite l interpolazione dei PS è stato possibile effettuare una zonazione cinematica del versante, classificando la suddetta carta in 5 classi di velocità. I limiti di velocità in mm/anno scelti tra una classe e l altra sono i seguenti: 0-2, 2-5, 5-10, 10-15, mm/anno. La carta così prodotta rappresenta una carta di attività e quindi una semplificata carta di pericolosità, utilizzabile a fini di pianificazione territoriale. 3

4 Zonazione cinematica dell area di interesse in cinque classi. Successivamente, il campo deformativo ottenuto dai dati satellitari è stato confrontato con la cartografia di frana esistente e la sovrapposizione dei PS con la mappatura delle frane desunta dal progetto SCAI in corrispondenza del centro storico del paese, ha permesso di effettuare delle considerazioni utili ai fini interpretativi in quanto distingue due corpi di frana principali, uno superiore caratterizzato da una geometria di scivolamento rotazionale ed uno inferiore con movimenti prevalentemente traslativi. Osservando la distribuzione spaziale delle velocità dei PS si può notare una netta differenza di velocità tra la parte alta dell abitato e quella inferiore, che sembra in accordo con la mappatura SCAI; la parte alta è infatti interessata da tassi medi di deformazione dell ordine di mm/anno, mentre quella inferiore è caratterizzata da velocità di abbassamento dell ordine di 4-6 mm/anno. Tale differenza può essere interpretata come l effetto delle due diverse geometrie di movimento delle due frane, di due frane con diversi cinematismi o, più semplicemente, come conseguenza della presenza di un unico corpo di frana caratterizzato da tassi di deformazioni diversi tra la zona di distacco e quella di accumulo. Nel primo caso le differenze nei tassi di deformazione sarebbero da collegare alle diverse componenti del vettore spostamento indotte dalle diverse geometrie di scivolamento. In particolare la parte superiore della frana, caratterizzata secondo la mappatura dello SCAI da uno scorrimento rotazionale, è caratterizzata una forte componente verticale di movimento che, come già detto, risulta ben visibile dal satellite. La porzione inferiore del versante mostra invece una componente verticale ridotta a favore di quella orizzontale: in questo caso si avrebbe una sottostima da parte delle misure satellitari del reale vettore spostamento proprio a causa della bassa sensibilità ai moti orizzontali. Le sole osservazioni satellitari, quindi, non sono comunque utili a capire quale delle tre ipotesi (due frane con differente geometria e/o differenti velocità o singola frana con diversi tassi di deformazione) possa essere quella effettivamente presente. Per poter aiutare l interpretazione dei fenomeni in atto è stato perciò necessario integrare le misure satellitari con dati in situ. 4

5 Utilizzando le informazioni stratigrafiche derivate dai sondaggi disponibili nella zona è stata creata una carta del substrato e sono state realizzate n 4 sezioni attraverso il corpo di frana (2 longitudinali e 2 trasversali). Per ogni sezione sono stati riportati, lungo il profilo altimetrico, la profondità del substrato, l ubicazione dei sondaggi ed il corrispondente valore di spostamento totale (calcolato sull intero periodo di monitoraggio satellitare) ottenuto dalla carta dei tassi deformativi realizzata interpolando i PS. Sono riportati gli spostamenti (linea rossa), la profondità del substrato (linea blu) e l ubicazione dei sondaggi. Osservando le due sezioni longitudinali al corpo di frana (profili 1 e 2) è possibile evidenziare delle chiare variazioni dei valori di spostamento lungo il profilo altimetrico che possono essere utili per delimitare aree interessate da differenti cinematismi. Il profilo 1, ubicato lungo la direttrice che 5

6 passa attraverso i sondaggi S2, S1, S8, mostra valori elevati di spostamento totale, dell ordine di 100 mm tra il 1992 ed il 2000, in diminuzione dall inizio del profilo, posto a quota 750 m slm, fino ad una progressiva di 200 m. Da qui fino ad una distanza di 300 m gli spostamenti si assestano su valori di mm. A partire dai 300 m i valori decrescono fino ad annullarsi intorno alla progressiva di 450 m dall inizio della sezione, corrispondente ad una quota di circa 600 m slm. Questo andamento degli spostamenti sembra essere fortemente collegato alla profondità del substrato, con valori di spostamento direttamente proporzionali allo spessore della coltre detritica. Basandosi su questo tipo di analisi è possibile distinguere due dominii diversi sia da un punto di vista cinematico che stratigrafico, rispettivamente a monte ed a valle del sondaggio S1. Sono riportati gli spostamenti (linea rossa), la profondità del substrato (linea blu) e l ubicazione dei sondaggi. Anche il profilo 2, allineato lungo i sondaggi S3, S2bis, S1bis, S6 ed S7, mostra un netto scalino nel profilo di velocità, ubicato ad una distanza di circa 150 m dall inizio della sezione, ad una quota di 700 m slm, ed uno più a valle ad una progressiva di circa 270 m ed una quota di 580 m slm. Anche in questo caso si riscontra una correlazione tra gli spostamenti e lo spessore di detrito, che dai dati disponibili sembra diminuire in questo punto del profilo. Per quanto concerne i due profili trasversali (3 e 4), si può dire che essi mostrano come nella parte alta della frana gli spostamenti massimi siano localizzati in sinistra idrografica del corpo di frana, senza nessuna evidente correlazione con la profondità del substrato. Al contrario nella porzione inferiore del versante gli spostamenti massimi sono concentrati in destra idrografica laddove lo spessore della coltre detritica raggiunge i valori massimi dell ordine di 25 metri. 6

7 Profilo 03 Profilo 04 Sono riportati gli spostamenti (linea rossa), la profondità del substrato e l ubicazione dei sondaggi. Nel complesso quindi è possibile individuare una correlazione tra gli spostamenti e lo spessore di detrito e cioè un aumento del movimento in corrispondenza delle zone in cui il substrato roccioso è maggiormente profondo e quindi esiste un più rilevante spessore della coltre detritica superficiale. Si ribadisce che le indagini hanno consentito di acquisire spessori di detrito variabili da pochi metri ad oltre metri. CONSIDERAZIONI IDROLOGICHE IDRAULICHE Per quanto concerne l aspetto idrogeologico è possibile dire che la presenza d acqua in quantità abbondante è sempre stata una importante peculiarità di Cutigliano; già in tempi passati si parlava di copiosi flussi idrici sotterranei e la causa dei dissesti era ritenuta dipendente dalla quantità di fluido che impregna il terreno: i tratti maggiormente colpiti dai dissesti corrispondono a zone di più cospicuo accumulo di acque. Il movimento franoso è in atto da secoli ma ha subito un repentino aggravamento a partire dal 1939, anno in cui è entrato in funzione l acquedotto, che ha moltiplicato la quantità di acqua dispersa attraverso i pozzi delle case. Studi successivi e specifici interventi di consolidamento anche sui corsi d acqua hanno confermato l importanza del fattore acqua nell instabilità dell abitato di Cutigliano e proprio gli ultimi interventi di consolidamento, effettuati con il IX stralcio, sono stati rivolti verso un maggiore controllo di questo aspetto, andando in qualche modo a monitorare e verificare l andamento e l escursione della falda tramite opere di presa e pozzi anche di marcata profondità. 7

8 In tutti i casi la presenza di acqua in notevole quantità, come anche testimoniato dall esistenza di copiose sorgenti fin da epoca remota (1300), è con tutta probabilità da riferirsi all effetto spugna operato dalla massa detritica molto fratturata ed alterata, con ipotetico scorrimento in corrispondenza del contatto con la roccia in posto o con livelli argillosi impermeabili che possono spesso rinvenirsi all interno di queste formazioni fliscioidi. Al fine di valutare le correlazioni esistenti tra le precipitazioni e le deformazioni del terreno nell area di Cutigliano sono stati raccolti i dati relativi alle precipitazioni acquisiti dalla stazione pluviometrica più vicina all abitato. Consultando gli archivi del Servizio Idrologico Regionale è stata selezionata la stazione pluviometrica ubicata in località Casotti di Cutigliano (pluviometro 393). Data la vicinanza all area instabile (distanza media pari a 500 m) i dati raccolti dal pluviometro possono essere assunti rappresentativi delle condizioni meteorologiche di Cutigliano. I dati sono stati direttamente scaricati dal sito della Regione Toscana, Direzione Generale delle Politiche Territoriali e Ambientali, Servizio Idrologico Regionale - Centro Funzionale di Pisa ( Codice 393 E Gauss-Boaga [m] Nome Cutigliano N Gauss-Boaga [m] Data inizio misure 1996 Quota [m slm] 580 Storia 1996A. Bacino Serchio Comune Cutigliano Provincia Pistoia Caratteristiche della stazione pluviometrica 393, ubicata in località Casotti di Cutigliano. Come riportato in tabella le letture pluviometriche sono disponibili a partire dal 1996 fino al 2000, coprendo quindi solo parzialmente l intervallo temporale interessato dalle misure di spostamento ( ). Per effettuare un confronto delle precipitazioni con le misure di spostamento sono stati selezionati, tramite un analisi di cross-correlazione, circa 25 Permanent Scatterers ubicati in corrispondenza del centro dell abitato, caratterizzati da un comportamento tra loro omogeneo e che quindi risultano rappresentativi dell evoluzione temporale del campo deformativo generale del versante. Da un analisi qualitativa con le precipitazioni giornaliere e mensili si evidenzia una correlazione tra l aumento delle deformazioni in corrispondenza dei periodi piovosi, ma per la determinazione di eventuali tempi di ritardo tra l occorrenza delle precipitazioni e l innesco dei movimenti sono stati riportati i diagrammi delle piogge cumulate giornaliere e mensili Pioggia (mm) Spostamenti (mm) /10/ /02/ /05/ /08/ /12/ /03/ /06/ /09/ /01/ /04/ /07/ /11/ /02/ /05/ /08/ /12/ /03/ /06/ /10/ /01/ /04/2001 Tempo Precipitazioni cumulate giornaliere (linea blu), spostamenti cumulati (triangoli rossi) e media mobile a 4 campioni (linea rossa) ottenuti dall analisi PS. Dall osservazione di questi diagrammi è possibile notare l assenza di significativi e persistenti ritardi tra le precipitazioni e l attivazione dei movimenti, cosa che indurrebbe ad ipotizzare una 8

9 correlazione diretta e temporalmente rapida tra le precipitazioni e l innesco dei movimenti. Questa interpretazione è anche supportata dalla registrata simultaneità tra l occorrenza delle precipitazioni e l innalzamento del livello statico della falda nei piezometri installati all interno dei fori di sondaggio realizzati durante la campagna geognostica del 1999 (Bernardi et al., 1999a) Pioggia (mm) Spostamento (mm) /07/ /10/ /02/ /05/ /08/ /12/ /03/ /06/ /09/ /01/1998 Precipitazioni cumulate mensili (diamanti blu), spostamenti cumulati (triangoli rossi) e media mobile a 4 campioni (linea rossa) ottenuti dall analisi PS. 15/04/ /07/1998 Tempo 01/11/ /02/ /05/ /08/ /12/ /03/ /06/ /10/ /01/ /04/2001 Un analisi relativa ai valori stagionali di precipitazione e spostamento, quindi, mostra una chiara correlazione tra le due serie di dati, evidenziando ulteriormente come il regime pluviometrico sia uno dei fattori di innesco fondamentali del fenomeno franoso in atto. In pratica dividendo il dataset di precipitazioni e dei corrispondenti movimenti del terreno in stagioni asciutte e piovose (due all anno, rispettivamente comprese tra ottobre-aprile e maggiosettembre) e dividendo il versante in frana in due settori, uno superiore ed uno inferiore, in funzione delle velocità medie riportate nel corso del monitoraggio, è stato eseguito un grafico esplicativo in cui sono state riportate le serie di dati relative alle due aree ed alle due stagioni. 7 stagioni piovose 6 Spostamenti stagionali (mm) stagioni secche Precipitazioni cumulate stagionali (mm) Precipitazioni stagionali vs. spostamenti stagionali per la porzione superiore del versante (croci blu) e per la porzione inferiore (croci nere). 9

10 In particolare è possibile notare come all aumentare delle precipitazioni gli spostamenti aumentino in maniera non lineare, ma seguendo una legge esponenziale, come indicato dalla curve di regressione per le due serie di dati. Tale comportamento può essere messo in relazione all elevata permeabilità dei terreni coinvolti, documentata anche dalle prove in situ realizzate all interno dei sondaggi durante la campagna geognostica effettuata nel 1999 (valori di K compresi tra 10-2 e 10-4 cm/s), che permette l infiltrazione degli afflussi meteorici nel terreno senza portare a condizioni di saturazione, che indurrebbero fenomeni di ruscellamento superficiale (Monti, 1999). CARATTERISTICHE GEOTECNICHE E GEOMECCANICHE Nell ambito dei sondaggi, durante la perforazione, sono stati prelevati alcuni campioni indisturbati di terreno, sottoposti successivamente ad analisi di laboratorio al fine di venire in possesso delle loro principali caratteristiche geomeccaniche da utilizzare soprattutto nelle zone in cui erano previsti interventi di sottofondazione o opere di sostegno. In particolare nei sondaggi S1, S2 ed S4 sono stati prelevati complessivamente n 4 campioni di terreno, ognuno dei quali è stato sottoposto a prove di classificazione, a prove granulometriche e a prove di taglio e di espansione laterale, in modo da ricavare i principali parametri geotecnici, utili per la caratterizzazione fisico-meccanica del materiale. Di seguito si riporta una tabella riassuntiva ed in allegato i vari certificati di laboratorio. Secondo quanto indicato dalle norme vigenti, quindi, i valori di progetto dei parametri geotecnici si ottengono dai valori caratteristici tenendo conto dei coefficienti riduttivi parziali γ M. In particolare i valori di progetto di c, f, g da adottare per le varie combinazioni, si ottengono dividendo i valori caratteristici per un coefficiente riduttivo parziale pari a 1.25 sulla tangente dell angolo di attrito drenato e sulla coesione efficace, e 1.4 per la resistenza al taglio non drenata c u ; nessun coefficiente riduttivo è richiesto al peso dell unità di volume. 10

11 Alla luce di quanto sopra e sulla base delle indagini fin qui acquisite, si forniscono di seguito i valori dei parametri caratteristici intervento per intervento considerando il fatto che, per notevoli volumetrie di terreno, essi possono essere equiparati ai valori dei parametri medi: Sezioni Parametri caratteristici γ [KN/m 3 ] φ [ ] c [kpa] Intervento Intervento Intervento Intervento DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI INTERVENTO 1 Consolidamento muri Via Pacioni/Viale Europa/Ponte Pallaia Tale intervento, il più consistente di quelli proposti, si pone come obbiettivo quello di rendere stabile il versante posto al di sopra dei lavatoi che, attualmente, si presenta come un area terrazzata intervallata da numerosi muretti alti dai 1,5 ai 3 metri ciascuno, e con problematiche di ordine strutturale o problematiche di instabilità. Al fine di realizzare in sicurezza gli interventi di ricostruzione dei muri maggiormente sollecitati e di diminuire comunque le sollecitazioni prodotte dal versante sugli stessi, si è deciso di realizzare 4 berlinesi poste a monte delle murature principali e costituite ciascuna da una serie di micropali di quale alcuni anche a quinconce. Tali berlinesi avranno lunghezze differenti ed il numero di micropali dipenderà chiaramente dallo sviluppo dell opera di sostegno. Descrizione tecnica I micropali sono pali di piccolo diametro che contengono un elemento strutturale per trasferire i carichi e/o limitare le deformazioni e che possono essere realizzati mediante attrezzature di ridotte dimensioni. In accordo con la Normativa Europea, si considerano micropali i pali aventi un diametro inferiore a 300 mm se trivellati e 150 mm se infissi. L'armatura dei micropali generalmente è costituita da un profilato in acciaio, mentre il materiale di riempimento da una miscela cementizia, malta cementizia o betoncino. La variante costituita da micropali tubfix consiste in pali che differiscono da quelli precedenti per l'armatura, che presenta fori ad intervalli regolari, in modo da poter iniettare cemento e/o malta cementizia ad alta pressione al fine di realizzare bulbi per migliorare le caratteristiche di attrito con il terreno e quindi la capacità portante. Le berlinesi sono strutture di sostegno di tipo flessibile, realizzate mediante cortine di micropali verticali. In funzione dell altezza di terreno che sono chiamate a sostenere, possono essere realizzate a sbalzo oppure ancorate. Le paratie berlinesi si usano per scavi di notevole profondità, fino a 20 metri, o nel caso in cui siano presenti edifici nelle immediate vicinanze dello scavo come nei centri cittadini. Si realizzano mediante la trivellazione di micropali che verranno armati con tubi metallici per resistere alle elevate sollecitazioni flettenti dovute alla spinta del terreno e gettati con betoncino o miscele di sabbia e cemento specificamente dosate secondo le richieste del progettista. Per sorreggere e rinforzare la paratia, viene normalmente utilizzata la soluzione di tiranti (sia a trefolo sia tramite barre o chiodi) applicati a cordoli o travature ad altezze intermedie, in modo da 11

12 contrastare la spinta attiva del terreno. Di seguito un immagine esemplificativa della tipologia di intervento: Micropali - modalità realizzazione: rotazione e/o rotopercussione; - fluidi di perforazione: acqua o fanghi bentonitici; - diametro foro: φ=200 mm; - armatura tubolare: φ=114,3 mm in acciaio S275 (ex Fe430B); - spessore armatura: 12 mm; - lunghezza totale: fino a 12 metri; - iniezioni: miscela cementizia a pressione; - interasse: cm; - messa in opera: lineare e/o quinconce; - collegamento: cordolo in c.a. 0.6x0.5 o 0.8x0.5 m; Tiranti - tipo passivo; - modalità di realizzazione: rotazione; - barre d acciaio S275; - spessore: 26 mm; - lunghezza libera: 10 metri; - ancoraggio: resine e/o roccia; - bulbo di ancoraggio: 5 m; - interasse: 3 m; - inclinazione: 30 ; - attacco esterno: piastra di ripartizione e/o longarina di ferro; Realizzate le berlinesi, sarà possibile dove necessario demolire il tratto di muro interessato dal dissesto e successivamente ricostruirlo sfruttando la medesima berlinese realizzata alle spalle. Il lavoro terminerà con il rivestimento dei muri e con la realizzazione di due ulteriori stazioni di drenaggi sub-orizzontali nell area parcheggio a valle del versante. 12

13 Nel dettaglio verranno realizzate 4 berlinesi delle quali di seguito si specificano le caratteristiche; la numerazione delle berlinesi va dall alto verso il basso: Berlinese 1 (quella posta maggiormente a monte) Posizionamento dei pali a quinconce, con interasse di 80 cm e distanza fra le file di 40 cm. Lunghezza totale dei pali 12,59 m, con un infissione pari a 10,00 m (altezza del muro da sorreggere 2,59 m); cordolo di 0,8x0,5 m. Posizionamento attraverso piastre HEA 100 mm sul cordolo di testa di tiranti passivi con lunghezza libera pari a 10 m, e bulbo di ancoraggio di 5 m, posti con interasse di 3 m. Lunghezza totale dell opera 25 m. Berlinese 2 Posizionamento dei pali su singola fila, con interasse di 50 cm. Lunghezza totale dei pali 7,24 m, con un infissione pari a 6,00 m (altezza del muro da sorreggere 1,25 m); cordolo di 0,6x0,5 m. Lunghezza totale dell opera 21 m. Berlinese 3 Posizionamento dei pali a quinconce, con interasse di 80 cm e distanza fra le file di 40 cm. Lunghezza totale dei pali 12,46 m, con un infissione pari a 10,00 m (altezza del muro da sorreggere 2,46 m); cordolo di 0,8x0,5 m. Posizionamento attraverso piastre HEA 100 mm sul cordolo di testa di tiranti passivi con lunghezza libera pari a 10 m, e bulbo di ancoraggio di 5 m, posti con interasse di 3 m. Lunghezza totale dell opera 24 m. Berlinese 4 Posizionamento dei pali su singola fila, con interasse di 50 cm. Lunghezza totale dei pali 7,19 m, con un infissione pari a 6,00 m (altezza del muro da sorreggere 1,19 m); cordolo di 0,6x0,5 m. Lunghezza totale dell opera 18 m. Drenaggi sub-orizzontali Si tratta di interventi che permettono di mantenere la massa di terreno interessata il più possibile asciutta e di conseguenza conservare le specifiche caratteristiche geomeccaniche che la contraddistinguono. Normalmente si prevedono dei fori di drenaggio con leggera pendenza verso valle, all interno dei quali introdurre un tubo microfessurato in PVC rigido, avvolto nel geotessile, che verrà portato fino all esterno in modo da raccogliere l acqua, eventualmente emunta, in un pozzetto o in una zanella a valle del muro, per poi allontanarla o smaltirla in fognatura o nel reticolo naturale esistente. La posizione dei drenaggi dovrebbe essere tale da intercettare quanto possibile le acque d imbibizione, sia percolanti dalla superficie, sia quelle di eventuali falde sotterranee e, come già detto, l effetto di tale opera, dovrebbe tendere a mantenere o addirittura migliorare, le caratteristiche geotecniche della massa terrosa interessata dall intervento. - modalità realizzazione: rotazione; - diametro foro: f=101 mm; - tubo microfessurato in PVC; - diametro tubo: φ=90 mm; - spessore tubo: 6 mm; - lunghezza totale: metri; - protezione: geotessile; - stazione di drenaggio con almeno 3 tubazioni - interasse stazioni: 5 metri; - collegamento: esterno a pozzetto. 13

14 INTERVENTO 2 Drenaggi via Pacioni Tale intervento verrà eseguito nelle immediate vicinanze dell Intervento 2 ed anche in questo caso riguarda la stabilizzazione di una limitata scarpata sovrastante a Via della Rave; i circoscritti fenomeni d instabilità presenti sono essenzialmente imputabili alla marcata presenza di acqua nel sottosuolo, motivo per il quale si propende per la realizzazione di 5 batterie di canne drenanti poste a circa 10 m l una dall altra e costituite ciascuna da 3 tubazioni drenanti. Drenaggi sub-orizzontali Si tratta di interventi che permettono di mantenere la massa di terreno interessata il più possibile asciutta e di conseguenza conservare le specifiche caratteristiche geomeccaniche che la contraddistinguono. Normalmente si prevedono dei fori di drenaggio con leggera pendenza verso valle, all interno dei quali introdurre un tubo microfessurato in PVC rigido, avvolto nel geotessile, che verrà portato fino all esterno in modo da raccogliere l acqua, eventualmente emunta, in un pozzetto o in una zanella a valle del muro, per poi allontanarla o smaltirla in fognatura o nel reticolo naturale esistente. La posizione dei drenaggi dovrebbe essere tale da intercettare quanto possibile le acque d imbibizione, sia percolanti dalla superficie, sia quelle di eventuali falde sotterranee e, come già detto, l effetto di tale opera, dovrebbe tendere a mantenere o addirittura migliorare, le caratteristiche geotecniche della massa terrosa interessata dall intervento. - modalità realizzazione: rotazione; - diametro foro: φ=101 mm; - tubo microfessurato in PVC; - diametro tubo: φ=90 mm; - spessore tubo: 6 mm; - lunghezza totale: 20 metri; - protezione: geotessile; - stazione di drenaggio con almeno 3 tubazioni - interasse stazioni: 10 metri; - collegamento: esterno a pozzetto. Se ritenuto necessario, inoltre, si prevede di realizzare a metà del versante una palificata viva per stabilizzare il pendio riducendo l inclinazione a monte e a valle; tale intervento aggiuntivo dovrà comunque essere oggetto di valutazione sulla base di quanta acqua verrà estratta dai drenaggi sub-orizzontali, in quanto si ritiene più che plausibile una buona stabilizzazione della scarpata già soltanto con il suo parziale e/o totale asciugamento ; la realizzazione della palificata, in questo caso, risulterebbe superflua ed eventualmente potrebbe essere propedeutica per un eventuale aggiunta di terreno o materiale vegetale. 14

15 Palificata fila singola - traversi: palo di castagno o larice; - lunghezza traversi: cm; - correnti: palo di castagno o larice; - lunghezza correnti: 3-6 metri; - diametro pali: φ=20-25 cm; - profondità d infissione: cm; - ancoraggio alla base: tondino di acciaio ad aderenza migliorata con φ=32 mm; - ancoraggio fra traversi e correnti: chiodature con tondini o cambre di acciaio con φ=16 mm; - 20 talee e 5 piantine radicate per mq di palificata; INTERVENTO 3 Consolidamento muro Via Crocevia-Giacomelli L intervento previsto riguarda il muro presente in Via Crocevia, a monte del tratto descritto nell Intervento 1. Tale muro presenta lesioni e spanciamenti e in generale una rotazione imputabile ad un inizio di ribaltamento prodotto dal terreno a tergo di quest ultimo. E evidente anche in questo caso come il problema sia facilmente inquadrabile come una mancanza di fondazioni del muro che ne pregiudicano la stabilità. Pertanto, operando per piccoli tratti, al fine di non aggravare la situazione esistente, verrà demolito e ricostruito il muro nella porzione maggiormente esposta al ribaltamento, per una lunghezza complessiva di circa 25 metri. Muro di sostegno (dimensionamento di massima) - materiale: cemento armato; - modalità di realizzazione: casseformi in legno; - altezza media: 1,5 metri; - spessore muro: 40 cm; - larghezza fondazione: 1,75 metri; - larghezza interna ciabatta: 100 cm; - larghezza esterna ciabatta: 35 cm; - spessore fondazione: 40 cm; - tubazione di raccolta acqua: tubo in PVC con φ=200 mm; - filtro in geotessuto; 15

16 - materiale drenante: ghiaietto siliceo; - rivestimento in pietra. La nuova muratura sarà rivestita in pietra per renderla simile a quella originaria ed anche conforme a quella limitrofa laterale e sarà comprensiva di un adeguata opera di drenaggio realizzata a tergo, al fine di smaltire le acque superficiali e d infiltrazione in modo idoneo. Anche la viabilità originaria in pietra sarà ripristinata come ante operam. Firenze, dicembre

Ristrutturazione del complesso ENAV di Roma ACC - Ciampino Roma Progetto definitivo delle strutture - RELAZIONE GEOTECNICA

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