ANALISI VEGETAZIONALE CON DATI PER IL PROGETTO DI COMPENSAZIONE AMBIENTALE E RELAZIONE FAUNISTICA

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1 RES AGRARIA Centro Ricerche Agronomiche e Ambientali Via Canova 19/ TORTORETO LIDO Tel/Fax 0861/ info@resagraria.com Settore Ambiente e Territorio Comune di LUNANO Provincia di Pesaro Urbino CAVA INERTI MONTEFELTRO S.r.l. LOCALITA LUPAIOLO ANALISI VEGETAZIONALE CON DATI PER IL PROGETTO DI COMPENSAZIONE AMBIENTALE E RELAZIONE FAUNISTICA GENNAIO 2013 RES AGRARIA Centro Ricerche Agronomiche e Ambientali Coordinamento Settore Ambiente e Territorio Dr. Agr. Lorenzo GRANCHELLI

2 ANALISI BOTANICO-VEGETAZIONALE DEL SITO DI INTERVENTO. Premessa. Nell area oggetto di intervento si riscontrano 3 tipi di ambiente con caratteristiche vegetazionali differenti. 1. una zona, corrispondente ad un vecchio sito di cava, che presenta vegetazione spontanea di tipo erbaceo caratteristica del contesto locale; 2. una fascia di prato-pascolo che possiede una composizione floristica con prevalenza di graminacee endemiche; 3. una zona boscata composta da un soprassuolo arboreo maturo costituito da una matrice vegetale governata a ceduo. L analisi vegetazionale che segue è incentrata sulla verifica delle composizione botanica dell area boscata e la sua misurazione per la parte interessata dagli interventi di coltivazione della cava, ai fini del calcolo della compensazione ambientale. Area a bosco. Il complesso boscato analizzato rappresenta un associazione mista di specie a sviluppo arboreo di tipo mesofilo o meso-xerofilo. Nel caso, le specie prevalenti sono rappresentate da Quercus pubescens willd (Roverella), Ostrya carpinifolia (Carpino nero) e Fraxinus ornus (orniello) [ordine: Quercetalia pubescenti petraeae]. Saggi forestali. Al fine di stimare la situazione floristica dell area è stata eseguita una attenta indagine botanica attraverso l esecuzione di 7 saggi forestali. Le aree di saggio sono state scelte in seguito a dei sopralluoghi che hanno permesso di individuare le zone più rappresentative della superficie coperta da vegetazione arborea ed arbustiva. L indagine eseguita è relativa all analisi della 2

3 composizione quali-quantitativa del complesso forestale presente sulle superfici di terreno corrispondenti alla fascia di suolo interessata dalle operazioni di coltivazione della cava. Nella realizzazione dei modelli di analisi delle componenti botaniche del sito si è proceduto alla scomposizione in classi dimensionali della ricerca in modo da ottenere gruppi omogenei di confronto, utilizzabili nella stima di presenze per unità di superficie. I dati conseguiti sono stati riportati al numero complessivo di piante radicate sul saggio, per le principali specie botaniche riscontrate. Elementi considerati nello sviluppo della ricerca: Esemplari riscontrati nelle singole aree di saggio classificabili come specie a sviluppo arboreo, ovvero piante a progressione verticale con distinzione di fusto e chioma ben delineata. Questi soggetti sono stati ordinati nella categoria definita BOSCO. Classi dimensionali: Classe Elemento dimensionale corrispondente Valore A B C D E F Diametro del fusto, misurata in cm, a 130 centimetri da terra (ovvero a petto d uomo). Da 0 a 5 cm Da 6 a 10 cm Da 11 a 15 cm Da 16 a 20 cm Da 21 a 30 cm Oltre 30 cm 3

4 AREA DI SAGGIO N.1 SAGGIO FAM SPECIE CLASSE A B C D E F tipologia Q.PUBESCENS n.polloni n.ceppi FAGACEAE Q.PETREA n.polloni n.ceppi 1 Q.CERRIS CORYLACEAE OSTRYA CARP n.polloni n.ceppi OLEACEAE F.ORNUS n.polloni n.ceppi ALTRE SORBUS DOM n.ceppi SUP.(MQ) polloni totali n.polloni ceppi totali n.ceppi SOTTOBOSCO: - Ruscus aculeatus (Pungitopo) - Cytisus spp. - Hedera helix (edera) - Cyclamen coum (Ciclamino selvatico) - Robus ulmifolius (Rovo) - Crataegus monogyna (Biancospino) - Spartium junceum (Ginestra) nella zona rada - Cornus sanguinea (Sanguinella) - Juniperus communis (ginepro) 4

5 AREA DI SAGGIO N.2 SAGGIO FAM SPECIE CLASSE A B C D E F tipologia Q.PUBESCENS n.polloni n.ceppi FAGACEAE Q.PETREA n.polloni 2 Q.CERRIS CORYLACEAE OSTRYA CARP n.polloni n.ceppi OLEACEAE ALTRE F.ORNUS n.polloni n.ceppi n.ceppi SUP.(MQ) 314 polloni totali n.polloni ceppi totali n.ceppi SOTTOBOSCO: - Prunus spinosa - Juniperus communis (Ginepro) - Helleborus viridis (Elleboro) 5

6 AREA DI SAGGIO N.3 SAGGIO FAM SPECIE CLASSE A B C D E F tipologia Q.PUBESCENS n.polloni n.ceppi FAGACEAE Q.PETREA n.polloni n.ceppi 3 Q.CERRIS n.polloni n.ceppi CORYLACEAE OSTRYA CARP n.polloni n.ceppi OLEACEAE ALTRE F.ORNUS n.polloni n.ceppi n.ceppi SUP.(MQ) 314 polloni totali n.polloni ceppi totali n.ceppi SOTTOBOSCO: - Ruscus aculeatus (Pungitopo) - Cyclamen coum (Ciclamino selvatico) - Helleborus viridis (Elleboro) 6

7 AREA DI SAGGIO N.4 SAGGIO FAM SPECIE CLASSE A B C D E F tipologia Q.PUBESCENS FAGACEAE Q.PETREA 4 Q.CERRIS CORYLACEAE OSTRYA CARP n.polloni n.ceppi OLEACEAE ALTRE F.ORNUS n.polloni n.ceppi n.ceppi SUP.(MQ) 314 polloni totali n.polloni ceppi totali n.ceppi SOTTOBOSCO: - Ruscus aculeatus (Pungitopo) - Cyclamen coum (Ciclamino selvatico) - Helleborus viridis (Elleboro) - Juniperus communis (Ginepro) 7

8 AREA DI SAGGIO N.5 SAGGIO FAM SPECIE CLASSE A B C D E F tipologia Q.PUBESCENS n.polloni n.ceppi FAGACEAE Q.PETREA 5 Q.CERRIS CORYLACEAE OLEACEAE ALTRE OSTRYA CARP. F.ORNUS n.polloni n.ceppi n.polloni n.ceppi n.ceppi SUP.(MQ) 314 polloni totali n.polloni ceppi totali n.ceppi SOTTOBOSCO: - Cyclamen coum (Ciclamino selvatico) - Helleborus viridis (Elleboro) - Ruscus aculeatus (Pungitopo) - Hedera helix (edera) 8

9 AREA DI SAGGIO N.6 SAGGIO FAM SPECIE CLASSE A B C D E F tipologia Q.PUBESCENS n.polloni n.ceppi FAGACEAE Q.PETREA n.polloni 6 Q.CERRIS CORYLACEAE OLEACEAE ALTRE OSTRYA CARP. F.ORNUS n.polloni n.ceppi n.polloni n.ceppi n.ceppi SUP.(MQ) 100 polloni totali n.polloni ceppi totali n.ceppi SOTTOBOSCO: - Cyclamen coum (Ciclamino selvatico) - Helleborus viridis (Elleboro) - Ruscus aculeatus (Pungitopo) - Juniperus communis (Ginepro) 9

10 AREA DI SAGGIO N.7 SAGGIO FAM SPECIE CLASSE A B C D E F tipologia Q.PUBESCENS n.polloni n.ceppi FAGACEAE CORYLACEAE OLEACEAE ALTRE Q.PETREA Q.CERRIS OSTRYA CARP. F.ORNUS n.polloni n.ceppi n.polloni n.ceppi n.ceppi SUP.(MQ) polloni totali n.polloni ceppi totali n.ceppi SOTTOBOSCO: - Rubus ulmifolius (Rovo) - Spartium junceum (Ginestra) - Juniperus communis (Ginepro) 10

11 ANALISI DEI DATI VEGETAZIONALI La raccolta dei dati forestali, permette di elaborare uno sviluppo planimetrico della distribuzione della vegetazione arborea all interno dell area di progetto. La disposizione e il dimensionamento dei punti di saggio forestale, inquadrano in maniera uniforme la superficie alberata, ciò consente di ottenere un indice attendibile della copertura vegetale totale. La tabella seguente, riporta le dimensioni delle singole aree di saggio. SAGGI Area di saggio Larghezza / Raggio (m) Profondità (m) Superficie (mq) 1 * ** ** ** ** *** ** NOTE: * area a forma circolare, r=20 m ** area a forma circolare, r=20 m *** area a forma quadrata l=10 m 11

12 La successiva tabella, riproduce il riepilogo dei dati forestali delle singole aree di saggio, riportando i totali delle presenze per saggio. 1 SUP.(MQ) SUP.(MQ) SUP.(MQ) SUP.(MQ) SUP.(MQ) SUP.(MQ) SUP.(MQ) 314 polloni totali n.polloni ceppi totali n.ceppi polloni totali n.polloni ceppi totali n.ceppi polloni totali n.polloni ceppi totali n.ceppi polloni totali n.polloni ceppi totali n.ceppi polloni totali n.polloni ceppi totali n.ceppi polloni totali n.polloni ceppi totali n.ceppi polloni totali n.polloni ceppi totali n.ceppi TOT SUP.(MQ) polloni totali n.polloni ceppi totali n.ceppi In base all analisi di questi dati, è stata definito un modello di distribuzione della vegetazione arborea sull intera superficie, classificando così tale territorio in funzione della consistenza arborea. E possibile stimare una scala di valori di consistenza del valore forestale dell area in base alle presenze di soggetti arborei. Nella tabella seguente si riportano i calcoli della consistenza ad ettaro e sulla superficie di intervento che interessa l area boscata. CALCOLO A ETTARO ( mq) polloni totali ceppi totali n.polloni n.ceppi CALCOLO AREA INTERV. ( mq) polloni totali ceppi totali n.polloni n.ceppi 12

13 CALCOLO DEI VALORI PER LA COMPENSAZIONE AMBIENTALE Individuazione delle aree da compensare In base ai modelli di analisi della vegetazione esistente, è possibile eseguire una misurazione delle superfici coperte da flora arborea, in funzione del calcolo necessario per l intervento di compensazione ambientale, così come previsto dalla Legge della Regione Marche n. 71 del Le aree interessate dalle operazioni di coltivazione della cava (sulla planimetria allegata vengono evidenziate in maniera grafica), sono state distinte nelle seguenti categorie, in funzione della tipologia di copertura del suolo: a) zona con vegetazione erbacea spontanea; b) zona prato-prato/pascolo; c) zona boscata governata a ceduo. Nella tabella successiva vengono riportate le superfici relative alle zone analizzate: Tipologia di area Superficie (ha) a) zona con vegetazione erbacea spontanea b) zona prato-prato/pascolo c) zona boscata governata a ceduo In relazione a quanto prescritto all Art. 6, punto 4, della sopracitata legge, è necessario predisporre un intervento di compensazione ambientale, qualora, per operazioni di coltivazione di cava vengano intaccati boschi governati a ceduo o quelli costituiti da essenze non autoctone. Nelle aree di progetto, rientrano in questa categoria soltanto la zona distinte al punto c), definita zona boscata governata a ceduo. 13

14 Metodo di calcolo L allegato A della Legge Regione Marche. n 71 del 1 dicembre 1997, fornisce il metodo per il calcolo della compensazione ambientale tenendo conto di diversi parametri: età media degli esemplari che compongono il bosco; modalità di gestione del comparto boschivo, considerando una maturità convenzionale di 100 anni nel caso in cui il bosco sia governato ad alto fusto e 25 anni se questo è ceduo; Per calcolare la superficie da compensare, bisogna prima individuare la quantità di massa legnosa ad ettaro e riportarla alla maturità. In seguito, rapportarla all area da sacrificare e dividere per 10. Nelle porzioni d area di progetto, si ravvisa il caso di un bosco ceduo il cui incremento medio annuo di massa dendrometrica è pari a 2 m 3, che riportato alla maturità risulta essere di 50 m 3 (2 m 3 x 25 anni). Le zone deputate a compensazione ambientale, misurano 2,06,90 ha (punto d - aree alberate ad alta consistenza). Per il calcolo, è necessario moltiplicare questo valore per l incremento totale di massa legnosa della massa vegetale in essere, ovvero: 2,07 x 50 = 103,5 m 3 dividendo per 10 si ottiene la superficie espressa in ettari che dovrà essere compensata : 103,5 / 10 = 10,35,00 ha 14

15 ASPETTI FAUNISTICI DELL AREA IN ESAME. Il suolo è in se stesso un ambiente terrestre che fornisce l habitat ad una folta schiera di organismi sotterranei; creando poi le condizioni necessarie per la sopravvivenza di tutti gli organismi terrestri, il suolo trasforma la crosta terrestre in spazi biologici effettivamente utilizzabili chiamati biomi. La foresta decidua. Il bioma più caratteristico della zona temperata è la foresta decidua le cui condizioni climatiche principali sono inverni freddi ed estati calde, e pioggie distanziate che apportano una media da 75 a 100 cm. di precipitazioni annue. Gli alberi sono in gran parte decidui, cioè perdono le loro foglie per svernare; e le piante annuali, pur morendo in inverno, producono semi che sopportano le basse temperature. Gli alberi più comuni delle foreste decidue sono il Faggio, la Quercia, il Frassino e l Olmo. Tra gli animali sono diffuse le volpi, gli scoiattoli e i picchi. Note storiche della fauna nelle Marche. La fauna delle Marche ha origini lontane, sia nel tempo che nello spazio, in parte derivanti dalle vicende biogeografiche e in parte da vicissitudini storiche che hanno coinvolto nei secoli il territorio. Oltre ad avversità naturali, la fauna marchigiana ha dovuto fare i conti con l uomo, che ha modificato radicalmente il territorio. L eliminazione in epoche storiche di gran parte delle foreste che si spingevano in alcuni casi fino al mare e ricoprivano l intero territorio collinare, la messa a coltura di quasi tutte le terre accessibili fino a quote relativamente elevate ha fatto sì che molte specie faunistiche, soprattutto quelle più esigenti dal punto di vista ecologico, siano scomparse oppure abbiano dovuto rifugiarsi in aree marginali, dove le attività antropiche risultavano meno pressanti. 15

16 Aspetti ambientali. Le principali trasformazioni che l avifauna marchigiana ha subito nei decenni recenti sono imputabili essenzialmente ai cambiamenti ambientali che si sono verificati. Nel nostro caso viene considerata la tipologia ambientale della foresta, forse quella che nel corso dei secoli ha subito le più intense trasformazioni sia nell estensione della copertura forestale sia nella struttura stessa del bosco. Sono scomparse le antiche foreste di alto fusto, sostituite da cedui intensamente sfruttati oppure, almeno fino alle quote in cui le condizioni climatiche lo permettevano, da coltivi. Indubbiamente le modifiche della struttura forestale hanno influito e non poco sui popolamenti ornitici e sulla possibilità o meno di sopravvivenza delle specie più esigenti come ad esempio l Avvoltoio monaco, il Nibbio bruno, lo Smeriglio, la Colombella e il Picchio nero che ormai sono specie rare. Un altra tipologia ambientale importante è l ambiente rupestre. L asperità ambientale ha fatto sì che le modifiche subite nei secoli siano state meno consistenti rispetto ad alti ambienti, malgrado ciò, diverse specie non si ritrovano più in questi ambienti o perché spostatesi nell ambiente urbano come il Rondone o perché sono pressoché scomparse come il Gufo reale e il Piccione selvatico. Status attuale. La presente valutazione, fatta sulla base delle conoscenze attuali è relativa alla situazione delle specie nella zona settentrionale delle Marche. Per le valutazioni di stato si considerano: la Direttiva Uccelli 79/409/CEE, la Direttiva Habitat 92/43/CEE, la Convenzione di Bonn relativa alla conservazione delle specie migratrici e la Convenzione di Berna relativa alla conservazione della vita selvatica e dell ambiente naturale in Europa. Le specie cambiano continuamente la propria corologia, per i motivi più vari, alcune possono scomparire da un territorio, altre ricomparire oppure modificare il proprio status, ciò premesso e 16

17 considerando le caratteristiche pedologiche e floristiche del sito di cava è possibile stilare una check-list delle specie teoricamente presenti nell area geografica in questione: Succiacapre (Caprimulgus europaeus), Cuculo (Cuculus canorus), Pettirosso (Erithacus nubecola), Usignolo (Luscinia megarhynchos), Merlo (Turdus merula), Gazza (Pica pica), Cornacchia grigia (Corvus corone cornix), Passera d Italia (Passer domesticus), Verdone (Carduelis chloris), Cardellino (Carduelis carduelis), Storno (Sturnus vulgaris), Fringuello (Fringuilla coelebs), Verzellino (Serinus serinus) e Civetta (Athene noctua). E da precisare che buona parte dell area era terreno agricolo, solo recentemente riconvertivo a prato stabile, nel quale non vi è presenza di essenze arboree. Aree alberate e fauna. Le essenze arboree maggiormente presenti nella parte boscata in esame sono Roverella, Carpino e Frassino, in minor numero Rovere, Cerro e Sorbo. Nelle condizioni attuali, anche la fauna selvatica e l avifauna in particolare, possono essere rappresentate dalle specie più rustiche e frugali (le volpi e cinghiali tra i mammiferi maggiori e le gazze (Pica pica), gli storni (Sturnus vulgaris) e le civette (Athene noctua) tra i volatili). L area è sita in fascia alto-collinare e per quanto riguarda la fauna omeoterma, possiamo dire che questa è rappresentata da volatili e da piccoli mammiferi. La fauna aviaria annovera diverse specie, peraltro molto comuni in queste zone, possiamo citare: - passera d Italia (Passer italiae), il maschio ha una mascherina e una pettorina nere e il capo marrone, la femmina è di colore chiaro; questa specie rappresenta uno dei più straordinari casi di adattamento tra gli uccelli, infatti i passeri sfruttano i nostri edifici per nidificare, i nostri rifiuti e coltivi come fonte di 17

18 vettovagliamento e usano le città come zone calde e sicure dai predatori in cui vivere; - gazza (Pica pica), appartiene all ordine dei passeriformi, famiglia dei corvidi. Questa specie è vistosamente segnata di nero e di bianco, con lunga coda nera abbellita da riflessi metallici blu e verdi, è lunga cm e vive in aperta campagna tra i boschi o nei campi coltivati. Le gazze sono onnivore e si nutrono di insetti e altri invertebrati, di nidiacei, foglie, frutti e carogne; - merlo (Turdus merula); - storno (Sturnus vulgaris); - tortora (Streptopelia turtur); - pettirosso (Erithacus rubecula); - fringuello (Fringilla coelebs); - upupa (Upupa epops). Tra i piccoli mammiferi troviamo: Riccio europeo (Erinaceus europaeus), Talpa (Talpa europea), Topolino di campagna (Mus musculus), Topo selvatico (Apodemus sylvaticus) e Lepre comune (Lepus europaeus). Tra i grandi mammiferi è stata riscontrata la presenza del Cinghiale (Sus scrofa) e della Volpe (Vulpes vulpes). Lunano, 4 febbraio Dr. Agr. Lorenzo Granchelli Res Agraria 18

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